Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 16 febbraio 2017

Sessualità umana: è auspicabile un incontro fra Teologia e Medicina? Un inizio di riflessione. - Alfonso Aliberti

Pubblico di seguito la riflessione meditata di un nostro lettore, che parla dalla sua prospettiva di medico. Interessante che parte da una citazione presa dal Dubium n.1. Ѐ importante che cominciamo a fare dei Dubia il nostro Magistero e che circolino, visto che sono in tanti a non sapere neppure di che si tratta! 
Questo inizio della riflessione sviluppa a grandi linee una visione fisiologica della problematica sessuale, che è certamente ineludibile, ma sarà da integrare con i versanti psichico e spirituale, non solo ma soprattutto quando si tocca il tema della castità sacerdotale.
Non mi addentro ovviamente su questi versanti sui quali attendiamo con interesse il seguito della riflessione, ma accenno soltanto alla sublimazione *, ardua quanto si vuole, ma non meno reale nelle sue implicazioni, se correttamente e sanamente orientata e vissuta. Naturalmente, nella vita di fede, è sostenuta da intensa preghiera ed ascesi, e dalla grazia soprannaturale, che agisce su tutte le facoltà umane e sui fenomeni interconnessi che le muovono.
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* Dal latino sublimare: "esaltare, elevare spiritualmente, rendere sublime". Fenomeno mutuato dalla fisica e dalla chimica; ma trasferito anche alla sfera psicologica, nella quale è il processo attraverso il quale l'energia pulsionale primitiva, specialmente quella sessuale, viene in parte distolta dal suo fine e, mutato l'indirizzo originario con lo spostamento dello scopo istintuale, viene trasformata in attività di alto valore sociale o culturale, tra cui anche la creatività artistica e intellettuale nonché, in genere, le attività più elevate dello spirito umano.

Sessualità umana: è auspicabile un incontro fra Teologia e Medicina? Un inizio di riflessione.

Questo è veramente un parlare duro alle orecchie di coloro che non sono eletti: 
"L’unione coniugale non è basata solo sulla mutua affezione, "gli atti sessuali non sono solo un’attività tra le altre che la coppia compie". "Le relazioni sessuali sono per l’amore coniugale. Esse sono qualcosa di così importante, così buono e così prezioso, da richiedere un particolare contesto: il contesto dell’amore coniugale. Quindi, non solo i divorziati che vivono in una nuova unione devono astenersi, ma anche chiunque non è sposato. Per la Chiesa, il sesto comandamento "non commettere adulterio" ha sempre coperto ogni esercizio della sessualità umana che non sia coniugale, cioè, ogni tipo di atto sessuale al di fuori di quello compiuto col proprio legittimo sposo". ("Fare chiarezza". Nodi irrisolti dell'Amoris Laetitia. L'appello di quattro Cardinali al papa - Dubium n,1)
Gesù aveva molti discepoli, ma ogni qualvolta il suo parlare era duro, molti se ne andavano. Anche i dodici che continuavano a seguirlo non comprendevano pienamente il Suo parlare. Se il parlare duro allontanava la maggior parte dei Suoi stessi discepoli, come possiamo meravigliarci che la moltitudine degli uomini poi sia diventata sempre più sorda alle Sue parole di vita eterna? Quale importanza ha per l'uomo contemporaneo il comando "non commettere adulterio" e l'insegnamento perenne della Chiesa di non avere relazioni sessuali se non nel contesto dell'amore coniugale? E' possibile ancora nella nostra epoca rispettare l'esercizio della sessualità esclusivamente con il proprio legittimo sposo, quindi solo dopo il matrimonio sacramentale? Uno sguardo al mondo attuale ci rende consapevoli che i "molti" vivono nello stordimento illusorio che l'"ars bene vivendi" si concretizzi nel soddisfare, qui ed ora, ogni piacere del corpo, abbandonandosi al sensualismo, particolarmente quello erotico, che si vuole godere ardentemente, liberi da ogni freno morale. Al contrario, sono "pochi" gli uomini che persistono nel cammino secondo lo Spirito, non escludendo però di dare le dovute attenzioni alle lecite esigenze corporali.

Questa nostra epoca storica è caratterizzata da una visione dionisiaca (bacchica) del mondo, secondo la quale ogni cosa viene "misurata non secondo la sua purezza spirituale, ma piuttosto secondo la forza sensuale-fallica. "Il modus vivendi delle nuove generazioni è una rituale celebrazione dell'entusiasmo erotico, potenziato dalla vertigine dei sensi indotta dalla sfrenata assunzione di droghe, senza più distinzione dei sessi, invocando l'Amore (Eros) a giustificazione anche delle azioni più turpi, scavalcando ogni barriera dell'umanità." "L'attuale considerazione del mondo, indirizzata alla corporeità, stravince senza fatica,  perché essa fa del libero e democratico godimento del piacere sessuale il suo principio fondamentale." In questo nostro tempo "sono cadute tutte le catene con le quali l'uomo circonda la propria esistenza, è spezzata ogni tirannia che voglia domare o impedire lo sfrenato appagamento delle brame naturali. Non c'è altro diritto, non altra regola della vita che lo ius naturale, che ogni creatura segue". Ecco dunque che oggi si preferisce nuovamente vivere in onore a "Dioniso" per cui assistiamo ovunque a "tiasi per mare e per terra, cortei solenni, pompe, trionfi, un fuggire e inseguire, un motteggiare e celiare, danzare e trincare, giocare e lottare, una cura dell'agilità del corpo". "L'eccesso dei doni di natura, l'eccesso del loro godimento, l'eccesso in ogni attività dei sensi, la forza superumana della dissolutezza, questa è la felicità con la quale Dioniso cerca di elevare l'umanità sopra il sentimento della propria debolezza e miseria: un dio della menzogna e dell'inganno, pseudomenos, che mediante la furia del godimento sensuale partorisce solo la furia della disperazione."

