Intervista al prof. Gianfranco Battisti sulla guerra in Ucraina. proposta dall'Osservatorio Card. Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa, che riprendiamo volentieri.
La guerra «sistemica» in Ucraina.
Intervista a Gianfranco Battisti
di Stefano Fontana
STEFANO FONTANA. La guerra in Ucraina viene letta secondo vari registri, compreso quello culturale e teologico. Con lei, professore, vorremmo invece attenerci strettamente ad un discorso geopolitico. Vedo il pericolo che altri approcci finiscano per gettare fumo su questo tipo di analisi e perfino accennarne viene considerato inopportuno. La prima domanda che le faccio, da questo punto di vista, è la seguente: i Paesi che contrastano la Russia [non li chiamo occidentali perché anche la Russia fa parte dell’Occidente per storia e cultura come abbiamo segnalato in una nostra Nota [vedi]) sembrano considerare indegno anche solo prendere in considerazione le ragioni geo-politiche della Russia. Mi chiedo: come si può intavolare negoziati di pace se non si esaminano le ragioni – qualsiasi esse siano – del Paese con cui si intende trattare?
GIANFRANCO BATTISTI. Premesso che la geopolitica non è una branca dell'etica né un esercizio di giornalismo, bensì analisi approfondita e cruda della realtà, direi che l'interrogativo che mi viene posto ha in sé implicitamente la sua risposta.
In tutto l'Occidente le autorità - ed i media al 95 per cento - assumono come dato di fatto che la Russia sia dalla parte del torto, a prescindere. Il che non può essere vero, dato che il bene e il male non si possono dividere con un confine politico. Ne consegue che, al di là dei discorsi di facciata, non c'è alcuna intenzione di negoziare. Va anche detto che questo è un conflitto che spiazza quasi tutti i governi, rendendoli incapaci di reagire in modo razionale. Di fatto, lo scontro non è tanto tra Russia e Ucraina: siamo di fronte alla fase finale del confronto Est-Ovest che ci eravamo illusi si fosse concluso nel 1990.
L'unica differenza rispetto al passato è che oggi la Russia appare sola a sostenere l'offensiva dell'intera coalizione occidentale, con tutti i rischi che comporta mettere in crisi una potenza nucleare. Appare inoltre chiaro che si tratta in realtà di un braccio di ferro USA-Russia. Quanto agli altri, l'Ucraina "si offre" come campo di battaglia, mentre i restanti membri della NATO si rivelano una coorte di Stati satelliti, per lo più coinvolti senza troppa convinzione. I loro leder pretendono di darsi una parvenza di iniziativa politica (sia a livello interno che continentale), finendo in realtà coll'assumere un comportamento masochistico.
STEFANO FONTANA. Ogni guerra che non sia solo locale – e questa in Ucraina non si può considerare solo locale – produce grandi cambiamenti nelle società, nella cultura, nell’assetto globale dei sistemi economici e politici. Pensiamo a quanto generato, in questo senso, dalle due Guerre mondiali. Secondo lei anche questa guerra produrrà effetti di grande portata? Sarà un’occasione per un Great Reset del resto già in atto?
GIANFRANCO BATTISTI. Questa è fuor di dubbio una guerra sistemica: segnerà il passaggio dal mondo come l'abbiamo conosciuto ad uno assai diverso e verosimilmente peggiore. Le forze che hanno spinto scientemente la Russia in un'avventura che si sta rivelando una trappola sono le stesse che tramano per imporre il Great Reset, quanto meno all'intera area OCSE (ma dietro c’è in gioco la ridefinizione dell’egemonia mondiale). Un progetto che rappresenta l'ultima spiaggia per garantire una sopravvivenza minimale agli USA, superpotenza militare dietro alla quale non c'è più un'economia e, a quanto sembra, neanche una società che possa definirsi civile.
Sul piano locale, in una logica di altri tempi, per l'Ucraina potrebbe essere la "guerra fondativa" di una comunità statuale finalmente indipendente. Ma i tempi, purtroppo, non sono più tali da consentirlo. Il meccanismo messo in moto non si potrà - non si vorrà - fermare. In tutta la vicenda quello che fa tenerezza è il popolo ucraino, a cui è stato promesso in malafede un futuro radioso, mentre si troverà ad ereditare una distesa di macerie; ragion per cui avrà un destino di emigrazione, proprio come sta avvenendo per i siriani.
Sul piano militare si tratta di una guerra preventiva, che ha fondamentalmente due obiettivi:
- impedire definitivamente lo stabilimento di relazioni normali tra i Paesi UE e la Federazione Russa, con ciò congelando la logica anglo-americana codificata nel 1904 da Sir Halford Mackinder, il "padre" della geopolitica britannica;
- sferrare un colpo mortale alla Russia, indebolendola nella prospettiva dello scontro decisivo con la Cina. L'interesse è chiaramente tutto delle due potenze atlantiche (e qui si comprendono le vere ragioni dell'uscita, altrimenti incomprensibile, della Gran Bretagna dall'Europa), perché una UE privata delle materie prime e del mercato russo si trasformerà ineluttabilmente in una immensa colonia, totalmente soggetta alle "cure" delle multinazionali atlantiche. Quanti pensano che questa possa essere l'occasione per la nascita di un "vero" Stato europeo farebbero bene a non esagerare con gli alcolici.
In ogni caso il movimento sismico che si è innescato non è destinato a stabilizzarsi se non tra parecchi anni.
STEFANO FONTANA. L’Italia ha assunto un atteggiamento piuttosto “spericolato” a proposito della guerra in Ucraina. Il discorso del Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi al Parlamento dell’ 1 marzo 2022 è stato piuttosto “belligerante”, in forte contrasto con la tradizionale politica estera italiana. Ciò significa che in questo momento una politica estera italiana non c’è e l’Italia assume atteggiamenti decisi da altri?
GIANFRANCO BATTISTI. Alla stregua di Monti, Draghi non è un presidente eletto dagli italiani, è in primo luogo un banchiere, legato quindi agli interessi finanziari internazionali. È un uomo di apparato, un manager abile ma la cui libertà d'azione trova severi limiti nelle direttive che gli giungono dall'alto e che lui poi fa ricadere come macigni su un parlamento allo sbando. Pensare che possa, quand'anche lo volesse, impostare una politica estera "italiana" sarebbe peccare di ingenuità. Quel che è peggio è che al momento nessun politico italiano sembra possedere le doti indispensabili per guidare il Paese. L'unica speranza sarebbe che, nella migliore tradizione italiana, le parole di Draghi siano, appunto, solo parole. Mi sembra invece che alle parole dovranno seguire i fatti, tanto più che alzare la spesa militare al 2% del pil è un mantra con cui gli USA martellano gli europei da anni.
