Dio e l’uomo secondo il Cristianesimo
Sant’Agostino insegna: “Tu hai voluto, benché fossi uomo, farti simile a Dio per poi perire; ma Egli, essendo Dio, volle farsi uomo per ritrovare ciò che s’era perso” (Sermo CLXXXVIII, cap. 3, in PL, XXXVIII, 1004).
San Bernardo di Chiaravalle ammonisce: «Il Verbo venne a noi per insegnarci ad essere simili a Lui. Vedeva che alcuni Angeli, nella loro presunzione, erano caduti perché avevano voluto farsi simili a Dio. Vedeva che Adamo ed Eva avevano peccato per diventare come Dio. Allora disse: “Andrò Io e mi mostrerò di modo che chi vuol esser simile a Me trovi la sua salvezza imitandomi”» (Sermo I de Adventu, 114, in PL CLXXXIII, 37).
Dio e l’uomo secondo l’esoterismo
La natura dell’esoterismo consiste nella gnosi (o conoscenza) salvifica, che cerca
- di penetrare i misteri nascosti
- per rendere l’uomo simile a Dio.
Perciò gnosi e fede spesso entrano in collisione; la gnosi si oppone alla fede, in quanto pretende di essere una conoscenza essenzialmente intuitiva e divina, superiore alla fede che è un’adesione dell’intelletto umano alla rivelazione di Dio, per evidenza estrinseca. La fede presuppone una grazia di Dio e l’obbedienza dell’uomo che la riceve, illuminato dallo Spirito increato. Essa non è una conquista dell’uomo, non può essere prodotta dallo sforzo umano, è essenzialmente soprannaturale, è un dono assolutamente gratuito di Dio, non è un qualcosa che è dovuto all’uomo. Nella gnosi, invece, lo Spirito divino è sottomesso allo spirito umano, la conoscenza o l’esperienza predominano sulla rivelazione e la fede. La gnosi vuol sorpassare l’accettazione semplice del dato rivelato.
La conseguenza di questo errore gnostico è la pretesa dell’iniziato o dell’esoterista di essere o farsi simile a Dio. L’Esoterismo nega la distinzione tra ordine naturale e soprannaturale, tra creatura e Creatore.
Ora la S. Scrittura - in Isaia (XIV, 13-14) - pone sulla bocca del demonio queste parole: “Salirò al cielo e sarò simile all’Altissimo” e la Tradizione apostolico/patristica - in S. Agostino - insegna che il demonio, tronfio della sua grandezza “volle essere chiamato Dio” (De Quaestionibus Vet. Test., q. 113).
San Tommaso d’Aquino - fondandosi sulla Rivelazione divina e la Tradizione patristica - spiega la ragione teologica dei succitati asserti: «Il primo uomo peccò principalmente col desiderare la somiglianza con Dio nella “scienza del bene e del male”...in modo da poter determinare in forza della propria natura quello che nel suo agire doveva essere bene o male... Secondariamente l’uomo peccò col desiderare la somiglianza con Dio nel potere di agire, cioè di poter conseguire la beatitudine in virtù della propria natura... Il demonio invece peccò col desiderare la somiglianza con Dio nel potere o nel dominio, infatti ... preferì la fruizione del suo potere a quello di Dio. Entrambi, però, desiderarono una certa somiglianza con Dio, volendo appoggiarsi sulle proprie forze, disprezzando l’ordine del disegno divino» (S. Th., II-II, q. 163, a. 2).
Tuttavia S. Tommaso precisa che Lucifero non desiderò l’identità totale con Dio, ma solo una certa somiglianza, poiché la sua intelligenza capiva che l’assoluta identità con Dio era impossibile ad una creatura. L’Angelo decaduto peccò desiderando la somiglianza con Dio, in virtù delle proprie forze e non per la grazia o il dono di Dio. “Desiderò di essere simile a Dio, in quanto volle come fine ultimo quella beatitudine cui poteva giungere con le proprie forze naturali, distogliendo il suo desiderio dalla beatitudine soprannaturale, che si ottiene mediante la grazia di Dio”. In breve il diavolo, Lucifero o Satana desiderò conseguire il fine ultimo con le sue forze, il che è proprio di Dio. (S. Th., I, q. 63, a. 3). L’esoterismo, la gnosi o l’iniziazione, sono perciò equiparabili al Luciferismo, cioè voler farsi simili Dio.
Dio e l’uomo secondo il modernismo
Maurice Blondel (nato a Digione nel 1861) si è imposto all’attenzione del pubblico con la sua opera L’Action (Parigi, 1893, 2a ed. 1937, rist. 1950; tr. it., Firenze, 1921). In questo libro Blondel, approfondendo la linea tracciata dalla evoluzione creatrice di Bergson, affermava - precorrendo di un decennio il modernismo classico, condannato da S. Pio X (Enciclica Pascendi, 8 settembre 1907) - la non gratuità dell’Ordine Soprannaturale e precedendo di un cinquantennio il neo-modernismo di Henri de Lubac (Surnaturel, Parigi, 1946) condannato da Pio XII (Enciclica, Humani generis, 12 agosto 1950).
Secondo Blondel la vita umana è inevitabilmente e necessariamente aperta al soprannaturale e al trascendente. La Chiesa la condannò e la mise all’Indice dei libri proibiti[1].
Questa teoria anticipa sorprendentemente sia quella di de Lubac (Surnaturel, 1946) e sia quella di Gaudium et spes (n. 22 e n. 24).
Infatti la Costituzione Gaudium et spes (n. 24, § 4) insegna che «l’uomo è in terra la sola creatura che Dio abbia voluto per se stessa (“propter se ipsam”)».
