Come noto, l’Autorità Pubblica ha deciso la sospensione di ogni manifestazione ed evento pubblico, a causa dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, sino a domenica 1° marzo.
In conseguenza di tale decisione anche la celebrazione pubblica delle Sante Messe è stata di fatto proibita, mentre mercati, centri commerciali e centri sportivi restano aperti.
La Fraternità San Pio X si vede purtroppo obbligata a sospendere tutte le celebrazioni con partecipazione di fedeli nelle regioni coinvolte, non senza stigmatizzare la condotta della Pubblica Autorità che impedisce al popolo cristiano di alzare pubblicamente, in tali circostanze, la propria preghiera verso il suo Creatore.
A tal proposito non possiamo non dirci stupiti dalla mancanza di adeguata reazione da parte dell’episcopato che alza la voce contro la deforestazione dell’Amazzonia, ma accetta, con pronta disponibilità, l’interdizione del pubblico culto da rendersi a Dio.
I sacerdoti della Fraternità San Pio X offriranno durante questi tristi giorni il Santo Sacrificio della Messa implorando la Divina Misericordia di voler abbreviare la tribolazione e ricondurre il popolo cristiano e le sue autorità al vero fine per il quale ogni uomo è stato creato, la Beatitudine Celeste.
Invitiamo il popolo fedele ad unirsi in spirito alle S. Messe che saranno celebrate e che saranno regolarmente trasmesse, sia il Mercoledì delle Ceneri che la Prima domenica di Quaresima, sul nostro canale.
Il vescovo di Włocławek (Polonia), Wiesław Mering, ha proibito all'ex arcivescovo di Karaganda/Kazakhstan, Jan Lenga, 69, di predicare e dire Messa in pubblico.
RispondiEliminaLenga è stato ordinato sacerdote in segreto, nell'Unione Sovietica, nel 1980; ha combattuto i regimi totalitari per molti anni. Da quando è in pensione, risiede presso il santuario di Licheń, nella diocesi di Włocławek.
Il cancelliere diocesano, don Artur Niemira, ha detto a KAI che il divieto vale anche per i contatti con i media. Rimarrà in vigore fino all'annuncio di ulteriori restrizioni da parte del Vaticano.
Lenga descrive Francesco come "anticristo eretico". Durante le liturgie, cita Benedetto XVI al posto di Francesco. È stato Lenga a nominare Monsignor Athanasius Schneider vescovo ausiliario di Karaganda.
https://gloria.tv/post/931BL8R6hetJ1xekfDK4oKM2D
https://asociacionliturgicamagnificat.blogspot.com/2020/02/a-vueltas-con-el-rito-amazonico.html
RispondiEliminaIn questo caos solo il Signore potrà mettere le mani. Ogni giorno che passa mi convinco sempre più che ognuno in fine si troverà solo davanti al Signore Gesù Cristo. Questi uomini non recedono sono ostinati, ciechi ed ottusi. Personalmente credo che alla base della biografia di Bergoglio vi sia un infanzia infelice e non escludo la presenza di un albero genealogico debole, non sano. La vita cristiana mediamente risana l'anima ed il corpo. Evidentemente lui ha cercato la sua guarigione su piani materiali dove non ha potuto trovare che l'apparenza del ben/essere e del bene/stare. E l'aggravante sta che ormai è talmente sceso nel personaggio che si è costruito da non poter neanche intravedere vie altre. Forse l'agonia lo salverà.
RispondiElimina"Ma io vi dico che di ogni parola infondata gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio, perché in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato" (Mt 12, 36-37)
EliminaStupore forse retorico, essendo palese che la maggior parte dei vescovi ha perso la fede.
RispondiEliminaLenga ha fatto il passo più lungo della gamba.
RispondiEliminaLa nota della FSSPX è una delle poche note cattoliche lette in questa circostanza.
Fabrizio, vero. Però mi sarei aspettata da loro una soluzione, come dire, privata, cioè l’individuazione di case, private, appunto, dove celebrare Messe con i fedeli. Essendo abituati ad una semiclandestinita’...
RispondiEliminaUna casa privata può accogliere una decina di persone
EliminaIl problema è che le ordinanze vietano le manifestazioni religiose in luoghi sia pubblici che privati. Dunque usare una cappella o una casa non cambia nulla: non sono le chiese a esser chiuse (come erroneamente riportano i giornali) ma le manifestazioni che prevedano concorso di popolo a esser proibite.
