tag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post8066316685707691824..comments2024-03-18T21:16:02.763+01:00Comments on Chiesa e post concilio: Il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede contro Benedetto XVI?michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.comBlogger46125tag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-47533188673732073902012-12-14T08:38:05.979+01:002012-12-14T08:38:05.979+01:00nella definizione di S. Roberto Bellarmino, il pop...<br /><i>nella definizione di S. Roberto Bellarmino, il popolo è un presupposto, ma nel definire discorso del 22 dicembre, la gerarchia che è fondamentale alla Chiesa, non è una presupposto</i><br /><br />E' la scoperta tanto enfatizzata da Paolo VI della chiesa-comunione (anche se poi ha dovuto riconoscere che si tratta pur sempre di "comunione gerarchica"), finalizzata alla collegialità. Come se la Chiesa prima del concilio non fosse comunione: cos'è e cos'è mai stata la Chiesa se non Comunione in Cristo Signore dei Suoi?Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-24677700504318673992012-12-13T22:51:32.066+01:002012-12-13T22:51:32.066+01:00La tesi di Gioacchino di Fiore, appare anche nella...La tesi di Gioacchino di Fiore, appare anche nella opera di Papa Ratzinger, dove per capire quello che vuole con l’ermeneutica della riforma è fondamentale leggere la sua tese di dottorato sul “La teologia della storia in S. Bonaventura e Gioacchino di Fiore”. Pe quanto riguarda a questo, se può leggere l’articolo di Sisi Nono , che dice:<br /><br /><i>“Secondo il Nostro, San Bonaventura studia Gioacchino da Fiore come Generale dell’Ordine francescano, “che era quasi giunto al suo punto di rottura a causa della questione gioachimita”, più che come teologo privato, ma, nonostante ciò, «Gioacchino viene interpretato all’ interno della tradizione, mentre i gioachimiti lo interpretarono contro la tradizione. Bonaventura non rifiuta totalmente Gioacchino (come aveva fatto Tommaso): egli lo interpreta piuttosto in modo ecclesiale, creando così un’alternativa ai gioachimiti radicali» . <b>Come si vede l’ idea della “ermeneutica della continuità” è congenere anch’essa al giovane e al vecchio Ratzinger (1956-2005). Ratzinger riconosce che «l’ idea di un nuovo ordine, in cui l’ ecclesia contemplativa degli ultimi tempi deve trovare la sua vera e definitiva forma d’esistenza, viene chiaramente espressa in Gioacchino da Fiore. Il concetto di “ordine” acquista così un nuovo significato e “novus ordo” […] potrebbe tradursi allora come “nuovo ordine salvifico” e “nuovo ordine religioso della società”. […] </b>Si potrebbe forse rendere “novus ordo” persino come “nuovo popolo di Dio”» . Insomma se San Tommaso ha confutato radicalmente la teologia della storia di Gioacchino, «il Dottor Serafico [ha, secondo Ratzinger] un atteggiamento più positivo nei confronti della teologia gioachimita della storia». </i> SISINONO, Anno XXXV n. 6, del 31 Marzo 2009 - http://www.doncurzionitoglia.com/strana_teologia.htm<br /><br />Come se può vedere in questo tratto di Sisi Nono, Papa Benedetto davanti al Concilio lo guarda come Padre Ratzinger ha guardato a S. Bonaventura e Gioacchino da Fiore o sia, secondo la tese di dottorato del Papa quando era ancora Padre, S. Bonaventura non fa la confutazione di Gioacchino da Fiore, ma un’ermeneutica della riforma e lo introduce nella tradizione. Diversamente, Sant’Tommaso confuta Gioachino da Fiore dove questa tese della non confutazione di S. Bonaventura, me sembra troppo dubbia. <br /><br /><br />Un saluto dal BrasileGederson Falcometahttps://www.blogger.com/profile/10570607731496857856noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-50150900188269423932012-12-13T22:50:50.271+01:002012-12-13T22:50:50.271+01:00In parte, questa distinzione si applica a ciò che ...In parte, questa distinzione si applica a ciò che sta accadendo nella Chiesa dopo il Concilio e tutto quello che vediamo sotto nostri occhi. L'abbandono della tradizione è l’abbandono della sua ragione di esistenza della Chiesa, dove perde il suo principio di vita e di popolo se fa massa ( perde la forma, l’ atto, l’essere e la sua vita). La maggioranza degli uomini cattolici dopo il concilio hanno diventato uomi moderni o sia gli uomini modernisti che non sono più animale razionale, ma animale sensitivo guidato al di fuori per un magistero strano, che sembra capire il popolo come la maggioranza quantitativa e lascia di essere la parte qualitativamente migliore della città. Questo è evidente nelle parole di Don Alvaro Calderón (FSSPX), vedere cosa dice:<br /> <br />"Se há sucesso qualcosa di notevole nel Concilio Vaticano II, questo è stato la rotazione liberale della suprema autorità. Il Papa ha rinunciato alla sua autorità a nome dei vescovi, i vescovi hanno rinunciato al loro beneficio dei teologi, teologi aveva rinunciato alla sua scienza per ascoltare l'uomo, e la voce