Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 1 ottobre 2019

Card. Burke: L'attacco tedesco alla “Signoria di Cristo”

Nella nostra traduzione da First Things l'intervista rilasciata dal card. Raymond Leo Burke al giornalista e scrittore Schrab Ahmari (opinionista del New York Post) sui due principali eventi ecclesiali che stanno calamitando l’attenzione e l'allarme dei fedeli: il sinodo tedesco e quello pan-Amazzonico. [vedi indice precedenti]

Introduzione
Mezzo millennio dopo la Riforma, i tedeschi stanno di nuovo creando problemi alla Chiesa romana. Questa volta, i vescovi cattolici tedeschi hanno deciso di riformare la Chiesa secondo la loro immagine liberale.
Questa settimana l'episcopato tedesco  ha adottato un quadro statutario per gestire la sua prossima "Assemblea sinodale". L'agenda  includerà la  revisione dell' "Insegnamento della Chiesa sulla morale sessuale, il ruolo delle donne negli uffici e ministeri della Chiesa, la vita e la disciplina sacerdotale e la separazione dei poteri nella guida della Chiesa ". E affinché non ci siano dubbi sulla direzione che la maggioranza mira a prendere in questi ambiti, i vescovi hanno redatto gli statuti con il Comitato centrale dei cattolici tedeschi, una struttura laica che sostiene l'ordinazione delle donne, la fine del celibato sacerdotale, e varie altre concessioni alla rivoluzione sessuale.
Queste mosse hanno incontrato, a Roma, la forte disapprovazione di un ampio spettro del giudizio ecclesiale. Papa Francesco ha chiesto ai tedeschi di concentrarsi, nel loro sinodo, sull'evangelizzazione. La Congregazione per i vescovi ha definito "non valido" il "percorso sinodale vincolante" della Germania. E i prelati tradizionalisti, in particolare il cardinale Raymond Leo Burke, sono sul piede di guerra - in risposta sia al processo tedesco che all'imminente Sinodo dei vescovi per la regione panamazzonica, anch'esso fortemente guidato dai tedeschi.
Quali sono le poste in gioco, per la Chiesa e il Vangelo? I processi tedesco e amazzonico possono essere fermati? Per scoprirlo, la scorsa settimana sono andato a trovare il cardinale Burke nel suo appartamento nelle vicinanze di Piazza San Pietro. L'intervista risultante è stata ripresa in tutta la sua integrità e chiarezza. (Schrab Ahmari)

Testo dell'intervista al Card. Raymond Leo Burke

Eminenza, il “percorso sinodale vincolante” dei vescovi tedeschi è collegato al prossimo Sinodo pan-amazzonico?
Sono molto legati. Infatti, alcuni dei grandi sostenitori dell'orientamento dell'Instrumentum laboris del Sinodo amazzonico sono vescovi e sacerdoti tedeschi. E alcuni vescovi in Germania hanno manifestato un inusuale interesse per questo Sinodo amazzonico. Per esempio, il vescovo Franz-Josef Overbeck di Essen ha detto che “nulla sarà più lo stesso” dopo il processo sinodale amazzonico; secondo lui la Chiesa sarà completamente cambiata.

Il “percorso sinodale” della Germania è ecclesialmente valido?
Non è per nulla valido. Ciò è stato reso ben chiaro. ...Nella lettera ai vescovi tedeschi, il cardinale Marc Ouellet della Congregazione per i vescovi [ha detto ai tedeschi] che stanno intraprendendo un processo che si pone fondamentalmente al di fuori dalla Chiesa, in altri termini stanno cercando di creare una chiesa a loro immagine e somiglianza. Per quanto mi riguarda, questo cammino sinodale in Germania deve essere fermato prima che ai fedeli derivi un danno ancora più grande. Hanno già iniziato e insistono sul fatto che non si possa fermare. Ma stiamo parlando della salvezza delle anime, il che significa che dobbiamo prendere tutte le misure necessarie.