EliminaE le pene per la violazione di dispositivi sanitari prevedono la carcerazione.
In altri tempi in caso di epidemie l'autorità pubblica ordinava la preghiera pubblica. Oggi la società suicida vieta di rivolgersi in pubblico e in privato al medico dell'Umanità Gesù Cristo.
RispondiEliminaMisere nobis Domine.
Invece di trovarsi per pregare e implorare la pietà e la misericordia di Dio, siamo arrivati a queste cose. Quando nel medioevo facevano le processioni contro la peste, la facevano in videoconferenza?
RispondiEliminaPerò, cari amici, è anche opportuno evitare di mostrare sorpresa per il fatto che la nostra sia una società del tutto scristianizzata... Mica vorremo scoprire l'acqua calda?
RispondiEliminaNotte spaventosa in Wuhan:
RispondiEliminahttps://www.facebook.com/Oinformant3/videos/vb.568497846948713/788197314999595/?type=2&theater
GIORDANO A 'FUORI DAL CORO': "hanno chiuso le chiese ma non le metropolitane. Ma perché in chiesa stanno più pigiati che in metropolitana? Magariii! Ma non credo".
RispondiEliminaÈ bello vedere qui dalla zona rossa sacerdoti ingegnarsi per non far mancare la Messa quotidiana. Sempre più sacerdoti celebrano in diretta FB. La Messa di domenica celebrata dai frati Cappuccini di Casalpusterlengo ha unito attorno all’altare più di 400 persone. Devo dire che in questi giorni di “ritiro” la rete è anche di aiuto in attesa di vederci tutti e allora sì che sarà una grande festa. Un abbraccio.
RispondiEliminaRR, se non erro le disposizioni delle regioni proibiscono anche i raduni privati. Dunque, non so cosa fa la FSSPX, ma io, dovessi organizzare un raduno casalingo, lo farei su canali privati... :o)
RispondiEliminaConsentitemi una piccola nota amara. Non è bello criticarsi tra tradizionalisti, però certe cose vanno dette. Ho letto un articolo di Alessandro Gnocchi su Ricognizioni. È un autore che apprezzo da tempo; tuttavia è sempre dell'atteggiamento "mai una gioia". Dite: eh, che gioia c'è di questi tempi? Certo ce ne sono poche, ma sta anche nel saperle vedere. Il passaggio che mi ha dato da pensare:
RispondiEliminahttps://www.ricognizioni.it/coronavirus-cronache-dalloccidente-che-teme-di-morire-ma-e-gia-morto/
Mi chiedo invece dove sia finito il piccolo resto, quello che invocava flagelli e castighi sulla chiesa apostata, sui suoi adepti e, visto che c’era, sul mondo intero. Sono spariti tutti. È vero che qualche scheggia impazzita continua a mettersi al posto di Dio e ha già stabilito come e quando il coronavirus ripristinerà i diritti del Signore, naturalmente secondo il gradimento della scheggia impazzita medesima. Tutti gli altri stanno lì a sgranare il Rosario passandosi le mani con l’amuchina ed evitando di buon grado i contatti con chiunque sia potenzialmente infetto, fosse anche Nostro Signore in Corpo, Sangue, Anima e Divinità nell’eucaristia: Anima e Divinità vanno bene, ma Corpo e Sangue sanno troppo di contagio.
Veramente il piccolo resto non è sparito per niente. Si è fatto sentire, ha criticato la decisione di chiudere le chiese, si sta organizzando per come può invitando i fedeli a pregare e a riflettere sul senso di questa punizione. L'abbiamo fatto noi, l'ha fatto anche un paio di vescovi, Padre Livio, articoli su LNBQ, eccetera. Io sono parte anche di liste private in cui queste cose sono state fatte girare (e poi vi dirò nel pomeriggio). Tutto questo mi ha allietato, perché è la dimostrazione che anche se la gerarchia tradisce, il piccolo resto c'è e accoglie i suggerimenti dello Spirito Santo.
Ma tutto questo per Gnocchi non esiste. Non esiste e dunque non ne parla, così non favorisce neanche la diffusione di queste cose e l'aggregazione che si potrebbe fare. Non è un bell'atteggiamento questo. Si finisce per diventare scheggia impazzita anche così.
