A Udine si è mostrato, in tutta la sua arroganza, il peggior clericalismo delle attuali Gerarchie! La Scuola di Dottrina sociale del Friuli Venezia Giulia, annunciata qui, è stata sospesa perché... il vescovo di Udine non la vuole.
Domani 23 marzo, alle ore 15,30, avrebbe dovuto iniziare la Scuola di Dottrina sociale della Chiesa del Friuli Venezia Giulia, organizzata dall’Osservatorio Cardinale Van Thuân insieme a sei associazioni e centri culturali operanti in Regione. Era stata fatta un’ampia promozione attraverso vari canali mediatici, erano state già raccolte le iscrizioni e preparati tutti gli strumenti tecnici e organizzativi.
La Regione Friuli Venezia Giulia aveva dato il patrocinio e alla prima lezione il Presidente del Consiglio Regionale, dott. Piero Mauro Zanin, avrebbe portato il suo saluto.
Per l’opposizione del vescovo di Udine, Mons. Andrea Bruno Mazzocato, siamo ora costretti a sospendere l’iniziativa e a rimandarla al prossimo autunno, in un luogo diverso e secondo un calendario che verrà comunicato a suo tempo. Siamo convinti che sarà ancora più partecipata.
Prendiamo questa decisione, nonostante il nostro Osservatorio sia una associazione di diritto civile non canonicamente né pastoralmente dipendente da alcuna diocesi, nonostante la nostra legittima autonomia di fedeli laici battezzati ci autorizzi e ci stimoli ad agire sotto la nostra responsabilità per “ordinare a Dio le cose temporali”, nonostante non condividiamo le motivazioni trasmesseci dal vescovo di Udine per indurci a sospendere la nostra iniziativa. Lo facciamo per evitare contrapposizioni, in spirito di umiltà e servizio alla Chiesa.
Ringraziamo tutti coloro che si sono dati da fare per l’organizzazione e la buona riuscita della Scuola. Un grazie particolarmente sentito al Presidente del Consiglio Regionale dott. Zanin che avrebbe dovuto portare il suo saluto in occasione della prima lezione sabato 23 marzo, con il quale ci scusiamo per l’inconveniente.
Diamo appuntamento alla riedizione della stessa Scuola nel prossimo autunno. - Fonte
Questi sono i nostri tempi. Tanta fatica calpestata.
RispondiEliminaCome dice Shakespeare: "chi sopporterebbe il merito paziente calpestato dal mediocre?".
"Prendiamo questa decisione, nonostante il nostro Osservatorio sia una associazione di diritto civile non canonicamente né pastoralmente dipendente da alcuna diocesi, nonostante la nostra legittima autonomia di fedeli laici battezzati ci autorizzi e ci stimoli ad agire sotto la nostra responsabilità per “ordinare a Dio le cose temporali”, nonostante non condividiamo le motivazioni trasmesseci dal vescovo di Udine per indurci a sospendere la nostra iniziativa. Lo facciamo per evitare contrapposizioni, in spirito di umiltà e servizio alla Chiesa."
RispondiEliminaQuando si ragiona in questo modo si ha già perso in partenza!
Giganti della Fede del calibro di Lefebvre e di Sant'Atanasio non si sarebbero comportati così: i modernisti hanno su di noi soltanto il potere che concediamo loro!
E come si può sperare che abbondino i buoni sacerdoti coraggiosi che fanno sentire la loro voce se anche i semplici fedeli si comportano da pecore di fronte ad un prelato, dimostrando essi stessi di essere a tal punto ricolmi di clericalismo da sacrificare ad esso un evento meritorio ed organizzato da tempo?
La priorità non è più il Regno sociale di Cristo ma "EVITARE LE CONTRAPPOSIZIONI"?
Chi pecora si fa il lupo se la mangia!
L'arcidiocesi di Udine, di cui Mazzocato è arcivescovo, è una Chiesa tra le più luteranizzate e secolarizzate d'Italia e questo certamente non da oggi ma da alcuni decenni da questa parte. In quella realtà, visto che oramai gran parte delle espressioni tradizionali sono state demonizzate, ci si "scandalizza" se un seminarista indossa una cotta con il pizzo e si fa guerra ad un diacono se, in Cattedrale per la sua ordinazione, vuole un camice preconciliare. Già da decenni non pochi suoi chierici hanno simpatie verso la teologia della liberazione e le chiese sudamericane più originali e antitradizionali. Oramai non è rimasto quasi più nulla di un tempo e quindi qualsiasi lontano ricordo che possa riportare al detestato passato viene aborrito. L'arcivescovo Mazzocato, non essendo friulano, non avrebbe questi orientamenti ma, tanté!, si adatta all'andazzo prevalente della Chiesa di cui è pastore. E con queste premesse perché meravigliarsi di quanto è accaduto?
