Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 26 luglio 2019

Agli illustri assassini della nostra santa Liturgia

Quello che segue è uno scritto di mons. Domenico Celada tratto da “Vigilia Romana” Anno III, N. 11, Novembre 1971. Lo riprendiamo perché si tratta di un documento che profetizzava ciò che è effettivamente accaduto nella Chiesa;  ancora oggi è attualissimo visto il degrado liturgico che con il Novus Ordo, imposto da Paolo VI, si è perpetrato e continua drammaticamente a perpetrarsi in questi nostri tempi di profonda crisi nella Chiesa cattolica, con i rischi di ulteriori scempi e contaminazioni. La Lettera aperta di mons. Celada smascherava (e smaschera) lo spirito che animava (e tuttora anima) i sabotatori della Messa cattolica. Vi rimando, per ulteriori spunti, a questo mio intervento e relative citazioni
Aggiungo il link al Discorso di Pio XII in occasione del convegno di “liturgia pastorale” (citato nel testo) nel quale il Santo Padre, oltre a dare una magistrale interpretazione alla disciplina della Sacra Liturgia con ampi riferimenti alle principali fonti antiche e recenti, compresa la Mediator Dei, usa parole durissime contro le distorsioni dei teologi del tempo (poi confluite nei documenti conciliari che ne hanno permesso la nefasta attuazione di cui stiamo soffrendo le conseguenze), affrontando i punti più importanti dibattuti in materia liturgico-dogmatica. Un discorso che acquista una duplice rilevanza, sia come lectio impareggiabile proprio in ragione del nostro impegno per il ripareggiamento della Verità, che per il fatto che purtroppo risulta non abbastanza noto, visto che sul sito del Vaticano c'è solo il testo originale in francese; e dunque quello che segue lo mettiamo a disposizione grazie al solerte impegno del nostro traduttore.

Agli illustri assassini della nostra santa Liturgia

"È da tempo che desideravo scrivervi, illustri assassini della nostra santa Liturgia. Non già perch’io speri che le mie parole possano avere un qualche effetto su di voi, da troppo tempo caduti negli artigli di Satana e divenuti suoi obbedientissimi servi, ma affinché tutti coloro che soffrono per gli innumerevoli delitti da voi commessi possano ritrovare la loro voce.

Non illudetevi, signori. Le piaghe atroci che voi avete aperto nel corpo della Chiesa gridano vendetta al cospetto di Dio, giusto Vendicatore. Il vostro piano di sovversione della Chiesa, attraverso la liturgia, è antichissimo. Ne tentarono la realizzazione tanti vostri predecessori, molto più intelligenti di voi, che il Padre delle Tenebre ha già accolto nel suo regno. Ed io ricordo il vostro livore, il vostro ghigno beffardo, quando auguravate la morte, una quindicina d’anni fa, a quel grandissimo Pontefice che fu il servo di Dio Eugenio Pacelli, poiché questi aveva compreso i vostri disegni e vi si era opposto con l’autorità del Triregno.

Dopo quel famoso convegno di “liturgia pastorale”, sul quale erano cadute come una spada le chiarissime parole di Papa Pio XII [vedi], voi lasciaste la mistica assise schiumando rabbia e veleno.
Ora ci siete riusciti. Per adesso, almeno. Avete creato il vostro “capolavoro”: la nuova liturgia. Che questa non sia opera di Dio è dimostrato innanzitutto (prescindendo dalle implicazioni dogmatiche) da un fatto molto semplice: è di una bruttezza spaventosa. È il culto dell’ambiguità e dell’equivoco, non di rado il culto dell’indecenza.

Basterebbe questo per capire che il vostro “capolavoro” non proviene da Dio, fonte d’ogni bellezza, ma dall’antico sfregiatore delle opere di Dio.

Si, avete tolto ai fedeli cattolici le emozioni più pure, derivanti dalle cose sublimi di cui s’è sostanziata la liturgia per millenni: la bellezza delle parole, dei gesti, delle musiche. Cosa ci avete dato in cambio? Un campionario di brutture, di “traduzioni” grottesche (com’è noto, il vostro padre, che sta laggiù non possiede il senso dell’umorismo), di emozioni gastriche suscitate dai miagolii delle chitarre elettriche, di gesti ed atteggiamenti a dir poco equivoci.