Cosa motiva la spinta dei vescovi tedeschi, sia nel loro Paese che in Amazzonia?
I vescovi tedeschi credono di poter ora definire la dottrina, il che è una cosa falsa. Altrimenti, ci ritroveremmo con un intero gruppo di chiese nazionali, ognuna con le proprie preferenze per quanto riguarda la dottrina e la disciplina. La cattolicità della Chiesa cattolica è esattamente ciò che è a rischio. La Chiesa cattolica è una chiesa che ha una fede, un sistema sacramentale e una disciplina in tutto il mondo, e quindi non abbiamo mai pensato che ogni parte del mondo avrebbe definito la Chiesa secondo culture particolari. Questo è ciò che viene suggerito in questo Instrumentum laboris dell’Amazzonia e in Germania.
Essi dicono che la regione amazzonica è una fonte di rivelazione divina, e quindi quando la Chiesa vi si reca nella sua potenza missionaria, dovrebbe imparare dalla cultura; il che nega il fatto che la Chiesa porta il messaggio di Cristo, l'unico che è la nostra salvezza, e indirizza questo messaggio alla cultura, non viceversa! Quindi sì, ci saranno elementi oggettivamente buoni nella cultura, in quanto coscienza e natura indicano la rivelazione; ci sono cose nella cultura che risponderanno immediatamente all’insegnamento della Chiesa. Ma ci saranno altri elementi che dovranno essere purificati ed elevati. Perché? Perché solo Cristo è la nostra salvezza. Non ci salviamo da soli, né individualmente né come società.

Ma i fautori del processo amazzonico dicono che ci sono troppo pochi sacerdoti nella regione amazzonica.
Per questo abbiamo bisogno di far crescere sacerdoti per le missioni, e in secondo luogo, abbiamo bisogno di coltivare vocazioni tra gli stessi popoli indigeni. Nel giugno 2017 ho visitato il Brasile e la mia visita si è svolta con un arcivescovo, già vescovo per più di un decennio nel territorio Pan-Amazzonico. Gli ho posto direttamente questa domanda, perché già allora si parlava di relativizzare l’insegnamento della Chiesa sul celibato per reclutare più sacerdoti. E mi ha detto che durante il suo vescovado si è dedicato soprattutto allo sviluppo delle vocazioni, e che ce n'era un buon numero.
Diceva molto chiaramente: “Non è vera l'idea che la gente di questa regione non comprenda la perfetta continenza richiesta ai sacerdoti o che non vi risponda. Ciò non è affatto vero”. Ha detto: “Se insegni loro il celibato di Cristo stesso e quindi l’adeguatezza del fatto che siano celibi anche i suoi sacerdoti, possono certamente comprenderlo”. Gli amazzonici sono esseri umani come te e me, e possono ordinare le loro vite con l’aiuto della grazia di Dio.

Una puntualizzazione più ampia fatta dai sostenitori dei processi sia tedeschi che amazzonici è che la condizioni nel mondo moderno implicherebbero maggiori difficoltà per sostenere l’insegnamento morale della Chiesa e la sua disciplina, sia che si tratti del celibato sacerdotale che del divorzio e di un nuovo matrimonio per i laici.
Ho partecipato al Sinodo dei vescovi sulla famiglia/2014, e questo argomento è stato usato specificamente per quanto riguarda i divorziati e la loro possibilità di contrarre un cosiddetto secondo matrimonio. È stato un cardinale tedesco a dire che l’insegnamento della Chiesa sul matrimonio è un “ideale”, che non tutti sono in grado di realizzarlo, e quindi dobbiamo dare la possibilità di contrarre un secondo matrimonio a coloro che falliscono nel primo.
Ma l’errore fondamentale è che il matrimonio non è un ideale! È una grazia. Il matrimonio è un sacramento, e chi si sposa, anche la persona più debole, riceve la grazia di vivere secondo la verità del matrimonio. Cristo, con la sua venuta, ha vinto il peccato e la sua conseguenza, che è la morte eterna. Egli ci dona, dal proprio essere, dal proprio corpo glorioso, la grazia dello Spirito Santo per viverla nel matrimonio.
Dio ci dà la grazia, che siamo sposati o celibi. Cristo stesso ne è l’esempio. Non si è sposato. Ha scelto la continenza perfetta per essere per tutti, per essere il salvatore di tutti. Così egli mostra la cooperazione con la grazia per quanto riguarda l’aspetto sessuale del nostro essere. Così il clero celibe è anche un grande incoraggiamento per gli sposi. Perché non è facile neanche essere sposati. Non è facile essere fedeli. Non è facile neanche dare tutta la propria vita, essere sposati fin quando la morte non ci separi. E allo stesso modo, non è facile abbracciare la grazia della procreazione. Quindi c’è questo grande mistero della grazia divina nella nostra vita, ed è questo che qui manca. C’è un’influenza molto forte dell’idealismo tedesco, delle visuali storicistiche hegeliane.

