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mercoledì 1 settembre 2021

Medioevo e talebani? Note a margine di un abbinamento impresentabile

L'associazione fra quel che sta accadendo in Afghanistan ed il Medioevo - termine che, astratto dalla generica definizione di "età di mezzo" indica un determinato periodo della storia europea - è accettabile solo sulla bocca di due categorie di persone. La prima: persone mediamente ignoranti. La seconda: persone animate da furor ideologico di stampo neo-giacobino. Chiunque non rientri in alcuna di dette categorie dovrebbe infatti sapere quanto non potrebbero esistere cose più lontane. Vediamo perché.

Il cosiddetto "Medioevo" è l'epoca nella quale, in Europa occidentale, vige quella respublica christianorum, centrata sull'esistenza dei due poteri universali di Papato ed Impero, che precede la nascita delle monarchie nazionali. Sotto il punto di vista religioso le comunità europee, pur se periodicamente lacerate dalla diffusione di eresie che sfidano l'ortodossia, si riconoscono nel cattolicesimo. Fra Dodicesimo e Tredicesimo Secolo la civiltà medioevale tocca il suo culmine politico, scientifico, letterario, filosofico, artistico e spirituale. Nomi come quelli di Innocenzo III, Federico II, Dante Alighieri, S. Tommaso d'Aquino, S. Francesco d'Assisi, Giotto e Ruggero Bacone attestano la piena maturità di una società che ha oramai dato vita ad una civiltà originale e diversa rispetto sia al modello classico che a quello del Vicino Oriente musulmano. La Chiesa, terminata una lunga fase di monopolio, condivide l'onere e l'onore della produzione e trasmissione del sapere con i primi Studia sorti in città come Parigi, Bologna, Oxford, Salamanca, Padova, Napoli, Coimbra, Perugia, Colonia, Praga e Heidelberg.

Ora, la cosa più simile all'iconoclastia ed all'orrore per musica ed arti figurative che animano - si fa per dire - il regime dei talebani la si trova in alcune delle eresie che si oppongono alla Chiesa Cattolica. In particolare, in una di esse che avrà la ventura di sopravvivere alla repressione riuscendo a diffondersi a macchia d'olio in almeno metà d'Europa. Si sta ovviamente parlando del Protestantesimo. Nella contrapposizione fra l'Europa riformata del Cinquecento e l'Europa cattolica che sta conoscendo i fasti del Rinascimento è possibile cogliere in modo spettacolare quanto ogni cosa, nella cattolicità, sia lontana anni luce dall'odio per il colore e per la rappresentazione della bellezza che, invece, caratterizza l'Europa di Lutero e, oggi, l'Afghanistan dei talebani.

Si guardino le nere vesti con le quali Lutero, Melantone e le altre figure di spicco vengono ritratte da Lucas Cranach, e le si confrontino con le vesti sgargianti con le quali i Papi rinascimentali vengono immortalati da Raffaello. Si guardino gli spogli ed austeri interni delle chiese evangeliche e calviniste, e li si confrontino con gli affreschi della Cappella Sistina. E, dopo averlo fatto, ci si ricordi di come, già due secoli prima, Ambrogio Lorenzetti fornisse una rappresentazione vivida e coloratissima della vita all'interno ed all'esterno delle mura di un libero comune italiano (con tanto di ragazze che ballano in piazza).

No, il Medioevo europeo non ha nulla a che fare con i talebani. Non ha nulla a che fare con chi cannoneggia statue, distrugge immagini e rappresentazioni del divino e del sacro, impone alle donne di coprirsi il volto e vestirsi di nero o agli uomini di far crescere la barba. Paradossalmente, se si vuol cercare nella storia europea qualche "collega" dei talebani è più agevole reclutarlo nella schiera di coloro che più aspramente si opposero alla Chiesa Cattolica ed alla civiltà da questa ispirata. Lo si troverà in un Lutero, in un Calvino. Ma fra i cattolici no. Noi cattolici abbiamo avuto Papi che si sono macchiati di molte gravi colpe. Nepotisti, simoniaci, avidi, lussuriosi. Ma amici del brutto, mai. Perfino Alessandro VI Borgia fu un grande mecenate. L'amore per il bello è di casa, nella Chiesa Cattolica. Se l'Occidente è stato in grado di elaborare un nuovo canone estetico capace di rivaleggiare con quello di Fidia e Prassitele lo si deve alla Chiesa.

Per cui, per favore, finiamola di mettere nella stessa frase le parole "Medioevo" e "talebani". Facciamo Ritorno al reale. (Da Fb)

9 commenti:

  1. L'UNESCO ha dichiarato la Cappella degli Scrovegni di Padova e le Terme di Montecatini come "Patrimonio dell'umanità".
    Con 57 siti la minuscola Italia torna al primo posto scavalcando l'immensa Cina, seconda, a quota 55.
    Se ai siti corrispondessero i cuori e le menti... ma c'è troppa disattenzione.