RispondiEliminaPer amore di quale chiesa? Non certo quella di Cristo!
RispondiEliminaChiedo scusa per l'ingenuità della domanda che sto per scrivere: " per quale motivo non si terrà eugualmente quella bella iniziativa? Si tratta di un evento culturale seppur di carattere sacro. Non c'è mica bisogno della benedizione dell'Ordinario. Se c'è il placet del vescovo tanto meglio sennò la manifestazione si faccia lo stesso". Non riesco a capire: quando non si tratta di una celebrazione liturgica prevalga il buon senso laico e la sua indipendenza totale, che fa rima con provvidenziale. Un caro saluto a tutti!
RispondiEliminaLe loro eccellenze monsignori vescovi oggi hanno a cuore tutto (di tutto un po') tranne che la fede.
RispondiEliminaLa persecuzione che arriverà prossimamente, se la son già guadagnata e meritata.
Intanto a Pell hanno proibito pure di celebrare Messa. Va' a fidarti di un avvocato Fratello Maggiore nella fede...
Condivido la perplessità di Carradori e di alcuni commenti precedenti. Se arretriamo anche quando non ci sono imperativi, dove andremo a finire?
RispondiEliminaMi sembra poi autolesionista giustificare il tutto come volontà di evitare le contrapposizioni. Le contrapposizioni le iniziano gli altri, senza farsi scrupoli, e poi invece finiamo per addossarcene la responsabilità noi...
Ieri, a Trento, il palazzo della Provincia è stato preso letteralmente d'assalto da alcuni contestatori, che hanno fatto di tutto per impedire lo svolgimento di un convegno dove - orrore - si parlava del fondamento naturale delle differenze tra maschi e femmine. A legger la sempre equilibratissima stampa, pare si trattasse solo di agnellini desiderosi di dialogare. Dato che ero presente, posso assicurare che le offese irripetibili urlate a squarciagola, i cartelli vomitevoli e l'uscita dal convegno dell'Assessore all'Istruzione Mirko Bisesti, quasi linciato dalla folla, raccontano tutta un'altra storia. La storia di una sinistra arrogante e prepotente, che impersonifica alla perfezione quel fascismo da cui è ossessionata.
RispondiElimina(Giuliano Guzzo)
Caro Signor Guzzo, non speri di trovar comprensione agitando lo spettro del fascismo ed equiparandolo al comportamento di quei miserabili cialtroni.
Eliminahttps://www.corrispondenzaromana.it/notizie-brevi/lincomprensibile-resa-dellosservatorio-van-thuan-al-vescovo-di-udine/
RispondiEliminaMah. Mi chiedo: quando un piccolo nucleo di attivisti sodomiti cerca di bloccare, come avvenuto a Trento, ma non solo, anche in altre numerose località italiane - in un disegno ben preciso di violenza contro la verità - un convegno ove si parla del "fondamento naturale delle differenze tra maschi e femmine" (rectius: ciò che non è maschio o femmina è perversione, vizio o malattia da curare), possibile che non ci sia qualche cattolico combattivo disposto ad affrontare anche fisicamente, oltre che verbalmente, questo canagliume? Chi l'ha detto che dobbiamo sempre subire? Chi l'ha detto che dobbiamo arrenderci a una violenza malvagia perché malvagia è la causa pervertita che l'ispira? Chi l'ha detto che dobbiamo sospendere riunioni, conferenze, convegni perché dei deviati sessualmente o intellettualmente non li vogliono?
RispondiEliminaA Verona, l'Università ha vietato incontri pro-famiglia e ha sponsorizzato "seminari" a favore dell'ideologia omosessualista e/o gender. Perché un bel gruppo di cattolici (a Verona non mancano), diciamo così "fortemente irritati", non manifesta rumorosamente sotto la sede dell'Università chiedendo vigorosamente le dimissioni del rettore?
Perché noi cattolici contemporanei postconciliari dobbiamo essere sempre così porgiguancia, vigliacchetti, debolucci, collitorti, dialoganti, arrendevoli, democristianucci, accoglienti, inclusivi, pacifisti e panciafichisti?
Per carità, peccherei dei eccesso retorico e storico se mi appellassi a Poitiers, a Lepanto, a Vienna, alla Cruzada spagnola. Forse basterebbe un bravo Don Camillo, con una robusta panca nelle mani.
