Sono considerazioni che andiamo facendo da tre anni (questo blog ne è disseminato: alcuni esempi qui - qui - qui e qui) ed eravamo le pecore nere.
Oggi aumentano esponenzialmente le voci critiche, anche trasversali, perché ormai son finiti persino gli specchi su cui arrampicarsi. Citavo in un thread recente la conclusione del Vaticanista di The Remnant che riporto di seguito aggiungendo, a riprova di quanto detto sopra, i titoli segnalati da Rorate Caeli. Mentre Benoit et moi riprende il testo di Riccardo Cascioli : Il Papa fa discutere mezzo mondo [qui].
Oggi aumentano esponenzialmente le voci critiche, anche trasversali, perché ormai son finiti persino gli specchi su cui arrampicarsi. Citavo in un thread recente la conclusione del Vaticanista di The Remnant che riporto di seguito aggiungendo, a riprova di quanto detto sopra, i titoli segnalati da Rorate Caeli. Mentre Benoit et moi riprende il testo di Riccardo Cascioli : Il Papa fa discutere mezzo mondo [qui].
Ora leggo un articolo di Marco Tosatti [qui], che anticipa quanto mi accingevo a scrivere, citando altri vaticanisti esteri. Lo riporto a seguire ancora.
La conclusione di Christopher A. Ferrara (The Remnant) qui
[....] Francesco, il cui compito divinamente imposto è quello di difendere l'insegnamento morale della Chiesa senza compromessi, anche durante le conferenze stampa, continua a mostrare il suo disprezzo per tale "rigorismo". Ma in questo frangente, in realtà, a prescindere. C'è qualche cattolico osservante che ancora prende sul serio questo parlare a vanvera di Francesco? Tutto quello che dobbiamo sapere è che ogni volta che vediamo questo papa dovremo prepararci per l'ennesima raffica di errori che esplodono. Nel frattempo, possiamo solo pregare per la liberazione da questo assurdo pontificato e del culto maniacale che lo circonda, sicuramente uno dei più grandi disastri nella storia della Chiesa.I titoli segnalati da Rorate Caeli:
Chris Ferrara: The Latest Papal Eruption on the PlaneMarco Tosatti. Meno interviste, Santità
Phil Lawler: The damage done—again—by the Pope's interview
Matthew Archbold: Hey, What Happened to "Who am I to Judge?"
Steve Skojec: Did the Pope Just Permit Contraceptive Use?
Ann Kreitzer:Another Head Buster: Did the Pope Really Say Contraception was Legit..
SSPX North America: The lesser of two evils: Pope Francis' interview
Meno interviste, Santità. È quello che alcuni commentatori, in particolare negli Stati Uniti, sottolineano dopo l’uso che è stato fatto della conferenza stampa che il Pontefice ha tenuto sull’aereo. La replica – che è parsa, come dicono i francesi tic-tac – su Trump; la Zika e l’evitare la gravidanza; il non “immischiarsi” con la politica italiana (su alcuni temi: perché non si può far finta che la pastorale un po’ ossessiva sui migranti non sia, in questo momento, politica, e schieramenti) hanno nascosto molte cose buone.
Ma ahimè, questo è l’effetto; tanto che una cara amica molto cattolica, stimatrice dei Francescani dell’Immacolata, e progressista mi ha detto: hai visto il nostro Papa, che bravo? Ha sdoganato la contraccezione. “Le interviste non sono il mio forte” disse tempo fa il Pontefice. E episodi recenti e meno recenti sembrano confermare questo auto-giudizio.
Tanto che Phil Lawler, direttore delle news di CatholicCulture.org, titola così questo suo commento : “Quanto è stata dannosa l’ultima intervista papale? Fatemi contare quanto”. “Questa volta il problema non può essere attribuito al sensazionalismo dei reporter – scrive Lawler – Il Pontefice ha nettamente trasmesso l’impressione di essere disposto a discutere la moralità della contraccezione nel contesto dell’epidemia di Zika. Le parole del Papa sono nel migliore dei casi, generatrici di confusione”.
Lawler termina il suo intervento dicendo: “Le frequenti interviste pubbliche del Papa e la sua sfortunata lista di risposte infelici sono diventate una fonte prevedibile di confusione, frustrazione e persino imbarazzo per i fedeli”. Ricordando la frase del Papa sulla sua debolezza nelle interviste, Lawler conclude: “Pensierosi leader cattolici dovrebbero usare la loro influenza per persuadere il Santo Padre che aveva ragione (confessando che le interviste non sono il suo forte, N.D.R.) e che sbaglia adesso a usare le interviste come un aspetto regolare del suo ministero pubblico”.
