qui], sull'onda dei fatti di Parigi, risponde puntualmente e con efficacia ad una domanda sui limiti della satira e sul possibile uso di una satira cristiana. E si ricorda Guareschi. Ho trascritto la didascalia sotto l'immagine per renderla leggibile.
Caro dott. Gnocchi,Caro Bongi,
dopo l’attentato di Parigi penso che urga una riflessione chiarificatrice, fra noi cristiani, circa il valore, o disvalore, della satira. Lei probabilmente, in quanto grande esperto di Giovannino Guareschi, è la persona più giusta ad illuminarci in proposito.In altre parole: entro quali limiti la satira può essere considerata uno strumento utilizzabile dai cristiani? Può esserci una satira cristiana o forse è meglio parlare di una comicità o ironia cristiana? Lo scopo di tale opera può essere la pura corrosività o ridicolizzazione dell’avversario, senza avere un fine positivo ed educativo?La ringrazio per l’eventuale risposta
Marco Bongi
Fatico a dare lo stesso nome a ciò che faceva Guareschi su “Candido” e a quanto facevano e fanno i francesi di cui ci stiamo occupando in questi giorni perché non sono la stessa cosa. Chiamiamola satira, ma allora, seguendo il suo ragionamento, bisogna dire che esiste una satira cristiana, così come esiste una filosofia cristiana, una cultura cristiana, una pittura cristiana, una musica cristiana, una letteratura cristiana e via elencando.
Caro Bongi, se c’è qualcosa che contraddistingue la satira fatta da cristiani come Guareschi è proprio il senso del limite. Che non consiste nel dosare l’intelligenza, la durezza o l’invettiva, ma nella consapevolezza che su alcuni bersagli non si può alzare la matita.
I bersagli che devono godere l’immunità dall’attività satirica sono i simboli. Badi bene, caro Bongi, che non ho ancora detto le divinità poiché, in quanto cristiani, sappiamo che esiste un solo Dio in Tre Persone e che le altre espressioni sono tutte false in quanto frutto di religioni false. Qui bisogna distinguere tra bestemmia e malcostume, ma non è necessario inoltrarsi per questa strada. Non per questo, in quanto simboli di un credo religioso, i falsi dei e le relative figurazioni e manifestazioni possono essere in qualche modo soggetti alla minima denigrazione satirica.
Che una religione è falsa lo si può mostrare solo porgendo quella vera. Lo si fa con l’apostolato, con l’apologetica, con le opere di carità, con la santità della vita personale. Farlo con lo sberleffo lanciato su simboli e figure impregnate di un senso del sacro, anche se mal riposto, prima ancora che irreligioso è inumano. O meglio, è inumano in quanto irreligioso: ma questa, appunto, è l’essenza dell’occidente che voltato le spalle a Cristo e alla civiltà cristiana. I giornalisti di Charlie Hebdo non volevano e non vogliono salvare i musulmani da una falsa religione, ma farli partecipi della loro stessa perdizione, violentarli della stessa violenza che li ha portati nel baratro del nulla.
zztnrctCaro Bongi, se passa al setaccio l’opera satirica di Guareschi, uno degli uomini che nel dopoguerra hanno combattuto con più efficacia il comunismo, non troverà un segno di lapis che colpisca i simboli comunisti. Troverà la giusta ferocia con cui il vero deve opporsi al falso, il bene al male, ma esercitata solo contro ciò che poggia i piedi per terra: gli uomini, le idee che camminano sulle loro gambe, le loro opere e solo se questi uomini sono in grado di esercitare un potere.
Badi bene che questo non evitava a Guareschi di rischiare la vita. La Volante Rossa l’aveva nel mirino, e più di un avversario gli fece sapere che a Piazzale Loreto c’era ancora posto. Pensi che alcuni lettori di “Candido” si erano organizzati a sua insaputa per costituire delle squadre che lo proteggessero nel tragitto tra la casa e il giornale.
Quanto allo scopo educativo, caro Bongi, c’è anche nella satira. Lo scriveva proprio Guareschi ad Angelo Rizzoli, suo editore e produttore, quando venne messo in cantiere il primo film tratto dai racconti di Mondo piccolo. Non gli piaceva il lavoro del regista Julien Duvivier perché non rispettava il fine di far uscire il singolo militante comunista dall’ammasso del partito per indurlo a usare la propria testa.
