Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 20 novembre 2012

La scomparsa di un combattente instancabile


Domenica 18 novembre, all'età di 94 anni, è deceduto Don Luigi Villa, impegnato già dai tempi di Papa Pio XII nella difesa della Chiesa dai poteri occulti infiltratisi al suo interno. Dopo una lunga e complessa vicenda terrena, don Villa porta con sé numerosi segreti molti dei quali sono stati rivelati nei suoi libri. I funerali si svolgono oggi a Brescia. L'opera di don Villa proseguirà mediante il mensile Chiesa Viva ed altre attività curate da coloro che ne hanno raccolto l'eredità e condiviso con lui le esperienze di questi ultimi anni.

24 commenti:

Thaddeus ha detto...

Consiglio di leggere la vita per rendersi conto dello spessore della figura

http://www.pontifex.roma.it/index.php/editoriale/il-fatto/13230-lutto-nel-mondo-della-chiesa-di-cristo-e-deceduto-il-sac-dott-luigi-villa-ecco-il-suo-ultimo-qscritto-testamentoq

Rafminimi@infinito.it ha detto...

Aggiungo ai meriti di Nostro, anche uno poco
conosciuto. E' stata una testimonianza che il concetto di accanimento
terapeutico è relativo (e/o è stato oggetto di una resurrezione). Negli
anni
'40, non ricordo per quale motivo, fu dichiarato CLINICAMENTE MORTO. Gli
furono già celebrate delle messe da Requiem (se le trova adesso). Bisogna
ringraziare l'ostinazione di sua mamma e di una infermiera, se non gli fu
sospesa l'assistenza ordinaria (quella che era messa in atto all'epoca).
Ringraziamo il Cielo che, all'epoca, i trapianti non erano così diffusi.
Oggi forse gli eventi avrebbero preso un'altra piega.
>

Osservatore ha detto...

Ho letto sulla stampa bresciana un articolo a lui dedicato.
Luci e ombre.
La rivista "Chiesa viva" che ho letto per qualche tempo era graficamente impresentabile e contenutisticamente iper discutibile.

Anonimo ha detto...

Le ombre non sono tutte ascrivibili a lui, che si è mosso in un terreno infido e in un contesto e in periodo in cui nei suoi confronti si è agito senza esclusione di colpi...

Quanto a Chiesa viva, condivido le perplessità su alcuni aspetti dei contenuti del più recente periodo, che mi sembrano, più che deduzioni, dimostrazioni in parte forzose di conclusioni già formulate.

Non mi addentro nei dettagli, perché non ne ho competenza e rifuggo da approfondimenti che non siano nell'alveo del magistero e della teologia, un terreno dove mi muovo con più familiarità. Del resto, ognuno di noi ha il suo percorso e ci sono strade troppo impervie per la mia capacità di fronteggiarle. Significa che non sono le mie...

Anonimo ha detto...

Roberto Margheriti,
grazie per la sua testimonianza, che dimostra come nella Chiesa e negli autentici uomini di Chiesa ci sia innanzitutto attenzione alla persona.

Per quel che so di Don Villa non faccio fatica a pensare l'abbia accolta col rispetto e la comprensione che ogni anima merita.
Tuttavia, per il fatto che lei in qualche modo issa il vessillo di un'appartenenza, devo precisare che la Chiesa - e dunque il Signore - se usa misericordia nei confronti del peccatore nella specifica situazione in cui esso si trova, non può di certo approvare il peccato, quando esso risulta messo in atto. Non la tendenza, ovviamente...

Rafminimi@infinito.it ha detto...

Questo suo testo ha ritardato (spero bloccandola, ma temo non definitavamente) la beatificazione di Montini:
Il Reverendo don LUIGI VILLA ha pubblicato un interessante volume sulla
figura del Papa Paolo VI (Paolo VI, beato?), tenuto conto delle iniziative
che vorrebbero condurre questo Pontefice alle glorie dell'altare.
In questi tempi in cui le beatificazioni abbondano, non stupisce che ci
possano essere delle divergenze circa l'opportunità e la correttezza della
beatificazione di qualcuno. Ci viene in mente l'esempio clamoroso della
pratica di beatificazione di Isabella di Castiglia, ancora bloccata dalle
pressioni contrarie esercitate dagli Ebrei e dai loro amici in seno alla
Chiesa. Se le pressioni dei non cristiani possono influire sulla
beatificazione di una regina cattolicissima morta alcuni secoli fa, le
divergenze dei cristiani sulla beatificazione di un Papa contemporaneo ci
sembrano piú che legittime; solo che in questo caso la questione è molto piú
complessa, visto che Paolo VI fu il Papa del Concilio e delle conseguenze da
questo generate.

ra ha detto...