dell'uomo - presumibilmente dotati della infallibilità del sensus fidei - non era altro che pubblicità. Questa è la procedura per la promozione della maggioranza. "Padre Álvaro Calderón<br /><br />Per fine, la definizione sembra avere qualcosa a che fare con la tesi di Gioacchino da Fiore (che parla che l'AT sarebbe l'età del Padre, che sarebbe successe per l’età del figlio la quale a sua volta sarà sostituita da una età dello Spirito Santo). In AT, se non ricordo male (non mi ricordo il libro), dal momento vicino a Israele adottare la monarchia, si legge che gli ebrei hanno scelto un re, ma avrebbe potuto essere governato direttamente da Dio. La definizione della Chiesa come popolo suggerisce un governo diretto di Dio sulla Chiesa, come se siamo entrati nell'era dello Spirito Santo. La tesi di Gioacchiimita è anche suggerita per Lumen Gentium (2-4) che trasmette una ecclesiologia del "mistero Trinitario," come si può leggere nel lavoro della "Sinossi di errori a carico del Vaticano" fatto per la Fraternità San Pio X:<br /><br />2,1. La nozione oscura di "Chiesa di Cristo" come "il mistero trinitario," l'ecclesiologia trinitaria oscura, secondo la quale vi è una successione della Chiesa del Padre, per la Chiesa della del Figlio, quindi, per la Chiesa dello Spirito Santo (Lumen gentium 2 - 4), concetto sconosciuto al deposito della fede e grazie al quale, deformandosi S. Ireneo (Adv. Haer III, 24,1), è professa apertamente un ringiovanimento e rinnovamento della Chiesa dallo Spirito Santo, come se fossimo in una terza età finale della Chiesa (LG 4); prospettiva che sembra riaffermare errori di Gioacchino da Fiore condannate dal Concilio Lateranense (1215), dodicesimo della serie concili ecumenici (DZ 431-3 / 803-807).<br />Gederson Falcometahttps://www.blogger.com/profile/10570607731496857856noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-91550495047891517992012-12-13T22:44:55.144+01:002012-12-13T22:44:55.144+01:00Cara Mic,
Sono d’accordo con te. Nella frase del d...Cara Mic,<br />Sono d’accordo con te. Nella frase del discorso (22 diciembre) che hai evidenziato il “soggeto-Chiesa” che può crescere, se svillupare e rimanere però sempre lo stesso “soggeto-Chiesa” appare separato del oggeto-tradizione che è l'essenza della loro esistenza. Non è la Chiesa che cresce e si sviluppa nel corso del tempo, ma la tradizione il suo oggetto che ha sviluppi (nel senso di approfondire ciò che è stato rivelato). La Chiesa come concepita da Cristo e dagli apostoli, è il corpo di Cristo, e come tale non può crescere e svilupparsi nel tempo come uomini darwiniani. Se la Chiesa è separata dalla tradizione oggetto, perde la sua ragione di esistere. <br /><br />Mic, ancora la definizione del popolo di Dio per la Chiesa è troppo ma troppo stranea e me sembra che non si applica alla Chiesa. Sembra uma deformazione della definizione di S. Roberto Bellarmino:<br /><br />"L'unica vera Chiesa è la comunità di uomini riuniti dalla professione della stessa fede cristiana e la comunione dei sacramenti stessi, sotto il governo dei legittimi pastori e soprattutto il Vicario di Cristo sulla terra, il Romano Pontefice".<br /><br />Nella definizione di S. Roberto Bellarmino, il popolo è un presupposto, ma nel definire discorso del 22 dicembre, la gerarchia che è fondamentale alla Chiesa, non è una presupposto. La definizione della Chiesa dovrebbe comprendere il significato di pastore e gregge (come la definizione di San Roberto Bellarmino), ma la definizione del CVII, copre solo il gregge. E 'una definizione molto vicina del protestantesimo, che è veramente un popolo in cammino, al quale luogo? Non lo sappiamo, perchè il protestantesimo è anarchico.<br />Vale anche la pena ricordare, la valorosa distinzione tra popolo e massa fatta per Pio XII. Don Curzio Nitoglia commenta questa distinzione nell'articolo "La dottrina sociale di Pio XII" e dice:<br /><br /><i>“Pio XII insiste molto sulla distinzione tra “popolo” e “massa”. Il “popolo vive e si muove di vita propria”[1], ha una forma, un atto, un essere, una vita sua; invece “la massa è moltitudine amorfa” o senza forma o principio di vita, materia passiva, indeterminata, senza atto o perfezione. Il Papa continua: “la massa è di per sé inerte, e non può essere mossa che dal di fuori. Il popolo vive della pienezza di vita degli uomini che lo compongono”. Perciò il popolo è costituito da uomini intelligenti e liberi, che hanno princìpi , convinzioni, sono padroni di se stessi e conoscono i loro obblighi e diritti; mentre la massa è pura potenzialità che viene mossa e diretta da qualcuno al di fuori di essa dove lui vuole, come un carro trascinato dai buoi. Essa è composta da entità sub-umane prive di convinzioni proprie, di princìpi, di una sana morale, senza iniziativa propria; perciò vive di istinti, passioni e sentimenti sregolati senza alcuna subordinazione alla ragione e alla libera volontà. L’uomo facente