Riprendo una delle più recenti interviste di Ida Magli, l'antropologa appena scomparsa, rilasciata a Libero poco tempo fa [qui].
Pur non parlando in un orizzonte di fede, la sua apertura di cuore e onestà intellettuale spiccano in tutte le sue opere, come nelle numerose interviste attraverso le quali può esser conosciuto il suo pensiero.
Vi invito a leggere anche il brano che ho stralciato da un'altra intervista del 2011, su Fede e Chiesa, che aggiungo di seguito. Un punto di vista "altro", autorevole e leale, su cui è interessante per dei cattolici confrontarsi: è sempre importante riflettere anche su ciò che per alcuni aspetti si pone in contraddizione.
Pur non parlando in un orizzonte di fede, la sua apertura di cuore e onestà intellettuale spiccano in tutte le sue opere, come nelle numerose interviste attraverso le quali può esser conosciuto il suo pensiero.
Vi invito a leggere anche il brano che ho stralciato da un'altra intervista del 2011, su Fede e Chiesa, che aggiungo di seguito. Un punto di vista "altro", autorevole e leale, su cui è interessante per dei cattolici confrontarsi: è sempre importante riflettere anche su ciò che per alcuni aspetti si pone in contraddizione.
Che forza ha questa donnina. Che nerbo in quelle braccia esili, e che coraggio innerva la sua voce sottile, capace d’infiammare pur senza infiammarsi. A novant’anni compiuti quest’anno, il pensiero di Ida Magli arde ancora potente. Antropologa nota a livello internazionale, è stata la prima, negli anni Novanta, a denunciare le storture e le follie dell’Unione europea. Si è opposta alla corrente impetuosa del politicamente corretto e ha denunciato l’immigrazione senza regole, il tentativo di distruggere i popoli dell’Europa, la cancellazione della cultura in Italia e nel Vecchio Continente. Prosegue a farlo anche oggi: fra pochi giorni uscirà il suo nuovo saggio Figli dell’uomo (Rizzoli) e tornerà in libreria, con una nuova edizione, il fiammeggiante pamphlet La dittatura europea. Insieme con Dopo l’Occidente e Difendere l’Italia, quel volume racchiude la sua visione del mondo, lucidissima e affilata. Anche quando dipinge un futuro nero. «Hanno fatto di tutto per uccidere gli europei», dice Ida, e quasi sussurra, accomodata sul divano della sua casa luminosa in un bell’angolo verde di Roma. «Ma nessuno può sostituirli. Una volta morti… C’è stata una volontà precisa: questa immigrazione sregolata è stata utilizzata per uccidere gli europei. Ma, dico, perché ci dobbiamo lasciare uccidere senza un tentativo di reazione? Ripristiniamo i confini! Altri mettono le reti? Facciamo anche noi una rete col filo spinato! Se non avessimo dei governanti che odiano gli italiani… Questa è la verità: non so perché, ma i nostri governanti ci odiano».
Però a quanto sembra vogliono molto bene agli immigrati.
«Questo è buonismo da quattro soldi. Le dico una cosa: nessuno ha il diritto di uccidere il proprio popolo. Un tempo si costruivano le torri per vedere se arrivavano i barbari o i turchi. Noi oggi abbiamo aerei ed elicotteri, non abbiamo nessuna difficoltà a vedere da lontano chi sta arrivando attraverso il Mediterraneo. Che bisogno abbiamo di aspettare che arrivino? Li andiamo persino a prendere… Dico fino in fondo quello che penso: gli africani non hanno saputo fare nulla a casa loro e non faranno nulla pure qui. Hanno un territorio sconfinato, foreste, fiumi, metalli preziosi e non ne hanno fatto nulla. Una volta uccisi gli europei, non ci sarà più niente. Questo è certo».
Resteranno i musulmani…
«Un tempo c’erano musulmani che producevano e pensavano, venivano per lo più dall’Egitto. Ma le civiltà muoiono. Quello che sapevano fare allora, non lo sanno più fare. I musulmani che vengono qui sono prima di tutto incapaci di pensare. L’islamismo organizza tutta la loro giornata e dunque anche la loro struttura psicologica. Anche per i cristiani del medioevo funzionava così, in gran parte. I musulmani non avrebbero alcun problema a farci fuori subito. Ma non hanno bisogno di farlo. Noi ci ammazziamo già da soli».
Potremmo anche reagire, in qualche modo.
«I musulmani sono tanti, talmente tanti… Di che cosa vuole che abbiano paura? Sono in tanti e hanno un fortissimo senso di obbedienza al Corano. Credono che Allah li guardi e li protegga. Noi abbiamo perso tutto, invece. Persino il Papa…».
Qual è la sua opinione su Bergoglio?
«È la prima volta che un gesuita diventa papa. L’ordine dei gesuiti è stato creato da Sant’Ignazio di Loyola per difendere il papato in un momento di crisi. Fare papa un gesuita è un po’come mettere un pretoriano al posto dell’imperatore. Hanno scelto un papa gesuita perché la Chiesa è in grave pericolo, e hanno sperato così che riprendesse forza. Ma è stato un errore».
E perché?
«Perché Bergoglio non è un europeo, non sa niente di tutte le trame tipiche dell’Europa. Per giunta è molto accomodante. I gesuiti ce l’hanno come atteggiamento, quello di venire incontro agli altri. Era la tecnica di Ignazio: venire incontro alle persone che la pensano diversamente per non creare troppo attrito. Solo che la Chiesa di oggi o la salvi con forza, con severità oppure con la misericordina non la salvi. Che ci fanno gli europei con la misericordina? La tattica di Bergoglio è fallita in partenza».
Nelle ultime settimane il Vaticano è stato sferzato da un bel po’di scandali. Prima Charamsa, il monsignore gay con tanto di compagno. Poi “Vatileaks” e l’attico di Bertone. C’è un attacco alla Chiesa? Un complotto, come sostiene qualcuno?