STEFANO FONTANA. Come risposta “europea” all’invasione russa dell’Ucraina si parla insistentemente di finanziare un aumento delle spese militari dei Paesi dell’Unione Europea nella prospettiva di costituire una forza militare autonoma. Come valuta questa inquietante prospettiva?
GIANFRANCO BATTISTI. In costanza di una crisi economica che si prospetta spaventosa, per gravità, estensione spaziale e temporale, l'idea stessa di aumentare la spesa militare ha dei connotati molto negativi. Certo è che quando le cose vanno male, le classi politiche responsabili dello sfascio economico e sociale dei loro Paesi si gettano con entusiasmo nella corsa agli armamenti. Si illudono così di fare qualcosa per risollevare l'economia, mentre pregustano le tangenti che ne ricaveranno. In realtà, questa è una strada che porta dritta all'inferno, poiché le armi, una volta in mano, finiscono inevitabilmente per venire impiegate. Anche lo stato di guerra fa gola ai politici falliti, così possono mettere a tacere ogni forma di protesta. In ogni caso, acquistare armi quando i bilanci sono in rosso profondo significa impedire ogni discorso serio sul risanamento.
Quanto all'ambizione di una forza militare europea, questa è l'ennesima truffa che i politici di Bruxelles regalano ai nostri popoli. Tutti sanno (e loro per primi) che gli USA non permetteranno mai la nascita di un apparato militare europeo autonomo dal loro controllo.
Infine, perché mai dovremmo armarci? La tragedia ucraina sta dimostrando ad abundantiam che la Russia non costituisce affatto un pericolo per l'Europa. Non solo perché il suo principale interesse è continuare a venderci – come sta facendo nonostante tutto - le sue materie prime, ma semplicemente perché non dispone affatto di un apparato militare in grado di impensierirci. Dunque, non ci pensa nemmeno ad aggredirci. Siamo in presenza di una colossale mistificazione, che ereditiamo dalla "guerra fredda" e che vede oggi tra gli artefici anche la "classe dirigente" di Kiev. Piuttosto, si è mai accorto qualcuno dei tanti benpensanti in circolazione, del fatto che la UE, giorno dopo giorno, si sta sgranocchiando la Russia? E non sempre pacificamente?
Nella logica d'oltre Atlantico, l'obiettivo a breve termine è di fare cassa vendendoci armamenti obsoleti, quello a lungo termine è di far combattere la III guerra mondiale in Europa ed in Asia, anziché negli USA. Parliamo di guerra nucleare, perché gli F35 a cui siamo tutti così interessati, a questo servono. Che nessuno riesca a comunicare queste elementari verità la dice lunga sulla cappa di piombo che è calata sui nostri media, complice una pandemia annunciata in anticipo...
STEFANO FONTANA. Cosa pensa del progetto di far coincidere l’Unione Europea con l’Europa?
GIANFRANCO BATTISTI. Si tratta di una visione miope, partorita dalle menti dei politici, che generalmente non appartengono alla categoria dei grandi pensatori. È per giunta falsa sotto il profilo geografico, storico, culturale. Se poi guardiamo alla Russia, quanto meno quella cosiddetta europea (che non è piccola cosa), dobbiamo constatare con non poca preoccupazione che nonostante tutto essa rappresenta oggi quanto rimane dell'idea di Europa che abbiamo sin qui coltivato con tante speranze. È in questo immenso paese che l'Europa costituisce ancora un mito, mentre da noi prevale un cupio dissolvi che abbiamo importato dall'America, non si sa quanto spontaneamente.
Ritorna qui di attualità un ammonimento troppo presto dimenticato: "L'Europa sarà cristiana o non sarà". Non saranno certo le armi ad unirci, semmai serviranno a distruggerci. In quest'ottica, l'aver operato pervicacemente per innalzare un muro di odio, che concorre a dividere i cristiani dell'Est da quelli dell'Ovest, è un delitto che grida vendetta a Dio. E su questo punto i cristiani in Europa, purtroppo, non sempre hanno la coscienza pulita. Emblematica è la reazione in Ucraina al messaggio di pace lanciato durante la Via Crucis a Roma.
__________________* GIANFRANCO BATTISTI: Già professore associato di Geografia politica ed economica ed ordinario di Geografia presso l’Università di Trieste. Autore di oltre 250 pubblicazioni scientifiche, ha diretto per 12 anni la rivista Ambiente Società Territorio-Geografia nelle Scuole. Responsabile del Dottorato di Ricerca in Geostoria e Geoeconomia delle regioni di confine (1995-2007). Coordinatore fino al 2015 del Gruppo di Lavoro AGEI sulla Geografia dell’energia, si dedica attualmente alle tematiche della globalizzazione ed alle Geografie del Sacro.
DISINFORMAZIONE NUCLEARE
RispondiEliminaOpinione di Maria Zakharova, Portavoce del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa
In Occidente sono stati avviati al più alto livello, in paesi e format diversi, meccanismi di lancio nell'arena pubblica di una nuova tesi. Si tratta di un argomento oltremodo primitivo, ma allo stesso tempo oltremodo terribile: i russi minacciano una guerra nucleare, i russi agitano la clava nucleare.
È necessario dire che questa tesi è completamente sbagliata e falsa? A quanto pare ormai dovremmo farlo.
Ma questa tesi viene imposta perché suscita le più elementari paure umane: sia l'esperienza della vecchia generazione, che ha passato tutta la seconda metà del XX secolo in attesa della terza guerra mondiale contro il comunismo internazionale, sia la gioventù occidentale, per la quale i governi hanno inventato un nuovo meccanismo: la "cultura della cancellazione" (questa volta di tutto ciò che è russo). E all'Occidente non importa assolutamente quello che dice Mosca; i significati delle parole sono distorti, completamente travisati.
Ora entriamo nel merito.