parte della massa non è “l’animale razionale” aristotelico, ma “l’animale sensitivo” della post-modernità nichilistica, la quale con lo scoppio del Sessantotto ha reso l’uomo una “pecora matta”, che – come diceva nel 1944 Pio XII – “è un facile trastullo nelle mani di chiunque ne sfrutti gli istinti o le impressioni sensibili”[2]. Il popolo non è la maggioranza quantitativa, ma è la parte qualitativamente migliore della società. Il democratismo moderno non ha nulla a che vedere con l’idea aristotelica e tomistica di sana democrazia classica, che è la popolazione di un Paese dotata di forte personalità individuale e sociale.” </i> La dottrina sociale di Pio XII – Don Curzio Nitoglia - http://www.doncurzionitoglia.com/dottrina_sociale_pio_xii.htm<br />Gederson Falcometahttps://www.blogger.com/profile/10570607731496857856noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-89302405706153556012012-12-12T15:11:32.540+01:002012-12-12T15:11:32.540+01:00la Chiesa deve abbandonare molte delle cose che le... <i>la Chiesa deve abbandonare molte delle cose che le hanno fin qui dato sicurezza e che ha considerato come date per scontato. Essa deve abbattere gli antichi bastioni ed affidarsi solamente allo scudo della fede.</i><br /><br />Se per Chiesa intendiamo quel piccolo resto fedele che ancora é rimasto nel seno della Chiesa cattolica ufficiale e quasi ghettizzato, allora suo malgrado Urs von Balthasar é stato profetico: é la situazione della Chiesa rimasta fedele alla Tradizione.<br />Infatti non può più appoggiarsi incondizionatamente né al Magistero del papa, né dei vescovi, deve diffidare delle nuove traduzioni ed interpretazioni della Sacre Scritture, anche la Tradizione viene spiegata stravolgendola,i Padri ed i Santi sono relegati nell'oblio, della liturgia é meglio non parlare.<br />Quali sono i bastioni ancora rimasti? La fede degli umili può solo (ma é già tanto) affidarsi alla Grazia divina, alla misericordia del Signore ed alla propria caparbietà ed umiltà.<br />Su cosa altro? Non saprei proprio, é tutta una confusione che quotidianamente ci interroga.viandantenoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-56834346561886249652012-12-12T15:05:50.304+01:002012-12-12T15:05:50.304+01:00Sig. Giuseppe, la Quanta Cura di Pio IX che condan...<i>Sig. Giuseppe, la Quanta Cura di Pio IX che condanna la libertà religiosa, è magistero infalível ex cathedra petri di Pio IX, così, come conciliare questo con la Dignitatis Humanae?</i><br /><br />Caro Gederson,<br />stanno tentando di conciliarlo cambiando i paradigmi dell'approccio; per cui è "la <b>continuità dell'unico soggetto-Chiesa... che cresce nel tempo e si sviluppa, rimanendo però sempre lo stesso, unico soggetto del Popolo di Dio in cammino</b>" (discorso 22 dicembre) a garantire i principi affermati. E tuttavia, venendo meno l'oggettività degli stessi, ne scaturisce la loro impossibile evoluzione insieme al soggetto che li propone e li sviluppa, mentre invece Cristo e il Suo <i>quod tradidi vobis</i> resta <b>lo stesso ieri oggi e sempre</b>: è esattamente questo che stanno tentando di sovvertire se già non l'hanno fatto!Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-89231220264501315602012-12-12T13:15:45.813+01:002012-12-12T13:15:45.813+01:00“C’è un valore di fondo, cui di necessità si richi...“C’è un valore di fondo, cui di necessità si richiama l’ermeneutica della continuità, sistematicamente infranto, però, da quella della rottura: la Tradizione. Se si riesce ad impostarne correttamente l’argomento, i lamentati litigi fra le due ermeneutiche non avran più motivo né occasione d’insorgere, anzi, non potranno più esserci due ermeneutiche. Dal canto loro pastori, teologi, studiosi e lettori del Vaticano II troveranno, in questo stesso valore, la chiave di volta per un’obiettiva e corretta interpretazione conciliare”. Ermeneutica della continuità, mons. Gherardini, Divinitas 03/12 citato in "Le oscillanti tesi sulla Tradizione nei documenti del Concilio Vaticano II" di Piero Vassalo - http://www.conciliovaticanosecondo.it/2012/12/08/le-oscillanti-tesi-sulla-tradizione-nei-documenti-del-concilio-vaticano-ii/ Gederson Falcometahttps://www.blogger.com/profile/10570607731496857856noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-62696437615882510662012-12-12T13:01:08.931+01:002012-12-12T13:01:08.931+01:00"...ma il patrimonio dogmatico e la Tradizion...<i>"...ma il patrimonio dogmatico e la Tradizione costante e ininterrotta".