Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 27 maggio 2017

Gender Diktat: Gay pride e processione. Parla il Vescovo, Mons. Camisasca

Gay Pride e processione di riparazione a Reggio
interviene il Vescovo

REGGIO EMILIA – Durante i giorni in cui sono stato assente da Reggio Emilia per la preparazione e lo svolgimento dell’assemblea della Conferenza Episcopale Italiana, ho seguito naturalmente, anche se da lontano, le cronache reggiane, che hanno parlato di tensioni e incomprensioni all’interno della nostra Chiesa, talvolta anche enfatizzate e usate dalla stampa per dare un’immagine negativa della comunità ecclesiale.

Ho ricevuto lettere ed inviti, anche pressanti, perché intervenissi, in un senso o in un altro.  Ho preferito tacere, perché quando c’è confusione le parole del vescovo possono essere anch’esse utilizzate per aumentarla. Tacere non è sempre pavidità, talvolta è necessario farlo, come ha fatto Gesù davanti a Erode e Pilato (Gv 19,8-9). Poi viene il momento per parlare. Come ci insegna Qoelet, c’è un tempo per tacere e un tempo per parlare (Qo 3,7).

La prima annotazione, che è una preghiera, scaturita dall’esperienza di questi giorni, è che la nostra Chiesa deve molto maturare nella coscienza e nell’esperienza della comunione.

Ogni presbitero, diacono, persona consacrata e laico, quando parlano, rilasciano un’intervista o intraprendono un’iniziativa che coinvolge la Chiesa, devono riflettere sul fatto che le loro parole ed azioni hanno ripercussioni su tutta la comunità. Certo, ciascuno può, entro un determinato limite, agire sotto la propria responsabilità, ma la carità richiede sempre, se non vuole essere un puro nome, dialogo e confronto con chi nella Diocesi ha il carisma del pastore.

Per quanto riguarda in particolare le iniziative di queste settimane, sono contento che persone con orientamento omosessuale si trovino a pregare sotto la guida di un sacerdote e con la partecipazione di altre persone. Questa proposta non deve avere nulla a che fare con l’adesione a quei gruppi Lgbt che rifiutano e irridono la dottrina della Chiesa.

Allo stesso modo, non mi è stato chiesto nessun permesso di iniziare una processione dal sagrato della Cattedrale in riparazione alla giornata del “Gay pride”. Pure in questo caso, i fedeli cristiani hanno tutto il diritto di trovarsi a pregare, anche pubblicamente. Tutto ciò avviene già la sera della solennità del Corpus Domini o è accaduto recentemente per la bellissima occasione che ha visto 5 mila persone radunarsi nella piazza della Cattedrale per la consacrazione della Diocesi al Cuore Immacolato di Maria, evento purtroppo oscurato, nei mezzi di comunicazione, da tutte le polemiche di questi giorni, ma non penso nei cuori dei fedeli.

Per quanto riguarda coloro che provano un’attrattiva sessuale nei confronti di persone dello stesso sesso, richiamo la dottrina della Chiesa riaffermata nel recente Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC 2357-2359) e nella stessa Esortazione apostolica Amoris Laetitia (n. 250-251).

Ogni persona ha uguale dignità, qualunque sia il suo orientamento sessuale e merita il rispetto di tutti. Deve perciò essere accolta «con rispetto, compassione, delicatezza» (CCC 2358).

Cosi non è stato talvolta in passato. È giusto perciò che la società e i credenti chiedano scusa a quanti hanno eventualmente disprezzato o messo in un angolo. Nessun atteggiamento anche solo di scherno va tollerato. «A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione» (CCC 2358, ripreso in AL 250).

Nello stesso tempo, le persone con orientamento omosessuale «sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione» (CCC 2358). Mentre ribadisco con convinzione l’affermazione del Catechismo che sostiene che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati» (CCC 2357), sottolineo tuttavia che questo non significa un giudizio sulle persone, ma una doverosa chiarezza riguardo al bene e al male, che è un servizio al cammino stesso del popolo cristiano.

Massimo Camisasca - Vescovo di Reggio Emilia e Guastalla

31 commenti:

Anonimo ha detto...


