Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 3 gennaio 2020

'Visitazioni' a confronto

Dell'immagine corredata del testo blasfemo abbiamo parlato qui. Di seguito la sensibilità di un musicista credente ci offre confortevoli spunti, richiamando alla memoria quanto la spiritualità e le verità cristiane siano d'spirazione anche agli artisti di oggi e, come in questo caso, anche in campo musicale.

Come reagirebbe il compositore Nino Rota (1911-1979) — che per qualcuno vuol soprattutto dire le colonne sonore composte per Fellini, Monicelli, Visconti, Zeffirelli e Coppola — se ricevesse un biglietto d’auguri raccapricciante come quello appena inviato dalla ONG dei francescani, Franciscans International, in cui, sotto il titolo di Visitatio Mariæ, la Pachamama spunta al posto di santa Elisabetta?

Nel Natale del 1970 sono tre mesi da quando, il 24 Settembre di quell’anno, ha diretto «un po’ impacciato perché di fare il direttore non aveva mai avuto il tempo, ma con autorità assoluta» (P. Isotta in Libero del 25 Aprile 2019), la prima rappresentazione nella Basilica di San Pietro in Perugia, durante la XXV Sagra Musicale Umbra, del suo oratorio La vita di Maria, per soli, coro e orchestra a cui ha dedicato due anni di lavoro.

Come Stravinsky, da tempo attratto dall’idea di comporre un «balletto liturgico» (A. Schönberg, Osservazioni su Stravinsky in Stile e pensiero, a cura di A. M. Morazzoni, Il Saggiatore, Milano 2008, p. 575), Rota aveva vagheggiato da molti anni di mettere in musica i primi capitoli del Vangelo secondo Luca, in cui la Chiesa contempla e celebra Maria, che concepì il Verbo incarnato per opera dello Spirito Santo. 
«La vita di Maria — dice egli stesso — è il mio lavoro più recente. Iniziato nell'autunno del 1968, esso attua e integra un'idea che risale a molti anni addietro: quella di musicare i primi capitoli del Vangelo di S. Luca che raccontano l'infanzia di Gesù. La spinta a intraprendere l'opera mi fu un suggerimento di Beppe Menegatti, il quale auspicava la realizzazione di una rappresentazione coreografica sulla vita della Madonna. Tale suggerimento fece rinascere in me sotto una forma nuova l'antica e ambita idea, convergendola nella immagine di Maria e consentendomi di raffigurarla nella sua interezza e diversità. Non vi era dubbio però, da parte mia, che l'opera, se pure attuata coreograficamente, avrebbe dovuto assumere una struttura musicale non solo sinfonica ma anche vocale, condotta su testi autentici e particolarmente significanti» (Note dell’Autore inserite nel programma di sala della prima esecuzione de La Vita di Maria, XXV Sagra Musicale Umbra, Settembre 1970). 
Ne è venuto fuori un grande polittico di sedici episodi, circa novanta minuti di musica, che illustra quasi tutti i fatti della vita di Maria tramandati dalla più antica tradizione e confermati dall’iconografia latina e greca: Prologo, La natività di Maria, Maria nel tempio, Lo sposalizio, L’annunciazione, La visitazione, Il sogno di Giuseppe, Il natale, I pastori, Il presepio, I re magi, La fuga in Egitto, La strage degli innocenti, Interludio, Le nozze di Cana, La passione, Il transito e l’assunzione. 

I personaggi sono: il Narratore, tenore, che coincide con lo storico degli oratori; l’Angelo, tenore; Maria, soprano; Anna ed Elisabetta, contralti; Gioacchino, Zaccaria e Gesù, bassi; un coro di bambini; e un coro misto, che, oltre a rappresentare qualche personaggio (la voce di Dio, i sacerdoti, i pastori, i soldati di Erode, i convitati di Cana, gli Apostoli, ecc.), ha una parte preminentemente lirica e spesso lega un episodio all’altro. 

