Val la pena conoscere questa realtà che purtroppo di solito non viene sminuzzata efficacemente. Può aiutarci a non abbassare la guardia e a riconoscere, ma soprattutto a sventare con la preghiera, gli inganni del nemico.
P. Candido Amantini, passionista esorcista. Viveva nel convento del Pontificio Santuario della Scala Santa: Il mistero di Maria, Dehoniane, Napoli, 1971.
“Le tentazioni, come spiega san Tommaso, passano attraverso la corporeità. Sono possibili per quel connubio che c’è tra il corpo e l’anima dell’uomo. Forse neanche il demonio comprende fino in fondo questo mistero ma, conoscendo la struttura dell’uomo assai meglio del migliore antropologo di questo mondo, può suggestionare l’uomo in molte maniere, muovendo appunto dal corpo. Ma se tali tentazioni sono a volte assai pericolose, certamente più gravi sono quelle che egli suscita direttamente nell’anima. La comunicazione che gli spiriti puri tra loro non può verificarsi che attraverso una specie di immedesimazione, per cui uno spirito entra nell’altro con un contatto diretto. In tal modo essi si sentono, si esprimono a vicenda e l’uno trasmette nell’altro, come per un’induzione vitale, i propri sentimenti interiori. E per questa via superiore appunto che Satana può entrare in comunicazione immediatamente con lo spirito umano, immedesimandoglisi con una specie di copula spirituale e serrandolo intimamente a sé come per violarlo nel suo abbraccio dannato. Gli propina allora tutti i suoi umori tossici, gli alita dentro il suo stesso respiro ammorbante, per farlo vibrare in sintonia con il suo essere maledetto. L’anima umana si trova allora come accecata e quasi paralizzata in se stessa, imbevuta dei sentimenti di Satana, sperimenta al vivo la sua ribellione contro Dio ed ode gli echi delle sue bestemmie. Assapora la disperazione infinitamente amara ed al tempo stesso sente ripercuotersi nell’intimo l’odio che il demonio cova in sé contro tutto ciò che è sacro. Certamente anche in simili frangenti l’anima rimane libera ed arbitra dei suoi atti, ma il rischio che le fanno correre tali suggestioni del maligno è in ogni modo enorme ed essa abbisogna di straordinari aiuti dal cielo per superare tali pericoli” (op. cit., pp. 317-318).Estratto da un articolo di Don Marcello Stanzione, Padre Candido Amantini, l’esorcista passionista alla Scala Santa, apparso sul sito ‘Riscossa Cristiana’ ottobre 2017. (Al secolo: Eraldo Ulisse Amantini, Bagnolo sul Monte Amiata, 1914, morto a Roma il 22 settembre 1992).
Papa Francesco saluta Panama: “Non so se ci sarò a Lisbona, ma ci sarà il successore di Pietro”
RispondiElimina"Certamente anche in simili frangenti l’anima rimane libera ed arbitra dei suoi atti, ma il rischio che le fanno correre tali suggestioni del maligno è in ogni modo enorme ed essa abbisogna di straordinari aiuti dal cielo per superare tali pericoli".
RispondiEliminaL'anima resta libera anche quando sottoposta a tentazione.
L'anima resta libera anche se c'è stato il peccato originale.
L'uomo, creatura di Dio, è nella condizione di esercitare il proprio libero arbitrio.
La piena avvertenza e il deliberato consenso nel peccare uccidono la vita spirituale.
Ogni grado di inganno attenua la responsabilità personale, ma non il danno.
Il maligno sa agire tramite suggestioni potentissime e il rischio è enorme.
Servono aiuti straordinari del cielo.
La Chiesa è lo strumento della salus animarum.
Dispensa e amministra i sacramenti, custodisce e insegna la dottrina, abitata da santi.
Celebra rendendo culto a Dio e con ciò aprendo squarci di cielo e di eterno sul saeculum.
Una chiesa disattenta alla salus animarum, si dedica soltanto alla salvezza del corpo.
Rinunciando agli aiuti straordinari dal cielo (tranne gli elicotteri della protezione civile e all'ausilio delle onde sulle frequenze emesse dai mass media vaticani), lascia che il maligno suggestioni in primis gli stessi religiosi, indeboliti da un magistero che li spoglia di soprannaturale, di sacro e di Dio, per fermarsi alla natura (decaduta), al bio.