E anche Edward Pentin, del New Catholic Register si chiede se le controverse interviste del Pontefice non siano un prezzo troppo alto da pagare per la confusione che genera “tale stile informale, specialmente da parte di un papa che non è un teologo morale”.
E guardate come se la ride quel c...ne di P. Lombardi, il nipote eccellente.
RispondiEliminaRR
forse ride per non piangere..
Elimina
RispondiEliminaIeri reagivo alle parole di Bergoglio secondo le quali il suo pensiero è quello della Chiesa, non ci sarebbbe dunque nessun bisogno di insistere, solo che, e Bergoglio lo sa, le coscienze dei cattolici lungi dall`essere formate sono state piuttosto deformate da decenni di insegnamenti alternativi e magisteri paralleli, ne consegue che è dovere del papa riprendere l`insegnamento della Chiesa a partire dai suoi principi di base come ha fatto Benedetto XVI.
Oggi leggo un articolo di Fontana che sembra andare nello stesso senso, Stefano Fontana, se diplomaticamente non riprende direttamente il "non mi immischio" di Bergoglio, in realtà gli risponde in modo chiaro:
"Un altro motivo per cui si può sostenere che né il Papa né i Vescovi devono intervenire su questioni politiche è che a questo deve pensare la “coscienza formata” dei fedeli. Però è possibile una coscienza “formata” dei fedeli che non tenga conto degli insegnamenti del magistero? E se questi insegnamenti non vengono dati, come può il fedele crearsi una “coscienza formata”? E se vengono dati insegnamenti diversi da quelli dati fino a ieri, come è possibile che la coscienza si formi in modo autenticamente maturo? Tutti sanno che la formazione ha bisogno di continuità. Nel confronto con messaggi discontinui, la coscienza non può formarsi"
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-quando-papae-vescovi-devonoimmischiarsi-15311.htm
Premesso che non vedo l'ora di ricredermi su questo pontificato (la lettera a Socci e la dichiarazione col patriarca Kirill potrebbero essere degli indizi) mi chiedo però quanti "bergoglio" sono ovunque nella Chiesa e quanti normalisti sono passati in un battibaleno dalla fedeltà alla chiesa di sempre a quella progressista con annessa fedeltà alla Bonino senza nemmeno farsi una domanda e rimangono impermeabili a ogni minimo dubbio. Che Chiesa è e sarà?
RispondiEliminaMiles
Linguaggio e confusione voluti e anche gesuiticamente gesuitanti. E' cio' che volevano quelli del "Gruppo di San Gallo".
RispondiEliminaPer Miles
RispondiEliminaE' questa l'amarezza più grande.
Incontro un amico, dopo anni, e la prima cosa che mi dice è: "non si costruiscono muri: grande Francesco!".
Questa persona era dubbiosa su molte cose della Chiesa: adesso è "salda".
Il paradosso è che è saldo sull'incerto, sul liquido, sul contraddittorio e sullo sdrucciolevole, ma non ne ha il minimo imbarazzo: "Grande Francesco!" e stop.
Se parli di teologia o di apologetica sei "difficile" o "scontroso".
Se parli di dottrina sei "rigido" e "legalista".
Se parli di al di là e di vita spirituale sei "poco concreto".
E se parli di Gesù, citando la Scrittura, ti spiattellano lì quattro dogmi che non ammettono repliche: dialogo, amore, misericordia, accoglienza.
Nulla è certo come Gesù che "dialoga" ( e nel vangelo la parola non esiste).
L'amore di Gesù è un amore che spazza via ogni distinguo e approfondimento.
E Francesco è la garanzia, il garante, che la Chiesa /finalmente) è questa.
Votando il PD, leggendo Repubblica, citando il Concilio e aperti sulla Cirinnà: soltanto dieci anni fa non era così. La Chiesa è diventata così prima di Bergoglio e forse prima di Ratzinger. Solo che prima questi prodromi erano nascosti, quasi soffocati da una capacità almeno di salvare le apparenze, costretti all'ordine da quelli che, bene o male, avevano ancora un minimo di "ordine" nelle idee e un minimo di maggioranza nella gerarchia. Qui è saltato tutto.
In un certo senso è quasi ingiusto accusare il pontificato di Jorge Bergoglio o rimpiangere quello di Joseph Ratzinger o di Karol Wojtyla.