Due giorni fa, Sergey Lavrov, rispondendo durante un'intervista a una domanda di Dimitri Simes, ha detto letteralmente quanto segue: "Per molti anni, già sotto l'amministrazione Trump, ci siamo espressi al più alto livello perché Mosca e Washington riaffermassero la dichiarazione del 1987 di Mikhail Gorbaciov e Reagan sul fatto che in una guerra nucleare non ci possono essere vincitori. Che non deve mai essere scatenata. Abbiamo tentato di convincere il team di Trump a replicare questa importante dichiarazione per i nostri popoli e per il mondo. Purtroppo non è stato possibile dimostrare ai colleghi la necessità di un tale passo. Un accordo è stato raggiunto rapidamente con l'amministrazione Biden. Nel giugno 2021, durante il vertice di Ginevra, i nostri presidenti hanno fatto questa dichiarazione. Nel gennaio di quest'anno è stata attuata un'altra nostra iniziativa in questa direzione. In relazione al previsto inizio della conferenza di revisione del trattato di non proliferazione, i cinque membri permanenti del Consiglio di #Sicurezza delle Nazioni Unite hanno adottato una dichiarazione sulla stessa linea. Tutti e cinque i leader hanno firmato una dichiarazione che constata l'inammissibilità della guerra nucleare. Questa è la nostra posizione di principio. Da qui partiamo. I rischi sono molto consistenti in questo momento. Non vorrei che fossero gonfiati artificialmente. Non sono pochi quelli che vorrebbero farlo. Il pericolo è serio, reale”.
... segue
RispondiEliminaCosa è importante qui?
1️⃣ È stata la Russia che, con grande difficoltà, attraverso lunghi negoziati, ha convinto gli Stati Uniti a riaffermare la formula Gorbaciov-Reagan che non ci possono essere vincitori in una guerra nucleare che non dovrebbe mai essere scatenata.
2️⃣ È stata la Russia a convincere le “Cinque potenze Nucleari” ad adottare una dichiarazione sulla stessa linea.
3️⃣ I rischi ci sono, non vanno gonfiati, ma nemmeno sottovalutati.
Abbiamo fatto tutto il possibile per evitare la guerra nucleare, piantare tutti i paletti necessari per non scivolare verso tale scenario (fortunatamente hanno dimostrato la loro efficacia durante la guerra fredda e continuano a farlo), perché comprendiamo i rischi e i pericoli reali che comporta un atteggiamento irresponsabile in questa sfera. Non possiamo ammettere l’idea stessa di una guerra nucleare.
I funzionari occidentali, nella peggiore tradizione della disinformazione, stanno alimentando i media, in modo coordinato, con fake sulle minacce nucleari di Mosca. I ministeri degli Esteri dei paesi della NATO hanno iniziato a convincere in tutti i modi le loro popolazioni che i russi "brandiscono le armi".
Inizialmente i media hanno sorpreso il segretario alla difesa degli Stati Uniti L.Austin in Germania e hanno raccontato che "i russi stanno minacciando la bomba", poi il direttore della CIA W. Burns ha parlato dello stesso argomento ad Atlanta, parallelamente sono stati tirati fuori dalla naftalina alcuni funzionari in pensione, tra cui l'ex segretario all'energia degli Stati Uniti E.Moniz, per continuare a montare il discorso della "minaccia nucleare russa".
Tutto questo è stato preparato prima che il portavoce del Dipartimento di Stato americano Ned Price, durante il briefing, definisse le parole del ministro russo "spacconate" e, paradossalmente, "una potenziale escalation nucleare".
Notate quanto maldestramente tutto questo sia stato gestito in termini di lavoro mediatico. Prima, tutte le citazioni commissionate contro il nostro paese sono state ripetute da un giornalista, e poi Ned Price le ha menzionate di nuovo. Uno spettacolo pensato per un pubblico poco sofisticato. Nessuno ha prestato attenzione a ciò che il ministro degli Esteri ha detto sui rischi e sui tentativi della Russia di prevenire l'impensabile.
Impensabile per noi, ma, tenendo presente il destino di Hiroshima e Nagasaki, purtroppo possibile per i nostri colleghi d'oltreoceano.
Il giorno successivo, la campagna è stata affiancata da un’opera di manipolazione delle coscienze tramite i mass media. I tabloid britannici (Daily Mail e altri) e la stampa analitica americana di alta qualità, la televisione francese e i tabloid tedeschi hanno tutti diffuso lo stesso messaggio su Mosca che minaccia la terza guerra mondiale con una guerra nucleare. E ora se ne parla già anche in Europa: il ministro degli Esteri francese Jean Yves Le Drian definisce le parole del ministro russo come "retorica dell'intimidazione".
Vorrei chiedere al francese: almeno ha visto quello che ha detto Sergey Lavrov? Noi l'intervista l’abbiamo tradotta.
Il nostro paese è contro la guerra nucleare, questo è ciò che sostiene il ministro russo, questo è ciò che guida la nostra diplomazia.
Forse il problema è che le capitali occidentali leggono le interviste nel resoconto che ne fanno i media occidentali? Questa è l'unica cosa che può giustificarle. Semplicemente non avrebbero dovuto spegnere le loro fonti di informazione alternative, se non lo avessero fatto, avrebbero ascoltato le dichiarazioni della Russia vicine all'originale. E non nell'interpretazione dei loro stessi media, che lo fanno secondo la metodologia della NATO.
Chi ha usato la bomba atomica sinora sono gli USA. Bisogna aver paura di loro, effettivamente, non dei russi.
EliminaAlberto Fazolo (di sinistra): "Zelensky non è stato eletto con libere elezioni, il suo governo non si può definire democratico, ha chiuso giornali, ha massacrato parte della popolazione e ha continuato a condurre una guerra civile strisciante in tutto il Paese. Ottanta giornalisti sono stati ammazzati per le strade di Kiev. L'Occidente si è appoggiato all'indifendibile, sulle persone sbagliate per fare un'operazione di 'regime change'".
RispondiEliminaNon si comprende la ragione per cui non ci sia un'ondata di indignazione verso un esecutivo che (oltre a fare da zerbino per gli Stati Uniti nel conflitto Russo Ucraino) sta operando palesemente contro i propri cittadini, anche continuando a tenere in piedi tutte le misure di un'emergenza che di fatto non esiste seguendo un programma che porta solo ad un totale controllo sugli individui togliendo loro ogni sicurezza nel futuro.
RispondiEliminaFa male vedere questo bellissimo paese ridotto in questo modo, nelle mani di ipocondriaci insensibili ad ogni istanza ispirata a ragionevolezza e buon senso, con un governo che continua a incutere terrore ingiustificato con il chiaro scopo di imporre un tipo di società che fa orrore ed è contro ogni logica.
La domanda è: a chi rispondono veramente i personaggi che sono alla guida di questa disgraziata nazione?
Chi ha ridotto in questo stato la città di Mariupol?
RispondiEliminaColoro che ancora ci vivono raccontano di essere stati buttati fuori di casa a forza, che i loro appartamenti sono stati sventrati e riempiti di armi per farne postazioni di tiro e poi incendiate prima del ritiro delle truppe.