Ma la nostra cultura iper-sessualizzata non rende molto più difficile aderire agli insegnamenti morali della Chiesa? A volte penso che per i grandi santi sia stato molto più semplice, sia perché erano di clausura, sia perché, quando sono usciti dal mondo, non si sono trovati di fronte a un’atmosfera così “pornografizzata”.
Ma anche Sant’Antonio del deserto subì queste tremende tentazioni. Vedeva immagini di donne nude nel suo eremo. Una delle nostre difficoltà nella vita è che a volte ci permettiamo di vedere cose peccaminose: Questo è il grande male della pornografia. Vediamo immagini che restano in noi e poi restano fonte di tentazione. Ma in tutto questo, Dio ci dà la grazia di combattere queste tentazioni. San Paolo dice all’inizio della lettera ai Colossesi: “Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo”. Non c’è nulla che manchi nelle sofferenze di Cristo, se non che dobbiamo unirci ad esse.
Questo è il mistero. Molti oggi, per via dei progressi della scienza e della tecnologia, pensano che la vita dovrebbe essere sempre più facile e conveniente, e portano questa mentalità nella Chiesa. Quindi, se c’è un insegnamento difficile, dicono semplicemente: “Beh, non può essere giusto. Deve essere giusto fornicare o qualsiasi altra cosa”.

Eminenza, torniamo alle strutture giuridiche coinvolte: Che cos’è un sinodo? Qual è il suo status giuridico o canonico all’interno delle strutture della Chiesa?
Il concetto è sempre lo stesso. Il concetto fondamentale del Sinodo è quello di riunire i rappresentanti del clero e dei laici per capire come la Chiesa possa più efficacemente insegnare e applicare la sua disciplina. I sinodi non hanno mai avuto niente a che fare con il cambiamento della dottrina o con il cambiamento della prassi. Tutto questo doveva essere un modo per promuovere la missione della Chiesa. La definizione di Sinodo si basa sulla verità che ogni cattolico come vero soldato di Cristo è chiamato a salvaguardare e promuovere le verità della fede e le modalità con cui queste verità sono praticate. Altrimenti, la solenne assemblea sinodale dei vescovi tradirebbe la sua missione. Il Sinodo, secondo il Codice di Diritto Canonico, dovrebbe assistere il pontefice romano con il consiglio [come organo consultivo -NdT] per la conservazione e la crescita della fede e della morale, e l’osservanza e il rafforzamento della disciplina ecclesiastica. Non c’è nulla che riguardi il cambiamento della dottrina o della prassi!
L'Instrumentum laboris del Sinodo pan-amazzonico è un attacco diretto alla signoria di Cristo. Dice alla gente: “Avete già le risposte, e Cristo è solo una delle tante fonti di risposte“. Questa è apostasia!
Cristo è il Signore, in ogni tempo e luogo – questo è il talento della Chiesa. Quando i missionari hanno predicato Cristo, hanno anche riconosciuto i doni e le genialità delle persone a cui predicavano. Il popolo ha poi espresso nella propria arte e architettura le verità della Chiesa. Hanno aggiunto il proprio apporto all’espressione della Verità sottesa. Probabilmente avete visto le Madonne giapponesi. Sono fatte nello stile giapponese, ma in esse è espresso il mistero della maternità divina!