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  2. “L’Europa è nata dal monachesimo. Dopo il crollo dell’impero romano eravamo una terra di selve impenetrabili e lupi. Poi sono arrivati i monaci. Un uomo solo davanti a una selva può solo arretrare. Una squadra di uomini compatti, disciplinati, motivati avanza e dissoda il terreno: semina il grano, pianta gli ulivi, costruisce ponti e chiese e ostelli. E la vita ricomincia. Il riso, la birra, il Dom Perignon, il parmigiano, un’intera civiltà: dobbiamo tutto ai monaci. Il motto era Ora et labora. Prima prega, concentrato e attento, inginocchiato per terra, e poi lavora e ti verrà benissimo. E poi prega di nuovo, all’ora terza, alla sesta, alla nona e un’Europa di boschi impenetrabili e lupi diventerà un giardino fiorito all’ombra di abbazie di una bellezza commovente.”

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  3. Questo dei monaci teste' illustrato e'"custodire il Creato".
    Non c'era bisogno di tendere al piu' piu' sempre di piu'.

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  4. Nessuno farà parte del Nuovo Ordine Mondiale finché non compirà un atto di culto a Lucifero.
    Nessuno entrerà nella Nuova Era finché non avrà ricevuto l’iniziazione luciferina.
    David Spangle
    Direttore progetto Planetary Initiative delle Nazioni Unite
    (Reflections on the Christ, Findhorn, 1978)

    FINDHORN: Oltre la scheda di Wikipedia si trovano su internet altre schede di questo tono, LA COMUNITÀ SPIRITUALE DI FINDHORN, dove il sito, Viaggio nel Mistero, esplora l'esoterismo, il paranormale, fede e mistero, i confini della conoscenza, il New Age, società occulte, Ufo ed extraterrestri.

    Sottolineo questi sviluppi che sono a volte nipoti legittimi del Monachesimo e come tali vanno riconosciuti e altre volte nipoti illegittimi se non storpiati del Monachesimo e della Cristianità.

    E' importante per noi riconoscere chi si è appropriato della eredità del Monachesimo, che la chiesa ha abbandonato per correre dietro al mondo, e cosa ne ha fatto. Siccome tutto l'ecologismo, vuoi o non vuoi, è debitore al Monachesimo medievale nella sua cura e conoscenza della natura, minerale, vegetale ed animale e della conservazione, in merito, del lascito della classicità, bisogna iniziare a non restare imbambolati davanti ai soloni ecosolidali. Quella roba, è roba nostra!

    Cerchiamo di ricordare ai contemporanei che quelli che vivono a ufo sono loro e parimenti ricordiamo alla chiesa che, per fare la graziosa col mondo, ha dissipato quanto aveva guadagnato in Fede e Carità.

    E ora noi restauriamo la Casa eleggendo come nostri Maestri i VERI Santi Cattolici, di preferenza quelli oscuri sconosciuti e/o semisconosciuti, quei monaci oranti e lavoratori del Medioevo.

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  5. Sì, il Medio Evo è luminoso e colorato: è la "Luce del Medioevo" di cui ha scritto Régine Pernoud. Colorate le cattedrali, le vetrate, i vestiti. E' colto, profondo come dimostrano Dante e Tommaso, le università e la filosofia. E' gioioso e giocoso come dimostrano la poesia trobadorica e il dolce stil novo, Boccaccio, Chaucer e i canti goliardici. Altro che periodo "buio", "triste", "ignorante". Buio e cupo fu il protestantesimo, arrabbiato distruttore delle opere d'arte, nemico della gioia, del riso, dell'allegria, cupo persino nei vestiti imposti.
    Dobbiamo lottare contro la cretinaggine illuminista del "buio medioevo", falsa rappresentazione storica e menzogna ideologica. Quando qualche imbecille raglia: "non siamo più nel medioevo", rispondiamogli: "purtroppo" e poi spieghiamogli perché.
    Silente

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  6. "Dopo il crollo dell'impero romano eravamo tornati ad essere terra di selve e lupi.."