Se l'albero si riconosce dai suoi frutti, chi potrebbe negare i veneficii
del postconcilio? E di chi la colpa se non di colui che ha coltivato
l'albero venefico?
Chi vorrebbe beatificare Paolo VI si appella alle sue presunte qualità
morali, illudendosi di distogliere l'attenzione dalle sue reali intenzioni,
che don Luigi Villa ben individua dicendo che si tratta di una «manovra di
portare sugli altari i due Papi del Vaticano II, affinché, cosí, sarebbe
risultato evidente la "soprannaturalità" del Vaticano II e,
conseguentemente, di questa "Nuova Chiesa" con le sue "Riforme".».
L'Autore delinea la figura di Paolo VI presentando una mole considerevole di
sue dichiarazioni, dalle quali si evince ampiamente che questo Papa fu mosso
da istanze di ordine mondano, secondo un orientamento in cui i presunti
diritti umani tenevano il primo posto rispetto ai legittimi diritti divini.
La buona fede, la sincerità o l'onestà intellettuale di Paolo VI, al secolo
Giovanni Battista Montini, possono anche ritenersi indiscusse, e che si sia
trattato di una brava persona è anche ben possibile, ma non si beatifica
qualcuno solo perché è una brava persona, soprattutto trattandosi di un Papa
che ha retto le sorti della Santa Chiesa con tanta determinazione
e con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
Semmai, occorre valutare con profonda attenzione se la sua buona fede non
sfociasse nell'incoscienza, se la sua sincerità non attenesse alla
faciloneria e se la sua onestà intellettuale non si fondasse su una
formazione culturale tutta umana e tutta volta ai richiami di "questo
mondo".

Rafminimi@infinito.it ha detto...


D'altronde, non è risaputo che le strade dell'Inferno sono lastricate di
buone intenzioni?
Negli otto capitoli che compongono il libro, don Luigi Villa presenta i
convincimenti di questo Papa circa: La Sua "Nuova Religione"; La Sua
"apertura al Mondo"; la Sua "apertura al Modernismo"; La Sua "apertura alla
Massoneria"; La Sua "apertura" alla "Democrazia Universale"; La Sua
"tolleranza e complicità"; La Sua "apertura al Comunismo"; La Sua "Messa
Ecumenica"; delineando la figura di un uomo che aveva piú fiducia negli
errori degli uomini che nella Onniscienza di Dio.
Si potrebbe obiettare che le dichiarazioni siano state scelte con lo scopo
preciso di comporre un quadro negativo, ma molte di esse sono cosí
chiaramente indicative di una concezione errata della Religione e della
Dottrina che non basterebbero interi libri a favore per capovolgere il
giudizio negativo che si può portare su questo Papa e sul suo pontificato; e
lo stesso don Luigi Villa precisa che non ha preteso «.di aver fatto una
analisi esaustiva di tutta l'opera di Paolo VI. Ma le Sue citazioni che
presento non possono avere certamente un significato differente da quello
che contengono; per cui, il presentare altri suoi testi differenti, non
possono che convalidare la "mens" di questo "Amleto", ossia della "doppia
faccia" di Paolo VI! Comunque, il lettore onesto troverà che i nostri
scritti riproducono la Sua vera "mentalità" dominante, e cosí profondamente
radicata in Lui da avere disastrosamente ispirato tutta la Sua pastorale e
il Suo Magistero!»

Anonimo ha detto...

