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mercoledì 25 marzo 2020

Altaria tua, Domine virtutum! Una meditazione e un accorato appello nel tempo dell'epidemia

Dexteram tuae majestatis extende

Nelle nostre strade c’è un silenzio surreale. Un silenzio che non sentivamo - poiché anche il silenzio può avere un suono - da moltissimo tempo. Lo strepito delle auto, delle voci, delle grida, delle musiche scomposte e volgari è scomparso. L’aria è più pura e si sente il canto degli uccelli. Il rintocco di una campana. A Venezia i canali sono tornati limpidi e si vedono guizzare dei pesci. I mucchi di immondizia intorno ai cassonetti sono scomparsi. In alcuni paesi di montagna gli animali selvatici si avventurano per le vie deserte, non più spaventati dal rombo dei motori e dei clacson. Chiusi gli uffici, i negozi, le discoteche, i bar. E di domenica, forse per la prima volta dopo decenni, non si profana pubblicamente il giorno del Signore. 

Ma in questo apparente idillio, in cui la natura si prepara a rifiorire dopo l’inverno e punteggia di gemme i rami degli alberi, vi è un silenzio inquietante ed innaturale. Il silenzio delle nostre chiese, sotto le cui volte non risuonano più gli echi della preghiera, la lode elevata al Padre dal Corpo Mistico di Cristo. Quel silenzio assordante per le anime cristiane, quelle navate vuote, quegli altari deserti. Un silenzio che costa ai fedeli sgomenti la presa di coscienza d’un abbandono. Signore, da chi andremo? E lo chiede anche il buon parroco che celebra sine populo non più rivolto alla Croce, ma ad una fila di banchi muti, ad un portale sbarrato. 

Certo, quella sensazione di solitudine è condivisa anche dal sacerdote che non ha abbandonato la Messa cattolica, o che l’ha riscoperta recentemente. Il popolo inginocchiato in preghiera, che lo seguiva come un pastore a capo del gregge, non c’è più. E quando si volge per il Dominus vobiscum, gli rispondono solo gli Angeli, i Santi e le anime del Purgatorio, mentre i fedeli della Chiesa militante sono costretti nelle loro case, forse connessi in streaming, forse uniti spiritualmente mentre recitano il Rosario o leggono le letture del messalino. 

Quanti Ministri di Dio e quanti laici, negli anni Settanta, si sono sentiti come noi oggi? Quanti hanno visto loro vietata la Messa cui erano assidui, proibiti i canti sacri, bandito l’accesso alle chiese? Allora non fu il Covid-19, ma la peste conciliare a bandirli dal tempio, a farli sentire scomunicati, a colpire con l’interdetto le loro chiese e i loro sacerdoti. Ma nemmeno oggi, a ben vedere, un morbo oscuro priva il popolo di Dio del dovere e del diritto della Messa: è sempre quella stessa, pavida ed arrogante setta asservita al mondo che non si smentisce mai, che prende a pretesto il Coronavirus per sottrarsi al proprio dovere di sfamare le anime con il Pane degli Angeli e dissetarle con la Parola di Dio cui anela l’anima come il cervo desidera la sorgente d’acqua. E in questa smania d’assecondare la mentalità moderna indifferente alle cose dello spirito, pare che i campioni siano tanto più numerosi, quanto più si sale nella Gerarchia. Fino a giungere al suo vertice, pronto a chiudere i portali di San Pietro per le celebrazioni del Sacro Triduo con un mese di anticipo, quasi a scongiurare l’intollerabile eventualità che i fedeli possano farsi coraggio con la speranza che tra un mese la situazione cambi. Lasciate ogni speranza: o voi che non potete entrare! 