E' come se un pensiero non cattolico, esistente (se ne accorse già Paolo VI) abbia preso il sopravvento. E ora esplode. Dal cattolico medio a Santa Marta.
Ecco da dove viene l'elogio di Bonino e Napolitano o il voto alla Cirinnà: da tanti che in chiesa ci vanno. "Grande Francesco!". E il parroco? La pensa quasi sempre così. Adesso (non quattro anni fa) dicono che loro non dicono nulla di diverso dal Papa. Tutti papisti, adesso... Gongolano: loro sono con il Papa.
La Chiesa, disse Martini, è indietro di 200 anni.
Cioè all'inizio del 1800. Appena dopo la Révolution e Napoleone...
Bene: non c'è più bisogno di sopprimere gli ordini religiosi.
Il ministero ordinato ha al vertice uomini sopprimenti ogni ordine.
Non siamo più indietro 200 anni.
Siamo arrivati.
Probabilmente al redde rationem.
... "C'è qualche cattolico osservante che ancora prende sul serio questo parlare a vanvera di Francesco?"
RispondiEliminaSinceramente non capisco questa "smania" da parte di qualcuno di volersi sincerare sul fatto che non ci sia nessuno che "osi" vederla diversamente.
Ognuno è libero di fare le proprie considerazioni, senza avere la pretesa di ottenere il consenso unanime.
Non è questione di "pretendere" il consenso unanime. È la constatazione di una realtà oggettiva che può sfuggire a molti, ma non ad un cattolico fedele.
RispondiEliminaPrendiamo un aspetto del pensiero papale: la sua foia immigrazionista. Ora, non è necessario essere teologi, biblisti, esperti di dottrina sociale della Chiesa, compulsivi compulsatori del Denzinger per sapere che nulla, nella dottrina della Chiesa, giustifica questa ideologia malsana. L'accoglienza per l'ospite, il bisognoso, il viandante riguarda singoli, non masse invasive, ostili, profittatrici e aggressive.
RispondiEliminaLa Chiesa ha sempre difeso la realtà naturale delle nazioni, delle patrie, delle etnie. E, ovviamente, delle radici cristiane dell'Europa. Possiamo, per l'ennesima volta, ricordare Poitiers, Lepanto, Vienna?
Come sosteneva Chesterton, dobbiamo purtroppo dimostrare l'ovvio. Occorre quindi contestare puntualmente, fermamente, documentatamente questa aberrazione immigrazionista che sta infettando la Chiesa.
questa aberrazione immigrazionista che sta infettando la Chiesa.
RispondiEliminaNon solo la Chiesa, purtroppo, anche una certa parte politica di incoscienti, ignoranti o conniventi.
Caro Tralcio, ha descritto benissimo ciò con cui abbiamo a che fare. Temo però che il redde rationem, almeno in termini umani, sia già avvenuto e noi abbiamo perso. Dopo tutto in soli tre anni la nuova chiesa ha oltre ogni aspettativa "recuperato" i famosi duecento anni di Martini.
RispondiEliminaMiles
Mic,
RispondiEliminala parte politica, sostanzialmente il PD e ciò che gli gira intorno, non meraviglia: sono marxisti che hanno sostituito la lotta di classe tra operai/contadini e padroni delle ferriere e del latifondo con la lotte di razze, tra quelle che loro ritengono sottomesse al potere bianco e gli Europei e loro discendenti nel mondo, colpevoli tutti dell'imperialismo coloniale che era appannaggio solo di alcuni paesi e di alcune elites dominanti
Ciò che stupisce è la Cchiesa, ma una volta partiti con la Gaudium et Spes, la Dignitatis Humanae e Nostra Aetate ed altro e dopo l'infezione cattocomunista e la TdL, era ovvio si finisse con il Terzomondismo d'antan.
Rr
Neanche un teologo morale? Guarda, neanche una bocca morale...
RispondiEliminaRomano
Dice bene Luisa:
RispondiElimina"Ieri reagivo alle parole di Bergoglio secondo le quali il suo pensiero è quello della Chiesa, non ci sarebbbe dunque nessun bisogno di insistere, solo che, e Bergoglio lo sa, le coscienze dei cattolici lungi dall`essere formate sono state piuttosto deformate da decenni di insegnamenti alternativi e magisteri paralleli"
La rovina sta proprio in questi due punti: il fatto che ribadisce sempre che il suo pensiero è quello della Chiesa, mentre lo manipola in modo scandaloso secondo l'eresia modernista.
