Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 28 novembre 2020

"C'è troppo silenzio?" La giovinezza della Messa tridentina

Nel programma del 29 novembre in live streaming alle 17 si parla della Messa Tridentina. L’occasione è data da un libro scritto dal noto autore cattolico Corrado Gnerre che si chiama "C’è troppo silenzio? La bellezza della Messa Tridentina spiegata ai miei studenti". 
L’autore, tra l’altro, dice nella prefazione: “c’è una bellezza che riguarda la celebrazione della Messa che solitamente non viene evidenziata; e cioè che in essa vengono sospese le categorie dello spazio e del tempo. Sì, avete capito bene: le categorie dello “spazio” e del “tempo”. Vi ricordate la saga di Ritorno al futuro? La possibilità di viaggiare nel tempo è sempre stato un sogno di tutti. Andare nel passato o lanciarsi nel futuro, veramente, concretamente e non solo con l’immaginazione. Ebbene, la Messa è questo. Prendere una macchina di questo tipo, accendere i motori, e viaggiare nella storia per andare, non con l’immaginazione, bensì veramente, ad atterrare sul Calvario ai piedi della Croce di Cristo. Con a fianco un’ottima (anzi la migliore) compagnia: la Mamma di Gesù, le Pie Donne e il buon San Giovanni, unico maschio che decise di accompagnare coraggiosamente il Maestro fino al patibolo e non come fecero gli altri che si dissolsero pavidamente. Anche se poi ebbero il tempo per rifarsi”. 
Intervengono con l’autore, il vescovo Athanasius Schneider, i sacerdoti Nicola Bux, Marino Neri, Rinaldo Bombardelli, il latinista e musicologo Guido Milanese. Modera Aurelio Porfiri
Il programma sarà trasmesso in live streaming sul canale You Tube RITORNO A ITACA, su TWITTER e sulla fanpage in Facebook di AURELIO PORFIRI.

16 commenti:

Anonimo ha detto...

LA CHIESA E L'EPIDEMIA
Ho l'impressione che la Chiesa stia vivendo una crisi senza precedenti. Durante la crisi epidemica essa ha rinunciato al rito ( nel clima dell'emergenza sono state sospese le cerimonie religiose ) e alla dimensione collettiva, che è parte integrante ed irrinunciabile del cattolicesimo. L'immagine del Papa che impartisce la sua benedizione pasquale in una piazza San Pietro priva di fedeli, è, in questo senso, emblematica.
In passato, la Chiesa è spesso uscita rafforzata dalle grandi calamità. Nel Novecento, ad esempio, essa ha superato brillantemente i due conflitti mondiali. Sebbene avesse molte cose da farsi perdonare ( cannoni benedetti, sostegno a terribili dittature, avallo diretto ed indiretto al colonialismo ed ai vari nazionalismi) non aveva però perso il contatto con i suoi fedeli, essendo presente nelle trincee, nei campi di battaglia, nei momenti capitali della vita e della morte. Questo le ha dato la forza di resistere e consolidarsi anche in presenza di regimi politici ostili.
Oggi la situazione mi pare completamente diversa. In questi mesi la Chiesa si è autosospesa e questo avrà delle conseguenze di lungo periodo. Non è naturalmente dato sapere come essa reagirà a questi rovesci. L'impressione, però, è che la società del distanziamento sociale che si prospetta la releghi ad un ruolo marginale. Accettando di subordinare lo spirito al corpo e di porsi in un ruolo ancillare rispetto alla scienza , la chiesa si condanna all'irrilevanza.
Silvio Dalla Torre

Anonimo ha detto...

Tanti lamentano che nella zona di residenza, e anche molto oltre, non v’è traccia di una Messa celebrata in rito romano antico (vetus ordo).
Ma che strano, eppure questi solerti vescovi potevano concederne almeno una per diocesi. Tanto se è così anacronistica, incomprensibile e “sbagliata” sarebbero stati proprio i fedeli a decretarne la vera Fine disertandola... e invece no! Non vi fanno scegliere! La verità? È che ovunque ne abbiano “misericordiosamente permessa” almeno una, poi, si sono spaventati perché gremita di persone che la preferivano a quella montiniana. Volete un dato? Nella grande diocesi di Bergamo, raccontava qualche anno fa Alessandro Gnocchi, ci furono 4 vocazioni: 2 provennero dall’unica chiesa in cui si celebra “in latino” e 2 dal resto delle parrocchie dove di celebra “in italiano”: quasi 400!
C'è da aggiungere altro?

