Oggi è il Martedì delle Rogazioni.
La tradizione si è persa quasi dappertutto, ma il benedizionale revisionato nel 1984 da Giovanni Paolo II, ai numeri 1820-1821 le prevede ancora in alcuni momenti particolari a livello ecclesiale.
Quando dom Prosper Guéranger ha scritto il testo che segue questi riti erano ancora vivi nella cristianità. Nel linguaggio corrente, purtroppo, spesso essi vengono confusi e liquidati spregiativamente come devozionismo. Se li riscoprissimo e li rivivessimo con i nostri sacerdoti, insieme a Sante Messe e Santi Rosari di riparazione, credo che la peste spirituale e morale che ammorba la cristianità e il mondo potrebbe essere allontanata.
La tradizione si è persa quasi dappertutto, ma il benedizionale revisionato nel 1984 da Giovanni Paolo II, ai numeri 1820-1821 le prevede ancora in alcuni momenti particolari a livello ecclesiale.
Quando dom Prosper Guéranger ha scritto il testo che segue questi riti erano ancora vivi nella cristianità. Nel linguaggio corrente, purtroppo, spesso essi vengono confusi e liquidati spregiativamente come devozionismo. Se li riscoprissimo e li rivivessimo con i nostri sacerdoti, insieme a Sante Messe e Santi Rosari di riparazione, credo che la peste spirituale e morale che ammorba la cristianità e il mondo potrebbe essere allontanata.
Preghiera per i peccatori.
Oggi continuano ancora le suppliche della Chiesa, e le schiere del Signore percorrono, per la seconda volta, le vie della città ed i sentieri delle campagne. Uniamoci ad essi, e facciamo sentire anche noi quel grido che penetra fino al cielo: Kyrie, eléison! Signore, abbiate pietà! Riflettiamo al numero immenso dei peccati che si commettono ogni giorno e ogni notte, ed imploriamo misericordia. All'epoca del diluvio, «ogni mortale aveva depravato la sua via» (Gen 6,12); ma gli uomini non si preoccupavano di domandare grazia al cielo. Dice il Signore: «Venne il diluvio e spense tutti» (Lc 17,27). Se avessero pregato, se avessero fatto ammenda onorevole alla divina giustizia, la mano di Dio si sarebbe arrestata; non avrebbe rovesciato sulla terra «le cataratte del grande abisso» (Gen 8,2). Un giorno dovrà pur venire, nel quale non più le acque, ma un fuoco acceso dalla collera celeste, divamperà su questa terra che noi calpestiamo; un fuoco che brucerà fino alle radici delle montagne (Dt 32,22), e come accadde al tempo di Noè, divorerà i peccatori sorpresi nella loro effimera sicurezza.
Ma in anticipo, la santa Chiesa, oppressa dai suoi nemici, decimata dal martirio dei suoi figli, ridotta agli estremi dalle defezioni degli altri, sprovvista di qualunque appoggio terrestre, sentirà che quel giorno è vicino; poiché rara sarà la preghiera, come la fede. Vegliamo, dunque, e preghiamo, affinché questi giorni della consumazione vengano ritardati; affinché la vita cristiana, così dissanguata, riprenda un po' di vigore; e che il mondo, invecchiato, non si abbatta durante i tempi nostri. I cristiani sono ancora presenti dappertutto, ma il loro numero è visibilmente diminuito. L'eresia occupa vaste regioni, dove prima fioriva il cattolicesimo; nei paesi da essi risparmiati, l'incredulità e l'indifferenza hanno condotto la maggior parte degli uomini a non essere più cristiani che di nome, ed a trasgredire senza rimorsi anche i doveri religiosi più essenziali; in un gran numero di quelli che compiono i loro obblighi di cattolici, le verità sono diminuite (Sal 11,2), la forza della fede ha lasciato il posto alla mollezza delle convinzioni; conciliazioni impossibili sono tentate e seguite; i sentimenti e le azioni dei santi, che lo Spirito di Dio animava, gli atti e gli insegnamenti della Chiesa, sono tacciati di esagerazione e d'incompatibilità con un sedicente progresso; la ricerca degli agi è divenuto uno studio assiduo; la conquista dei beni terrestri, una nobile passione; l'indipendenza un idolo, al quale tutto si sacrifica; la sottomissione, una vergogna che bisogna fuggire o dissimulare; e, finalmente, il sensualismo, quale impura atmosfera, impregna da ogni parte una società che si direbbe abbia deciso di abolire anche il ricordo della Croce.