Ne La vita di Maria possiamo ascoltare forse alcune delle più belle melodie che il musicista abbia scritto: «Ave, o piena di grazia» e «Io son l’ancella del Signore», intonate rispettivamente dall’angelo e da Maria nell’episodio dell’annunciazione; «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore», cantata da Maria in dialogo con il coro, nel quadro della visitazione; Binus potus mirum bonum, eseguita dal coro alla fine delle nozze di Cana. 

La sesta delle sedici «stazioni» lungo le quali si svolge la rappresentazione sacra è dedicata alla visitazione. Tuttavia, il secondo mistero gaudioso qui rappresentato non è quello contaminato dall’idolatria blasfema della Pachamama o un affare tutto immanente di «due donne, entrambe in attesa di un bambino, [che] si incontrano con attenzione e sensibilità» (come recita il messaggio augurale, in inglese) o un semplice incontro tra due culture. Il libretto di Vinci Verginelli è istruito dal Vangelo di san Luca, in cui Maria dopo l’annunciazione andò ad Ain-Karim, nella casa di Zaccaria, a trovare Elisabetta, sua parente. Elisabetta, non una semplice donna incinta, era stata chiamata ad essere la madre di Giovanni il Battista, l’ultimo profeta dell’antica alleanza e l’immediato precursore del Messia. Ecco che in quella casa, sotto un certo aspetto, s’incontrano due figli, non soltanto due madri. È quello che esprime chiaramente il saluto di Elisabetta a Maria, nel quale anche Giovanni si rivolge Gesù: «A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo» (Lc 1, 43-44). 

Grazie al cielo, non il testo confuso e l’immagine orrenda del messaggio d’auguri di Franciscans International, ma la parola biblica si è fatta musica; un «artista autentico» (come Dallapiccola definiva Rota) ne ha fatto un oratorio assolutamente sincero e trasparente, dal respiro lirico molto ampio.

Se ci rattristano improvvide «contaminazioni», ci consola la musica di Nino Rota. 
Massimo Scapin - Magister musices

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Paolo GARBELLI:
IL CONCILIO VATICANO II
sta dimostrando tutta la sua fragilità e la sua impostazione neo luterana. Infatti la Messa sta virando sempre più dal Sacrificio di Gesù ad un raduno conviviale in cui i più si accostano al divino sacramento senza confessione e senza rispetto (porgendo la mano e chi si mette in ginocchio viene preso per matto).
L'ecumenismo neo pagano prende sempre più il sopravvento sul vero Salvatore del mondo: Gesù.
La dea madre pachamama, portata in spalle dai cardinali, dimostra la tendenza verso l'abbandono della centralità di Maria, corredentrice, che porta a Cristo.
Le spinte neoariane stanno emergendo, prepotenti, e vedono in Gesù quell'uomo straordinario che porta ad un avvicinamento con l'islam, tanto amato da Bergoglio.
Una chiesa senza dogmi, liquida, tanto amata da Kasper e Rahner, sta dividendo i fedeli e sta portando molti ad abbandonare la fede, frutto della dittatura del relativismo...
Le anime si perdono? Niente paura... La Misericordia divina salva tutti, c'è il misericordismo: illusione satanica che offusca le menti. La chiesa in uscita verso quel mondo cui l'apostolo Paolo ammoniva: "Siate nel mondo ma non del mondo".

Anonimo ha detto...

L'onore dell'amore è amare!

https://www.veritatemincaritate.com/2020/01/s-pier-giuliano-eymard-la-santissima-eucarestia-la-presenza-reale/

Che il Signore ci sopporti nella nostra indifferenza e nella nostra apostasia e ci conduca a capire il Suo cuore eucaristico, facendoci la grazia di essere sempre più degni di poterlo ospitare in noi!


Pietro (NON del Cammino) ha detto...

Basterebbe leggere la laica wikipedia per capire che accostare la Pachamama alla Madonna, non è solo una blasfemia, ma anche una cretineria. O, come direbbe il Papa, una "tonterias".
Innanzi tutto la Pachamama è una divinità, mentre la Madonna è la MADRE del Dio vivo e vero.
La Pachamama, dea della terra, si unisce al dio celeste attraverso un rapporto sessuale e partorisce due gemelli, un maschio e una femmina.