Andando all'origine del problema se mai possa un uomo vivere in castità, è fondamentale fare anche alcune considerazioni medico-scientifiche per avere ben chiaro che l'organismo umano è nella sua complessità straordinariamente strutturato per soddisfare quelli che gli antichi fisiologi definivano "bisogni, desideri o appetiti istintivi", ritenendo che essi traessero "origine dalla troppo protratta astinenza". Dal punto di vista teleologico, due sono i fondamentali "bisogni" che assicurano la vita: il bisogno di mangiare che precisamente assicura la conservazione degli individui ed il bisogno sessuale che assicura la conservazione della specie. Dei due, il bisogno sessuale è il più imperioso. Infatti, tutto l'organismo è strutturato anatomo-fisiologicamente, in sommo grado e prioritariamente, per la funzione riproduttiva,  ragion per cui non è "naturalmente" possibile a nessun uomo "normale" inibire il desiderio sessuale con la sola forza della volontà, che mai sarà tanto forte da rinunciare a quelle piacevolissime sensazioni  che "raggiungono le note più acute della gamma della voluttà" nel corso dell'unione sessuale. Una tale inequivocabile realtà naturale fu compresa fin dall'antichità e la stessa Bibbia la inserisce sublimemente nel progetto creativo di Dio.  Infatti, il primo comandamento di Dio dato all'uomo ed alla donna fu "siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela". 

Ora, per attuare il comando divino "siate fecondi", è necessario che ci sia un rapporto sessuale fra il maschio e la femmina, che sono i due sessi che Dio creò. L'atto sessuale naturale fra maschio e femmina, finalizzato alla conservazione della specie, è precisamente determinato in ogni individuo da organi anatomici speciali che nell'insieme costituiscono gli apparati genitali, quello maschile e quello femminile, perfettamente complementari e concorrenti a svolgere la funzione riproduttiva.

Come risponde l'uomo a questo comando? E' a tutti evidente che la "concupiscenza" sessuale domina la nostra società come mai nel passato. L'esercizio della sessualità oggi esclude il comando di Dio di essere fecondi, per cui l'atto sessuale viene svolto con lo scopo esclusivo di soddisfare l'insopprimibile appetito venereo e di averne piacere, per il raggiungimento massimo del quale non viene esclusa nessuna modalità di copulazione. Questa scelta "libertina" del rapporto sessuale non pone problemi dal punto di vista medico, dal momento che la copula permette all'uomo di star bene, ovvero di avere in primis piacere e in secundis di non soffrire le conseguenze "patologiche" dell'astinenza sessuale, giacché la rinuncia a qualsiasi atto erotico pone grossi problemi allo stato di salute, compromettendo l'ordine anatomo-fisiologico dell'organismo, così come è stato creato dalla Volontà divina.

Possiamo dunque ritenere "disumana" la scelta di rinunciare all'atto sessuale naturale?
Cantato poeticamente dai più remoti tempi come "Amore", la forza che muove l'Universo, del desiderio erotico abbiamo oggi una conoscenza dettagliata sia dei regolari meccanismi biochimici, anatomo-fisiologici e clinici, che lo determinano nelle cause e lo regolano nell'espletamento, sia anche delle conseguenze fisio-psicopatologiche della astinenza sessuale. "I diversi temperamenti individuali, i diversi climi, i diversi ambienti sociali, la diversa educazione morale e religiosa imprimono alle manifestazioni del bisogno sessuale un differente carattere. Al puro desiderio brutale si aggiunge quasi sempre nell'uomo un elemento psichico, che può raggiungere i gradi più elevati e nobili dell'amore, avente per base non solo la bellezza corporea, ma anche il valore morale e intellettuale. L'amore però se purifica e nobilita l'impulso sessuale, non lo calma, anzi ne accresce il vigore e l'intensità, aumentandone i componenti psichici sensoriali. L'imperioso istinto sessuale si spegne solo con il congiungimento carnale dei sessi, atto questo foriero di un complesso di sensazioni in massimo grado piacevoli e voluttuose. Al contrario, qualora esso non fosse soddisfatto, l'uomo soffre non pochi disturbi nel corpo e nell'animo. 

