Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 7 luglio 2013

Un "aggiornamento" che merita qualche riflessione in più

Significato della compresenza di "due papi" in un evento ufficiale

Ho già meglio esplicitato come Aggiornamento, nell'articolo dedicato, le conclusioni che l'evento commentato mi suscita. Qui lo evidenzio e lo completo ulteriormente.

L'anomalia non è nelle dimissioni di Benedetto XVI, previste dal diritto canonico anche se non avvenute nelle circostanze eccezionali consegnateci dalla storia. L'anomalia non sta neppure nell'elezione del nuovo papa, regolarmente avvenuta attraverso la scelta dai cardinali e perfezionata dall'accettazione della sua funzione, anche se ne ha inopinatamente rifiutato i simboli e ne sta svuotando la pregnanza. L'anomalia sta nella contestuale presenza, addirittura ostentata come in questo caso, di un papa secondo il suo dire "per sempre" ma in "servizio contemplativo" a fianco del papa "in servizio attivo". Tenendo poi conto che l'inedita (e non codificata) figura di papa-emerito, lo associa a quella di vescovo-emerito che si dimette per la stessa motivazione: "ingravescentem aetatem". Il che stabilisce un precedente che passa come eccezionale ma che rischia di diventare regola. Con la contraddizione, tuttavia, che anziché le vesti di un vescovo, oltre a conservare il titolo, Benedetto ha conservato il nome[1] e lo stemma e continua a vestire la talare bianca da papa, mentre il suo stemma è stato associato a quello del papa regnante sul monumento appena inaugurato da Francesco. Una compresenza non solo inedita ma codificata nella pietra. Che dire? Che cosa significa o vuole significare? C'è di che rimanerne quanto meno costernati e anche pieni di interrogativi non risolti e che nessuno si prende la briga né di porsi né di cercar di sanare.

Sostanzialmente, in nome della fatidica 'pastorale' conciliare - prassi ateoretica senza spiegazioni o con spiegazioni sommarie sganciate dalla tradizione perenne perché divenute 'tradizione vivente' portata avanti dal nuovo-soggetto Chiesa che ha preso il posto dell'oggetto-Rivelazione -, de facto se non de iure si incide nella sostanza e si dà concretezza ai cambiamenti che vengono non più sanciti ma operatirappresentati e addirittura ormai recepiti dall'opinione comune. E nessuno può dir nulla, perché contrapporre parole ai fatti non serve a niente, mancando alle parole la materia prima del contendere: la esplicitazione teorica del nuovo corso di volta in volta instaurato.

Il comportamento, sempre più pragmatico e rivoluzionario di Bergoglio, sta completando l'opera, iniziata da Paolo VI e traghettata con una spinta finale da Benedetto XVI [vedi qui : Che n'è del primato di Pietro?]. E l'Autorità, oggi, viene esercitata dispoticamente nel silenziare, oltre che nel disprezzare, ogni ragionevole voce contraria di dissenso che cerchi di ricondurre la Chiesa nell'alveo della sua Via Maestra, della quale si stanno perdendo le tracce. E si continua a dialogare con l'errore, mentre la verità è oscurata e deformata. E, per contro, come si potrà più dialogare con una Tradizione che è stata svuotata del suo contenuto, rovesciando il significato dei termini concettuali che la identificano?

Chi sono costoro e dove credono di portarci?
A questa domanda faccio mia la risposta di un lettore, che condivido. Essa non cancella gli interrogativi ai quali non abbiamo risposte, che non possiamo darci da soli e non abbiamo neppure l'autorità munita del munus magisteriale che ce le fornisca; ma ci indica una via percorribile. Non so se questa è una religione "di grembiulini", ma senz'altro è una religione "da grembiulini". Dunque evitiamo di inciampare e tiriamo dritti per la via stretta. Il Signore giudicherà noi, non i nostri superiori. 

Questo non significa non riconoscere il Papa. Dunque nessun rischio di sedevacantismo. Significa semplicemente che il nostro tesoro è là dov'è il nostro cuore e non possiamo collocarlo in questa, sappiamo de fide momentanea, deviazione di percorso.

