Crea grande scalpore la notizia di the Remnant.
La procedura per l'elezione dei Papi non è stabilita dalla Scrittura; ma la Chiesa, nel corso dei secoli, ha sempre disposto e modificato le relative norme.
In questi tempi di riforme rivoluzionarie e corrispondenti Dubia, dagli Stati Uniti arriva una indiscrezione da parte del periodico tradizionalista The Remnant [qui] che, informato da accreditate fonti Vaticane, ha pubblicato una autentica bomba: il progetto di riforma della Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis.
Di fatto Bergoglio sta attualmente esaminando un documento vaticano per la prossima elezione papale – affidato al cardinale Gianfranco Ghirlanda, suo canonista di fiducia – che riformerebbe il conclave escludendo, nella fase preparatoria, i cardinali di età superiore agli ottant'anni, rimodellando radicalmente le Congregazioni Generali e così rivoluzionare chi elegge il Papa facendo sì che laici e religiose costituiscano il 25% dei voti.
Dunque verrebbe riprodotto lo stile sinodale: nel corpo elettorale sarebbero introdotte le donne, assieme a laici e religiosi, mentre verrebbero esclusi cardinali con più di 80 anni dalle Congregazioni Generali, ossia le riunioni cardinalizie che precedono l'elezione vera e propria. A questo si aggiunge l'eliminazione delle sessioni plenarie (in cui tutti i cardinali, elettori e non elettori, si riuniscono come un corpo), istituendo invece dei piccoli gruppi di lavoro con un capo che guida le discussioni.
In definitiva, se la notizia corrispondesse al vero, verrebbero cancellate tutte le regole secolari precedenti. E occorrerebbe riformare il Codice di Diritto Canonico, posto che il canone 349 rileva che solo i cardinali eleggono un nuovo papa: “I Cardinali di Santa Romana Chiesa costituiscono un Collegio peculiare cui spetta provvedere all'elezione del Romano Pontefice, a norma del diritto peculiare”.
Considerata la lunga esperienza dei cardinali ultraottantenni e il ruolo centrale da loro svolto nella formazione delle idee dei cardinali elettori, la loro esclusione sarebbe da molti vista come una ferita al Sacro Collegio e al conclave pontificio. Inoltre ridurrebbe a una minoranza ancora più esigua all’interno delle discussioni tutti i cardinali non nominati da papa Francesco.
Considerata la lunga esperienza dei cardinali ultraottantenni e il ruolo centrale da loro svolto nella formazione delle idee dei cardinali elettori, la loro esclusione sarebbe da molti vista come una ferita al Sacro Collegio e al conclave pontificio. Inoltre ridurrebbe a una minoranza ancora più esigua all’interno delle discussioni tutti i cardinali non nominati da papa Francesco.
Già dalla primavera inoltrata si sarebbero tenute a Santa Marta apposite riunioni, protrattesi fino ad ottobre, con scambi di valutazioni e idee. Sarebbe proprio il gesuita cardinale Ghirlanda, già rettore della Gregoriana, a spingere per questa novità che costituirebbe un atto davvero rivoluzionario che sembrerebbe riprodurre le dinamiche dei primi secoli, così care a Bergoglio ("insano archeologismo", secondo la Mediator Dei).
La relativa considerazione di The Remnant è severa : «Se venisse promulgato, il documento verrebbe ampiamente considerato come uno sconvolgimento ecclesiale e teologico delle elezioni papali. Mentre si dice che Papa Francesco sia intenzionato a riformare il conclave papale in uno stile più "sinodale", si dice che non abbia ancora dato un "sì" definitivo al documento, che se promulgato incontrerà sicuramente una notevole resistenza da parte dei membri del Sacro Collegio».
C'è da tener presente che la Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis (promulgata da Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1996) è stata già modificata, con il Motu proprio Normas nonnullas, da Benedetto XVI, che decise di conservare «l'indicazione di quindici giorni» dall'inizio della sede vacante prima dell'apertura del Conclave, ma concedeva al Collegio dei cardinali «la facoltà di anticipare l'inizio del Conclave se vi era la presenza di tutti i cardinali elettori» a Roma, e ribadiva che l’attesa per gli assenti potesse essere protratta oltre un massimo di 20 giorni.
Inoltre ribadiva che nessun cardinale poteva essere privato per alcun motivo “o pretesto” sia dell’elettorato attivo che passivo.
