Un dono di Maria Santissima Addolorata: una meditazione da estrarre dai commenti ringraziando il Signore e la Sua e nostra Madre che spesso ci fanno arrivare il conforto, non come lo prefiguriamo o come lo vorremmo; ma ci mettono accanto persone, anime, con le quali condividiamo il peso del tempo che consuma e il fardello di questi nostri tempi duri ma ricchi di grazia.
Mentre il sole dell'ultima domenica di estate declina, penso al sole che si spense quando Gesù Nostro Signore fu innalzato sulla croce e vi morì.
Ne fu deposto tra le braccia della Madre Addolorata, che oggi ricordiamo. Gesù/domenica, Gesù/sole, Gesù redentore e la Madre corredentrice...
Sono pensieri che si aggiungono a quelli di un'ispiratissima omelia di un buon curatore di anime, sul vangelo odierno. Dio non ragiona secondo "emergenze umanitarie" e per "categorie": per Dio, che è il Tutto, importa l'uno, il singolo. Perciò gli interessa la singola pecora e non "le pecore". Come è interessato a quell'una, perdutasi, altrettanto è attento e solerte con le altre novantanove, che ama una ad una, ognuna amata a sé. La carità inizia dai vicini, proprio perché mi sono vicini.
Dio è così. Non ragiona "per ideali" o per slogan da spendere per ottenere visibilità o accreditare qualcuno a danno di qualcun altro sulla scena.
Infatti nell'inno alla carità (1 Corinti 13) San Paolo afferma che: "se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova".
La distorsione della carità avviene quando l'uomo toglie Dio dal centro e dal primo posto, ponendovi l'uomo. Questo espone l'incauto, persino le anime meglio disposte, ad atteggiamenti deviati e devianti. Basta distogliere per un momento lo sguardo da Dio, fonte e fine della Carità, e tutto il nostro zelo e la nostra cura per il povero e la pace che diciamo ispirarne l'agire finiranno in preda di errori ed estremismi inquinati di orgoglio spirituale, attivismo privo di orazione e non poca presunzione. Avremo fatto un idolo della virtù della generosità (che è un dono di Dio) smarrendo l'adorazione al Donatore. Sganciati da questa verità, smarriremo la fermezza e la fedeltà verso la verità assecondando, anche nell'agire caritatevole, la tendenza all'errore e la tolleranza per l'errore. Sono parole tratte liberamente da un sermone del Card. Newmann sull'argomento.
La vera (perché umile) carità accompagna l'amore per la creatura con l'adorazione del Creatore e il fervore per la Verità che Egli è. L'esuberanza della carità non interferisce con lo zelo per Dio, che va amato prima e più degli uomini per poter amare davvero gli uomini: Cristo, via, verità e vita, ci ha detto questo. La Verità che ci ha redenti è la misura e la garanzia delle opere di misericordia corporale e spirituale, mettendoci una competenza, una disciplina, una fedeltà, un ordine che stanno nella Verità dello stesso Essere della carità, la quale è il vincolo che unisce Cielo e terra, come Gesù, vero uomo e vero Dio, che in Lui ricapitola ogni cosa nel Tutto di Dio.
La carità scaturisce da Dio e va a Dio, causa e fine dell'amore, suo approdo, conducendovi la creatura che vi trova riposo, pace e gioia piena. Dalla fede in Cristo l'uomo trae la maturazione morale che conduce all'esercizio della vera (perché umile) carità, che sta sempre nei confini del timor di Dio (dono dello Spirito santo), misericordia per quelli che Lo temono, come quello dell'umile Sua serva che lo magnifica, mentre disperde i superbi nei pensieri (anche quelli filantropici) del loro cuore, innalzando gli umili...
La carità cristiana è la perfezione del cammino di chi si mette a seguire Gesù (stando dietro a Lui e facendo come dice Lui): stare in questa posizione è la primissima grazia necessaria perché il servizio al prossimo, insieme ai doni dello Spirito della scienza e della sapienza (il gusto per le celesti cose), giungano a una pace liberata dal Maligno, che si annida superbo per rendere vanitosi coloro che rimaneggiano e manipolano la carità pensando che non vi siano insidie...
Solo amando Dio, in Cristo, si può amare davvero il prossimo. Solo con questa carità si salvaguarda il creato. Con questa carità si porta la salvezza alle popolazioni che non conoscono il Signore. Senza derogare dalla verità. Senza scorciatoie politicamente corrette. Senza soprattutto assecondare (fra)intendimenti fin troppo riconoscibili.
La carità dà compimento al lungo pellegrinaggio della grazia di Dio alla conquista del cuore umano, ora e in eterno, rendendo i figli di Dio, in Cristo, partecipi della redenzione. Ci consoli ed ispiri oggi Maria Addolorata, che speriamo un giorno di veder dichiarata corredentrice.