In questo contesto, Eminenza, cosa le dà speranza, oggi, nella Chiesa?
Ovunque, tra i giovani, c'è il rinnovamento liturgico; il che mi dà grande speranza. Ci sono molti giovani sacerdoti e seminaristi che non fanno proprio un solo iota di questa rivoluzione. Ed è la liturgia che spesso li attira così tanto, perché questo è l’incontro più perfetto e immediato che abbiamo con Cristo. Sono attratti dall’usus antico, la Forma straordinaria, perché ha tanti simboli in più ed è molto più espressiva dell’aspetto trascendente della nostra vita di fede: Nostro Signore scende sull’altare per rendersi presente sacramentalmente.
Molte persone vengono da me molto scoraggiate, alcune con la volontà di abbandonare la Chiesa. Ma non è tutta oscurità. Guardate questi giovani. Guardate queste vocazioni, non solo negli Stati Uniti, ma anche in Germania. Sapete che parlano della secolarizzazione della Germania, ma ci sono ancora buoni giovani cattolici e famiglie cattoliche. . . . Io credo che Cristo ha detto che non ci avrebbe mai abbandonati, che sarebbe stato con noi fino alla fine dei tempi. Io Gli credo. Mi fido di Lui.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Vorrei segnalare queste risorse per pregare con il Rosario:
Rosario app di Marcello Pietrelli.Ottima App gratuita con audio sia latino che italiano.
https://play.google.com/store/apps/details?id=app.rosario.it&hl=it

Ibreviary di Don Paolo Padrini. Ottima app gratuita, tra le preghiere c'è anche un bellissimo Rosario meditato con tutte le meditazioni tratte dalle opere dei Padri della Chiesa.
https://play.google.com/store/apps/details?id=com.netguru.ibreviary&hl=it

Anonimo ha detto...

https://www.aldomariavalli.it/2019/10/01/sinodo-amazzonico-cari-padri-ecco-i-nostri-dubia/

Sinodo amazzonico / Quattro tesi eretiche

Al Papa e ai Padri sinodali

Noi, numerosissimi prelati, sacerdoti e fedeli cattolici di tutto il mondo, facciamo presente che l’Instrumentum laboris preparato per la prossima assemblea del Sinodo pone seri interrogativi e desta gravissime riserve, per la sua contraddizione sia con singoli punti della dottrina cattolica, sempre insegnata dalla Chiesa, sia con la fede nel Signore Gesù, unico Salvatore di tutti gli uomini. Ne abbiamo tratto, secondo il metodo classico, quattro proposizioni in forma di “tesi”, riportando i termini del documento. In coscienza e con molta franchezza, l’insegnamento che essi trasmettono è inaccettabile.

La diversità amazzonica, soprattutto religiosa, evoca una nuova Pentecoste: rispettarla è riconoscere che ci sono altri cammini di salvezza, senza riservarli esclusivamente alla propria fede. Gruppi cristiani non cattolici insegnano, d’altronde, altre modalità di essere Chiesa, senza censure, senza dogmatismi, senza discipline rituali, forme ecclesiali, di cui la Chiesa cattolica dovrebbe integrare alcune (IL 30, 39). È distruttivo dello stesso credo riservare la salvezza esclusivamente al proprio credo.
Particolarmente scandaloso è il n. 39, dove si afferma che è «distruttivo dello stesso credo» «riservare la salvezza esclusivamente al proprio credo».

Contro, tra altri: Dominus Iesus 14 e 16.

L’insegnamento della teologia pan-amazzonica, che tenga conto specialmente dei miti, dei riti e celebrazioni delle culture d’origine, è richiesto in tutte le istituzioni educative. I riti e le celebrazioni non cristiane vengono proposti come «essenziali per la salvezza integrale» (IL 87) e si chiede di «adattare il rito eucaristico alle loro culture» (IL 126 d). Sui riti: IL 87, 126.
Contro: Dominus Iesus 21.

Tra i luoghi teologici (cioè tra le fonti della teologia, come la Sacra Scrittura, i Concili, i Padri) si trovano il territorio [dell’Amazzonia] e il grido dei suoi popoli (IL 18, 19, 94, 98 c 3, 98 d 2, 144).
Contro: Dei Verbum 4, 7, 10.

Viene suggerito di conferire l’ordinazione a persone anziane, che abbiano famiglia, e di conferire “ministeri ufficiali” a delle donne. Si propone così una nuova visione dell’ordine che non proviene dalla Rivelazione, ma dagli usi culturali dei popoli amazzonici (che prevedono, tra l’altro un’autorità a rotazione). Si dovrebbe allora fare una separazione tra il sacerdozio e il munus regendi (IL 129 a 2, 129 a 3, 129 c 2).
La separazione tra il sacerdozio e il munus regendi va minando le basi eucaristiche del ministero dell’autorità nella Chiesa.

