Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 20 marzo 2012

Lettera di don Nicola Bux al Superiore della Fraternità S. Pio X

Martedì 20 marzo 2012. Pubblichiamo la lettera che don Nicola Bux ha indirizzato al Superiore della Fraternità S. Pio X.


A Sua Eccellenza Mons. Bernard Fellay
e alla Fraternità sacerdotale san Pio X

Eccellenza Reverendissima,
cari Fratelli,

la fraternità cristiana è più potente della carne e del sangue, perché in essa si anticipa, grazie alla Divina Eucaristia, la vita del Paradiso.

Gesù Cristo ci ha chiamati a fare l'esperienza della comunione: è in questa che il nostro io consiste. Comunione è stima a priori per l'altro, perché abbiamo in comune l'unico Signore. Perciò la comunione è disponibile ad ogni sacrificio per l'unità: una unità che deve essere visibile, secondo l'anelito finale di nostro Signore nella preghiera al Padre: “ut unum sint, ut credat mundus”; visibile, perché è la testimonianza decisiva degli amici di Cristo.

È indubbio che non pochi fatti del Concilio Ecumenico Vaticano II e del periodo successivo, legati all’elemento umano di questo avvenimento, abbiano rappresentato vere calamità ed addolorato grandi uomini di Chiesa. Ma Iddio non permette che la Sua Chiesa giunga all’autodistruzione.

Non possiamo considerare la durezza dell’elemento umano senza avere fiducia in quello divino, cioè nella Provvidenza che, pur nel rispetto della libertà umana, guida la storia, e in particolare la storia della Chiesa.

La Chiesa è istituzione divina, divinamente garantita ed è pure un fatto umano. L’aspetto divino non nuoce all’elemento umano – personalità e libertà - e non lo inibisce necessariamente; l’aspetto umano, rimanendo integro, ed anche compromettente, non nuoce mai all’aspetto divino.

Per motivo di Fede, ma anche per le conferme che, sia pur lentamente, si manifestano sul piano della storia, crediamo che Dio, in questi anni, abbia preparato e prepari uomini degni per rimediare ai tanti errori ed ai tanti cedimenti che tutti deploriamo, che già spuntino e sempre più spunteranno opere sante, secondo una strategia divina che collega l’opera di anime lontane e che neppure si conoscono, ma il cui agire costituisce un disegno, come è meravigliosamente accaduto nel secolo in cui si ebbe la dolorosa rivolta di Lutero.

Si tratta di divini interventi che pare si moltiplichino quanto più si intorbidano i fatti. Di tutto questo parlerà soprattutto l’avvenire. Ma noi ne siamo già certi e di tutto questo si vede l’alba.

Per qualche tempo l’incertezza dell’alba combatte con le tenebre, lente a ritirarsi, ma quando si vede l’alba si sa che c’è il sole e che il sole continua ad incedere nei Cieli!

Con le parole di Santa Caterina da Siena, possiamo quindi dirvi: “Venite sicuramente a Roma”, presso la casa del Padre comune, che ci è stato donato come perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità cattolica.

Venite a partecipare di questo benedetto avvenire, di cui, pur in mezzo a tenebre persistenti, già si intravede l’alba.

Il vostro rifiuto aumenterebbe lo spazio delle tenebre, non quello della luce. Molteplici sono gli sprazzi di luce che già ammiriamo, primo fra tutti il delinearsi della grande restaurazione liturgica, operata dal Motu Proprio “Summorum Pontificum”, che sta suscitando in tutto il mondo un ampio movimento, di cui fanno parte soprattutto giovani, che intendono zelare il culto del Signore.

Come dimenticare però altri gesti concreti e significativi del Santo Padre, come la remissione delle scomuniche ai Vescovi ordinati da Mons. Lefebvre, l’apertura di un confronto aperto sulla interpretazione del Concilio Vaticano II alla luce della Tradizione, e per questo anche il rinnovamento della Commissione Ecclesia Dei?

Certamente possono restare ancora perplessità, punti da approfondire, da meglio chiarire, come il discorso sull’ecumenismo e sul dialogo interreligioso (che ha già comunque ricevuto un’importante precisazione dalla dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede, Dominus Jesus del 6 agosto 2000), e quello sulla maniera in cui intendere la libertà religiosa.

Anche su questi punti, la vostra presenza, canonicamente garantita, nella Chiesa aiuterà a portare maggiore luce.

Come non valutare l’apporto che potrete dare, grazie alle vostre risorse pastorali e dottrinali, alle vostre capacità e sensibilità, al bene di tutta la Chiesa?

Questo è il momento opportuno, questa è l’ora favorevole per ritornare: Timete Dominum transeuntem: non lasciatevi sfuggire l’occasione di grazia che il Signore vi offre, non lasciate che passi accanto a voi e non la riconosciate.

Potrà il Signore concederne un’altra?

Non dovremo tutti un giorno comparire di fronte al Suo Tribunale, e rispondere non solo del male compiuto, ma anche di tutto il bene che avremmo potuto fare e che non abbiamo fatto?

Il cuore del Santo Padre palpita: Egli vi attende con ansia, perché vi ama, perché la Chiesa ha bisogno di voi per una comune testimonianza di fede in un mondo sempre più secolarizzato e che sembra volgere le spalle al Suo Creatore e Salvatore.

Nella piena comunione ecclesiale con la grande famiglia, che è la Chiesa cattolica, la vostra voce non sarà disprezzata, il vostro impegno non sarà né trascurabile né trascurato, ma potrà portare, con quello di tanti altri, frutti abbondanti; al di fuori verrebbe invece disperso.

L'Immacolata ci insegna che troppe grazie si perdono perché non vengono richieste: siamo convinti che con una risposta favorevole alla proposta del Santo Padre, la Fraternità Sacerdotale San Pio X diventerà uno strumento per accendere nuovi raggi alle dita della nostra Madre celeste.

In questo giorno a Lui dedicato, voglia San Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria, Patrono della Chiesa Universale, ispirare e sostenere i vostri buoni propositi: “Venite sicuramente a Roma”.

Roma, 19 marzo 2012
Solennità di San Giuseppe
d. Nicola Bux

_________________________
[Fonte: Scuola Ecclesia Mater]

Don Nicola Bux è di certo un ratzingeriano, lui stesso promotore della Riforma della Riforma su cui ha scritto La Riforma di Benedetto XVI, che ha suscitato l'attenzione della Fraternità, che - attraverso una lettera aperta - gli ha fatto alcune puntualizzazioni.
Celebra secondo l'antico rito ed è professore di liturgia orientale presso la Facoltà teologica delle Puglie. È anche consultore presso la CDF, l'ufficio delle Celebrazioni liturgiche del Papa e la Congregazione per il Culto Divino.

83 commenti:

Marco Marchesini ha detto...

Bellissima lettera, davvero da incorniciare.
Spero con tutto il cuore che si arrivi ad una riconciliazione tra la FSSPX e la Santa Sede nella chiarezza della dottrina e del Magistero.

Marco Marchesini

Anonimo ha detto...

Don Nicola Bux è di certo un ratzingeriano, lui stesso promotore della Riforma della Riforma su cui ha scritto La Riforma di Benedetto XVI, che ha suscitato l'attenzione della Fraternità, che - attraverso una lettera aperta - gli ha fatto alcune puntualizzazioni.
Celebra secondo l'antico rito ed è professore di liturgia orientale presso la Facoltà teologica delle Puglie.

E' anche consultore presso la CDF, l'ufficio delle Celebrazioni liturgiche del Papa e la Congregazione per il culto divino.

Jacobus ha detto...

Parole semplici e incoraggianti.
Bisogna continuare a pregare.

Jacobus ha detto...

Parole semplici e incoraggianti.
Bisogna continuare a pregare.

Areki ha detto...

Certo la lettera di don Bux in se è bella e corretta. Tuttavia penso che la questione non è così semplice.
Certamente bisogna soffrire e pregare per il pieno riconoscimento canonico della FSPX.
Ad ogni modo dalla stessa lettera di don Bux si evince che ad avere problemi dottrinali non è la Fraternità, ma la Chiesa cattolica.
Quindi bisogna tornare a Roma per salvare Roma.
Roma però non la salvano gli uomini, la salva Dio, lo Spirito Santo......
Preghiamo per Santa Madre Chiesa e rimaniamo umili pedrchè se dio non ci tiene le mani in capo finiamo come i peggiori modernisti.....
don Bernardo
P. S. il mio è un modesto contributo ad un problema che resta molto complesso....

Areki ha detto...

Caro don Camillo cosa ne pensi. Sarei contento di conoscere un tuo parere.......

Areki ha detto...