Diceva Dom Gueranger : “… quando il pastore si cambia in lupo, tocca anzitutto al gregge difendersi. Di regola, senza dubbio, la dottrina discende dai vescovi ai fedeli; e i sudditi non devono giudicare nel campo della fede i loro capi. Ma nel campo della Rivelazione vi sono dei punti essenziali dei quali ogni cristiano, per il fatto stesso di essere cristiano, ha la necessaria conoscenza e la custodia obbligatoria.” E San Vincenzo da Lerino : "Quando il veleno ariano ebbe contaminato non una piccola regione ma il mondo intero, quasi tutti i vescovi latini cedettero all'eresia, alcuni costretti con la violenza, altri sedotti con la frode. Una specie di nebbia offuscò allora le menti, per cui non era possibile distinguere la via da seguire. Per essere al riparo da questa peste contagiosa il vero e fedele discepolo di Cristo dovette preferire l'antica fede a queste false novità".
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[1] Nome di fatto non deponibile? Il cambiamento di nome non denota infatti un cambiamento di status, la cosiddetta translatio personae dal carattere singolare e permanente legato alla persona e non solo all'ufficio?

37 commenti:

Louis Martin ha detto...

Cara Mic,
in questi tempi perversi, credo che la cosa migliore sia seguire una via pratica sicura, indipendente dal magistero odierno.
Non ne trovo una più sicura di quella, profondamente evangelica, indicata da san Benedetto nel Capitolo IV della Regola.
Mi permetto di ricordarla, anche se immagino sia nota ai più.

Gli strumenti delle buone opere

1Innanzitutto amare il Signore Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. 2Amare il prossimo come se stessi. 3Non uccidere. 4Non commettere adulterio. 5Non rubare. 6Non nutrire desideri cattivi. 7Non testimoniare il falso. 8Onorare tutti gli uomini. 9Non fare agli altri quanto non si desidera fatto a sé. 10Rinunciare a se stessi per seguire Cristo. 11Mortificare il proprio corpo.
12Non cercare avidamente le comodità. 13Amare il digiuno. 14Assistere i poveri. 15Vestire gli ignudi. 16Visitare gli ammalati. 17Seppellire i morti. 18Soccorrere chi è in pena. 19Consolare gli afflitti. 20Estraniarsi da ogni pensiero e comportamento mondano. 21Nulla anteporre all’amore di Cristo. 22Non dare sfogo all’ira. 23Non conservare astio nel cuore. 24Non nutrire inganno nel cuore. 25Non dare con falsità l’abbraccio di pace. 26Non allontanarsi dalla carità. 27Non giurare, per evitare lo spergiuro. 28Dire la verità con il cuore e con la bocca. 29Non rendere male per male. 30Non fare ingiustizie, ma sopportare pazientemente quelle ricevute. 31Amare i nemici. 32Non maledire chi ci maledice, ma benedirlo. 33Sopportare le persecuzioni per la giustizia. 34Non montare in superbia. 35Non amare troppo il vino. 36Non essere goloso. 37Non essere sonnolento. 38Non essere pigro. 39Non mormorare. 40Non denigrare. 41Riporre la propria speranza in Dio. 42Attribuire a Dio e non a se stessi il bene che si crede di avere. 43Al contrario attribuire unicamente a se stessi il male. 44Temere il giorno del giudizio. 45Avere terrore dell’inferno. 46Desiderare ardentemente la vita eterna. 47Pensare ogni giorno alla morte. 48Vigilare continuamente sulle azioni della propria vita. 49Credere che in ogni luogo Dio ci vede. 50Infrangere contro Cristo i pensieri cattivi appena si presentano e manifestarli al padre spirituale. 51Non proferire parole cattive e disoneste. 52Non amare le chiacchiere. 53Non dire parole inutili o sciocche. 54Non ridere frequentemente o in maniera smodata. 55Ascoltare volentieri le sante letture. 56Pregare frequentemente. 57Ogni giorno confessare a Dio le proprie colpe con lacrime e gemiti, 58ed emendarsene. 59Non soddisfare i desideri della carne. 60Odiare la propria volontà. 61Obbedire sempre ai comandi dell’abate, anche se egli agisse differentemente. In questo caso ricordare la parola del Signore: «Fate ciò che dicono, ma non fate ciò che fanno» (Mt 23,3). 62Non voler essere considerato santo, ma diventarlo, affinché si possa dirlo con verità. 63Praticare ogni giorno i comandamenti di Dio. 64Amare la castità. 65Non odiare nessuno. 66Non avere gelosia. 67Non lasciarsi trasportare dall’invidia. 68Non amare i litigi. 69Fuggire l’orgoglio. 70Venerare gli anziani. 71Amare i giovani. 72Per amore di Cristo pregare per i nemici. 73Rappacificarsi prima del tramonto del sole con chi è in discordia con noi. 74Mai disperare della misericordia di Dio. 75Questi sono gli strumenti dell’arte spirituale. 76Se noi li adopereremo ininterrottamente notte e giorno e li riconsegneremo nel giorno del giudizio, il Signore ci darà il premio da lui promesso: 77«Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono nel cuore dell’uomo, queste cose ha preparato Dio per coloro che lo amano» (1 Cor 2,9).