Eppure, in questo scenario desolato e desolante, sono certo che molti, moltissimi sacerdoti stanno riscoprendo tanto il significato intimo del proprio Ministero, quanto il valore incommensurabile del Santo Sacrificio. Nonostante il lavaggio del cervello cui sono stati sottoposti da decenni; nonostante la povertà del rito riformato; nonostante quel tavolo spoglio rivolto al nulla, questi giorni di solitudine surreale fanno emergere la vera natura del loro essere non già presidenti dell’assemblea, ma Ministri di Dio che intercedono per il popolo santo. Soli dinanzi alla Maestà divina, perché è a Dio ch’essi si rivolgono, per impetrare quelle grazie e chiedere perdono a nome di tutta la Chiesa, quam pacificare, custodire, adunare et regere digneris. E sulla patena, assieme all’Ostia santa, pongono l’anziana ammalata, il padre di famiglia preoccupato per il proprio stipendio, il medico che rimane in corsia fino a tarda sera, l’imprenditore che non può pagare i dipendenti, il precario lasciato in ferie anticipate, la madre che fa la spesa con la mascherina e pensa alle bollette e all’affitto imminenti, quorum tibi fides cognita est, et nota est devotio. 

E gli avevano detto - ci avevano detto - che la Messa, anzi, l’Eucaristia, è una cena fraterna; che senza fedeli non ha senso celebrare; che è inutile moltiplicare le celebrazioni, e molto meglio concelebrare. Ma quel parroco sa bene che tutti i suoi parrocchiani sono attorno all’altare, in quel momento, anche se lontani. E che dalle fiamme del Purgatorio le anime sante di quanti egli ha accompagnato al cimitero aspettano che su di essi si riversino i suoi suffragi, per poter godere di quel locum refrigerii, lucis et pacis che ancora è loro precluso. Non parla più all’assemblea, non interrompe più la Messa coi suoi interventi estemporanei, non affida la distribuzione della Comunione alla zelatrice del tempio o alla suora con velleità presbiterali: è solo, come solo era Cristo nel Getsemani, e solo sul Calvario. Sarà solo anche dinanzi al tabernacolo, la sera, mentre prega per i parrocchiani il divino Prigioniero.

Eppure la sua solitudine, proprio come quella di Colui di cui egli è alter, lo rende davvero pontifex, costruttore dell’unico ponte tra gli uomini e Dio, di quella scala dalla quale salgono e scendono gli Angeli, senza la grottesca retorica dei novatori, senza i brogliacci dei predicabili di qualche esegeta progressista pieno di sé e vuoto dell’amore di Dio. Nella Messa di oggi l’antifona alla Comunione riprende il Salmo 83: è un brano stupendo, non solo per le parole del Salmista, ma anche per le modulazioni del canto gregoriano (qui). Questo struggente desiderio di dimorare nella casa del Signore è oggi quantomai sentito da coloro che a causa del contagio si sentono lontani, se non addirittura allontanati a forza, da quella che a giusto titolo sentono come casa loro: sani e malati, santi e peccatori, donne e uomini, vecchi e bambini, padri e madri, mariti e mogli.

Passer invenit sibi domum, et turtur nidum sibi, ubi ponat pullos suos. Il passero si è trovato una casa, e la tortora un nido nel quale porre i suoi piccoli. Altaria tua, Domine virtutum, Rex meus et Deus meus! Io ho trovato la mia dimora al tuo altare, Signore degli eserciti, mio Re e mio Dio! Beati qui habitant in domo tua: in saeculum saeculi laudabunt te. Beati coloro che abitano nella tua casa: essi ti loderanno nei secoli dei secoli.

A tutti i Sacerdoti, ai Vescovi, ai Principi della Chiesa io rivolgo questo accorato appello: non cessate di impetrare all’altare di Dio che risparmi al suo popolo la giusta punizione per le sue colpe, che gli conceda quelle grazie e quel perdono che solo la penitenza e il pentimento possono placare! Consacrate voi stessi anzitutto, e noi con voi, ai Sacratissimi Cuori di Gesù e di Maria: affidate le vostre comunità, le parrocchie, le Diocesi e l’intera nostra Patria alla protezione celeste! Fate risuonare le campane delle nostre chiese, affinché sia scacciata tanto la pestilenza del corpo quanto e soprattutto quella delle anime. E quando finalmente potremo accorrere dinanzi ai nostri altari, ricordatevi che se vi volgerete alla Croce non penseremo che ci date le spalle, ma che vi ponete alla testa di una ideale processione che ha come sua meta ultima il Cielo e come viatico il Corpo e il Sangue di Nostro Signore. 