</i><br /><br />Sig. Giuseppe, la Quanta Cura di Pio IX che condanna la libertà religiosa, è magistero infalível ex cathedra petri di Pio IX, così, come conciliare questo con la Dignitatis Humanae?Gederson Falcometahttps://www.blogger.com/profile/10570607731496857856noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-26144346350583253702012-12-12T12:55:04.655+01:002012-12-12T12:55:04.655+01:00Sig. Giuseppe, me sembra che tu hai tagliato col c...Sig. Giuseppe, me sembra che tu hai tagliato col coltello la nostra argomentazione. Non è abbastanza suffience affermare che io, Amicus e Mic abbiamo tagliato col coltello i problemi della Chiesa, ha bisogno di dimostrare. Come ha bisogno di dimostrare che la “riforma nella continuità” è stata sempre fatta, sul piano magisteriale, dai Papi conciliare. La vostra argomentazione non ha logica, perchè se questa ermeneutica sempre è stata fatta, percchè appare solo in 2005 le sue linee direttive? Quale il senso di presentare le linee diretive 50 anni dopo, per una ermeneutica che sempre è stata fatta? Questo non è una questione di principio?<br /><br />Il Cardinale Ratizinger (Benedetto XVI) in 1987 (dopo 6 anni come Prefetto della CDF) nel libro “Principi di teologia Catolica” dice così:<br /><br />“Questo vuol dire che il Concilio in se debba essere confutato? Certamente no. Vuol dire solo che la vera accettazione del Concilio non è in realtà mai veramente cominciata. Quello che ha rovinato la Chiesa dopo il Concilio non è stato il Concilio stesso, ma il rifiuto di accettarlo ... <b>l'obiettivo quindi è quello di scoprire il vero concilio e di approfondirne le sue vere intenzioni </b>— alla luce dell'esperienza corrente, non di sopprimerlo”. Cardinale Ratzinger, Principles of Catholic Theology, p. 390.<br /><br />Come ”l’ermeneutica è sempre stata fatta dal magistero” se in 1987 il obiettivo era quelo di scoprire il vero concilio e di appronfodire le sue vere intenzioni?<br /><br />Oggi si parla di una interpretazione luce della tradizione Concilio (ermeneutica della riforma), nel 1987 si parlava nella interpretazione del Concilio <b>"alla luce dell'esperienza corrente"</b>, come allora, "l'ermeneutica della riforma è stato sempre fatta dal magistero"?<br /><br />Nello stesso libro se può leggere:<br /><br /> “Il fatto è che come disse Hans Urs von Balthasar già nel 1952 … <b> essa [la Chiesa] deve abbandonare molte delle cose che le hanno fin qui dato sicurezza e che ha considerato come date per scontato</b>. Essa deve abbattere gli antichi bastioni ed <b>affidarsi solamente allo scudo della fede.”</b> Cardinale Ratzinger, Principles of Catholic Theology, p. 391.<br /><br />Sig. Giuseppe, Hans Urs Von Balthasar ha scritto “Abbatere i bastioni” in risposta alla Humani Generis di Pio XII, secondo te in questi bastioni non stava incluso il magistero per quale il libro è una risposta? <br /><br />Per parlare in una ermeneutica della continuità, dobbiamo sapere che cosa erano i bastioni che sono stati abbattuti e quale il suo ruolo svolto nella Chiesa prima del Concilio, senza saperlo, non si può parlare su una ermeneutica della riforma. Perchè anche il magistero è un antico bastione della Chiesa e se vuole affidare i fedeli a Sola Fides me sembra che il logico, è quello che abbiamo guardato in questi ultimi 50 anni e è stato dimostrato per Romano Amerio, Mons. Gerardini, Mons. Lefebvre, Mons. De Castro Mayer, ecc. Se pensa bene, oggi i fedeli tradizionale se può affidare esattamente solo al scudo della fede, perchè in quanto il magistero conciliare fa piano per comemorare i 500 anni della riforma, i fedeli tradizionali sono trattati come eretici. Tutti quelli eterodossi come Camino Neo Catecumenale, Rinovamento Carismatici, Comunione e Liberazione, ecc, possono contare com il magistero, ma i fedeli tradizionale vengono trattati come eretici. <br />Gederson Falcometahttps://www.blogger.com/profile/10570607731496857856noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-11154402295916483092012-12-12T12:33:23.364+01:002012-12-12T12:33:23.364+01:00Ora, nel Vaticano II non v'è traccia di defini...<i>Ora, nel Vaticano II non v'è traccia di definizioni. Ragion per cui, il tuo sillogismo ('ogni Concilio ecumenico è infallibile, ma il Vat.II è un Concilio ecumenico,dunque in esso non possono esservi errori') è erroneo in quanto viziato nella proposizione maggiore.</i><br /><br />Caro Amicus, <br />quello di cui mi pare parli Giuseppe è la formulazione della dogmatizzazione nel senso che si va configurando, facendo dunque del concilio il nuovo super-dogma non più solo proclamando, ma anche dichiarandolo con atti magisteriali, che in base ai nuovi paradigmi indicati molto sottilmente dal Papa nel discorso del 22 dicembre, andrebbero nel senso che ho evidenziato sopra.<br /><br />Certo, il nostro concetto di Tradizione ci vieterebbe di dare a quegli atti un assenso <i>de fide</i>, ma verrebbe sancita la mutazione genetica della Chiesa che secondo Amerio non era neppure ipotizzabile...<br /><br />Forse è meglio non precorrere nulla, ma è meglio restare vigili. C'è una generazione che non conosce la tradizione autentica e può prendere per oro colato un simile magistero.<br /><br />Tuttavia, niente di irreparabile in questo senso è ancora accaduto e Dio non voglia...