Fra le tante dichiarazioni riportate ne segnaliamo alcune particolarmente
indicative.
«.Noi, pure noi non piú di ogni altro, noi abbiamo il culto dell'uomo! .La
religione del Dio che si è fatto uomo si è incontrata con la religione
dell'uomo che si è fatto Dio..»
«Una corrente d'amore e d'ammirazione ha debordato dal Concilio sul mondo
umano moderno. I suoi valori sono stati non solo rispettati, ma onorati; i
suoi sforzi sostenuti; le sue aspirazioni purificate e benedette.»
«Noi abbiamo fiducia nella ragione umana. bisognerà che, un giorno, la
ragione sia l'ultima parola!»
«Una pace che non risulta dal culto vero dell'uomo, non è essa stessa una
pace!»
«Cosa esprime, dunque, questa coscienza con tale energia? I "Diritti
dell'Uomo"! La coscienza dell'umanità diviene sempre piú forte. Gli uomini
ritrovano questa parte inalienabile di sé stessi che li tiene uniti: l'umano
nell'uomo!»
«Questo aspetto dell'Organizzazione delle Nazioni Unite è il piú bello: è il
suo vero umano piú autentico. È l'ideale dell'umanità pellegrina del tempo;
è la speranza migliore del mondo; è il riflesso - osiamo dire! - del disegno
trascendente e amoroso di Dio circa il progresso del consorzio umano sulla
terra; un riflesso dove scorgiamo il messaggio evangelico da celeste farsi
terrestre.»

Anonimo ha detto...

Ce n'é abbastanza per comprendere che ci troviamo al cospetto di un Papa che
era piú versato in sociologia politica che in religione; un Papa che faceva confusione nel soprannaturale, scambiando le chimere di Satana con le
certezze di Dio: è da qui che si può facilmente comprendere la sua continua
"doppiezza", quasi un inevitabile riflesso del conflitto interiore che lo
possedeva: da un lato i suoi incontrollabili richiami viscerali di tipo
umanistico e vitalistico, dall'altro i suoi freni intellettivi derivati
dall'educazione religiosa; conflitto che non trovava equilibrio in una
intellettualità chiaramente informata dalla sana dottrina, intellettualità
che mancava a questo personaggio tanto vincolato ai richiami delle passioni
e della parte piú istintiva della coscienza.
Don Luigi Villa, giustamente, sottolinea la enormità di un Papa che dopo
aver giurato solennemente, all'atto della sua incoronazione, di nihil de
traditione quod a probatissimis prædecessoribus meis servandum reperi,
diminuere vel mutare, aut aliquam novitatem admittere; sed ferventer, ut
vere eorum discipulus sequipeda, totis viribus meis conatibusque tradita
conservare ac venerari, (non diminuire o cambiare niente di quanto trovai
conservato dai miei probatissimi antecessori, e di non ammettere qualsiasi
novità, ma di conservare e di venerare con fervore, come vero loro discepolo
e successore, con tutte le mie forze e con ogni impegno, ciò che fu
tramandato), si sia scientemente e caparbiamente fatto strumento dell'esatto
contrario, attuando «una chiara e spudorata ribellione alla dottrina della
Chiesa cattolica precedente. Perciò, c'è davvero da tremare per la salvezza
dell'anima di Paolo VI. Un Paolo VI, cioé, che ha tradito Cristo, la Chiesa,
la Storia!». Il libro, corredato da molte illustrazioni, costituisce un documento che non
dovrebbe mancare in casa di ogni buon cattolico e che meriterebbe di essere
letto, principalmente, da tutti coloro che ritengono che la Chiesa
postconciliare segua ancora il solco della Tradizione (se ne potrebbe
regalare una copia agli amici e al parroco, per esempio).
Il Reverendo don Luigi Villa ha condotto un lungo lavoro di ricerca e di
documentazione prima di giungere alla stesura definitiva del libro; e questo
suo lavoro avrebbe potuto permettergli di compilare molti volumi, anziché
uno solo; ma bene ha fatto a limitarsi a presentare un testo conciso e
scorrevole, di facile lettura, con i passi ben evidenziati, cosí da
permettere a tutti di seguirlo, e di cogliere soprattutto il reale volto di
Papa Montini.
C'è da augurarsi che nel corso della causa di beatificazione, l'Avvocato del
Diavolo tenga nel giusto conto le osservazioni addotte in questo libro;
sempre che, nel frattempo, i "fumi di Satana", come diceva lo stesso Paolo
VI, non abbiano già prodotto tanto danno da far sí che la canonizzazione del
Papa che, insieme al suo predecessore, ha prodotto tanto danno alla
Tradizione, alla Dottrina e alla vita della Santa Chiesa, non si consumi
anch'essa a gloria di "questo mondo".


