Marco Tosatti su Stilum Curiae.
Mille sacerdoti del mondo anglofono – le Confraternite del Clero Cattolico negli Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia e Irlanda – hanno espresso il loro appoggio ufficiale alla richiesta di chiarifcazione sull’Amoris Laetita formalizzata nei cinque “Dubia” da quattro cardinali. E appoggiata in maniera esplicita o meno palese da molti altri cardinali, vescovi, preti e laici.
Mille sacerdoti del mondo anglofono – le Confraternite del Clero Cattolico negli Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia e Irlanda – hanno espresso il loro appoggio ufficiale alla richiesta di chiarifcazione sull’Amoris Laetita formalizzata nei cinque “Dubia” da quattro cardinali. E appoggiata in maniera esplicita o meno palese da molti altri cardinali, vescovi, preti e laici.
Ne da’ la notizia il Catholic Herald.
In un comunicato i sacerdoti affermano che una risposta definitiva alle questioni dibattute in relazione al documento papale “È gravemente necessaria per correggere l’abuso dell’esortazione apostolica per minare la tradizione sacra”.
La dichiarazione afferma che i firmatari, membri delle confraternite, grazie alla loro esperienza pastorale hanno familiarità con le situazioni complesse che nascono dai matrimoni infranti e con le difficoltà che i pastori fronteggiano mentre si occupano delle coppie coinvolte in queste situazioni. E affermano che “Questo compito è reso più facile quando la Chiesa espone il suo insegnamento chiaramente e francamente”.
Le confraternite ammoniscono che “L’unità della Chiesa” e “La salvezza delle anime” sono minacciate dalle interpretazioni ampiamente divergenti dell’esortazione apostolica. “Quindi noi ringraziamo i quattro eminenti cardinali che hanno di recente sottoposto i loro dubia alla Santa Sede”.
Gli ultimi esempi di questa inedita confusione seguita a un documento vaticano li abbiamo sotto gli occhi. Riportiamo qui alcuni passaggi centrali dell’Intervista che il cardinale Gerhard Mūller, Prefetto della Congregazione della Fede, e quindi altissima autorità dottrinale della Santa Sede, ha concesso a Il Timone:
- “Si può dare una contraddizione tra dottrina e coscienza personale?
No, è impossibile. Ad esempio, non si può dire che ci sono circostanze per cui un adulterio non costituisce un peccato mortale. Per la dottrina cattolica è impossibile la coesistenza tra il peccato mortale e la grazia giustificante. Per superare questa assurda contraddizione, Cristo ha istituito per i fedeli il Sacramento della penitenza e riconciliazione con Dio e con la Chiesa. - È una questione di cui si discute molto a proposito del dibattito intorno all’esortazione post-sinodale “Amoris laetitia”.
La “Amoris laetitia” va chiaramente interpretata alla luce di tutta la dottrina della Chiesa. […] Non mi piace, non è corretto che tanti vescovi stiano interpretando “Amoris laetitia” secondo il loro proprio modo di intendere l’insegnamento del papa. Questo non va nella linea della dottrina cattolica. Il magistero del papa è interpretato solo da lui stesso o tramite la Congregazione per la dottrina della fede. Il papa interpreta i vescovi, non sono i vescovi a interpretare il papa, questo costituirebbe un rovesciamento della struttura della Chiesa cattolica. A tutti questi che parlano troppo, raccomando di studiare prima la dottrina [dei concili] sul papato e sull’episcopato. Il vescovo, quale maestro della Parola, deve lui per primo essere ben formato per non cadere nel rischio che un cieco conduca per mano altri ciechi. […] - L’esortazione di san Giovanni Paolo II, “Familiaris consortio”, prevede che le coppie di divorziati risposati che non possono separarsi, per poter accedere ai sacramenti devono impegnarsi a vivere in continenza. È ancora valido questo impegno?