Anonimo ha detto...

Caro Louis,
oltre alla "via pratica", abbiamo per grazia anche la vita sacramentale, che ce la nutre e ce la rafforza, ancora possibile per l'esistenza di sacerdoti secondo il cuore di Dio.
Che il Signore ne susciti tanti, perché ogni sacerdote porta con sé la santificazione di tante anime...

Louis Martin ha detto...


Certo Mic,
concordo, senza la grazia nessuna buona opera è possibile.
La vita cristiana è essenzialmente un'avventura interiore, una lotta spirituale, e i sacramenti, con e nella preghiera, sono le armi soprannaturali a cui ricorriamo.
Ma è bene avere chiarissima la via e la meta.



RIC ha detto...

Dopo le critiche ai tremila rosari, ieri Francesco ha invitato seminaristi e novizie a recitare il rosario e (come sempre) a pregare per lui. Conttraddizioni che si accavallano insieme a parole pienamente condivisibili come l'appello alla devozione mariana, il richiamo alla poverta' e all'importanza del celibato, la coerenza, l'inginocchiarsi davanti al Signore (che per altro proprio lui non pratica al momento dell'Elevazione). Come diceva Mao c'e' molta confusione sotto il cielo....

Antonio ha detto...

Cara mic,

in tutta onestà ritengo che dovremmo prenderci una "pausa". Non dalla preghiera, non dal costante tentativo di comprendere ciò che sta veramente accadendo, bensì dal troppo argomentare ad alta voce. Non c'è in queste mie parole alcun tentativo di "silenziare" un discorso che porti avanti con evidente dolore da parecchio tempo; solo ritengo che siano troppi gli elementi che continuano a sfuggirci, un po' per mancanza di indizi, un po' per limiti meramente personali.

Ho molto apprezzato la citazione tratta da San Vincenzo da Lerino, non fosse altro perché riporta alla mente un altro periodo in cui tutto "sembrava perduto". Da par mio, comunque, sono piuttosto convinto che i corsi e ricorsi storici vichiani, se si verificano, non si manifestano mai allo stesso modo. Si può magari procedere per analogie, ma nulla di più: a nuova battaglia corrispondono nuove strategie. Rischio di dire uno sproposito, ma non è con certe misure risalenti a tempi che non sono più nostri che la Chiesa potrà superare questo periodo di mari tempestosi. Ma questo dovrebbe già di per sé "consolarci", perché è evidente che le efficaci armi di un tempo stanno trovando spazio solo ed esclusivamente nella misura in cui sono realmente utili, mentre per il resto siamo travolti da tutta una serie di avvenimenti senz'altro "straordinari". La Messa in Rito Antico è un esempio lampante, poiché essa sorregge e nutre in attesa di quella svolta che sembra sempre più lontana se non "inattuabile". Tuttavia non dobbiamo scandalizzarci riguardo a certe situazioni che davvero eccedono la norma, e di molto.