E le posso assicurare, caro Bongi, che i risultati del lavoro satirico di Guareschi si vedevano. Il suo archivio è ricco di lettere di militanti comunisti che compravano di nascosto “Candido” e scrivevano al suo direttore per sapere se la Russia fosse come la descriveva “L’Unità” o se invece fosse come la raccontava lui su “Candido”.
Come vede, tutto questo, fermandosi prima di colpire i simboli o le immagini religiose, che tengo a ribadirlo, non sono le idee, le quali, siano laiche o religiose, quando sono false non possono godere di alcun rispetto. Il simbolo è altro e appartiene a una sfera più misteriosa e intima dell’uomo. Non è affare della satira.
Alessandro Gnocchi
Sia lodato Gesù Cristo
Ottimo, diretto, chiaro, efficace come di consueto Alessandro Gnocchi.
RispondiEliminaSegnalo riflessione dello stesso Marco Bongi circa la vicenda dei Frati: http://blog.messainlatino.it/2015/01/possono-essere-solo-coincidenze.html
OT. Le Grand Orient de France salue les rédacteurs francs-maçons de "Charlie Hebdo"
RispondiEliminaCirculaire du Grand Maître du GODF du 8 janvier 2015 :
V.’. M.’., ma T.’. C.’. S.’., mon T.’. C.’. F.’.,
Le Grand Orient de France était présent hier soir Place de la République pour partager l’émotion des milliers d’anonymes venus exprimer en silence leur soutien au combat mené par Charlie Hebdo. Tous n’étaient pas des lecteurs de Charlie mais tous avaient conscience que Charlie est l’un des porte-drapeaux de la démocratie à laquelle nous sommes attachés et pour laquelle les journalistes de Charlie se sont battus au quotidien sans jamais fuir les risques qu’ils avaient pour cela accepté d’encourir. Oui, Ils étaient tous les résistants d’une guerre sans visage que le terrorisme prétend nous imposer de manière abjecte et lâche.
Dans ces circonstances, je tiens tout d’abord à souligner le puissant élan de compassion exprimé par les membres de notre Obédience qui de tous horizons ont manifesté leur émotion mais aussi leur volonté de se mobiliser afin que nous, vivants, soyons dignes de ceux qui ont été les victimes de cette barbarie aveugle.
Je voudrais aussi avoir en ces instants une pensée pour les Loges de notre Obédience qui viennent d’être cruellement endeuillées, à savoir la Loge Lux Perpetua à l’O.’. de Clermont-Ferrand avec le décès de notre Frère Michel Renaud, la Loge Roger Leray à l’O.’. de Paris IV avec le décès de notre Frère Bernard Maris. Je transmettrai à chacune d’entre elles ainsi qu’aux familles de nos Frères disparus l’expression de la sympathie de l’ensemble du Conseil de l’Ordre dans ces moments douloureux.
Notre compassion s’adresse également au parent de Tignous, membre de la Loge Aléthéia à l’O.’. de Paris I, au Frère de la Loge Harmonie Evolution à l’O.’. de Cholet dont le fils a été blessé ainsi qu’à la veuve de Wolinski qui est membre de la G.L.F.F.
Lire la suite de l’article sur medias-presse.info
Non mi ricordo se è già stato citato, un articolo di padre Samir che descrive la guerra interna all`islam :
RispondiEliminahttp://www.asianews.it/notizie-it/P.-Samir:-C%27%C3%A8-una-guerra-interna-all%27islam-e-i-politici-occidentali-non-difendono-la-cultura-europea-33137.html
Cara Luisa,
RispondiEliminalo abbiamo pubblicato (e discusso) qui ;)
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2015/01/ce-una-guerra-interna-allislam-e-i.html
Aggiungerei che il cristiano deve sempre fare i conti con le anime da salvare. Se nellla satira, come nella polemica, non si lascia una via d'uscita onorevole all'interlocutore, ma lo si mette con le spalle al muro distruggendo la sua dignità con un disprezzo assoluto verso tutto ciò che esso ha di più caro, non si può certo guadagnarlo al proprio campo, né ci si può stupire di una reazione equivalente al disprezzo subito verso ciò che è percepito da esso come fine ultimo, anche se questo fine ultimo è totalmente errato.
RispondiElimina"Ecco il mio servo che io sostengo,
il mio eletto di cui mi compiaccio.
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3 non spezzerà una canna incrinata,
non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta." (Is. 42, 1 ss.)