Ma, se non bastasse, c’è un altro segno che dimora come il vostro “capolavoro” non viene da Dio. E sono gli strumenti di cui vi siete serviti per realizzarlo: la frode e la menzogna. Siete riusciti a far credere che un Concilio avesse decretato la disparizione della lingua latina, l’archiviazione del patrimonio della musica sacra, l’abolizione del tabernacolo, il capovolgimento degli altari, il divieto di piegare le ginocchia dinanzi a Nostro Signore presente nell’Eucaristia, e tutte le altre vostre progressive tappe, facenti parte (direbbero i giuristi) di un “unico disegno criminoso”.

Voi sapevate benissimo che la “lex orandi” è anche la “lex credendi”, e che perciò mutando l’una, avreste mutato l’altra.

Voi sapete che, puntando le vostre lance avvelenate contro la lingua viva della Chiesa, avreste praticamente ucciso l’unità delle fede.

Voi sapevate che, decretando l’atto di morte del canto gregoriano della polifonia sacra, avreste potuto introdurre a vostro piacimento tutte le indecenze pseudomusicali che dissacrano il culto divino e gettano un’ombra equivoca sulle celebrazioni liturgiche.

Voi sapevate che, distruggendo tabernacoli, sostituendo gli altari con le “tavole per la refezione eucaristica”, negando al fedele di piegare le ginocchia davanti al Figlio di Dio, in breve avreste estinto la fede nella reale presenza divina.

Avete lavorato ad occhi aperti. Vi siete accaniti contro un monumento, al quale avevan posto mano cielo e terra, perché sapevate di distruggere con esso la Chiesa. Siete giunti a portarci via la Santa Messa, strappando addirittura il cuore della liturgia cattolica. (Quella S.Messa in vista della quale noi fummo ordinati sacerdoti, e che nessuno al mondo ci potrà mai proibire, perché nessuno può calpestare il diritto naturale).

Lo so, ora potrete ridere per quanto sto per dire. E ridete pure. Siete giunti a togliere dalle Litanie dei santi l’invocazione “a flagello terremotus, libera nos Domine”, e mai come ora la terra ha tremato ad ogni latitudine.

Avete tolto l’invocazione “a spititu fornicationis, libera nos Domine”, e mai come ora siamo coperti dal fango dell’immoralità e della pornografia nelle sue forme più repellenti e degradanti. Avete abolito l’invocazione “ut inimicos sanctae Ecclesiae umiliare digneris”, e mai come ora i nemici della Chiesa prosperano in tutte le istituzioni ecclesiastiche, ad ogni livello.

Ridete, ridete. Le vostre risate sono sguaiate e senza gioia. Certo è che nessuno di voi conosce, come noi conosciamo, le lacrime della gioia e del dolore. Voi non siete neppure capaci di piangere. I vostri occhi bovini, palle di vetro o di metallo che siano, guardano le cose senza vederle. Siete simili alle mucche che guardano il treno. A voi preferisco il ladro che strappa la catenina d’oro al fanciullo, preferisco lo scippatore, preferisco il rapinatore con le armi in pugno, preferisco persino il bruto e il violatore di tombe. Gente molto meno sporca di voi, che avete rapinato il popolo di Dio di tutti i suoi tesori.

In attesa che il vostro padre che sta laggiù accolga anche voi nel suo regno, “laddove è pianto e stridor di denti”, voglio che voi sappiate della nostra incrollabile certezza: che quei tesori ci saranno restituiti. E sarà una “restitutio in integrum”. Voi avete dimenticato che Satana è l’eterno sconfitto."

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Preparati ad accompagnarlo visto il danno immenso cara maria che fai sbeffeggiando quotidianamente il Papa

Catholicus ha detto...

Sempre commovente rileggere questa invettiva. Veri cattolici questi! Come non convenire con l'autore? Restiamo saldi col "si si, no no". Ieri sera in Chiesa; esposizione del SS.mo e lectio divina sul Padre Nostro: il prete adotta il " non abbandonarsi alla tentazione", poi parla di Abramo che intercede per gli abitanti di Sodoma senza concludere che fu distrutta, anzi lasciando il dubbio che il Signore, alla fine, abbia cambiato idea.

irina ha detto...