Ieri la consacrazione dell'Emilia-Romagna ai Sacri Cuori di Gesù e Maria
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=9_j67zQR1dg&feature=youtu.be
Sua Santità Benedetto XVI :
RispondiElimina"Non sono le maggioranze occasionali che si formano qui o là nella Chiesa a decidere il suo e il nostro cammino. Essi, i Santi, sono la vera, determinante maggioranza secondo la quale noi ci orientiamo. Ad essa noi ci atteniamo! Essi traducono il divino nell’umano, l’eterno nel tempo. Essi sono i nostri maestri di umanità, che non ci abbandonano nemmeno nel dolore e nella solitudine, anzi anche nell’ora della morte camminano al nostro fianco... "
"E' meglio pregare molto che pregare poco e bene! A volte troviamo delle persone che - specialmente nel Rosario - ci dicono: "Ma cosa stai a dire a fare cinquanta Ave Maria? Meglio dirne una detta bene che cinquanta dette male!". Non sono d'accordo su questo. Gesù ha forse detto è meglio pregare poco? C'è quel passo in cui dice "Non sprecate parole come i pagani..." ma non è l'esortazione a pregare poco, anzi, il vangelo dice: "Insegnò una parabola sulla necessità di pregare SEMPRE!". E' meglio pregare poco e bene ma pregare poco è sbagliato; meglio pregare bene, ma chi può dire "Io prego bene"? Io posso sapere se prego molto, questo si posso saperlo. Allora io mi ripeto continuamente, non cinquanta ma cento, Ave Maria, Padre Nostro, Gloria al Padre... ripetizione! Perchè mentre io prego a ripetizione a un certo punto lo Spirito Santo - se vive in me, se sono umile - prende queste preghiere e le porta a Dio. Noi infatti non sappiamo pregare. Non sappiamo nemmeno cosa è conveniente domandare, dice S. Paolo. Lo Spirito Santo è Colui che intercede presso Dio con gemiti inesprimibili" (Padre Serafino Tognetti)
RispondiEliminaMi potreste consigliare un buon libro per imparare a pregare, con il testo delle preghiere anche in lingua latina? Grazie in anticipo a chi mi risponderà.
RispondiEliminahttps://www.facebook.com/photo.php?fbid=940228699666018&set=gm.2161631713941142&type=3&theater&ifg=1
RispondiEliminaDio sia benedetto
Benedetto il Suo Santo Nome
Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero uomo
Benedetto il Nome di Gesù
Benedetto il Suo Sacratissimo Cuore
Benedetto il Suo preziosissimo Sangue
Benedetto Gesù nel Santissimo Sacramento dell'altare
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito
Benedetta la gran Madre di Dio Maria Santissima
Benedetta la Sua Santa e Immacolata Concezione
Benedetta la Sua gloriosa Assunzione
Benedetto il Nome di Maria Vergine e Madre
Benedetto San Giuseppe Suo castissimo sposo
Benedetto Dio nei Suoi angeli e nei Suoi santi
Sant’Agostino, Confessioni, 10, 27-29
Tardi t’amai, bellezza così antica e così nuova, tardi t’amai! Ed ecco, tu eri dentro di me, e io fuori e là ti cercavo, e mi gettavo deforme sulle belle forme delle tue creature. Tu eri con me, e io non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, che non esisterebbero, se non esistessero in te. Tu mi hai chiamato, e il tuo grido ha squarciato la mia sordità; hai balenato, e il tuo splendore ha fugato la mia cecità; hai diffuso la tua fragranza, e io l’ho respirata e anelo a te; ti ho gustato, e ho fame e sete di te; mi hai toccato, e ardo dal desiderio della tua pace.
Sero te amavi, pulchritudo tam antiqua et tam nova, sero te amavi! Et ecce intus eras et ego foris et ibi te quaerebam et in ista formosa, quae fecisti, deformis irruebam. Mecum eras, et tecum non eram. Ea me tenebant longe a te, quae si in te non essent, non essent. Vocasti et clamasti et rupisti surditatem meam, coruscasti, splenduisti et fugasti caecitatem meam; fragrasti, et duxi spiritum et anhelo tibi, gustavi, et esurio et sitio, tetigisti me, et exarsi in pacem tuam.
http://www.30giorni.it/sommario_supplemento_id_73_l1.htm
RispondiEliminaPer l'anonimo delle 8.51
OT Vi chiedo di pregare per un caro amico che ha il figlio all'ospedale in gravi condizioni per un incidente. Grazie.
RispondiEliminaLeggo solo adesso.
RispondiEliminaPenso che saremo in tanti a ricordarlo nella preghiera. Dacci notizie!
RispondiEliminaI VIGLIACCHI DEL VATICANO II
Ho scritto e ancora scriverò delle mancanze, degli errori, delle ingenuità – forse proprio queste han prodotto i risultati peggiori – che presero corpo durante il Vaticano II. In ogni caso, si tratta di vicende complesse
Ma di una cosa quei padri conciliari – o almeno la loro maggioranza “progressista” – non hanno scusante alcuna: l’aver negato la proclamazione del dogma di Maria Mediatrice di tutte le Grazie. Per vigliacca paura di urtare i protestanti. Come se chi nega Maria Madre di Dio, Sempre Vergine, Onnipotente e Correndentrice per Grazia, possa dirsi cristiano. E abbia la dignità di interlocutore
(Biagio Buonomo)