tag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post6630973836887718054..comments2024-03-28T22:28:13.381+01:00Comments on Chiesa e post concilio: Regalità di Cristo e l’impegno del cattolico in politicamichttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.comBlogger18125tag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-62423321115616051192015-03-02T11:44:02.984+01:002015-03-02T11:44:02.984+01:00@ Silvio Brachetta - Studio su AA
Sono contento c...@ Silvio Brachetta - Studio su AA<br /><br />Sono contento che il mio contributo le appaia suscettibile di utili spunti ermeneutici. Spero in un prossimo futuro di indagare anche la AA, partendo dal suo saggio. Mi viene in mente che poco tempo fa, ho letto, ha cessato le pubblicazioni il mensile (o settimanale) dei Missionari e il direttore ha dichiarato che in pratica "la Missione" e' finita (cito a memoria). E per l'apostolato dei laici, le cose non stanno tanto meglio, direi. Cordialmente, PP Paolo Pasqualuccinoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-12350603448603200832015-03-01T23:32:22.484+01:002015-03-01T23:32:22.484+01:00@ Paolo Pasqualucci: grazie per queste integrazion...@ Paolo Pasqualucci: grazie per queste integrazioni. Più che integrazioni sono uno studio a parte. Davvero interessante. Me le salvo e le archivio.<br />Sì, evidentemente nei documenti conciliari vi sono prospettive più o meno nascoste.<br />Grazie anche a Franco e agli altri commentatori.<br />@ Maria: sono contento che Antonio Livi si sia espresso su una certa retorica che ha stufato tutti.Silvio Brachettanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-75788820066438515682015-03-01T16:15:06.893+01:002015-03-01T16:15:06.893+01:00D- CONCLUSIONE SULL'USO INGANNEVOLE DELLA TERM...D- CONCLUSIONE SULL'USO INGANNEVOLE DELLA TERMINOLOGIA TRAMANDATA.<br /><br />Il discorso si e' allungato, cerco almeno di concludere su questo concetto di falsa "conversione". UR 8.1 ci illustra "l'unione nella preghiera". "Questa conversione del cuore [nel senso sopra visto] e questa santita' di vita, insieme con le preghiere private e pubbliche per l'unita' dei cristiani, devono esser considerate come l'anima di tutto il movimento ecumenico e si possono giustamente chiamare ecumenismo spirituale". E' chiaro che "l'unita' dei cristiani" intesa in questo modo non e' affatto conforme a quanto la Chiesa ha sempre insegnato, non si puo' accettare, va combattuta: il Concilio vorrebbe con essa farci servire due padroni, Cristo e Belial, la verita' e l'errore. UR 8 incita poi a pregare "con i fratelli separati" (8.3). E la "communicatio in sacris"? No, anzi si', pero' "prudentemente", a giudizio "prudente" dei vescovi, si capisce (8.4). Incita poi a conoscer meglio "i fratelli separati": "a questo scopo molto giovano le riunioni miste, con la partecipazione di entrambe le parti, per dibattere specialmente questioni teologiche, etc."(ivi, 9). Quanti hanno perso la fede, per colpa di queste "riunioni miste"? Il Concilio vuole da noi esattamente il contrario di quello che aveva ordinato di fare S. Giovanni, l'Apostolo della carita': "Chiunque va oltre e non rimane nella dottrina di Cristo, non ha Dio; chi invece rimane saldo in tale dottrina, egli ha il Padre e il Figlio. Se uno viene da voi e non porta questa dottrina, non lo ricevete in casa, e non salutatelo. Perche' chi lo saluta, partecipa delle sue opere malvage" (2 Gv, 8-10). Simile ammonimento in S. Paolo, Rm 16, 17. L'uso anomalo ed ambiguo di un linguaggio apparentemente tradizionale compare anche nella Apostolicam Actuositatem. Non vi si parla mai di "conversione" ma di "dialogo"(termine nuovo) e si capisce perche', se la "conversione" deve intendersi nel senso che ho cercato di illustrare.