Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 21 gennaio 2014

Pazienti nel resistere...

Memoranda:

Romano Amerio, Zibaldone, aforisma 59.

Il vocabolo pazienza è invilito e lo adoperiamo per i giuochi di pazienza e simili cose non disoneste ma insignificanti. Viceversa pazienza è l’espressione maggiore della virtù di fortezza, perché la forza che si richiede per resistere è maggiore di quella che si richiede per attaccare. Non senza profondità in Omero si trova kammonìa, cioè resistenza, come equivalente di vittoria...

8 commenti:

una sola fede ha detto...

Grazie per questo thread. Per una pesante situazione anche personale mi devo rileggere spesso questi passi fondamentali della Parola di Dio…

- Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la prova della vostra fede produce la pazienza. E la pazienza completi l'opera sua in voi, perché siate perfetti e integri, senza mancare di nulla.
(Gc 1, 2-4)

- Prendete, o fratelli, a modello di sopportazione e di pazienza i profeti che parlano nel nome del Signore. Ecco, noi chiamiamo beati quelli che hanno sopportato con pazienza. Avete udito parlare della pazienza di Giobbe e conoscete la sorte finale che gli riserbò il Signore, perché il Signore è ricco di misericordia e di compassione.
(Gc 5, 10-11)

- E non soltanto questo: noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata
(Rm 5,3)

- Ma se facendo il bene sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio.
(1Pt 2,20)

una sola fede ha detto...

Patientia autem opus perfectum habet (Iac. I, 4).

La pazienza è un perfetto sagrificio che noi offeriamo a Dio, perché nel patire le tribulazioni e le cose contrarie, noi non vi mettiamo niente del nostro, se non che di accettare dalle sue mani quella croce che ci manda. Melior est patiens viro forti (Prov. XVI, 32): Chi patisce con pazienza è miglior dell'uomo forte. Taluno sarà forte in promuovere e sostenere qualche opera pia, ma poi non avrà pazienza in soffrir le avversità; meglio sarebbe per lui che fosse più forte nella pazienza, che nell'opere che intraprende. Questa terra è luogo di meriti, e perciò non è luogo di riposi, ma di fatiche e patimenti; poiché i meriti non col riposo, ma col patire si acquistano; ed ognuno che vive quaggiù, o sia giusto o peccatore, ha da patire.

(Sant'Alfonso Maria de' Liguori, dal bellissimo trattato "la vera sposa di Gesù Cristo")

rosa ha detto...

personalmente, e' cio' che chiedo di piu' a Nostro Signore di darmi, la pazienza, la santa pazienza: con mio marito, mia figlia, mia madre, i miei pazienti, colleghi, personale vario, la vicina di caa, di tram, di metro, di spiaggia, lo zingaro che strimpella il violino, la cinese che bercia di continuo nel suo telefonino, l' africano che insiste a volermi vendere un aqualcosa, ecc.ecc.
Rosa

mic ha detto...

La forza che si richiede per resistere è maggiore di quella che si richiede per attaccare, perché attinge alla "fortezza", che viene dal Signore, che ci rende capaci di patire in Lui.

una sola fede ha detto...

Perché ti scoraggi nelle tribolazioni come un uomo carnale? Non hai udito che ti attendono tribolazioni, come lo Spirito disse a Paolo, ed egli allora esortava quelli che erano con lui nella nave a gioire? Non sai che molte sono le tribolazioni dei giusti e che in esse sono provati come l’oro nel fuoco?
Se siamo giusti, veniamo provati nelle tribolazioni. E se siamo peccatori, sopportiamole perché le meritiamo.
La sopportazione produce l’approvazione.
Pensiamo a tutti i santi, che pur facendo il bene nei fatti e nelle parole e stando saldi in ogni verità, venivano odiati e tribolati dagli uomini fino alla loro morte e pregavano per i loro nemici e per coloro che li oltraggiavano.
Forse che anche tu, come il venerabile Giuseppe, fosti venduto o cadesti nelle due fosse? Oppure, come Mosè, fosti maltrattato fino alla vecchiaia? Che cosa hai sopportato, infingardo? Forse come Davide che, odiato a morte da Saul e dal proprio figlio, piangeva sulla loro morte? O fosti gettato in mare come Giona? Non temere, non avere paura come un vile, di essere privato delle promesse di Dio. Non spaventarti come un incredulo. Ama le tribolazioni sempre, per divenire figlio approvato dei santi. Ricordati delle sopportazioni di Giobbe, ricordati delle fatiche che durò Paolo: pericoli, tribolazioni, catene, fame e una moltitudine di altri mali, e guarda di dire alla tua pusillanimità: “io ti sono estraneo”.

(da una lettera di san Barsanufio, dall’"Epistolario" di san Barsanufio e Giovanni di Gaza, monaci reclusi del VI secolo)

Anonimo ha detto...

Scusami mic ma a me sembra che si faccia l'elogio della pazienza perché non si ha la forza per attaccare, Credo che il 25 gennaio si capiranno tante cose, dal punto di vista umano sono molto scoraggiato e depresso, quando mi guardo intorno mi sembra di essere solo, presentare agli altri i gravi problemi della Chiesa genera scherno, al meglio indifferenza, Senza un aiuto divino la situazione può solo peggiorare. Paul

mic ha detto...

Non so, caro Paul, cosa si capirà il 25 gennaio.
Comprendo il tuo stato d'animo. Ma in battaglia (noi parliamo della "buona battaglia" per conservare la fede), ci sono tempi e situazioni in cui l'attacco sarebbe suicida.
Questo vale in ogni caso. Ad esempio anche quando ci ostiniamo a prendere di petto nostri limiti o mancanze con atteggiamenti più velleitari che sapienti.
E anche la "resistenza", concepita in quest'ottica, è un'azione. Di certo non è una resa, ma l'esatto contrario. Un'azione dispiegata nell'unica forma possibile in questo momento e, non dimentichiamolo, non da soli, ma in Christo Rege et Maria Regina!

Anonimo ha detto...

Lascio qui una breve riflessione. Grazie per l'attenzione ricevuta.
http://traditioliturgica.blogspot.it/2014/01/la-chiesa-del-futuro.html