Coloro che ancora ci vivono raccontano che le bombe cadute provenivano dell'acciaieria in cui si sono asserragliati i nazionalisti ucraini.
https://t.me/vn_rangeloni/934
Leggo che in tv sarebbe andato in onda lo scontro tra due vecchi arnesi del Sessantotto: l'ex barricadero televisivo Michele Santoro e il "moderato", pacato gatto sornione Paolo Mieli. Due sessantottini ai quali è arriso grande successo giornalistico, che quindi si sono perfettammete integrati nel sistema che da ragazzi fingevano di combattere, ma ora si scontrano sulla guerra in Ucraina. Bisogna constatare che Santoro è rimasto fedele, almeno in parte, a un vecchio socialismo, materialista fin che si vuole, ma non competamemte sottomesso al regno del denaro. Da qui la sua opposizione alla Nato. Mentre Mieli è la perfetta espressione della sinistra liberal, fintamente moderata, che si è veduta completamente al capitalismo, al globalismo e all'americanismo senz'anima. Tra i due, quindi, Santoro conserva un po' di dignità. L'altro è invece, dietro ai suoi modi da gatta morta, la rappresentazione perfetta della sinistra del capitale.
RispondiEliminaMartino Mora
"...La domanda è: a chi rispondono veramente i personaggi che sono alla guida di questa disgraziata nazione?"
RispondiEliminaCertamente non rispondono al popolo e non alla chiesa, diventata servitrice del mondo. Rimane lo stato e le aristocrazie del denaro. Lo stato è composto in massima parte di omicchi, scelti perché incapaci, ma capacissimi di vendersi, di vendere la loro madre e senza scrupolo alcuno di svendere il loro stesso popolo e di usarlo strumentalmente per i loro misfatti.
Rimangono i Ricchissimi, oggi detti alta finanza. Questi ricchissimi, oggi moltiplicatisi grazie a quel gioco d'azzardo che è la Borsa, non nascono ora, né ieri, né l'altro ieri, ma secoli or sono, all'inizio furono diverse famiglie europee, i Medici per esempio, che col tempo, affinando il proprio mestiere, si ridussero di numero. Già sui libri di storia delle superiori (Francesco Moroni) intorno al 1960, era scritto che le guerre napoleoniche furono finanziate da entrambe le parti dagli stessi banchieri, con il risultato che gli stati si impoverivano sempre e i prestatori di danaro guadagnavano sempre, non solo l'intera avventura coloniale dell'Europa più che essere guidata dagli stati fu indirizzata dai finanzieri, senza dimenticare il 'quarto potere' attraverso il quale venivano dati contenuto e forma alla 'pubblica opinione'.
Quindi siamo davanti a problemi secolari, che non si è voluto o potuto risolvere oppure che si è voluto ignorare, lasciando le nuove generazioni nella più completa ignoranza e peggio ancora nella illusione che il 'potere' è in mano al popolo, che l'autorità dello stato è giusta a prescindere. Per non dire della perseguita, lenta scristianizzazione che lascia immense praterie di anime in balia del nulla.
Fermamente credo che solo l'impegno dei Cristiani, saldamente radicarti in Gesù Cristo, anche solo nel loro piccolissimo raggio di azione e nei particolari di ogni loro azione, creduto e visto come elemento essenziale del tutto da risanare, può ribaltare la rovina incombente. Ognuno è solo, incompreso e perseguitato, ma in Cristo siamo realmente UNI e gli elementi per capirlo ognuno impara a distinguerli piano piano.
Puntata speciale di Sottotraccia dedicata al documentario realizzato da Massimo Mazzucco dal titolo “Ucraina l’altra verità”. Il filmato, trasmesso integralmente per la prima volta in TV, propone un'analisi chiara dei fatti che hanno portato al conflitto attuale. Ospiti della puntata Franco Fracassi, Toni Capuozzo e l’autore Mazzucco.
RispondiEliminaCanale 262 del DT, 462 di Tivùsat, 816 di Sky al link: go.byoblu.com/diretta-tv
L’EQUIVOCO DELL’ART. 11 E LA NECESSITÀ DI OPPORSI ALLA GUERRA AMERICANA
RispondiEliminaOgni volta che l’Italia partecipa a una missione militare all’estero i “pacifisti” tirano in ballo l’art. 11 della Costituzione, il quale recita che «l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…». “Dimenticando”, i "pacifisti", che questo articolo ha da rendere conto, per via gerarchica, di un altro articolo: l’art. 5 dello statuto Nato, quello che stabilisce che l’offesa a un membro dell’alleanza implica lo stato di guerra per tutti; dove naturalmente il concetto di offesa è molto ma molto elastico, basta osservare i casi jugoslavi o iracheni o afghani o libici o siriani… in cui l’offesa è consistita nella non accondiscendenza alla logica della superpotenza americana.
Nel suo “Articolo 11 vs articolo 5 (la delega della violenza)”, Daniele Lanza* rammenta agli smemorati che la nostra è la costituzione (1947) di una nazione a sovranità condizionata, perché di uno stato appena sconfitto; e come gli altri perdenti (Germania e Giappone), privata della sua potestà militare, innanzitutto sul piano giuridico. Il che vuol dire che il suo esercito è uno strumento di forza sul quale non si ha un pieno controllo, nella misura in cui, non potendo autonomamente proiettare forza al di fuori dei confini nazionali, è destinato esclusivamente a un utilizzo interno. Ma ciò non vuol dire che lo stato italiano abbia rinunciato alla guerra e alle armi in senso assoluto, ha rinunciato “solo” alla sovranità su tali strumenti, delegandoli, quando necessario, a un altro ente (la Nato) che li gestisce per suo conto. L'Italia non può quindi unilateralmente, per proprio conto, dichiarare guerra ad altri legalmente, ma può mandare propri soldati e mezzi al di fuori dei propri confini (o addirittura ordinare coscrizioni) per missioni e conflitti a conduzione multilaterale, ossia a comando NATO (che significa sotto egida Usa che domina il comando integrato dell'alleanza).
È questo il quadro giuridico all’interno del quale lo stato italiano può muoversi, il famoso art. 11 non nasce quindi dalla vocazione della “più bella costituzione del mondo” al ripudio della guerra eccetera ma dalla necessità di rispettare una subalternità sancita dalla sconfitta nella IIGM.