Ora ciò è il contrario del Cristianesimo. Dunque il modernismo vuole che l’uomo si faccia “D-io” da se stesso tramite le sue forze naturali, mentre il Cristianesimo insegna che Dio si è fatto uomo per salvare l’uomo dal peccato originale, facendolo partecipare alla sua natura divina in maniera limitata e finita tramite la grazia santificante.
L’errore panteista di Gaudium et spes è stato ripreso e ribadito con forza da Paolo VI durante “l’omelia nella 9a Sessione del Concilio Vaticano II”, il 7 dicembre del 1965. Papa Montini giunse a proclamare: «la religione del Dio che si è fatto uomo s’è incontrata con la religione (perché tale è) dell’uomo che si fa Dio. Cosa è avvenuto? Uno scontro, una lotta, un anatema? Tale poteva essere; ma non è avvenuto. […]. Una simpatia immensa verso ogni uomo ha pervaso tutto il Concilio. Dategli merito almeno in questo, voi umanisti moderni, che rifiutate le verità, le quali trascendono la natura delle cose terrestri, e riconoscete il nostro nuovo umanesimo: anche noi, più di tutti, abbiamo il culto dell’uomo».
Anche, e soprattutto, Giovanni Paolo II ha ripreso quest’errore ed ha rincarato la dose affermando nella sua prima Enciclica (del 1979) Redemptor hominis n. 9: «Dio in Lui [Cristo] si avvicina ad ogni uomo dandogli il tre volte Santo Spirito di Verità» ed ancora Redemptor hominis n. 11: «La dignità che ogni uomo ha raggiunto in Cristo: è questa la dignità dell’adozione divina». Sempre in Redemptor hominis n. 13: «non si tratta dell’uomo astratto, ma reale concreto storico, si tratta di ciascun uomo, perché […] con ognuno Cristo si è unito per sempre […]. l’uomo – senza eccezione alcuna – è stato redento da Cristo, perché, con l’uomo – ciascun uomo senza eccezione alcuna – Cristo è in qualche modo unito, anche quando l’uomo non è di ciò consapevole […] mistero [della redenzione] del quale diventa partecipe ciascuno dei quattro miliardi di uomini viventi sul nostro pianeta, dal momento in cui viene concepito sotto il cuore della madre».
Nella sua seconda Enciclica (del 1980) Dives in misericordia n. 1 Giovanni Paolo II afferma ancora con maggior forza: «Mentre le varie correnti del pensiero umano nel passato e nel presente sono state e continuano ad essere propense a dividere e persino a contrapporre il teocentrismo con l’antropocentrismo, la Chiesa [conciliare, ndr] […] cerca di congiungerli […] in maniera organica e profonda. E questo è uno dei punti fondamentali, e forse il più importante, del magistero dell’ultimo Concilio».
Nella sua terza Enciclica (del 1986) Dominum et vivificantem n. 50 Giovanni Paolo II insiste e scrive: «Et Verbum caro factum est. Il Verbo si è unito ad ogni carne [creatura], specialmente all’uomo, questa è la portata cosmica della redenzione. Dio è immanente al mondo e lo vivifica dal di dentro. […] l’Incarnazione del Figlio di Dio significa l’assunzione all’unità con Dio, non solo della natura umana ma in essa, in un certo senso, di tutto ciò che è carne: di … tutto il mondo visibile e materiale […]. il Generato prima di ogni creatura, incarnandosi … si unisce, in qualche modo con l’intera realtà dell’uomo […] ed in essa con ogni carne, con tutta la creazione».
Karol Wojtyla già nel 1976 da cardinale, predicando un ritiro spirituale a Paolo VI e ai suoi collaboratori, pubblicato in italiano sotto il titolo Segno di contraddizione. Meditazioni, (Milano, Vita & Pensiero, 1977), inizia la meditazione “Cristo svela pienamente l’uomo all’uomo” (cap. XII, pp. 114-122) con Gaudium et spes n. 22 ed asserisce: «il testo conciliare, applicando a sua volta la categoria del mistero all’uomo, spiega il carattere antropologico o perfino antropocentrico della Rivelazione offerta agli uomini in Cristo. Questa Rivelazione è concentrata sull’uomo […]. Il Figlio di Dio, attraverso la sua Incarnazione, si è unito ad ogni uomo, è diventato - come Uomo - uno di noi. […]. Ecco i punti centrali ai quali si potrebbe ridurre l’insegnamento conciliare sull’uomo e sul suo mistero» (pp. 115-116). In breve questo è il succo concentrato dei testi del Vaticano II: culto dell’uomo, panteismo e antropocentrismo idolatrico.
Ora come San Pio X voleva “instaurare omnia in Cristo/ricentrare tutto in Cristo”, Gaudium et spes vorrebbe “instaurare omnia in homine/ricentrare tutto nell’uomo”, essa rappresenta un Magistero (pastorale e non infallibile) tutto orientato in direzione dell’uomo e proteso ad abbassare Cristo al livello del puramente naturale, disarcionandolo dal trono della sua Divinità. Quale rottura con il Magistero costante, tradizionale e dogmaticamente infallibile della Chiesa più radicale di questa?
La dottrina cristiana riassunta nel “Catechismo di San Pio X” insegna che «Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e goderlo poi nell’altra in Paradiso». Idem il “Principio e Fondamento” degli Esercizi Spirituali (n. 23) di S. Ignazio da Loyola.