Sorgono da qui tanti pericoli per questa umanità che sogna condizioni diverse da quelle che Dio ha voluto imporle. Se il Vangelo è divino, come gli uomini potrebbero fare il contrario, senza provocare il cielo a lanciare sopra di essi quei flagelli che schiacciano, quando non salvano? Siamo giusti, e sappiamo riconoscere le nostre miserie di fronte alla santità suprema: i peccati della terra si moltiplicano, per numero e per intensità, in una maniera impressionante; e pertanto, nel quadro che abbiamo tracciato, non parliamo né dell'empietà forsennata, né degli insegnamenti perversi, il cui veleno circola un po' dappertutto, né dei patti con Satana che minaccia di far discendere il nostro secolo al livello di quelli pagani; né della cospirazione tenebrosa organizzata contro ogni ordine, ogni giustizia, ogni verità. Ancora una volta, uniamoci alla santa Chiesa, ed esclamiamo con lei in questi giorni: «Dalla tua collera, liberaci, o Signore!».
Preghiera per i beni della terra.
Un altro dei fini che si propongono le Rogazioni è quello di attirare la benedizione di Dio sui raccolti ed i frutti della terra; è la domanda del pane quotidiano che si tratta di presentare solennemente alla Maestà divina. «Gli occhi di tutti da te attendono e tu dai loro a suo tempo il loro cibo, allarghi la mano e colmi di favori ogni vivente» (Sal 144,15-16). Ferma su queste parole, la santa Chiesa supplica il Signore di dare anche quest'anno agli abitanti della terra il nutrimento di cui hanno bisogno. Confessa che ne sono indegni per le loro offese: riconosciamo con lei i diritti della divina giustizia sopra di noi, e scongiuriamola di lasciarsi vincere dalla misericordia. I flagelli che potrebbero arrestare improvvisamente le speranze orgogliose dell'uomo, sono nelle mani di Dio; nessuno sforzo sarebbe per lui di annientare tante belle ricerche: un turbamento dell'atmosfera sarebbe sufficiente per ridurre i popoli agli estremi. Ha un bel fare la scienza economica! bene o male deve fare i conti con Dio! Essa parla di lui raramente, ed egli sembra consentire a vedersi dimenticato; ma «non dorme affatto il custode d'Israele» (Sal 120,4). Che egli trattenga la sua mano benefica, ed i nostri lavori agricoli di cui siamo così fieri, le nostre coltivazioni, per mezzo delle quali ci vantiamo di aver reso ormai impossibile la carestia, saranno immediatamente colpite di sterilità. Una malattia, la cui origine resterà sconosciuta, si potrebbe improvvisamente abbattere sui prodotti della terra - quante volte l'abbiamo costatato - e sarebbe sufficiente per affamare i popoli, sufficiente per attirare le più terribili perturbazioni in un ordine sociale che ha voluto liberarsi dalla legge cristiana, e non ha più altra ragione di sussistere che la compassione divina.
Tuttavia, se il Signore si degnerà anche quest'anno di concedere fecondità e protezione ai raccolti che le nostre mani hanno seminato, dovremo dire, per amore della verità, che egli avrà dato il nutrimento a coloro che lo dimenticano, a coloro che lo bestemmiano, come a quelli che pensano a lui e gli rendono onore. I ciechi ed i perversi, abusando di questa longanimità, ne approfitteranno per proclamare sempre più forte l'inviolabilità delle leggi della natura; Dio tacerà ancora, e li nutrirà. Perché trattiene la sua indignazione? perché la sua Chiesa ha pregato, perché sulla terra ha riconosciuto i dieci giusti (Gen 18,32), ossia quel ristretto numero di cui si contenta nella sua adorabile bontà. Egli lascerà, dunque, parlare e scrivere i sapienti economisti che gli sarebbe così facile confondere; e, grazie a questa pazienza, avverrà che molti di essi si stancheranno di seguitare a correre così le vie dell'assurdo: una circostanza inattesa schiuderà i loro occhi, un giorno essi crederanno e pregheranno insieme a noi. Altri sprofonderanno sempre più in basso nelle loro tenebre; sfideranno la giustizia divina sino alla fine, e meriteranno che su di essi si compia il terribile oracolo: «Dio ha fatto ogni cosa per se stesso, anche l'empio per il giorno infausto» (Pr 16,4).