Quaesumus, omnipotens Deus, vota humilium respice; atque ad defensionem nostram, dexteram tuae majestatis extende. Ti preghiamo, o Dio onnipotente: volgi lo sguardo ai voti degli umili; e stendi la destra della tua maestà in nostra difesa. 
Cesare Baronio - Fonte

11 commenti:

  1. La cosa che più mi sorprende e più mi addolora è, in questo TRAGICO momento, notare un intero popolo senza il desiderio di Dio e la completa assenza, sulla scena della tragedia, (pure sui giornali e nelle tv tutte) di quella CHIESA in cui io ripongo la mia fede e la mia speranza. Sicuri di non avere più bisogno di DIO?

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  2. Buona giornata fratelli e sorelle!
    Oggi per noi è un giorno radioso, e fonte di gioia deve essere per tutti i popoli della terra, perchè Dio con Maria ha mantenuto la sua promessa fin dal giorno in cui l'uomo peccò gravemente contro il suo Creatore.

    Il mistero che la S. Chiesa celebra oggi è l'Annuncio dell'Arcangelo Gabriele a Maria, che Ella era stata dal Signore scelta fra tutte le donne ad essere la Madre di Dio, e l'incarnazione del Verbo nel suo seno purissimo.

    Anticamente la festa odierna era designata anche col nome di «Concezione di Cristo», «Annunciazione del Signore». Ciò dimostra che era celebrata più come festa del Signore che della 'Madonna; solo col passare del tempo prese man mano spiccato carattere mariano. Oggi è considerata quasi esclusivamente come festa della SS. Vergine.

    «Questo giorno, scrive il Guéranger, è grande negli annali dell'umanità; è grande agli occhi medesimi di Dio, perché celebra l'anniversario del più grande avvenimento che siasi compiuto nel tempo. Quest'oggi il Verbo divino, per mezzo del quale il Padre ha creato tutte le cose, s'è fatto carne nel seno d'una Vergine ed ha abitato in mezzo a noi».

    Questo mistero era già stato preannunciato fin dal Paradiso terrestre, indi più esplicitamente ripetuto e specificato dai Profeti. Isaia, quale segno della Redenzione, all'empio Acaz dice: «Ecco una Vergine concepirà e partorirà un figlio ed Emmanuele sarà il suo Nome». Più innanzi dice ancora: «Dalla radice di Jesse germinerà una verga e un fiore spunterà da essa».

    Venuta poi la pienezza dei tempi, il tempo accettevole e propizio della Redenzione, mentre la purissima Vergine nazaretana innalza le sue più ferventi preci per accelerare la venuta del Messia, le appare uno dei più fulgidi Arcangeli del Paradiso, Gabriele, e con sommo rispetto e devozione la saluta: «Ave, piena di grazia, il 'Signore è teco, benedetta tu fra le donne». Udendo queste cose Maria si turba e pensa che specie di saluto sia questo. L'Angelo per rassicurarla le dice: «Non temere, Maria, poiché hai trovato grazia presso Dio; ecco concepirai nel seno e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo e il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà fine». E Maria, che già ha consacrato la sua verginità a Dio, non comprendendo ciò, dice all'Angelo: «Come avverrà questo se io non conosco uomo?». Rispondendo l'Angelo le dice: «Lo Spirito Santo verrà in te e la virtù dell'Altissimo ti adombrerà. E per questo quello che nascerà da te sarà santo e sarà chiamato figlio dell'Altissimo... poiché nulla è impossibile a Dio». E Maria dice: «Ecco la serva del Signore, sia fatto di me secondo la tua parola». E l'Angelo si parte da lei.

    In quel momento il Figlio di Dio scese in lei, prese carne e pur rimanendo vero Dio, cominciò ad essere anche vero uomo, per poi un giorno patire e morire, a fine di salvarci riaprendoci il Paradiso e meritandoci le grazie per bene operare.

    PRATICA. Credere sempre più nei privilegi mariani, particolarmente in quelli che formano l'aureola più fulgida di Maria, la sua perpetua Verginità e la divina Maternità.

    PREGHIERA. Dio, che hai voluto che il tuo Verbo all'annuncio dell'Angelo prendesse carne nel seno della Beata Vergine Maria, concedi a noi tuoi devoti che mentre la crediamo veramente Madre di Dio, siamo aiutati dalla sua intercessione presso di te.