Potrei sbagliare, poiché si tratta della mia interpretazione, ma quando l'ho letto mi è parso che il riferimento fosse a don Minutella e ai minutelliani, che amano definirsi piccolo resto, parlano spesso di castighi per la chiesa apostata e, in questi giorni, al contrario del solito, si mantengono in silenzio.
EliminaS.Messa in streaming del Mercoledì delle Ceneri per coloro che non possono presenziare fisicamente:
RispondiEliminahttps://youtu.be/srOKctMEj40
In passato, in caso di epidemie, migliaia di fedeli e i sacerdoti portavano in processione la Madonna e i santi protettori, ottenendo la fine delle malattie.
RispondiEliminaOggi i Vescovi seguono le indicazioni del Ministero della Salute, chiudono le Chiese e non fanno celebrare le S.Messe che sono l'unico mezzo per ottenere il miracolo della fine della pandemia.
L'Umanità è a pezzi, non crede più in Dio perché si sente Dio e invece sta servendo il maligno.
Aprite le Chiese. Preti: benedite i paesi, uscite con gli Ostensori, celebrate e pregate la Madonna.
( Don Lello Bisceglie )
@Anonimo 25 febbraio 2020 21:39
RispondiElimina“credo che alla base della biografia di Bergoglio vi sia un infanzia infelice e non escludo la presenza di un albero genealogico debole, non sano… ha cercato la sua guarigione su piani materiali dove non ha potuto trovare che l'apparenza del ben/essere e del bene/stare… è talmente sceso nel personaggio che si è costruito da non poter neanche intravedere vie altre. Forse l'agonia lo salverà.”
Su quali basi lei formula queste ipotesi? C’è qualche aggancio reale o sono elucubrazioni dettate dal sentire soggettivo?
OS
Alla vostra cortese attenzione,
RispondiEliminaRiguardo ai casi di contagio della zona di Lodi, le autorità dicono che non riescono a trovare il paziente zero.
Il fatto è che lì vicino, nella zona di Pavia, vi è il terminale ferroviario del trasporto merci della via della seta Cina-Italia, dove arrivano i prodotti cinesi, quindi non c'è bisogno di nessun paziente zero.
Distinti Saluti,
Fabio Riparbelli.
Abitualmente dai dati che mi è dato conoscere su una persona e da quello che che personalmente conosco di lei o di lui cerco di completare il quadro con quello che so del periodo storico in cui la persona è vissuta. Il padre di J.M Bergoglio salpa da Genova nel 1928, sul finire degli anni 20, detti ruggenti, per cercar fortuna scrive Wikipedia. Il piccolo J.M. nasce sul finire del 1936. Questo dice che solo dopo otto anni, i suoi genitori si sentono tanto sicuri da poter accogliere un bambino. J.M. sarà il primo di cinque bambini. Chi ha osservato le famiglie numerose sa che i più grandicelli hanno infanzia breve, in quanto sono chiamati, nel migliore dei casi, a dare il buon esempio da subito ai fratelli più piccoli. Sicuramente quel desiderio profondo dei genitori di cercar fortuna, anche se mai citato dopo essere salpati da Genova, non svanì nelle brezze marine del viaggio, anzi verosimilmente li sostenne con forza durante tutto il loro cercar di radicarsi nel continente nuovo. Quindi le radici dalle quali suggere erano radici di otto duri anni. Il ragazzo fu avviato agli studi tecnici, motivi precisi non ne conosciamo, sappiamo che in quegli anni in grande stima erano tutti i campi che poteva aprire la tecnica. Alla soglia della maggiore età si ammala di polmonite, ed è da questa grave malattia che desumo qualcosa, dal punto di vista sanitario, sia andato storto prima, molto prima. Trascuratezze inconsapevoli chissà dove, chissà quando. Forse l'espatrio, la lotta stessa che richiede l'inserimento nuovo avevano sfiancato i genitori stessi. Tuttavia il ragazzo non era rifuggito dalla dura gavetta, facendo l'uomo delle pulizie e il buttafuori.Ed è intorno alla maggiore età che entra come novizio nella Compagnia di Gesù. Uno sguardo sintetico alla storia dell'Argentina la si trova su wikipedia ed è più che sufficiente per aver un quadro della confusione che vi regnò e forse ancora vi regna.