Per noi che ci gloriarne della semplicità della nostra fede, che attendiamo tutto da Dio e niente da noi stessi, che ci riconosciamo peccatori e indegni dei suoi doni, imploreremo, durante questi tre giorni, il pane della sua misericordia, e diremo insieme alla santa Chiesa: "Che ti degni dare e conservare i frutti della terra, ti preghiamo, ascoltaci, o Signore!». Che egli si degni ancora questa volta esaudire il grido del nostro affanno! e, tra un anno, torneremo ad indirizzargli la medesima domanda. Marciando, sotto il vessillo della croce, noi verremo di nuovo a percorrere le medesime strade, facendo risuonare nell'aria le medesime Litanie; e la nostra fiducia si fortificherà sempre più al pensiero che la santa Chiesa, in tutto il mondo cristiano, conduce i suoi figli in questo supplichevole cammino. Da quindici secoli il Signore riceve i voti dei suoi fedeli, in quest'epoca dell'anno; non vorremo essere noi, adesso, ad attenuare l'omaggio che gli è dovuto: faremo ogni sforzo per supplire, con l'ardore delle nostre preghiere, all'indifferenza ed alla mollezza che troppo spesso vi si uniscono, facendo così sparire dai nostri usi molti di quei segni di cattolicità che furono così cari ai nostri padri.
(dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 208-211)
Faccio un appunto formale, al di là del messaggio rimarchevole dell'articolo: spesse volte, anche nelle generose annotazioni delle vostre pagine, e come in questo brano, si indulge a impiegare il luogo comune di un utilizzo in senso dispregiativo del rimando alla vulgata. Non è la prima volta. Volevo segnalarlo, non lasciarlo inavvertito. Il termine reso con vulgata andrebbe indagato con la stessa acuta franchezza spregiudicata resa ad altre tematiche, per restituirgli la venerazione che gli dovremmo riservare. Chi conosce il valore della Hebraica veritas saprà presagire l'urgenza di riscattare il senso originario del valore della rivelazione vulgata. Di tutte le questioni, forse questa è la più delicata e cruciale, con margini abissali di plausibili riconsiderazioni tuttora inevase e impensate.
RispondiEliminaRingrazio Lorenz per questo appunto, che trovo giusto.
RispondiEliminaFaccio ammenda correggendo il termine che ho usato con spregiudicata leggerezza, avuto riguardo a ciò che la vulgata è e rappresenta.
@ Piero
RispondiEliminache, l'11 c.m., mi ha chiesto un "suggerimento" mentre mi scuso con tutti per l'OT
Ciò che più mi dà fastidio, nel modo di agire del prossimo, è l'incoerenza.
Il comunismo ha prosperato e vive ancora, grazie alla grande quantità di interpretazioni dello stesso da parte delle varie anime: dai marxisti ai trotzkisti, ai leninisti, agli stalinisti, ai maoisti, agli anarchici bakuniniani fino ai... cristiani teologi (!) della liberazione.
Da questo si può arguire che, se ti dichiari comunista, puoi appigliarti a qualunque pensiero/corrente per sentirti, comunque, nel giusto così come quel suo conoscente.
Marx, teorizzando il suo socialismo, basava il suo pensiero sempre e solo sulla necessità di realizzare un cambiamento radicale della società sulla base di una "giustizia sociale" che ponesse fine all'egoismo ed allo sfruttamento dell'individuo. Tutto in funzione della materia: il suo materialismo.
Poi gli viene un dubbio:...e lo spirito? Come coniugare tutto quanto teorizzato con quanto affermava Victor Cousins:
" Questa filosofia [lo Spiritualismo] insegna la spiritualità dell'anima, la libertà e la responsabilità delle azioni umane, la virtù disinteressata, la bellezza della carità e, al di là dei limiti di questo mondo, essa mostra un Dio autore dell'Umanità che non abbandonerà al suo destino"?
Niente spiritualismo!
Non ci possono essere interessi immateriali; sono da aborrire tutte le dottrine che sostengono che nell'uomo ci possa essere un principio spirituale. Risolto!
Ed ecco, allora, che:
"La religione è il sospiro della creatura oppressa, è l'anima di un mondo senza cuore, di un mondo che è lo spirito di una condizione senza spirito. Essa è l'oppio del popolo".
Tutto il pensiero di Marx si può reggere solo se Dio non esiste: il comunista, quindi, deve essere ateo o non è!