Non voglio gettare ulteriore benzina sul fuoco, perché le mie potrebbero benissimo essere elucubrazioni; non potendo quindi 'provare' la mia tesi, continuo ad attenermi ad una quanto più stretta vigilanza, nei limiti del possibile. E suppongo che anche tu saprai quanto la Chiesa sia ancora viva e pulsante, solo che con ogni probabilità è tempo che i più non lo sappiano, che la giudichino platealmente moribonda. Ma non cadiamo noi in questa trappola: il motu proprio Summorum Pontificum è stato esattamente uno dei passaggi più salienti dell'intero processo in atto, sia per la sua concreta valenza, sia perché rappresenta una tra le misure più importanti, urgenti e necessarie - in relazione alla quale, però, non si poteva fare a meno di esporsi.

Spero che questo mio intervento palesemente criptico non urti più di tanto; quel che vedo però è che la Cattolica va imbarcando sempre più acqua, ma tutti continuano a fissare disperati le falle da cui entra. Pochi, quasi nessuno, si stanno girando dall'altra parte per osservare coloro che quell'acqua torbida la stanno rigettando nel mare infestato da cui proviene. E forse per ora è giusto così, ossia che tali operatori ed il loro lavoro resti sconosciuto ai più. Quando tutti noteranno la loro presenza, sarà solo perché non ci sarà più acqua da imbarcare; ed allora nessuno potrà impedire loro di porre rimedio a quelle falle, coprendole altrettanto elegantemente rispetto a come erano prima dell'incidente.

Anonimo ha detto...

Certo, Angelo. Proprio oggi è il giorno del Summorum: il sesto anniversario da quel luminoso
7.07.2007.

Ho preparato l'articolo

Anonimo ha detto...

Nella visione del nuovo-soggetto Chiesa al posto dell'oggetto Rivelazione non vedete una visione della storia più giudaica che cristiana?

Anonimo ha detto...

solo ritengo che siano troppi gli elementi che continuano a sfuggirci, un po' per mancanza di indizi, un po' per limiti meramente personali.

Che ci siano elementi che ci sfuggono, sia a livello di conoscenza piena dei fatti che a causa del limite personale da mettere sempre in bilancio, non ci esime dal segnalare almeno i dati più macroscopici. Soprattutto quando nascondono un inganno tanto sottile quanto dirompente come i dati che ho messo in fila.
Magari non è sensato né sano star lì a sottolineare la marea di indizi di cui siamo bombardati ogni giorno.

Personalmente mi riesce difficile riconoscere un "modo nuovo" di risolvere "problemi inediti", perché i problemi che ci troviamo di fronte, alla fine, cambiano nelle modalità in cui si presentano ma, ridotti al dunque, sono riconducibili alle stesse cause di sempre e che si ripresenteranno fino alla fine dei tempi.

E dunque la soluzione non sta tanto nel "a nuova battaglia corrispondono nuove strategie". L'errore sta nel cercare la soluzione nelle strategie e non nei principi.

La capacità di cambiare o trovare strategie ci aiuta a livello umano e magari può essere utilizzabile consapevolmente per dare maggior efficacia ad un'azione. Sempre sapendo, però, che quell'azione non è qualificata dalla strategia più efficace magari perché di nuovo conio, ma dalla motivazione e dalla intenzionalità che non è nella strategia, ma in ciò che muove più in profondità.

Anonimo ha detto...

Nella visione del nuovo-soggetto Chiesa al posto dell'oggetto Rivelazione non vedete una visione della storia più giudaica che cristiana?

Pregherei l'anonimo di spiegarsi meglio.

don Camillo ha detto...

Non voglio essere una voce fuori dal coro, questa situazione diarchica ben credo non piaccia neanche a Francesco. Ma questa anomalia non è nuova nella Chiesa, da quando cioè, [per colpa di P6 con il suo assurdo Motu Proprio “Ecclesiae Sanctae” del 1966] è arrivata la pensione per i parroci e per i Vescovi quando cioè paolo VI li invitava "spintaneamente" a rinunziare al governo della diocesi e della parrocchia non oltre i settantacinque anni compiuti.
Grande iattura è infatti considerata DA TUTTO IL CLERO quella situazione in cui o il Vescovo emerito o il Parroco emerito insistono a risiedere nella Diocesi (magari in Episcopio) o nella canonica nel caso di un parroco, perchè non se ne vogliono andare.

