Paralleli ineguagliabili tra Avvento e Quaresima, che fa bene conoscere e lasciarsene permeare e che andrebbero perduti se non ci fosse chi custodisce e fa rivivere....
Non si riesce a comprendere appieno il substrato liturgico del Proprium della Messa della II domenica di Quaresima senza fare riferimento ai testi dell’Ufficio divino.
Il breviario di questa domenica, nel Mattutino, presenta la figura del patriarca Giacobbe, esempio e modello di fiducia in Dio e totale abbandono alla volontà del Padre celeste. Ed è esattamente a questo che si richiama l’introito Reminiscere: “Ricordati, o Signore, della tua misericordia e della tua bontà eterna, fa’ che i nostri nemici non trionfino su di noi; liberaci, o Dio d’Israele, da tutte le nostre tribolazioni”. E, ancora, il versetto tratto dal salmo 24: “A te, Signore, elevo l’anima mia. Mio Dio, in te confido, che io non rimanga confuso”.
Sullo stesso grido di supplica e di fiducia, come fu per Giacobbe, sono modellati il graduale e il tractus. “Le tribolazioni del mio cuore sono diventate grandi, o Signore, liberami dalle mie angosce”, recita il graduale Tribulationes.
Domenica scorsa, trattando della I di Quaresima, mostravo il parallelo tra la I domenica di Quaresima e la I di Avvento: entrambe scritte nello stesso VIII modo, la prima per “annunciare” il gaudio del Natale, la seconda per far risuonare la gioia della perfetta (l’VIII modo è il perfectus) della letizia pasquale.
Anche questa II domenica instaura un parallelo simile di pregustazione della Risurrezione. L’introito Reminiscere, infatti, è scritto in IV modo, lo stesso in cui è scritto l’introito del giorno di Pasqua Resurrexi, con un incipit addirittura identico.
È, il IV, lo stesso modo con il quale risuonerà (lo vedremo) anche l’introito del Giovedì Santo Nos autem. E se si pensa che tutto ciò non sia altro che frutto della casualità, non si è sulla corretta strada per la comprensione di ciò che è il canto gregoriano: una fitta rete retorica fatta di citazioni e rimandi per gustare appieno, anche nella musica e nella liturgia, la complessità e bellezza della teologia e della dottrina cattolica.
Nella II domenica quaresimale, dunque, è posto il germe “musicale”, come lo era ancor più simbolicamente già nella I, della Pasqua. Ed è lo stesso germe che ritroveremo il Giovedì Santo, inizio del Triduo, quando si canterà solennemente che noi dobbiamo gloriarci nella croce di Nostro Signore grazia alla quale troviamo salvezza, vita e, appunto, risurrezione. Sia la Quaresima, sia soprattutto il Triduo troveranno il proprio compimento nel giorno di Pasqua durante il quale, quel IV modo dal sapore mesto e drammatico, verrà trasfigurato nel canto della Risurrezione. [Fonte]
Mattia Rossi
E ancora la Trasfigurazione che ha ricordato anche don Elia.
RispondiEliminaIn attesa della Risurrezione.
RispondiEliminaTaormina:"sbarazzarsi sia dell'organista che dell'organo" per "un po' di freschezza nella liturgia"!
RispondiElimina...La Musica Sacra Cattolica, che potrebbe anche fregiarsi a ragione della qualifica di "Patrimonio dell'umanità", è stata dalla conclusione del Concilio Vaticano II inutilmente sacrificata sull'altare della modernità per "attirare i giovani e allontanare tutti gli altri".
Solo un miracolo potrà riportare la Liturgia e la Musica Sacra nella giusta dimensione sacrale
http://blog.messainlatino.it/2016/02/taorminasbarazzarsi-sia-dellorganista.html
e pensare che anche fra gli attivisti della messa di smepre ci sono persone che sostengono che il proprio non deveessere eseguito perchè i fedeli non lo comprendono
RispondiEliminaE' bello e anche commovente vedere come questo giovane giornalista si interessi tanto del canto gregoriano. Si può ancora sperare che l'arte vera a servizio e onore di Dio abbia un futuro, anche se, forse, lontano. Vedo che ha colto uno dei principi fondamentali dell'estetica compositiva del gregoriano: "Una fitta rete retorica di citazioni e rimandi". Questo è vero, tuttavia ci vuole molta cautela, esperienza e discernimento per non cadere in una trappola ideologica omnipervasiva. Nel cimentarsi in commenti e confronti sulla modalità dei brani presentati, al giovane Mattia è sfuggito il fatto che il più delle volte questi brani sono una rielaborazione delle melodie del repertorio Romano Antico, composto in modalità arcaiche in cui la struttura melodica non è ancora chiaramente rapportabile ad un ethos e un pathos, che solo molti secoli dopo la definitiva redazione si è creduto di ravvisare e sistematizzare. Questo è tanto più vero in forza del fatto che i brani del Proprium della Seconda Domenica di Quaresima non sono stati composti per questa ricorrenza che in origine non esisteva (Dominica vacat). La Liturgia domenicale era quella vigiliare del Sabato delle IV Tempora di Quaresima, che iniziava la sera tarda del sabato e finiva all'alba della domenica. Quando, già nel primo millennio la Veglia fu progressivamente anticipata di orario, slittando al sabato mattina, si compose un formulario diverso per la domenica, mantenendo il Vangelo della Trasfigurazione dal sabato precedente, ma ripetendo i canti dell'Introito, Graduale, Offertorio e Comunione del precedente Mercoledì delle Quattro Tempora, dove le letture bibliche sono totalmente diverse. Tutti i canti dunque, eccetto forse il Tractus, non sono assolutamente riferibili al tema della Trasfigurazione come crede il nostro giovane studioso. Inutile quindi fare elucubrazioni sul rapporto tra Quaresima e Pasqua, "Reminiscere" e "Resurrexi", come già prima tra Avvento e Natale: sono accostamenti suggestivi, ma forzosi e arbitrari. Ciò che può essere vero in altre situazioni non necessariamente deve essere vero in tutti i contesti. L'entusiasmo per la materia può condurre a tali eccessi. Del resto basta scorrere l'enorme repertorio del canto gregoriano e ci si accorge che l'incipit del "Reminiscere" e molti frammenti melodici successivi sono assai ricorrenti anche nei Responsori prolissi, come ripetizione di modelli compositivi, senza che il loro testo contenga minimamente allusioni tematiche liturgiche. Ne cito alcuni, ma ciascuno può continuare la ricerca da sé traendone notevole profitto. Es: Confitebor tibi - Ecce mitto Angelum - Ego autem - Patefactae sunt - Quem vidistis - Recordare Domine - Subvenite Sancti.
RispondiEliminaTEOFILATTO