"venite sicuramente a Roma"....
Ma chi sta di più a Roma chi pensa che tutte le religioni siano uguali e che ognuno può professare la religione che crede..... oppure che l'unica vera religione è quella cristiano cattolica?
Chi è più a Roma che dice che gli Ebrei possono rimanere tali o chi prega e soffre per la loro conversione nei tempi che solo Dio conosce?
Chi è più a Roma chi vuole una liturgia antropocentrica o chi come don Bux capisce che la riforma liturgica del Consilium è stata un errore imposto alla Chiesa da un Papa che ha abusato della sua autorità......
Sto mettendo un po' di carne al fuoco per riflettere......
don bernardo

Areki ha detto...

Il problema è che la Roma conciliare ha in se (grazie al Vat. II) i germi e le tossine della sua autodistruzione e finch'è non se ne libera, stàrà sempre male......
la Fraternità (nonostante i limiti umani che ci sono dovunque ) se continua ad ancorarsi a Dio e alla Tradizione e al Magistero di sempre ha in se i germi che la rendono sempre florida e rigogliosa.....
don bernardo

Areki ha detto...

Scusate se continuo a pensare ad alta voce....
Si parla di un treno che non si deve perdere...... ma chi lo sta perdendo il treno: chi si sforza di restare fedele alla Tradizione o chi vuole continuare a vivere nel conpromesso col mondo e col modernismo?
Penso che il santo Padre debba unilateralmente riconoscere senza condizioni e preamboli di sorta la Fraternità....
è così semplice!
La firma di preamboli inutili serve solo a dare l'impressione di una accettazione del Concilio che invece come dice don Bux è stato foriero di molte cose negative per la Chiesa.......
Penso che il Papa debba fare un gesto davvero profetico se vuole veramente il bene della chiesa in questa terribile ora di tenebra e di crisi....
Se comunque il Santo padre continuerà a tacere, l'aiuto potente di Dio verrà da un'altra parte......
Chiedo perdono per tutti questi interventi che vogliono essere un contributo alla riflessione di tutti.....

don Camillo ha detto...

Pur apprezzando Mons. Bux mi ritrovo nei contenuti della lettera aperta, con la speranza che anche la Fraternità ri-adotti il Messale Tradizionale.

Milanes ha detto...

Non mi piace, sembra una lettera sganciata dalla realtà.
Come si può parlare di "rivolta di Lutero" quando il Papa stesso ne tesse gli elogi e tratta i protestanti da pari?

Purtroppo il Summorum Pontificum è un pessimo documento che subordina il rito del 1969 creato a tavolino da Bugnini con sei pastori protestanti alla Messa di sempre giunta fino a noi dai tempi apostolici. Il detto documento, salutato da tanti come la fine della crisi, non fa minimo accenno alla NECESSITA' di un ritorno alla dottrina insegnata da sempre dalla Chiesa, senza la quale la liturgia è solo un vuoto spettacolo.

Questo è il momento opportuno per tornare? Forse per andare a farsi "evangelizzare" dalla setta eretica neocatecumenale recentemente approvata?

Sorvolo sul melenso sentimentalismo del cuore del Papa che palpita (sic!) e sulla grande famiglia della Chiesa (sembra piuttosto una famiglia allargata...).

Avanti Mons. Fellay, continui a difendere l'eredità di Mons. Lefèbvre. A Roma ancora stanno lavorando per la scristianizzazione della società, la Fraternità continui a lavorare per la sua cristianizzazione.

Anonimo ha detto...

Caro Areki,
hai riassunto il pensiero e le speranze di tutti noi.
Qualcuno dice che la lettera è ingenua, perché non tiene conto delle complessità che della questione che riguardano sia Roma che la Santa Sede.
Ma basta volerlo e la soluzione è semplice: se il Papa "li accetta come sono", come ha accettato gli Anglicani e i neocatecumenali, farebbe solo un atto di giustizia senza tanti sofismi per salvare il concilio che ormai è diventato un idolo.

Stranamente l'inclusivismo, uscito fuori dal concilio che ingloba tutti non accetto solo chi conserva uno spirito giustamente (conosciamo bene i punti controversi e le motivazioni) critico.

A questo punto il concilio, che è diventato il vero punctum dolens, di discrimine apparentemente insormontabile, dovrebbe essere oltrepassato da entrambi. Perché secondo me la Chiesa ha intrapreso una china discendente e la Fraternità, rimanendo fuori
1. non farà la sua parte per arrestarla, insieme a molti fedeli consapevoli che non aspettano altro e anche alla generazione attuale e quelle future che rischiano di essere ancor più pesantemente inquinate, perché la portata 'pastorale' (mai parola fu più funesta) della corrente egemone è molto più attestata e rovinosa
2. il tempo non farà altro che rendere incolmabile la frattura, che ora può esserlo.
3. bisogna fidarsi del Signore e del suo aiuto. Non è tentarlo immettersi in una realtà quasi impazzita; ma è portare "il lievito" capace di far fermentare tutta la pasta. E, poiché in questo lievito c'è la Grazia indicibile del Signore e del suo culto autentico e della retta dottrina, non si può dubitare della sua efficacia.

Anonimo ha detto...

non tiene conto delle complessità che della questione che riguardano sia Roma che la Santa Sede.

Correggo il mio lapsus - che deve essere freudiano ;) - la complessità riguarda sia Roma che la Fraternità. In effetti comunque è vero che nella Fraternità ci sono posizioni divergenti che rischiano di provocare fratture dolorose. Ci sono tuttavia delle scelte difficili che richiedono coraggio e discernimento e anche profezia, direi.
Preghiamo tanto per mons. Fellay!

don Camillo ha detto...

Diceva Mons. Fellay che ( sinceramente non so se l'ho sentito o l'ho letto) che un sacerdote ha discusso tempo fa la sua tesi ad una università Pontificia dove dopo un lungo studio teologico ed ecclesiologico ha dimostrato che l'autorità magisteriale (non dogmatica perché ripeto che il V2 non È tale) è paragonata ha lo stesso valore di una predica di un vescovo impartita negli anni '50.

don Camillo ha detto...

La tesi non era di un Sacerdote della Fraternità e la tesi è stata premiata dal foro accademico (modernista) mi pare con la LODE.

don Camillo ha detto...

Concordo con te Carissimo Areki, e grazie diaver scelto questo spazio per le tue riflessioni. La buon Pastore ha accettato il concilio con le riserve (avendo facoltà di poterlo criticare). Il Cardinale "cattolico" di Parigi HA PROIBITO ALLA BUON PASTORE di mettere piede nella Diocesi, non ha il diritto di aprire neanche un centro di Messa o di fare attività pastorali.

don Camillo ha detto...

Milanese, come darti torto?

jn ha detto...

1. non farà la sua parte per arrestarla, insieme ...

cara Mic, personalmente credo che la FSSPX farà sicuramente la sua parte, voluta da Dio, come sempre ha fatto: col martirio, testimonianza di vera Fede, piena e incrollabile, secondo la Dottrina perenne, perseverante fino all'estrema persecuzione.
Mons. Fellay ha detto: "Restiamo semplicemente fedeli".
Essi sono fedeli a Cristo e alla Chiesa di sempre, come i Santi e i Martiri, e sono già da/per sempre inseriti nella Roma vera scelta da Cristo Signore, come sede di Pietro e successori, quella eterna però, fondata sulla Roccia della Verità eterna, NON-negoziabile con gli spiriti mondani-fraterno-massonici. Essi, da veri cattolici, non hanno bisogno di "tornare a Roma", visto che QUESTA Roma odierna è filo-eretica pretendendo di abbracciare- conciliare Nostro Signore con tutte le eresie, Lutero in primis che viene rivalutato e apprezzato pur essendo già dannato in eterno da Dio (!), con i NC, eretici empi demolitori del Cattolicesimo, e con tutte svariate le seduzioni (politiche, socialistiche-massoniche e varie) dello spirito del mondo e quindi di satana che lo tiene soggiogato.
(Concordo con Milanes, precisando che abito lontanissimo dalle sedi FSSPX, non posso aver contatti con nessuno di loro e realisticamente prevedo che mai nella mia vita restante potrò assistere ad una Messa tridentina).
Gradirei comunque più avanti che si approfondisca meglio questo punto 1) di Mic, che ritengo molto importante, insieme con gli altri bloggers.

Stefano78 ha detto...

Sottoscrivo la commovente lettera di Don Bux (Dio lo benedica).

Lettera che sarò pure "ingenua" (mah!), ma esprime tutta la gravità della situazione e l'apporto che potrebbe provenire dalla SPX.

Se è vero (come è vero) che la SPX è fedele, allora si dovranno fare delle scelte coraggiose. Come ricorda Mic. Scelte che non possono mettere tra parentesi la Grazia Divina e la Provvidenza.

In questa storia, troppo poco si è parlato di ciò che unicamente conta: la Grazia Divina e la Provvidenza.

Iniziando a metterla al centro, si potrà superare ogni considerazione UMANA riguardo la sistemazione canonica della SPX.