I motivi sono palesi a tutti, il nuovo parroco o il nuovo Vescovo non solo per rispetto umano ma per non creare fazioni, correnti, veleni vari all'interno della Diocesi o della parrocchia sarà costretto a limitarsi se non peggio ad auto censurarsi ogni qual volta una sua decisione potrebbe, dico potrebbe, creare anche apparente frizione con il suo coinquilino e quindi con i suoi sostenitori.
Se questo vale per una diocesi o una parrocchia a maggior ragione vale per la Chiesa tutta. Si pensava che B16 fosse morto da li a poco, e credo che tutti i cardinali in conclave fossero dello stesso avviso ma in realtà B16 stava benissimo, così come lui stesso dichiarava e oggi infatti lo vediamo florido allegro e in una salute che fa invidia.

Indietro si può tornare? Credo di sì, ma occorrerebbe abrogare il MP di P6, così come già alcuni Cardinali chiedevano (ultimo caso fu quello di cardinale Francis George). Se un Giorgio Napolitano ammirato da tutti continua a fare il Presidente a 88 anni, e non lo potrebbe fare, non vedo perchè un Papa non possa più rimanere a vita!
Comunque sì, si è creato un precedente (e B16 questo voleva anche per GP2 silenziando le centinaia di Vescovi e Cardinali che in questi decenni imploravano di rimanre al loro posto dopo il 75 anni) ma non è detto che sarò seguito da altri, so infatti di cardinali elettori che non piace per niente questa anomalia.

Anonimo ha detto...

Convengo con RIC. Ho letto le esortazioni ai novizi e sono edificanti come non mai, anzi contraddicono possibili interpretazioni di altri discorsi.

Anonimo ha detto...

Caro don Camillo,
Quel che dici non fa una piega. Fa problema se lo si applica al papa, come sembra appunto aver fatto Benedetto XVI, creando il precedente.
Staremo a vedere come sarà applicata la collegialità. Sta di fatto che il papato è già in qualche modo snaturato. O no?

Anonimo ha detto...

Inoltre non vedo molta impasse nei comportamenti di Bergoglio, che è rispettoso e anche affettuoso verso il suo predecessore, ma non mi pare si sia frenato in nulla. Se comunque discontinuità c'è è solo nello stile e nella personalità, e in una maggiore moderazione formale di Benedetto. Ma nella sostanza credo s'intendano.

Anonimo ha detto...

Ritieni possibile tornare indietro dal provvedimento di Paolo VI?

Anonimo ha detto...

Sarebbe dare una chance in più alla nuova generazione conciliare ;)

don Camillo ha detto...

Staremo a vedere come sarà applicata la collegialità.

Che una riforma della Curia sia necessaria questo è evidente. Lo abbiamo visto con B16 dove Bertone spadroneggiava e dettava gli appuntamenti dei Cardinali con il Papa, così come faceva Dziwisz. Secondo me sarà costituito una sorta di Consiglio Papale stile consiglio pastorale nelle parrocchie o consiglio episcopale in Vicariato dove ci si riunisce ma alla fine il parroco (o il Cardinale) prende le sue decisione monarchicamente, però è fatta salva l'apparenza. Diversamente si arriverebbe alle aberrazioni austro-tedesche dove i parroci che contano come uno tra i tanti scappano via lasciando vuote le parrocchie.

don Camillo ha detto...

Ritieni possibile tornare indietro dal provvedimento di Paolo VI?

La nostra generazione forse non vedrà questo dietrofront, ma sono sicurissimo che arriverà, e passerà al vaglio ogni atto papale non ultimo le prossime canonizzazioni, con i Papi senza miracoli!

cristero ha detto...

Cristiani in piazza: arroganza o testimonianza?

