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venerdì 7 novembre 2025

Norcia rinasce, a partire dalla basilica benedettina. Ma come?

Leggo che finalmente a Norcia dopo nove anni risorge dalle macerie la bella basilica eretta sui resti della casa natale di San Benedetto e Santa Scolastica. 
In meno di quattro anni l'edificio è stato ricostruito interamente con tutte le attenzioni filologiche richieste dal materiale che è stato recuperato, catalogato, ricollocato (mattone per mattone) con l'aggiunta delle migliori tecnologie disponibili, per garantire la sicurezza antisismica dell'intera costruzione.
Tutto lascerebbe pensare ad un segnale di speranza e rinascita del sacro e non solo...
Poi però leggo anche che Il simbolo di fede, cultura e identità collettiva che per secoli ha custodito le radici spirituali dell’Europa benedettina, oggi si mostra in una veste nuova e mi imbatto in una foto dell'interno, che contrasta con la facciata che mi pare reintegrata. 

E dunque è solo un fatto di facciata: la foto è quella del nuovo "altare" della basilica e zona limitrofa (Horribilis est locus iste)...  e immagino il resto, liturgia compresa.

Con l'aria che tira sia sotto l'aspetto liturgico che sotto quello dottrinale!
Infatti la sacralità non risiede solo nei dettagli  architettonici: risiede soprattutto in un culto adeguato. Il Vaticano, dal 2021 con Traditionis Custodes, ha imposto restrizioni severe all'usus antiquior della Santa Messa. In tale contesto, ecco che un ambizioso restauro liturgico può includere esplicitamente l’adozione del rito antico come riferimento o come opzione privilegiata — specialmente in un luogo dall’intensa tradizione monastica come Norcia. Se non si pone una croce alta, un altare orientato, se tutto è pensato per la partecipazione moderna, è arte senza culto, monumento senza spirito. Che si riveli a chiare lettere se l’ordo liturgico (non solo l’architettura) sarà conforme allo spirito del Rito antiquior se Norcia si appresta ad essere un tempio dell’autoadattamento liturgico moderno. Chi ama la liturgia tradizionale — non per nostalgia, ma per fedeltà — vigili. Non basta ricostruire pietre: occorre ricostruire il culto.

8 commenti:

  1. A Parigi, Notre Dame, da quello che ho visto in rete, l'altare maggiore sembra essere rimasto tale, più avanti nella nella navata centrale, parallelo a quello maggiore, si vede una mezza forma ovoidale modernista, forse in marmo, facente funzione di altare razional/dinamico.

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  2. Sono andato a vederla il 1 novembre... La ricostruzione è stata fatta bene. È più bella di prima, però presenta delle criticità:

    - la facciata, conservata come era prima del terremoto? Non sembra. La croce sommitale che rimpiazza la precedente appare visibilmente più piccola. Un effetto ottico? Molti l'hanno notato.

    - nella navata, un controsoffitto che sembra di corten, a listelli colore ruggine che formano una griglia che lascia intravvedere le travi. Troppo moderno per il contesto. Fa il paio con i pannelli fonoassorbenti piazzati lungo le autostrade. E poi è troppo scuro, risulta estremamente pesante. Il controsoffitto a cassettoni che c'era prima del terremoto era di colore molto chiaro. Anche la genialata di fare intravvedere le travi sovrastanti lascia molto perplessi.

    - l'altare, ambone, sede... Come sopra, troppo moderni. L'altare è troppo massiccio, ed è stato spostato in avanti verso i fedeli. L'ultimo altare, installato dai monaci prima del terremoto sul fondo dell'abside, era un altar maggiore ligneo pre-conciliare, circondato da un coro ligneo. Ovviamente entrambi sono stati dismessi.
    Strano che non siano stati reinstallati l'altare e l'ambone precedenti, quelli che i monaci hanno trovato al loro arrivo, che pur moderni erano più consoni all'interno della basilica di stile baroccheggiante. Ma forse qualcuno voleva lasciare la sua impronta, come spesso accade, tramite soluzioni che sono un pugno in un occhio.