RispondiEliminaLa ringrazio per avermi chiesto i punti sui quali le mie ipotesi si son formate, solitamente parto dall'infanzia, a seguire la prima giovinezza e la prima maturità. Questi punti sono quelli che si ritrovano poi variamente svolti nelle diverse età. Concludendo vorrei fare un piccolo accenno agli studi di J.M.Bergoglio su Guardini mai completati. Non so quale insegnante lo abbia indirizzato verso Guardini, è certo che anche Guardini era di nascita e famiglia italiano 'emigrato' in Germania e qui naturalizzato, ma lo spostamento della famiglia Guardini non ebbe alcuna delle caratteristiche dei migranti, un'ottima posizione avevano in Italia ed un'ottima posizione ebbero in Germania, il loro cattolicesimo aveva caratteristiche semplici, devozionali e speculative. J.M.B. forse lo trovò estraneo a sé e/o forse già lo giudicò in base ai suoi pregiudizi argentini che andavano radicandosi in lui.
Mentre scrivo questa chiarificazione, che mi è stata richiesta, rileggo l'ossessione di J.M.B. pro migranti, che fin qui ho letto come compito a lui affidato da chi lo ha imposto sulla sedia di San Pietro; dietro questa ossessione non è da escludere che sia presente una sua esperienza di figlio di migranti che in qualche modo avrebbero col tempo potuto sentirsi traditi da chi aveva fatto loro intravedere una fortuna poi mai realmente raggiunta. Nè l'ha raggiunta lui che pur siede ora sul trono più alto ormai privo di reale significato.
@Anonimo 25 febbraio 2020 21:39
RispondiEliminaGrazie per le spiegazioni.
Ma non può essere invece che tutto il dire ed agire di Bergoglio derivi dal fatto che egli abbia aderito alla loggia di Ricca & C.?
OS
RispondiEliminaLe ricostruzoni a sfondo psicoanalitico della personalita' del papa restano in sostanza campate in aria, soprattutto se fatte su ipotesi non verificabili.
Inoltre, Romano Guardini (il cui cattolicesimo è da prendere con le molle) non era "naturalizzato tedesco": era tedesco perché nato in Germania, essendo il padre un diplomatico italiano in quel paese. Nato in Germania da genitori italiani, in Germania è rimasto; ha studiato nelle scuole tedesche, il tedesco era per lui lingua madre, si sentiva spiritualmente tedesco. Credo abbia scritto sempre in tedesco.
Non era "figlio di emigranti" come papa Bergoglio. Il paragone è inesatto.
Restiamo ai fatti, agli errori ed eresie che il presente pontefice purtroppo mostra di condividere senza avventurarci in sentieri che si perdono nel bosco delle ipotesi inverificabili. Conta quello che fa o non fa come papa. Il resto non ci interessa, soprattutto se ricavabile dalle labili ricostruzioni psicologico-psicoanalitiche.
Z.
Ad Airuno (provincia di Lecco), don Ruggero Fabris ha annunciato che non seguirà le indicazioni dell’Arcivescovo di Milano Mario Delpini che ha sospeso le celebrazioni delle funzioni religiose per evitare i possibili contagi da Coronavirus.
RispondiEliminaDon Ruggero Fabris per questo ha inviato una lettera al segretario dello stesso arcivescovo di Milano e anche al vicario episcopale della zona pastorale III di Lecco, monsignor Maurizio Rolla, annunciando ad entrambi che disobbedirà e presiederà una funzione al giorno presso la parrocchia dei Santi Cosma e Damiano di Airuno.
Don Ruggero Fabris, 58 anni, ha detto di non avere paura né del Coronavirus e nemmeno di monsignor Mario Delpini che ha proibito la celebrazione delle funzioni religiose per evitare i possibili contagi.
“Se ci togliete l’Eucaristia non ci resta più speranza”, ha spiegato il sacerdote.
“Non lo fece neppure San Carlo Borromeo durante la peste né il cardinale Ildefonso Schuster durante la Seconda guerra mondiale. Invece di invitare a pregare e dar coraggio ci fate alzare bandiera bianca” ha detto sconsolato a Il Giorno il sacerdote.