L'enciclica dice (n.34): “Il credente non è arrogante (…) Lungi dall’irrigidirci, la sicurezza della fede (…) rende possibile la testimonianza e il dialogo con tutti”.

i cardinali, interrogati fanno i pesci in barile. Il Papa tace.

http://www.rossoporpora.org/rubriche/papa-francesco/261-cristiani-in-piazza-arroganza-o-testimonianza.html

Anonimo ha detto...

L'enciclica dice (n.34): “Il credente non è arrogante (…) Lungi dall’irrigidirci, la sicurezza della fede (…) rende possibile la testimonianza e il dialogo con tutti”.

Credo che l'enciclica stabilisca un principio; intanto abbina il dialogo con la testimonianza. E, poi, anche la sana audacia fa parte dell'essere cristiani.

Ho presenti i "veilleurs debout" (le sentinelle [letteralmente guardie-notturne] in piedi) francesi, che credo non siano solo cristiani, ma silenziosamente manifestano le loro convinzioni, così come i giovani della manif pour tous col rosario in mano (usato sia pregare che come simbolo identitario)

rocco ha detto...

grazie louis

un pensiero mentre leggevo il tuo commento: rinunciare a se stessi nella religione mondialista e' divenuto uscire da se stessi che sembra simile ma non lo e' affatto, come conversione e' divenuto rivoluzione(oggi primavera, rivoluzione cominciava a diventare troppo pesante)

in piazza? ha detto...

Significa che nella testimonianza si può intendere anche scendere in piazza?

Anonimo ha detto...

Concordo con te rocco. Molte parole, ma anche molte espressioni hanno cambiato significato.

Anonimo ha detto...

Per "in piazza"
Mi pare ovvio. Naturalmente con lo stile cristiano.

Louis Martin ha detto...

Caro Rocco,

è proprio così. Oggi si predica di uscire da se stessi per perdersi in un indefinito "altro da sé".
Il santo Patriarca dei Monaci insegna invece, evangelicamente, di rinnegare se stessi per cercare Dio.
Questo non significa indifferenza verso il prossimo: le pagine più dolci della Regola riguardano proprio la cura del prossimo e la discrezione del Patriarca verso le anime è commovente.
Ma il movente di tutto è sempre e solo la ricerca di Dio e dell'unione con Lui.
Giovedì 11 sarà la solennità di san Benedetto. Chi può la festeggi solennemente.
Che il santo Patriarca assista la Chiesa, ci protegga e ci assista ora, che dobbiamo correre e operare quanto ci sarà utile per l'eternità.

Anonimo ha detto...

Grazie caro Louis, per averci ricordato S. Benedetto, della cui scuola e della cui intercessione c'è tanto bisogno.
Ce ne sono di tesori, oggi trascurati, da riscoprire e da rendere attuali...

Anonimo ha detto...

Francesco chiude elegantemente la partita: il papa sono io....
Gli interessano i grandi cambiamenti, anche questo immagini ad effetto gli servono per portali avanti.
Questo coraggio del futuro spaventa i conservatori, timorosi di cambiamenti troppo grandi. Perciò
insistono nel dire nei corridoi vaticani che la “Chiesa è sempre la stessa, mentre ogni papa ha il suo stile personale”. Non si tratta di stile. Si tratta di obiettivi.
Bergoglio lavora per il cambiamento.

http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201307/130706politi.pdf

Anonimo ha detto...

""Ubi Sede Beatissimi Petri,LADDOVE C'è LA SEDE DEL BEATISSIMI PIETRO, POSTA A CATTEDRA DELLA VERITà PER ILLUMINARE I POPOLI,Lì HANNO STABILITO IL TRONO ABOMINEVOLE DELLA LORO EMPIETà, AFFINCHè COLPENDO IL PASTORE, SI DISPERDA IL GREGGE"". Esorcismo di Leone XIII

Gederson ha detto...

“Chiesa è sempre la stessa, mentre ogni papa ha il suo stile personale”.