Io mi sono sempre chiesto: ma possibile che
a) siccome la SPX è odiata;
b) siccome i vescovi nella maggioranza non la vogliono
c) siccome la vogliono "normalizzare";
d) siccome vogliono ostacolarla e la ostacoleranno in ogni modo
e) siccome la rilettura del Vaticano II è stata per ora solo proclamata e non dimostrata

allora la SPX può eventualmente credere "migliore" rimanere "fuori"!!!!

Sul piano umano, magari sarebbe più "semplice" starsene fuori. Sul piano ecclesiale e Divino?

Anonimo ha detto...

La tesi non era di un Sacerdote della Fraternità e la tesi è stata premiata dal foro accademico (modernista) mi pare con la LODE.

Purtroppo una tesi non fa primavera!
Ci vuol altro per certi volponi curiali...

Anonimo ha detto...

Sul piano umano, magari sarebbe più "semplice" starsene fuori. Sul piano ecclesiale e Divino?

Domanda divenuta ineludibile.
Preghiamo che prevalga il discernimento secondo il cuore di Dio.

Anonimo ha detto...

Essi, da veri cattolici, non hanno bisogno di "tornare a Roma", visto che QUESTA Roma odierna è filo-eretica pretendendo di abbracciare- conciliare Nostro Signore con tutte le eresie, Lutero in primis che viene rivalutato e apprezzato pur essendo già dannato in eterno da Dio (!), con i NC, eretici empi demolitori del Cattolicesimo, e con tutte svariate le seduzioni (politiche, socialistiche-massoniche e varie) dello spirito del mondo e quindi di satana che lo tiene soggiogato.

Cara Ester, sono perfettamente d'accordo che, come veri cattolici, non hanno bisogno di "tornare" a Roma.

Tuttavia hanno bisogno del riconoscimento canonico interrotto da un gesto dettato da necessità, ma di fatto anomalo, che ha provocato quel che ha provocato, anche con l'aiuto della cattiva volontà degli interlocutori vaticani che lo hanno permesso, anzi forse addirittura indotto (questo è storia).

Tuttavia, rientrando canonicamente, NON DEVONO abbracciare nulla, devono rimanere quello che sono e essere il lievito nella pasta. La nostra fede può farci ritenere che lo siano comunque sul piano metafisico, e di certo è così. Ma l'Incarnazione esige anche la concretezza giusta nel 'luogo' giusto. Le situazioni anomale non possono e non devono rimanere insolute a lungo.
La mia povera consapevolezza mi dice questo. Chissà se sono ne giusto?

Anonimo ha detto...

"Il cuore del Santo Padre palpita: Egli vi attende con ansia, perché vi ama, perché la Chiesa ha bisogno di voi per una comune testimonianza di fede in un mondo sempre più secolarizzato e che sembra volgere le spalle al Suo Creatore e Salvatore. "

Nessuno mi pare abbia notato o sottolineato questo passaggio della lettera.

Credo che sia il punto più importante - oltre all'ammissione delle difficoltà che si discosta dalla grancassa iperlaudatoria del concilio - perché sono convinta che Bux non avrebbe mai potuto scrivere solo di sua iniziativa una cosa del genere.

Credo che queste parole vengano direttamente dal cuore del Papa.

Spero tanto che mons. Fellay non rimanga sordo a questo richiamo...

Luisa ha detto...

Con le mie parole semplici...io so solo che Cristo ha affidato le chiavi a Pietro e che la Chiesa di Cristo è quella che ha al suo capo il Successore di Pietro, la Chiesa è divisa, è lacerata, l`eresia galoppa, ognuno fa quel chev uole e coltiva il suo orticello come gli pare, è approvato e incoraggiato un movimento che diffonde prassi e insegnamenti che cozzano con quelli cattolici, già più di una generazione è stata formata=deformata da cattivi maestri, ma questa è la Chiesa di Cristo, la sola, non ce ne sono altre, è dal di dentro che la FSSPX può e deve agire, certo deve avere tutte le garanzie di potere continuare la sua pastorale, non deve dipendere dai vescovi modernisti e anche da quelli che sembrano non esserlo, e sono certa che il Papa ha trovato la soluzione che darà quest`autonomia alla FSSPX.
Abbiamo bisogno della FSSPX e la FSSPX ha bisogno della Chiesa.

"Questo è il momento opportuno, questa è l’ora favorevole per ritornare: Timete Dominum transeuntem: non lasciatevi sfuggire l’occasione di grazia che il Signore vi offre, non lasciate che passi accanto a voi e non la riconosciate."

Anonimo ha detto...

C'è chi non manca di ricordare che la Chiesa è un esempio di società perfetta: essa ha già in sé tutto ciò che serve per il suo fine. Quindi non ha bisogno di aiuti o influenze esterne. Questo in linea di principio; ma non si può prescindere dall'innegabile terribile crisi che sta attraversando.

Se la Fraternità San Pio X è fuori dalla Chiesa, la Chiesa non ne ha bisogno. Tuttavia, la Fraternità San Pio X sostiene (ed io sono convinta che sia così) che non ha mai lasciato la Chiesa. E ora, dal momento che le scomuniche non sono più considerate valide, mi parrebbe assurdo riscomunicarli solo perché permangono in una posizione che consentiva la rimozione della scomunica (che forse è anche il riconoscimento dell'invalidità della stessa).

Ma credo sia un rischio da non correre, perché gli inganni e le manovre sotterranee potrebbero farci avere brutte sorprese.

don Camillo ha detto...

Mic in effetti anche io ho avuto lo stesso sentore, Bux è assai curiale e non citerebbe il Papa senza una approvazione seppur implicita.

Icabod ha detto...

"Il cuore del Santo Padre palpita: Egli vi attende con ansia, perché vi ama, perché la Chiesa ha bisogno di voi per una comune testimonianza di fede in un mondo sempre più secolarizzato e che sembra volgere le spalle al Suo Creatore e Salvatore. "

Sono d'accordo con mic. E' il punto più toccante di tutta la lettera. Don Bux non potrebbe essersi espresso in questi termini per sua sola iniziativa.

Urrrgh ha detto...

Qualche giorno fa il Papa ha dato un ultimatum ai lefebvriani: entro un mese devono decidere definitivamente da che parte stare.

Ma la figuraccia fatta sul caso della Corsica (l'ordine di scuderia partito da Menzingen che comandava di disprezzare p.Mercury e mons.Bonfils) dimostra che il fellone Fellay vuole restare fuori dalla Chiesa.

Ben venga una lacerante divisione in seno alla FSSPX !!

Almeno così si vedrà subito e con chiarezza chi tra loro ama davvero il Papa, e chi invece vuole costituire una chiesuola autoidentificandosi con la Tradizione.

Purtroppo il fellone Fellay è uno di questi ultimi. Peggio per lui.

Amicus ha detto...

Se il cuore del Papa davvero "palpita", bene: non ha che da riconoscere canonicamente la FSSPX, senza chiederle di accettare le famigerate 'novità conciliari',cosa che sa bene non avverrà mai. Può agire motu proprio, chi glie lo impedisce? Tolga il gioco dalle mani da gente come il card. Ricard e da quelle della Congregazione per la Dottrina della Fede,che sta lì solo per chiedere continuamente "chiarimenti" e dichiarare ogni volta "non soddisfacenti" le chiarissime e leali risposte di Mons. Fellay.

don Camillo ha detto...

Credo che ci sia di fondo in tanti una sana invidia per così dire, e questo l'ho notato anche in Bux, cioè alla fine questi curiali vedono lo sfascio e non possono dire quel che realmente pensano per il rispetto umano e per non deludere la fiducia accordatagli da quegli uomini che in quei posti l'hanno collocati. Che ne dite, sbaglio?

Anonimo ha detto...

Qualche giorno fa il Papa ha dato un ultimatum ai lefebvriani: entro un mese devono decidere definitivamente da che parte stare.

Anche a noi è parso a prima vista un ultimatum. Certo chi l'ha redatto non ha il cuore che 'palpita' in sintonia con quello del Papa, compreso colui che ufficiosamente, su domanda di un giornalista ha tirato fuori il termine di un mese...

Ma la figuraccia fatta sul caso della Corsica (l'ordine di scuderia partito da Menzingen che comandava di disprezzare p.Mercury e mons.Bonfils) dimostra che il fellone Fellay vuole restare fuori dalla Chiesa.

Il fatto della Corsica è stato ben evidenziato nella sua dinamica poco trasparente da comunicato di don de Caqueray, che, tolte alcune asprezze che si poteva risparmiare, evidenzia l'accaduto in termini inequivocabili.

Si è trattato di una mossa 'aggirante' di un vescovo emerito (che non teme per questo di mettersi in gioco) con la connivenza di un sacerdote della Fraternità che ha fatto valutazioni e ha tenuto un comportamento non in sintonia con quanto sarebbe stato corretto nei confronti dei superiori. Punto
Non si è trattato di 'figuracce' (non siamo a questi livelli), ma c'è una crisi nella Chiesa e ci sono diverse sensibilità nella Fraternità, com'è normale che sia. Del resto, risulta al livoroso Anonimo che ci siano molti vescovi diocesani canonicamente a posto in comunione col Papa?