Certo, non è superabile perché non è solo una legge positiva di Giovanni Paolo II, ma lui ha espresso ciò che è costitutivamente elemento della teologia morale cristiana e della teologia dei sacramenti. La confusione su questo punto riguarda anche la mancata accettazione dell’enciclica “Veritatis splendor” con la chiara dottrina dell’”intrinsece malum”. […] Per noi il matrimonio è l’espressione della partecipazione dell’unità tra Cristo sposo e la Chiesa sua sposa. Questa non è, come alcuni hanno detto durante il Sinodo, una semplice vaga analogia. No! Questa è la sostanza del sacramento, e nessun potere in cielo e in terra, né un angelo, né il papa, né un concilio, né una legge dei vescovi, ha la facoltà di modificarlo”.
In contemporanea, la Conferenza Episcopale tedesca pubblicava le sue linee guida, approvate il 23 gennaio dal Consiglio permanente (non dall’Assemblea dei vescovi, dove sono presenti voci dissenzienti) in cui per quanto riguarda i divorziati risposati senza dare “una regola generale o un automatismo”, prevede, in singoli casi e al termine di un processo di discernimento, l’ammissione all’eucaristia caso per caso. Che però è in aperto contrasto con quanto spiegato dal card. Mūller poco sopra.
La lettera di reintegro di don Uribe (clicca per ingrandire) |
In questo quadro registriamo degli sviluppi positivi nel caso di Luis Carlos Uribe, il sacerdote colombiano di cui abbiamo scritto qualche giorno fa. Secondo notizie che provenivano dalla Colombia, il sacerdote sarebbe stato sospeso dal vescovo perché si sarebbe rifiutato, pubblicamente e in privato, di applicare l’interpretazione aperturista di Amoris Laetitia.
One Peter Five da notizia di un documento firmato da Uribe, in cui si dice che “Luis Carlos Uribe Medina…dopo un dialogo fraterno con il mio vescovo, mons. Rigoberto Corredor Bermudez, liberamente e volontariamente dichiaro di voler restare sotto l’obbedienza e il rispetto verso il Santo Padre Francesco e il mio vescovo diocesano, all’interno della Dottrina e della Tradizione Apostolica della Chiesa”. E con l’autorizzazione del vescovo riprende il suo ministero sacerdotale.
Il sito web spagnolo Secretum Meum Mihi ha riporta una notizia, diffusa da Radio Rosa Mistica Colombia, secondo cui il vescovo non solo a corretto la situazione di Uribe, ma “Ora sembra aver respinto l’interpretazione del card. Schōnborn di Amoris Laetitia a favore della visione ortodossa sul Matrimonio e l’Eucarestia”.
La confusione, ci sembra, aumenta invece di diminuire.
E intanto a Boston:
RispondiEliminahttp://www.lastampa.it/2017/02/01/vaticaninsider/ita/nel-mondo/la-teologia-latinoamericana-scavalca-il-muro-EFquPat34IiVkSFJ1vj82K/pagina.html
Per il gesuita Scannone:
"Papa Francesco è alla testa di un mutamento radicale in senso evangelico nella Chiesa e nella società mondiale, nella fedeltà creativa (!?) rispetto al Vaticano II e ai Papi del Concilio. Ritengo che la teologia latinoamericana debba accompagnare questa nuova direzione, che ha come alveo la misericordia, la conversione pastorale e missionaria, l’opzione per una Chiesa povera per e dei poveri e il discernimento dei segni dei tempi.
E alla domanda:
-Si immagina il futuro della Chiesa senza Francesco, o dopo Papa Francesco?
Scannone risponde:
"Ho l’impressione che molti dei passi compiuti da Francesco rispetto alla riforma e alle riforme nella Chiesa sono irreversibili. Inoltre confido nella Divina Provvidenza riguardo all’elezione del successore, che – spero – potrà continuare con fedeltà creatrice il compito di una Chiesa “semper reformanda” e al servizio di una umanità che percorre le strade della globalizzazione, perché essa sia più equa, giusta e solidale."