<br /><br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-32062559577379003012012-12-12T12:22:47.593+01:002012-12-12T12:22:47.593+01:00Assisteremo a quella paradossale alleanza che in m...<i>Assisteremo a quella paradossale alleanza che in molti vedevamo arrivare da lontano e che ora è attiva e dispiega i suoi effetti, un`alleanza che finirà per rinchiudere la Tradizione e i cattolici tradizionali in un recinto controllato da sbirri in servizio permanente?</i><br /><br />Cara Luisa,<br />Rasentare i muri, contentarci delle briciole senza lamentarci non servirà nulla, perché, se si arriva alle conseguenze estreme di quello che si sta prefigureranno, non ci sarà neppure più il recinto...<br /><br />Se prima il potere egemone zittiva con accenti dittatoriali, ci si presenta un movimento meno scoperto ma più subdolo e molti tradizionalisti ci cadono dentro pensando di non sparire, ma si sbagliano di grosso con una ingenuità che rasenta la dabbenaggine. Pensano di poter mantenere e difendono il loro recinto e considerano avversari chi con la critica veritativa mette a rischio il loro recinto, che comunque prima o poi di questo passo sparirà...<br /><br />Il termine cattolico tradizionalista è usurpato dai tradizionalisti conciliari. Ci stanno spogliando anche della nostra identità, e i veri difensori della tradizione rischiano di essere bollati come eretici perché non si inseriscono nella nuova vulgata conciliare.<br /><br />Spero tanto di sbagliarmi e che qualcuno venga a dirmelo!Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-22825898838239732872012-12-12T12:13:54.660+01:002012-12-12T12:13:54.660+01:00@ Giuseppe: un Concilio ecumenico è infallibile so...@ Giuseppe: un Concilio ecumenico è infallibile solo nei punti in cui definisce positivamente e solennemente una verità di fede o di morale, ossia di norma nei Canoni (se presenti).<br />Ora, nel Vaticano II non v'è traccia di definizioni. Ragion per cui, il tuo sillogismo ('ogni Concilio ecumenico è infallibile, ma il Vat.II è un Concilio ecumenico,dunque in esso non possono esservi errori') è erroneo in quanto viziato nella proposizione maggiore.<br />Amicusnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-64336142603834850902012-12-12T12:06:02.819+01:002012-12-12T12:06:02.819+01:00Assisteremo a quella paradossale alleanza che in m...Assisteremo a quella paradossale alleanza che in molti vedevamo arrivare da lontano e che ora è attiva e dispiega i suoi effetti, un`alleanza che finirà per rinchiudere la Tradizione e i cattolici tradizionali in un recinto controllato da sbirri in servizio permanente?<br />Vedremo, certi segni ce lo fanno pensare, nella speranza di essere nell`errore.Luisanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-6446794566504411432012-12-12T11:01:26.153+01:002012-12-12T11:01:26.153+01:00... segue
Secondo me quello che non potrà mai acc...... segue<br /><br /><i>Secondo me quello che non potrà mai accadere, e se accadesse sarebbe un danno letale per la Chiesa, è che si affermi che un atto solenne di Magistero come un Concilio abbia positivamente insegnato degli errori in materia di fede o di morale.<br />Mi sembra che proprio in questo stia la sostanza di una "eresia", a quanto pare ecclesiologica, che Mueller e Livi hannno cominciato a esplicitare, e che contraddice non gli insegnamenti del Concilio V.II, ma il patrimonio dogmatico e la Tradizione costante e ininterrotta.</i><br /><br />Secondo me non c'è bisogno di arrivare a questo. Non penso si debba necessariamente arrivare alla conclusione che il concilio è eretico, se in alcuni suoi documenti c'è qualcosa di non infallibile e quindi di potenziamente errato, che può tradursi in applicazioni se non eretiche almeno controverse. Torno a dire che il problema dei problemi è il cambiamento di paradigmi che fa venir meno i punti di riferimento tramandati per 2 millenni. <br />Infatti, nel trasferire tutto il potere interpretativo al soggetto-Chiesa del presente odierno e futuro, che ha sostituito l'oggetto-Rivelazione, sono stati rimossi i cardini su cui poggiava - e dovrebbe continuare a poggiare il fondamento dell'Una Santa Cattolica Apostolica, cioè i dogmi. E, da ora in poi, <i>meminisse horret</i>, dovremmo (il condizionale è d'obbligo e speriamo non debba venir meno) fidarci e fondarci su tutto quanto il soggetto-Chiesa va rielaborando in senso evolutivo che rischia di essere - se già non è - arbitrario. Infatti la Verità è oggettiva, non evolve; il soggetto la accoglie e la comprende sempre più profondamente ma non la determina. A me, se queste mie considerazioni sono esatte, sembra terrificante quello che sta accadendo!<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-43527715535796474762012-12-12T10:56:04.518+01:002012-12-12T10:56:04.518+01:00Se i problemi che abbiamo di fronte si tagliassero...<i>Se i problemi che abbiamo di fronte si tagliassero col coltello, come mi sembra che facciate Voi, tutto sarebbe più facile, ma purtroppo non è così.