Quanto, invece, al delicato principio della segretezza dei lavori del Conclave, sottolineava che durante tutto il periodo dello stesso, l'intero territorio della Città del Vaticano e l’attività ordinaria degli Uffici presenti nel suo ambito dovessero assicurare la riservatezza e il libero svolgimento di tutte le operazioni connesse.
Nel frattempo, la Sala Stampa Vaticana riferisce all'ANSA: «La notizia riguardante le presunte nuove regole per il CONCLAVE, rilanciata oggi da alcuni siti cattolici tradizionalisti, “non risulta abbia fondamento”».
Maria Guarini
Maria Guarini
Speriamo che a questo punto i Cardinali ottantenni ed ultra ottantenni 'se diano 'na smossa e mandino a vaffa tutti i dubia' salgano sui tetti e dicano la Verità urbi et orbi, il popolo è unito con loro!!!!!!!
RispondiEliminaSe ne parla da tanto tempo negli ambienti di curia. Io penso che arriverà il documento, che non ci sarà resistenza vera da parte dei vescovi, e che Bergoglio parteciperà al conclave del suo successore con la scusa di voler garantire il buon funzionamento della riforma del conclave. E così avremo i due papi della chiesa delle tenebre di cui parlò Katerina Emmerick.
RispondiEliminaTMI
La breve Lettera in forma di motu proprio ridefinisce il senso della teologia cattolica, sostenendo che c’è bisogno di una «svolta», un «cambio di paradigma», una «coraggiosa rivoluzione culturale», un «ripensamento epistemologico e metodologico». Il testo va quindi ben oltre lo scopo di dettare i criteri per il rinnovamento degli statuti dell’Accademia e intende presentare la teologia nuova, quella della svolta. La quale – se di svolta o rivoluzione si tratta – non dovrà avere più niente a che vedere con la precedente teologia.
RispondiEliminaStefano Fontana
https://lanuovabq.it/it/basta-dogmi-e-la-nuova-socioteologia-di-francesco
Il motu proprio col quale Francesco riforma gli statuti della Pontificia Accademia di Teologia: la teologia “in uscita” non partirà più dalla dogmatica, ma dall’antropologia o dalle scienze sociali. Non ammetterà più un primato della ragione ma si farà anche con le emozioni e i sentimenti.
RispondiEliminaIl motu proprio col quale Francesco riforma gli statuti della Pontificia Accademia di Teologia costituisce un atto di magistero con cui bergoglio cancella formalmente e sostanzialmente Dio intronizzando l’uomo come Dio. L’uomo poi si scopre essere parte della terra ed essa stessa parte del cosmo. Cosmo=dio. Con la definizione della “vera” teologia bergogliana egli compie un gesto magisteriale e formale di apostasia (anche se apostata può esserlo solo chi è cattolico). Aspettiamo ancora, forse ci convinceremo quando il suo nuovo vestito religioso sarà un mantello rosso con corna e coda ed un forcone per “pastorale”. Alessandro da Roma.
RispondiEliminaAvanti verso l'abisso!!!. Che il Signore ci aiuti, e ci protegga!.
RispondiEliminaOT
RispondiEliminaCircolano voci insistenti sul cattivo stato di salute di JMB, che non ha potuto leggere un discorso, ha accennato a non precisati malanni e la sala stampa vaticana balbetta, si parla di raffreddori, mah......in attesa di altre news.
RispondiEliminaLa profusione di eresie da parte di Bergoglio è diventata martellante.
Eresie tra virgolette ed eresie vere e proprie.
Come la modifica che dovrebbe darsi la teologia cattolica. Costituendo secondo Bergoglio il senso comune dei popoli un "luogo teologico dove si trovano molte immagini della divinità spesso non corrispondenti al Volto cristiano di Dio", i teologi dovrebbero "privilegiarlo", questo senso cmune, nelle loro costruzioni.
Che significa? Che devono dare un fondamento teologico ad una pastorale aberrante come quella inaugurata da lui Bergoglio con l'osceno culto del feticcio ligneo della Pachamama in piena Basilica di S. Pietro, divinità celebrata dal risorgente paganesimo andino.
Ma incitare la teologia cattolica a non occuparsi del vero Dio e della sua Rivelazione per correr dietro alla religiosità popolare e paganeggiante dei popoli, non è un'eresia, per una papa, cioè violazione del I comandamento?
Lui deve confermare nella fede i fratelli non sviarli sulle false religioni del Secolo.