Solo pochi uomini con il più forte carattere, di elevata intelligenza, dotati di un profondo senso estetico e soprattutto in possesso di granitiche virtù morali e religiose, possono scegliere la castità, mai escludendo il rischio di cedere nel tempo alle acute note della voluttà. Di ciò, fu perfettamente consapevole lo stesso san Paolo che ammonì i Corinzi: 
"Per quanto riguarda le domande che mi avete posto nella vostra lettera, la mia risposta è questa: è meglio per il cristiano non sposarsi; 2 tuttavia, per non cadere nell’immoralità (fornicazione), ogni uomo abbia la propria moglie ed ogni donna il proprio marito. 3 L’uomo dia alla moglie tutto ciò che è nel suo diritto come donna sposata (dovere coniugale), lo stesso vale per la donna nei confronti del marito. 4 Perché una ragazza, quando si sposa, non ha più alcun diritto sul proprio corpo, ma ne è padrone il marito; così pure il marito non ha più diritti sul proprio corpo, che appartiene alla moglie. 5 Non vi private l’uno dell’altro, se non di comune accordo; e per un periodo di tempo limitato, per dedicarvi completamente alla preghiera. Ma subito dopo tornate insieme, per evitare che Satana vi tenti, facendo leva sui vostri istinti (mancanza di autocontrollo). 6 Non vi ordino di astenervi ma vi sto dicendo semplicemente che potete farlo se lo desiderate. 7 Io vorrei che tutti fossero come sono io, ma non siamo mica tutti uguali! Ad alcuni Dio dà il dono di essere un marito o una moglie, ad altri il dono di riuscire a vivere serenamente da soli. 8 Per quanto riguarda quelli che non sono sposati e le vedove dico che fanno bene a restare come sono, nella mia stessa condizione. 9 Se però non riescono a dominare i loro istinti, è meglio che si sposino. Meglio sposarsi, che bruciare di desiderio."
La scienza medica ci ha dimostrato che il nostro organismo è mirabilmente strutturato, nella pur evidente sua complessità, a rendere naturalmente attuabile la fondamentale funzione riproduttiva, tramite la soddisfazione, sublimemente voluttuosa, del tirannico bisogno erotico, la cui negazione al contrario fa vivere l'inferno in terra a chi osa provarci. Per coloro che volessero astenersi dall'esercizio della sessualità, soprattutto per quelli che  fanno voto di castità perpetua, fiduciosi di avere ricevuto "il dono di riuscire a vivere serenamente da soli",  a mio parere sarebbe doveroso valutare se si possa chiedere alla Medicina, che ne ha le possibilità, di rendere meno innaturale tale scelta. 

24 commenti:

Anonimo ha detto...

Credo che saper vivere castamente sia da sposati che da non sposati sia possibile solo se guidati e sostenuti dalla grazia soprannaturale, la grazia di stato che non ci viene negata se la chiediamo consapevoli di averne assoluto bisogno (pena il non poter vivere santamente la propria vocazione e quindi in un certo modo tradirla e con ciò tradire chi ci ha vocati).
Dissento perciò dalla conclusione per cui si potrebbe trovare nella medicina un aiuto, anche decisivo mi par di capire, per ottemperare al voto di castità (declinato in astinenza per chi appunto fa voto). Vorrebbe dire non fidarsi completamente di poter ricevere quel dono, la grazia, che la nostra libera scelta invece ci merita e cha sempre la nostra libertà deve continuamente farci domandare.
E non fidarsi completamente significa voler fidarsi dei propri mezzi, quindi in ultima analisi è orgoglio.

Oltre a questo vorrei dire che poiché il fine primario del matrimonio è la prole, e l'averla e l'educarla, ed essendo i fini secondari (la fede ed il Sacramento) a questo subordinati e funzionali (perciò sono secondari), allora il voler mettere i secondi (ed in particolare la fede, che è anche il mutuo sostegno, l'amore coniugale) al pari del primo, escludendo ogni gerarchia è sbagliato.
Gli atti propri del matrimonio sono da ritenersi solo ed unicamente ordinati alla prole, con ciò escludendosi ogni situazione estranea; perciò la sessualità fuori dal matrimonio, oppure la sessualità nel matrimonio non ordinata alla procreazione sono da escludersi, anche perché vanno contro al comando iniziale (Gen 1,28) del "siate fecondi e moltiplicatevi" e quindi sono una disobbedienza.
Da questo si conclude la prassi che si vuole introdurre perché in determinati casi chi è sposato ma adultero possa accedere ai Sacramenti, è del tutto antievangelica.

irina ha detto...

Quando la vita era più equilibrata, tra pensare ed fare, la castità, la verginità erano lievi. Ora siamo molto più liberi dal fare, le macchine ci sollevano di parecchio lavoro, e siamo molto più sollecitati, nel pensiero, verso il basso che non verso l'alto. Ed inoltre il nostro fare, almeno nelle intenzioni, è volto verso noi stessi. Insomma siamo portati a fare della sessualità una bolla speculativa. Mediamente. Agli estremi ci sono quelli che, impegnati nello studio,nell'artigianato e nell'arte, finiscono con il non pensarci affatto, anche se sposati; e ci sono quelli che usano del sesso per tutte le loro relazioni sociali e/o magiche.

Josh ha detto...

concordo col commento soprastante 16 febbraio 2017 17:36

dal post invece riprendo questo passaggio con cui come cristiano non sono d'accordo affatto:

"La scienza medica ci ha dimostrato che il nostro organismo è mirabilmente strutturato, nella pur evidente sua complessità, a rendere naturalmente attuabile la fondamentale funzione riproduttiva, tramite la soddisfazione, sublimemente voluttuosa, del tirannico bisogno erotico, la cui negazione al contrario fa vivere l'inferno in terra a chi osa provarci. Per coloro che volessero astenersi dall'esercizio della sessualità, soprattutto per quelli che fanno voto di castità perpetua, fiduciosi di avere ricevuto "il dono di riuscire a vivere serenamente da soli", a mio parere sarebbe doveroso valutare se si possa chiedere alla Medicina, che ne ha le possibilità, di rendere meno innaturale tale scelta."

la fede cristiana chiama le persone a una vita cristiana che è vita intrecciata coil soprannaturale.
Alcune di queste persone chiamate da Cristo vivono la castità.
Per potenza di Dio in loro, non per medicina o per addormentamento chimico....mi sembra di sognare.