Silente
P.S. Il pur bravo Guzzo non rovini le sue legittime, anche se un po' vittimistiche lamentele (ripeto: perché nessuno ha reagito?) con un deplorevole, convenzionale antifascismo. Almeno non oggi, 23 marzo....
Silente
https://www.aldomariavalli.it/2019/03/23/dottrina-sociale-della-chiesa-cosi-la-musica-e-cambiata/
RispondiEliminaCaro Silente, nel recinto bergogliano si ascoltano solo belati non grida di battaglia! I cattolici combattivi disposti ad affrontare anche fisicamente, oltre che verbalmente, il canagliume violento ci sono, ma ancora agiamo in ordine sparso. Comunque, il fronte di lotta più importante attualmente è quello contro il tiranno, perchè non solo è lecita, ma è anche doverosa la resistenza contro l'usurpatore: Vim vi repellitur!Ps:vorrei tanto conoscerti.
RispondiEliminaNonostante si voglia combattere il clericalismo, stiamo assistendo al clericalismo della peggior specie. 1) Il sinodo sulla omosessualità del clero è stato trasformato in sinodo sulla pedofilia (intanto si tenta di sdoganare l'omosessualità. Vedi S. E. mons. Scicluna a Malta). 2) La scuola di Dottrina sociale della Chiesa viene sospesa e rinviata per l’opposizione del vescovo di Udine, Mons. Andrea Bruno Mazzocato. 3) Dal Convegno di Verona sulla famiglia naturale il Card. Parolin dice e non dice: "sì - però - ma". Diciamo che il Vaticano II ha promosso il laicato cattolico ma se questo laicato non si adegua al pensiero unico non è più promosso ma boicottato. 4) A Roma decidono sulla Cina ignorando completamente il Car, Joseph Zen. Se a pontificare nelle chiese sono i laicisti e radicali, tutto va bene. Se Salvini o la Meloni vanno in piazza a difendere la famiglia naturale, come Dio l'ha voluta, allora ecco il sofisma boicottante: "Condividiamo il contenuto, non condividiamo il metodo". Oppure "Su questi temi non dobbiamo essere divisivi". Io ricordo che San Giovanni Paolo II era divisivo, ma prima di lui lo è stato Gesù Cristo " Lc 2,35 «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione."
RispondiEliminaGiovanni Paolo II 7 ottobre 1979
"Quindi reagiremo ogni volta che la vita umana è minacciata. Quando il carattere sacro della vita prima della nascita viene attaccato, noi reagiremo per proclamare che nessuno ha il diritto di distruggere la vita prima della nascita. Quando si parla di un bambino come un peso o lo si considera come mezzo per soddisfare un bisogno emozionale, noi interverremo per insistere che ogni bambino è dono unico e irripetibile di Dio, che ha diritto ad una famiglia unita nell’amore. Quando l’istituzione del matrimonio è abbandonata all’egoismo umano e ridotta ad un accordo temporaneo e condizionale che si può rescindere facilmente, noi reagiremo affermando l’indissolubilità del vincolo matrimoniale. Quando il valore della famiglia è minacciato da pressioni sociali ed economiche, noi reagiremo riaffermando che la famiglia è necessaria non solo per il bene privato di ogni persona, ma anche per il bene comune di ogni società, nazione e stato (cf. Giovanni Paolo II, Allocutio in Audientia Generali, 3 gennaio 1979). Quando poi la libertà viene usata per dominare i deboli, per sperperare le ricchezze naturali e l’energia, e per negare agli uomini le necessità essenziali, noi reagiremo per riaffermare i principi della giustizia e dell’amore sociale. Quando i malati, gli anziani o i moribondi sono abbandonati, noi reagiremo proclamando che essi sono degni di amore, di sollecitudine e di rispetto."
RispondiEliminaAntifascismo fuori posto, nel commentare gli episodi di Trento
Bisogna andare a queste manifestazioni con un gruppo di giovanotti incaricati di mantenere l'ordine. Naturalmente non armati, nemmeno di armi improprie, si capisce. Capaci però di confrontarsi con facinorosi e violenti. Si tratterebbe solo di legittima difesa, come nel caso del relatore aggredito all'uscita dall'edificio, che evidentemente andava protetto.