Ben venga una lacerante divisione in seno alla FSSPX !!

vedo che cristianamente lei si augura il meglio e mostra tutta la sua 'connaturalità' (!?) con Cristo Signore - che dovrebbe essere propria di ogni cristiano - il quale non parlava certo in questi termini!

Almeno così si vedrà subito e con chiarezza chi tra loro ama davvero il Papa, e chi invece vuole costituire una chiesuola autoidentificandosi con la Tradizione.

Qui non è questione l'amore verso il Papa, "una cum" il quale la Fraternità ha sempre celebrato, ma l'amore pe rla Verità, che ha un Nome: Cristo Signore e viene prima di ogni altra cosa. La Fraternità non si è autoidentificata con la Tradizione, semplicemente la custodisce e la vive. Punto

Purtroppo il fellone Fellay è uno di questi ultimi. Peggio per lui.

Prosegue il linguaggio cristiano. Ma credo che Monsignore sia vaccinato a un certo tipo di "accoglienza" e confidi nel Signore più che nel favore del 'mondo'...

Anonimo ha detto...

Se il cuore del Papa davvero "palpita", bene: non ha che da riconoscere canonicamente la FSSPX, senza chiederle di accettare le famigerate 'novità conciliari',cosa che sa bene non avverrà mai.

Caro Amicus,
forse la cosa non sta messa esattamente in questi termini. Speriamo che Fellay riesca a trovare le espressioni più congrue per aggirare le insidie di una Curia notoriamente malevola.

Ma credo che anche nella stesa Curia ci siano diverse sensibilità. Speriamo che il Santo Padre riesca ad aggirare i lupi che hanno e mostrano le zanne particolarmente affilate.

Lo stesso effetto, sembrerebbe, che si verifica tra il diavolo e l'acqua santa ;)

Ci sarebbe poco da scherzare; ma è solo per alleggerire un po' e lasciar spazio alla Speranza, quella Cristiana...

Icabod ha detto...

La lettera di don Bux è apparsa come il sole che secca e disperde il fango che le forse avverse ci hanno fatto ingoiare in questi giorni.

la tradition sans peur ha detto...

Mgr Williamson, pour qui j’ai la plus grande estime, même s’il est et demeure très anglais, trop anglais, dans son épiscopat, – il a le parler franc et souvent juste et vrai, tout en étant très original dans son expression et sa pensée – , vient de mettre sur son blog en date du 11 mars 2012, quelques réflexions sur les accords à venir entre Rome et la FSSPX. On sent qu’il y est toujours, dans les circonstances actuelles, très opposé. Il les a intitulées : « Un tournant ». Il veut parler du tournant de l’attitude de Mgr Lefebvre dans son rapprochement avec Rome, avec la Rome « moderniste », comme le disait Mgr Lefebvre. Son attitude, en cette affaire, a connu, pour Mgr Williamson, ainsi que pour Mgr Fellay, un moment décisif, un vrai « tournant », un moment de non retour. Ce « tournant » remonterait à 1987. C’est du moins ce que vient d’affirmer Mgr Fellay dans son homélie donnée aux USA lors des cérémonies des prises de soutane du 2 février. Je ne « chipoterai » pas sur la date de ce tournant. Pour être juste, il faudrait, à mon avis, situer ce « tournant », si du moins tournant il y a, au 15 juin 1988, date de la conférence de presse que Mgr Lefebvre donnait à Econe, M l’abbé Lorans, l’organisateur de cette conférence, étant directeur du séminaire. Et pour être plus précis encore, il faudrait situer ce « tournant » des « relations entre Rome et la Fraternité Saint Pie X » au sacre des quatre évêques de la FSSPX, Mgr de Castro Mayer, évêque émérite de Campos au Brésil, étant évêque co –consécrateur, soit au 30 juin 1988.

la tradition sans peur ha detto...

... Nous étions en 1988.

Le temps a passé. En 1991, Mgr Lefèvre décède, le 25 mars 1991.
Nous sommes aujourd’hui en 2012.

« La situation, a-t-elle changé depuis, se demande Mgr Williamson ? « Rome, est-elle revenue à la profession de la Foi de toujours? »

Anonimo ha detto...

Caro Amicus,
forse la cosa non sta messa esattamente in questi termini. Speriamo che Fellay riesca a**trovare le espressioni più congrue per aggirare le insidie di una Curia notoriamente malevola**.
Ovvero a parlare in termini ambigui (e/o contro-coscienza)? a SIMULARE? A nascondere cosa pensa?
Se è questo l'esito del contatto con i conciliari, mi vien voglia di dire:"COMINCIAMO BENE". VI PONETE IL PROBLEMA di se, quando,come e fino a qual punto, il Signore può benedire una tale scelta? O cosa pensa il Signore, non rientra neppure nelle vostre preoccupazioni?

don Camillo ha detto...

Comprendo le perplessità di Mons. Williamson comprendo anche umanamente il suo stato d'animo durante e dopo il processo farsa, ma fintanto che celebrerà UNA CUM non vedo il motivo di rimanere "fuori" nell'ipotesi che Mons. Fellay decida di accettare. Ricordiamoci che a Roma, ci saranno pure i modernisti che han svenduto la loro FEDE ma ci sono anche tanti buoni cristiani, me compreso.

Anonimo ha detto...

« La situation, a-t-elle changé depuis, se demande Mgr Williamson ? « Rome, est-elle revenue à la profession de la Foi de toujours? »

Se la condizione è che Roma torni alla fede di sempre, les jeux sont deja faites. Non ci sono più speranze.

Ma questo il mio povero discernimento lo vede come indurimento di cuore... poi non so se è così, non so come andrà a finire. Spero solo per il meglio secondo il cuore di Dio.

Anonimo ha detto...

Ovvero a parlare in termini ambigui (e/o contro-coscienza)? a SIMULARE? A nascondere cosa pensa?
Se è questo l'esito del contatto con i conciliari, mi vien voglia di dire:"COMINCIAMO BENE". VI PONETE IL PROBLEMA di se, quando,come e fino a qual punto, il Signore può benedire una tale scelta? O cosa pensa il Signore, non rientra neppure nelle vostre preoccupazioni?


Assolutamente non era questo quello che intendevo.
Speravo che ci fosse un modo per far accettare ai malevoli curiali, tra i quali spererei non includibile il Santo Padre altrimenti mi verrebbero i brividi, una formula che consenta di accettarvi sostanzialmente "come siete".

Spero che a questo non si opponga il concilio assurto al rango di "idolo". Se così fosse dovremmo dire -Dio non voglia- Signore da chi andremo?

stefano ha detto...

Se dovessi concretizzare i vari mesi di letture on line in merito al problema in oggetto, mi ritroverei con due punti in particolare evidenza, a mio modesto (per la scarsa competenza) modo di vedere. Innanzitutto, come Mons. Schneider ha sapientemente dimostrato - almeno per quanto riguarda la Liturgia - il problema non sembra prerogativa del concilio Vaticano II, ma piuttosto del cosiddetto 'spirito del Concilio', debitore più alla mentalità e alla sensibilità di un'epoca che non agli specifici insegnamenti del Vaticano II; mentalità e sensibilità tanto radicate nelle ultime generazioni da riuscire a prevalere sui suoi contenuti, forse scavalcati per la presenza di pericolosi e discutibili spiragli (voluti o meno, non lo so). Tuttavia, dal punto di vista dottrinale, non sembra quella eclatante conversione ad U della Chiesa della quale viene spesso additato come causa primaria. In secondo luogo, con particolare riferimento ai casi limite del Cammino NC e della FSSPX, sembra che per la Chiesa abbia, alla fine, maggiore importanza la comunione con Roma rispetto ad altre insufficienze. Suppongo perché queste ultime sono in qualche modo, alla lunga, rettificabili. E’ questo allora il timore della FSSPX? Di perdere la propria identità? Ma quale è l’identità che si scontra con le parole di Gesù «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli.» (Matteo 16,17-19)? Personalmente non riesco ad individuare nulla, al di sopra o più significativo di questo, per una Fraternità o Ordine religioso che sia.

P.S.: condivido ogni parola scritta da Don Nicola Bux, esemplare come sempre.

P.S.: mic: se questo intervento ti pare poco interessante, non lo pubblicare nemmeno. ;)

Stefano

Gederson Falcometa ha detto...