Anonimo ha detto...

I wish and pray for you all a Happy New Year! Tomorrow starts a new time and new liturgical year! A time for new beginnings, new hopes, and new resolutions. I picked this photo because everything in here has been given to us from Heaven to have victory after victory and grace after grace. From top to bottom: the Holy Eucharist and Holy Name, the pregnant Virgin of Guadalupe for this Lenten season, the crucifix of Our Lord, His anguished Holy Face, and the altar of His Holy Sacrifice of the Mass. He promises us peace if we do our part and stay away from sin. For we always have the life of God within us. Let's let nothing discourage us. For this New Year lets let nothing disturb us. "Let nothing perturb you, nothing frighten you. All things pass. God does not change. Patience achieves everything." (St Theresa of Avila. More quotes of hers in the comments) God bless you, one and all! The Lord will see us through whatever His Holy Will providentially allows according to His inscrutable Wisdom. Peace, Chris

Anonimo ha detto...

Guido Villa:

Chi in questi giorni se la prende con il ministro Boccia se la prenda in primo luogo con chi, nella Chiesa, negli ultimi anni ha annacquato questa bellissima tradizione della Messa di mezzanotte (che ha anche forti significati simbolici) per motivi "pastorali" anticipando la Messa di mezzanotte talvolta perfino alle sei di sera (anche qui in Croazia, la chiamano "Messa di mezzanotte per i bambini").
Proprio per i bambini bisognerebbe mantenerla per educarli al sacrificio. ma si sa, gli uomini di Chiesa di oggi hanno la pancia troppo piena per pensare al sacrificio e proporlo agli altri.
E' vero, è una tradizione umana e non c'è nessun dogma che stabilisce che la Messa della notte di Natale debba essere celebrata a mezzanotte.
Tuttavia, a furia di abbattere tutto, rimarremo con le macerie.
Anche se siamo già in mezzo alle macerie.

Anonimo ha detto...

"...et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris, et ne nos inducas in tentationem."
"Sed libera nos a malo."

a proposito di Pater noster e di Nostro Signore Gesù Cristo ("di quella Roma onde Cristo è romano")...buona prima Domenica di Avvento!
(da notare, nel rito romano perenne, il Pater noster è recitato tutto dal sacerdote e basta, i fedeli rispondono solo alla fine)

Anonimo ha detto...

In questa Domenica, in Italia e in altri Paesi, sono cambiate le traduzioni del Padre nostro e di altre preghiere nella Messa; questa è, da cinquant'anni, l'ultima riforma, dopo lo stravolgimento degli altari, dei messali e dei calendari e dopo tre edizioni in cinquant'anni del medesimo Messale, cosa che in passato in secoli non si era vista.
Sì, i cambiamenti ultimi hanno un'origine precisa, e non piovono dal cielo, e no, non sono del "perfido anticristo Bergoglio", ma derivano anche del lavoro condotto sotto Benedetto XVI; questo per amor di verità, perchè non c'è singolo Papa degli ultimi cinquant'anni che, accanto a cose buone, non abbia avallato anche errori, e se vogliamo anche due di prima, San Pio X e Pio XII, dei giganti per tutto il resto, hanno avallato degli stravolgimenti liturgici.
Quanto accaduto oggi, accanto ai siparietti comici dei fedeli (e dei preti) che sbagliano, o dei parroci che commentano stizziti se non inviperiti per questo nuovo cambiamento, dimostra un fatto: la riforma e l'aggiornamento di questi cinquant'anni, che si è voluto perseguire ad ogni costo, sono falliti miseramente.
Si tratta di un fallimento quando in cinquant'anni devi fare tre edizioni dello stesso messale, che si vorrebbe fisso e intangibile (ma può rimanere intangibile un qualcosa che si è voluto liquido e mobile, frutto della distruzione e soppressione dell'antico?), si tratta di un fallimento quando dopo cinquant'anni i fedeli non sanno più cosa sia la Messa, si tratta di un fallimento, infine, quando dopo cinquant'anni di nuove celebrazioni, nuove catechesi e nuovi catechismi senti l'esigenza di dover cambiare e dover spiegare meglio perfino il Padre nostro! I nostri nonni e padri, quando a scuola uno non si impegnava, dicevano "Questo lo devi sapere come l'Ave Maria e il Padre nostro", per indicare qualcosa di automatico da conoscere; ebbene, se tale aggiornamento ha funzionato, perchè cambiare e cambiare ancora? E se tale aggiornamento invece non ha funzionato, perchè proseguire con esso?
I nostri antenati forse non sapevano il latino, è vero, ma conoscevano cosa quella preghiera volesse dire e cosa avvenisse sull'altare per quei gesti e quelle parole, e anche se si recavano in un Paese straniero e non conoscevano la lingua in chiesa trovavano i medesimi gesti e la medesima lingua; non è importante sapere, ma è importante conoscere e soprattutto adorare.
L'abbandono dell'adorazione per il sapere e il saper leggere è un segno di un'infezione illuminista e razionalista, così come è segno di ciò il pensare di saper fare meglio di San Girolamo, dei Padri, degli Evangelisti, perfino di Nostro Signore Gesù Cristo; ciò con la fede nulla ha a che vedere, e nemmeno con l'umiltà...
Rosario Del Vecchio su Fb