Quel suo conoscente, come tutti i cattocomunisti, accetta, condivide, apprezza le tesi del suo profeta Marx e suoi consimili, ma poi non accetta le sue conclusioni sul materialismo/spiritualismo.
Ecco l'incoerenza!
Come può un ateo essere credente?
Bisognava chiederlo a Nikita Roncalli quando, nel '59 non appena eletto Papa, abrogò la scomunica nei confronti dei comunisti voluta da Pio XII nel '49.
Lister,
RispondiEliminai servizi segreti sovietici, fin dall' inizio, reclutavano spie in Occidente usando, oltre all' arma della propaganda, quella, ben più potente, del ricatto.
Poi c' erano gli utili idioti ed i furbi, che avevano capito che, attaccandosi al PCI, potevano far carriera.
Sospetto che l' amico di Pietro rientri in queste due categorie. Il Nikita di cui sopra forse nella prima.
Rr
Proprio così, Rosa :)
RispondiEliminaA proposito di idioti e furbi, c'è la storia del caciaro comunista che, credendosi furbo e per farsi una posizione, andò nel "paradiso comunista" ad insegnare a produrre il Gorgonzola. Alla vista della muffa generatasi nel formaggio, il poveretto fu arrestato dagli idioti della Polizia Sovietica con l'accusa di voler avvelenare il popolo. Solo grazie all'intervento di Togliatti, pare, gli fu evitato il Gulag... :)
Lister,
RispondiEliminahai presente Peppone malato in URSS che viene portato via da un' ambulanza, e grida aDon Camillo:
- Don Camillo, informi la S.Sede, l' ambasciata americana, se tra tre mesi non sono tornato !-
Per inciso: a mia figlia bambina i film di Peppone e Don Camillo piacevano assai, e vederli insieme era un modo simpatico di insegnarle com' era la vita, la società, la Chiesa, il mondo negli anni '50 ed ancora per un po', ed in parte, negli anni 60 e 70.
Rr
@ Rosa
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=IqsrbGtYAcc
Minuto 1,48 :D
OT, in parte: Gnocchi su Riscossa Cristiana sulla visita pseudo privata di Castro.
RispondiEliminaRr
isognava chiederlo a Nikita Roncalli quando, nel '59 non appena eletto Papa, abrogò la scomunica nei confronti dei comunisti voluta da Pio XII nel '49.
RispondiEliminaFALSO, Non ne tenne conto, in pratica, ma, in teoria, addirittura la inasprì. Mentre con Pio XII colpiva solo chi si iscriveva al PCI (o a partiti alleati), con la sentenza del Sant'Uffizio, sotto Roncalli, tale scomunica fu estesa anche a coloro che semplicemente votavano per tali partiti.
http://www.salpan.org/ARTICOLI/Scomunica.htm
Ah, ma allora bisogna dirlo al boyscout Renzaccio....Rr, hai visto il poster dove una guardia svizzera colorata si fa un selfie con il Che in bianco e nero? Viva la revolucion, anche quella sessuale, sentito che la figlia del maricon, gaya ella pure ha organizzato una marcia pro lgbt a Cuba? Riflettendo un attimo sulla frase ' Il volto misericordioso di F. si china affettuosamente su bonino, malata terminal', mi frizzola un folle pensiero, non è che, visto che, a quanto pare nun ce stà nient'a fà, la 'povera' combatterà la buona battaglia per la bella morte, in fondo se hanno fatto morire di fame e di sete Eluana ed hanno enfatizzato il distacco spina di Welby come fossero vittorie del progresso, vuoi vedere che......a pensar male è male, ma ci s'azzecca sempre. Anonymous.
RispondiEliminaAnonymous,
RispondiEliminaho visto, ho visto...Matteuccio è patetico, un altro anno, forse due, non di più, anzi forse persino meno.
El maricon y la maricona...ora ho capito perché i pupettmasters di Obama han deciso che Cuba può essere riaperta al business, ora che il governo non è più anti gays come prima, a voglia traffico sessuale dall" America a Cuba, come ai bei tempi prima della Revolucion!