Non esiste un "tirannico bisogno erotico, la cui negazione al contrario fa vivere l'inferno in terra a chi osa provarci"
se si crede che Dio, la sopranatura che ci è partecipata dalla fede in Cristo e dall'assistenza dello SS, vince la natura e gli impulsi, sia quelli più disordinati e animaleschi sia quelli più ordinati, ma anche, per es. quelli caratteriali, quelli morali, etc.
se si vive in Cristo e se non si vive col proprio Io caduco, ovviamente....

dire 'innaturale' la castità sacra vissuta per fede (storia di quasi tutti i santi)
e in Comunione, francamente è risibile in ambito cristiano...

significa non avere sperimentato il potere di Dio nella propria vita. Sugli impulsi sessuali, come anche su 1000 altre cose.
Mi sembrano ragionamenti di chi, per dirla proprio con S. Paolo, "è ancora nella carne".

Rr ha detto...

Non essendo androloga, ne' ginecologa, mi sfugge qual aiuto farmacologico la Medicina potrebbe offrire ad un uomo o una donna che abbiano fatto voto di castità. Se chi scegli l'astinenza, lo fa perché in realtà è "sposo della Chiesa " o "sposa di Cristo", la sua rinunzia e quanto costi il mantenersi casti, sono il pegno di quest'Amore, e le preghiere e la Grazia dovrebbero bastare. Se invece c'è l' "aiutino" farmacologico, che rinuncia, sacrificio, Amore è ?
La stessa cosa vale per due coniugi che usino farmaci per evitare di desiderare l'uomo o la donna d' altri. Se la fedeltà coniugale è
mantenuta grazie ad un farmaco,dov'è l' amore vero per l'altro/a? Anche in questo caso, preghiera e Grazia si stato dovrebbero essere sufficienti.
In entrambe le situazioni, poi, anche la ragione ci aiuta: perché rovinare una famiglia, rischiare di perder i figli, rimetterci anche economicamente e socialmente, per il piacere di una sera, un mese, un anno?
Perché rompere il patto di fedelta' a Nostro Signore, perder la salute, soprattutto l'anima, anche solo per una sera, un mese, un anno ?
No, io credo che la Medicina non serva, se non in casi singoli e molto particolari.
Serve arrivare al matrimonio o alla vita consacrata in modo cosciente e maturo, aiutati dai nostri genitori e famiglie tutte, dall'educazione ed istruziome ricevute, e soprattutto dalla Chiesa. Tutto ciò oggi è assente o molto carente.
In quest'ambito, come ormai in quasi tutti gli altri, c'e' un'ignoranza diffusa, un pressappochismo pauroso, una cattiva informazione voluta e perseguita in tutti i modi.
Sulla sessualità sfrenata, senza regole, senza limiti, anche la moderna sessuolgia mette in guardia ed avvisa dei pericoli per la salute fisica e psichica. Cosi come vari studi dimostrano che essere sposati e rimanerlo fa allungare la vita e ridurre le malattie.
Di recente un politico, credo, ha chiesto di probire la pornografia, e tutti a ridere. Ci sono decine di articoli scientifici(non della CDF) che spiegano e dimostrano i danni, anche irreparabili, che l'uso ed abuso della pornografia, specie se si inizia in età adolescenziale, possono causare, impedendo un sano sviluppo e praticadella sessualità nell'uomo, soprattutto, ma anche nella donna. Ma nessuno fa niente per impedire tutto ciò.
Sse la Chiesa tornasse ad essere mater et magistra, le cose potrebbero aggiustarsi. Altrimenti sarà sempre peggio. E noi medici non potremo certo porvi rimedio.

E quello. He mqnca oggi, ler mantenersi tali.

irina ha detto...

OT
Si continua a morire di meningite. Silenzio.

Anonimo ha detto...

Il bisogno di mangiare e di bere è molto più forte dell’istinto (discutibile chiamarlo “bisogno”) sessuale: se non si mangia o non si beve, si muore; nella verginità, si può vivere benissimo, e anzi, a dirla tutto, meglio.

Certo, è quasi impossibile, o forse impossibile senza “quasi”, viver senz’affètti. Ma noi abbiamo dimenticato che l’affètto non s’esprime solo nella forma sessuale. L’amicizia, in particolare, può essere un’esperienza sublime, e può riempir la vita non meno d’un amore erotico. Tanti, se lo capissero, non ricercherebbero scriteriatamente soddisfazioni sensuali che son contrarie alla ragione e alla dignità umana, e lasciano l’uomo nella sua solitudine.

L’amicizia è il vero, grande, tabù e scandalo di quest’epoca di libertinaggio, perché non s’esprime coll’erotismo, che noi abbiamo divinizzato. Ma per altre generazioni, incomparabilmente più profonde e riflessive della nostra, non era affatto così.

Maso

Silente ha detto...

Grazie Rosa. Hai ragione. Ma quando nelle scuole si impone l'educazione sessuale, la malvagia ideologia gender, l'omosessualismo e la Chiesa non protesta, non reagisce, anzi, talvolta approva e supporta....

Anonimo ha detto...

Concordo con i precedenti.

Chiamare inumana la condizione di Maria santissima, sposa e vergine castissima, di Gesù stesso, mi sembra una bestemmia.

Ipotizzare l’ausilio medico (pillola bianca invece che blu ?, magari un taglio netto e risolutivo ?) per sopportare la castità (non l’astinenza subita), come se fosse una malattia, è pazzesco. Sembra presupporre qualche falla nella fede. E la grazia ? E S. Paolo che supplicava Dio (altro che pillolina) di togliergli la spina dal fianco, per sentirsi rispondere che la grazia gli sarebbe bastata per non cedere alla tentazione, ma che la tentazione avrebbe continuato a tormentarlo?
E i digiuni ? la “Medicina” ci può dare un aiutino (magari una pillolina che tolga i morsi della fame)? Magari anche una superdroga per i pellegrinaggi o le veglie troppo pesanti ?