Anonimo ha detto...

In questa Domenica, in Italia e in altri Paesi, sono cambiate le traduzioni del Padre nostro e di altre preghiere nella Messa; questa è, da cinquant'anni, l'ultima riforma, dopo lo stravolgimento degli altari, dei messali e dei calendari e dopo tre edizioni in cinquant'anni del medesimo Messale, cosa che in passato in secoli non si era vista.
Sì, i cambiamenti ultimi hanno un'origine precisa, e non piovono dal cielo, e no, non sono del "perfido anticristo Bergoglio", ma derivano anche del lavoro condotto sotto Benedetto XVI; questo per amor di verità, perchè non c'è singolo Papa degli ultimi cinquant'anni che, accanto a cose buone, non abbia avallato anche errori, e se vogliamo anche due di prima, San Pio X e Pio XII, dei giganti per tutto il resto, hanno avallato degli stravolgimenti liturgici.
Quanto accaduto oggi, accanto ai siparietti comici dei fedeli (e dei preti) che sbagliano, o dei parroci che commentano stizziti se non inviperiti per questo nuovo cambiamento, dimostra un fatto: la riforma e l'aggiornamento di questi cinquant'anni, che si è voluto perseguire ad ogni costo, sono falliti miseramente.
Si tratta di un fallimento quando in cinquant'anni devi fare tre edizioni dello stesso messale, che si vorrebbe fisso e intangibile (ma può rimanere intangibile un qualcosa che si è voluto liquido e mobile, frutto della distruzione e soppressione dell'antico?), si tratta di un fallimento quando dopo cinquant'anni i fedeli non sanno più cosa sia la Messa, si tratta di un fallimento, infine, quando dopo cinquant'anni di nuove celebrazioni, nuove catechesi e nuovi catechismi senti l'esigenza di dover cambiare e dover spiegare meglio perfino il Padre nostro! I nostri nonni e padri, quando a scuola uno non si impegnava, dicevano "Questo lo devi sapere come l'Ave Maria e il Padre nostro", per indicare qualcosa di automatico da conoscere; ebbene, se tale aggiornamento ha funzionato, perchè cambiare e cambiare ancora? E se tale aggiornamento invece non ha funzionato, perchè proseguire con esso?
I nostri antenati forse non sapevano il latino, è vero, ma conoscevano cosa quella preghiera volesse dire e cosa avvenisse sull'altare per quei gesti e quelle parole, e anche se si recavano in un Paese straniero e non conoscevano la lingua in chiesa trovavano i medesimi gesti e la medesima lingua; non è importante sapere, ma è importante conoscere e soprattutto adorare.
L'abbandono dell'adorazione per il sapere e il saper leggere è un segno di un'infezione illuminista e razionalista, così come è segno di ciò il pensare di saper fare meglio di San Girolamo, dei Padri, degli Evangelisti, perfino di Nostro Signore Gesù Cristo; ciò con la fede nulla ha a che vedere, e nemmeno con l'umiltà...
Roberto De Albentiis su Fb

Anonimo ha detto...

https://www.vaticannews.va/fr/eglise/news/2020-11/conseil-etat-france-eglise-messe-jauge-covid.html

Le Conseil d’État donne raison à l’Église de France

Saisie par la Conférence des évêques de France, le Conseil d’État suspend la mesure gouvernementale de limiter à 30 fidèles le nombre de personnes autorisées à assister aux cérémonies religieuses pour raisons sanitaires. Une annonce qui réjouit les évêques qui estimaient que c’était une entrave à la liberté de culte.