«Macché complotto. Non c’è nessun complotto. Bergoglio è papa da quasi tre anni. L’attico di Bertone l’avrà visto tutti i giorni. Lo abbiamo visto noi, figuriamoci lui. Quanto all’omosessualità dei preti, ormai è un fatto noto, dato per scontato da tutti. La crisi della Chiesa non è tanto una crisi dell’istituzione. Nasce dalla difficoltà di reggere il mondo di oggi. Un mondo in cui o il cristianesimo diventa la parola di Gesù senza Chiesa – cosa impossibile – oppure è costretto a venire a miti pensieri, ad accomodare, cosa che sta facendo Bergoglio».
La sensazione è che la Chiesa sia molto accomodante anche sui temi dell’immigrazione, della “accoglienza”.
«La civiltà europea sarà fatta fuori prestissimo dai musulmani, attraverso questa immigrazione che è praticamente tutta islamica. Certo, probabilmente i cattolici qualche resistenza all’islamizzazione la farebbero volentieri. Però dovrebbero essere i preti a indirizzarli, e non lo fanno. Oppure dovrebbero essere i politici, ma pure loro… Rimangono la Chiesa e il potere d’Oriente. La Russia sarà uno scoglio. Qui nessuno vuol sentirne parlare, ma se qualcuno salverà l’Europa – non intendo salvarla oggi, ma per il futuro – questo qualcuno sarà la Russia. Se qualcosa rimarrà della civiltà europea, sarà la Russia a tenerlo in piedi. Avessimo dei politici più intelligenti, ci affideremmo alla Russia. Ma ormai è troppo tardi, abbiamo fatto entrare troppi immigrati…».
Non crede che la responsabilità sia anche nostra, se la civiltà europea va scomparendo? Non difendiamo la cultura umanistica, per esempio.
«Cultura è un termine ambiguo. È stato inflazionato. Tutti lo adoperano. Nel senso tecnico dell’antropologia, la cultura è l’insieme dei costumi, delle tradizioni e delle leggi. Questo insieme – che è il termine più importante – è stato svuotato. Se si toglie il concetto di insieme alla cultura, si toglie la sua maggiore forza. I politici di oggi sono molto ignoranti anche perché sono i figli della nostra scuola. Faccio un esempio: i grillini. Io avevo molta simpatia per loro, in un primo momento. Mi dicevo: finalmente viene gente giovane che non è assetata di potere… Mi sono sbagliata! Come mi sono sbagliata! I grillini sono i figli della nostra scuola: non sanno niente! Poverini… Non sanno niente! Sono i figli di ciò che gli hanno insegnato le donne, non sanno pensare. Mi hanno fatta arrabbiare da morire, i grillini. Pochi giorni fa hanno passato la legge dello Ius Soli. Non hanno idea di che cosa sia, lo Ius Soli. Si usava tremila anni fa quando un emigrante arrivava per caso su un terreno che non era il suo. Allora non si trattava di spostamenti di milioni di persone. Come si fa a prendere una usanza di tremila anni fa e applicarla oggi? È come se mi volessi curare con le terapie dello sciamano».
Visto che ha citato la scuola, che cosa pensa della “Buona scuola”?
«È stata un’idea di Renzi, quella di infilare un aggettivo qualificativo nel nome di una legge. Nessuno lo aveva mai fatto prima. In virtù di questo siamo costretti a parlare di “buona scuola” anche se pensiamo che la scuola sia cattivissima. Questa “buona scuola” è un fallimento, perché è fatta per l’85% da personale di sesso femminile. Ormai la scuola, dall’asilo nido alle superiori, è fatta quasi esclusivamente da donne. Questo è gravissimo: gli allievi maschi non hanno nessuna persona di riferimento di sesso maschile. Durante l’età infantile, ma anche durante l’età puberale, avrebbero bisogno non soltanto delle qualità del pensiero maschile, ma anche di persone di riferimento. Io credo che molti giovani si rifugino nell’omosessualità per via dell’eccesso di presenze femminili nella loro vita. Non è detto che per loro l’omosessualità sia un desiderio, però permette di sentire di più l’unione fra maschi. Se dovessi fare io una riforma nella scuola metterei obbligatoria la quota di maschi».
A parte la “Buona scuola”, che cosa pensa di Matteo Renzi?
«Prima di tutto devo dire che una democrazia dove non si sono fatte le elezioni è una democrazia malata. E perché non si sono fatte? Per colpa dei partiti, che lo trovano comodo. Non è solo Renzi il dittatore: ognuno ha fatto il dittatore nel suo piccolo. Inoltre, Renzi sarà pure un dittatore, ma gliel’hanno lasciato fare. Questo premier è molto bravo. Bisognerebbe copiare da lui. Ha creato un governo di belle donne, di cui naturalmente si infischia, perché tanto fa quello che gli pare. Un governo di belle donne incapaci, inesperte, brave soltanto a camminare sui tacchi di undici centimetri. Come vuole che governino, costoro? Le pare possibile mettere come ministro della Difesa una tizia che non si sa che capacità abbia? Sono andata a vedere il suo profilo. Mi sono detta: magari avrà studiato, avrà fatto… Macché. Stava nella commissione del partito che si occupava di difesa. E la Mogherini? Sarà pure molto carina, molto madonnina, ma che competenze ha? E la Lorenzin? Perché fa il ministro della Sanità? Il risultato è che gli italiani sentono di non essere governati».
È molto dura con, le donne.