    - la cripta, corrispondente alla casa originale di San Benedetto, che i monaci usavano per la liturgia delle ore. Qui, sul fondo è stato allestito uno spazio con dei reperti (romani?) che nulla centrano con lo spazio liturgico e che fanno leggere fra le righe la volontà di musealizzare la basilica, marginalizzando o escludendo il culto.

    Insieme a queste criticità, la pecca maggiore è naturalmente la mancanza dei monaci che l'avevano fatta rivivere e senza i quali la basilica rimarrà la principale attrazione turistica di Norcia ma nulla più.
    Nel frattempo, nel post-terremoto i monaci hanno ricostruito la loro Abbazia di San Benedetto in Monte e questa è come il faro evangelico che splende e spande la sua luce sul "deserto spirituale" della piana, attraendo col suo fascino liturgico folle da ogni dove. Per non parlare della bellezza materiale dell'Abbazia ricostruita, un vero "giardino dell'Eden".

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  3. Qui si può vedere la basilica come era negli anni '60-70 e come è oggi...

    https://www.ingenio-web.it/articoli/ricostruire-senza-cancellare-la-rinascita-della-basilica-di-san-benedetto-tra-ferite-memoria-e-nuovo-racconto-di-se/

    È evidente come il controsoffitto "tagli" in modo maldestro sia l'arco gotico sia la controfacciata proprio sopra il rosone. Un obbrobrio. Essendo troppo basso e di un colore molto scuro rispetto al resto della basilica, ha inoltre l'effetto perverso di togliere "aria" alla navata, effetto soffocante che risulta dalla sua incombenza e pesantezza (e che, aggiungo io, non aiuta certamente la preghiera).
    Ma il peggio è il taglio operato all'arco gotico, taglio che compromette la verticalità del presbiterio e costringe lo sguardo sul massiccio altare post-conciliare. Altare fatto per una liturgia "orizzontale" comunitaria, che non osi alzare lo sguardo verso il divino. Tutto torna.

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  4. Autel catholique ? Non ! Carré œcuménique, c'est-à-dire maçonnique…

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  5. Tutto sommato, per i "mala tempora" in cui viviamo, la ricostruzione della basilica non è venuta poi così male, eccettuati il presbiterio e il controsoffitto. Anche tenendo conto che il vescovo Renato Boccardo nel 2017 aveva prospettato un concorso aperto alle archistar, per farla ricostruire in uno stile moderno: "...un concorso internazionale aperto a tutti, anche a grandi nomi dell'architettura, per un progetto che tenga insieme i pezzi rimasti della chiesa, collegandoli ad un'aula liturgica nuova”.
    Sarebbe stata una sciagura, evitata per un pelo grazie all'intervento diretto con sua eccellenza dell'imprenditore Cucinelli (grande amico e benefattore dei monaci e della città) che minacciò di non cacciar fuori una lira per una ricostruzione che a lui, amante dell'antico, non poteva andare a genio. Fola o verità, così dicono i ben informati nella patria di San Benedetto.
    Per quanto riguarda le criticità, il controsoffitto può essere facilmente smantellato senza danno alcuno per la struttura, e l'altare rivestito con "paramenti" appropriati, in modo da nascondere l'obbrobrio.

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  6. Ma da Mons.B. che t'aspettavi?
    Lo ricordo in quel viaggio apostolico al seguito di Papa Wojtyla mentre esclamava "Beatiful,beatiful.."
    Fu il mio de profundis.

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  7. Il nuovo altare : l'ormai consueta tavola protestante a forma di parallelepipedo stilizzato o grezzo, in un ambiente spoglio, un'aridità spaventosa, uno spirito che non può essere cattolico...

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  8. A Norcia, con la ricostruzione della Basilica di San Benedetto, effettivamente si respira un’aria di rinascita dopo il rovinoso terremoto. Ma “rinascita” non significa “ripristino” se chi ha curato i “lavori liturgici” ha imposto simboli, spazi e arredi adeguati alla Messa riformata che ha espulso la sacralità dal culto e quindi anche dall'architettura ecclesiastica.

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