Quanto al sesso, attenzione ad esaltarlo come fosse la vetta della vita umana. E’ l’istinto più potente, ma il suo potere, se non incanalato e contenuto, attraverso la preghiera, é altamente distruttivo. Disumanizzante. Dopo il peccato originale i nostri progenitori si scoprirono nudi e provarono vergogna. La distruzione della famiglia, e quindi dell’uomo, è attuata attraverso l’esaltazione dell’eros. La nuova Chiesa si è accodata al coro di esaltazione dell’eros, cestinando i lavori preparatori del CVII in cui si riproponeva la finalità procreativa ed educativa del matrimonio come primaria, pareggiando a questa quella “unitiva” e aprendo così la strada a tutte le realizzazioni dell’affettività erotica distruttive della famiglia (adulterio/nuova unione in cui si trova il vero amore e la vera felicità) , omoerotiche ecc.

Una volta ho letto di un esperimento fatto con dei topi in una gabbia in cui c’era un tasto che, se premuto, attraverso una scarica elettrica, produceva nel cervello effetti simili all’orgasmo: i topi ricorrevano a questo pulsante con sempre maggiore frequenza, al punto da non pensare ad altro che a premere questo pulsante, smettendo così di mangiare e morendo.

Anna

Anonimo ha detto...

Concordo anch'io con l'anonimo delle 17:36.
La castità assoluta FUORI DAL MATRIMONIO è (o dovrebbe essere) la NORMALITA'!
Che sia una normalità assai poco praticata e assai poco diffusa, soprattutto in questa società perversa, è un altro discorso ma è raggiungibilissima anche SENZA alcun aiuto da parte della medicina, visto che è ciò che ci chiede Dio (e il Suo giogo è leggero).
Chi sceglie la castità assoluta, più che di un medico ha bisogno di un valido direttore spirituale, ma non necessariamente: ci si può riuscire benissimo anche senza.

Concordo completamente anche con il commento dell'anonimo che si firma Maso: basta con il luogo comune che gli affetti di una certa importanza debbano essere basati (anche) sul sesso: ciò, oltre ed essere falsissimo, favorisce i modernisti che sostengono l'Amoris laetitia, secondo i quali sembra che non si possa (quasi) vivere senza avere un rapporto basato sul sesso: sono arrivati a dare VALORE alle coppie adulterine, alle coppie di conviventi e (alcuni di loro) anche alle coppie di sodomiti da quanto idolatrano i rapporti basati sul sesso!

A. ha detto...

Dissento perciò dalla conclusione per cui si potrebbe trovare nella medicina un aiuto, anche decisivo mi par di capire, per ottemperare al voto di castità (declinato in astinenza per chi appunto fa voto). Vorrebbe dire non fidarsi completamente di poter ricevere quel dono, la grazia, che la nostra libera scelta invece ci merita e cha sempre la nostra libertà deve continuamente farci domandare.
E non fidarsi completamente significa voler fidarsi dei propri mezzi, quindi in ultima analisi è orgoglio.
Non sono di questo parere. Ragionare in questi termini mi sa di gnosticismo. Dio è il principio e la base di ogni realtà. Anche i progressi della medicina (se sono progressi veri, ma questa è un altra storia) sono mezzi che la Grazia mette a disposizione di chi ne ha bisogno. La sapete la barzelletta del motoscafo?
Il Signore ha deciso di mandare un nuovo diluvio. Ne informa uno dei pochi bravi ragazzi rimasti al mondo, aggiungendo :"Vai a vivere in collina, poi ti aiuterò io". Giunge il diluvio. Ormai le acque lambiscono la casa del nostro bravo ragazzo. Passa di là un motoscafo. -Saltate su capo- fa il guidatore. Vai al salvare qualcun altro, io ho chi pensa per me. Passano altri motoscafi. Il nostro bravo ragazzo da sempre la stessa risposta. Infine affoga. Giunto in Paradiso, si pone qualche domanda :Come mai è andata così?.
Fa il Signore :"Come mai non hai capito che ero io che ti mandavo i motoscafi?

irina ha detto...

@ anonimo 9:28
la barzelletta tratta del discernimento degli spiriti che è sempre stato molto difficile, anche per i Santi.Oggi poi lo è ancor di più, sono infatti molti coloro che comunicano telepaticamente. Direi meglio non fidarsi. NSGC è buonissimo e per ognuno ha un messaggio unico mai usato prima che mai sarà usato poi. I copioni e ripetitori meglio lasciarli perdere.

Josh ha detto...

quindi ..."il motoscafo" odierno che chi vive una castità santa per il Signore nel potere dello Spirito
dovrebbe prendere, sarebbe una specie di bromuro (o analogo succedaneo meglio formulato odierno)?
così da spegnere i focosi sensi

davvero interessante
soprannaturale soprattutto

in quel passaggio nel post infatti è già anche mal inquadrata, proprio come concezione, l'attrazione o l'appetenza erotica come
"soddisfazione, sublimemente voluttuosa, del tirannico bisogno erotico, la cui negazione al contrario fa vivere l'inferno in terra"....

Anonimo ha detto...