Stile personale? Ma questo è un scherzo! Doppo il Concilio Vaticano II, sia Paolo VI, GPII, Benedetto XVI o Francesco, hanno più che uno stile peronale, hanno delle "dottrine" personale e fanno il papato diventare l'inverso di quello che R. De Mattei ha presentato nel testo "Il Sommo Pontefice prima di essere un uomo è un'istituzione." Domani potrà arrivare in Roma, un Papa do Camino Neocatecumenale, dopodomani un Papa focolari o come adesso un Papa che hai i caractere della teologia della liberazione. È come la democrazia moderna: una volta abbiamo una autorità di destra, una volta centro e una volta ancora di sinistra. Ma nella Roma conciliare, non è sufficiente al giorno il suo male... se faceranno ancora riforma, perchè quale ragione?

Gederson ha detto...

"Oggi si predica di uscire da se stessi per perdersi in un indefinito "altro da sé"."

Un amico mio, ha letto il libro "Luce del mondo". Secondo lui in una parte Ratzinger parla delle due città e delle due amore di Sant'Agostino dicendo che "dobbiamo amare nostro prossimo fino al disprezzo di noi stessi"... Non più Dio, ma il prossimo...

Anonimo ha detto...

Giovanni Merto dice:

Louis Martin, grazie per la lettura santa: quanti Successori di San Pietro sono stato scelti dai figli di San Benedetto: ricordo in particolare San Gregorio VII...

Non possiamo ignorare che il spirito che cerca conciliazioni con i tempi a tutte coste arriva alla porta del Anticristo...

secondo i Padri della Chiesa, questo falso sembra santo in gesti e in parole, ma nelle sue azioni molto ingiusto...

ritengo che la Fede Cattolica nel sui principii più alti riconosce solatno Gesù Cristo incarnato, risorto, e glorificato in Cielo come il Capo della Chiesa...la Chiesa Militante sulla terra deve aspettare per le decisioni che vengono dal suo Trono in Cielo su molti punti...

Uno è la glorificazione di un santo...per questa ragione la giustizia inerente nel atto pontificale di cannonizare un santo si fonda sulla evidenza di un miracolo chiaro e evidente...se il miracolo manca o non è chiearo, l'atto papale di dichiarlo santo perde il suo fondamento di giustizia, divenne presuntuoso, a apre le porte al Santana...

che sarebbe, adesso, l'ostacolo per Papa Francesco di fare Martino Lutero santo, e così stabilie l'eresia luterana come equivalente alla Fede Cattolica, obbligando così che tutti Cattolici riconoscano l'eresia come dottrina cattolica?

Papa Francesco ha mostrato ampiamente con questo unico atto di dichiare Giovanni XXIII santo, senza miracolo, che è guidato dal spirito del Bugiardo e conforma se stesso al similitudine del Anticristo...

Ho paura, ho molto paura....

Gesù Cristo salvaci da quest'ora delle tenebre in quale il Maligno sembra trionfare nella Chiesa e sopra la Chiesa...!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Per Gederson,
Se l'amore per l'"altro da sé" non è fondato nell'infinitamente "Altro" che è Dio rivelatosi in Cristo Signore, è solo umanitarismo.
Ma questo lo ha detto ecentemente anche papa Francesco, che dell' uscire da sé aveva fatto un refrain non meglio identificato che può, rettamente inteso, riguardare le persone e non la Chiesa come è solito ripetere.
Quanto a Benedetto XVI non ha mancato di fondare rettamente l'amore del prossimo in altri scritto o omelie.
Sul testo citato non posso dir nulla perché non l'ho letto; ma dall'insieme del suo pensiero non mi sento di criticarlo a questo riguardo.

Louis Martin ha detto...

Certe possibili (dico "possibili") distorsioni dell'amore per il prossimo, sono frutto del personalismo imperante, da cui credo neppure B-XVI fosse esente.

L'errore, come ben scritto da altri, è nel ritenere la naturale relazionalità dell'uomo come costitutiva dell'uomo, invece che una sua perfezione.

Anonimo ha detto...

L'errore, come ben scritto da altri, è nel ritenere la naturale relazionalità dell'uomo come costitutiva dell'uomo, invece che una sua perfezione.