La dottrina di Gaudium et spes insegna quasi a sostituire l’adorazione della creatura a quella del Creatore e tutto tende all’esaltazione della dignità pressoché infinita della persona umana. [Nel blog: qui e qui]
Ci si chiede come si possa sostenere, senza rotture con la Tradizione apostolica, la S. Scrittura e con la retta ragione l’affermazione che l’uomo “è in terra la sola creatura che Dio abbia creata per se stessa”.
Monsignor Brunero Gherardini (Concilio Vaticano II. Il discorso mancato, Torino, Lindau, 2011, p. 36, nota 3) [vedi nel blog] commenta: «È un testo assurdo e blasfemo. […]. Il “per se stessa” sovverte i valori, sottoponendo il Creatore alla creatura». Insomma Dio diventa il tributario dell’uomo, un suo sottoposto e l’uomo il valore primario.
Epilogo
Per concludere cosa rende inconciliabili l’esoterismo, il modernismo[2] e il Cristianesimo? Sant’Agostino risponderebbe: “Tu hai voluto, benché fossi uomo, farti Dio per poi perire; ma Egli, essendo Dio, volle farsi uomo per ritrovare ciò che s’era perso” (Sermo CLXXXVIII, cap. 3, in PL, XXXVIII, 1004).
In breve l’esoterismo come il modernismo sono il contrario del Cristianesimo. Infatti il primi due vogliono che l’uomo si faccia “D-io” da se stesso
- tramite la conoscenza iniziatica o gnosis,
- tramite la negazione della distinzione tra natura e grazia;
mentre il Cristianesimo insegna che Dio si è fatto uomo per salvare l’uomo dal peccato originale, facendolo partecipare alla sua natura divina in maniera limitata e finita tramite la grazia santificante.
d. Curzio Nitoglia
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1. Cfr. Propositiones damnatae a S. Officio, 1 dicembre 1924, in Monitore ecclesiastico, 1925, p. 194.2. È impressionante notare la vicinanza del modernismo alla Tradizione spuria dell’esoterismo e la loro radicale contraddittorietà con il Cattolicesimo veracemente tradizionale.
Puntualizzazioni sempre utili per tutti.
RispondiEliminaSempre bene sottolineare, anche perchè si vollero formalizzare più e più volte proposizioni fondamentalmente false, opposte a S. Scrittura e Tradizione.
RispondiEliminacfr.
_Redemptor hominis n. 11: «La dignità che ogni uomo ha raggiunto in Cristo: è questa la dignità dell’adozione divina».
_Redemptor hominis n. 13: «non si tratta dell’uomo astratto, ma reale concreto storico, si tratta di ciascun uomo, perché […] con ognuno Cristo si è unito per sempre […]. l’uomo – senza eccezione alcuna – è stato redento da Cristo, perché, con l’uomo – ciascun uomo senza eccezione alcuna – Cristo è in qualche modo unito, anche quando l’uomo non è di ciò consapevole […] mistero [della redenzione] del quale diventa partecipe ciascuno dei quattro miliardi di uomini viventi sul nostro pianeta, dal momento in cui viene concepito sotto il cuore della madre».
! Gesù si sarebbe unito per sempre "con ognuno" ??
l'uomo sarebbe redento da Cristo e già unito a Lui anche se di ciò non consapevole??
Leggiamo invece nell'incipit del Vangelo di S. Giovanni:
11 Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l'hanno accolto.
12 A quanti però l'hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
13 i quali non da sangue,
né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
Il vangelo differenzia tra chi accoglie Cristo e chi no;
solo per chi L'accoglie c'è il diritto di dirsi figli di Dio nel Figlio.
Per gli altri..certo la Redenzione Gesù la compie, virtualmente per chiunque voglia e venga, ma di fatto non tutti vorranno e verranno,
e non ne possono venire messi a beneficio finchè non l'accolgono.
Quindi non si può sostenere che Gesù si è unito a ogni uomo.
E infatti
Giovanni 3,36
Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio incombe su di lui».
Nemmeno Woytila può "correggere" il Vangelo a modo suo.
Nemmeno Woytila può "correggere" il Vangelo a modo suo.
RispondiEliminaE con gente di questo genere, che "corregge" il Vangelo a modo suo, come fate a non porvi almeno la domanda che anche il solo cercare rapporti, può essere sgradito a Dio? Per non parlare che è pericoloso. Gli unici rapporti possibili sono solo quelli finalizzati al pentimento ed alla conversione (volevo metterci le "virgolette", ma poi ho deciso che non era il caso, Conversione in senso proprio e non solo traslato) di chi "correggere" il Vangelo a modo suo.
Mi auguro, spero e prego che le presenti righe siano pubblicate. Comunque avviso che mi sto auto-censurando. Rispetto certe scelte, ma non mi sento di condividerle.
Anche io vorrei proporre una piccola riflessione sul seguente punto:
RispondiElimina"Anche, e soprattutto, Giovanni Paolo II ha ripreso quest’errore ed ha rincarato la dose affermando nella sua prima Enciclica (del 1979) Redemptor hominis n. 9: «Dio in Lui [Cristo] si avvicina ad ogni uomo dandogli il tre volte Santo Spirito di Verità» ed ancora Redemptor hominis n. 11: «La dignità che ogni uomo ha raggiunto in Cristo: è questa la dignità dell’adozione divina»".
Premetto che, per l'amore e la profonda venerazione che nutro da sempre per Giovanni Paolo II (e credendo che egli sia davvero Santo), cerco sempre di interpretare in bonam partem ogni sua parola: questo non lo nego davvero.