E quale sarebbe "la volontà di Dio" da realizzare, che si richiede anche alle "persone con tendenze omosessuali"? Il catechismo non lo dice, lasciando la cosa nel vago. E sua Ecc. mons. Camisasca lo dice? E lo dice cosa succederà a queste "persone" afflitte da questa "tendenza disordinata", se moriranno senza essersi redente in Cristo, ossia ancoraimmerse nel loro grave peccato? Parola, il peccato, assente dal catechismo e dalla lettera di mons. Camisasca.
"Ricordatevi della moglie di Lot! Chi cercherà di salvare la sua vita, la perderà; e chi la perderà, la conserverà" (Mt 17, 32-33).
"e se [Dio] condannò alla distruzione e ridusse in cenere le città di Sodoma e Gomorra perché fossero di esempio a tutti gli empi futuri; e se liberò il giusto Lot, rattristato dalla condotta di quegli uomini senza freno nella loro dissolutezza - poichè quest'uomo, pur abitando in mezzo a loro, si manteneva giusto di fronte a tutto quello che vedeva ed ascoltava, nonostante che tormentassero ogni giorno la sua anima retta con opere nefande - il Signore sa liberare dalla prova gli uomini pii e riserbare gli empi per essere puniti nel giorno del giudizio, specialmente quelli che seguono la carne nei suoi desideri immondi e disprezzano l'autorità"(2 Pt, 2, 6-10).

Unknown ha detto...

Non penso che manifestare per i propri diritti sia una cosa da condannare. Io non approvo e non approverò mai lo turpe immoralità personale e di gruppo durante queste manifestazioni. Queste manifestazioni non rivelano il disagio gay, ma rivelano invece quanto i gay, in queste manifestazioni, siano diventati un disagio insopportabile per chi vuole conservare almeno un pò di decoro nella comunità sociale. Gli è rimasto di defecare in loco e poi abbiamo la situazione di una fogna. Le autorità locali che hanno permesso questo hanno mostrato una vergognosa approvazione di ciò che è fuori del comune pudore e dalla normale civiltà.I gay non si sono mai posti di mettere in campo i diritti degli altri cittadini così che la risposta a queste situazioni è iniziata a venire dal basso oramai sfiduciato verso i propri amministratori. Tutti si aspettano che le autorità si pongano queste domande e diano le dovute risposte, anche perchè non c'è garanzia che non si diffondano malattie come l' epatite A che è in un crescendo spaventoso in questi soggetti.

Anonimo ha detto...

Manca una condanna chiara del gay pride. Ma coi tempi che corrono ha già detto molto.

Alessandro ha detto...

Solito cerchiobottismo democristiano che di veramente cattolico non ha nulla. "Che il vostro parlare sia sì sì, no no. Il resto viene dal demonio"...

Anonimo ha detto...

Direi perfettamente democristiano ed ambiguo, in piena scuola bergogliana. Infatti dice:

"Questa proposta non deve avere nulla a che fare con l’adesione a quei gruppi Lgbt che rifiutano e irridono la dottrina della Chiesa."

Ma Progetto Gionata, che ha co-organizzato e grandemente sostenuto la "veglia di preghiera", rifiuta la dottrina della Chiesa e il CCC, perché sostiene che non ci sia alcuna contraddizione tra gli atti omosessuali e i comandamenti di Cristo. Che senso ha affermare perentoriamente "non deve avere nulla a che fare", se invece ha a che fare, eccome?

Non c'è poi nessuna risposta sulla bontà della preghiera di riparazione. Il Corpus Domini si celebra di suo, e la consacrazione alla Madonna di Fatima non è stata una preghiera di riparazione.

Chi risponde così, evidentemente non ha il minimo rispetto per l'interlocutore (e quindi figuriamoci quale cura pastorale), perché non risponde nel merito della questione, ma cerca di nasconderla dietro una cortina fumogena di parole. Per l'appunto, come un democristiano. Così come è democristiano insinuare che la consacrazione sarebbe "oscurata" da altre iniziative... La Madonna legge i cuori; a meno che il vescovo non abbia in mente solo l'effetto mediatico di quell'atto. Solo pensando all'effetto mediatico ha senso il termine "oscurare".

E neanche una parola sugli atteggiamenti blasfemi degli organizzatori del gay-pride... che vergogna.

Il caos come quello di Reggio Emilia nasce proprio dal silenzio omissivo di chi ha responsabilità. E poi, anche qui c'è dell'inconsistenza: se era meglio tacere, perché hanno parlato il portavoce e il responsabile della pastorale giovanile?

--
Fabrizio Giudici

Felice ha detto...