<br />[Fine. Anche se non ho affrontato la AA, credo tuttavia di aver messo a fuoco dei punti importanti per la discussione sull'ortodossia del Vat. II].Paolo Pasqualuccinoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-47783550872334976742015-03-01T15:39:59.165+01:002015-03-01T15:39:59.165+01:00C. IL SENSO DI TERMINI TRADIZIONALI E' STATO M...C. IL SENSO DI TERMINI TRADIZIONALI E' STATO MUTATO DAL CONCILIO. <br /><br />Questo e' un punto essenziale da tener presente. L'ho accennato a proposito del concetto di "legittima autonomia delle realta' terrene". Mi sembra risulti evidente con il termine "conversione", che appare impiegato nella direzione erronea indicata dal card. Bea.<br />Tale assurda idea di "conversione" la ritroviamo, a mio avviso, nel decr. Unit. Red., 7-9 gia' citato, paragr. che spiegano come attuare il vero "ecumenismo spirituale". "Non esiste un vero ecumenismo senza interiore conversione" (UR 7.1). Quale "conversione"? Quella degli eretici e scismatici pentiti che abiurano i loro errori e ritornano all'unica vera Chiesa di Cristo, la Cattolica? Quando mai. "Infatti, il desiderio dell'unita' nasce e matura dal rinnovamento dell'animo, dall'abnegazione di se stessi e dal pieno esercizio della carita'" (ivi). Ma qui la carita' e' "umilta' e dolcezza nel servizio e fraterna generosita' d'animo verso gli altri" (ivi), dove "gli altri" sono gli acattolici, eretici e scismatici. La "conversione interiore" non e' quella degli acattolici, che i cattolici devono favorire con l'esempio di una vita veramente cristiana: e' quella dei cattolici, che devono andare incontro ai "separati" per realizzare con loro l'unita' (e quindi l'unione con il Cristo 'cosmico'). Per far cio' (per convertirsi al "dialogo" ecumenico) occorre riconoscere le nostre "colpe contro l'unita'"! Proprio cosi'.<br />"Anche delle colpe contro l'unita' vale la testimonianza di s. Giov. (1 Gv 1, 10): 'Se diciamo di non aver peccato, noi facciamo di Dio un mentitore e la sua parola non e' in noi". Percio' con umile preghiera chiediamo perdono a Dio e ai fratelli separati, come pure noi rimettiamo ai nostri debitori" (ivi, 7.2).<br />Il richiamo a 1 Gv 1, 10 e' generico. Ci si vuol dire che dobbiamo noi cattolici considerarci peccatori, per aver peccato contro l'unita', e dobbiamo "chieder perdono ai fratelli separati". Tesi assurda. Ecco qui l'origine delle tante, continue e cervellotiche richieste di scuse della Gerarchia attuale. Quali colpe? Non sono stati loro ad andarsene, professando le eresie piu' incredibili e l'odio piu' feroce contro di noi? E le guerre di religione non le hanno cominciate i protestanti, gia' con il praticare l'iconoclastia, con la quale distruggevano tutti i segni e simboli del nostro culto? Anche quest'errore hanno riportato alla luce! UR 7 cita poi due volte S. Paolo, Ef 4 1-3, 23, che invita all'unita'nella pace. Ma s. Paolo si rivolge esclusivamente ai credenti, alla comunita' da lui fondata, che non ricomprendeva certo gli eretici. Il richiamo trae in inganno.[segue]Paolo Pasqualuccinoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-39371091324977858662015-02-28T22:53:12.044+01:002015-02-28T22:53:12.044+01:00B. IL DOVERE SOCIALE DEI CRISTIANI, ci ricorda il ...B. IL DOVERE SOCIALE DEI CRISTIANI, ci ricorda il CCC 2105 e' quello di "rispettare e risvegliare in ogni uomo l'amore del vero e del bene"[frase retorica ed inane, a mio avviso]. Richiede loro di far conoscere il culto dell'unica vera religione che sussiste [unicamente] nella Chiesa cattolica ed apostolica". L'avverbio "unicamente" l'ho messo polemicamente io tra le quadre. Perche'? Perche' cosi' la continuita' con l'insegnamento di sempre sarebbe stata evidente, direi. Invece il testo resta incompleto ed ambiguo perche' sappiamo da altri testi del Vat. II che gli acattolici si trovano (si troverebbero) "incorporati in modo non pieno" alla Chiesa, che possiede essa sola "tutta la pienezza dei mezzi della salvezza" (Dichr. Unitatis Redintegr. 