<br />In realtà, la lettura del Concilio secondo il criterio della "riforma nella continuità" è stata sempre fatta, sul piano magisteriale, dai Papi succeduti, nei sensi ora sostanzialmente ripresi da Benedetto, certo con le precisazioni e le decisioni sempre più ricche dettate dal progredire del disastro post-conciliare e dalla crescente presa di coscienza che mano a mano ne è venuta.</i><br /><br />Caro Giuseppe,<br />i problemi si tagliano col coltello nelle misura in cui si tenta di separare la verità dall'errore. Ci sono delle <b>novità</b> introdotte dalla applicazione "riformista" di alcune ambiguità dei documenti conciliari, che equivalgono ad una vera e propria <b>rottura</b> con la Tradizione. Il problema è che sono stati cambiati i parametri concettuali di cosa si intende per Tradizione e alcuni principi sono stati definiti contingenze (vedi libertà religiosa) e, dunque, è diventato possibile "far passare" le innovazioni come aggiornamento, ma sempre innovazioni restano, con la carica dissolutrice che portano con sé.<br /><br /><i>Concordo che questo percorso - sicuramente inevitabile e necessario, per le garanzie che il Risorto ha assicurato alla propria Chiesa - sia ancora "in costruzione" come dice Gederson, e condurrà ad atti magisteriali vincolanti, oltre a quelli che già ci sono, non so se nella forma di un nuovo Syllabus o in alra forma.</i><br /><br />Tutti ce lo auguriamo, a partire da Mons. Gherardini, che ne è stato l'antesignano. Il rischio che tuttavia si sta correndo è che questo percorso, gestito e attuato dai <i>novatores</i>, porti ad esiti imprevisti e imprevedibilli, quali la codificazione in atti magisteriali vincolanti di <b>innovazioni</b> che passano per <b>aggiornamenti</b>. Il termine <b>riforma</b> lo confermerebbe perché <i>la continuità</i> è vista nell'<b>unico soggetto-Chiesa</b>.<br />Se questo dovesse accadere - cosa che <i>de fide</i> non avrei mai pensato potesse verificarsi né la sottolineata pastoralità del concilio avrebbe potuto provocare -, non so neppure immaginare a quale conclusione dovremmo giungere e quindi sospendo ogni giudizio perché c'è da sentirsi come sull'orlo di un abisso.<br /><br /><i>Non escluderei, però, che l'inizio di questo processo conclusivo di chiarificazione si trovi proprio nelle formulazioni più recenti di Mueller, significativamente riprese e in qualche modo spiegate da Livi, che, mi permetto di obiettare, non dovrebbero essere valutate in modo così sommario e sbrigativo.</i><br /><br />Non lo escluderei neppure io, perché è proprio quello che ho temuto quando ho cominciato a notare comportamenti e dichiarazioni come queste, purtroppo spuntate come funghi non commestibili (alcune osservazioni le ho già fatte ma non mi pare lei le abbia prese in considerazione, altre ne farò), guarda caso dopo la <b>voluta</b> - ché tale appare - nuova estromissione della Fraternità San Pio X.<br /><br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-47979830651666579362012-12-12T07:46:28.131+01:002012-12-12T07:46:28.131+01:00Il passo del card. Müller rappresenta quanto di pi...Il passo del card. Müller rappresenta quanto di più contradditorio sia potuto nascere dallo stesso Concilio.<br />Concilio che non voleva condannarre errori o proporre nuovi dogmi.<br />Ora proprio l'interpretazione dello stesso può diventare un errore da condannare (ermeneutica eretica)!<br />Invece, ermeneutiche a parte, pastoralmente se ne può fare quasi quel che si vuole.viandantenoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-58950932748217983662012-12-11T23:47:55.485+01:002012-12-11T23:47:55.485+01:00@Amicus, Mic, Gederson,
Se i problemi che abbiamo...@Amicus, Mic, Gederson,<br /><br />Se i problemi che abbiamo di fronte si tagliassero col coltello, come mi sembra che facciate Voi, tutto sarebbe più facile, ma purtroppo non è così.<br />In realtà, la lettura del Concilio secondo il criterio della "riforma nella continuità" è stata sempre fatta, sul piano magisteriale, dai Papi succeduti, nei sensi ora sostanzialmente ripresi da Benedetto, certo con le precisazioni e le decisioni sempre più ricche dettate dal progredire del disastro post-conciliare e dalla crescente presa di coscienza che mano a mano ne è venuta.<br /><br />Concordo che questo percorso - sicuramente inevitabile e necessario, per le garanzie che il Risorto ha assicurato alla propria Chiesa - sia ancora "in costruzione" come dice Gederson, e condurrà ad atti magisteriali vincolanti, oltre a quelli che già ci sono, non so se nella forma di un nuovo Syllabus o in alra forma.<br />Non escluderei, però, che l'inizio di questo processo conclusivo di chiarificazione si trovi proprio nelle formulazioni più recenti di Mueller, significativamente riprese e in qualche modo spiegate da Livi, che, mi permetto di obiettare, non dovrebbero essere valutate in modo così sommario e sbrigativo.