Ho un amico che conosce Don Williamson. Secondo questo amico aveva pranzato un giorno il Papa, il Cardinale Castrillon e le quattro vescovi della FSSPX. Poi il cardinale Castrillon cominciò a parlare: - Ciò che ci unisce è più grande di ciò che ci divide. Venite alla Chiesa e ha anche detto altre cose. Secondo questo amico, Don Williamson si alzò e diede una pacca sulla spalla del cardinale Castrillon e disse: - Eccellenza, sono due religioni diverse. Questo è quello che mi sono ricordato quando ho letto la bella lettera di don Bux, nel passaggio dove dice "abbiamo in comune l'unico Signore", se hanno lo stesso Signore, è un mistero che non hanno la stessa fede.

Francamente non so quale che cosa può fare la Fraternità San Pio X se arrivare in "piena comunione" con Roma. Dico questo visto il ruolo già svolto dagli istituti Ecclesia Dei. Il ultimo sacerdote tradizionalista portato all'episcopato, era don Rifan, che ora non può essere chiamato tradizionalista. Gli istituti Ecclesia Dei, come FSSPP, IBP, ICR, FSVF, ecc, non danno vescovi alla Chiesa. Nessuno dei padri di questi istituti ha partecipato ai colloqui dottrinale, tra Roma e la FSSPX.

Vorrei aggiungere che la Fraternità San Pio X non è la soluzione (anche non è un problema) per la crisi della Chiesa.

Milanes ha detto...

Piena concordanza con Genderson e, indirettamente, con Mons. WIlliamson.
La Roma modernista professa un'altra religione da quella cattolica. "Abbiamo in comune l'unico Signore" sono le stesse parole che dicono agli ebrei e ai musulmani...

Anonimo ha detto...

"Abbiamo in comune l'unico Signore" sono le stesse parole che dicono agli ebrei e ai musulmani...

In ogni caso non abbiamo dubbi che in questo caso Mons. Bux si riferisca a Nostro Signore Gesù Cristo e alla Santissima Trinità!

Anonimo ha detto...

La Roma modernista professa un'altra religione da quella cattolica. "Abbiamo in comune l'unico Signore" sono le stesse parole che dicono agli ebrei e ai musulmani...

Questo è drammatico, infatti; ma non possiamo identificare Roma unicamente con la Chiesa modernista, anche se in questo momento è l'ala modernista della Chiesa (che è qualcosa di altro e di oltre) a detenere il potere egemone.

C'è stata l'epoca altrettanto drammatica dell'arianesimo e noi non siamo ariani... Il Signore provvederà!

Milanes ha detto...

@Mic: C'è stato l'arianesimo e noi non siamo ariani...infatti chi è cattolico non ha bisogno di essere riconosciuto tale da chi non lo è. Il modernismo si estinguerà fisiologicamente col tempo; chi è cattolico rimarrà...senza che sia necessario mescolare pericolosamente le due cose. I cattolici le eresie le condannano, non ci dialogano assieme.

Anonimo ha detto...

Il modernismo si estinguerà fisiologicamente col tempo; chi è cattolico rimarrà...senza che sia necessario mescolare pericolosamente le due cose. I cattolici le eresie le condannano, non ci dialogano assieme.

Se così fosse (estinzione fisiologica), il Signore non richiederebbe il nostro impegno.

Il Signore non ha disdegnato mescolarsi con i peccatori e senza emettere condanne: insegnava amando.

E' giusto e sacrosanto continuare a riconoscere denunciare e respingere l'errore; ma non mescolarsi con gli erranti per paura di contaminazione può essere indice di superbia o anche di scarsa fiducia nell'Opera del Signore attraverso la nostra buona volontà. Riconosco che il discorso non è così semplice e lineare; ma facciamo attenzione anche a queste riflessioni.

Anonimo ha detto...

Scrive "don" Camillo:
Ricordiamoci che a Roma, ci saranno pure i modernisti che han svenduto la loro FEDE ma ci sono anche tanti buoni cristiani, me compreso.

Il "buon cristiano" "don" Camillo dimentica:
"Ti lodi un altro e non la tua bocca, un estraneo e non le tue labbra."

Amicus ha detto...

Vorrei precisare che, personalmente, sono favorevole - e lo sono sempre stato - ad un accordo giuridico tra S. Sede e FSSPX: ma non a scapito della Verità. Ciò che voglio dire è che Benedetto XVI potrebbe, se lo volesse, tagliare questo 'nodo di Gordio' con una sua decisione coraggiosa, concedendo uno status canonico alla Fraternità San Pio X senza richiedere altro, ben sapendo che le critiche alle novità conciliari sono perfettamente legittime. Del resto, quando si è trattato di revocare la pseudo-scomunica ai quattro Vescovi consacrati da Mons.Lefebvre, il Papa sapeva benissimo di esporsi all'uragano delle contestazioni e degli attacchi riuniti di 'fratelli maggiori', massoni e di interi episcopati neomodernisti (che ci sarebbe stato comunque anche senza il 'caso Williamson'), ma ha avuto coraggio e non è indietreggiato. Non vedo ragioni per le quali non possa fare altrettanto anche in questo caso. E, concretamente, non vedo altre soluzioni.

Marco Marchesini ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Marco Marchesini ha detto...

Le domande inquietanti che un fedele cattolico desideroso di accrescere nella Fede, di conoscere sempre più approfonditamente la retta dottrina sono:

- è possibile andare oggi tranquillamente in una qualsiasi libreria e comprare un libro di teologia cattolica scritto da autori approvati, non condannati, libro magari normalmente in uso nei seminari e nelle facoltà teologiche?
- è possibile andare oggi tranquillamente in una qualsiasi libreria e comprare una edizione cattolica della Bibbia tipo le San Paolo, CEI, Ancora, ecc..?
- è possibile seguire dei corsi di teologia cattolica nelle università, nelle diocesi, nelle parrocchie?
- è possibile accettare con gioia, con tutto il cuore tutto quanto dicono oggi il Santo Padre ed Vescovi in comunione con lui?
- è possibile seguire con frutto la Santa Messa nel rito romano ordinario degnamente celebrato senza abusi?
- è possibile aderire a movimenti ufficialmente approvati dal Santo Padre e seguirli nella loro globalità tenendo presente solo che le mele marce sono ovunque?
- è possibile pregare e chiedere grazie ai Santi e Beati canonizzati e beatificati dai Papi dopo Pio XII?

Se non si possono fare tutte queste azioni con tranquillità senza pericoli di arrivare inavvertitamente ad eresie anche gravi, errori teologici, errori filosofici o anche peggio, allora QUESTO è il problema.

Se per coltivare la mia Fede e conoscere sempre più approfonditamente la retta dottrina, per coltivare la retta teologia devo rivolgermi a libri editi prima del 1965 e a pochissimi moderni, solo alla Santa Messa V.O., solo al Magistero dei Papi fino a Pio XII compreso solo a 2 o 3 pronunciamenti dei Papi venuti dopo fino all'attuale, se devo stare il più possibile lontano dai movimenti approvati dal Santo Padre QUESTO è il problema, non la FSSPX.

Prima del Concilio Vaticano Secondo tutti i punti che ho scritto si potevano tranquillamente fare.

Marco Marchesini

Floris ha detto...

Le questioni che pone Marco dimostrano con i fatti che nella Chiesa un frattura o forse anche rottura c'è stata, ma non con la FSSPX, con la Tradizione perenne!

Forum Catholique ha detto...

Pour accepter une offre de régularisation canonique, l'essentiel pour la FSSXP c'est que les autorités romaines prononcent qu'il est permis et légitime pour les catholiques de tenir les positions doctrinales de la fraternité. Il ne faut pas exiger que ces autorités admettent que ces positions sont vraies; c'est trop demander, cela viendra avec le temps – il faut une réhabilitation préalable de ces positions, réhabilitation qui permettra une évolution des esprits.

don Camillo ha detto...

Marco caro ti assicuro che tutta la bibliografia pre-1952 (già dopo incominciavano a circolare cose se non certo eterodosse sicuramente bizzarre) è più che sufficiente.

Milanes ha detto...

@ Marco: il tuo intervento delle 22.59 centra in pieno la questione! È sicuro per la salute dell'anima affidarsi ciecamente a quanto viene proposto oggi dagli uomini di Chiesa perché "in piena comunione con Roma"?

@ mic: Il tuo intervento circa Gesù che istruiva amando merita un certo approfondimento.

Innanzitutto bisogna evidentemente distinguere l'errante dall'errore, il peccatore dal peccato, il sedersi a tavola coi peccatori e il dialogare col peccato.
Gesù dice all'adultera: va' e non peccare più. Quello è il requisito del perdono divino. Così come chi ottiene i miracoli lo fa in virtù della sua Fede (va', la tua fede ti ha salvato), così l'errante si assicura il perdono a condizione di abbandonare l'errore.
Gesù non si fa vergogna di apostrofare i farisei come "ipocriti", essi hanno ricevuto l'insegnamento di Gesù, ma non vogliono accettare, non vogliono cambiare vita. Con chi vuole cambiare vita, Gesù inizia un rapporto di istruzione più vicino, vedi il caso di Nicodemo.