La Bonino non si suicida, sta tranquillo, quelli sono solo bravi a suicidare gli altri, a divorziare gli altri, ad abortire gli altri, a suicidare gli altri. Armiamoci e partite. Ma se si sposano, guai ad essere piantati, se fanno figli, guai a chi glieli tocca, e quando un pietoso medico suggerisce che forse non è il caso di fare un altro intervento, tentare un' altra pesante terapia, ti fulminano con gli occhi, e ti dicono: -se lei non se la sente, consulterò un altro medico-
No, morira' quando sarà la sua ora, con tanto di prete ai piedi. ( e telecamere in azione) .Sapessi quanti ne ho visto!
Rr
@ Storico
RispondiElimina"FALSO, Non ne tenne conto, in pratica, ma, in teoria, addirittura la inasprì. Mentre con Pio XII colpiva solo chi si iscriveva al PCI (o a partiti alleati), con la sentenza del Sant'Uffizio, sotto Roncalli, tale scomunica fu estesa anche a coloro che semplicemente votavano per tali partiti."
FALSO: legga, please,:
http://www.ilsussidiario.net/News/Cultura/2009/7/6/COMUNISMO-A-sessant-anni-dalla-scomunica-le-ragioni-di-un--no--che-cambio-la-storia/29412/
Si rilegga Amerio. La sentenza del 25 marzo 1959 ESTENDE la scomunica a chi vota PCI.
RispondiEliminaMi dispiace per Luciano Garibaldi, ma preso da un pregiudizio negativo verso Roncalli, ha letto male l'italiano: "NEGATIVO= NON è CONCESSO".
RispondiEliminaAppena ho tempo copio per intero pagina 227 e 228 di JOTA UNUM, dedicate propria ALLA **CONDANNA** DEL 25 MARZO 1959 ed a come essa condanna del 1959, inasprisce quella del 1949, estendola anche al semplice suffragio.
Mi dispiace per Luciano Garibaldi, ma preso da un pregiudizio negativo verso Roncalli, ha letto male l'italiano: "NEGATIVO= NON è CONCESSO".
RispondiEliminaAppena ho tempo copio per intero pagina 227 e 228 di JOTA UNUM, dedicate propria ALLA **CONDANNA** DEL 25 MARZO 1959 ed a come essa condanna del 1959, inasprisce quella del 1949, estendola anche al semplice suffragio.
Le pagine non corrispondono a quelle dell'edizione Lindau in mio possesso. Appena trovo il riferimento specifico, ve lo comunico.
RispondiElimina@ Storico
RispondiEliminaDal Decreto del Sant'Uffizio del 25/3/59:
"E' stato chiesto a questa Suprema Sacra Congregazione se SIA PROIBITO dare il proprio voto [...] a quei partiti [...che] si associano ai comunisti [..]"
"I Cardinali [...] rispondono decretando: NEGATIVO [...]"
In Italiano, se un giudizio è NEGATIVO alla domanda se un atto sia PROIBITO, ne consegue che sia CONCESSO.
Mi dispiace per Lei, per Romano Amerio e per Arcangelo Santoro ma è giusta la lettura in Italiano dell'ottimo Luciano Garibaldi.
Si tratta dell'edizione Ricciardi.
RispondiEliminaIl paragrafo è il 111. Si intitola "LA Chiesa ed il comunismo in Italia. LE *CONDANNE* del 1949 e del *1959*". Fa parte del Capitolo XI, chiamato "MOTI RELIGIOSI E SOCIALI".
Ho detto e ripeto che ho l'Edizione Lindau.
RispondiEliminaFarò la scansione e pubblicherò le pagine corrispondenti...
In qualsiasi caso, sotto Roncalli, il PCI raddoppio' di iscritti e voti, e da quel momento tutta la scena politica Italiana, e non solo, si spostò a sinistra, salvo gli irriducibili del MSI.
RispondiEliminaRr
http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerGiorno.php?year=1959&month=04&day=04
RispondiEliminaIl Sant’Uffizio rinnova la scomunica ai comunisti
pavone6, sabato 4 aprile 1959
Il Sant’Uffizio rinnova la scomunica ai comunisti (1949), estesa a socialisti e a quanti favoriscono i comunisti.
Il S. Uffizi rinnovava, ma poi il Papa li incontrava.
RispondiEliminaContano purtroppo i fatti, non le parole, anche se scritte.
Altrimenti perché chiamarlo Nikita ?
Rr
Lo chiamarono Nikita anche per gli accordi di Metz, e l'OstPolitik
RispondiEliminaAppunto. Ostpolitik che in pratica contraddiceva quel che il S. Uffizo affermava teoreticamente.
RispondiEliminaRr