Anonimo ha detto...

Volevo condividere un particolare che mi ha turbato partecipando alla messa rinnovata. Nella "Nuova Messa", nella consacrazione ho sentito pronunciare «Consegnandosi volontariamente alla passione» invece di "Offrendosi liberamente alla Sua Passione".
Sentire questo cambiamento mi ha molto turbato, forse perché non me lo aspettavo. Mi chiedo, ma perché è stato cambiato l'Offerta di Cristo (vittima offerta per espiare i nostri peccati) con la consegna volontaria. Mi sembra un travisare il motivo del Sacrificio di Cristo, non più una vittima sacrificata per noi ma un eroe che da la sua vita... Non so se sia solo una mia interpretazione sentimentale ma paragonare Gesù a un eroe mi sembra un allineare ancora di più la Messa alla tendenza "modernista" di trasformare il sacrificio di Cristo (e l’Eucarestia che ne è il rinnovarsi oggi) a un bel gesto simbolico a cui ispirarsi. Grazie.

mic ha detto...

Bisogna allontanare totalmente dalla mente dei fedeli la realtà del S.Sacrificio, come presuppone la parola"offrendosi". La transustanziazione deve diventare inoltre transignificazione, alla maniera protestante, come indicano le parole "Concedi al nostro sacrificio spirituale..." come sto sentendo in ogni celebrazione sia in televisione sia in chiesa. Siamo in pieno abominio della desolazione.

Inquietante ha detto...

La miniatura del nuovo messale (un'allampanata figura centrale in lunga talare rossa circondata da smilze figure in talare nera) ricorda la scena del celebre ulltimo film di Kubrick, "Eyes Wide Shut". Quella del rituale satanico, con tanto di musica in sottofondo con la canzone di Jocelyn Pook, "Masked Ball", che altro non sarebbe che la parte consacratoria di una messa ortodossa rumena, ma recitata al contrario.

Anonimo ha detto...

Anonimo 20:53
La decisione dei giudici dovrebbe far riflettere anche in Italia: la libertà di culto non ha «la stessa natura delle altre» e richiede una protezione più esigente di altre libertà di espressione. Chiudere un cinema non è come chiudere una chiesa

Viator ha detto...

Messa in latino all'aria aperta sconfigge lo stato Francese

Oltre un centinaio di fedeli ha partecipato a una Messa all'aperto vicino alla cattedrale di Clermont (Francia), in piazza della Vittoria.

La Messa era ufficialmente una "dimostrazione" del gruppo Cattolico francese Civitas, ed è stata officiata da un Cappuccino di Morgon, una comunità vicina alla Fraternità Sacerdotale di San Pio X.

La Francia attualmente ha imposto al culto pubblico dei limiti molto rigidi dovuti al Covid-19, ma non alle dimostrazioni.

Anonimo ha detto...

Il 30 novembre 1969 entrava in vigore il Novus Ordo Missae di Paolo VI, la messa nuova, il nuovo messale.
Oggi come cinquant'anni fa esso è e rimane, nella sua edizione latina come nelle sue traduzioni italiane, "sia nel suo insieme come nei particolari, un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa, quale fu formulata nella Sessione XXII del Concilio Tridentino" (Cardd. Ottaviani e Bacci, Lettera di presentazione a Paolo VI del Breve esame critico del Novus Ordo Missae).

Nel link tanti articoli sulla "nuova messa" e sulla riforma liturgica montiniana : https://www.radiospada.org/category/riforma-liturgica/

Questo è il vero latrocinio. I cambiamenti di oggi contano ben poco, dimostrano solo la caducità del N.O. (o "messa di Paolo VI") ... una volta che si è deciso di andar dietro al mondo è chiaro che ogni 10-15 anni bisogna cambiare qualcosa per rincorrerlo ...

Anonimo ha detto...