Un esempio delle conseguenze nefaste prodotte dal rinnegamento della Verità. Costoro, mancanti di timor di Dio, di sapienza, di scienza e di intelletto, si ostinano nel peccato ed invidiando la grazia altrui, impugnano la verità conosciuta presumendo di salvarsi senza merito.
Non è ancora sufficiente purtroppo, questa immane tragedia, a far sì che tanti riescano almeno ora, dopo 50 anni, ad aprire i loro occhi.

Anonimo ha detto...

@ Anonimo
26 luglio 2019 07:56

2 Timoteo 4, 1-5

"4 Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: 2 annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. 3 Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, 4 rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. 5 Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero."

mic ha detto...

OT ma è conseguente all'apostasia:
http://lanuovabq.it/it/il-friuli-chiede-il-blocco-della-triptorelina-in-italia

Nel blog:
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/03/in-che-mondo-viviamo.html

http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/03/triptorelina-qual-e-la-posizione-della.html

Pietro C. ha detto...

Alle anime "candide" che si scandalizzano per l'uso di forti ma eloquenti termini usati per spiegare quant'è successo alla liturgia romana, dico di svegliarsi dal loro torpore, di deporre il loro falso moralismo e d'iniziare a vedere, se ancora hanno occhi.

La liturgia è stata esposta ad una "guerra nucleare" in modo silente e con il sorriso sulle labbra da parte delle autorità ecclesiastiche ma la distruzione immane è sotto l'occhio di tutti, i frutti lo sono pure e tali frutti portano all'agnosticismo, all'indifferentismo e, alla fine, all'ateismo.

Chiamare "assassini" coloro che hanno distrutto il patrimonio plurisecolare della liturgia romana è una forte definizione, certo, ma rende perfettamente l'idea di quant'è stato perpetrato, di quant'è stato sottratto al popolo senz'avergli minimamente chiesto un consenso, di com'è stato ingannato il popolo stesso.

Non è più il momento di mezze misure e di parole vellutate perché il cammino di rivoluzione liturgica con Bergoglio non può che giungere alla sua logica conseguenza antitradizionale, avendo, egli, dato la stura ad ogni remora e timore.

Tuttavia, una Chiesa nella quale il sovvertimento, l'opposizione feroce alla sua tradizione, il disprezzo per il proprio passato divengono regola, avviene il suicidio della Chiesa stessa poiché la Chiesa, per definizione, è un legame di continuità tra passato e futuro, pur con aggiustamenti e adattamenti nel tempo.

Viva solidarietà a Maria Guarini, dunque, per questo suo franco modo di parlare che se scandalizzerà qualche "anima bella", almeno sveglierà qualche coscienza addormentata.

Anonimo ha detto...

Giancarlo Belli:
Caro don Antonello Iapicca, cosa vuoi dirmi? Che non è con la politica che possiamo salvare la persona? Siamo d’accordo, naturalmente. Non sarà la Lega, né Fratelli d’Italia che potrà salvarci. Epperò, non possiamo nemmeno dire che Lega o PD, FdI o M5S siano equivalenti per un cattolico. Lega e FdI sono compatibili con una “sana antropologia che viene dalla fede”, PD e M5S no. Non mi pare secondario e non giova, né ai cattolici, né alla Chiesa, né alle persone che si faccia confusione su questo.

Ti lamenti della corsa ad accaparrarsi il “voto cattolico insofferente a questo papato”, ma dimentichi di spiegare perché, oggi, ci sono tanti cattolici insofferenti a papa Francesco. Il problema vero di noi cattolici, caro don Antonello, non è affatto quello di essere strumentalizzati dalla Lega, ma semmai quello di non sentirsi più a casa nella Chiesa, di non capire (o forse capire anche fin troppo bene) dove vuole arrivare papa Francesco, di non condividere, LEGITTIMAMENTE, le sue opinioni, di ritrovarsi, come vicario di Cristo, uno che, anziché confermare nella fede, spinge al dubbio, contraddice il magistero precedente, non vuole proselitismo, parla di un dio padre di tutti gli uomini, mentre noi sappiamo che si è figli solo nel Nome del Padre e dl Figlio e dello Spirito Santo e nella fede in Cristo Gesù.