28 01 2019
RispondiEliminaSan Tommaso d’Aquino
Sacerdote e dottore della Chiesa (1225-1274) - festa 28 gennaio Sbocciato a pochi anni dalla morte di san Domenico dai conti d'Aquino, Tommaso era destinato a realizzare perfettamente l'ideale dell'ardente Spagnolo: "Contempla aliis tradere". Dopo una permanenza nell'abbazia benedettina di Montecassino dove riceve la prima educazione religiosa e umanistica, passò all'università di Napoli; il contatto con fra Giovanni di San Giuliano gli fece prendere coscienza della sua vocazione apostolica e superando l'accanita opposizione dei familiari, fu a Colonia, allievo di Sant'Alberto Magno (1248-52). A trentun anni siede con il grado di maestro sulla cattedra parigina di teologia, che diverrà faro di luce , avamposto della sapienza, convegno e teatro di appasionate lotte. Tommaso alterna l’insegnamento con un’efficace predicazione e tempestivi interventi presso la curia romana. Vincolato a San Bonaventura da cordiale amicizia, cadde ammalato mentre – come lui – si avviava al Concilio di Lione. Morì nell’abbazia di Fossanova il 7 marzo 1274.
Fu canonizzato il 18 luglio 1323, da Giovanni XXII, proclamato dottore della Chiesa da san Pio V nel 1567 e patrono delle scuole cattoliche da Leone XIII nel 1879.
La tradizione cattolica e il magistero pontificio è umanime nel riconoscere in lui il “dottore” per eccellenza (doctor communis) e la sua opera è additata come l’espressione massima del pensiero cristiano.
“In lui la Scienza e la santità sono un egual riflesso della divina bellezza che la Sapienza Divina irradia con inesauribile fecondità di bene. Senza alcun dubbio alcuno, nella storia della cultura egli segna una mirabile vittoria dello spirito: amorosamente accogliendo ogni particella di verità sparsa nel mondo della cultura, non solo ne fa una sintesi armoniosa e pura, ma – con eroica coerenza morale – la vive e fa toccare con mano che la contemplazione costruttiva ed operosa non è vana parola” (Pera)
Oggi si commemora la deposizione delle reliquie di san Tommaso (1369) a Tolosa, nella chiesa a lui dedicata (les Jacobins). Trasportate durante la rivoluzione francese nella cripta di Saint-Sernin (1792), ritornarono finalmente nel 1974 alla loro sede primitiva.
https://www.amicidomenicani.it/
bene, allora tutto viene da Satana. Il mio agire è dettato da esso, e non c'è confessione o sacramento che lo scacci.
RispondiEliminaMi sembra piuttosto facilone questa descrizione della tentazione perché vorrebbe dire che ogni parola che si legge o sente (un'omelia, lettura del Vangelo, ...) che si presuppone venga da Dio per convertire, possa essere distorta dalla nostra mente e portarci sulla strada sbagliata. Allora come si fa a capire se una strada porta a Dio ed è voluta da Lui, e un'altra è di Satana ed è consigliata da esso?
bene, allora tutto viene da Satana. Il mio agire è dettato da esso, e non c'è confessione o sacramento che lo scacci.
RispondiEliminaNon riesco a capire da dove sia possibile trarre una conclusione del genere dallo scritto proposto, che oltretutto è solo un frammento utile per cogliere certi aspetti...
Appena riesco cercherò di approfondire.
Scusate l'ignoranza, vi pongo qualche domanda sul tema delle tentazioni.
RispondiEliminaQuando si cede a una o piu' tentazioni forti, si commettono uno o più peccati mortali.
Quindi si esce dalla grazia di Dio e si subisce sempre più l'influsso dei diavoli in una situazione 'non piu' protetta', influsso che a sua volta indebolisce la volontà e rende più difficile, al peccatore, uscire dal suo stato.
Per questo San Tommaso dice che, cedendo alle tentazioni,
"... il rischio che le fanno correre tali suggestioni del maligno è in ogni modo enorme ed essa abbisogna di straordinari aiuti dal cielo per superare tali pericoli” (op. cit., pp. 317-318)"
Premesso questo, il peccatore che ha ceduto alle tentazioni, può pregare mentre si trova in situazione di peccato mortale, per chiedere quell'aiuto speciale?
O la sua preghiera un questo stato è ulteriormente offensiva, nel senso che prima deve uscirne e poi può pregare?