«Ho combattuto tanto, per le donne… Ma mi hanno deluso. Oggi guardo la tv e vedo donne che sanno tutto, che parlano di tutto… La nostra è una società che ha allontanato i maschi e ha preso il lato peggiore delle donne. Che sono aggressive, anche nell’eroticità. Devono sempre farti vedere il seno, le cosce. Per un maschio, oggi, forse è più attraente una donna musulmana col velo che queste qui. Il maschio la donna la deve anche un po’ conquistare, deve esserci anche un po’ di mistero, nell’erotismo. Di una donna che è subito pronta a dare tutto, il maschio non sa che farsene. Io sono una donna e posso dire cose che sono in apparenza contro le donne e cioè che la scienza, l’arte, tutta l’attività intellettuale fino ad oggi è stata fatta dei maschi. Poiché oggi i maschi si sono allontanati, la nostra società è povera intellettualmente, culturalmente. Non è una società “femminilizzata”, come dice qualcuno, ma malata, patologica. Dobbiamo immediatamente riprendere il controllo. E tocca ai maschi riprenderlo».
a cura di Francesco Borgonovo
* * *
Da un'intervista all'antropologa Ida Magli su fede e Chiesa [qui] :
[...] R. Credo che la Chiesa non si sia trovata mai, neppure al tempo di Lutero, neppure al tempo della presa di Roma con la perdita dello Stato pontificio, in una situazione cosí difficile come quella odierna. Il motivo è evidente: in tutte le crisi precedenti si discuteva con passione, con rabbia, anche con sommosse, da parte di tutti, pro e contro la Chiesa. C'era una partecipazione fortissima, sia nel popolo che nelle classi alte, alle vicende del cristianesimo come religione e della Chiesa come gerarchia di potere politico, perché tutti erano convinti dell'importanza della religione, e del cristianesimo in particolare, per la vita della società. In un certo senso tutti erano "credenti", anche i difensori dell'ateismo. Da Giordano Bruno a Galilei, a Voltaire, a Renan, a Dostoiewskii, a Tolstoi, a Victor Hugo, a Mazzini, fino a tutti i combattenti del Risorgimento, non c'era nessuno che non prendesse posizione e non soffrisse, chi per un motivo chi per un altro, per la questione religiosa e per la Chiesa. Una Chiesa cui si rimproveravano fin dall'anno Mille, da parte dei laici, ma anche di credenti quali San Damiani (il primo che ha scritto un trattato contro la sodomia), Gerolamo Savonarola, Bernardino da Siena, le stesse cose (e questo dovrebbe impegnare la gerarchia in una riflessione particolare) che le si rimproverano oggi: sodomia e ricchezze. Se si sentiva il bisogno di una riforma della Chiesa, di un ridimensionamento del suo potere, era in funzione di un ritorno al Vangelo, di una vera somiglianza a Gesù. Perfino la battaglia degli ateisti contro l'insegnamento religioso, in Italia circoscritta al periodo socialista bakuniano mentre in Russia si è estesa a tutto il periodo bolscevico, era sostenuta dalla assoluta convinzione e dal timore della potenza, della forza del cristianesimo. Insomma il cristianesimo era vivissimo nel cuore e nel pensiero di tutti. Per questo dicevo che la crisi di oggi è la più grave: non c'è nessuna passione, non ci si batte più pro o contro i sacramenti; l'idea di dover credere nell'infallibilità del Papa fa perfino sorridere i laici tanto è lontana da qualsiasi verosimiglianza e mette a disagio i credenti. Del resto la prova più evidente della crisi della Chiesa è la diminuzione verticale degli aspiranti al sacerdozio e l'assoluto disinteresse della società per gli argomenti dottrinali del cristianesimo. Quando sembra, viceversa, che la discussione esista, in realtà non si tratta di problemi riguardanti strettamente il cristianesimo, ma di problemi che si pongono alla coscienza umana in quanto tali: l'aborto, l'adulterio, il divorzio, l'omosessualità. Si tratta, infatti di comportamenti condannati in tutte le società che conosciamo, anche quelle più antiche e quelle "primitive", ma che semmai la Chiesa ha il merito di aver sempre messo al centro dell'etica individuale e sociale. Ciò che colpisce di più infatti, è la debolezza con la quale reagisce oggi alla esplosione dittatoriale dell'omosessualità, debolezza che forse nasce dalle colpe del clero in questo campo (il fatto stesso di aver accettato la comune definizione di "pedofilia", malgrado le pressioni delle Commissioni di vescovi nominate appositamente per studiare il comportamento del clero affinché venisse riconosciuto il comportamento omosessuale, è una debolezza in quanto si tratta effettivamente, come è sempre stato anche in passato, di omosessualità, rapporto sessuale con adolescenti maschi), ma l'imperio omosessuale attuale non ammette che si metta l'accento su questa costante del comportamento omosessuale.
Questa debolezza, tuttavia, nasce soprattutto dall'aver accettato, senza il minimo dubbio, il capovolgimento delle basi etiche operato dalla Carta dei diritti umani. È stato cancellato il principio del "dovere", è stata cancellata la "società", l'appartenenza dell'uomo alla società. Non posso soffermarmi in così brevi righe su questo che è il principale problema dell'Occidente contemporaneo, la causa vera del dissesto e della prossima morte dell'Europa, fondata, appunto, sulla Carta dei diritti, ma confesso che sono stupita e profondamente inquieta per l'insensibilità della Chiesa, per il silenzio dell'innumerevole schiera di teologi cattolici. Le religioni sono entrate ormai a far parte di quell'insieme di curiosità "documentaristica" (che ne riprova l'estraneità) di cui si nutre la maggioranza delle popolazioni in Europa e che non ha nulla a che fare con una "fede". Ho detto "in Europa" perché il quadro che sto facendo riguarda appunto, non soltanto l'Italia ma l'Europa. Questo è il punto centrale del problema: la Chiesa si è disinteressata dell'Europa fino dai tempi di Karol Wojtyla, il quale non ha detto che qualche parola di generico consenso sul progetto di unificazione europea, come se non comportasse enormi problemi per i popoli e soprattutto per i cattolici. Si è avuta l'impressione che l'Europa fosse data già per perduta, che ormai gli interessi della Chiesa fossero concentrati sull'India e sull'Africa per un facile "acquisto" di fedeli e di vocazioni. Sottolineo: "acquisto" perché si tratta di persone talmente povere, sotto tutti gli aspetti, che il riuscire ad appartenere all'Occidente per mezzo del cattolicesimo si configura come il massimo bene, la massima fortuna. Anche qui si tratta ovviamente soltanto di un accenno al principale problema "missionario", che dovrebbe essere guardato in faccia dai cattolici senza timore di offendere nessuno, perché il cristianesimo non può radicarsi laddove manca la personalità di base europea, il gene psicologico e culturale latino-italiano, il suo senso del tempo, del giusto, della creatività, del "bello" in tutte le sue forme. Ci sono e ci saranno molti milioni di cattolici fuori dall'Europa, ma rappresentano e sempre più rappresenteranno una fra le tante piccole "chiese" che pullulano negli anfratti dell'islamismo, del buddhismo, dell'induismo, oggi ancora in qualche modo illuminati dalla potenza e dalla ricchezza dell'Europa, domani privi di questa loro quasi unica forza. Che senso può avere predicare l'umiltà, la rinuncia, il sacrificio, la povertà, la castità, a chi è così totalmente povero? Basta vedere un sia pur povero edificio di frati o di suore italiane nel contesto delle baracche africane o indiane per capire di quanti innumerevoli gradini sia fatta la povertà, e quanto noi si sia ricchi anche quando cerchiamo di comportarci come poveri e di "essere" poveri.