Eccellenza, non ha capito che, come la quasi totalità dei suoi confratelli vescovi, a furia di sposare le idee del mondo, ha perso completamente il contatto con il suo gregge, tanto che le sue parole sono del tutto irrilevanti per la quasi totalità delle persone che abitano nella sua Diocesi?

Un parroco da Fb ha detto...

Discorso abilmente correttissimo: ma il tema della riparazione a fronte di una provocazione irrituale dove sta? Eccellenza, ha consegnato il foglio in bianco... eludendo la "vexata quaestio"!!!!!!!!

Silvano M. ha detto...

Una cosa importante: non mi sembrano i tempi in cui bisogna tacere. Il silenzio mette la Verità e la menzogna sullo stesso piano

Anonimo ha detto...

Il movimento omosessualista - dimostrando tuttavia una certa debolezza - ha salutato entusiasticamente questo discorso di Camisasca. Questi i frutti. E "dai frutti li riconoscerete".

Anonimo ha detto...

Da questa dichiarazione non ho capito bene quale sarebbe il carisma del pastore, che si è sentito scavalcato durante la sua assenza. Ha atteso molto per dire cose che sapevamo già, in quanto già scritte da altri; contentezza delle preghiere fatte, attestato del diritto alla riparazione: sì, invito alla riparazione: no. Un colpo al cerchio e uno alla botte, tanto per fare contenti tutti: discernimento e presa di posizione: zero. Alla faccia del carisma: il pastore poteva benissimo rimanere assente ancora un bel po' e farsi una bella vacanza in giro per il mondo. Nessuno si sarebbe accorto di lui.
TEOFILATTO

Dorotea Lancellotti ha detto...

rinfreschiamoci la memoria ;-)
"A nome della Chiesa di Roma non posso non esprimere amarezza per l'affronto recato al grande Giubileo dell'anno 2000 e per l'offesa recata ai valori cristiani di una città che è tanto cara al cuore di tutti i cattolici del mondo.
La Chiesa non può tacere la verità, perché verrebbe meno alla fedeltà verso Dio Creatore e non aiuterebbe a discernere ciò che è bene da ciò che è male.".
Giovanni Paolo II sul Gay pride (Angelus del 9 luglio 2000)

aloap ha detto...

infatti...certo una cosa è il pride con i suoi esibizionismi e peggio, un'altra cosa la veglia di preghiera che posso supporre sia stata composta nei modi. Ma non è solo questione di modi! Proprio la delicatezza della questione e il rispetto per le singole persone richiederebbero di evitare qualcosa che è pur sempre pubblico e rivolgersi invece individualmente a una direzione spirituale.

Anonimo ha detto...

"Per quanto riguarda in particolare le iniziative di queste settimane, sono contento che persone con orientamento omosessuale si trovino a pregare sotto la guida di un sacerdote e con la partecipazione di altre persone. Questa proposta non deve avere nulla a che fare con l’adesione a quei gruppi Lgbt che rifiutano e irridono la dottrina della Chiesa."

Si ma a pregare per cosa?
Per chiedere al Signore la grazia della conversione?
Per chiedere al Signore la grazia di vincere la tentazione confronterà e vivere una vita in grazia di Dio?
No, certo che no, erano lì a pregare per la conversione di coloro che giudicano l'omosessualità peccato gravissimo e mortale, cioè che manda alla dannazione eterna, cioè a pregare per coloro che veramente li amano, secondo Dio, e vogliono la loro conversione al Bene, per la salvezza escatologica.
Erano lì a pregare che la Chiesa accetti l'omosessualità come dono, non come perversione che distrugge la persona e le comunità.

Anonimo ha detto...

Alla faccia del "Sì, sì - No, no" del Vangelo. Il Vescovo non ha nemmeno difeso senza se e senza ma una semplice veglia di preghiera che sarebbe il minimo sindacale. In compenso si è prodotto nella solita arrampicata sugli specchi per far vedere che la Chiesa di Bergoglio conforme al Mondo dice le cose di prima quando invece non è vero come ha ben evidenziato Dorotea Lancellotti 28 maggio 2017 00:09.
Miles

Anonimo ha detto...

In effetti, questa comunicazione è inutile, non dice niente di nuovo. Ormai non si sa più dove sono i pastori. Invoco un potente aiuto dall'Alto.

Anonimo ha detto...