È poi necessario premettere cos'è veramente l'amore per il prossimo: in che modo Gesù, nella sua vita terrena, amava il prossimo? Predicando la via al Padre, il modo giusto di vivere secondo Dio; in poche parole, forniva tutti i mezzi necessari agli uomini per salvare la propria anima.

Fatte queste premesse, come si può calare tutto ciò nel contesto che abbiamo sotto gli occhi noi?
Tu mi rimproveri di non volere che la Fraternità si "sieda con gli erranti", mentre io ho scritto, non dialogare con l'eresia. Ora è chiaro che un accordo nei termini di Roma adesso, non sarebbe un sedersi con gli erranti, ma un approvare l'errore. Roma non ha nessuna intenzione di rivedere nemmeno uno dei punti del concilio, nessun tentativo è stato fatto per correggere le evidenti storture dottrinali presenti nell'insegnamento, né porre mano a tutte le empietà che si vedono proliferare nella "nuova messa". Il Papa stesso non ha mai, da quando occupa il soglio petrino, celebrato pubblicamente la S. Messa secondo il rito di sempre.
Non voglio portare il solito esempio della crisi ariana adesso, ma, per esempio, quando Enrico VIII chiese ai vescovi di firmare un atto di sottomissione che giudicasse il re capo della chiesa inglese, non aveva certo chiesto grandi modifiche alla Fede (le derive protestanti arriveranno dopo di lui), ma "solo" un cambiamento "giuridico"; eppure un S. Giovanni Fisher si rifiutò di obbedire a tale ordine; non disse che avrebbe firmato per poi aggiustare le cose "dall'interno". S. Tommaso Moro fece esattamente lo stesso, eppure dialogò col re per tutta la vita, cercando di distoglierlo dal suo atto empio. Non firmò, non si mescolò con l'errore, ma cercò di far rinsavire l'errante.
Salvaguardare la Fede è di importanza capitale: non si può accordarsi con l'errore e poi pretendere di cambiare le cose.
Questo è il vero amore: permettere all'altro di salvare la propria anima. Quando poi sei Papa, ciò diventa fondamentale, è la base stessa del tuo ministero. Il Papa fa ciò adesso? O lo fa la Fraternità? Chi fornisce tutti i mezzi perché un'anima si salvi? La Fraternità che insegna ciò che la Chiesa ha sempre insegnato (e che nessuno può cambiare), o un Papa che conferma gli erranti nel loro errore?
È amore dire a kiko che quello che fa è buono? È amore dire che Lutero era un bravo cristiano? È amore dire all'ebreo che non ha bisogno di convertirsi (nonostante il Vangelo dica esattamente il contrario)? Tacere l'errore per non offendere l'errante è amore? Io direi piuttosto una presa in giro, un'ingiustizia nei confronti prima di tutto di Dio, il quale anche per quell'anima è morto sulla croce e vuole che anche quell'anima sia salva grazie alla Fede e ai sacramenti della Chiesa. (continua...)

Milanes ha detto...

(...continua)

Non si può firmare un accordo pratico per poi dire "quando sarò 'nella Chiesa', cercherò di cambiare le cose". Se io ricevo un contratto di lavoro che non mi sta bene non lo firmo, non è che lo firmo e poi vado dal mio datore di lavoro e gli dico: "il paragrafo 3 non mi sta bene"! Una volta che hai firmato hai firmato. La realtà di tutto ciò è che tutti gli istituti che hanno firmato accordi con Roma in questi termini, anche se esternamente non hanno cambiato nulla (cioè continuano a celebrare il rito di prima), in realtà hanno dovuto accettare l'errore. Pensate che il famigerato articolo 19 della UE non si applichi alla Fraternità S. Pietro? Per essere lì, loro devono riconoscere la validità e la santità della nuova messa! Quindi vuol dire che se un sacerdote di passaggio nella loro cappella chiede di poter celebrare il rito di Paolo VI, loro non possono rifiutarsi. Se il vescovo diocesano chiede a Mond. Rifan di concelebrare nella messa del giovedì santo, egli non può rifiutare. E questo è solo quello che si vede. Il loro dialogo con l'errante è finito. Da nessuno degli istituti "approvati" vengono mosse le critiche legittime che vengono mosse dalla FSSPX: hanno abbracciato l'errore. Forse in forma minore, forse tacitamente, forse di nascosto, ma l'hanno accettato, e ora non c'è più niente da fare.

jn ha detto...

Ancora una volta concordo in pieno con Milanes. E dico anche: viva il buon senso e la retta ragione, di cui si sta perdendo lo stampo tra i cattolici comuni, sempre più incapaci di discernere il Vero dal falso, l'oro dalla paccottiglia, come fossero primitivi, barbari e incolti....di fronte alla luccicante era della "nuova evangelizzazione" o nuova pentecoste e consimili chimere per adescare masse di poveri gonzi che abboccano a tanti slogan sensazionalistici, veri tranelli per l'anima affamata di Verità...e alimentandosi di sciocche credenze sostituite alla vera Fede.....
Non avrei saputo dire meglio tutto ciò che egli ha detto. E' dunque ora di guardare la realtà in faccia, per quanto amara sia, e senza tralasciare ciò che più ci addolora, impediti da falsa carità verso noi stessi e gli altri. Abbiamo sempre più bisogno della luce impietosa della Verità...
....e comincia ad essere piuttosto tardi riguardo al degrado della Fede, lo dico pensando soprattutto ai Pastori, grandi e piccoli, i quali, rimanendo tenacemente adagiati nella cecità (totale o parziale), volontaria, autoillusoria, tuttovabenista, SENTIMENTALE, tesa continuamente a sorvolare la gravità della situazione di sfacelo pastorale-liturgico-DOTTRINALE, non fanno alcun bene alle anime dei cattolici, ma possono solo di giorno in giorno aggravare la cecità spirituale dell'intero gregge, tenendogli stretta la benda sugli occhi, mentre lo conducono ora, esortando tutti appassionatamente, a fraterni abbracci, VOLENDOSITANTOBENE, (in brodo di giuggiole e cuoricini...) annullando ogni differenza di fede e CULTO, guide cieche-ottimiste di pecore cieche-sprovvedute-indifese, a camminare senza più fare OBIEZIONI (v. istituti tradizionali citati qui sopra, che NOn discutono più nulla delle aberrazioni conciliari) verso una religione onni-inclusiva scristianizzata di fatto, se non di nome, una chiesa mondialista-indifferenstista-sincretista; con nefaste conseguenze di apostasia dilagante e irreversibile... oltre che aumentare il cumulo delle loro responsabilità e delle omissioni di doveri non adempiuti, soprattutto quello di INSEGNARE AGLI IGNORANTI, e di AMMONIRE peccatori ed eretici, dicendo con chiarezza male al male, falso al falso, distinguendo errore da Verità.
Io, da semplice fedele semi-ignorante, ma con buona memoria di tempi migliori, credo proprio che questa chiesa-calderone, in cui il sentimental/patetico appello di don Bux invita a venire con toni "strappacore" la FSSPX , NON sia affatto quella che rientra nei progetti di Dio Onnipotente ; nè credo che in tal inaudito calderone, dove son mixati cento idee, culti e credenze, (tutti messi alla PARI con la Divina Dottrina di Nostro Signore, questa sembra la "aspirazione paterna" o pretesa "palpitante" della Santa Sede....) sia ravvisabile la Chiesa fondata da Nostro Signore Gesù Cristo nell'anno 33, il cui Magistero fu tramandato inalterato fino al 1960.
Trovo doloroso riscontro a queste mie convinzioni nella visione profetica riferita dalla Beata K. Emmerick:
"Vidi che molti pastori si erano fatti coinvolgere in idee che erano pericolose per la Chiesa. Stavano costruendo una Chiesa grande, strana, e stravagante.
Tutti dovevano essere ammessi in essa per essere uniti ed avere uguali diritti: evangelici, cattolici e sette di ogni denominazione. Così doveva essere la nuova Chiesa... Ma Dio aveva altri progetti". (22 aprile 1823)

Anonimo ha detto...

Ester, ricordo il suo sito, che presentò anche sul sito di un vaticanista tramite qualche suo intervento.
Tempo fa non aveva queste idee. Era più moderata. Peccato!
Sarà stata l'aria? Eppure l'aria è buona in Toscana...

don Camillo ha detto...

Una colomba (i corvi non mi piacciono) romana oltretevere mi ha detto or ora che a quanto sembra il famoso preambolo, per contenuto è assai più "duro" rispetto al passato.

Sembra proprio che questo "calice" lo dovremmo bere fino in fondo.

Signore da chi andremo?

jn ha detto...

mio sito ?
Toscana ? ....
sig. Anonimo, non so di chi lei stia parlando, o con quale blogger mi confonda.

Gederson Falcometa ha detto...