Detto ciò, poiché in tantissimi documenti ufficiali del Magistero durante il suo Pontificato, egli ha detto scritto e insegnato TANTISSIME verità di fede, ribadendo la fede apostolica e dunque cattolica, sono portato a non isolare mai una o poche singole frasi di un solo documento, che deve sempre essere letto insieme a tutto il magistero. Per meglio dire "siccome mi fido di lui" (continuo a non negare questa che a molti forse potrà sembrare una sciocca debolezza!),sono certo che se in un documento, una frase è ambigua o discutibile, comunque, da un'analisi complessiva ed organica e serena del Suo Pontificato e del suo magistero,ne verrà fuori un'immagine meno "negativa",e più nitida, ed anche equa.Credo che Giovanni Paolo II sia stato un valido e fedele testimone di Cristo,con i suoi limiti come credo ogni papa,ma in fin dei conti è anche il Papa della Dominus Iesus e il collaboratore di paolo VI (da cardinale) per la Humanae Vitae (che fu sostenuta anche da Padre Pio, che difese pubblicamente Paolo VI dagli innumerevoli maligni attacchi:l'unica volta nella sua vita del Santo di pietrelcina). Credo ad esempio che, lungi dal costituire "errore", è invece esatto e vero che «Dio in Lui [Cristo] si avvicina ad ogni uomo dandogli il tre volte Santo Spirito di Verità». Qualcuno ha qualche dubbio che Dio- che è Amore ("8 Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. 9 In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. 10 In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati."- 1Gv 4)- si voglia avvicinare AD OGNI UOMO, e tutti voglia attrarre a Sé? TUTTI, nessuno (eretico, infedele, peccatore, ateo)escluso. "20 Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me"(Ap 3).
Nessuno qui nega che ci debba essere l'accoglienza di Cristo e dunque la collaborazione,l'assenso dell'uomo verso di Lui per salvarsi,ma questa possibilità è offerta e voluta da Dio per tutti (...)
2/2(...)La Sacra Scrittura è vera sempre: in ogni suo passo, e "tutta insieme". Il Magistero (nella sua parte non infallibile) risentirà certo di debolezze o "sbilanciamenti" o di "contingenze", ma letta tutta insieme preserva un unicum sempre valido. Visto dal punto di vista di questo "unicum", credo che sostanzialmente Giovanni Paolo II (ripeto, con umane debolezze o sbilanciamenti e correzioni di rotta, che ci sono state anche con Joseph Ratzinger-Benedetto XVI...) sia stato un vero campione della Chiesa, ed un grande Testimone della fede cattolica.
RispondiElimina"16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. 17 Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. 18 Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. 19 E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. 20 Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. 21 Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio".
@Anonimo Pisano
RispondiElimina"E con gente di questo genere, che "corregge" il Vangelo a modo suo, come fate a non porvi almeno la domanda che anche il solo cercare rapporti, può essere sgradito a Dio?"
e chi mai ha cercato "rapporti" con "gente di questo genere", GPII compreso? io no di sicuro. Ero conspevole anche allora che a sostenere queste cose si era fuori strada, nonostante fossi in pratica adolescente all'epoca.
@il foco
RispondiEliminaLetti i tuoi messaggi.
ma certo che, come ben dici
"16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. 17 Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. 18 Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio."
però quando incontriamo un non credente, come pensiamo si possa illuminare con Cristo, e convertire, se gli diciamo che in contemporanea è valido anche quel che disse Woytila, e cioè:
_ Redemptor hominis n. 13: «con ognuno Cristo si è unito per sempre […]. l’uomo – senza eccezione alcuna – è stato redento da Cristo, perché, con l’uomo – ciascun uomo senza eccezione alcuna – Cristo è in qualche modo unito, anche quando l’uomo non è di ciò consapevole […] mistero [della redenzione] del quale diventa partecipe ciascuno dei quattro miliardi di uomini viventi sul nostro pianeta, dal momento in cui viene concepito sotto il cuore della madre».
Non può essere vera una cosa e anche il suo contrario.
....Teorie nate dai teologi conciliari e modernisti non osservanti ma alla moda, quelli del "Cristo incognito", del "Cristo anonimo" ma in apparenza sufficiente ad ottenere salvezza senza lasciarsi trasformare.
Perchè convertirsi, a che cosa, se si afferma che "Cristo si è già unito a ogni uomo"?
in più
RispondiElimina-"Nella sua terza Enciclica (del 1986) Dominum et vivificantem n. 50 Giovanni Paolo II insiste e scrive: «Et Verbum caro factum est. Il Verbo si è unito ad ogni carne [creatura], specialmente all’uomo, questa è la portata cosmica della redenzione. Dio è immanente al mondo e lo vivifica dal di dentro. […] l’Incarnazione del Figlio di Dio significa l’assunzione all’unità con Dio, non solo della natura umana ma in essa, in un certo senso, di tutto ciò che è carne: di … tutto il mondo visibile e materiale […]. il Generato prima di ogni creatura, incarnandosi … si unisce, in qualche modo con l’intera realtà dell’uomo […] ed in essa con ogni carne, con tutta la creazione».
Et Verbum caro factum est significa E il Verbo si fece carne, s'incarnò (in Cristo vero Dio e vero uomo).
Non significa che si è unito a ogni creatura, nè ad ogni uomo, tantomeno ad altri tpi di carne animale.
Pure le bestie? Dai su.
C'è Teilhard dietro a questo.
Tanto più bello (ma saremmo obbligati, senza eccezioni) restare nella Santa Dottrina di sempre che è costata il Sangue del Figlio di Dio, altro che volgersi alle favole.