Fedeltà creativa....talmente creativa che non teme di tradire la Parola del Signore, di calpestare il Magistero immutabile della Sua Chiesa, parole, parole, se restassero parole già farebbero e fanno molto male ma purtroppo oggi si passa agli atti, alle parole devastatrici seguono gli atti che le concretizzano ed è il papa stesso a dare il là di quella ribellione e cacofonia.
Mi permetto di riprendere parte di un commento precedente di Paolo Pasqualucci:
Questo e' il punto: a mio avviso non si vuol capire che l'impasse, la gravissima crisi non si supera se non esplode in tutta la sua drammaticita' il confronto con il Papa, con questo Papa qui non con il Papato; se chi di dovere non ne contesta apertamente e formalmente le ambiguita' e gli errori, affidandosi per le conseguenze alla Provvidenza.
Non e' piu' il tempo delle sfumature, dei distinguo, dei si potrebbe, dei suggerimenti, dei consigli, degli inchini e delle riverenze, fatte del resto spesso insinceramente perche' dettati dalla paura. E il tempo di affrontare il nemico guardandolo nel bianco degli occhi, come si diceva una volta."
Nel frattempo, un articolo di Crux che, apparentemente, è una correzione tecnica su un paio di sviste. In pratica, ho la sensazione di pancia che nasconda qualcosa di più complesso, ma che non so decifrare:
RispondiEliminahttps://cruxnow.com/global-church/2017/02/01/crux-blew-two-fronts-important-say/
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Fabrizio Giudici
maledetto l'uomo che confida nell'uomo.bobo
RispondiEliminaFabrizio,
RispondiEliminaho letto e ho cercato di farmi un'idea.
Francamente mi pare una sorta di 'marcia indietro' e forse è collegata con la "svista" nei confronti di Chaput che ha contribuito a farli mettere maggiormente sotto osservazione...
Anche a me, di pancia, sorprende e dà anche un po' fastidio quel tipo di auto-giustificazione.
Un conto è riconoscere un errore effettivo (che può capitare), un altro conto è un tipo di autocritica, abbastanza enfatizzato, che mi sa tanto di giustificazionismo.
Mic,
RispondiEliminanon è la cosa di Chaput che mi incuriosisce - quella mi pare puramente tecnica. Normale amministrazione, uno sbaglia una citazione, tanto di cappello per un giornale che, una volta tanto, pubblica una rettifica.
È tutto il discorso della seconda parte, sulla nota della AL, come a giustificarsi di una eccessiva attenzione. Il tutto scritto da una turiferaria maggiore. Forse è solo una cortina fumogena per sfuggire ai dubia dicendo che la questione non è così importante, forse c'è dell'altro...
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Fabrizio Giudici
Non penso che l`OR abbia ripreso l`intervista del Prefetto della CdF che, se non vado errata è il secondo personaggio in importanza dopo il papa, ma riprende e commenta invece le aperture della Conferenza episcopale tedesca:
RispondiEliminahttp://ilsismografo.blogspot.ch/2017/02/germania-misericordia-e-autorevolezza.html
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/02/03/sulla-medicina-per-i-peccatori-le-opposte-ricette-di-ratzinger-e-bergoglio/
RispondiEliminahttps://www.lifesitenews.com/news/colombian-bishop-reinstates-priest-suspended-for-opposing-communion-for-adu
RispondiEliminaSottoscrivo anch'io, assolutamente:
RispondiEliminaQuesto e' il punto: a mio avviso non si vuol capire che l'impasse, la gravissima crisi non si supera se non esplode in tutta la sua drammaticita' il confronto con il Papa, con questo Papa qui non con il Papato; se chi di dovere non ne contesta apertamente e formalmente le ambiguita' e gli errori, affidandosi per le conseguenze alla Provvidenza.
Non e' piu' il tempo delle sfumature, dei distinguo, dei si potrebbe, dei suggerimenti, dei consigli, degli inchini e delle riverenze, fatte del resto spesso insinceramente perche' dettati dalla paura. E il tempo di affrontare il nemico guardandolo nel bianco degli occhi, come si diceva una volta."
https://www.youtube.com/watch?v=AD5KVu-dyD8
RispondiEliminaappello di un sacerdote