Il parroco terrà però chiuso l’oratorio.
Il padre di Bergoglio era funzionario delle Ferrovie, un posto difficilmente raggiungibile, a quei tempi, da un migrante.
RispondiEliminaLui, Bergoglio figlio, ha raggiunto il trono più alto della gerarchia cattolica.
Suppongo che non desideri la fortuna mondana, altrimenti non si sarebbe fatto prete. Tanto più che aveva già la fidanzata.
Non ci è dato in questa vita di misurare la relazione di un'anima col suo Signore. Si saprà...
Pare che la madre fosse psicolabile e si occupò poco o niente dei figli, la nonna li crebbe, la nonna famosa per i suoi comizi anti duce, la causa principale dell'espatrio in Argentina, possedevano anche una caffetteria-pasticceria in centro, quindi benestanti, lui per 2 anni fece il tanguero per donne sole e il buttafuori in un locale diciamo poco chic della periferia di Baires, pare sia entrato nella JHS per un rifiuto da parte di una ragazza, il percorso di studi in Germania, si iscrisse come uditore per un semestrale che mai completò, quindi Guardini c'entra come i cavoli a merenda, per altre notizie bisognerebbe leggere i libri dei Caponnetto, 2 famosi scrittori cattolici argentini, omonimi, ma non parenti.
RispondiElimina@Anonimo 12.51
RispondiEliminaLa madre si è ammalata in seguito a un parto difficile.
La vocazione gli è venuta (così ho letto) dopo le numerosissime preghiere che hanno fatto su di lui durante la malattia ai polmoni culminata in una dolorosissima operazione.
Tuttora va mendicando preghiere convinto della loro efficacia. Lo ha fatto con i carismatici, anche protestanti, e lo fa quasi ogni domenica quando si affaccia.
Non sappiamo attraverso i dati raccolti, quanti sono stati ritoccati al rialzo e/o al ribasso, sembra certo che non appartenesse all'alta società piemontese di spada o di toga che fosse, né una fidanzata certifica la solidità di una vocazione. Personalmente mi interesso anche dei cavoli a merenda. Perché il giovane novizio fu mandato in Germania a studiare l'opera di Guardini? Sarebbe stato più saggio mandare il giovane in Italia dove l'opera di Guardini è stata mediamente tradotta dal tedesco, in cui Guardini pensava, parlava e scriveva, quasi a giro di stampa, mandare il giovane in Germania era segargli le gambe con la lingua. A conti fatti però Guardini pur di cinquanta anni circa più anziano del nostro era allora, nel 1958, ancora vivo, essendo tra quelli morti nel 1968. Allora il mandarlo in Germania, Guardini vivente, non era una trappola per il giovane, anzi denota un'intenzione molto buona verso di lui.
RispondiEliminaVi erano delle somiglianze tra loro, le radici italiane, una vocazione a lungo cercata, e Guardini sul campo aveva lavorato con successo con i giovani sia come guida spirituale, sia come docente universitario tanto da ricevere l'appellativo di Praeceptor Germaniae; Guardini da studente fu a Tubinga durante gli anni del Modernismo e lì fu giocoforza chiarirsi le idee una volta per tutte, cosa che Guardini fece con rigore di pensiero e di cuore. Quindi ipotizzo che si auspicò e/o si preparò un incontro con Guardini. Ma fin qui non rimane alcuna traccia reale di questo incontro forse auspicato e/o preparato, anche se resta a mio parere l'unica ragione valida che un suo maestro abbia potuto avere nel mandarlo in Germania.
Prendersela con una donna ammalatasi per un parto difficile è uno straordinario esempio di carità cristiana.
RispondiEliminaRomano Guardini, Diario, Appunti e testi dal 1942 al 1964. Edizione Italiana a cura del 'Centro Di Studi Filosofici di Gallarate', Morcelliana- Brescia, 1983
RispondiEliminaScansione spazio temporale interessante pp.217-219:
Monaco, dom., 30.8.59
Gallarate, mer., 2.9.59
Isola Vicentina, mar., 9.9.59
"Prendersela con ..."
RispondiEliminaNessuno 'se la prende con nessuno'.Si stanno cercando i fatti 'sine ira et studio '. Se poi lei cerca mettendo la testa sotto la sabbia illustri metodo e risultati.