Io non dimentico, mi devi credere, di “gettare in Dio ogni preoccupazione, anche quelle inerenti alla deriva antropologica e morale di questa società, e ad impegnarci con tutto se stessi ma nella libertà di chi sa che Dio conduce la storia al compimento in Lui”. Epperò, una scelta la dobbiamo fare, quando entriamo in cabina elettorale, e sarebbe stupido, oltre che falso, immaginare che l’uno vale l’altro, o che non dobbiamo prendere parte nella lotta contro chi, della “deriva antropologica e culturale”, si fa paladino. Si, don Antonello, LOTTARE CONTRO NEMICI IN CARNE ED OSSA, senza aver paura di parlare di nemici. E lo ripeto: NEMICI. Di Dio e dell’uomo. E’ Gesù stesso che ne parla quando ci dice di “amare i nostri nemici”.

Certo che dobbiamo preoccuparci della fede, prima di tutto. Senza dimenticare che per conservare la fede dobbiamo COMBATTERE LA BUONA BATTAGLIA. Anche in politica.

https://www.facebook.com/segnideitempi/posts/2538019609563219

Luisa S. ha detto...

@ anonimo 7,56 - Sarebbe meglio lei intervenisse con argomenti in merito e non con il solito"siete contro il papa" (Parentesi , la maggior parte , almeno a mia conoscenza , di coloro che si stracciano le vesti contro chi critica - o detto critica - l'andazzo odierno, fanno parte della schiera di quelli che se ne uscivano ai tempi con la famosa frase di Don Milani "l'obbedienza non è più una virtù") chiusa parentesi.

C'è una frase che dovrebbe far riflettere molti, DAI LORO FRUTTI LI RICONOSCERETE, dove vede cristiani coerenti nella vita, in chiesa quando ci vanno d'estate sembra essere in spiaggia, le convivenze sono ormai considerate un'ovvietà, sull'aborto e più ancora sulle leggi odierne sulla famiglia (famiglia?) tutto tace. L'inculturazione del Vangelo è fatta semplicemente non evangelizzando ma assumendo i costumi dei locali, esiste in amazzonia, per esempio un guppo etnico che vede la presenza dei missionari da 53 anni e dove non è mai stato celebrato un battesimo, non esiste più dottrina che spieghi i doveri verso Dio perchè tutto viene scusato e poi non bisogna giudicare!

E dire questo, addolorarsi per questo, mettere in evidenza dove conducono certe derive pastorali è essere contro il Papa? direbbe Totò, ma mi faccia il piacere

tralcio ha detto...

Aver voluto la liturgia come un'assemblea festosa volta a celebrare l'uomo ha fatto sì che:
-s'è affievolita fin quasi a scomparire la consapevolezza della Presenza Reale del Signore;
-s'è affievolita fin quasi a scomparire la consapevolezza che c'è il Suo sacrificio;
-s'è tanto cercato lo spirito assembleare e festoso da scaderne in tristi rappresentazioni

Aver reso il luogo della liturgia un "salone" o un teatro ha fatto sì che:
-quando vi si celebra si cerca l'effetto scenico e persino l'applauso;
-quando non vi si celebra esso è, agli occhi dei più, uno spazio vuoto inutilmente aperto.

Aver negato ogni atteggiamento e cura celesti e sacri, sostituendoli con la normalità del mondo, ha di fatto smarrito l'affaccio su un regno che non è di questo mondo e sulla circostanza che la nostra quotidianità vada salvata, in quanto segnata dal peccato.
Ha inevitabilmente smarrito il sacer-dozio, il sacra-mento, la sacra musica e il con-sacrare, il riparare, l'adorare, per riempire ogni spazio della centratura su di sè della creatura che pensa così di capirne qualcosa in più del suo Creatore e Salvatore.

Potremmo discutere di ogni singolo punto, trovando anche argomenti a discolpa di chi è stato così ingenuo, illuso e incauto da non cogliere i rischi che si correvano stravolgendo secoli di sapienza e delicatezza, arricchita d'arte e cura, rispettando il mistero.
Anche un assassino può avere delle attenuanti, generiche e specifiche: tuttavia qui siamo presso Colui che Vive e che ha vinto la morte. L'attenuante deve essere allora questa fede e se questa fede non la si alimenta, o viene spenta, l'assassino è ancora tra noi.

Valeria Fusetti ha detto...