3). Cio' significa che, accanto alla salvezza "piena" offerta dalla Chiesa, esiste per il Concilio, una salvezza "non piena", quella offerta dalle comunita' acattoliche (eretiche, scismatiche) in quanto tali, visto che esse sono "incorporate alla Chiesa di Cristo in modo non pieno", cioe' senza la "piena comunione ecclesiale". Ci rendiamo conto della tesi pazzesca insufflata qui nei testi del Concilio, ai fini del "dialogo"? Se ne ricava l'esistenza di una salvezza piena ed una "non piena". E come? a meta'? a cottimo? temporanea? Se non fosse in ballo la salvezza delle anime, si dovrebbe dire che il pastorale e tumultuato Vat. II scade qui nel comico. Queste aberrazioni teologiche sono state rese possibili dal cambiamento della dottrina, ispirato dal nefasto card. Bea SI, il quale, annoto' Amerio (Iota Unum par. 246), "seguendo la sentenza comune, asseri' che i Protest. non sono staccati del tutto giacche' hanno il carattere del battesimo. Pero', citando dalla Myst. Corp. di Pio XII che 'sono ordinati [in voto] al mistico corpo' giungeva ad asserire che vi appartengono [errore evidente], e che percio' versano in una situazione di salvezza non diversa da quella dei cattolici (Oss. Rom. 27.4.1962). La causa dell'unione - continua Amerio - e' da lui ricondotta a esplicitazione di un'unita' [non piena] gia' virtualmente presente, di cui si tratta di prendere coscienza [...] Non quindi reversione degli uni agli altri [ritorno alla Chiesa] ma conversione di tutti al centro che e' [secondo Bea] il Cristo profondo". [Ultima parte domani. Grazie] Paolo Pasqualuccinoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-65667818743300421322015-02-28T21:27:24.918+01:002015-02-28T21:27:24.918+01:00@ Silvio Brachetta - La Regalita' di Cristo et...@ Silvio Brachetta - La Regalita' di Cristo etc.<br /><br />Bello studio, che a mio avviso ha soprattutto il merito di far conoscere la dottrina preconciliare e il suo rigetto del "democraticismo" oggi di moda (v. "Silente"). L'Autore mette giustamente in rilievo le parti del Concilio in accordo con la dottrina di sempre. Cio' non e' sufficiente, secondo me, a fugare i dubbi sull'effettiva continuita' del Concilio. Dati i limiti di tempo e spazio, non faro' un discorso organico ma indichero' alcuni punti a mio avviso meritevoli di un approfondimento critico. Si tratta di tre sezioni, che inviero' una alla volta, per evitare che mi salti tutto alla fine dell'intervento, come mi e' gia' capitato piu' volte.<br /><br />A. L'Autore afferma che GS 36 riconosce la legittima autonomia delle realta' temporali, che non deve essere indipendenza dal Creatore. Tuttavia, osservo, l'art. 36 si trova nel cap. III della Gaudium et Spes (33-39), dedicato addirittura alla "attivita' umana nell'universo". L'art. 39 e ultimo del cap., ispirato a de Lubac, propugna nientemeno che la visione escatologica di una "Terra nuova e un cielo nuovo" a conclusione della'attivita' umana "nell'universo"[!]. Secondo me, c'e' una prospettiva millenaristica, che riprende lo spunto millenaristico presente nell'Allocuzione di apertura del VII di Giov. XXIII. Il "millenarismo", sappiamo, e' quella cattiva dottrina che auspica lo stabilimento del Regno di Dio in terra, una Citta' terrena perfetta, che andra' cosi' incontro a Cristo nel giorno del Giudizio. Un "Regno" spirituale, nella migliore delle versioni (millenarismo spirituale e mill. carnale). [SEGUE] Paolo Pasqualuccinoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-51877775601093848922015-02-28T15:57:44.533+01:002015-02-28T15:57:44.533+01:00Ottimo testo. Riguardo al tema della democrazia, o...Ottimo testo. Riguardo al tema della democrazia, osservo: la Chiesa ha sempre fatto sostanzialmente propria la dottrina politologica "classica" che, ammettendo in via di principio la legittimità dei tre <i>idealtipi</i> di reggimento (monarchia, aristocrazia, democrazia), ha tuttavia espresso con Platone una preferenza per la monarchia e, con Aristotele, un orientamento per una prudente forma mista, opinione condivisa da Polibio e Cicerone che si riferivano alle istituzioni romane. San Tommaso, dopo aver analizzato le varie forme di costituzione, egualmente propendeva, nel <i>De Regno</i> per la monarchia. <br />Mai la Chiesa ha espresso una preferenza esclusiva ed escludente per la democrazia. Giustamente sottotitola Silvio Brachetta: "<b>Democrazia forse, democratismo no</b>". Le affermazioni magistrali, opportunamente citate dall'Autore, di Pio IX, Leone XIII, Pio X, Pio XI sono giustificate dall'ovvio, inevitabile conflitto che sorge tra democrazia e diritto naturale, tra "sovranità del popolo" (concetto confuso e ambiguo, se non ontologicamente sbagliato perché potenzialmente avverso alla Regalità sociale di N.S. Gesù Cristo e all'ordine naturale che è per definizione gerarchico) e dottrina morale.<br />Persino (sottolineo il volutamente provocatorio "persino") Giovanni Paolo II, nella <i>Veritas Splendor</i>, ammette (sottolineo l'altrettanto volutamente provocatorio "ammette") il rischio che presenta l'<i>"alleanza tra democrazia e relativismo etico, che toglie alla convivenza civile ogni sicuro punto di riferimento morale e la priva, più radicalmente, del riconoscimento della verità".</i><br /><br />Per un buon inquadramento della posizione della Dottrina sociale della Chiesa nei confronti della democrazia, considero ancora assai valido il testo di P. Raimondo Spiazzi, <i>Democrazia e ordine morale</i>, Morcelliana, Brescia 1959. <br /> Silentenoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-5411832756563309632015-02-28T09:49:41.681+01:002015-02-28T09:49:41.681+01:00Grazie Paolo, condivido.
Sto preparando qualcosa a...Grazie Paolo, condivido.<br />Sto preparando qualcosa anch'io.<br />È importante approfondire. A me è stato utile per conoscere e accogliere sempre più il Signore.<br />michttps://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-17524312395547840362015-02-28T09:36:33.260+01:002015-02-28T09:36:33.260+01:00@ FRANCO - Vangelo e Regalita' di Cristo oggi...@ FRANCO - Vangelo e Regalita' di Cristo oggi.<br />Lei pone questo problema: "l'organicita' minuziosa della Legge corrisponde allo spirito evangelico?". <br />1.Il problema esiste oggi perche' si da' una lettura del Vangelo che non e' quella dovuta, come se fosse un testo che ci incita alla contestazione dell'autorita' (Don Milani, "falso fratello intruso", Gal. 2, 4), alla felicita' in questo mondo, alla conoscenza di se stessi (dei propri diritti), all'emancipazone delle donne [sic], ad "aprirsi all'altro". Lo spirito del Vangelo e' quello riassunto da NS stesso quando ha detto: "Cosi' anche voi, quando avete compiuto tutto quanto vi e' stato comandato, dite: Servi inutili siamo! abbiamo fatto il nostro dovere" (Lc 17,10). "Servare mandata", questo e' il vero spirito evangelico, si diceva in passato: mettere in pratica gli insegnamenti di Dio (verso noi stessi e gli altri), Dio che ci parla direttamente in NS e tramite gli Apostoli. Anche l'amor del prossimo e' "per amor di Dio" (non per la dignita'[?] del prossimo), e' attuazione di un comando divino. Come convincere l'uomo di oggi, corrotto com'e' dalla falsa scienza, dalla superbia e dai cattivi costumi, di queste verita'? Innanzitutto tornando a credere al vero spirito del Vangelo e poi proponendolo senza infingimenti, aggiornamenti,adattamenti, con la parola e l'esempio di vita (fede e opere). Al resto pensa lo Spirito Santo. Gli Apostoli, non facevano cosi'? E se non gli Apostoli, chi dobbiamo imitare, allora?