E se il peccatore può pregare durante lo stato di peccato mortale, che preghiere può recitare per avere quegli aiuti speciali?
RispondiElimina"Se il mio agire è dettato dal Demonio, allora..."?
Allora, sono giustificato se cado in tentazione? La colpa sarebbe del Demonio e non mia?
No, sarebbe sempre mia, perché ho la capacità naturale di resistere ricorrendo coscientemente all'aiuto divino.
Cristo ha detto: "Pregate, per non cadere in tentazione". Quindi, la preghiera è l'arma più forte che abbiamo contro Satana. E i pagani, come facevano, non avendo avuto la rivelazione?
Andavano tutti all'inferno? No, certamente. I buoni tra di essi si sono certamente salvati. Lo spiega san Paolo, nella Lettera ai Romani: la loro coscienza, se ben guidata, poteva seguire i comandi della legge di natura posta da Dio nei loro cuori. Allora i pagani si salvavano, quelli che si salvavano, senza bisogno della Grazia, mentre noi per salvarci abbaimo bisogno della Grazia?
Ma in realtà i pagani buoni non invocavano sempre gli dèi a loro soccorso? Ignoravano il vero Dio però comunque onoravano la divinità, anche se con riti appunto pagani. Antigone, che seppellisce il cadavere del fratello contro il divieto del tiranno, che aveva proibito di seppellire i nemici politici morti in battaglia contro di lui, invoca una legge "scritta nelle stelle", dagli dèi, una legge di natura superiore a quella della città.
L'azione del Demonio mediante la tentazione si inserisce nei nostri punti deboli per corrompere le nostre anime. E'quest'aspetto che il passo di P. Amantino mette bene in rilievo. C'è questa "compenetrazione" dei demoni nella nostra anima, che ci svia gravemente nel giudizio e nell'azione e ci troviamo peggio di prima (Matt 12, 43 ss.). Noi possiamo comunque resistere o liberarci una volta caduti, in primo luogo 1. pregando, in secondo chiedendo la grazia di una profonda illuminazione interiore; ovvero, 2. che lo Spirito Santo ci aiuti a veder bene in noi stessi, a scavare dentro di noi per renderci conto dei nostri difetti o di quel difetto caratteriale, morale sul quale lavorano gli spiriti maligni; 3. che lo Spirito Santo ci aiuti a mettere spietatamente in luce tutta la bruttezza del peccato, di tutti i peccati che abbiamo fatto - insomma che Dio ci aiuti a far pulizia dentro noi stessi addestrandoci a vederci come dall'esterno e, per quanto possibile, come ci vedrebbe e ci vede Dio stesso. Vederci, come se dovessimo giudicarci senza sentimentalismi, invece di compatirci e giustificarci, come di solito facciamo.
Senza questo lavoro di presa di coscienza, di autocoscienza (questa è la vera autocoscienza), è difficile liberarsi dalla tentazione.
M.
Il peccatore può sempre chiedere la misericordia di Dio.
RispondiEliminaE' proprio la consapevolezza di tale misericordia a sorreggerne la speranza.
Nicodemo si sente dire da Gesù che bisogna rinascere dall'alto.
Ma mentre ancora non capisce è già in condizione di dialogare con il Signore.
Il ladrone parla con Gesù dalla condizione di ladrone condannato, prima di essere salvato.
Non dobbiamo ragionare in ambito spirituale come ragioneremmo con i corpi.
L'essere morti a causa del peccato mortale, non significa non esserci.
Significa non essere in grazia di Dio e perciò ad alto rischio di finire in balia del male.
Ma Dio non è offeso dal nostro appellarci fiducioso a Lui, anzi.
Dio è rattristato dal vanificare il sangue da Lui versato per risanarci e salvarci l'anima.
L'aiuto del cielo è straordinario proprio perché dato immeritatamente.
Dio per soccorrere la nostra miseria non ci chiede prima un certificato di conformità.
Ciò non nega la nostra miseria, né la cancella senza che vi siano pentimento e conversione.
RispondiEliminaIl peccatore che ha ceduto, può pregare mentre si trova nella situazione di peccato?
E con quali preghiere?
Mi disse una volta un sacerdote: - non facciamo a Satana il favore di smettere di pregare quando ci sentiamo in preda alle tentazioni e pecchiamo. Proprio questo è uno degli scopi del Demonio: che smettiamo di pregare Iddio sì da cadere nella disperazione. Questa sarebbe per lui la vittoria più bella.