Il “pacifismo”, ogni volta che l’Italia ha partecipato a una guerra Nato, ha usato l’argomento dell’art.11, ma le sue colombe sono sempre state facilmente abbattute dalla propaganda atlantista, e quasi sempre da quelle ceneri sono rinati falchi al servizio dell’interventismo, naturalmente per combattere dispotismi, genocidi, e altre schifezze raccontante da campagne di propaganda elaborate nei centri di intelligenza militare Usa e poi diffuse a ciclo continuo dai mezzi di comunicazione del circo mediatico. Ecco perché quel pacifismo alla fine si è trovato sempre a empatizzare per la democrazia atlantica contro i Saddam, i Milosevic, i Gheddafi, gli Assad e i Putin, naturalmente tutti più o meno novelli Hitler da abbattere senza pietà. (Alla faccia della lotta contro il suprematismo occidentale!)
E così oggi il nostro stato, il più ossequioso interprete della volontà atlantica, ci porta in guerra contro la Russia per difendere la “resistenza” ucraina, la quale, lo hanno capito anche i sassi, è lo strumento americano per assestare un bel colpo al tanto odiato orso russo che testardamente si ostina a non voler fuori la porta di casa missili puntati contro. E per un’America disposta a non rinunciare in nessun modo al tramonto della fase unipolare, entriamo in uno scenario di guerra e rinunciamo a risorse energetiche alimentari e a un solido mercato, lasciandoci convincere che questa sia una nostra missione, motivo per cui permettiamo ai “resistenti” ucraini persino di imbrattate le nostre opere d’arte con i colori gialloblù e di applaudirli! Quando si dice essere dei perfetti coglioni.
...segue
RispondiEliminaQuindi mandiamo mezzi e uomini in Ucraina per sostenere una “resistenza” teleguidata condotta da forze dichiaratamente neonaziste che hanno seminato il terrore (14mila morti) dal colpo di stato americano del 2014 in quelle aree abitate in maggioranza da russofili. Li mandiamo per decreto interministeriale, e il parlamento si adegui e non rompa più di tanto le scatole, e che vada col “pilota automatico”.
E poi chi dovrebbe romperle? Il Pd, che sin dall’inizio si è calato l’elmetto fino alle caviglie, ringhioso più che mai per difendere la voce del padrone americano? Il M5stelle del ministro degli esteri Di Maio come un burattino pronto a ripetere a comando le parole di Biden? O il M5stelle di Conte che balbetta qualcosa ma senza convinzione e coerenza? O FdI che agita il sovranismo come variabile dipendente del suprematismo americano? O la Lega che esprime forti mal di pancia nel suo movimento ma alla fine si adegua?
Decide quindi il governo, non si perda tempo con dibattiti parlamentari inutili, tanto a convincere la “gente” ci pensano tv cantanti attori influencer calciatori intellettuali filosofi… tutti arruolati per difendere la democrazia contro il tiranno e convincerci che dobbiamo fare come vuole mamma America: razionare gas, elettricità grano e tutto il resto, peccato che non ci dicano che questo significhi pure ammazzare il nostro sistema produttivo e buttare milioni di lavoratori sul lastrico. Zitti, che il governo sta lavorando a un nuovo decreto, con il quale si passerà a forniture di artiglieria pesante e mezzi corazzati da inviare alla “resistenza” ucraina. Insomma una bella dichiarazione di guerra alla Russia.
Lasciamo perdere quindi art.11 colombe ramoscelli d’ulivo e arcobaleni e dissociamoci da questa banda di servi che ci sta trascinando nel baratro di una guerra contro la Russia. Verso la quale non abbiamo nessun motivo di inimicizia.
*Articolo di Daniele Lanza:
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-articolo_11_vs_articolo_5_la_delega_della_violenza/45471_45473/
L'europa non aveva denaro per salvare la Grecia,
RispondiEliminama ne trova a fiumi per armare l'Ucraina.
Caro Porro sull'Ucraina stai mentendo
RispondiEliminaMi chiamo Spytsya Pavlo, ho 27 anni, sono nato in Ucraina e da quasi 20 anni vivo con mia mamma in Italia e abbiamo entrambi la cittadinanza italiana ormai. Seguo Nicola Porro da anni, “Quarta Repubblica” e praticamente tutte le mattine seguo la Zuppa di Porro, e mi ritrovo molto con il modo di pensare e ragionare di Nicola. Ho visto l’ultima puntata di “Quarta Repubblica” e sinceramente il contenuto di questa puntata è stato orribile.
Sono una persona ragionevole, capisco che in televisione dovete raccontare la propaganda europea ed americana, che in Ucraina non c’è stato mai un colpo di stato, che gli ucraini non accettano gli eserciti russi che entrano nelle città, che i russi fanno massacri di civili e cosi via, basterebbe parlare con le persone in Ucraina o consultare informazione ucraina indipendente per vedere che non è cosi ma non è questo il problema. Il problema è che in puntata avete intervistato il comandante del battaglione di Azov che dice che non è nazista, purtroppo anche in Ucraina si sa benissimo che sono tutti nazisti, oltre a loro ci sono altri 7 battaglioni dichiaratamente nazisti e sono tutti arruolati nell’esercito o nei corpi di polizia. È stato detto che nel governo i partiti di destra non hanno molto posto ma non è mai stato cosi, al governo e anche nei ministeri ucraini ci sono e ci sono stati personaggi dichiaratamente nazisti.
Dal 2014 in poi i nazisti hanno continuamente condotto massacri contro le persone come la strage in Odessa, i rastrellamenti a Kherson, sparizione di giornalisti e persone che non erano d’accordo con il governo, hanno sempre discriminato e fatto violenza contro le persone che parlano russo in tutte le città dell’ucraina, anche a Mariupol che adesso fate passare come la loro città simbolo, lo confermano gli stessi cittadini di Mariupol in varie interviste ed infine hanno condotto una guerra civile per 8 anni e ucciso più di 13 mila persone. C’è un innumerevole numero di persone che ha simboli e ideologie naziste, questo perché fa parte purtroppo della loro storia e della storia della regione dell’Ucraina, ma non sto qui a raccontare la storia di questo paese.
Penso si debba sottolineare che le sanzioni sono un atto di guerra, un atto di ostilità. Sono una strada sbagliata che non può che condurre a un inasprimento delle ostilità. Sono alleanza con una parte. E' come dire : "Noi - Europa, Italia - abbiamo giudicato che tu, Russia, sei colpevole e ti castighiamo con le sanzioni. Il fatto che colpiscano più la nostra economia che quella russa ce lo dimostra. Con le sanzioni si vietano gli scambi commerciali; conseguenza è l'impoverimento di entrambe le parti. Poi la chiusura di scambi culturali porta all'odio fra le nazioni. Perché gli scambi commerciali e culturali sono amicizia - o quanto meno collaborazione - tra le nazioni, e producono benessere a tutti i popoli.