Anonimo 9,28
non ho capito dove starebbe lo gnosticismo nel fidarsi della Grazia: gnositicismo rimanda ad un sapere occulto di cui pochi eletti sono a conoscenza. L'insegnamento sulla Grazia non è occulto.
I canali ordinari della Grazia sono i Sacramenti, non i progressi scientifici.
Il fatto che il bene venga da Dio è indiscutibile, ma il male in quanto negazione del bene è da Lui solo permesso ma non positivamente voluto.
Tra i progressi della medicina alcuni sono progressi in ottica mondana, non certamente in quella soprannaturale (ad es. la fecondazione artificiale) perciò saranno tollerati per un bene superiore che può sfuggire (e a me sfugge), ma non voluti. Quando questi mali evidentemente confliggono con la Sua Volontà rivelata e trasmessaci dalla Chiesa non bisogna usarne, anche se sono per un fine buono perchè il fine non giustifica i mezzi.
Perciò un ipotetico mezzo farmacologico o medico che aiutasse o fosse decisivo nel vincere la concupiscienza della carne sarebbe da evitare perché non andrebbe nella direzione della mortificazione che ci è richiesta, ciascuno secondo la propria vocazione, affinchè muoia l'uomo vecchio e nasca quello nuovo.

La barzelletta invece, quella si mi pare velata da gnosticismo: come faceva il poveretto a sapere che era il Signore che gli mandava il motoscafo ?(per saperlo avrebbe douvuto aver accesso ad un sapere non chiaro e lampante).

Josh ha detto...

Mt 19,12: «Vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno di Dio. Chi può capire, capisca».

Con la parola “eunuco” (dal greco eunouchos) si intendeva sia colui che non era in grado (...) dalla nascita (così il primo caso contemplato dal detto di Gesù; cfr. anche Sap 3,14);
sia chi lo era divenuto in seguito a evirazione (secondo caso, vietato in Israele, cfr. Lv 22,24, per cui si era anche esclusi dall’assemblea sacra, cfr. Dt 23,2; Lv 21,20); quando la parola traduce l’ebraico saris (derivato dall’accadico) è possibile che designi un maggiordomo del padrone o il funzionario di corte (cfr. Ne 1,11): ha assunto sempre più il significato di “castrato” perché spesso si affidava questa carica delicata a chi era fisicamente impossibilitato a insidiare l’harem del proprio signore (cfr. Est 2,3.14).

Il terzo caso che è quello realmente messo in evidenza al passaggio del Vangelo è quello di chi liberamente sceglie di non sposarsi e quindi di vivere castamente (cfr. il contesto di Mt 19,10-11), per dedicarsi totalmente al regno dei cieli (cfr. anche 1Cor 7,32);
ma questa opzione è un dono di Dio («chi può capire, capisca»)...una vocazione, un dono spirituale.

Trovo improbabile che Gesù pensasse a pillole miracolose atte a spegnere chimicamente ciò che un dono spirituale ha già sublimato in Dio.

Alfonso ha detto...

Sant'Agostino che ha tanto disquisito su "La Natura e la Grazia" affermò: "Non so se avrebbero il diritto d'esser contati in una qualsiasi categoria di cristiani tutti coloro che osassero negare quest'aiuto della grazia!" Cari amici, io non oso assolutamente negarla! Però, sono consapevole che: "Tutta la vita è risolvere problemi". "I problemi sono opportunità mascherate. Dal momento che è inevitabile incontrarli di continuo, tanto vale adoperarli per uscirne rafforzati. Smettere di affrontare problemi è l'inizio di ogni problema." Non ricordo un momento della mia vita che abbia trascorso senza pormi delle domande e cercarne poi le risposte con lo studio ed il confronto dialogico con gli amanti del sapere. La domanda, seguita da un inizio di riflessione, è chiara: la questione della sessualità umana è o non è una delle questioni fondamentali da discutere, senza tabù e da ogni punto di vista, tra cristiani veri e pii? A proposito della castità, è auspicabile un incontro fra Teologia e Medicina? Si può chiedere alla Medicina di rendere meno innaturale la scelta della castità?
Sono domande sulle quali intendo continuare a riflettere con umiltà, cercando risposte che al momento non ho e che spero tutti insieme sapremo darci con l'aiuto della ragione e della fede.
Ecco, pertanto, alcune citazioni tratte da un saggio del 1993 "La castità sconosciuta" di E. Cristina Bolla: "Oggi non si dice più che "non si può" vivere casti, ma che "non si deve": lo gridano intorno a noi tutti i possibili mass-media." "E' la castità, poveretta, ad essere diventata una specie di peccato."
Certo, oggi essa è per la stragrande parte della gente una perfetta "sconosciuta", per cui è necessario ricominciare "con pazienza e umiltà, a cercare di conoscere quel che sembra sconosciuto. Altrimenti l'alternativa, per i consacrati in crisi, è il divano dello psicanalista, che non risolve niente. O la fuga." "Ma come è nato questo fungo, oggi così indigesto, della castità più o meno consacrata? Su un punto gli esaltatori e i detrattori dell'ascesi sessuale cristiana si trovano stranamente d'accordo: che si tratta di una rottura, di una novità. "Una splendida, soprannaturale novità", dicono gli uni. "Solo Dio stesso, nella pienezza dei tempi, poteva proporre un ideale tanto elevato, tanto superiore alle sole forze umane". "Un'indebita, arbitraria novità", affermano gli altri. "Repressiva, contro natura e non motivata storicamente". E aggiungono: la repressione sessuale, il concetto di peccato associato automaticamente al sesso, sono tipici dell'educazione cristiana, anzi cattolica".
La riflessione da parte mia è appena iniziata. Grazie dell'attenzione a tutti. E' sempre un gran piacere discutere avendo la mente e lo spirito aperto al confronto nella verità.