Si dimentica che lo squadrismo è nato come difesa dalla violenza sistematica della sinistra rivoluzionaria. Facevano delle leggi che praticamente miravano ad espropriare del tutto gli agrari della Val Padana e nello stesso tempo, la frazione rivoluzionaria, sobillata da Mosca, mirava alla conquista violenta del potere: scioperi, occupazioni delle terre, violenze fisiche, controllo della piazza, sino alla famosa occupazione delle fabbriche (600) nel 1920. Qui il governo dovette far qualcosa ed intervenne. Ma l'iniziativa restava nelle mani della sinistra rivoluzionaria, finché non cominciò appunto la "reazione" organizzata dai fascisti, inizialmente semplice legittima difesa.
L'Italia non voleva diventare bolscevica. Non avevamo vinto quella terribile guerra, realizzando finalmente l'unità nazionale, per diventare una colonia moscovita, a parte altre considerazioni. Naturalmente, gli squadristi furono protagonisti di molteplici eccessi, lo sappiamo, ma questo era in un certo senso inevitabile e dall'altra parte non è che stessero a guardare, quanto a violenza, soprattutto i comunisti, che si stavano organizzando dalla sinistra rivoluzionaria, ben inquadrati da Mosca (se ne è trovata la prova quando con il crollo dell'URSS sono stati aperti certi archivi: fino al 1925 la Russia bolscevica ha sperato di fare la rivoluzione in Italia, è stato il fascismo ad impedirglielo, con la forza - vim vi repellere licet).
Bisognerebe smettere di invocare il "fascismo" a sproposito.
Bisognerebbe invece organizzarsi come si deve, sapersi difendere. E per far questo oggi non c'è nemmeno bisogno di essere aggressivi come "le squadre" fasciste d'un tempo, di andare in giro armati.
H.
Caro Alfonso,
RispondiEliminaci sarà modo, ci sarà modo...
Grazie per il suo apprezzamento.
Silente
RispondiEliminaPurtroppo quasi 60 anni di cattolicesimo posticcio, cioè di cattolicesimo "conciliare",
all'insegna cioè del tradimento della missione della Chiesa e della resa a tutti i falsi
valori del mondo, del disprezzo per la propria religione,
hanno trasformato i cattolici in una massa di pappemolle, preoccupatissimi solo di
evitare "contrapposizioni", di "dare fastidio", sempre affannati a dimostrare che
anche loro, dopotutto, sono esseri umani che hanno pur diritto a qualche crosta di pane.
Tutti gli sputano in faccia, oggi, a cominciare dai preti senza fede, che nessuno
mette in riga, e loro: però, attenti che a sputarci addosso
non rispettate la dignità della persona, i diritti umani, la libertà di opinione...
Che non siete democratici...
O.
https://www.secoloditalia.it/2019/03/chi-ha-paura-della-dottrina-sociale-della-chiesa/
RispondiEliminaCitazione finale dal link
RispondiElimina[…] La Chiesa di per sé non è in grado di cambiare gli assetti politici ed economici del mondo contemporaneo… Deve quindi “esprimersi a tempo e fuori tempo” 2Tim, 4,2. Deve anche se a volte non è facile, svelare il male, chiamarlo con il suo nome, forse anche scongiurarlo. “ Dabitur vobis in illa hora” ( Mc 10,19) …vi sarà dato! Applichiamolo all’insegnamento sociale!…..Sono contenuti in essa l’amore per ogni bene, la preoccupazione fondamentale a che esso si sviluppi anche fra i rovi e le spine, che gli impediscono di crescere anche quando a volte viene calpestato ( Mc 4,3-20) K. Wojtyla, La dottrina sociale della Chiesa, LUP 2007, pag. 70.
"Un gruppo di antagonisti pretende di non far svolgere un incontro e devono intervenire i carabinieri. L'assalto al convegno scientifico organizzato dalla Provincia di Trento sulle differenze maschio/femmina dimostra che l'escalation di violenza di questi giorni sta diventando qualche cosa di più serio di un dissenso rumoroso. E' la vergognosa intolleranza fascista degli antifascisti. Il Congresso sulla famiglia di Verona potrà svolgersi serenamente?"
RispondiEliminaL’incomprensibile resa dell’Osservatorio Van Thuân al vescovo di Udine
RispondiEliminaQuando ci si arrende senza resistere alle prevaricazioni dell’autorità ecclesiastica non ci si può lamentare. Nella storia i buoni perdono sempre per la loro debolezza e non per la forza dei loro avversari. Se poi l’ordine di sospensione dell’iniziativa fosse venuto direttamente da mons. Crepaldi ci troveremmo di fronte a una situazione paradossale: di fronte a un abuso clericale, un atto di clericalismo impone la resa. (E.B.)