RispondiEliminaOra c'è chi chiede di deporre le armi, però è favorevole alle sanzioni (salvo quando colpiscano i propri interessi). Questo non è operare per la pace. Perché la pace è vera solo se è fondata sulla giustizia.
Ricordiamo le parole di un grande pontefice : "Non c'è pace se non è fondata sulla giustizia".
Allora è necessario essere neutrali per favorire l'azione diplomatica. Occorre ascoltare le ragioni di chi ha invaso, perché ha anche delle buone ragioni, non ha soltanto le colpe per l'invasione. Occorre operare nell'interesse di entrambi i popoli studiando un compromesso equo. Poi, con questi buoni propositi, pregare il Cielo, che certamente vuole donarci le grazie di cui abbiamo bisogno. Grazie che abbiamo chiesto alla Vergine con la consacrazione al suo Cuore Immacolato e che la Vergine vuole donarci. Purchè noi però facciamo la nostra parte.
Santa Caterina da Siena, patrona d'Italia e patrona d'Europa, prega per noi!
Bologna, 29 aprile 2022, Festa di Santa Caterina da Siena
Dovrebbe essere come Lei scrive, se i governanti avessero come motto quello del Re Umberto II: "L'Italia innanzitutto".
Eliminahttps://www.youtube.com/watch?v=BYtbr5tTu1Y&list=PLR6Bk1vtj7xJgLV4mDFh6krXIof_JhGbk&index=4
RispondiEliminaGiulietto Chiesa:la crisi ucraina
https://www.youtube.com/watch?v=XOqq9ALn1Tw
RispondiEliminaMassimo Mazzucco: Ucraina,l'altra verità
N.B. Da non perdere
Cosa colpisce e su cosa occorre riflettere
RispondiEliminaLa cosa grave, gravissima, immorale e inaccettabile, sta nel fatto che ad annunciare nuove sanzioni alla Russia (che ben sappiamo pagheremo noi popolo italiano) non è il Governo né il Parlamento, che per quanto ormai vuoto di qualsiasi significato perché dal gennaio 2020 nulla decide e tutto è passato nelle mani del Presidente del Consiglio dei Ministri, rappresenta pur sempre l’espressione popolare.
No, ed invece no. A darne notizia è il Presidente della Repubblica: il Garante della Costituzione, colui che dovrebbe battere i pugni sul tavolo e dire no all’invio delle armi e no alle sanzioni che rischiano di demolire il nostro Paese.
Sì, proprio lui. Semplicemente inaccettabile.
Davide Zedda
RispondiEliminaGuerra e Propaganda - Come rendersi almeno in parte indipendenti.
-- l'art. 11 della Costituzione dovrebbe esser abrogato. È un articolo indegno di un Paese civile. In pratica, proibisce di difendersi con le armi. Non è dovuto solo alla smilitarizzazione imposta dai vincitori all'Italia. Ne è stata responsabile anche la mentalità antifascista, allora e oggi dominante nei detentori del potere: contro il bellicismo di Mussolini o presunto tale, si voleva contrapporre l'ideale pacifista dell'Italia democratica. IL pacifismo è sempre disarmista e disfattista, serve solo a perdere più alla svelta la guerra successiva perché abitua alla vigliaccheria ed anzi la giustifica.
-- DAlla presente guerra l'Italia avrebbe dovuto starsene fuori. Un aumento delle spese militari sarebbee comunque necessario per avere foerze armati efficienti, a prescindere dalla guerra in Ucraina. Però a ben vedere le forze armate a noi non servono perché anche quelle che ci sono non sono usate dal potere politico per proteggere i confini.
L'unico che ci ha provato è stato Salvini e come è andata a finire? Non avrebbe potuto continuare anche se lui avrebbe dovuto combattere meglio la sua battaglia, senza farsi infinocchiare dai dem con il colpo di testa del Ferrgosto 2019, convinto fraudolentemente dai dem che si sarebbe andati a votare.
-- Draghi non è più indipendente di MOnti dai poteri globalisti, cosiddetti. Monti comunque rifiutò il prestito del FMI, che l'Irlanda, sull'orlo del baratro per il debito pubblico, dovette p.e. accettare senza fiatare. Ma tutti quelli che su questo blog e altrove reclamano giustamente una politica indipendente non dicono mai che per poterla fare anche in piccola parte bisognerebbe diminuire il debito pubblico, cosa che ci renderebbe meno dipendente dai mercati. Che insomma bisognerebbe fare certi sacrifici. Tutti vogliono come si suol dire "la botte piena e la moglie ubriaca".
P.
RispondiEliminaCon questa dichiarazione sulle nuove sanzioni il presidente Mattarella invade il campo del presidente del Consiglio.
È una dichiarazione da "indirizzo politico", che la Costituzione assegno al Presidente del Consiglio dei ministri.
Tanto per chiarire.
"... Ma tutti quelli che su questo blog e altrove reclamano giustamente una politica indipendente non dicono mai che per poterla fare anche in piccola parte bisognerebbe diminuire il debito pubblico, cosa che ci renderebbe meno dipendente dai mercati..."
RispondiEliminaPersonalmente al debito pubblico non penso più perché ho visto che spunta fuori ad estro di chi governa, cioè secondo il vento che tira, come una spada di Damocle, un bastone usato per comprare poi ingenti partite di carote distribuite a chissà chi e per chissà quali motivi indipendenti sempre da qualsiasi necessità e/o miglioria che riguardi l'italica economia. In breve il così detto debito pubblico mi sembra ormai poco serio come poco seri ritengo i governi che ci sgovernano da decine di anni in questo tragico spettacolo poco serio ed infame nel quale noi fungiamo da comparse per le scene che richiedono masse straccione.
L’autopsia effettuata da esperti internazionali su corpi rinvenuti a Bucha (Ucraina) ha rivelato che tutti presentano ferite causate da freccette. Si tratta di un’arma utilizzata su larga scala durante la prima guerra mondiale e la guerra del Vietnam, nella giungla.
RispondiEliminaNel 2014 l’artiglieria ucraina utilizzò la stessa arma contro i compatrioti del Donbass.