@Caro il mio ilfocohadaardere,
RispondiEliminaLei scrive: l Magistero (nella sua parte non infallibile) risentirà certo di debolezze o "sbilanciamenti" o di "contingenze". E le Sembra poco?
Sa cosa penso circa il povero GP2?
Fra chi lo pensa santo e chi lo esecra, sono ben pochi che pregano per lui. Farsi interprete di debolezze o "sbilanciamenti" o di "contingenze", per un Pontefice, è grave. Temo che stia scontando un purgatorio non da poco.
RispondiElimina@ Il Verbo che "si unisce ad ogni uomo" [sic]. Per chi vuole approfondire:
1. lo sconcertante concetto si trova dunque nella costituzione "Gaudium et Spes", art. 22 par. 2. L'articolo si intitola: "Cristo l'uomo nuovo". Testo sul punto: "Poiche' in Lui la natura umana e' stata assunta, senza per questo venire annientata per cio' stesso essa e' stata anche in noi innalzata a una dignita' sublime. Con l'incarnazione infatti il Figlio di Dio si e' unito in certo modo ad ogni uomo." L'unione del VErbo con ognuno di noi sarebbe allora il fondamento della "sublime dignita'" dell'uomo oggi tanto esaltata, come se il peccato originale non fosse mai esistito. E difatti non ne parlano piu' da decenni. Con questa falsa "unione" si e' voluto divinizzare l'uomo. Come ricorda egregiamente don Curzio, questa "dottrina" viene da de Lubac, che a sua volta rifletteva gli errori di Blondel, il propugnatore del "pancristismo", del "Cristo cosmico", teorizzato poi dal visionario e disturbato Teilhard de Chardin.
Nel CCC il concetto e' riportato due volte, con lo "in certo modo" (art. 618) e senza "lo in certo modo" ("si e' unito a tutti gli uomini", art. 432).
GPII ha utilizzato ampiamente questo concetto, con e senza lo "in certo modo". Senza l'ambiguo "in certo modo", l'error in fide diventa di una evidenza palmare o no? La cosa e' stata rilevata tra i primi dallo scomparso Prof. Doermann, teologo tedesco di spicco,che ha sottoposto le prime tre Encicliche di GPII a un ponderoso studio, tradotto in italiano in 4 volumetti a cura della FSSPX (della quale non era membro, tanto per chiarire). Titolo: Johannes Doermann, "La teologia di Giovanni Paolo II e lo spirito di Assisi", Editrice "Ichthys", via Trilussa 45, 00041 Albano Laziale, Roma, 2003. Forse si trovano ancora disponibili presso i Priorati della FSSPX. Dispiace dirlo, ma anche il bicchiere di GPII e' ampiamente vuoto, anche se non del tutto. Come si fa a dimenticare il bacio al Corano e le giornate di preghiera di Assisi, per restare agli aspetti negativi piu' eclatanti del suo pontificato?
@Pasqualucci
RispondiEliminaNon per infierire, ma ricordo come fosse ieri la visita in Marocco del 1985.
Ero tornato da scuola, stavo pranzando, correva il tg, all'epoca ero in V ginnasio.
GPII si rivolge agli studenti islamici di Casablanca, e dopo aver argomentato delle divergenze nella fede tra cristiani e musulmani, sulle pretese somiglianze affermò che
"Abramo è per noi lo stesso modello di fede in Dio, modello di sottomissione (islam appunto) alla Sua volontà e di fiducia nella Sua generosità. Crediamo nello stesso Dio, l'unico Dio, il Dio vivente, il Dio che crea il mondo e porta a perfezione le sue creature."
Non sobbalzare dinanzi a queste affermazioni, in qualsiasi tempo, e anzi approvarle, è quantomeno segno di fede affievolita e inconsistente.
Per non essere OT nei nuovi post riporto qui il frutto di una piccola e veloce carrellata sui media, in particolare i commenti sulle parole di Bergoglio a proposito dei divorziati risposati, parole che hanno fatto il giro del mondo in pochi minuti con titoli prevedibilmente enfatici:
RispondiElimina" il papa difende i divorziati risposati", titola il Figaro, più sottile John Allen, Introvigne, sulla Bussola, contribuisce, senza volerlo, a mettere in luce il sapiente metodo Bergoglio.
Dico e non dico, non dico tutto ma dico abbastanza per far capire dove voglio arrivare.
Affermo che quella dei divorziati risposati è una "situazione che contraddice il sacramento cristiano" e non cito il tema della loro eventuale ammissione all'Eucarestia, dico che non bisogna venire meno all'«amore per la verità» quanto alla loro condizione, ma arruolo Giovanni Paolo II e Benedetto II e ricordo che non sono scomunicati, avvolgo infine il tutto con il dolce manto della misericordia, dell`amore, dell`accoglienza raccogliendo lo scontato e fragoroso applauso finale.
Complimenti, poi vedremo se e come dal testo finale post-sinodale uscirà la soluzione miracolo che (riprendo Introvigne) salvaguarderà insieme le ragioni della verità e quelle della misericordia.
@ Josh
RispondiEliminaMi ricordavo perfettamente della dichiarazione fatta in Marocco. Ma sul blog non potevo essere troppo lungo. Quella dichiarazione infausta costituisce un evidente "error in fide", se si preferisce un'eresia in senso materiale. Infatti :
1. Maometto scopri' Abramo, a quanto sembra, quando si trasferi' (migrazione, egira) da La Mecca, dove non lo prendevano sul serio e cominciavano ad insultarlo, a Medina, per organizzarsi come capo politico e militare. (Da li', alleandosi abilmente a tribu' e fazioni varie si costrui' uno Stato e mise in ginocchio con una spietata guerriglia il commercio della ricca La Mecca, dove torno' alla fine da trionfatore, alla testa di un esercito. E' ovvio che tutta questa sua azione di abile e spregiudicato fondatore di Stati era continuamente giustificata da "rivelazioni" divine).