    Giusto riconoscere il ruolo fondamentale svolto dal monachesimo per la ripresa della civiltà.
    Bisogna tuttavia precisare che il collasso generale avvenne dopo la fine del regno goto in Italia, non prima.
    L'impero finì in Occidente con un colpo di Stato militare, fatto da uno dei capi delle milizie barbariche (germaniche) assoldate dall'imperatore, Odoacre. Costui depose l'imperatore d'Occidente, lo relegò in un esilio interno e rinviò le insegne imperiali a Costantinopoli (AD 476), mettendosi a capo dell'Italia. L'imperatore lo nominò patrizio, riconoscendolo in tal modo. Seguì un periodo di lotte tra barbari, come del resto in Gallia. I vari loro popoli si disputavano gli Stati (romano-barbarici) che stavano sorgendo: Gallia, Hispania, Italia. In mano ai Goti, nonostante i limiti di questi ultimi, l'Italia si riprese, ci furono gli ultimi bagliori della romanità (Cassiodoro, Boezio) nella classe dirigente romana rimasta, al servizio dei Goti.
    L'Italia era comunque rimasta uno Stato, conservando addirittura la Provenza e l'odierna Slovenia, nonché le isole. Fu l'ambizione di Giustiniano, imperatore romano d'Oriente, di voler riconquistare tutto l'impero, impresa assolutamente al di là delle sue forze, che portò alla Guerra Gotica, durata una ventina d'anni e finita a metà del VI secolo con la distruzione e cacciata dei Goti. Quella guerra fu una enorme disgrazia: lasciò l'Italia spopolata, devastata, impoverita, annichilita. I bizantini non ebbero il tempo di organizzare la loro (ri)conquista. Dopo una decina d'anni arrivarono i Longobardi, germani tra i più primitivi, che occuparono la pianura padana e la dorsale appenninica mentre i bizantini tenevano le coste e il dominio del mare, più le isole (gliele avrebbero tolte gli arabi). Cominciò così la divisione a macchia di leopardo dell'Italia, che qualche sprovveduto vorrebe considerare invece "ontologica", come se non fosse dipesa da una determinata, fatale e tragica situazione storica.
    In quest'epoca cominciò il monachesimo non durante le invasioni barbariche. La causa della rovina non era stata all'epoca provocata dai barbari, che anzi avevano cominciato la costruzione di un nuovo Stato, con i "romani" inizialmente sottomessi. INsomma, un processo storico simile a quello seguito da Spagna e Francia (Hispania e Gallia), che da noi fu interrotto rovinosamente dalla megalomania di Giustiniano.

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  7. Sentir associare il Medioevo ai Talebani irrita molto anche gli islamologi: l'Islam del periodo che noi chiamiamo medievale era molto più evoluto e tollerante non solo dei Talebani ma anche di diversi regimi islamici attuali cosiddetti moderati.

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  8. Bisogna rivalutare certamente il Medio Evo, contro le unilaterali e calunniose rappresentazioni dell'Illuminismo. Ma con realismo.

    Nel Medio Evo abbiamo appunto avuto Dante, la Summa theologiae, le cattedrali, l'unione spirituale dell'Europa nella fede cristiana.
    E tante altre buone cose. La Firenze medievale era già città notevolmente evoluta, economicamente e spiritualmente.
    Ma non dobbiamo nemmeno dimenticare le ombre, che pur ci furono. Bisogna cercare di essere il più possibile obbiettivi.

    Si creò ad un certo punto un contrasto insanabile tra i due massimi poteri, papato e impero, i garanti dell'unità spirituale. In Italia papato e comuni distrussero l'autorità imperiale, peraltro riconosciuta per modo di dire dal re di Francia, d'Inghilterra, insomma dagli Stati nazionali in formazione, dove lo erano.
    La debolezza dell'autorità imperiale favorì il sorgere delle forze locali, che ebbero una fase di potente sviluppo, p.e. nell'Italia comunale (centro-nord solo, però). Alla fine l'anarchia e le lotte intestine prevalsero, i Comuni finirono nelle Signorie, governi oligarchici dominati da una potente famiglia, i quali mostravano alcuni fra i tratti dello Stato moderno. Già anticipati però da Federico II imperatore nel Regno del Sud, che crollò per l'implacabile opposizione papale, la quale chiamò alla fine gli Angioini francesi a prenderne possesso, con l'intento (rimasto inappagato) di avere in essi dei docili vassalli.
    La Scolastica, dopo la mirabile sintesi tomista, che aveva rivalutato nel modo giusto Aristotele contro gli Averroisti, pur agguerriti nelle università italiane e francesi, implose nel nominalismo e nel volontarismo, che si estesero anche alla teoria politica, dando cioè al ghibellinismo un fondamento teorico (Marsilio da Padova, Ockham)..

    Ma in ogni caso il parallelo tra Talebani e Medio Evo è semplicemente improponibile. Ci furono è vero nel M Evo forme di fanatismo religioso, di tipo popolare, senz'altro eccessive e a volte sanguinarie; e ci furono anche feroci lotte civili in nome della religione (pensiamo alla Pataria, quella iniziale), ma si tratta comunque di momenti estremi o degenerativi di fenomeni sani mentre i Talebani rappresentano la barbarie in senso assoluto.
    Essi mostrano il volto più feroce dell'Islam, incompatibile con ogni forma di civiltà e di cultura. Anzi, la cultura è il loro nemico principale.
    H.

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  9. Grazie! Condivido sui miei social!
    Michele Guglielmino

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