Il rapporto contraddice la versione del governo ucraino che aveva parlato di civili uccisi da soldati russi con armi automatiche.
https://www.voltairenet.org/article216681.html
Notizie del genere sono totalmente ignorate dai media di regime: ogni volta che si nomina Bucha tutti assumono una espressione affranta dedicata ai poveri ucraini e iniziano le litanie contro l'efferatezza dei Russi... Ora, non si può ignorare la sofferenza degli ucraini, ma neppure è tollerabile una narrazione costantemente unidirezionale che non tiene conto della complessità della situazione.
RispondiEliminaRiflessioni sui giudizi per 'partito preso'. Ad un certo punto della vita alcuni prendono partito, che è diverso dallo schierarsi, lo schierarsi richiede un giudizio sempre nuovo, rinnovato e rinnovabile, sugli schieramenti. Il partito preso invece sembra essere una scelta fatta una volta per tutte. Il 'partito preso' è diventato centrale sia per la Covid 19, sia per la guerra in Ucraina, quello che più ha stupito è stato che il giudizio 'per partito preso' non veniva affatto dai rozzi incolti, ma quasi sempre dai colletti bianchi, dai professionisti, da tutti coloro che, in teoria, avevano gli strumenti per un'ampia e solida capacità di giudizio. Anche la propaganda, con questo ceto alto sarebbe dovuta venire a cadere, invece, anche qui, così non è stato. La propaganda propria del 'partito preso' è stata assunta come informazione, mentre la semplice informazione è stata bollata da coloro che appartengono al 'partito preso' come propaganda complottista della parte ritenuta avversa a loro.
RispondiEliminaPrimo abbozzo di conclusioni: il 'partito preso' ha sicuramente una sua forza d'urto e di resistenza dovute, sembra, ad una certa incapacità,ad una certa mancanza di destrezza nel giudizio personale, autonomo e in particolare veritiero. Quindi il 'partito preso' possiamo dire che relega in una qualche forma di minorità mentale.
Ma come è possibile, visti i medi ed alti studi, diplomi, lauree, curricula di coloro che sono soliti giudicare per 'partito preso'?
Possiamo allora concludere che il 'partito preso' non dipende tanto e solo dall'intelligenza, ma da qualche altro fattore 'affettivo', meglio o affettivo familiare o affettivo sociale, quindi o da una tradizione legata alla famiglia, ad una persona affettivamente molto importante all'interno della famiglia, oppure dal gruppo sociale e/o da una persona del gruppo sociale che ha avuto ed ha un ruolo formativo importante, forse neanche completamente cosciente, per la persona che giudica per 'partito preso'. Comunque anche qui in campo affettivo si mostra una condizione di affettività non ancora adulta.
Riflessioni così alla buona, che nulla hanno a che vedere con un trattato scientifico di tecnici specializzati, ma i tecnici specializzati che, conoscendo la complessità delle più varie componenti umane, le usano per manipolare gli esseri umani e non per renderli capaci di risanarsi, di guarire fanno massimo e profondo schifo.
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RispondiEliminala censura del teatro Goldoni. Ma il professore parlerà sul palco de I Quattro Mori
Riflessione mattutina: La cosa che mi lascia perplessa, è questa: come mai in otto anni che il Dombass (legato alla russia anche per la lingua parlata) è stato bombardato dall'Ucraina,,,,, la Nato - l'UE, l’America - hanno taciuto.... mentre ora di colpo si sono svegliate dal letargo!....quindi, l’aggressione Ucraina al Dombass era indifferente mentre la risposta della Russia all’Ucraina in difesa di una popolazione che desiderava essere russa, è aggressione. Mettiamola così: l’America ha installato missili pacifici naturalmente, laboratori dove si sospettano armi chimiche batteriologiche, ecc, in Ucraina- ultima terra neutrale - visto che la Terra russa ormai è circondata da Paesi Nato. Quindi leggermente sotto pressione! Nessuno di noi conosce veramente le ragioni che hanno fatto esplodere questo conflitto, tranne ciò che ascoltiamo e osserviamo nelle varie trasmissioni televisive; pertanto come , giustamente si condanna la Russia per l’improvvisa aggressione all’Ucraina, (ben sapendo gli otto anni di aggressione subiti nel Dombass ) così si dovrebbero condannare le molte guerre combattute nel mondo. Ricordo che questa non è la prima guerra in Europa dopo l’ultima guerra mondiale, c’è ne stata una nel cuore dell’Europa negli anni 90 del secolo appena trascorso: Bosnia /Serbia. Inoltre - si capisce che è un confronto fra America e Russia - e l’Italia non doveva immischiarsi: dare armi significa alimentare la guerra come stanno facendo gli americani stanziando miliardi di dollari in armi per combattere la Russia tramite l’Ucraina - di mezzo ci vanno gli innocenti, indifferenti, malgrado l’ipocrisia - ai belligeranti. Inoltre, lo Stato Ucraino non fa parte della NATO- perché alimentare la guerra invece che spegnerla con la diplomazia - il dialogo o tutto ciò che servirebbe a far trionfare la Pace?
RispondiEliminaJacqueline Masi Lanteri
# 7:36
RispondiEliminaDire che il nostro debito pubblico sembra "poco serio" appare affermazione incomprensibile.
Serio o meno, c'è e pesa come un macigno, esponendoci a tutti i ricatti.
Impossibile eliminarlo, bisognerebbe almeno limitarlo in quelli che sono i deficit strutturali, come quello dell'inps ad esempio.
Se siamo costretti ad affidarci continuamente ai mercati per coprire il deficit strutturale, logico che siano poi i mercati, ove imperano i soliti noti, ad imporci le loro condizioni, in modo che la gallina dalle uova d'oro che è l'Italia (uova d'oro, avendo essa sempre pagato gli interessi sul suo debito, superiori agli 80 miliardi annui) continui ad esser tale.
P.
RispondiEliminaLe "freccette" che si troverebbero sui cadaveri di Bucha
La breve notizia in proposito desunta dal sito voltairenet andrebbe controllata.
Intanto, non dà il nome della commissione di esperti internazionali che avrebbe accertato la cosa. Chi sarebbero, chi l'ha convocata?
SEcondo: parla di "freccette metalliche" che sarebbero state usate spesso nella I guerra mondiale e nel Viet nam. Sul Viet nam non saprei ma da dove risulta che un'arma del genere è stata usata ampiamente durante la I gm?
Sarebbe stata usata dagli ucraini nazionalisti nel Donbass.
Forse si tratta di "freccette" racchiuse nelle c.d. "cluster bombs", bombe contenenti miriadi di piccoli "spezzoni", fatte apposta per inondare reparti di fanteria? Ma queste bombe non vengono impiegate in genere contro i civili, sono destinate soprattutto a scompaginare la fanteria avversaria. Si tratterebbe di "freccette" sparate da pistole o fucili.