2. Maometto interpreta Abramo in senso anticristiano e antiebraico. Afferma che Abramo professava un monoteismo puro (una monolatria come la sua) che poi ebrei e cristiani avrebbero falsificato nei loro libri sacri.
3. Lui Maometto era il restauratore arabo in lingua araba del vero monoteismo di Abramo contro ebrei e cristiani. Nella "falsificazione" dei cristiani posto centrale occupa naturalmente l'idea che Cristo e' figlio di Dio e sua madre la madre di Dio. Nella Trinita' dei cristiani, secondo Maometto, ci sarebbe anche la madre di Dio (Dio, Gesu' e Maria).
Il Papa non puo' pertanto dire che Abramo e' per noi "lo stesso modello di fede in Dio", come lo e' per i mussulmani. Chi si informa sulla religione maomettana vede subito che qui quel Papa ha preso una toppa clamorosa, e i fedeli sono stati e vengono ingannati.
4. Non crediamo per niente nello stesso Dio, dato che il monoteismo maomettano e' di per se' antitrinitario, con tutte le conseguenze del caso. Gli appellativi dati poi qui a Dio dal Papa "l'unico, il vivente, il creatore etc." sembrano cristiani ma in realta' non ricordano piu' il Corano che la Bibbia? E'vero che gran parte dei nomi mussumani di Dio sono presi dalle fonti bibliche, tuttavia si notera' che qui, nell'indicare Dio, il Papa non lo fa vedere come "il Padre", "Dio Padre" appunto, nome di Dio che ai mussulmani non piace, per ovvie ragioni (Perche' la Paternita' rinvia alla natura trinitaria di Dio, perche' il loro Dio non e' Padre ma Dominatore, l'Eccelso, entita' abissale che non opera secondo il principio di causalita' ma "occasionalisticamente", cioe' irrazionalmente, secondo un determinismo assoluto, che tuttavia potrebbe capovolgere radicalmente in ogni momento, mutando il paradiso in inferno e viceversa).
Prof. Pasqualucci,
RispondiEliminaanni fa per l'ora d'IRC a scuola (IV Ginnasio) mia figlia fece una breve relazione sulle tre religioni "del Libro". Io la seguii ed aiutai, e mi resi conto che, anche solo a leggere Wikipedia (!), si capiva chiaramente, come infatti capì mia figlia, che Islam e Cristianesimo sono due cose COMPLETAMENTE DIVERSE, se non addirittura OPPOSTE.
Come possono quindi andare avanti a parlare di "Dio comune", "dello stesso Dio", ecc. ?
Non è necessario arrivare a tanto, per evitare di scannarsi, o meglio di essere ora come ora scannati dai Musulmani. Esistono leggi e norme di buona convivenza stabilite da Stati, senza per questo tradire la propria Fede.
Poiché quanto dico è sicuramente noto alle alte Gerarchie, perché comportarsi come si comportano ? cosa c'è dietro? a chi si prostituiscono (in senso figurato, ma forse non solo ?)
RR
PS: In Marocco GPII era già malato?
Rosa, GPII non era malato in quella visita in Marocco. Era solo il 1985.
RispondiEliminaBeh, aveva già subito l'attentato e qualche problemino ce l'aveva.....cosa c'è dietro? Ma la sete di potere, sesso deviato o deviante cambia poco, e soldi, tanti, troppi, connubi non proprio casti con finanze di tutte le genìe, intrallazzi vari con emirati et alia e ricordati, cara Rosa quanti soldi più o meno puliti, il Vaticano mise nell'operazione Solidarnosc.....non c'è altro da aggiungere se non constatare che mentre tutto il male contenuto nel vaso di Pandora cadeva a pioggia battente sul precedente al vdr, ora è un profluvio di rose e fiori, niente turba la pax universalis, chiuso il tempo di Giano e Bellona, manca una cerimonia unitaria interreligiosa all'Ara Pacis, tutti per uno, uno per tutti e pazienza se qualche imbecille come il sottoscritto ancora si incazza per questo scempio, sono solo io che lo vedo e non capisco un caxxo, come mi dicono i colleghi, che al di là del lato B di Belen e delle squadre di calciatori decerebrati e superpagati non vanno, e dissertano e soloneggiano, 'questo sì che mi piace, ah, che 'papa', ma in chiesa non vanno mai, convivono, alcuni hanno brevi omorelazioni non perché dichiaratamente gay, ma perché fa trendy, dio non c'è e se c'è non è così importante, tanto, come diceva Lord Byron 'You live a little and then good night, but there's always the great riddle to solve'. Anonymous.
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RispondiElimina@ Rr Perche' si comportano cosi', con atteggiamenti e dichiarazioni chiaramente incompatibili con il deposito della fede e persino con la logica elementare? Considerazioni
E' un mistero, in un certo senso. Possiamo solo mettere in evidenza diverse cause, tra loro concomitanti.