Quando ieri, in tarda serata, ho letto la notizia che il Vescovo Camisasca aveva espresso appoggio alla processione di riparazione, ero contenta e ansiosa di leggere il testo di questa sua dichiarazione; immaginavo che, a smentire i molti sospetti di pavidità e tradimento diffusisi finora, la voce del pastore si fosse finalmente levata, alta e ferma, per confortare le sue pecorelle...
Ora leggo un discorso vago, evidentemente concepito per tentare di non scontentare nessuno salvando la faccia, ma dove la voce del pastore autentico, che ha a cuore in primis la salvezza delle anime, non si sente affatto. In pratica: political correctness.
Che delusione e quanta tristezza! E non posso fare a meno di pensare, per contrasto, al coraggio eroico dei tanti martiri cristiani che, ancora in questi giorni, vanno consapevoli incontro alla morte pur di non tradire la verità e la loro fede.
Tremo nello scrivere certe cose, ma tutto quello cui stiamo assistendo grida al Cielo! Parce nobis, Domine!

Alessandro ha detto...

Pio XII:"Il tempo presente ha dunque bisogno di cattolici che siano fin dalla prima giovinezza saldamente radicati nella fede, perché non vacillino, anche se non sono più sostenuti e rafforzati dal fervore di coloro che li circondano. Cattolici che con lo sguardo fisso all’ideale delle virtù cristiane, della purezza, della santità, coscienti dei sacrifici che esso richiede, tendano a quell’ideale con tutte le loro forze nella vita quotidiana, sempre diritti, sempre retti, senza che le tentazioni e le seduzioni valgano a piegarli. Ecco, diletti figli e figlie, un eroismo, spesso oscuro, ma non meno prezioso e ammirabile del martirio cruento.

Il tempo presente esige cattolici senza paura. per i quali sia cosa del tutto naturale il confessar apertamente la loro fede, con le parole e con gli atti, ogniqualvolta la legge di Dio e il sentimento dell’onore cristiano lo domandino. Veri uomini, uomini integri, fermi ed intrepidi! Quelli i quali non sono tali che a metà, il mondo stesso oggi li scarta, li respinge e li calpesta".

Anonimo ha detto...

Solo parole politicamente corrette. Diverso il Vangelo: Est Est Non Non. Vergogna Camisasca!

irina ha detto...

https://labaionetta.blogspot.it/2017/05/congedo-con-onore-la-bestia-la-bella-e.html

Rr ha detto...

Essendo un'ignorante : cos'e' Qoelet ?

E.P. ha detto...

Come previsto, don Abbondio Camisasca ha confermato la propria latitanza sulla necessità di riparare al gay pride, e ha addirittura rincarato la già massiccia dose del latinorum del politically correct.

Ne renderà conto al Signore.

Per la cronaca anche gli Apostoli, nella foga di proclamare il loro carisma di pastori, "impedirono" uno che non ritenevano in dialogo e confronto (Lc 9, 49-50).

Ah, che tristezza! Di decenni di ruggente baldanza ciellina non gli è rimasto nulla.

Anonimo ha detto...

E chi non è d'accordo con tali teorie e propugna invece i valori della famiglia, magari viene appellato "fascista di m...." e pure aggredita mentre svolge semplice volantinaggio, anche se è una donna. Vergogna! Ecco perché alle prossime elezioni non possiamo permetterci di starcene sulla sponda del fiume a guardare, dicendo "tanto sono tutti uguali". No, non sono tutti uguali. Svegliamoci, e facciamo scelte di campo nette, per non essere complici dello sfascio totale di questa nostra Patria.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/sei-fascista-m-aggredita-candidata-fdi-sesto-san-giovanni-1403003.html

Anonimo ha detto...

Che tristezza! La solita ambiguità che giova solo alla causa gay! E il vescovo dice pure che dobbiamo chiedere scusa per il passato!! Abbiamo da chiedere scusa, ma per il presente e per non avere il coraggio di illuminare il mondo e dire che il peccato di omosessualità è gravissimo!!

Pietro C. ha detto...

"Erano lì a pregare che la Chiesa accetti l'omosessualità come dono, non come perversione che distrugge la persona e le comunità".

E' vero, è questa la sintesi di movimenti come "Gionata" (che ha un sito web nel quale si può tranquillamente leggere questo messaggio).