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  3. https://www.corrispondenzaromana.it/coronavirus-un-messaggio-di-alexander-tschugguel/

    Sono ora nel 15° giorno della mia malattia e lentamente in via di guarigione. Il virus colpisce molto più del previsto e colpisce tutte le età. Ora dobbiamo imparare ad affrontarlo, il che significa capire che Dio richiede da noi sacrificio. E in questa Quaresima richiede più del solito. Oggi dobbiamo molto contenerci, saper rinunciare a tante cose e fare penitenza per tutte le cose cattive del mondo e specialmente per tutte le cose brutte che sono accadute all’interno della Chiesa

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  4. IL MAGISTRATO GIACOMO ROCCHI: PREGARE IN CHIESA SI PUO' (CHI CHIUDE LE CHIESE (PRETI COMPRESI) LO FA IN ODIO ALLA RELIGIONE CATTOLICA...

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  5. Tra le buone cose che la polmonite cinese sta mostrando come la dedizione incondizionata al malato, l'aiutarsi pur 'a distanza', serpeggia una reciproca insofferenza, quasi indifferenza dall'ipocrisia diabolicamente mascherate. Le dure cervici non si ammorbidiscono con un virus, anzi sembra che il duro si indurisca. Questo indurimento è superbo in quanto l'altro è giudicato incapace di vedere per quello che sono l'ignoranza, la superbia, l'ipocrisia la pochezza mentale del ripetente che non può che ripetere quello che l'ideologia quotidianamente gli prepara e il suo ambiente con lui ripete.

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  6. https://www.youtube.com/watch?v=euJ7aYCgKnY
    S. Messa della Festa dell'Annunciazione della Beata Vergine Maria, Chiesa Parrocchiale della Ss.ma Trinità dei Pellegrini, Roma

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  7. https://www.aldomariavalli.it/2020/03/25/anche-lirlanda-consacrata-al-cuore-immacolato-di-maria-cerimonia-via-webcam/amp/

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  8. Da newws ansa on line, la Rai canale 1 trasmetterà ogni giorno alle h.7 la messa di Santa Marta.

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  9. Insomma, negli ultimi decenni siamo stati martellati da questo appaiamento: virus-sovrappopolazione. E, pian pianino, questi due concetti si sono uniti anche nella testa della gente. È quel fenomeno che gli psicologi chiamano «inferenza»: si dà per scontato un certo passaggio logico; anche se logico, in verità, non è. È una scorciatoia mentale.

    Ecco, semplicemente registro questo fatto: nella testa dei miei compaesani si è creata questa strana inferenza: c’è un virus letale? Siamo troppi su questa terra. Che c’entra? Nulla. Non dico che sia stata creata apposta, ci mancherebbe. Semplicemente ne prendo atto.

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  10. "Da newws ansa on line, la Rai canale 1 ..."

    Confermato il meccanismo del ripetente. Possiedono una grande forza imitativa, non di NSGC ma, di quello che fanno gli altri e che fa il mondo. Non hanno argomenti propri, sono come i cinesi copioni. Arrivano ultimi e sgomitano per presentarsi primi.

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  11. “O Madre degli uomini e dei popoli, tu che conosci le loro sofferenze e le loro speranze, tu che senti le lotte tra la luce le tenebre che scuotono il mondo contemporaneo” — “Ti invochiamo pieni di inquietudine per la sorte terrena ed eterna degli uomini—

    “Dalla fame, dalla guerra, da una distruzione incalcolabile liberaci!

    “Dai peccati contro la vita dell’uomo, liberaci!

    “Da ogni genere di ingiustizia nella vita sociale, nazionale e internazionale, liberaci!

    “Dalla facilità di calpestare i comandamenti di Dio, liberaci!

    “Dal tentativo di offuscare nei cuori la verità stessa di Dio, liberaci!

    “Dallo smarrimento nelle coscienze del bene e del male, liberaci!

    “Dai peccati contro lo Spirito Santo, liberaci! Liberaci, Madre di Cristo!

    “Nel tuo Cuore Immacolato si svegli per tutti la luce della Speranza! Amen!”
    https://www.maurizioblondet.it/apocalisse-e-comandano-gli-zombies/

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