Anonimo ha detto...

A proposito del progetto di cambiamento della Messa, per realizzare l’intercomunione con luterani ed anglicani, mi piacerebbe rispondere a Bergoglio con le parole della bella canzone “Il triangolo” di Renato Zero :
– a proposito del fedelissimo cardinale da Bergoglio posto a capo della commissione cardinalizia di supporto alle sue c.d. “riforme” :
“Lui chi è? (Maradiaga) / Come mai l’hai portato con te? / Il suo ruolo mi spieghi qual’è? / Già è difficile farlo con te…. (tradire NSGC) / mollalo!;”
– e a proposito del nuovo rito della Messa, il “Novissimum Ordo Missae” :
“Il triangolo nooo, / non l’avevo consideratoooo (Cattolici, luterani, anglicani); / d’accordo, ci proveròoo… / la geometria non è un reatooo””
– e, infine, a proposito degli altri fedelissimi della Junta bergogliana :
“Ehi, a loro! Dico loro… Chi sono ? (Kasper, Braz de Aviz, Carballo, Cocccopalmerio, ecc.)”

Anonimo ha detto...

Ammettiamo per un attimo che l'ipotetico aiuto medico o farmacologico per l'astinenza sia lecito.
Come la si può mettere per tutti coloro che sono vissuti prima che tali mezzi fossero disponibili ?
Si può vedere la faccenda in modo duale: i loro meriti sono superiori a quelli dei contemporanei perchè sono stati casti senza nessun aiuto terreno, e così i secondi per avere gli stessi meriti dovrebbero rinunciare all'aiuto. Ma così facendo il loro merito sarebbe addirittura superiore a quello dei primi in quanto vincenti su una ulteriore difficoltà (non uso il termine tentazione che altrimenti qualificherebbe già "l'aiuto" come illecito). Quindi si crea un disequilibrio che suona ingiusto, ossia rispetto ad una determinata vocazione (la castità, l'astinenza) si partirebbe da condizioni differenti.
Ma la richiesta di astinenza non può essere qualche cosa che confligge la natura umana, altrimenti il Signore non la chiederebbe, non vi chiamerebbe nessuno. E la natura umana è la stessa per tutti gli uomini di tutti i tempi, è stata ferita dal peccato originiale ma dopo di ciò non si è indebolita lungo i secoli, casomai singolarmente ognuno può aver avuto percorsi per cui le ferite si sono rimarginate o si sono allargate.
Quindi la vocazione è qualche cosa che deve combinarsi con la natura a prescindere da aiuti esterni al rapporto creatura-Creatore. E' solo quando questo rapporto è corretto (da parte della creatura, ovviamente, ché da parte del Creatore lo è sempre) che si trova la vittoria (su sè stessi) ed il coronamento della vocazione, che è liberante.
D'altra parte Gesù è il miglior medico e le sue medicine sono quelle che ci servono realmente, sono medicine per lo spirito, perchè la battaglia contro la concupiscenza è spirituale: avviene nel cuore e solo poi si traduce nella carne; perciò se la causa della debolezza è spirituale, il rimedio alla debolezza deve essere spirituale.

Anonimo ha detto...

"E la natura umana è la stessa per tutti gli uomini di tutti i tempi "
Il frutto della Fede e' la Sapienza , Temi Dio e osserva i Suoi Comandamenti e avrai il Bene Sommo .
S.Giuseppe sposo casto .

Josh ha detto...

il tutto può ricordare anche un brano...dalla notte dei tempi
è Dio che si rivolge a Caino:

Genesi 4,7

"Se agisci bene, non dovrai forse tenere (il volto) alto?
Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo (lett. PUOI DOMINARLO, LO DOMINERAI)».

Questo testo contiene una trattazione teologica. Al di là del peccato particolare di Caino verso Abele, il discorso chiarisce una metodologia di Dio nell'avvertire l'uomo sul peccato.
Prima una reazione di bruciore che fa abbassare la testa...cosa dice? Il problema è dentro di te:
se tu agisci bene, la testa puoi tenerla alta. Ti manca qualcosa, ti manca la
mia approvazione divina, ti manca il mio sguardo sulla tua
offerta? Accetta il limite! Tu vuoi andare a testa alta, ma se non
agisci bene, stai attento, perché il peccato è accovacciato alla tua porta.

In questo racconto, il peccato è definito "accovacciato alla tua porta"; terminologia animale.
Come una belva accucciata davanti alla porta, il serpente è lì, sull’uscio di casa. Il termine tradotto con “accovacciato” è un participio che in ebraico suona
"robéts" (participio maschile – riferito al «peccato»
che è sostantivo femminile – di un verbo che vuol dire “essere accovacciato”). E' termine tecnico che fa riferimento all’immagine del peccato come un animale feroce nell’attimo che precede il balzo aggressivo.
Robéts indica, miticamente, proprio le belve che stanno sdraiate davanti alle porte dei templi; figure mitiche entrate anche nelle nostre raffigurazioni. Come le sculture romaniche che reggono le colonne davanti ai portali di tante chiese. Il fatto che reggano la colonna significa che la colonna li blocca, li domina. Sono inchiodati lì, vinti: essendo immagini del male, sono bloccati in modo tale che non possano saltare addosso alla persona.