Illustre anonimo delle 7:56 non so se lei è uomo o donna, ma data l' ora trovo disdicevole che lei abbia già bevuto. Nel post non si nomina l' attuale pontefice regnante, ma in compenso si descrivono i frutti che sarebbero arrivati con la violenza fatta alla Sacra Liturgia. Frutti arrivati a maturazione ben prima di sei anni fa. Se non sbaglio, a questo proposito, vi è una famosa frase di Paolo VI che viene citata, sul fumo di satana... ricorda ? E questi frutti non efficacemente contrastati, progredirono, si moltiplicarono. Anche Giovanni Paolo II e Benedetto XVI cercarono di frenare, contrastare, faccia lei.Ma in un modo sorprendentemente contraddittorio. Sino a che BXVI è arrivato ad affermare, a suo modo, che anche nella Chiesa, le foglie in estate sono verdi, e che la Santa Messa non era mai stata abrogata ! Già, però Papa Benedetto XVI ha delle idee tutte sue, su come si difende la Chiesa, il chiuso delle pecore di Cristo, e deve aver confuso la gerarchia delle cose: affrontare uno scisma o affrontare il tradimento fatto a nostro Signore ? E così, nel voler tenere il piede in due staffe di diverso livello, ha dimenticato come si fa a sguainare la spada. E pensare che avrebbe avuto a sua disposizione la Spada dello Spirito, che il Signore Gesù ha assicurato, attraverso San Paolo,essere a disposizione di chiunque la voglia brandire. Ed è caduto da quel cavallo che è il CVII... E ora siamo qui: e le sembra che le cose siano tornate al loro posto? A me no, e se lei non è ubriaco/ a dovrebbe concordare con me, e con alcune altre persone. Il nostro amato papa emerito, e lo dico senza nessuna ironia xche io, almeno, gli devo l' inizio del mio ritorno a Casa... per cui si immagini se non gli voglio bene ! Dicevo BXVI in uno scritto di non molto tempo fa, dette la responsabilità dell' immoralità che strozza la Chiesa, al " cambio di paradigma" sessantottino che, dalla società, avrebbe invaso detta Chiesa. No, non è cosi' perché è la Chiesa che, nel progetto di Dio, è "sale del mondo", e che se il mondo putrefa è perché il sale messo da Dio non ha più nessun potere di preservarlo dal male. Ed il Male vero non è la sodomia, il clericalismo sfrenato, il piegarsi al furto e persino all' omicidio, il fiancheggiare l' omicidio delle persone non nate, l' eutanasia, l' oscena parodia satanica di "amore" che è la pedofilia...No, malgrado tutto, questi ed altri sono i mali derivati. Derivati derivatiall' eresia primaria che, per le " amorevoli" cure di satana, in alcune centinaia di anni è diventata apostasia: il frutto preferito di satana, che è saturo di semi da spargere nel mondo. Ma NON sono i "semi del Verbo". Proprio NO perché che accordo ci può essere tra Cristo e Belial ? Ed il giogo con gli infedeli è un giogo sconveniente poiché noi siamo il tempio del Dio vivente.

Anonimo ha detto...

Sì vede che il parroco seguiva l'insegnamento di Galantino.

Marisa ha detto...

OT

Udiamo udiamo, udite udite!!

https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=http://www.affaritaliani.it/politica/palazzo-potere/cattolici-scende-in-politica-il-figlio-del-direttore-del-giornale-del-papa-617137.html&ved=2ahUKEwiLp8722NTjAhVLDewKHYFEB3MQFjAAegQIBxAC&usg=AOvVaw07j_UVmnrLhUHxp1cTWRbn

fabrizio giudici ha detto...

Riprendo dall'articolo segnalato da Marisa:

Si tratta, continua Dagospia, di un movimento di cattolici democratici, antisovranista e antipopulista. Un centro progressista "tra Prodi e Monti" che possa dialogare con i tanti, troppi centristi delusi che si trovano ora nel PD e in Forza Italia e che non vogliono morire salviniani o meloniani. Un movimento politico che possa dialogare anche con la Bonino piuttosto che con Pizzarotti.

Non l'avremmo mai detto. Comunque, con tutti quei padri nobili, prenderanno l'ennesimo zerovirgola. Forse qualcosina in più se il PD si sfalda (ci sono voci di insofferenza dall'area sedicente cattolica).

Stephen Neville ha detto...

...detto da uno che col maligno, da quanto si deduce dalla stupidaggine che scrive, ci sta già fornicando, viene proprio da ridere. Ipse venena bibas.