Seconxo, il fatto che questa opera modernista viene da vari decenni di lavorio interno, come un'infiltrazione d'acqua, e ha causato la deformazione delle coscienze dei cattolici, infradiciate di modernismo.
L'amico di Tralcio è un esempio è somiglia ai miei familiari stretti, che però sono pure più aggressivi nel difenderlo il nuovo Martin Francesco.
Aveva ragione e San Pio X a definirla la sintesi di tutte le eresie, quel fumo di Satana di Paolo VI arrivato orami, anzi finalmente, allo scoperto.
Fu meno pericoloso Lutero, che perlomeno ebbe coraggio mettendosi contro la Chiesa cattolica in modo visibile e antagonista, causando uno scisma che tutto sommato fu un male minore rispetto a quello attuale, una mutilazione corta e netta, anche se i poteri temporali dell'epoca hanno poi causato fiumi di sangue in nome di Cristo.
Ma arriverà anche ora una spaccatura, sebbene più traumatica e disastrosa, e ben vengagano le voci molteplici di dissenso, che non dovrebbero passare inosservate all'apparato mediatico di Francesco Superstar.
Pace e bene.
Io non riesco a capire la posizione dei sacerdoti che, se gli si chiede qualcosa circa le frasi e i gesti di questo papa, negano l'evidenza: niente di particolarmente strano, nessuna marcia indietro sul depositum fidei, nessuna preoccupazione, sempre pronti a giustificarlo, facendo sentire il fedele come un semideficiente o un integralista tout court. Mi chiedo se siano preoccupati ma in attesa di capire come comportarsi, se non vogliano vedere la realtà o, se in fondo, gli diano ragione. Non mi sono mai sentita tanto a disagio nella Chiesa come sotto questo pontificato. Quando parlavano san G. Paolo II e papa Benedetto era "sì,sì, no, no", adesso è tutto liquido.
RispondiElimina"La replica – che è parsa, come dicono i francesi tic-tac – su Trump; la Zika e l’evitare la gravidanza; il non “immischiarsi” con la politica italiana (su alcuni temi: perché non si può far finta che la pastorale un po’ ossessiva sui migranti non sia, in questo momento, politica, e schieramenti) hanno nascosto molte cose buone".
RispondiEliminaLa Laudato Sì è un manifesto politico, difficile ricordare un'atto di Francesco che non sia politico. Se il Papa non vuole "immischiarsi" alla politica italiana, questo significa que non vuole moralizzare la politica. Se la politica se separa della morale naturale e cattolica, poco importa al Papa. E se non vuole davvero immischiarsi che non parle più sui migrante.
Sembra in qualcuna occasione che Francesco vuole essere quella autorità mondiale che Benedetto XVI ha parlato nella Caritas in Veritate...
Diciamocelo una volta per tutte, senza giri di parole: il magistero liquido fa comodo a tanti.
RispondiEliminaFa comodo ai laici, che possono sentirsi legittimati dall'alto a perseverare nel peccato, nelle cattive abitudini, nel vizio, nella tiepidezza, cullandosi nella vana speranza di ottenere misericordia da un'entità che di divino non ha nulla e che se ne rimane in un iperuranio teorico e fiabesco.
Fa comodo ai chierici, sia perché sono in gran parte ignorantissimi (per colpa propria o dei loro insegnanti di seminario o dei loro Superiori), sia perché non sono esenti dalle colpe e dai vizi che ammorbano i laici: colpe che il secolarismo, l'abito civile, la vita priva di spiritualità (non parliamo di mistica e di ascetica), la televisione, internet e la moda hanno reso abituali nei conventi, nelle canoniche, nei seminari e nelle chiese. Non vi è vita comunitaria, non vi è confessione frequente, né recita del Breviario e del Rosario, né celebrazione quotidiana della Messa. Non vi è penitenza, né sacrificio, né spirito di mortificazione. Non si pensa minimamente ad espiare le proprie colpe, e men che meno quelle altrui.