Questo linguaggio antico viene legato alla condizione dell’uomo e viene detto espressamente che il peccato è un robéts... è una bestia accovacciata alla tua porta.

la porta è il punto di incontro tra il dentro e il fuori, è lo strumento di comunicazione, si intende il rapporto tra l’interno e l’esterno, ad esempio tra quello che pensi e quello che dici, fra le tue emozioni e le tue azioni. La porta della tua vita è il momento in cui tu passi dal pensare al dire, quando hai uno stato d’animo, un sentimento e poi passi all’azione. La belva – che è
il peccato – è lì accovacciato alla tua porta, verso di te è il suo istinto.

Dunque il peccato è una bestia feroce accovacciata alla porta;
quando tu esci da te, stai attento perché ti salta addosso e ti mangia. Il peccato ha un istinto... verso di te è il suo istinto, ma tu lo puoi dominare» dice Dio all'uomo.

(continua)

Josh ha detto...

(riprendo)

Tu PUOI dominarlo. Mediante la forza spirituale che Dio ti da.

L’istinto del peccato è di aggredirti come fosse una cosa estranea. E'lì, ti suggerisce cose negative (nel senso di nemiche di Dio), ha un istinto (appetitus) verso di te, ma tu puoi dominarlo (cf Gen 3,16).

Dio ha dato all’uomo il potere su tutte le bestie. Dice infatti
un salmo: «Camminerai su aspidi e vipere, schiaccerai leoni e draghi»
(Sal 91[90],13). Sono tutte immagini simboliche per richiamare queste idee; l’uomo deve continuamente combattere contro le forze del male e può vincere.

L’uomo non è vittima del peccato per una forza superiore, l’uomo può dominare il peccato anche se è aggredito da questa forza.

Adesso viene detto a Caino: “Il peccato ha l’istinto verso di te, ma tu lo
dominerai”. Caino ha ereditato dentro di sé il peccato.

La S. Scrittura incentra questa riflessione teologica sul fatto che l’uomo scopre in sé l’istinto del peccato, ma ha anche la possibilità di controllarlo.
La maturità umana e spirituale sta (anche) nel diventare pastore della propria animalità e qui viene rappresentato questo compito di crescita dell’uomo. Ed eravamo ancora nel Vecchio Patto.

Josh ha detto...

nel NT, oltre alle cose dette,
basti la speigazione di S. Paolo in Ep. Romani cap 7 e 8....

14 Sappiamo infatti che la legge è spirituale, mentre io sono di carne, venduto come schiavo del peccato. 15 Io non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto. 16 Ora, se faccio quello che non voglio, io riconosco che la legge è buona; 17 quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. 18 Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; 19 infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. 20 Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. 21 Io trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. 22 Infatti acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, 23 ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra.

24 Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? 25 Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io dunque, con la mente, servo la legge di Dio, con la carne invece la legge del peccato.

1 Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. 2 Poiché la legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte. 3 Infatti ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile:

mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, 4 perché la giustizia della legge si adempisse in noi, che non camminiamo secondo la carne ma secondo lo Spirito.

5 Quelli infatti che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, alle cose dello Spirito. 6 Ma i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace. 7 Infatti i desideri della carne sono in rivolta contro Dio, perché non si sottomettono alla sua legge e neanche lo potrebbero. 8 Quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio.

9 Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. 10 E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione. 11 E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
12 Così dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne per vivere secondo la carne; 13 poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con l'aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete.
14 Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. 15 E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: «Abbà, Padre!». 16 Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. 17 E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

Anonimo ha detto...

Bellissima questa dissertazione .
Stupendamente S.Paolo evidenzia l'infinito amore di Dio per la Sua creatura e la sprona , e la incoraggia a camminare dritto , a testa alta ( come conviene al coerede di cotanto Re ) per partecipare alla Sua gloria -eternamente -.
Come al sesto mese inizia lo svezzamento , alla stessa epoca si dovrebbero iniziare a seguire le linee guida del ministero della salute celeste .
Preghiera per la famiglia .

A. ha detto...


Chiedo venia per il mio testo di ieri.
Credo che molti di noi, io per primo, siamo portati a pensare che il pluralismo sia una cosa non buona. Dato che i modernisti lo nominano ogni momento, siamo portati ad associarlo a loro. Ovvero a ritenere che non possano esistere più risposte lecite allo stesso problema. Coloro che più hanno capito cosa intendevo (non certo fare una "Apologia del bromuro") hanno citato il "discernimento degli spiriti". Mi sembra che nessuno abbia fatto cenno a "direzione spirituale" e/o parere del confessore, che poi concetti molto simili, ma non identici (ma forse mi è sfuggito qualche intervento). Modesto consiglio: per quel meno di nulla che vale il mio parere, chiederei a tutti, per primo sempre a me stesso (e per secondo allo stimato autore del testo che stiamo commentando) di limitarci: a) nell'usare espressioni troppo "poetiche",
b) nel far sembrare (penso contro lo nostra volontà, almeno contro la mia) che vogliamo attribuire a ciò che scriviamo valori assoluti. Del tipo :"Penso che sia SEMPRE la scelta migliore fare secondo ciò che espongo". Rectius, se proprio c'è una soluzione che è SEMPRE la migliore, è proprio quella di seguire le indicazioni del direttore spirituale. A trovarlo (ma questa è un'altra storia).

Anonimo ha detto...

Eccolo , un fior di direttore spirituale che ti aiuta , che' ti lacera : che cammino sto facendo , mi sto comportando da cristiano ?
http://umanoedivino.blogspot.it/2017/01/scuola-di-cristianesimo-20126-2017.html