Sono questi i campi in cui la Chiesa dovrebbe agire in quanto "Chiesa", agire prima di tutto concentrando le sue forze in una riflessione approfondita e spietata su se stessa, cosa che non ha nulla a che fare con il chiedere pubblicamente perdono per la "pedofilia", avvalorando così l'idea che l'istituzione "Chiesa" si identifichi con il comportamento dei suoi singoli appartenenti. E la ricchezza della Chiesa? Le immense ricchezze della Chiesa, il sistema stesso dell'otto per mille, che sono percepiti perché lo sono di fatto, come terribili colpe della Chiesa? Nessuno ne parla. Ma è soprattutto il silenzio sull'Europa che fa paura. Non una parola su un' Europa fondata sull'adorazione del denaro, sulle banche e sulle Borse. Il Cardinal Bagnasco ha detto parole vuote e ingiuste non indicando, nel suo primo discorso a Milano, come massima colpa l'usura (tale è stato sempre il nome dello sfruttamento del denaro), come massimi colpevoli i banchieri. Sono i banchieri che hanno distrutto, giocandoli in Borsa, i beni di milioni di persone, trascinandole sul lastrico con i fallimenti delle industrie e spingendo al suicidio centinaia di persone innocenti come i funzionari di France Telecom. A chi, se non alla Chiesa, il compito di riconoscere e individuare quelle colpe che la società, la "giustizia" umana non riesce neanche a riconoscere e individuare proprio perché vi è fondata la società? Come potrà mai sussistere un'Europa basata sull'unico "dovere", sull'unica "etica" dell'accrescimento del mercato e del denaro? Mi si domanda che cosa potremmo fare noi, in quanto singoli, e io non posso che ripetere quanto ho già detto: oggi si tratta della sopravvivenza fisica, oltre che culturale, dell'Europa e la battaglia per la sua salvezza riguarda tutti e ognuno di noi, credenti e non credenti. Diciamo che i credenti hanno il compito più impegnativo: "correggere" i pastori, spingere la Chiesa ad avere il coraggio di non piacere al mondo. Fare le opere di bene è facile e appunto "piace" a tutti, anche ai più critici nei confronti della Chiesa. Ma per somigliare a Gesù bisogna essere come lui, l'unico rivoluzionario veramente rivoluzionario: condannare il "sistema di idee" della società in cui viveva, infrangendolo con le azioni.
Mi è giunta voce,spero che si tratti di una "bufala", che Ida Magli (R.I.P.) era una ex-monaca. Se è vero, questo spiegherebbe almeno in parte il suo curioso, ricco (nel suo complesso) di spunti interessanti e meritevoli di approfondimento ed analisi, ma certamente non privo di altri aspetti che, definirli non condivisibili è un eufemismo, approccio alle problematiche cattoliche
RispondiEliminaIl pensiero di Ida Magli sulla religione mi pare da non credente, ma impregnato di una forte impronta "etica" e rivelatore di una grande onestà intellettuale. Da studiosa valente qual è mostra vastissime conoscenze sia storiche che della Scrittura e parla di Cristo in termini altissimi, ma rifiuta totalmente la Chiesa e il "Dio della Chiesa".
RispondiEliminaSull'Europa aveva idee molto chiare:
RispondiElimina"Quali sono i lati oscuri che il progetto Europa nasconde? Quello che non è mai stato detto chiaramente da nessuno dei nostri politici: lo scopo finale della globalizzazione, il Governo unico mondiale. La riduzione all’uguaglianza di comportamento per tutti i popoli: una sola lingua, una sola religione, una sola moneta, una sola identità, una sola cultura, un solo Stato. La “guida” sottostante a quella dei governanti sembrerebbe massonica, in quanto questi sono fin dall’inizio gli ideali massonici, ma non ne esistono prove. Personalmente però io sono convinta che la globalizzazione non sia, non possa essere la meta finale, ma piuttosto lo strumento per uno scopo ulteriore di cui non so nulla. Il motivo per il quale ritengo che la globalizzazione non possa essere la meta finale, è presto detto: non è possibile mantenere miliardi di uomini immobili nella posizione raggiunta. La lingua, per esempio, si trasforma da sé senza che nessuno ne sia consapevole e lo voglia (pensiamo, per esempio, a quanto sia diverso l’italiano di oggi dall’italiano di Dante); i legami, gli affetti fra i gruppi territorialmente più vicini diventano necessariamente più forti (nell’affetto o nell’ostilità) che con i gruppi lontani, e così via. Insomma l’uguaglianza non perdura neanche per brevissimi periodi se non con la violenza di un potere dittatoriale (come è successo nel mondo sovietico) e, dopo il periodo della dittatura, sicuramente il governo mondiale non potrebbe sussistere […].
Ex monaca no, però aveva studiato in un istituto di suore, insomma aveva avuto una solida educazione cattolica, ogni tanto riaffiora nei suoi scritti......un'altra voce che si spegne, dopo Oriana, ora restano solo oche starnazzanti.RIP.