Ma anche, per ASSURDO, i miti amazzonici fossero del tutto simili alle verità della fede, il frutto del grembo della Pachamama non sarebbe Dio, non porterebbe nessuna GRAZIA e, di conseguenza, non salverebbe nessuno.

Perché tutta la pienezza della divinità, della verità e della grazia, risiedono in GES§U', nato da Maria Vergine a Betlemme, circa 2000 anni fa. Morto e risorto per noi e tutt'ora vivente col proprio Corpo alla destra del Padre, insieme allo Spirito Santo.

Fossero (ma non lo sono!) anche due storie uguali, sarebbero uguali come due lampadine di cui una è legata ad una trave con uno spago e l'altra è collegata alla corrente elettrica. Solo la seconda si accende e fa luce!

Valeria Fusetti ha detto...

Sia Gabrielli che Pietro non del Cammino scrivono che "la pachamama è una divinità" e ché questa divinità "non salva nessuno" ( Pietro) o che "dimostra la tendenza verso l' abbandono della centralità di Maria" (Gabrielli). Mi sembra che ci siano anche altre considerazioni da fare, o meglio da riconsiderare. I Padri hanno elaborato il tema della Santa Triade, diventato dogma trinitario. "Dio ha fatto tutte le cose mediante la sua Parola (Figlio) e con la sua Sapienza (Spirito Santo)" (Teofilo di Antiochia II Sec.).Vi è una sola divinità in tre Persone,non vi sono altre divinità. Tutto ciò che esiste è stato chiamato ad esistere dalla santa Triade, perciò è creatura. Anche gli Angeli, pur essendo spirituali, sono creature,non sono divinità(Apocalisse 22:8s). Tra gli Angeli Lucifero si è ribellato, volendo essere simile a Dio, e molti lo hanno seguito. Molti di questi Angeli ribelli ingannano uomini che cercano un dio che corrisponda loro, e sono diventati le divinità pagane. Idoli mostruosi e diabolici, secondo la natura dei demoni. Per cui sostituendo Santa Elisabetta con l' immagine della Madre Terra si è creato un binomio talmente blasfemo che mi è difficile persino definirlo: sullo stesso piano un consacrato (a chi ?), ha messo colei che ha trovato grazia presso Dio, ed è stata scelta per essere la Santa Theotokos, per il cui Fiat è stata resa possibile la nostra Redenzione, e un demone travestito, che è tale per la sua ribellione totale ed eterna a Dio Creatore, e il cui scopo è quello di strappare più anime possibile all' opera del Redentore. Queste non sono " semplici" bestemmie, è l' assalto alla stessa Trinità, il mistero dell' Amore di Dio per l' uomo, che satana non può sopportare.In cordibus Jesus et Mariae.

Anonimo ha detto...


Questa ormai famosa immagine della dea Pachamama, dal punto di vista estetico, oltre che sconveniente è pure rozza, brutta, di una mediocrità assoluta.
E proprio in un paese dalla grande tradizione artistica come l'Italia, dovuta per molti aspetti all'azione della Chiesa nel passato, ce la vogliono imporre questa statuetta da rigattieri?

mic ha detto...

ce la vogliono imporre questa statuetta da rigattieri

Il problema oltre e più che l'estetica è l'influsso preternaturale, come ulteriore fonte di contaminazione spirituale e di conseguenza anche del mondo civile.

Anonimo ha detto...

"Non hanno intelligenza quelli che portano un idolo da loro scolpito * e pregano un dio che non può salvare..." (CANTICO Is 45, 15-26 )

Anonimo ha detto...

E così l'anima si prostituisce alla menzogna disonorante dei demoni.

- Sant'Agostino, De civitate Dei, VII, 23, 2

Viator ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=yC0upyPpOo8&feature=youtu.be
Si aprirono i cieli. Dell'autore dell'articolo.
Canta la Sistina