(Conosciamo il detto: - che non prega non si salva/ o comunque, rischia di non salvarsi).
Dio non si offende di certo se preghiamo per ottenere il suo aiuto mentre ci troviamo in stato di peccato, a causa della nostra debolezza e fragilità.
Del resto, da nessuna parte, nella Scrittura, si trova che bisogni uscire dalla tentazione
prima di pregare per uscire dalla tentazione. Sarebbe anche logicamente contraddittorio.
Ma io comincio a pregare e la tentazione non va via e magari nemmeno il peccato. NOn importa, continua a pregare, abbi fede, opponi la fede in NS, che si è incarnato proprio per salvarci dal peccato con la fede in Lui, in quello che ci ha insegnato. E vedrai che alla fine ce la farai, la Grazia comincerà a dare i suoi frutti e piano piano costruirai una muraglia contro gli assalti del Maligno.
Non ci sono preghiere particolari. Ci possono anche essere ma bastano sicuramente le preghiere tradizionali, in particolare il S. Rosario quotidiano, le devozioni tradizionali alla mattina e alla sera. Poi ognuno è diverso, c'è anche chi prega ripetutamente, durante la giornata, come si sente.
L'importante è entrare nella determinazione di lottare contro se stessi, di emendarsi, di diventare "l'uomo nuovo", moralmente parlando, che Nostro Signore vuole noi tutti diventiamo.
M.
Per quello che posso aver capito nella mia vita:
RispondiEliminaAlla tentazione siamo tutti esposti, fin da bambini, e fin da bambini inizia la battaglia tra il vero ed il falso, tra il bene ed il male, tra il bello ed il brutto.
Noi stessi sappiamo quando, perchè, come, abbiamo sbagliato, spesso mi è accaduto durante la confessione di aver dimenticato proprio quello per cui ero andata a confessarmi, nonostante ciò rinfrancata comunque dalla confessione ho continuato le mie giornate fino alla successiva confessione quando per prima cosa ho denunciato la mia precedente dimenticanza. Impressione mia, di me stessa e del confessore, è sempre stata come di qualcosa che comunque da me si era staccata o in buona parte o del tutto.
Sulle capacità del confessore, sono certa per esperienza, che sono ininfluenti, c'è nella confessione Qualcosa che va oltre la pochezza del confessore e del confessante, il più misero dei confessori mi ha sempre detto almeno 'una' ed 'una sola, parola sulla quale ho poi lavorato.
Sono stata anni senza confessarmi ma, non ho mai cercato di giustificarmi davanti a me stessa, nè ho mai trascurato di scegliere le 'buone' letture, e le 'buone' compagnie, ciò non mi ha messo tuttavia al riparo da grandi errori; lo sforzo mio, certamente dovuto alle preghiere di chi mi ha amato, di riparare è stato sempre presente.
Con l'andar del tempo osservavo anche il prossimo, persone a me vicine, che con gli anni si son costruite un sistema di auto-giustificazione automatico e/o un sistema uguale al mondo per espugnare il mondo, a volte anche cattolici. Questi sistemi che finiscono per essere spontanei, incarnati nell'essere umano, sono quelli dove 'altre entità' sono al lavoro ed hanno preso dimora.
La preghiera per le persone care, per la loro guarigione e conversione, va portata sempre avanti, senza escludere una frequentazione, nè troppo assidua, nè troppo distanziata, consapevoli del fatto che ogni incontro deve essere, semplicemente, come amici non come complici. Queste son tutte cose che i reciproci Angeli Custodi, viste le intenzioni, combinano con perizia.
Personalmente posso testimoniare che la preghiera dell Ave Maria, nel momento dell'S.O.S, in cui le hai provate tutte ed anche se solo ne hai provate la metà, è un portento. Tutto svanisce, l'assalto dei demoni tuoi ed altrui (chi va con lo zoppo impara a zoppicare) termina e ritorna la pace nel cuore.
Questo è quello che posso testimoniare, in sintesi; ognuno di noi è diverso da tutti gli altri. Ognuno ha la sua strada che lo porta sulla Via. Riconosco anch'io che spesso un vizio ripara da altri vizi e cadute, per me la superbia è stata fondamentale nel non compiere tante fesserie, tale e tanta era l'idea altissima che avevo di me stessa, pur essendo poi caduta e ricaduta su cose all'apparenza meno grossolane.