Ma, come in ogni cosa, bisogna andare alla radice altrimenti ci si muove solo sul piano puramente morale. La radice è che la spiritualità cristiana è equivocata con la psicologia. Per la psicologia uno deve accettarsi per ciò che è e deve vedere in ciò che è un dono. Ad esempio uno psicologo dirà questo ad un omosessuale.
Per la spiritualità, al contrario, si parte sempre dalla constatazione che si è peccatori quindi bisognosi di Dio e del suo continuo perdono, in qualsiasi condizione di vita si è immersi. I riferimento della psicologia non sono affatto quelli della spiritualità ma se quest'ultima è stata ridotta alla prima è perché si è di fatto diffuso un agnosticismo pratico: non si crede più a Dio e di conseguenza non ha senso andare contro corrente e scegliere la porta piccola e stretta.

Alla fine è tutto qui.



Anonimo ha detto...

"Di decenni di ruggente baldanza ciellina non gli è rimasto nulla."

L'altro giorno ho cercato negli articoli di uno-due anni fa le posizioni di Camisasca, e ho trovato un paio di pezzi a proposito dei vescovi "ciellini", in particolare collegato alle evoluzioni "carroniane". Ancora fino a gennaio 2016 Camisasca era uno dei pochi a schierarsi a fianco del Family Day, a parte il solito Negri; gli altri erano già non pervenuti e allineati al nuovo corso.

Ma già un articolo del 2015 riportava (accanto all'attività ai massimi livelli di Negri):

[...] attento a non destare polemiche, ma senza dubbio su posizioni assai diverse da quelle ufficiali, il fondatore della Fraternità san Carlo, Mons. Massimo Camisasca, intervenuto persino a elogiare le Sentinelle in piedi, molto avversate e criticate dall’ala più filo Carròn del movimento;

Ecco, quell'"attento a non destare polemiche" forse spiegava già tutto. Monsignor Negri sta attento a dire sempre le cose vere e chiare, non si cura se questo poi crea polemiche (tant'è che finisce sempre bersagliato, vedasi anche l'episodio degli ultimi giorni) ed è l'unico "sopravvissuto" dei vescovi ciellini. Quando si inizia a fare attenzione alle "polemiche", evidentemente il processo di democristianizzazione è già iniziato.

--
Fabrizio Giudici

Anonimo ha detto...


@ Cos'è Qoelet?

Domanda legittima. E' il libro dell'Antico Testamento che si chiamva un tempo "Ecclesiaste", quello del "vanità delle vanità, tutto è vanità". Qoelet o Cohelet è il termine ebraico, tradotto appunto con Ekklesiastes nel greco della Traduzione dei LXX e con Ecclesiaste in latino. E'il quarto degli AGiografi, dopo i Proverbi e prima del Cantico. Il termine ebraico Cohelet, pseudonimo dell'autore e titolo del libro, è un participio di forma femminile del verbo cahal = convocare, adunare. I traduttori greci lo resero col termine ekklesiastes, che in Plutarco è usato con senso anfibologico, poiché significa sia il convocatore o presidente dell'assemblea (il concionator) sia un membro di essa. Guardando non all'etimologia in senso stretto ma all'atteggiamento dell'autore del libro si vede che si pone come maestro che svolge il ruolo del critico,del censore, demolendo il concetto abituale e profano della felicità. Ecclesiaste lo si può intendere quindi anche come "predicatore".
Tutto ciò risulta dalla Premessa a questo testo nell'edizione della CEI della S. Bibbia, ediz. Paoline, anteriore al Concilio, p. 705. Nulla dice invece l'edizione posteriore al Concilio, si limita a dire che Qoelet corrisponde al greco Ecclesiaste, "colui che parla nell'assemblea".
Il mutamento di titolo è dovuto all'archeologismo professato dalla riforma liturgica. Ecclesiaste era termine erudito ma del quale si poteva intuire il significato. Qoelet, invece, risulta incomprensibile, magari lo si crede un nome proprio. PP

Rr ha detto...

Sig. Giudici,
Negri stava a Ferrara, Camisasca a Milano. Sappiamo tutti che, da Montini in poi, se non già prima, l'aria di Milano è piena di smog,di particelle sottili, nebbia e modernismo. Se vuoi sopravvivere, quando esci fuori di casa, e vuoi far carriera, ti metti la mascherina, ti muovi il meno possibile, non crei scompiglio.
Bisognerebbe far ricerche negli archivi parrocchiali per vedere se per caso il Camisasca è discendente di Don Abbondio. Certo non dei Borromeo.

Rr ha detto...