RispondiEliminaPurtroppo è ciò che vogliono, il mondialismo dove le persone comuni saranno solo schiavi. Oggi con l'Europa unita già assaporiamo cosa dovrà esere questo mondialismo: niente libertà. Oggi so9lo apparenza di libertà, dove al popolo vine dato il divertimento come nel Colosseo, dove viene lasciata libera ogni pulsione bassa, ma impedito ogni ragionamento sano, ogni richiesta lecita e sacrosanta. C'è da pregare che Dio venga presto a liberarci, perchè oggi non si rischia solo di morire schiavi nel corpo, ma di morire in dannazione, perchè ci sono tolti i beni spirituali, ogni ambito della nostra Fede è attaccato, specialmente da chi dovrebbe custodire questo tesoro a costo della vita. La buona Messa rimane per pochi, i buoni sacramenti per pochi, la buona dottrina, per pochi e anche questi pochi non sono forse contaminati dalla virulenza di questo virus? I nostri giovani derubati della verità dalla scuola, rincitrulliti dai telefonini, bombardati da false ideologie. Veramente se Gesù tardasse nel fermare il castigo, non trroverebbe più la Fede sulla terra.
RispondiEliminaDans son dernier livre, que j’ai déjà signalé (“Le moment est venu de dire ce que j’ai vu”), Philippe de Villiers, qui fut député européen, n’a aucune peine à démontrer que le soi-disant “projet européen” n’est qu’une escroquerie.
RispondiEliminaEn réalité, il n’a jamais été question, pour les “pères de l’Europe” (à commencer par l’agent américain, de surcroît franc-maçon, Jean Monnet), de constituer une “Europe puissance”, un “super-Etat européen”, capable de concurrencer les États-Unis. Il s’agissait au contraire, sous ce faux prétexte (“false flag”, comme on dit aujourd’hui), de dissoudre les identités et les souverainetés nationales afin d’en faire un magma facilement manipulable par les États-Unis, via Bruxelles, via Londres, via Berlin, en vue de leur future annexion — une colonie, en somme, ou, comme dit Philippe de Villiers, “la 51e étoile du drapeau américain”.
Une opération que le répugnant TAFTA (Transatlantic Free Trade Area), actuellement en cours de négociation (secrète), cherche à rendre définitive.
Entre tant de déclarations parfaitement révélatrices du vrai “projet européen”, auquel ne croient que les imbéciles, Philippe de Villiers cite notamment ce stupéfiant aveu que l’Irlandais Peter Sutherland, conseiller spécial pour les migrations du secrétaire général de l’ONU après avoir été pendant vingt ans gouverneur de la Goldman Sachs, a fait le 20 juin 2012 à Londres devant la Chambre des Lords : « L’Union européenne doit faire de son mieux pour détruire [sic] l’homogénéité interne des nations européennes » (p. 326).
De là l’invasion migratoire que nous subissons actuellement. Et qui va s’accélérer dans les temps qui viennent.
Je pense qu’il est temps, grand temps, de lever, dans chacun de nos pays, l’étendard de la révolte contre ces malfaiteurs.
http://www.observatoiredeleurope.com/Peter-Sutherland-retour-sur-un-homme-cle-de-la-globalisation_a2186.html
Su moltissime cose mi trova perfettamente d'accordo, in particolare sull'eccessiva e destruente presenza delle donne ovunque, ed in particolare a scuola.
RispondiEliminaPer molti versi, anche per lo stile, ricorda appunto Oriana Fallaci. infatti, da morte, stessa sorte: nessun funerale laico con ministri al seguito.
Mi piace pensare che all'ultimo istante abbiano capito che di là Qualcuno ancora le aspettava e con l'ultimo barlume di coscienza abbiano chiesto perdono, riconoscendoLo.
RR
Cari fratelli. Sono cileno e seguo vostro sito dal 2014 e condivido lo spirito che vi anima nel senso di riflettere su tutto cio' che debilita o mette in pericolo la nostra Fede Cattolica (Depositum Fidei), tuttavia c'e' una cosa che mi fa dispiacere e' percepire una certa atteggiamento di dispreggio verso i cattolici non europei come si fossimo cattolici di seconda classe. Parlando del mio continente americano che io sappia non sono cattolico perche voi siete cattolici richi e mi date status, sono cattolico perche' convinto che Gesucristo e' il Signore Figlio di Dio Salvatore e che la Chiesa e' il suo corpo mistico e tutto cio' che ne consegue. Penso che piu' di 500 anni orsono che gli antichi popoli delle'americhe accolsero la fede parlano di questo piu' l'immigrazione degli spagnoli sopratutto che eranoi fede cattolica e si unirono agli amerindi. Gli aztechi, Incas ed altri erano imperi organizzati mica avevano bisogno della richezza materiale europea, tuttavia accolsero un'altra richezza: Cristo, a pesar della conquista. La nostra terra ha dato frutti di santita' e vita cristiana che ha permeato le nostre societa' e culture latinoamericane. Ci sono problemi sociali come ovunque al mondo che risultano di diversi variabili. Quest'e' una critica costruttiva fata da un cattolico a coloro che considera i suoi fratelli nell'unica fede anche se diversi in razza, cultura, lingua e nazione (Appocalisse). Del resto dobbiamo stringere vincoli ed unificare forze per diffendere ma anche per promuovere la nostra fede cattolica a tutti i livelli. Un saluto tutti
RispondiEliminaGrazie, Juan Carlos, per questa bella condivisione.
RispondiEliminaDici benissimo. E non possiamo che concordare sul fatto che la fede è la fede e non può esistere alcuna discriminazone determinata dalla cultura.
Le nostre critiche a Bergoglio come argentino non sono rivolte agli argentini o ai sud americani in genere, ma dipendono dalla circostanza che papa Bergoglio sembra non esser riuscito a oltrepassare la sua formazione ed esperienza particolari per acquisire l'universalità di visione e di azione così indispensabili alla sua alta funzione.