Guardare quelo che dice il Padre R Navas Ortiz del IBP nel suo Facebook:

P R Navas Ortiz
Mons.: Nicola Bux llama a Mons. Fellay:

"En la plena comunión eclesial con la gran familia, que es la Iglesia católica, vuestra voz no será despreciada, vuestro empeño no será ni desdeñable ni descuidado, sino que podrá traer, con el de muchos otros, frutos abundantes; estando fuera, en cambio, se vería disperso."

Ojalá fuera verdad tanta belleza:

No es que desconozca la buena voluntad de Mons. Nicola Bux, pero la realidad ha sido otra y está mostrando lo contrario con el trato dado al Instituto del Buen Pastor (IBP) por parte de los obispos de Chile, en especial de Santiago y sus alrededores... que no toleran al IBP con su especificidad recibida de la Santa Sede y consagrada en la aprobación de sus estatutos; se le niega inclusive su existencia canónca. Es el desprecio y el desden, el descuido y la dispersión como formas modernas de persecución eclesiástica por esa parte de "la gran familia católica" "obras son amores (desamores en este caso) y no buenas razones". Es el "Gran pecado" de celebrar exclusivamente el rito antiguo y el compromiso estatutario de colaborar con el Papa, en cuanto sea posible, en una visión del Concilio V II a la luz de la Tradición.

Oremos!
https://www.facebook.com/profile.php?id=601137100&sk=wall

Anonimo ha detto...

Semplici, piccole domande a Don Bux:
don Bux, Sia SINCERO: PUò SMENTIRE QUANTO SEGUE E CIOè CHE:
a) è vero o non è vero che è stato tra i collaboratori di Mons. Magrassi, nella stesura del messale della CEI? Se è vero, allora, un "pizzico" di responsabilità, quanto meno omissiva, è sua, circa le liturgie, che, come intitola un libro cui Lei ha collaborato, fanno perdere la Fede;
b)è vero o non è vero che è stato (nel 2005 e nel 2011) tra i collaboratori del Calendario comparato Ebraico-cristiano-islamico" (tra l'altro pieno di svarioni e strafalcioni teologici, non l'ultimo "L'Incarnazione in Cristo del DIO Trinitario"- il senso lato, in senso stretto si è incarnata solo la Seconda Persona-.)? Se ciò risponde al vero, vuol dire che Ella è un ecumenista, nel senso "Assisiensi 1-2-3" del termine,
c)è vero o non è vero che prima del 2007, non ha mai celebrato (quanto mENo non in pubblico) con il Rito Tridentino?
Se quanto ho scritto è falso, le porgo le mie scuse. Se è vero, si renderà conto che, agli occhi di chi lotta per la Tradizione da tanti anni, tali fatti NON depongo certo a suo favore.

Milanes ha detto...

Il commento di Genderson è una bella cartina di tornasole che dimostra la veridicità di quanto ho scritto stamane.

Marco Marchesini ha detto...

Non mi ricordo chi, ma ho sentito dire che è meglio un testo evidentemente errato che un testo formalmente ambiguo. Come è migliore una moneta palesemente falsa da una verosimile.

Spero davvero che il preambolo non sia così duro come me lo aspetto, ma ormai davvero c'è tanta amarezza.

Roma non è quindi riuscita a dimostrare in maniera credibile la continuità alla FSSPX e a tutti noi nemmeno con teologi di calibro, ovvero quelli che hanno partecipato agli incontri.
L'unico argomento che hanno è l'uso dell'autorità peraltro in materia non infallibile?

Marco Marchesini

Milanes ha detto...

@ Marco....non sono riusciti a dimostrare la continuità? Non ci hanno nemmeno provato! Da più parti è stato chiesto al Papa un sillabo degli errori del concilio, giusto per indirizzare anche le anime, no? Per ridurre un po' di sbandamento nei fedeli....niente. Evidentemente i giochi politici stanno più a cuore della salvezza delle anime. In questo la Fraternità ha molto da insegnare.
Che bello vedere i fedeli che si stringono ai loro sacerdoti, li rispettano, li amano come dei padri. Non ho mai visto niente di simile nelle parrocchie, tra i neopreti modaioli tutti televisione e pizzate.

Caterina63 ha detto...

don Camillo ha detto...
Credo che ci sia di fondo in tanti una sana invidia per così dire, e questo l'ho notato anche in Bux, cioè alla fine questi curiali vedono lo sfascio e non possono dire quel che realmente pensano per il rispetto umano e per non deludere la fiducia accordatagli da quegli uomini che in quei posti l'hanno collocati. Che ne dite, sbaglio?

21 marzo 2012 12:45

***********************

NO! non sbagli, qui hai fatto centro.... ^__^ ma se è questo che "Roma vuole" che altro fare?
Intanto vi comunico che la TAC, anglicani tradizionali, hanno bloccato il loro rientro a Roma... le motivazioni mi appaiono assurde, mi suona invece che ci sia dell'altro e che si tace...
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-gli-anglicani-tradizionalisti-dicono-no-a-roma-4805.htm

Marco Marchesini ha detto...

@Milanes,
se non ci hanno neanche provato, allora in questi anni di che cosa hanno parlato nei famosi colloqui? Visto il triste epilogo, spero di no, con un preambolo più restrittivo delle condizioni poste nel passato, a cosa sono serviti i colloqui?

Marco Marchesini

Don Magnifico Mil ha detto...

Solo gli imbecilli non cambiano idea.
Bux avrà pure collaborato con Magrassi ma certo trent'anni fa neppure quest'ultimo - che era un santuomo ma alquanto svanito - poteva immaginare la deriva che avrebbe preso la riforma, figuriamoci l'allora giovanissimo Bux!
Anche se non avesse celebrato in pubblico prima del 2007 con il Messale VO, quale problema ci sarebbe?
Bux è stato certamente ordinato dopo il 1969 e quindi ......
E poi tale accusa la si dovrebbe rivolgere a tre quarti dei preti e dei vescovi che hanno preso o ripreso a celebrare con il vecchio Messale.
Circa l'ecumenismo devo riferire che assistetti tempo addietro ad una conferenza di d. Bux con p. Jaeger e altri sullo stato della Terra santa e sull'irenismo fra le religioni.
Avrei voluto che lo ascoltaste voi: puntualizzò tante cose circa i politically correct loci communes attorno a Israele, l'Islam e i rapporti con le chiese ortodosse orientali.
Tanto fu categorico nell'escludere l'irenismo ad ogni costo che si fa secondo lo "spirito di assisi", che si scontrò dialetticamente con certi capoccioni francescani che - ignorando come se la passano i loro stessi confratelli della Custodia - continuavano a baloccarsi con la solita vulgata del "volemose 'bbene".
Se Bux ha deciso di fare questo passo, le cose sono ad un punto per cui la S. Sede deve decidere ultimativamente il da farsi.
E non facciamo i soliti soloni e i consueti "duri e puri": se la Fraternità torna a Pietro, bene, benissimo, sarà una benedizione per la Chiesa universale, e noi tutti ne gioiremo.
Se vorrà rimanere fuori, libera di farlo, ma dovrà assumersi tutte le responsabilità storiche e pastorali, nei confronti dei suoi fedeli.
Su questo fronte Benedetto XVI non può essere tacciato di non aver agito con prudenza, costanza e sagacia.
Certo, se licenziasse Bertone.......

don Camillo ha detto...

Don Magnifico hai incominciato benino ma mi deludi nel finale. Ognuno agisce secondo la propria retta coscienza la quale è sempre sovrana. E poi ricordiamoci bene che la Santa Chiesa non la salvi ne tu ne il sottoscritto ne tantomeno la Fraternità ma chi la fondata visto che è ancora vivente. Quindi per piacere non addossiamo responsabiità a chi se l'è sempre prese, tralaltro. E poi vogliamo essere crudi crudi? Il Papa ha perso la Fede? Le PIETRE di San Pietro restano, tutti passimo da questo mondo e morto un Papa se ne farà un altro e alla fine la Madonna ci ha assicurato che quello BUONO verrà.

Ps. Potrei sapere se sei un prete, o se sei frate? O se ci conosciamo?

Milanes ha detto...

@ Marco: beh, la Fraternità ha presentato la dottrina di sempre della Chiesa. Cercando di far ragionare la commissione romana.
Ho saputo che di fronte a certi interventi (tipo quello sullo stato confessionale), i romani "in piena comunione" si sono perfino messi a ridere!
Quindi perché hanno fatto i colloqui? Non ho idea, ma una cosa è certa: non sono serviti a nulla! Non c'è nessuna disponibilità a non dico correggere, ma nemmeno chiarire i punti controversi dei documenti conciliari.
Hai ragione, il "Preambolo" è peggio del protocollo del 1988...quindi il tutto è stato solo fumo negli occhi.
La cosa buona è che in questi anni, tanti si sono avvicinati alla Fraternità e hanno capito la sua battaglia, tra cui anche diversi sacerdoti.
La Chiesa non può fallire, quindi è chiaro che se la Fede a Roma non c'è più, verrà dato incarico ad altri di tenerla viva.

don Camillo ha detto...