Fa comodo ai Vescovi, che si sentono sollevati dal gravissimo dovere di vigilare sui propri sudditi, chierici e laici. Grazie alla misericordia bergogliana, essi non devono ammonire i peccatori, convertire gli erranti, incoraggiare i buoni e punire i colpevoli. Possono presenziare alle riunioni del Consiglio Presbiterale o della Conferenza Episcopale, ignorando bellamente la crisi delle vocazioni, il crollo della frequenza dei Sacramenti, la demolizione della morale cattolica e lo sfascio della società. Possono pavoneggiarsi nelle loro vesti sciatte e grigie coi politici, mostrarsi alle inaugurazioni, presenziare ai tagli dei nastri, ed ovviamente dedicarsi al loro passatempo preferito: puttaneggiare con gli ebrei, gli eretici, gli idolatri, se non addirittura participare a culti pagani.
Non ci si stupisca del seguito di cui gode Bergoglio: il divorziato concubinario trova in lui l'avvocato che risponde alla sua coscienza; il sodomita si bea del suo Chi sono io per giudicare per continuare a peccare impunemente, e con lui il chierico che dopo il tramonto sparisce dalla canonica per rintanarsi in luoghi turpi; l'ebreo si compiace di sentir bestemmiare il Figlio di Dio, e il maomettano gode a sentir umiliata la Trinità, paragonata ad Allah; l'eretico gongola a veder profanate le Specie Eucaristiche dagli stessi ecclesiastici, e lo scismatico si sente confermato nel proprio disprezzo per i Papisti, che commisera; il massone va in estasi per le proteste di laicità dell'Episcopato, per le articolesse di Ravasi, per la cortigianeria dei chierici infatuati di libertà, uguaglianza e fraternità.
Gli unici che non digeriscono il magistero liquido bergogliano sono i cattolici che, pur peccatori, cercano di rimanere fedeli al proprio Dio, di invocare l'intercessione della Vergine e dei Santi, di far penitenza, di digiunare. Coloro che fanno chilometri per sentire una Messa degna di questo nome, che spendono tempo e denaro per educare cristianamente i loro figlioli, che sopportano le prove in famiglia e al lavoro, che recitano il Rosario e che pensano ai Novissimi: Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso.
Poiché mentre il Titanic conciliare affonda miseramente e Bergoglio dirige con tetragona ostinazione la squallida orchestrina dei modernisti, si prepara il redde rationem, cui nessuno sfuggirà, a prescindere dalle proprie convinzioni, o dal livello di ottundimento della voce della coscienza.
Moriranno tutti. Moriremo tutti. E per tutti vi sarà immediatamente un Giudizio Particolare, che svelerà a ciascuno gli inganni di questa setta infame che osa calcarsi in capo (e solo metaforicamente, s'intende) una corona che appartiene alla Santa Chiesa Cattolica. Nell'attesa del dies irae e della separazione delle pecore dai capri.
Non si poteva dir meglio. Sante parole.
EliminaTralcio,
RispondiEliminaal formarsi di un pensiero non cattolico contribuì alacremente anche Paolo VI,e dopo di lui anche gli altri pontefici. Perdonismi vari, Assisi, ecumenismo, relazione con gli ebrei e con le altre religioni ecc...sono stati il sale (si fa per dire ) degli ultimi 50 anni. Non è precipitato tutto negli ultimi dieci anni, purtroppo.
Eccellente l'intervento di Cesare Baronio, del quale condivido pienamente l'analisi, anche se non credo che siamo giunti alla fine dei tempi con l'avvento dell'anticristo e la Parusia.
Questa Chiesa "liquida" conviene a tanti.
Sia lodato Gesù Cristo,
pardon, buonasera.
Lucidissimo l'intervento di Cesare Baronio che condivido, purtroppo, e ringrazio. Non credo, invece, che si possa paragonare questo papa ai suoi predecessori. Se hanno fatto errori, hanno mostrato, però, una fede forte, salda e ancora capace di difendere i principi del Vangelo. Ora non più, non c'è paragone. Nessuno è perfetto, ma per arrivare alle frasi, ai gesti, alle telefonate, ai "Buonasera" di oggi ce ne vuole.....Prima un cristiano si sentiva guidato, ora si sente in balia degli eventi e temo anch'io che siano tragici quelli che ci attendono.