<br /><br />Secondo me quello che non potrà mai accadere, e se accadesse sarebbe un danno letale per la Chiesa, è che si affermi che un atto solenne di Magistero come un Concilio abbia positivamente insegnato degli errori in materia di fede o di morale.<br />Mi sembra che proprio in questo stia la sostanza di una "eresia", a quanto pare ecclesiologica, che Mueller e Livi hannno cominciato a esplicitare, e che contraddice non gli insegnamenti del Concilio V.II, ma il patrimonio dogmatico e la Tradizione costante e ininterrotta.<br /><br />Per questo considero la posizione attuale della SPX rischiosissima e inspiegabile come difesa della Tradizione. Mi pare che ormai difendano solo sé stessi e non si capisce a quale scopo. Tra l'altro, così facendo, rivolgono un'accusa implicita molto ingiusta, e soprattutto rischiano di danneggiare gravemente, tutti coloro che, stando regolarmente nella Chiesa, in perfetta comunione col Romano Pontefice, contribuiscono al ricupero dell'integrità dottrinale, sacramentale e disciplinare.giuseppenoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-62205299045791500792012-12-11T22:06:15.188+01:002012-12-11T22:06:15.188+01:00"Il fatto che Mueller abbia fatto un passo ul...<i>"Il fatto che Mueller abbia fatto un passo ulteriore, qualificando come "interpretazione eretica" del Concilio la prima non significa che si distacca dal Papa, anzi si deve presumere che il Papa sia dello stesso avviso, avendo già da parte sua, col famoso discorso alla Curia del 2005, esplicitamente condannato l'ermeneutica della discontinuità e della rottura". </i><br /><br />Giuseppe,<br /><br />Questo passo ulteriore di Don Müller è un problema, perchè l'ermeneutica della riforma sembra essere il ritorno dell'Araba Fenice, che "Tutti ne parlavano, ma nessuno l’aveva mai vista". Nel discorso di 2005 pronunciato da Benedetto XVI, ha solo linee direttive dell'ermeneutica, non ce l'ermeneutica della riforma. Inoltre, si deve rilevare che, progressisti e tradizionalisti hanno avuto per 50 anni libertà per fare ermeneutica del Concilio, per questo non aver ancora oggi una ermeneutica vincolante. Allora, come può un concilio per 50 anni, non avere una ermeneutica vincolante? <br /><br />Il discorso di dicembre 2005, è solo un discorso. Anche se condanna l'ermeneutica della rottura, questo è sollo la "pars destruens", la "pars construens" è ancora in costruzione, per questo, non me sembra che Don Müller abbia il diritto de parlare in interprezazione eretica. Non si può interpretare quello discorso, come un Syllabus del Concilio, che ha chiesto Mons. Athanasius Scheneider al Papa o come una introduzione di canoni e anatemi nei testi conciliare.Gederson Falcometahttps://www.blogger.com/profile/10570607731496857856noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-21781156311865935762012-12-11T21:41:04.596+01:002012-12-11T21:41:04.596+01:00..."E' chiaro che tutto questo ha molto a...<i>..."E' chiaro che tutto questo ha molto a che fare con la situazione sempre più separata della SPX, che, rifiutando l'accordo, può considerarsi la causa di tutto questo bailamme che potrebbe finire male."</i><br /><br />Ha ragione Amicus, è un'affermazione contraddittoria che non ha senso.<br />La FSPX non è la causa del bailamme, è stata solo la cartina di tornasole sulla situazione. Tant'è che dopo la sua forzata -e inevitabile- marcia indietro, molte cose stanno venendo sempre più allo scoperto.<br /><br />Ciò che stupisce più di tutto è l'irrigidimento del Papa che sembrava tenerci a risolvere la nefasta conseguenza dell'analoga situazione che lo ha visto protagonista nel 1988.<br /><br />In apnea nella chiesa visibile -perché sempre più soffocata- è tutta la Tradizione.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-69792345756771742802012-12-11T21:38:19.213+01:002012-12-11T21:38:19.213+01:00"Mons. Müller tace sull’evoluzione teologica ...<i>"Mons. Müller tace sull’evoluzione teologica avuta, nel corso di cinquant’anni, dal cardinale Ratzinger..." </i><br /><br />Mic,<br /><br />In quello post ""Davvero è accaduto qualcosa di grande... e di grave, aggiungiamo noi."" ho notato "Un punto importante da considerare nella ricenti publicazzione degli scritti di Joseph Ratzinger (Papa Benedetto XVI), è che in un certo momento lui stava del lato dei progressisti e poi passa a l'ala più conservatrice conciliare. Non so esattamente quando questa transizione ha avuto luogo, ma siamo in grado di leggere alcuni dei suoi libri (Principi di teologia cattolica e il Vaticano II, problemi e risultati), che egli stesso è stato uno dei promotori del ermeneutica della rottura. Molto significativa in questo senso, è stata la scelta dell'Orso di S. Colombano per integrare il suo stemma papale, che suggerisce esattamente questo cambiamento. Ma allora, se l'attuale Papa regnante stesso ha fatto l'ermeneutica della rottura, come il problema del Concilio può essere lo scontro delle due ermeneutiche, quando quello che sembra è che l'ermeneutica ufficiale non è per nulla vincolante? Possiamo domandare migliore e dire: esiste adesso un'ermeneutica ufficiale del concilio? Sarà per lui che la libertà che lo ha fatto aderire alla ermeneutica della rottura, ce diritto all'esistere?"