Grazie cara MIC per la risposta ed avere capito cio' che ho voluto sprimere.Passando all'argomento sul Papa Bergoglio ed altri pastori (vescovi,cardinali,preti), pure io sono difidente del loro modo d'agire quando percepisco qualcosa che non c'entra con la nostra Fede Cattolica e la contradice. Mi auguro che loro si rendano conto che lavorano per Cristo e la sua Chiesa, che vi vuole trasmettere, confermare e promuevere la Fede che a quello furono chiamati. Punto aparte e' necessario saper appronfodire il senzo della Tradizione (con maiuscola) e non confonderla con conservadurismo (sottolineando la forma per sopra il contenuto). Rifletto da cattolico senza formazione accademica in teologia tuttavia il sensus fidei ci viene in aiuto. Un fraterno abbraccio a Lei e tutti che seguono il vostro sito (allora sapete che pure in Cile vi legono :) )
EliminaJe pense qu’il est temps, grand temps, de lever, dans chacun de nos pays, l’étendard de la révolte contre ces malfaiteurs.
RispondiEliminaLo penso anch'io. Anche se è già tardi. Ma forse ancora non troppo... E in ogni caso non è giusto subire passivamente, qualunque sia il risultato della "resistenza"...
RispondiElimina@ Leviamo lo "stendardo della rivolta"....
Lo stiamo gia' facendo nel nostro piccolo, mi sembra, ribellandoci come possiamo all'andazzo dominante e cercando di stimolare il piu' possibile chi di dovere a levarsi in piedi per opporsi alla deriva della Chiesa e della societa'. La nostra e' per forza di cose un'azione culturale, polemica, di interventi nei blog, saggistica, libri. Avra' i suoi difetti, pero' non si puo' negare che sia un'azione lineare e ben motivata. Certo, rispetto a quello che ci vorrebbe, la nostra azione sembra quella di un'aspirina presa per curare la cancrena. Ci vorrebbe che la parte sana del clero si schierasse decisamente, apertamente contro la pastorale attuale, anche a costo di criticare apertamente il Papa. Ma finora le prese di posizioni critiche non sono state sufficientemente incisive, almeno in pubblico.
Sul tema sempre piu' drammatico della "immigrazione" nessun ecclesiastico e' finora intervenuto per richiedere un mutamento di rotta da parte della Chiesa, la cui "pastorale dei migranti" non fa che facilitare l'invasione musulmana di massa. A volte ci si chiede se abbiano coscienza del problema, sembra che vivano in un altro mondo. E persino, ci si chiede, quanti di loro stiano consapevolmente lavorando alla distruzione della Chiesa e delle societa' occidentali.
Giusto il parallelo tra Magli e Fallaci, l'ultima Fallaci non certo quella iperfemminista iniziale. Due intellettuali laiche pero' portate dall'acume naturale e dall'onesta' intellettuale a vedere le cose meglio di tanti tromboni laici ed ecclesiastici del politicamente corretto.
Per trapassare ad una "rivolta" che sia anche prassi politica e civile occorrerebbero dei capi, che non ci sono. Ci vorrebbe una nuova S. Giovanna d'Arco, che non combatteva essa stessa ma si piazzava in prima linea ad incitare i combattenti, apparsa all'improvvso quando la Francia dilaniata dallo straniero e dalla guerra civile sembrava sull'orlo del tracollo. Ci vorrebbe un Sacerdote che si levasse in piedi e facesse esplodere finalmente il bubbone che affligge da 50 anni la Chiesa cattolica. PARVUS
Come l'ultima delle Cassandre
RispondiEliminaDopo l’ultimo dei mohicani, Piero Buscaroli, dopo l’ultimo dei balanzoni, Umberto Eco, è morta l’ultima delle cassandre, Ida Magli. E’ antipatico fare gli elitisti al cimitero ma non sempre la morte è la livella di Totò. La recente raffica di decessi eccellenti quasi impone una gerarchia e io la mia l’ho fatta: la perdita più grave è quella dell’antropologa. Perché Buscaroli mi svelò il passato remoto (la Seconda guerra mondiale), Eco il passato prossimo (Mike Bongiorno) e Ida Magli il futuro, che mi sembra più importante. Abbastanza ovviamente un futuro nero, sotto molteplici aspetti. Un tempo in cui verranno meno gli ospedali pubblici e l’Inps: “Lo Stato socialista, quale è quello italiano, gestisce la sanità, la scuola di ogni ordine e grado, le università, le pensioni, ma nessuno Stato socialista è mai sfuggito, in nessuno dei luoghi dove è stato realizzato, alla corruzione politica, al dominio assoluto sulla vita e sul pensiero dei cittadini, all’impoverimento della maggior parte della popolazione e infine al crollo di tutte le strutture che lo reggevano”. In cui il conformismo sarà ancora più soffocante di oggi, grazie alla crescente presenza femminile nei ruoli di comando: “Più donne, meno pensiero critico”. E in cui la televisione, l’arte, la letteratura, il cinema (chissà perché mi viene in mente il film che or ora ha vinto il festival di Berlino, “Fuocoammare”) contribuiranno al crollo demografico: “L’ideologia dell’accoglienza è l’arma più efficace per depotenziare la vitalità, la fiducia in se stesso, la forza di un popolo e indurlo all’estinzione”.
[...]
http://www.ilfoglio.it/cultura/2016/02/23/ida-magli-morta-filosofa___1-v-138611-rubriche_c741.htm
“Se si vuole il bene dell’umanità, musulmani compresi, bisogna dire tutta la verità sul Corano e su Maometto, cosa che il Papa, l’unico che potrebbe, ancora non ha fatto”. Il virgolettato risale al pontificato di Benedetto XVI, la cui rinuncia interpretò, ma in quel caso non ci voleva molto, come un tremendo segno apocalittico. Non è difficile immaginare il giudizio su Papa Francesco di colei che aveva recentemente dichiarato a Libero: “Ripristiniamo i confini! Altri mettono le reti? Facciamo anche noi una rete col filo spinato!”. (Nel pamphlet del 2013 “Difendere l’Italia” era arrivata alla seguente conclusione: “Tutti i governi che hanno reso sempre più facile l’immigrazione devono essere considerati dagli italiani come governi illegittimi e traditori”). Vedeva in Bergoglio il gesuita temibile, non certo il francescano pauperista che si sognano i gonzi: “L’ordine dei gesuiti è stato creato da Sant’Ignazio per difendere il papato in un momento di crisi. Fare Papa un gesuita è come mettere un pretoriano al posto dell’imperatore”.