<br />2. Mi sembra che lei restringa il campo d'azione di Cristo Re e Legislatore. Come ha sempre insegnato la Chiesa, NS e' Legislatore in tutti i sensi ed anzi nel senso piu' ampio, quello del legis-latore, fondatore di un'intera societa', terrena e sovrannaturale ad un tempo. Fonda la Chiesa, cominciando giustamente dai quadri, dagli Apostoli, dando loro norme, istruzioni, poteri, una gerarchia con a capo Pietro (per diritto divino). Fonda una societa' civile con le regole del matrimonio, della morale, del comportamento (Discorso della Montagna). Gli Apostoli furono del pari "legislatori-fondatori" come Lui, cio' risalta eminentemente in S. Paolo. Vuol quindi NS esser onorato come il Re-Legislatore, che ha fondato la societa' cristiana che deve attuarsi in questo mondo, presso tutti i popoli e per tutti gli individui, come intenzione, con la mediazione indispensabile della Chiesa da Lui fondata.<br />@ Silvio Brachetta [segue testo, in giornata, spero, se il direttore me lo consente].Paolo Pasqualuccinoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-44891283084223496002015-02-27T19:45:55.162+01:002015-02-27T19:45:55.162+01:00Probabilmente faccio un discorso di bassissima mac...Probabilmente faccio un discorso di bassissima macelleria ma "l'impegno cattolico in politica" coincide con l'avvenuta totale l'identificazione della Chiesa Cattolica Italiana col PD sia a livello centrale che locale.<br />In sostanza se non si è buoni elettori del PD non si è nemmeno (buoni) cattolici qualsiasi cosa voglia dire.<br />MilesAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-27305934996532028242015-02-27T19:35:14.396+01:002015-02-27T19:35:14.396+01:00@ Faruk, ex re d'Egitto in esilio a Roma negli...@ Faruk, ex re d'Egitto in esilio a Roma negli anni '50, dove si era abbandonato a uno stile dolcevitoso, diceva:"A questo mondo sono rimasti solo cinque re: i quattro delle carte e la regina d'Inghilterra". A parte le battute, rimane il fatto che già ai tempi di Pio XI l'idea della regalità, dopo la caduta degli Hohenzollern, degli Asburgo e dei Romanoff appariva largamente in crisi; e ancor più desueta appare nel nostro mondo mentale anno 2015 con relativo "immaginario".<br />Nei Vangeli la regalità di Gesù si manifesta nell'esercizio del potere giudiziario: remissione dei peccati dei singoli ( l'adultera, Zaccheo... ) durante la vicenda terrena e poi apparizione supremamente maiestatica nel Giudizio Universale ("Rex tremendae maiestatis" ) . Per il resto all'uomo d'oggi Gesù appare ( o è presentato ) più come un contestatore delle strettoie della Legge che come il creatore di un corpus di leggi positive discendenti da una filosofia-teologia del Diritto organicamente strutturata. Unica grande eccezione quella relativa all'indissolubilità del matrimonio.<br />Di questi tempi l'idea di una "Chiesa in uscita" aliena dal legalismo si sta mirabilmente coniugando con il concetto di società "liquida", caratterizzata da connessioni molteplici e in perenne cambiamento; per cui è difficilissimo farne venir fuori l'idea di un Ordine Gerarchico, con differenza di livelli, di ruoli, esclusioni, precise "regole del gioco". "L'obbedienza non è più una virtù" proclamava il per me troppo sopravvalutato don Milani, e questo atteggiamento si è diffuso a tutti i livelli. Se uno sfoglia un manuale cattolico di etica medica dei tempi di Pio XII, gli sembra di riconoscere un andamento simile a quello di un codice penale; con il che, se ne dichiara di fatto l'obsolescenza per inapplicabilità alla vita concreta.<br />A me sembra che il grande compito dei tradizionalisti sia di mostrare in modo ben argomentato e convincente come l'organicità minuziosa della Legge corrisponda allo spirito evangelico; questo soprattutto il relazione alla indissolubilità del matrimonio.