RispondiEliminaBravo, Cesare Baronio, il Marco Tullio dell'antibergoglismo. :)
RispondiEliminaMa poi siamo così sicuri che Bergoglio abbia tutto questo gran seguito?Se per seguito si intende il successo di cui godono i calciatori o gli uomini di spettacolo allora questo papa ha sicuramente un gran seguito.Ma se andate a chiedere a tutti questi seguaci perchè ne sono tanto ammirati non sanno darvi una risposta sensata.Se i giornaloni invece di esaltarlo ,per motivi inconfessabili,lo attaccassero tutti i giorni come facevano con Benedetto sono sicuro che questo successo svanirebbe come nebbia al sole .Il dramma di questo Papa è che ha voluto fortissimamente il papato ed adesso è sotto gli occhi di tutti la sua inadeguatezza.bobo
RispondiEliminaL' obbiettivo è creare una religione con tutti gli ideali dentro, una grande fratellanza, e buttare via il Vangelo perché sarebbe in contrasto. Periodo più nefasto nella storia della Chiesa non c'è mai stato anche se ancora esternamente sembra quasi tutto normale.
RispondiElimina
RispondiElimina"La tentazione di riscrivere il Catechismo"
di Riccardo Cascioli
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-la-tentazionedi-riscrivereil-catechismo-15322.htm
Ne riporto la conclusione:
"Ma a parte l’introduzione di questa casistica, che farà felici i "dottori della legge", le parole di padre Lombardi indicano un oggettivo cambiamento del Magistero della Chiesa, il cui significato va ben oltre il caso in esame. Vale a dire che stiamo assistendo al cambiamento pratico del Magistero della Chiesa via intervista (anzi, attraverso un’intervista che vorrebbe chiarire una conferenza stampa).
È una novità senza precedenti nella storia della Chiesa: saltato il Catechismo, ignorate un’enciclica (Humanae Vitae) e un’esortazione apostolica (Familiaris Consortio) per affermare un nuovo principio facendo finta che sia perfettamente coerente con la tradizione. Del resto, si può essere sicuri che quasi nessuno andrà a consultare catechismi, encicliche e documenti vari; a spiegare cosa dice la Chiesa ormai sono i titoli dei giornali.
Ma a questo punto – ed è qui che la questione diventa universale - qualsiasi altra affermazione definitiva del Magistero può essere messa in discussione: se ciò che la Chiesa ha sempre considerato un “male intrinseco” potrà diventare un giorno lecito, allora non c’è più nulla di oggettivo nella morale cattolica.
E se è vero che il cristianesimo non è una morale, è altrettanto vero però che la morale è una conseguenza oggettiva del fatto cristiano, non è indifferente: il confine tra bene e male è netto e chiaro.
Certe dichiarazioni – lo si voglia o meno - hanno la conseguenza di cancellare questo confine, tutto diventa relativo.
E confuso per i semplici fedeli.
È troppo chiedere un chiarimento?
"Ora, che Paolo VI abbia esplicitamente dato quel permesso non risulta per niente. Mai nessuno è stato in grado di citare una sola sua parola in proposito. Eppure questa leggenda metropolitana continua a stare in piedi da decenni, e puntualmente ci sono cascati anche Francesco e il suo portavoce.
RispondiEliminaPer ricostruire come è nata questa storia bisogna riandare non al pontificato di Paolo VI ma a quello del suo predecessore Giovanni XXIII.
Era il 1961, e la questione se fosse lecito che delle suore in pericolo d'essere violentate ricorressero a degli anticoncezionali, in una situazione di guerra come quella che imperversava allora in Congo, fu sottoposta a tre autorevoli teologi moralisti:
- Pietro Palazzini, all'epoca segretario della sacra congregazione del concilio e in seguito divenuto cardinale;
- Francesco Hürth, gesuita, professore alla Pontificia Università Gregoriana;
- Ferdinando Lambruschini, professore alla Pontificia Università del Laterano."
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/02/22/paolo-vi-e-le-suore-violentate-in-congo-cio-che-quel-papa-non-disse-mai/
Ma i fatti mostrano che il Papa si lascia tranquillamente travisare dai media, e nonostante ciò avvenga sempre ad ogni cosa che dica, non fa nulla per farsi capire, per disambiguare, per dire “no, guardate che non state capendo nulla di ciò che dico”. Niente di tutto ciò, né da parte del Papa né da parte della Curia Romana o di qualche organismo della Santa Sede, che almeno alzi il sospetto che la stampa sta prendendo in giro tutti.
RispondiEliminaBASTA con la storia che la stampa travisa. La stampa fa il suo mestiere, che è di correre allo "scoop". E' LUI che deve smetterla di parlare in modo ambiguo. E se non ci riesce (per varie motivi), stia zitto. Nessuno lo obbliga a fare queste conferenze stampa una aereo.
RispondiEliminaInfine, quando vuole essere chiaro (cfr Trump) è addirittura tagliente.
Perciò, STOP alle accuse alla stampa.
RR