IN primo luogo, secondo me, pesa negativamente una formazione teologica insufficiente. Questa e' una carenza di base. La formazione teologica per un sacerdote cattolico avviene soprattutto sui testi di san Tommaso, oltre che sulla Patristica ortodossa in generale e sui miglori manuali. Cio' significa familiarizzarsi anche con la parte valida del pensiero antico, ossia della metafisica classica, a cominciare da Aristotele. Tutti i Papi postconciliari (incluso Roncalli) avevano una formazine teologica carente. Per colpa loro, si capisce, non del "sistema". Smettiamo di dare tutte le colpe al "sistema". In particolare GPII e Ratzinger si sono formati piu' sulla filosofia moderna che su san Tommaso. Ratzinger sembra esser stato un ammiratore di Buber (il filosofo del dialogo) un pensatore ebreo-tedesco con tendenze chiaramente gnostiche.
In secondo, una fede che non era piu' quella granitica di una volta, quella dei Papi che parlano sapendo di aver ricevuto da NS, in quanto Papi, il mandato di insegnare verita' rivelate da Dio, percio' immutabili, e di difenderle dalle eresie. Una fede "debole" oserei dire, preoccupata soprattutto di venire ad un accordo con le supposte verita' del mondo profano, incluse quelle delle religioni non cristiane.
A mio avviso, l'errore di fondo nella fede deriva da una mancata accettazione della realta' dell'Inferno, in quanto rivelazione della pena eterna per i peccatori impenitenti. Non sopportando piu' quest'idea si cerca di fabbricare un cattolicesimo che la elimini, come e' il cattolicesimo "ecumenico" insegnato oggi, che ripropone di fatto l'errore millenarista di un tempo, poiche' l'ideale della pace universale per tutti da realizzarsi nell'incontro delle religioni e degli uomini di buona volonta' (cosa mai insegnata da NS), altro non e' che una riedizione della falsa dottrina del regno di Dio che si realizza in terra. Qusto ideale intramondano ha sostituito l'obiettivo della vita eterna quale scopo proprio della vita del cristiano (e di ogni uomo) mediante la salvezza personale. ("Ma l'aspettativa del regno in terra prima dell'avvento finale di Cristo nella gloria e' un concetto falso, perche' distoglie l'attenzione del cristiano dall'oggetto primario della speranza che e' la vita eterna" - Amerio).
C'e' poi un terzo elemento, che accenno solamente: la coerenza con la propria impostazione iniziale, la forza del Logos, dei principi nei quali ognuno crede. Se sono sbagliati, si vorra' andare comunque in fondo, quali che siano le conseguenze. Su questo ancora Amerio ha scritto pagine valide, che al momento non riesco a ritrovare. Ci sono anche altre considerazioni da fare, ovviamente. Alla base di tutto, per concludere, c'e' la mancanza di una fede forte, potente, quella che smuove le montagne, quella di coloro "che non hanno visto e tuttavia hanno creduto".
@ Anonymous
RispondiElimina"....cosa c'è dietro? Ma la sete di potere, ....e soldi, tanti, troppi, connubi non proprio casti con finanze di tutte le genìe"
su questo tema, non nuovo purtroppo, rimando al "gran prestito" che finì anche in 2 sonetti di Giuseppe Gioacchino Belli, datati 1832 (!!):
http://www.intratext.com/IXT/ITA1554/_P8X.HTM
e questo
http://www.intratext.com/IXT/ITA1554/_P8W.HTM#6
@ Josh, grazie per il link......micidiale Belli, a quanto pare il vizietto è secolare.....Anonymous.
RispondiEliminaEbbe', certo ci vuole una granFede per rinunciare a Mammona, a Satana ed a tutte le sue lusinghe. Soprattutto se non si ha ne' arte , ne' parte, si e' poveri di famiglia, non si ha famiglia o se ne ha una da mantenere...tutto sempre tropo umano.
RispondiEliminaAnonymous, ricordati che non sei l'unico.
Rr
Per Anonymous: leggi l' articolo di Magister su un libro gipponese su BXVI.
RispondiEliminaRr
@ RR, letto e gustato......sai che qui in rep. siamo di nuovo ripiombati nella black list del riciclo, evasione fiscale selvaggia, soldi provenienti da chissà dove, credevamo di essere miglIORati, ed invece, da quello staterello più piccolo ancora di questo, mln. e mln. di euro e anche mld. di vecchie lire.......com'è difficile essere onesti, si fa per dire, intanto Alberto II di Monaco,mooooolto più fine e scaltro dei reggenti de noantri, ha finto di far trasparenza e pulizia per adeguarsi alle normative UE del fair play finanziario.......se non avessi un'emicrania disseziona cervello, quasi quasi mi verrebbe da ridere. Anonymous.
RispondiEliminaJosh, grazie per le tue risposte, le ho lette e le trovo valide.
RispondiEliminaLascia perplesso pure me il concetto di "Dio immanente al mondo" è di difficile accettazione e comprensione (voglio essere soft)...quanto al vivificarlo "dal di dentro" (cioè dal mondo, con la Sua presenza nel mondo), anche se come espressione non mi aggrada e non mi piace (perdonatemi il mio approccio "easy"),questa mi induce di più ad una certa riflessione. Voglio dire, con l'Incarnazione di Dio,con la venuta nella storia, con il Suo "sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo", la PRESENZA di Dio nel mondo, nella storia, nel tempo, nella vita dell'uomo, è in qualche modo mutata, oppure è pari pari a quella di Dio (di Abramo),cioè prima della venuta di Cristo e della rivelazione di Dio in Cristo?L'incarnazione, la venuta, la passione morte e resurrezione di Gesù,l'istituzione della Chiesa e dei Sacramenti, la discesa dello Spirito Santo,le promesse di Cristo,hanno fatto sì che fosse un Dio PRESENTE nella storia, come prima non era, o almeno in modo più completo e/o diverso, oppure no? Il concetto di assoluta "trascendenza" di Dio, muta, può essere visto in modo diverso,con Gesù Signore e Salvatore,oppure no? Oppure è tutto schematico, e preciso e semplice, e mi sto solo complicando le cose? Grazie se qualcuno proverà a capire quello che cerco- insufficientemente- di spiegare. Intendiamoci, non credo che si possa definire Dio "immanente"....però ad esempio mi chiedo: se in ogni Tabernacolo del mondo Dio, Gesù è realmente presente, questo è un cambiamento nella "metafisica" dello stare di Dio di fronte all'uomo, oppure no?