RispondiEliminaIl pericolo dei social network e della realtà virtuale
RispondiEliminaL’immagine di Mark Zuckerberg che, durante la presentazione del nuovo Galaxy S7 a Barcellona, in Spagna, passeggia sorridente accanto ad una folla di persone senza sguardo, con gli occhi rapiti da una maschera tecnologica talmente avvolgente da sembrare fissata nella loro testa, ha suscitato inquietudine un po’ tutto in tutto il mondo. Tanti, infatti, hanno visto in quella estesa platea coi visori una cartolina del futuro tremendamente simile a quello immaginato da Orwell, una sorta di involontario set cinematografico per un film distopico. D’altra parte lo stesso fondatore di Facebook ci ha messo del suo con affermazioni che, in quella occasione e ancorché accompagnate da un sorriso, hanno assunto quasi il tono di una minaccia: «La realtà virtuale è la piattaforma del futuro. Cambierà le nostre vite». Esagerazioni? Timori infondati? Sbagliato farsi terrorizzare da quella platea spensieratamente senza volto? Certamente il panico non aiuta e sarebbe eccessivo lasciarsi andare a considerazioni catastrofiste. Tuttavia credo che quanto accaduto a Barcellona debba pur stimolare una qualche riflessione. A me ne vengono in mente almeno tre.
http://giulianoguzzo.com/2016/02/23/le-menti-clonate-o-una-vita-vera/#more-9441
Questa sarebbe l'Europa democratica...
RispondiEliminaDal Giornale 24/2/2016: In Norvegia i servizi sociali hanno separato i bambini dai loro genitori perché accusati di educarli troppo cristianamente.
Giuseppe De Lorenzo - Mer, 24/02/2016 - 09:46 commentaIl succo della storia è semplice: una famiglia cristiana che vive in Norvegia è stata privata dell'amore dei propri figli perché li educava "troppo cristianamente". Una storia di discriminazione "religiosa" nell'Europa che dovrebbe dirsi cristiana. La vicenda di Ruth e Marius Bodnariu, lui rumeno e lei norvegese, ha sollevato le proteste di mezzo mondo, con campagne di sestogno internazionale. Insieme hanno 5 figli: Eliana (9 anni), Noemi (7 anni), Matei (5 anni), Ioan (2 anni) e Ezekiel (4 mesi).
Tutto parte da una segnalazione fatta dalla direttrice della scuola delle bambine. Dopo una lite a scuola, la preside le aveva interrogate loro famiglia. UIn seguito, nella nota ai servizi sociali, la preside aveva espresso preoccupazione per l'educazione religiosa delle bambine, definendo i genitori e i nonni come "cristiani radicali". "In questi casi per legge la direttrice doveva avvertire l'autorità - spiega a ilGiornale.it Daniel, che conosce bene la vicenda ed è in contatto con la rete che ora sostiene i Bodnariu - Lei è una brava donna, non voleva fare del male alla famiglia. Il problema viene dopo, con l'arrivo dei servizi sociali". Il Barnevernet, che dipende da organi statali, infatti, è intervenuto portando via i figli alla famiglia. "Ma non è stato riscontrato alcun problema scolastico né relazionale", ha dichiarato invece a Tempi.it avvocato Peter Costea, presidente della Alliance for Romania’s Families, contattato dalla famiglia Bodnariu. Ma non è bastato. Dopo vari interrogatori (illegali) ai genitori e ai figli, il 16 novembre scorso i bambini sono stati prelevati a scuola e allontanati dai genitori. Poi sono stati inviati in diverse case famiglia. Tutte distanti una dall'altra. "Al padre ora servono ore per andare a trovarli tutti", aggiunge Daniel. Il neonato viene visto e allattato solo due volte a settimana. Matei e Ioan sono visitati dalla madre solo una volta ogni 7 giorni. E le bambine non possono vedere mai i genitori. Solo il 18 febbraio si sono potuti finalmente incontrare di nuovo tutti insieme. Intanto, però, è partito l'iter di adozione dei bambini.
Nelle motivazioni dei servizi sociali, infatti, si legge che "Marius e Ruth sono cristiani radicali che stavano indottrinando i loro figli". Portati via perché troppo cristiani. Una discriminazione assurda, ma reale. Basato sul fatto che in famiglia si crede nella "punizione divina".
Dagli interrogatori dei servizi sociali ai bambini sarebbero emersi anche maltrattamenti. Ma in una nota, i nonni hanno scritto che "possiamo assicurare che non abbiamo mai visto usare violenza contro i bambini. Non hanno mai alzato la voce. I piccoli non ci hanno mai detto che i genitori sono stati cattivi con loro". Perché il centro della questione è proprio l'educazione cristiana. "Durante l’indagine di polizia - scrivono ancora i genitori di Marius - al padre di Ruth è stato chiesto se era consapevole del fatto che i bambini fossero esposti ad alcune pressioni (indottrinamento collegato alla fede cristiana)", poi quando ha iniziato "a rispondere alla larga, gli è stato vietato, dicendogli di parlare solo di argomenti che riguardano il problema". Insomma, doveva spiegare se i genitori obbligavano i figli a credere in Dio. "Questo dimostra - concludono i nonni - che l’educazione cristiana dei bambini è ciò su cui verte il caso. È anche questa un’invenzione?"
Non lo è. E così, dopo molti mesi, i bambini sono ancora separati dai loro genitori "troppo cristiani".
Capita anche in Germania ed altri paesi, non solo in Norvegia, tutti i paesi scandinavi sono di fatto dittature socialiste in cui lo stato si occupa di tutto e non lascia alcuno spazio, in Germania i genitori che non mandano i figli a scuola durante le lezioni di sexgender, vanno in galera e i figli vanno in istituti statali, affidati ai servizi sociali, svegliatevi prima che lo facciano anche qui.Al gay pride parade del prossimo agosto in Amsterdam, il consiglio della UE, tutti d'accordo, allestirà una barca gaia collo stemma europeo.