Contro: Lumen gentium 21, Presbyterorum ordinis 13, Pastores dabo vobis 26;

ed inoltre contro: Sacerdotalis cælibatus integre e spec. 21 e 26, Ordinatio sacerdotalis 1, 3 e 4; Pastores dabo vobis 29.

Gederson Falcometa ha detto...

Il cammino sinodale di Pistoia è stato bloccato da Pio VI con la Bolla Auctorem Fidei. Oggi possiamo aspettare qualcosa símile dall'autorità?

In qualche modo è da ricordare il numero 6 della Bolla Auctorem Fidei:

"Essi conoscevano bene l’arte maliziosa propria degli innovatori, i quali, temendo di offendere le orecchie dei cattolici, si adoperano per coprire sotto fraudolenti giri di parole i lacci delle loro astuzie, affinché l’errore, nascosto fra senso e senso (San Leone M., Lettera 129 dell’edizione Baller), s’insinui negli animi più facilmente e avvenga che – alterata la verità della sentenza per mezzo di una brevissima aggiunta o variante – la testimonianza che doveva portare la salute, a seguito di una certa sottile modifica, conduca alla morte. Se questa involuta e fallace maniera di dissertare è viziosa in qualsiasi manifestazione oratoria, in nessun modo è da praticare in un Sinodo, il cui primo merito deve consistere nell’adottare nell’insegnamento un’espressione talmente chiara e limpida che non lasci spazio al pericolo di contrasti. Però se nel parlare si sbaglia, non si può ammettere quella subdola difesa che si è soliti addurre e per la quale, allorché sia stata pronunciata qualche espressione troppo dura, si trova la medesima spiegata più chiaramente altrove, o anche corretta, quasi che questa sfrenata licenza di affermare e di negare a piacimento, che fu sempre una fraudolenta astuzia degl’innovatori a copertura dell’errore, non dovesse valere piuttosto per denunciare l’errore anziché per giustificarlo: come se alle persone particolarmente impreparate ad affrontare casualmente questa o quella parte di un Sinodo esposto a tutti in lingua volgare fossero sempre presenti gli altri passi da contrapporre, e che nel confrontarli ognuno disponesse di tale preparazione da ricondurli, da solo, a tal punto da evitare qualsiasi pericolo d’inganno che costoro spargono erroneamente. È dannosissima quest’abilità d’insinuare l’errore che il Nostro Predecessore Celestino (San Celestino, Lettera 13, n. 2, presso il Coust) scoperse nelle lettere del vescovo Nestorio di Costantinopoli e condannò con durissimo richiamo. L’impostore, scoperto, richiamato e raggiunto per tali lettere, con il suo incoerente multiloquio avvolgeva d’oscuro il vero e, di nuovo confondendo l’una e l’altra cosa, confessava quello che aveva negato o si sforzava di negare quello che aveva confessato".

Molto attuale: dal Concilio fino ad oggi, questo modo di procedere, se è diventato "tradizione" nella Chiesa conciliare.

Anonimo ha detto...

Perché temere lo scisma? Io penso che è meglio che la parte liberale se ne vada per la sua tangente. Ha fin troppo esasperato la pazienza di chi era ed è fedele alla tradizione. Per giunta, i liberali sono ben lungi dal voler cambiare idea e infatti si stanno radicalizzando. Meglio che in una famiglia il figlio lazzarone se ne vada per conto suo. La porta gli sarà sempre aperta ma solo nel caso in cui "torni in se stesso", come nella parabola del Figliol Prodigo. Ma questi sono troppo fanaticamente presi dalle loro idee per poter tornare indietro. Lasciamoli andare!

Anonimo ha detto...

Or

Qua e là qualche giovane si sveglia

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/marla-anti-greta-che-denuncia-violenze-degli-immigrati-1761270.html

Anonimo ha detto...