PP, grazie.
So che cos'è l' Ecclesiaste, ma non comoscevo gli sviluppi post CVII. E certamente il termine grecolatino suona alle mie orecchie come più chiaro, intuitivo, essenso vicino ad "ecclesia".
Meno male che si è deciso di abbandonare il Latino per avvicinarsi al popolo. Perché il Latino non lo conosceva nessuno, invece l'Ebraico antico, pane quotidiano di ogni sarta, contadino, maestro e dottore ! Che snobismo e provincialismo !

Silente ha detto...

La sodomia è peccato. Contro natura. E' perversione. Peccato mortale e uno dei più gravi. E' attestato da innumerevoli passi dell'antico e del nuovo Testamento. Persino il modernista CCC lo attesta come tale. E' uno dei peccati che gridano vendetta di fronte a Dio. Pertanto, i sodomiti sono peccatori. La "comprensione", l' "accoglienza", sono esercizi retorici rispetto al diritto naturale, che attesta la più ferma condanna di questo vizio contro natura: nel diritto romano, ad esempio, prima ancora che in quello cristiano.
Da ciò dobbiamo ristabilire l'ordine della verità nelle scuole e nella società.
Qualcuno dice: possiamo fare poco. Non è vero. Vi propongo alcune azioni possibili, a basso costo, a tutti:
1) scrivere a coloro, come il vescovo in questione, che appoggiano o comunque sono ambigui rispetto alla causa omosessualista;
2) rifiutare il linguaggio sodomita: non usare le parole "gay", "omofobia" e altre che legittimano l'ideologia omosessualista e "gender";
3) boicottare i prodotti la cui pubblicità include immagini omosessualiste (a esempio "coppie" dello stesso sesso). Possibilmente, fallo sapere agli uffici marketing di tali aziende;
4) votare per partiti che non appoggiano le istanze sodomitiche. Se qualche esponente di questi partiti devia, scrivetegli facendogli sapere la vostra disapprovazione;
5) scrivere alla rubrica delle lettere dei giornali, privilegiando quotidiani non conformisti come "La Verità", "Libero", "Il Giornale". Anche ad altri, se vi pubblicano. Siate brevi, concisi ma decisi. Serve, serve molto. La pagina dei lettori è una delle più lette;
6) oltre ai siti, ci sono molte pubblicazioni e fogli informativi che combattono la buona battaglia. Alcuni di questi sono spesso citati qui (Radici cristiane, Il Timone). Abboniamoci;
7) spesso, non vogliamo, per pudore, coinvolgere parenti e amici. Sbagliato. opportune importune, facciamolo.
8) abbiamo figli nelle scuole? Vigiliamo contro ogni indottrinamento "gender", interveniamo negli organismo scolastici, associamoci ad organizzazioni di genitori cattolici.

Non è vero che non possiamo fare niente. Anche se poco, quel poco facciamolo.

Anonimo ha detto...

L'umanesimo ateo
https://gloria.tv/article/k2idJVwVTBDm6LHdJ7maGGrf8

Francesco ha detto...

CITTA' DEL VATICANO - Il Papa attacca il Gay Pride che ha "offeso il Giubileo". Gli replica il presidente onorario dell'Arci gay, Franco Grillini: "Giovanni Paolo II sbaglia".

Clemenza per i detenuti, amarezza per la sfilata del Gay pride. Dopo la visita di prima mattina al cercere romano di Regina Coeli dove è tornato a chiedere "un gesto di clemenza" per tutti i reclusi, il Papa durante l'Angelus è intervenuto sulla manifestazione degli omosessuali che ieri ha portato in piazza 200 mila persone. "Un accenno - ha esordito Wojtyla affacciandosi alla finestra del suo studio privato per la tradizionale recita domenicale - ritengo di dover fare alle ben note manifestazioni che a Roma si sono svolte nei giorni scorsi. A nome della Chiesa di Roma non posso non esprimere amarezza per l'affronto recato al grande Giubileo dell'anno 2000 e per l'offesa recata ai valori cristiani di una città che è tanto cra al cuore di tutti i cattolici del mondo".
(9 luglio 2000)
Caro vescovo c'è chi difende DIO e ammonisce il fratello e chi preferisce la tiepidezza (Apo 3)per non avere critiche. Se non vogliamo che il giorno del giudizio ci dica che non ci conosce, difendiamo i suoi insegmamenti a maggior ragione se siamo suoi ministri pastori del suo gregge. Pace e bene