[Sac. Luigi Villa, Paolo VI beato?, Editrice Civiltà, Brescia, 1998; pp.
285, £ 20.000 - Il volume si può richiedere a: Operaie di Maria Immacolata,
Editrice Civiltà, via Galileo Galilei, 121 - 25123 Brescia - tel. e fax
030-3700003.

Anonimo ha detto...

Ripeto: che il Signore abbia pietà di lui.

Anonimo ha detto...

Il Signore abbia pietà di lui come di tutti noi, compreso l'orante che lo ripete...

don Camillo ha detto...

Per onor di verità, anni fa ho utilizzato per una conferenza alcune pagine di "GPII un San Karol?". In particolare ho condiviso alcune conclusioni del Villa secondo cui GPII avrebbe affermato "fuori uso" il culto del Sacro Cuore: cfr. Chiesa Viva p.4 sett. 2006.

Non era solo solo sbagliata la conclusione ma manipolata, inventata, la citazione! In quella occasione disse confrontando il discorso nel sito del Vaticano, esattamente l'opposto. Errore inqualificabile per un sacerdote che ha scritto tanto in difesa della Verità.

Don Villa ha avuto una vita tanto tribolata, esacerbata per molti versi, ma se si vuole dare onore alle sue battaglie che gli eredi riprendano tutto il lavoro e correggano questi imperdonabili errori (a tutt'oggi non abbiamo infatti la certezza che i fatti che lui riporta tra virgolette e non, siano realmente veri) che fanno della nostra battaglia una triste barzelletta.

Da parte mia rimane viva la gratitudine per il suo coraggio e la sua testimonianza. L'ho ricordato nella Santa Messa, e continuerò a farlo.

Amicus ha detto...

Negli scritti di don Luigi Villa ci possono essere senz'altro errori nelle citazioni, inesattezze e quant'altro. A volte sarà andato anche fuori bersaglio nei suoi colpi: il clima ostile e l'isolamento in cui si è dovuto muovere, del resto, non gli hanno certo facilitato il compito.
Ma preferisco, non dico mille, ma un milione di volte lui con la sua Fede coraggiosa e sincera, a tutta la massa di quei membri del clero vili, servili o carrieristi che in questi decenni sono rimasti a guardare senza far nulla, preti senza fede e senza amore per le anime. Se costoro avessero avuto anche solo un briciolo dello zelo sacerdotale di don Villa, oggi non saremmo qui ad osservare esterrefatti lo sfacelo nella Chiesa.

Anonimo ha detto...

Grazie Don Camillo per la tua segnalazione.
Ho cancellato il messaggio che avevo incautamente pubblicato e quindi anche il tuo...

Osservatore ha detto...

Gentile Mic,
stamattina, postando il mio commento, ho letto un messaggio (che precedeva il mio) assai contradittorio e discutibile.
Vedo che è stato poi rimosso.
Dal momento che esso non conteneva nulla di offensivo mi è parso incauto cancellarlo (sa un po' di censura).
Sarebbe stato più efficace contrapporre un'altra visione delle cose o dare spazio a un dibattito civile.
Credo che don Villa fosse in buona fede e che meritasse rispetto (laddove non attaccava gratuitamente, vedendo trame dappertutto).
Penso che a un certo punto egli sia un po' partito "per la tangente" (il libro su Paolo VI - a sua volta graficamente impresentbile - mi sembra (lo possiedo) il frutto di una mente ormai un po' isolata e in cortocircuito.
Anche nel panorama tradizionalista era era - mi sembra - molto isolato (un üp' un cane sciolto).
E la congregazione di religiose che si riferivano a lui contava - mi sembra - ormai non più di 2 suore.

Anonimo ha detto...