INsomma, la notizia avrebbe bisogno di qualche chiarimento per esser credibile.
Intanto Zelinsky continua ad annunciare il ritrovamento di fosse comuni sempre più grandi. Notizie ovviamente da prendere con le molle.
Ci vorrebbe una commissione internazionale veramente indipendente che indagasse sui fatti.
Miles
Bisogna mettere una pietra sopra a tutte le alte cariche statali ormai svuotate di sostanza. Pupazzi con puparo neanche tanto occulto, anzi manifesto. Spettacolo di quint'ordine, di cui il solo parlarne è vergogna.
RispondiElimina"...Ci vorrebbe una commissione internazionale veramente indipendente che indagasse sui fatti...
RispondiElimina... e su Zelinsky."
Le freccette mi suonano nuove, io ho sentito il parere dei periti super partes sui cadaveri di Bucha, sono concordi nel dire che nonostante 2 settimane di piogge intense, i corpi erano asciutti, non presentavano segni di decomposizione, non erano visibili prima del 2 aprile quando furono pubblicate foto satellitari USA che ne comprovavano l'esistenza, ma pare sia falsata almeno la data infatti il satellite non era presente in quella zona in quei giorni, il sindaco e vice sindaco mancano da più di 2 mesi dalla città, quindi qualsiasi cosa dicano non è attendibile, ho visto tutti i filmati della triste storia del Donbass, anche prima del massacro di Odessa,ho visto chi sparava sui civili ed altre cose molto brutte tra cui vilipendio di cadaveri ed altre carinerie dei nazi UA, in ogni crisi di governo, tumulti ed elezioni, era sempre presente in piazza una inquietante persona, Victoria Nuland, la king maker di ogni operazione, teneva anche comizi pubblici, ho notato che tutti, ma proprio tutti i presidenti fake che sono stati più o meno imposti fino al tragicomico VZ, parlano fluentemente inglese ma con spiccato accento americano, inconfondibile, e la cosa mi ha lasciato di stucco, Biden è sempre in ombra, ma appare, poi c'è Obama, nobile Nobel per la pace ( dei morti sotto le bombe USA) che bla bla sulla democrazia esportata e altre idiozie, ma quello che letteralmente mi ha fatto cadere le braccia è il commento di tale Severgnini firma del Corsera un tempo autorevole giornale, ora buono da accendere il bbque, ebbene tale signore a La7 si dichiarava certo, anzi certissimo, che avremmo vinto noi, cioè 40 democrazie di paesi ricchi, anzi molto ricchi, sviluppati, democratici contro un tiranno poco più che selvaggio, a sto punto mi chiedo a che titolo affermi questo quando anche il mio nipotino di 2 anni sa che nessuno dei paesi suddetti naviga nell'oro, USA compresi, e che questa guerra per procura ci rovinerà forse per sempre, Fuck UE, Nuland dixit in chiamata telefonica a pezzo grosso CIA. Questa è la storia e grazie anche all'onestà di G. Chiesa, che ci vedeva bene e lungo.
RispondiElimina“Vaghiamo come morti viventi fra le rovine dell'Europa post-cristiana". Intervista per la newsletter al grande scrittore francese Richard Millet. "Il 'sistema' che ha rieletto Macron è più forte che mai. Non affonderà mai: trionfa su questo mondo completamente capovolto. Fuori Parigi, uno di quei paesaggi periurbani che l'Occidente ha creato quasi ovunque, dove tutto ciò che abbiamo appreso dai nostri padri, per secoli e millenni, attraverso la Bibbia, l'ellenismo e la latinità, in cui abbiamo vissuto con la missione di trasmetterlo a nostra volta e ora decretato finito, un giorno ho visto il futuro: Bantustan islamici e Mondo Nuovo di Huxley…”
RispondiEliminaIl 'sistema' che ha eletto Macron è più forte che mai. Non affonderà mai: trionfa su questo mondo completamente capovolto.
EliminaRichard Millet
Per fortuna che c'è qualcun altro che sostiene le mie stesse idee! Se in uno dei miei poveri commenti avessi scritto "non affonderà mai" mi avreste fulminato, scomunicato!
Richard Millet dice la verità.
"...Richard Millet dice la verità,
RispondiElimina...per il momento!"
RispondiEliminaLa lettera Z dipinta sui mezzi militari russi. Ne è stata data una spiegazione valida?
La Z è una lettera dell'alfabeto latino. Se non erro, nell'alfabeto cirillico non esiste. Correggetemi se sbaglio, ma in russo Zar si dovrebbe trascrivere czar o meglio tzar (come si faceva una volta) perché si pronuncia come la zeta in mazzo, puzza (non come zero, zona) e comunque viene indicato in cirillico da una lettera che è come un p greco maiuscolo con un gambetta a destra.
Forse i russi stessi trascrivono oggi questa lettera con il carattere latino z?
Allora la Z sarebbe l'iniziale di Zar? Ipotesi poco credibile.
Forse questa Z non è una lettera di alfabeto ma solo un segno di riconoscimento per i mezzi militari. Sin dalla II gm si usano questi segni dipinti in bianco o giallo sui mezzi, anche per evitare che si mettano a spararsi addosso. In genere linee bianche verticali od orizzontali o V dritte o rovesciate. I russi usavano anche lettere dell'alfabeto cirillico.
Da notare, come curiosità, la componente euroasiatica nei nomi dei missili: il Sarmat, Iskander. Il primo nome è quello dei Sarmati, denominazione latina di una congerie di popoli delle pianure e steppe ucraine e russe. Il secondo è il nome di Alessandro, Alessandro Magno nelle parlate turche delle tradizioni popolari dell'Asia centrale, ricche di ballate e storie mitiche su Alessandro Magno.
G.
RispondiEliminaAncora sulla Z diventata famosa.
Dopo ulteriori controlli, ho visto che i russi trascrivono in caratteri latini con la Z una lettera del loro alfabeto che si scrive in tondo come se fosse un 3 e si pronuncia come la -s di rosa, casa, in italiano (s sibilante). In corsivo minuscolo (scrittura), si scrive come se fosse una specie di zeta, con tanto di asola.
In russo, la chiamano lettera - se. Quindi per loro non è una Z ma una S dolce.
Forse non è nemmeno una lettera di alfabeto, per loro.
Be', e allora? Allora, niente. Ma anche i segni e simboli stimolano la ricerca, per capire il perché e il percome.
Anche se alla fine se ne sa quanto all'inizio.
G.