FINALMENTE! L’ARCIVESCOVO DI PARIGI REAGISCE ALLE MISURE DEL GOVERNO CHE LIMITANO IL CULTO
Ce n’è voluto, ma finalmente in Francia – sulla scia delle massicce reazioni di piazza dei fedeli – anche i prelati stanno cominciando a reagire contro le imposizioni del Governo Macron che limitano la libertà religiosa.
Rispondendo all’annuncio del Presidente che, nelle festività natalizie, le Messe non potranno superare trenta persone, mons. Michel Aupetit, arcivescovo di Parigi ha dichiarato ai microfoni di Radio Notre Dame:
“È una misura totalmente stupida che va contro il buon senso. Trenta persone in una chiesetta di paese, si capisce, ma a Saint-Sulpice è ridicolo! A queste Messe, in alcune parrocchie di Parigi, vengono anche duemila persone. Fermarsi a trenta è ridicolo!
“Che certi membri del Governo ignorino la religione, sono affari loro, ma ignorare la medicina in piena pandemia, è molto grave. Abbiamo proposto di occupare un terzo della capienza abituale, lasciando uno spazio di 4,2 mq2 attorno ad ogni fedele. Ciò corrisponde perfettamente alle norme igieniche. Queste sono le norme che valgono per i negozi. È sorprendente che questi signori vietino alla Chiesa ciò che permettono ai commercianti.
“Finiamola con tutto questo! Siamo trattati come bambini, non siamo presi sul serio. Noi vescovi abbiamo dimostrato la nostra responsabilità. A parte due o tre casi isolati e subito superati, tutti i vescovi hanno ubbidito alle norme sanitarie emanate dal Governo, stilando di conseguenza un protocollo per il culto pubblico. La quasi totalità dei vescovi ha rispettato scrupolosamente le norme sanitarie. Francamente, adesso è troppo, basta! Stiamo pensando come reagire.
“Stiamo valutando se ubbidire o no. Tanto già oggi, ogni volta che entriamo nelle nostre chiese, rischiamo di essere assassinati dal terrorismo islamico. Questi ci massacrano. Massacrano persone pacifiche che vengono a pregare. Forse il signor Darmanin [ministro dell’Interno] invierà poliziotti con i manganelli durante la Messa. Sarebbe uno spettacolo incredibile. Vedremo”.
Interessante il commento di Le Figaro: “Le furie episcopali sono rare, però quando piombano, piombano come un macigno”.
Il noto quotidiano parigino ha ben presente quanto pesino le parole di un successore degli Apostoli, investito dal Dio Incarnato col compito di pascere il Suo gregge. Semmai sono i prelati che a volte se ne dimenticano. Speriamo che l’attuale persecuzione laicista sollevi nei pastori almeno la reazione dell’orgoglio ferito: non possono più essere trattati come bambini da questi governi. Tanto più che nelle loro mani tengono le armi spirituali necessarie per reagire.

Da chi andremo ha detto...

DOPO LA PRIMA DOMENICA
di uso (o abuso) del nuovo messale si registrano un po' ovunque parole dispiaciute e sdegnate per le variazioni ritenute "inutili" dalla maggioranza dei fedeli, tranne dai cosiddetti modernisti per i quali ogni modifica è vissuta come una conquista di chissà cosa.
Ma ciò che fa ancor più rabbrividire è la difficoltà dei sacerdoti a celebrare e ad accogliere, perfino loro, queste variazioni tant'è che si stanno sbizzarrendo su come "aggirare" il più possibile le stesse, una di queste furbate pare essere, per esempio, il ritorno all'uso del latino almeno per il Padre Nostro.
Ma allora ci chiediamo: a che servono queste modifiche?
Soprattutto: a chi servono queste modifiche?
Per avvicinare di più la gente alla celebrazione eucaristica?
Ad annunziare meglio la Buona Novella ai popoli per la salvezza delle anime? (Unica missione a cui veramente la Chiesa dovrebbe assolvere).
Chi sono questi "liturgisti", che pare lavorino con il favore delle tenebre, che hanno ritenuto così indispensabili queste modifiche?
Più che degli uomini sembrano delle "entità" oscure che aleggiano sopra tutto e tutti e alle cui volontà chiunque deve prostrarsi.
Sembra veramente di vivere in un brutto sogno eppure è la triste realtà.
Meditate e ... Kyrie eleison