"Sembrerebbe quindi che oggi la Chiesa non intenda più “evangelizzare” il sociale: scopo della presenza dei cristiani nel mondo è sostenere il lavoro, salvare l’ambiente, sostenere la democrazia, combattere il populismo, incentivare l’accoglienza degli immigrati, creare la società multiculturale e multireligiosa, difendere i diritti, applicare la Costituzione, sostenere l’Unione Europea, condannare le identità come forme di nazionalismo…"
RispondiEliminaStefano Fontana
https://www.corrispondenzaromana.it/notizie-brevi/la-russia-vieta-le-adozioni-di-bambini-russi-da-parte-di-genitori-svedesi/
RispondiEliminaIn Basilicata perde Soros con il suo delfino Pittella, perde la massoneria che con tutta la pomposità del caso è andata ad aprire una loggia a Matera. Perdono quei circoli ecclesiali che hanno sostituito il "migrante" a Cristo nella prospettiva salvifica dell'uomo.
RispondiEliminaE' più di un semplice voto, è un rigetto da parte del popolo di tutte quelle pseudo élite ideologizzate che hanno sfasciato il tessuto sociale ed economico della regione negli ultimi decenni.
E' il ritorno al reale e certi ambienti dovrebbero cominciare a farsene una ragione.
RispondiEliminaLa Russia vieta le adozioni di bambini russi da parte di genitori svedesi.
Hanno fatto bene. Bisognerebbe, in generale, proibire l'adozione di bambini italiani da parte di stranieri, di tutti gli stranieri. Però, i bambini italiani dove sono?
Bisognerebbe proibire comunque l'adozione di bambini stranieri, quali che siano.
Le italiane non vogliono fare più figli e poi cercano di adottare bambini africani,
asiatici etc.? Facciano figli loro, se ci riescono, piuttosto!
E se non ci riescono, amen.
Deve finire anche questo "traffico" di adozioni globale e globalizzato.
https://www.tempi.it/francia-fecondazione-single-lesbiche-pma-senza-padre/
RispondiEliminaFecondazione di coppie omo. L'82% dej francesi dice no.
http://www.lanuovabq.it/it/quanti-pregiudizi-questi-ideologi-dello-ius-soli
RispondiEliminaMa dove pascolano , tra le pagine dell'agenda di Pannella ?
Luciano Motz prende carta e penna e scrive al Piccolo di Trieste:
RispondiEliminaLa Dottrina sociale non piace a Udine
L’articolo del 24 marzo scorso sulla contrarietà dell’arcivescovo di Udine allo svolgimento in quella città della Scuola di Dottrina sociale della Chiesa organizzato dall’Osservatorio internazionale card. Van Thuân, presieduto dall’arcivescovo di Trieste, è molto equilibrato ma per comprendere fino in fondo la portata della questione è necessario un approfondimento. Non tutti hanno ben presente che cosa sia la Dottrina sociale della Chiesa (Dsc).
Essa non è un documento politico, non ha nulla a che vedere con le definizioni di destra o sinistra, non è qualcosa di estraneo al Magistero petrino, ma è per definizione “l’annuncio di Cristo nelle realtà temporali” ed è rivolta ad ogni persona che cerca il “bene comune”, nell’accezione autentica di tale definizione.
Più specificamente, la DSC è formata dai vari e successivi interventi sui temi sociali del magistero della Chiesa, a partire dall’enciclica Rerum Novarum di Papa Leone XIII (1891). Io ho partecipato nel 2015 al primo corso di tale Scuola e posso garantire che essa è un formidabile strumento di maturazione della coscienza, sia per i comuni credenti che per quelli impegnati in politica. Si pensi al fatto che molti che si pretendono cattolici hanno poi sostenuto e votato leggi contrarie all’insegnamento della Chiesa e alla morale naturale, dicendo di averlo fatto in piena coscienza. Ne abbiamo esempi anche a Trieste.
La Scuola, voluta dall’arcivescovo Giampaolo Crepaldi e diretta dal professor Stefano Fontana, da allora si svolge ogni anno a Trieste ed è stata estesa anche a molte altre località in Italia, senza alcun problema. È pertanto strabiliante il fatto che siano sorte questioni con la Diocesi di Udine. Strabiliante ma non incomprensibile. Compito precipuo della Chiesa è salvare le anime ma di questi tempi ritengo che molti, troppi, presbiteri lo abbiano dimenticato. Il vero guaio è che molti che dovrebbero essere Pastori hanno dimenticato che Gesù ha ordinato ai discepoli di essere nel mondo ma non di questo mondo (Gv 17, 14); non conducono il gregge alla salvezza, ma lo lasciano in balia dei lupi (Gv 10, 12-13).