Effettivamente non è altro che il giustamente definito ottimismo a priori, o anche ingenuo ottimismo, che ha intriso il concilio e permesso la sua deriva antropocentrica.
Esso deriva proprio dal personalismo e appartiene a tutti i papi conciliari, a partire da Giovanni XXIII, per trovare il suo aedo in Paolo VI. Ma è effettivamente presente in tutti, perché hanno fatto del concilio la sorgente-base del loro essere uomini di Chiesa. Anche se non è riscontrabile in TUTTI gli scritti e le parole di Benedetto XVI.
E, tuttavia, è vero che la caratteristica del modernismo è quella della verità mescolata con l'errore...

don Camillo ha detto...

Papa Francesco ha mostrato ampiamente con questo unico atto di dichiare Giovanni XXIII santo, senza miracolo, che è guidato dal spirito del Bugiardo e conforma se stesso al similitudine del Anticristo...

Ma non esageriamo, G23 è morto confortato dagli ultimi Sacramenti, ha ricevuto migliaia e migliaia di Messe in suffragio... non credo che Francesco sia guidato dallo spirito del Bugiardo, semmai ha fatto una scelta politica, forzando il diritto Canonico... ma bisogna star tranquilli il popolo di Dio sa riconoscere i suoi Santi, un santo che non fa miracoli o li fa male (vedi il primo miracolo di gp2) a lngo andare non avrà più molto eguito.

Louis Martin ha detto...

Don Camillo,

così cade però del tutto la distinzione tra virtù ordinarie e virtù eroiche. Che fa la differenza tra un'anima in purgatorio o in paradiso e un'anima propriamente santa.

D'altra parte, chi non è con me è contro di me, dice il Signore, dunque se Bergoglio non agisce AMDG, lo stesso sant'Ignazio intravvederebbe qualche coda appuntita ...

Io la intravedo solo nel fatto che stanno canonizzando il CVII e i suoi autori e ciò sarà per migliaia e ancora migliaia di anime motivo per stringersi ingenuamente e acriticamente alla chiesa conciliare.

Temo inoltre il dramma di fede che si porrà per tutti: una canonizzazione non è un atto pastorale.

Cosa ne pensa?

don Camillo ha detto...

Temo inoltre il dramma di fede che si porrà per tutti: una canonizzazione non è un atto pastorale.

Virtù eroiche? Non fu Francesco ha cambiare le modalità di Canonizzazioni ma sempre Ratzinger da Cardinale (purtroppo in cima c'è sempre lui). Se la canonizzazione è un atto politico sempre e comunque, dopo il concilio questo diventa più evidente, lo dimostra l'eliminazione del famoso contraddittorio nella causa dei Santi, il cosiddetto avvocato del diavolo. Ma i Santi servono per intercedere, se non intercedono, che santi sono? Ho ancora nella memoria l'episodio del 2005 ampiamente riportato dai giornali dove una notte, un uomo con la moglie gravemente ammalata vide in sogno Giovanni Paolo II. «Aveva il volto serio. Mi disse: “Io non posso fare niente, dovete pregare quest’altro sacerdote...”. Mostrò l’immagine di un prete smilzo, alto, magro, dove poi riconobbe Pio XII. Ovviamente per ragioni politiche non si tenne conto di questo, e in mancanza di un miracolo, si scelse l'episodio della suora che dichiarava di essere guarita quando in realtà si dice che ancora sia ammalata dal parkinson. Ma tranquillo nessuno dirà niente perchè i "PAPI BBUONI" per il mondo sono santi e basta.

Ripeto ben credo che entrambi siano in Paradiso, ma che abbiamo ricevuto anche la Grazia di intercessione o i miei legittimi dubbi dati dai fatti noti a tutti. La questione ora è in mano al Signore, la Chiesa non è cosa mia! Questo mi basta per stare tranquillo!

Louis Martin ha detto...


"Ripeto ben credo che entrambi siano in Paradiso, ma che abbiamo ricevuto anche la Grazia di intercessione o i miei legittimi dubbi dati dai fatti noti a tutti".

E' quello che intendevo facendo quella distinzione.