@il foco....ci provo, ma fa caldo e sono un po' cecato. Molta carne al...fuoco hai messo:
RispondiElimina_il concetto di "Dio immanente al mondo" è una definizione fuorviante. Dio è trascendente. Per ogni dove. Infinito. Ma Dio "non è" le sue opere, non è il creato, che sono sue creature, fatture.
Poi si è anche incarnato in Cristo. Ma questo non mina la Sua trascendenza. Non dimentichiamo che tra gli attributi di Cristo, Verbo, Logos, c'è anche quell'espressione già Trinitaria nel plurale in Genesi, Elohim "Noi facciamo l'uomo a nostra immagine...", intendo che quel Logos è la stessa facoltà creatrice di Dio, già fin dall'inizio.
Con l'Incarnazione incredibilmente scende tra noi assumendo anche la nostra natura, caricandosi dei nostri peccati, per espiare, propiziare, vincere, risorgere. Lui che è la Vita, la morte non poteva trattenerlo.
E' chiaro che con questo evento ha vivificato l'uomo che Lo accoglie, ha dato un nuovo impulso, l'ha reindirizzato, gli ha dato un plusvalore, ha riscosso dalle tenebre del peccato e della morte chi lo segue. In potenza quest'opera è per tutti coloro che verranno. Nei fatti, molti sono chiamati e pochi gli eletti, ecco perchè la vita cristiana è un percorso di santificazione e di purificazione, tra le altre cose. La nostra meta non è qui, non dimentichiamolo.
Da qui, a dire che è "immanente" come si trova in alcuni documenti, come se si trattasse di panteismo, di un Dio nascosto in tutti, compresi animali e piante, ce ne corre. Lui li ha creati, certo, ma non è che li abita.....Bisognerà che il "Cristo anonimo" sia nominato, che il Cristo "incognito" sia pienamente conosciuto, perchè 1Giovanni 4,3
!ogni spirito che non riconosce pubblicamente Gesù, non è da Dio, ma è lo spirito dell'anticristo."
_ in che modo "sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo"? la PRESENZA di Dio nel mondo, nella storia, nel tempo, nella vita dell'uomo, è in qualche modo mutata, non è pari pari a quella di Dio (di Abramo),cioè prima della venuta di Cristo e della rivelazione di Dio in Cristo.
Ci si dona nell'Eucarestia, per esempio. E come dichiara, ci si dona nello Spirito Santo che viene ad abitare nei cuori di chi si converte.
(ecco allora che lo SS non è scritto abiti piante e animaletti)
Giovanni 14,23
"Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui."
per riprendere il tuo passaggio, cui aggiungo:
RispondiEliminaL'incarnazione, la venuta, la passione morte e resurrezione di Gesù,l'istituzione della Chiesa e dei Sacramenti, la discesa dello Spirito Santo,le promesse di Cristo,hanno fatto sì che fosse un Dio PRESENTE nella storia, più di prima, e in maniera più completa, certamente. Anche se la perfezione definitiva sarà nei cieli nuovi e terra nuova, nel Regno, la contemplazione della Divina Monotriade.
"E non ci sarà più dolore, nè lutto, nè affanno...."
"E i frutti dell'albero della vita sono per la guarigione delle nazioni..."
Non si tratta dunque di schemi e semplificazioni.
E' semplicemente che in quei documenti conciliari si è andati troppo oltre il dato rivelato. Come affermare che Gesù si è unito a ogni uomo, anzi a ogni "carne", anche se non lo riconosce nemmeno. Intendo, un'affermazione del genere sarà magari un pio desiderio, una proiezione poetica, ma contraddice non solo la dottrina della Chiesa e la Tradizione, ma la S. Scrittura stessa. Tutto lì.
Sicuramente in ogni Tabernacolo del mondo Dio, Gesù è realmente presente, questo è prima di tutto un dono per noi, incommensurabile; ed è grave come sia maltrattata l'Eucarestia oggi, dal chiamarla cena sociale alla rimozione dell'idea di sacrificio e di viatico per l'uomo, con tanto di vera transustanziazione e potere redentivo.
Il modo in cui Dio ci si dona in Cristo tramite l'Eucarestia, è un dogma sacramentale, più che un mero cambiamento nella "metafisica" dello stare di Dio di fronte all'uomo. Ma in quel gesto, in quel Sacramento, sì, c'è un cambiamento della metafisica.
Non è questo che abbiamo messo in questione. Ma se paragono questo fatto, alle affermazioni dei documenti sopra, in cui si afferma che Gesù si è incarnato in ogni carne, in teoria ne discenderebbe che l'Eucarestia la si dovrebbe dare a tutti (pentiti o no, perchè si dice che sono già abitati, anzi uniti, un tutt'uno con Gesù) e pure...agli animali e alle piante ("ogni carne".)
In questo è il panteismo e l'immanentismo, che è di provenienza gnostico-pagana-spuria e non cristiana.
Ti apprezzo molto Josh. Grazie, di cuore.
RispondiEliminaGrazie a te...figurarsi, sono solo 2 parole condivise insieme.
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