Cogliamo l'occasione per rivolgere il nostro pensiero e la nostra preghiera agli amici emiliani che in questi giorni stanno vivendo la paura, la precarietà, le difficoltà, il pericolo e per ricordare uno degli episodi edificanti segnalati dal Corriere. Ci auguriamo che che la rete di solidarietà e di interventi che già si è costituita si allarghi, accompagni la situazione difficoltosa e contribuisca ad avviare a soluzione quanto è possibile.
Notare le vistose crepe sul campanile |
Don Simone Zanardi è il parroco sfollato di questo terremoto dell’Emilia. Quella notte ha perso in un colpo solo la casa e la chiesa ma lui non vuole saperne di abbandonarla e allora rimane lì, seduto sulle panchine di questa grande piazza dell’abbazia dove la gente si ritrova ancora nonostante le macerie.
«Non so dove altro andare, francamente, e comunque mi fa piacere stare con loro». Non ha nemmeno quarant’anni ma è già un abate-parroco perché quella di San Michele Arcangelo è anche un’abbazia.
Domenica mattina, dopo che la chiesa era stata bloccata e nessuno poteva più entrare, lui se n’è infischiato e saltellando fra le rovine è arrivato al Tabernacolo per prendere il Santissimo: «Ho voluto salvarlo. L’ho portato a San Pietro in Casale dove la struttura è solida». Tutti lo salutano, tutti gli sorridono. «Forza don Simone». «Grande don». Sono le otto di sera. Ancora un’oretta di piazza e poi a letto. Lo aspetta il macellaio.A.P
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaC'è da ricordare il sacerdote morto per salvare la Madonnina, Don Ivan Martini, il Parroco di Carpi.
RispondiEliminaRequiem eternam...