RispondiEliminaSperiamo che finalmente si scateni l'ira di Dio ! Bbasterebbe una piccola falla in una diga, tanto bambini olandesi volenterosi a tappare il buco non ce n'e' più, abortiti o eutsnasiati. E qulli musulmani, tutti ciTTAdini, mica ci vanno a giocare, vicino alle dighe.
RispondiEliminaPensate: in un colpo solo, spazzati via dal Mare del Nord, i fr...i, i burocrati europei, i drogati, gli sfruttarori della prostituzione minorile ( fiorentissima in quel di Amsterdam), le case museo...peccato per quella di Van Gogh e per il Rijksmuseum, ma per il resto...
Oh, ci penseranno i Muslims tra una decina d'anni.
Rr
It's a pity uncle Addie didn't finish the job.....
RispondiEliminaUn fraterno abbraccio a Lei e tutti che seguono il vostro sito (allora sapete che pure in Cile vi legono :) )
RispondiEliminaGrazie a te, caro Juan Carlos, ne sono felice :)
Quando nel nostro cuore e quindi nelle nostre parole c'è la Verità, cioè il Signore, è in Lui che ci si incontra. E qui finisce il 'virtuale' e ha spazio la Realtà, sia che siamo sulla Rete che negli altri 'luoghi' concreti del nostro vivere... E riusciamo a cogliere le opportunità che colmano le distanze (solo geografiche) e allargano i nostri orizzonti.
Seppi di Ida Magli da una mia più giovane amica che nel corso dei suoi studi universitari aveva individuato in Ida Magli l'esempio da seguire nella vita, nell'impegno conoscitivo e di lavoro. Ben presto però la sua famiglia, per motivi diversi, si ridusse di alcune unità e la mia amica si trovò di fatto capofamiglia con figlio e madre anziana. Si fecero attorno tanti consiglieri e tutti, in una sola voce appellandosi alla sua posizione di responsabile economico della vita altrui, consigliarono di prendere una seconda laurea in Legge e diventare avvocato. Cosa che lei fece sotto stretto controllo ed incoraggiamento dei consiglieri familiari.Ogni tanto stava male ma subito si riprendeva, divenne avvocato.Ida Magli sul lontano orizzonte, a volte ricompariva come breve cenno, in altri discorsi.La mia amica divenne nonna, una giovane nonna, poi un tumore e morì.Ora son passati anni. E anche Ida Magli è morta in questi giorni. Indissolubilmente legate nel mio cuore auguro ad entrambe di incontrarsi nella libertà del Signore ed ora di compiere la Sua volontà.
RispondiEliminaGrazie, cara Mic, per aver ricordato Piero Buscaroli. Grande, grandissimo intellettuale, oltraggiato, perseguitato e osteggiato per la sua coerenza di uomo di Destra, con una famiglia decimata dai partigiani perché fascista, probabilmente il più raffinato, colto e competente musicologo del '900 (la sua biografia di Beethoven e il suo testo sulla morte di Mozart sono capolavori), uomo di carattere e quindi con un pessimo carattere. Cito tra i suoi ultimi libri: Paesaggio con rovine, Dalla parte dei vinti e Una nazione in coma. Sono semplicemente magistrali. Un altro degli ultimi grandi del '900 se ne è andato. Dio l'accolga.
RispondiElimina"Solo che la Chiesa di oggi o la salvi con forza, con severità oppure con la misericordina non la salvi. Che ci fanno gli europei con la misericordina? La tattica di Bergoglio è fallita in partenza"
RispondiEliminaIl discorso è duro, crudo, quanto è cruda la realtà che viviamo.
Ma la Magli non parla da un orizzonte di fede.
Di fatto la Chiesa non ha tanto bisogno di severità, quanto di Verità e di Autorità, che non è autoritarismo, ma garanzia dell'ordine insito anche nella legge naturale nonché delle verità custodite, vissute e trasmesse.
... il che significa rispetto per chiunque altro, ma non accoglienza indiscriminata.
RispondiEliminaSecondo il Catechismo, n. 2241, le nazioni più ricche sono tenute ad accogliere lo straniero, ma solo nella misura del possibile. E le autorità politiche devono subordinare l’esercizio del diritto di immigrazione a diverse condizioni giuridiche, mentre l’immigrato è tenuto a rispettare il patrimonio materiale e spirituale del paese che lo ospita, ad obbedire alle sue leggi, a contribuire ai suoi oneri. Il che ricorda un discorso del card. Biffi del 2000: esiste un colossale problema di integrazione rappresentato dall’immigrazione islamica. Mentre, riguardo al principio di ospitalità, non se ne può dedurre – se si vuol essere davvero ‘laici’ – che una nazione non abbia il diritto di gestire e regolare l’afflusso di gente che vuol entrare a ogni costo. Tanto meno se ne può dedurre che abbia il dovere di aprire indiscriminatamente le proprie frontiere.
Ora non ho tempo di cercare la citazione (lo farò appena riesco) ma Benedetto XVI ha parlato in questi stessi termini.
Mi pare che osservazioni analoghe le abbia fatte di recente anche Socci.
RispondiEliminaDal Giornale 24/2/2016: In Norvegia i servizi sociali hanno separato i bambini dai loro genitori perché accusati di educarli troppo cristianamente.
RispondiEliminaSpero che alla fine non facciano passare per fondamentalisti anche noi, che siamo semplicemente convinti, ma equilibrati, assertori dei valori della nostra civiltà e della nostra cultura, oltre che della nostra fede così inquinate....
In effetti non siamo "contro" nessuno. Siamo assertivi e propositivi ma di certo scomodi nella misura in cui siamo controcorrente (ad essere controcorrente ha esortato anche il papa, ma non si capisce a quale 'corrente' si riferisca).
Tuttavia ciò che manca è la reciprocità. Ci troviamo tra due poli entrambi problematici: il liberismo selvaggio giunto ai suoi esiti nichilisti da un lato e l'islam arrembante dall'altro. In uno scenario internazionale che più ingarbugliato non si potrebbe.