E i raduni di Assisi chi li ha attuati? Bergoglio? Legga l'enciclica di Pio XI Mortalium Ánimos del 6 gennaio 1928!
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RispondiEliminaDicono le cronache che si tratta solo di un raffreddore.
Certo, nessun papa ha attentato alla vita e sopravvivenza stessa della Chiesa come lui.
Dietro di sè lascerà il deserto. O meglio: un caos pazzesco.
La Chiesa invasa da ogni sorta di fauna e flora.
Uno dei diavoli che Leone XIII asserisce di aver visto in un sogno, intenti a scuotere vigorosamente tutti assieme la base della cupola di S. Pietro, doveva avere la faccia di Bergoglio.
Io già ho motivo di essermi guadagnato l'inferno ma lei che con leggerezza si erge a giustiziere di un Papa...chissà se poi tra cento anni non si troverà per questo che dice in mia compagnia
EliminaIo ormai più che preoccuparmi di Francesco I, temo che venga sostituito da Francesco II, quando ci vorrebbe o un Benedetto XVII o un Pio XIII
RispondiEliminaMa i cardinali ultraottantenni non sono esclusi dal conclave da più di mezzo secolo?
RispondiEliminaFosse vero il resto, che il conclave diventi un super-sinodo, saremmo alla protestantizzazione. Quanto meno: da come ho capito, imiterebbe il sinodo dell Tavola Valdese e Metodista (questa dovrebbe essere la definizione ufficiale, se ho capito come agiscano).
Ogni tanto qualche sedevacantista parla di conclavi fantasma con i vescovi pre-1958: ne è ancora in vita qualcuno? Dovrebbero essere ultracentenari. Mi sembra che gli stessi sacerdoti ordinati prima di tale data siano rimasti pochissimi (poniamo anche avessero 23 anni, succedeva con gli allievi già dei seminari minori, 65 sono passati, ne avrebbero minimo 88). Ricordo di aver letto che l'ultimo cardinale creato da Pio XII sia deceduto nel 1991: Paul-Émile Léger.
Ringrazio chi voglia chiarire i dubbi.
In seguito all'approvazione della costituzione sulla liturgia Sacrosanctum Concilium (approvata dai "padri conciliari" contro una esiguissima manciata di voti contrari: a dimostrazione che i "padri conciliari" erano (già al tempo di Pio XII) modernisti di ferro), si confezionarono i nuovi libri liturgici. I riti riguardanti le ordinazioni diaconali e sacerdotali e le consacrazioni episcopali furono promulgati il 18 giugno 1968, per cui è a quella data che bisogna riferirsi per riguardo al dubbio della validità delle summenzionate ordinazioni e consacrazioni. Per completare l'opera di distruzione, il 15 agosto 1972, furono aboliti: tonsura, ordini minori e suddiaconato. Tutti i riti dei Sacramenti furono "riformati" in modo da compiacere i nemici della Chiesa Cattolica. Imputare a Bergoglio tutti i mali del mondo possibili è disonesto ed è una mossa tipica dei conservatori. I "padri conciliari" sono i primi e più grandi responsabili della rivoluzione nella Chiesa Cattolica. Soltanto quando ci si deciderà coraggiosamente a sradicare la malapianta per intero - il Concilio Vaticano II e le riforme postconciliari - si incomincerá a vedere qualche buon risultato. Gesù Cristo non si accontenta di mezze misure (non è di centrodestra...).
EliminaGli ultraottantenni nominati da Benedetto XVI e da Giovanni Paolo II hanno preparato l'elezione di Bergoglio e i cardinali sotto gli ottanta lo hanno votato. Qui chi vota o consiglia conta poco se non si fa entrare LO SPIRITO. quindi, prima delle persone, basterebbe che si facesse scrivere a tutti i papabili una semplice frase "Rispetterò sempre Nostro Signore Gesù Cristo, non rivoluzionerò mai la dottrina, parlerò sempre in modo chiaro, non scriverò mai documenti incomprensibili pieni di note che fanno eccezioni, non parlerò mai a vanvera sull'aereo di ritorno dai viaggi, rimanderò in seminario chi celebra sui materassini in mare, ecc....". Prima lo firmi, e poi forse....
RispondiEliminaE prima dell' elezione di un Papa, ci deve essere almeno un mese di preghiere davanti al Santissimo, e specifichiamo bene IN GINOCCHIO.