"Burke, Athanasius e Sarah, state aiutando a seppellire la Chiesa"

Schoenstatt International 29 set
D. Paulo Renato Dornelles, Dottore in Utroque Iure (diritto canonico e diritto civile) presso la Pontificia Università Lateranense con Summa cum Laude, denuncia in questo video la mancanza di coerenza dei cardinali Burke e Sarah e del vescovo Athanasius Schneider, che criticano l'attuale confusione dottrinale nella Chiesa, ma rifiutano di riconoscere Jorge Mario Bergoglio come il principale capo di questa opera di demolizione e si dichiarano come "veri amici di Francesco". D. Dornelles aggiunge che, con questo comportamento, stanno solo causando maggiore confusione allo stato già caotico della Chiesa.
https://gloria.tv/video/naYvAeDnmyq22Yr2mqfcnQRYZ

Anonimo ha detto...

Fedeltà a Pietro e fedeltà a Bergoglio non solo non coincidono, ma sono pure in antitesi.
Pietro è Pietro, Bergoglio è Bergoglio. O segui Pietro o segui Bergoglio, le strade si sono divise. O sei di Pietro o sei di Bergoglio.
Bergoglio non è il successore di Pietro, ma di Lutero, però Lutero scismò e se ne andò. Merita tanto di cappello.
Bergoglio ha scismato e occupato la sede apostolica. Tipo i proci a Itaca. Di Ulisse in giro non se ne vedono, per cui prosegue indisturbato la sua opera distruttiva. Ci sono una serie di Ulissini: Benedetto XVI, Burke, Schneider, Müller, Brandmüller e altri, ma non bastano.
Bergoglio ha vinto e perso al tempo stesso, ma noi siamo liberi di non seguirlo, prosegua da solo coi suoi 4 boccaloni e si diluiscano assieme nel grande meticciato globale, nel buco nero del nuovo umanesimo. Gli faranno la festa.

Anonimo ha detto...

" l’arcivescovo Claudio Maria Celli, Andrea Riccardi, padre Federico Lombardi e anche Romano Prodi, tutti introdotti da Marco Impagliazzo "
https://www.rossoporpora.org/rubriche/papa-francesco/897-colloquio-con-i-gesuiti-francesco-e-la-lussuria-con-p-s-su-assisi.html

Mah , si commenta da se' .

Anonimo ha detto...

@ Anonimo
2 ottobre 2019 00:30

Goduria, lampada della vita, pretesa, casta.

Anonimo ha detto...

Suggeriamo ai vari cardinali che si stanno esponendo per il vero Vangelo ma conservano una vera fedeltà a Bergoglio di leggere il brano del Vangelo "chi non entra dalla Porta, cioè dal Vangelo, o è ladro o brigante": le parole di Gesù sono state scritte anche per loro, onde non stiano a scindersi in due paia di scarpe totalmente diverse, senza con ciò salvare l'unica fedeltà che conta in Gesù Cristo. Pietro non può essere un ladro o un brigante.

Anonimo ha detto...


Quello che sta accadendo con la Conferenza Episcopale tedesca dimostra la validità dei timori di chi, come Amerio, all'epoca del Concilio, aveva detto che i nuovi e ampi poteri dati alle Conferenze Episcopali avrebbero col tempo portato alla formazione di chiese nazionali attorno a queste stesse Conferenze Episcopali.
Le Conferenze ep. dissolutrici dell'unità della Chiesa così come le regioni, fortemente autonome, dissolvono l'unità di uno Stato.
La "chiesa nazionale tedesca" che sta nascendo, si presenta come Chiesa di Satana, volendo, come fa, abolire il celibato ecclesiastico, istituire le sacerdotesse, aprire ai vizi del Secolo.
Le Conferenze Ep. dovrebbero essere abolite, i vescovi riportati ad esser responsabili individualmente delle loro diocesi. Questa sarebbe una delle prime cose da fare, per un Papa
di nuovo fedele alla tradizione, se mai ci sarà. Bisognerebbe però riformare correlativamente la Lumen Gentium, art. 22, quello che conferisce ai vescovi in collegio col Papa e sotto il Papa la titolarità dello stesso potere di giurisdizione su tutta la Chiesa posseduto dal Papa, anche se non esercitabile senza il permesso del Papa.
Da lì è cominiciata la dissoluzione dell'unità della Chiesa.