Vi ringrazio per le risposte e testimonianze.
RispondiEliminaMi erano venuti quei dubbi perché avevo letto che ci sarebbe una contraddizione nel pregare mentre si offende Dio mentre ci si trova in una situazione di peccato dalla quale non si riesce a uscire, ma si lotta per farlo e che l'unica preghiera era l'atto di dolore senza il proposito finale.
Non mi suonava, Mi chiedevo, infatti: come faccio a lottare contro il Demonio senza pregare, proprio nel momento in cui ho più bisogno di Gesù e di Maria?
Gesù è sceso per i malati e i peccatori e siamo tutti malati e peccatori.
Se non prego mentre sono malato e mentre pecco, allora non pregherò mai, perche' la mia condizione è di malato e peccatore. E guai a non sentirmi più tale.
Il Maligno è molto più forte di noi e sa bene dove e quando colpire tutti noi.
E non si stanca mai, non ha altro scopo che quello di distruggerci, ma lo fa in modo raffinato, molto raffinato.
Mi sono fatti l'idea che Satano e i suoi non si sprecano più del necessario, aumentano intensità quanto più si cerca di andare avanti nella vita spirituale.
Quando la persona gli crea maggiori problemi con le sue preghiere, per se e per altri, ecco che lui e i suoi seguaci attaccano più forte.
E non mollano fino al nostro ultimo respiro.
Ecci perché Gesù diceva di pregare incessantemente.
Quanto è importante parlare del male, del peccato, delle tentazioni e del Demonio, eppure in Chiesa non lo fanno più.
Come si fa a sconfiggere un nemico così potente se non lo si conosce attraverso Gesù?
È semplicemente impossibile, ecco perché la Chiesa e' in forte crisi interna come mai nella storia, perche' forse è caduta, nel suo insieme, nella piu' grande tentazione di Satana, l'eresia modernista.
In quei momenti difficili, quando si cade nelle trappole del Maligno - cosa che. come diceva San Pio da Pietralcina, inizia sempre da un nostro colpevole atto di volontà - penso a San Pietro che, per un momento di dubbio, sprofonda nelle acque buie, fredde e profonde, proprio mentre cerca di andare verso il Signore, , e grida, alzando le mani verso di Lui:" Signore, salvami!"
Due parole che dicono tutto.
Come disse il pastore della Madonna del Divino Amore alla Santissima Vergine mentre stava per essere sbranato da un branco di cani.
Amo San Pietro, è quello a cui voglio più bene.
http://www.lanuovabq.it/it/se-alle-elementari-si-spiega-cose-il-sesso-orale
RispondiEliminaE meno male che la 'specialista' è stata inviata dal consultorio diocesano!!!
Questa storia deve finire!
METTIAMOCI UN PUNTO a questi corsi sull' "Affettività" (termine ormai trasformato nelcavallo di Troia x far passare ogni tipo di i'informazione sessuale'):
- tenuto da pseudospecialisti di tutto i colori politici e propagandistici;
- SENZA LA PRESENZA in classe di un insegnante titolare che possa vigilare su quanto viene spacciato a queste giovani menti;
- e/o SENZA LA PRESENZA di uno o più rappresentanti dei genitori, che sarebbero un ottimo argine al dilagare dello strapotere di questi tristi violentatori dell'animo dei bambini, anche se con patenti di pseudoscientificità.
Il fatto che UN bambino possa avere la curiosità di sapere cos'è il sesso orale o qualsiasi altro particolare scabroso (in TV se ne vedono ogni giorno in quantità industriale...) NON GIUSTIFICA in alcun modo una spiegazione buttata in pasto a un'intera classe! O vogliamo fare ai bambini un trattato particolareggiato in nome dell'informazione?
Quanto al fatto che queste azioni vengano agite da un'emissaria di consultorio (ex?) cattolico è solo l'ultima conferma che siamo ormai alla frutta con chiccchessia...
Ultimo ma non ultimo: questi corsi, tenuti da consultori convenzionati con Regione Lombardia, vengono rimborsati da quest'ultima con DENARO PUBBLICO (lo scrivo x conoscenza diretta del tema).
Sarebbe ora che, alle domande di finanziamento/rimborso, la Regione pretendesse anche dei questionari di gradimento compilati e sottoscritti dal Preside e/o rappresentante del Consiglio di classe + rappresentante dei Genitori.