<br /><br />Adesso, sembra che Don Müller vuole negare che anche Benedetto XVI ha partecipato della ermeneutica della rottura e che dopo ha cambiato di posizione. E dopo 50 anni senza un'ermeneutica vincolante, apparre Don Müller con le linee guida dell'ermeneutiche della riforma presente nel discorso di Benedetto XVI alla Curia Romana di dicembre 2005, come l'ermeneutica del Concilio? Le cose se fanno così, senza risolvere i problemi del concilio?<br /><br />Don Müller, è del tutto irrealistico. Gederson Falcometahttps://www.blogger.com/profile/10570607731496857856noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-33074298956291785062012-12-11T21:06:11.511+01:002012-12-11T21:06:11.511+01:00..."E' chiaro che tutto questo ha molto a......"E' chiaro che tutto questo ha molto a che fare con la situazione sempre più separata della SPX, che, rifiutando l'accordo, può considerarsi la causa di tutto questo bailamme che potrebbe finire male."<br /><br />Conclusione incoerente di un discorso peraltro valido. Accettando il diktat di Papa Benedetto XVI - giunto con il suo improvviso voltafaccia di giugno - e quindi le famigerate 'novità conciliari', la FSSPX avrebbe tradito la verità, e con essa la Verità increata.<br />Avrebbe inoltre dato ragione a mons. Muller e ai suoi spropositi, che stiamo appunto qui criticando. <br />Che senso ha criticare Muller e nel contempo la FSSPX perché quest'ultima ha giustamente rifiutato di accettare i suoi errori? <br />Amicusnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-1446947124764465692012-12-11T18:48:23.185+01:002012-12-11T18:48:23.185+01:00noi Cattolici invece di combattere il male siamo i...<i>noi Cattolici invece di combattere il male siamo intrappolati nell'ermeneutica! Se questi sono i frutti non credo che si possa parlare di dogmi .....</i><br /><br />S. Pasquino, crede che la nostra vita si limiti a parlare di ermeneutica (cui peraltro siamo <b>costretti</b> per difendere e riaffermare la Verità oscurata) o non anche a combattere il male in noi e intorno a noi con le armi della fede (preghiera e fedeltà al Signore)?<br /><br />E non è anche il districarsi nel ginepraio mai visto delle ermeneutiche un combattere il male dell'errore e dell'eresia (non quella costruita dalle machiavelliche serve del potere egemone) ma quella vera?Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-46129879624768695402012-12-11T18:45:15.391+01:002012-12-11T18:45:15.391+01:00"«Questa interpretazione è l’unica possibile ...<i>"«Questa interpretazione è l’unica possibile secondo i principi della teologia cattolica..»" </i><br /><br />Non consta nei principi de teologia cattolica, il bisogno di un'ermeneutica della riforma per un Concilio Ecumenico. Nessuno dei Concilio precedente ha avuto bisogno di un'ermeneutica della riforma. La verità è che per il CVII, non abbiamo un'ermeutica del magistero.<br /><br />Nella dottrina della Sola Scriptura protestante, se può avere la più vera ermeneutica e questa non raggiungerà più a essere una regola di fede (o avere un valore vincolante), perchè in questa dottrina la regola di fede sempre sarà il testo, quello che signfica lui per i protestante, non ce nessuno valore vincolante. Purtroppo, è questo che vediamo accadere con il Concilio Vaticano II e me chiedo:<br /><br />Non sarà per implementare la dottrina della esegese spirituale de Henrici De Lubac?Gederson Falcometahttps://www.blogger.com/profile/10570607731496857856noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-91347494110021309882012-12-11T18:40:36.156+01:002012-12-11T18:40:36.156+01:00Credo di dover dar ragione a Giuseppe. Umanamente ...Credo di dover dar ragione a Giuseppe. Umanamente parlando, il cerchio perverso sembra si stia chiudendo. Però ancora non si è prodotto niente di irrimediabile. Corrono solo parole diversamente orientate. Staremo a vedere il seguito...<br /><br />Io posso parlare solo per me stessa e quel che mi viene da dire è <b>ERGA SI OMNES, EGO NON</b>Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5570132738557818436.post-79057987950508769222012-12-11T18:31:02.212+01:002012-12-11T18:31:02.212+01:00Una cosa e' certa...il CV2 e' riuscito a f...Una cosa e' certa...il CV2 e' riuscito a far incartare i Cattolici su se stessi...a dividerli ed ad impantanarli in dispute infinite....da una parte chi dice che 2+2 fa' 5 e dall'altra a ribadire che invece fa' 4. Nel frattempo il mondo cade in un baratro oscuro e noi Cattolici invece di combattere il male siamo intrappolati nell'ermeneutica! Se questi sono i frutti non credo che si possa parlare di dogmi .....S. Pasquinohttp://www.famigliacattolica.blogspot.comnoreply@blogger.com