Osservatore,
non per giustificarmi, ma per spiegare.
Quel messaggio era civile e metteva in risalto le doti di pastore di don Villa; tant'e' che l'ho lasciato passare, salvo dover specificar meglio alcune cose, dato che issava una bandiera di militanza (il mio post c'e' ancora).
In serata un messaggio di Don Camillo indicava dati non edificanti emersi da una ricerca sul web.

Quindi non ci sono piu' ne' il post che lei ricorda ne' quello di di don Camillo...

I suoi commenti su Don Villa mi sembrano eccessivamente severi.
Non ho notato espressioni da "cortocircuito" nel suo testo. Piuttosto, e' il suo contesto che e' diventato molto 'spinto'....

Inoltre che la sua opera nella situazione in cui lo hanno messo all'angolo da decenni non sia fiorente mi pare il minimo!

Quanto al panorama tradizionalista noto una selva di splendidi isolamenti...

Osservatore ha detto...

Gentile Mic,
il commento di quel tale (che poi tu hai cancellato) era decisamente folcloristico e contraddittorio.
Apprezzo la tua risposta, ferma, ma pacata e umana.
Il post che mi precede - pubblicato dal sedicente don Camillo (a suo tempo bannato in MIL) - è invece una vergogna per il mondo tradizionalista.
Tanto più se il suddetto fosse veramente un sacerdote.
Provo ribrezzo per questo personaggio.

Anonimo ha detto...

Perchè il "mondo tradizionale" (specie quello approvato), purtroppo, attira maggiormente questo tipo di personaggi!

Don Camillo, perdonami se ripubblico il tuo messaggio depurato di alcuni particolari poco edificanti e non necessari per comprendere il caso.

Quest'ultima affermazione mi pare un po' azzardata e non penso di poterla condividere.

Anonimo ha detto...

Osservatore,
non ho pubblicato questo post per i complimenti che non mi lesina, ma per cogliere l'occasione di invitarla a non ripetere qui la sagra del disprezzo ad personam, gratuita e disdicevole molto in voga su MiL - alla quale lei non è nuovo - spesso condotta anche nei miei confronti in quel contesto.

Io ho cristianamente 'dimenticato' e, come vede, sono andata decisamente oltre; ma non approvo questo modo di relazionarsi.

Don Camillo è un sacerdote e merita rispetto prima di tutto come sacerdote e poi come persona.

Se lei non condivide quanto lui ha affermato, è pregato di confutarglielo civilmente e non con attacchi personali e per di più poco civili. Il ribrezzo è tutto per questi ultimi, da chiunque provengano.

don Camillo ha detto...

Osservatore, non prendiamo lezioni da te che su MiL hai dato prova di essere un villano e senza decoro per nessuno se non per i tuoi "amici"... a tal proposito, io sono ancor qui che scrivo... dove è tutta la tua coorte di MiL?

don Camillo ha detto...

Mic, se citi l'ultima frase censurando il resto non dai giustizia a quel che intendevo dire.

Abbiamo infatti assistito a nuove forme di intimidazione fatte ad hoc da questi personaggi che mirano ad espandere il consenso omosessualista anche tra gli zelanti sacerdoti azzittendoli non con minacce o violenze (vecchie maniere) ma con la viscida commiserazione (storielle false e strappalacrime) per scatenare una insana "compassione" che azzittisce la coscienza del pastore verso questi arroganti pervertiti. A quanto sembra con don Villa ci sono riusciti! Verso questi personaggi per il bene delle loro anime, non dobbiamo e non possiamo abbassare la guardia, anche se prediligono da pazzi la messa con i pizzi.

Anonimo ha detto...

O God, Thou didst raise Thy servant, Luigi, to the sacred priesthood of Jesus Christ, according to the Order of Melchisedech, giving him the sublime power to offer the Eternal Sacrifice, to bring the Body and Blood of Thy Son Jesus Christ down upon the altar, and to absolve the sins of men in Thine own Holy Name. We beseech Thee to reward his faithfulness and to forget his faults, admitting him speedily into Thy Holy Presence, there to enjoy forever the recompense of his labors. This we ask through Jesus Christ Thy Son, our Lord. Amen.

jac ha detto...

Per chi ha letto il libro di Franco Bellegrandi "NichitaRoncalli, il libro "Paolo Sesto beato?" è la migliora conferma della verita in merito al papa Paolo VI