@Milanes

Amen!

don Camillo ha detto...

Aspettiamo di leggere comunicati ufficiali per adesso sono tutte voci, o spifferi di corridoi. Ma se queste voci si iconfermassero, questa lettera alla luce di queste eventuali novità sarebbe solo piena di pessima furberia e e squallida malizia.

Eruanten ha detto...

Dopo aver letto questa bellissima lettera e tutti i commenti mi sento di dire che la fraternità ha ragione. Non sono un lefevbriano ma sui punti di contrasto si gioca la nostra Fede e la Fede della Chiesa. Confido nel Signore che tutto sa e tutto può. I Suoi tempi non sono i nostri.

Mi sento di ringraziare la fraternità che ha tenuto duro in questi decenni ed ha grandi meriti.

jn ha detto...

vi consiglio vivamente di leggere su unafides33:

per uscire dall'impasse, consacrare la Russia al Cuore Immacolato di Maria

Risposta pubblica alla lettera aperta di Mons. Nicola Bux
di S. Ecc. Mons. Richard WilliamsonVescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X

= = = = = = = =
da parte mia sono convinta da tempo che se i papi, fin dal 1917 avessero obbedito alle richieste della Madonna, che esprimevano (nientemeno) la precisa volontà di Dio Padre Onnipotente e di Suo Figlio Gesù Cristo, così enunciata dalla Madre Celeste : "Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato...." e a tal fine procedere alla Consacrazione della Russia, non solo l'umanità avrebbe avuto una vera PACE, profonda e duratura, stabilita da Dio non dagli uomini, quindi l'umanità non avrebbe attraversato gli orrori della 2.a guerra e del nazismo, lo stalinismo coi suoi milioni di vittime, il terrorismo brigatista, il comunismo, penetrato nelle scuole e nella cultura civile ed ecclesiale, e che ha infettato il mondo intero trascinando all' ateismo materialista-edonista intere generazioni (di cattolici e vario-credenti), MA soprattutto la Chiesa sarebbe stata preservata dalle disgrazie che stiamo subendo da 50 anni: concilio vat.2° e sue nefaste conseguenze di autodemolizione progressiva (mediante modernismo galoppante: protestantizzazione della Messa ed eresie accolte e promosse per falso ecumenismo etc.).
Penso che molti pensosi uomini di Chiesa, clero e laici, in questi ultimi 4 decenni avranno ormai preso coscienza di questo disastro conseguito alla disobbedienza delle Gerarchie alla Madonna (inconcepibile e stupefacente a mio avviso), ma purtroppo, di Ffatima e del suo 3. segreto occultato e travisato dalle Gerarchie, ostinatamente, col rifiuto di consacrare la Russia alla Madonna, di tutto questo argomento scottante e gravido di dolorose conseguenze per l'umanità e la Chiesa, è ancora proibito parlare, con TABU' imposto capillarmente dal regime modernista: si viene tacciati (guarda un po') di geovismo e fanatismo millenarista, come ben sanno p. Gruner, p. Kramer, A. Socci, S. Paolini e tanti altri ferventi cattolici che ci provano ancora, ad approfondire la questione, svelando e divulgando ciò che Papa Giovanni XXIII per primo volle nascondere alla conoscenza del Gregge di Cristo, seguito dai successori nella precisa intenzione di coprire tutto ciò che di grave fu detto dalla SS.ma Vergine, circa l'"apostasia che inizia di vertici della Chiesa", appunto.
Intanto, però, tutto ciò che la Madonna ha detto in quel 1917 ai pastorelli, continua ad avverarsi, giorno dopo giorno, inesorabilmente (v. anche parole del card, Pacelli del 1936: "la Chiesa dubiterà come Pietro ha dubitato...")..
La Madonna non ha raccontato frottole a quei veggenti a cui mostrò la realtà dell'inferno e la visione del Papa martire in mezzo a tanti cattolici colpiti a morte, parlando di persecuzioni subite dai buoni cattolici (....e non
è venuta inoltre a baloccarsi con torte di compleanno e frivolezze varie, come pare che faccia quella falsa di Medjugorie, l'ennesimo risvolto del dilagare di false profezie e caos tra i fedeli sprovveduti, vaganti in vana ricerca di forti "segnali luminosi" che rinsaldino la Fede, trovando spesso lucciole per lanterne,.... come pecore sbandate prive di pastori illuminati.....)

jn ha detto...
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don Camillo ha detto...

Molto bella! E trovo tra le righe, a mio avviso, un ristabilito sodalizio con gli altri Ecc.mi Vescovi della Fraternità.

don Camillo ha detto...

Ester, ti prego su Medjugorje ti prego di non fare di tutta l'erba un fascio. È una vergogna vedere un certo tradizionalismo attaccare questo evento che seppur complesso merita più rispetto! Almeno su questo punto sospendiamo il giudizio. Un fronte alla volta.

jn ha detto...

caro don Camillo, non capisco qual è il "fascio unico di erbe": intende forse l'evento Medjugorie ? d'accordo, non ricordavo la sua posizione, di credente convinto. Per rispetto a lei e all'incertezza attuale delle autorità, sospendo il mio, pur avendo osservato diversi elementi di non attendibilità, davvero pesanti....e nel tempo, da favorevole che ero, mi son convinta che sia una grande illusione, di stampo pentecostal-carismatico. Aspettiamo che venga da chi ne ha l'incarico un verdetto definitivo, e, speriamo, attendibile.

don Camillo ha detto...

Ti ringrazio cara Ester della fiducia che mi accordi. Non voglio ripetermi già mi sono espresso abbondantemente in blog di amici collaboratori di questo blog. Dove ho espresso le mie perplessità e le mie umili convinzioni.

bernardino ha detto...

Amici e fratelli carissimi, vorrei fare un paragone tra la chiesa del concilio vaticano II e l'Impero Romano: L'Impero Romano e' caduto sotto i suoi stessi colpi, per i suoi errori e per la sua sicurezza e falsita' nei confronti del mondo di allora. Si sentiva troppo sicuro di se stesso. Le troppe falsita' han fatto crollare le sue colonne. La chiesa parallela modernista che non ha niente a che vedere con la Chiesa cattolica di Nostro Signore e che non poggia su colonne di granito, ma solo su errore ed eresie, puo' vivere come l'esempio che ho fatto dell'Impero Romano. Quando L'Impero ha cominciato a delegare i governatorati, non ha piu' controllato l'Impero stesso, la stessa cosa sta' succedendo alla chiesa postconciliare, ha delegato con la collegialita' il potere dottrinale ad altro, a chi non aveva il diritto, le cosiddette false chiese o religioni, chiese locali, ed ognuno fa' cio' che vuole. Pietro non e' piu' la guida come aveva stabilito Gesu'. Percio' la chiesa eretica che fine puo' fare? Ma noi siamo sicuri che Gesu' che non ci ha mai abbandonato, non abbandonera' mai la Sua vera Chiesa e noi che soffriamo e viviamo per Essa.

Anonimo ha detto...

Grazie don Camillo per l'equilibrio!
"In certis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas".

un ragazzo fuori dal coro ha detto...

Non condivido il grande e collettivo entusiasmo per la lettera pubblica di Bux. Che titolo ha questo sacerdote per pubblicar una lettera aperta in un momento così delicato? E ad un vescovo per giunta? Lui, che non è voce ufficiale né ufficiosa della Chiesa, cosa ha ottenuto? Una risposta sostanzialmente negativa di Williamson che pure lui parla puramente a titolo privato, ma vuol far arrivare la sua voce ai superiori ma in modo che anche i fedeli e i “nemici” sappiano: senza l’opportuna discrezione. La lettera di Bux avrebbe dovuto esser inviata più correttamente e per le vie private a Fellay.

L'interpretazione secondo cui Bux parla a Fellay perché Roma capisca è per me fuorviante: in realtà Bux ormai da tempo sembra agitarsi parecchio, quanto in spirito di sincero amore per l’unità della Chiesa o per mettersi in luce in ambo i campi non m’è dato ancora capire. Ho sentito pareri contrastanti. Si starà a vedere. Forse si vuol candidare a mediatore tra S. Sede e Fraternità S. Pio X come qualcuno prospetta? La lettera inoltre è intinta in una melassa che non rende giustizia né ad Econe né a Roma.

radio cristianidad ha detto...

La carta que Don Nicola Bux, consultor de la Congregación para la Doctrina de la fe (antiguo Santo Oficio de la Inquisición) dirigía a Monseñor Fellay y a toda la Fraternidad S. Pío X el 19 de Marzo de 2012, es el colmo de fariseísmo clerical presumiendo de bondad y de verdad.

Anonimo ha detto...

When was Don Nicola Bux ordained?