<br />Franconoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-70081808371064213612015-02-27T16:03:01.540+01:002015-02-27T16:03:01.540+01:00Sto per pubblicare qualcosa su cui non si può tace...Sto per pubblicare qualcosa su cui non si può tacere. Avrei evitato per evitare qualunque tipp di approccio con quel contesto. Ma c'è una deformazione della verità che è intollerabile. E purtroppo non manca chi dà credito a certe fonti.michttps://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-75713530208037400132015-02-27T15:45:54.511+01:002015-02-27T15:45:54.511+01:00Don Ariel ha totalmente perso le staffe, non fa te...Don Ariel ha totalmente perso le staffe, non fa tesoro delle parole di Mons. Livi, non prende il tempo della riflessione e dell`autocritica ma si scaglia con inaudita violenza contro la FFSPX da lui qualificata" opera di satana il cui peccato preferito è da sempre la superbia". Don Ariel non si rende di quanto lui stesso sia intriso di superbia. Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-87552162371886982332015-02-27T15:35:01.009+01:002015-02-27T15:35:01.009+01:00Segnalo il commiato di Mons. Livi dall`isola:
htt...Segnalo il commiato di Mons. Livi dall`isola:<br /><br />http://isoladipatmos.com/wp-content/uploads/2015/02/ANTONIO-LIVI-come-mai-mi-accomiato-dalla-Isola-di-Patmos.pdf<br /><br />E vi lascio vedere la reazione di don Levi che non fa che rincarare la dose confermando così i motivi per cui Mons. Livi ha preso commiato da quel contesto. Luisanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-2782273618180571672015-02-27T15:18:13.685+01:002015-02-27T15:18:13.685+01:00@ Mic - obliterazione della verita' diventa su...@ Mic - obliterazione della verita' diventa sua negazione<br /><br />Cara Mic, ti ringrazio sempre della grande stima che mi dimostri; mi mette anche in crisi, per cosi' dire, provocando un impegno da parte mia che mi auguro, Deo adiuvante, possa esser sempre all'altezza e valido, come lo e' sempre quello di tutti coloro che concorrono a questo blog; ammirevole per l'impegno a difendere la vera dottrina della Chiesa, cosa difficile, tanto piu' su internet. Non lo dico per farci i complimenti a vicenda. Ribattendo razionalmente e con validi argomenti (non costruiti su nostre opinioni personali) alle false critiche ed accuse, facciamo il nostro dovere per quanto sta a noi.<br />Al momento vorrei solamente ricordare, a sostegno del tuo detto di cui all'intestazione del mio intervento, la (nota) frase di Papa Felice III riportata da Leone XIII nell'Espistola "Inimica vis" del 1892, con la quale condannava la massoneria: "L'errore che voi non contrastate, voi l'approvate; la verita' che voi non difendete, voi l'uccidete".Paolo Pasqualuccinoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-64218716164594642222015-02-27T13:32:39.606+01:002015-02-27T13:32:39.606+01:00Segnalo il commiato di Antonio Livi da un contesto...Segnalo il commiato di Antonio Livi da un contesto non in linea col suo pensiero....Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-81677486063637195182015-02-27T11:47:48.791+01:002015-02-27T11:47:48.791+01:00Lo posso fare per via del fatto che, fortunatament...<i>Lo posso fare per via del fatto che, fortunatamente o provvidenzialmente, la Dignitatis Humanae è ambigua: se qualcuno la cita per portare acqua alle sue tesi, io faccio altrettanto per portarla alle mie. È solo un rattoppo, è chiaro. Ma non ho la vocazione e la capacità, almeno credo, di quadrare i cerchi.<br />Anche in questo breve saggio ricorro al Concilio tirando semplicemente la coperta conciliare dalla mia parte. In genere, comunque, faccio riferimento a ben altri magisteri, meno equivoci. Accetto ogni consiglio, sulla questione. Questa mia prassi non è certo un dogma.</i><br /><br />Carissimo, dici bene e l'ho fatto alcune volte anchio ;)<br /><br />Lo hanno fatto più autorevolmente di noi anche mons. Gherardini a mons. Schneider. La 'lettura' in continuità di fatto è possibile proprio grazie a quanto di infallibile è stato ribadito e interpretando in chiave tradizionale le proposizioni 'ambigue' o integrando quelle 'monche', perché anche l'obliterazione, alla lunga diventa negazione (lo abbiamo appreso dalla storia come ci ricorda sapientemente Michael Davies)...<br /><br />La tua prassi è più che giusta e lodevole e considera anche il fatto che il concilio non può essere cancellato, ma va "interpretato" nella maniera giusta.<br /><br />Il problema è che la pastorale lascia l'interpretazione (quella autorevole che dovrebbe costituire il Magistero attuale) alla gerarchia di ogni presente della storia senza più fondamenti oggettivi e sappiamo ormai per esperienza cinquentennale quanto queste gerarchie siano inquinate e quanto debordino o siano svianti dalla Via maestra...<br /><br />E non bastano le nostre singole voci, non altrettanto autorevoli, a frenare la de-formazione che ha ormai raggiunto - e forse superato - i livelli di guardia.<br /><br />Però anche questa lettura è necessaria, per non perdere il filo e rimanere radicati non solo nel passato (e in quel che di buono e vero dobbiamo tramettere alle nuove generazioni perché ci sia un futuro) ma anche nel nostro presente, che è la concretezza che ci è data e che non può essere oltrepassata.<br /><br />Sono povere considerazioni che faccio di getto e che completerò in maniera più meditata anche con l'aiuto, che mi aspetto illuminante e sapiente, di Paolo Pasqualucci, e di diversi altri commentatori che danno sempre contributi validi e nutrienti per tutti.<br />Ti ringrazio e ci diciamo vicendevolmente: coraggio, avanti!michttps://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-46842489256059753662015-02-27T11:19:53.476+01:002015-02-27T11:19:53.476+01:00Ringrazio Maria Guarini per la pubblicazione di qu...Ringrazio Maria Guarini per la pubblicazione di questo lavoretto, che non ha alcuna pretesa di completezza.<br />È evidente che non si può non notare il riferimento al Concilio Vaticano II. E Maria ovviamente mette in luce ben altro problema: va bene la Regalità di Cristo, va bene tutto, ma qua mi usi il Concilio con troppa disinvoltura. Ha ragione. Quindi metto da parte la Dottrina sociale e quant’altro, vado volentieri fuori tema, e spendo due parole sul Concilio, per chiarire cosa mi è sembrato di capire e per chiedere un parere a Maria o a qualche altro fratello interessato alla questione.<br />Il mio approccio (sostituibilissimo con uno migliore) al Concilio lo riporto brevemente di seguito.<br />La lettera del Concilio, i motivi della sua convocazione, il suo spirito e la modalità con cui si è svolto, annegano nell’ambiguità e nell’equivoco. Le questioni o le riserve di Amerio, che condivido, restano tuttora inevase, da parte della Chiesa docente. Però giudico questa ambiguità come una salvezza, nel senso che forse lo Spirito ha fatto in modo di rendere inoffensiva l’eresia, che doveva comunque esplodere, dando modo all’ortodossia di potersi difendere: uso allora a mio vantaggio la celebre allegoria della coperta troppo corta e la tiro spudoratamente a mio vantaggio, quando devo dimostrare una certa tesi.<br />Qualcuno, ad esempio, mi fa notare che la Dignitatis Humanae non contempla il foro interno? Gli rispondo che lo contempla in modo implicito, perché un Concilio non può ridire ogni volta tutta la dottrina. Lo posso fare per via del fatto che, fortunatamente o provvidenzialmente, la Dignitatis Humanae è ambigua: se qualcuno la cita per portare acqua alle sue tesi, io faccio altrettanto per portarla alle mie. È solo un rattoppo, è chiaro. Ma non ho la vocazione e la capacità, almeno credo, di quadrare i cerchi.<br />Anche in questo breve saggio ricorro al Concilio tirando semplicemente la coperta conciliare dalla mia parte. In genere, comunque, faccio riferimento a ben altri magisteri, meno equivoci. Accetto ogni consiglio, sulla questione. Questa mia prassi non è certo un dogma.Silvio Brachettanoreply@blogger.com