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mercoledì 7 agosto 2013

Gennari su Il Foglio. Basta con le bordate ideologiche alla Tradizione!

Da Il Foglio: Editoriali e commenti di Gianni Gennari

Riprendo da Don Camillo (chi vuole, turandosi il naso, se lo può leggere tutto dal link) il testo di Gennari, che contiene sprezzanti critiche alle voci della Tradizione. L'articolo, che fa una panoramica completa degli argomenti pubblicati da Il Foglio nel recente periodo, è ospitato dallo stesso giornale che, al momento, insieme alla melassa ormai dilagante, è l'unica testata a contenere anche voci fuori dal coro. Oltrepasso la carrellata iniziale e salto la melassa inserita frammezzo, per soffermarmi sui nomi e sui contenuti che il giornalista di Avvenire stigmatizza sul quotidiano che lo ospita. E su quelli farò le mie osservazioni che saranno essenziali, perché rivolte a triti luoghi comuni che costringono a ragionare sul nulla.
... Non basta ancora, però, perché sempre all' interno - "Niente latino ma canti. Applausi, balletti, qualche obiezione sulla 'disinvoltura' liturgica di Francesco" - per Mattia Rossi "la discontinuità liturgica bergogliana" è eccessiva, e di fatto lo colloca al seguito - ecco il punto, vero? - dell'"antropocentrica dottrina postconciliare" sulla stessa liturgia, e perciò questa "a Lampedusa e Copacabana è stata poco cattolica", pur "in salsa differente", contraddicendo così "gli otto anni di pontificato di Benedetto XVI".
Notiamo come stronca, senza offrire argomenti, l'articolata riflessione di Mattia Rossi pubblicata anche da no: avrete notato che ho messo il link. Siamo arrivati al punto che i 'mantra' conciliaristi sono entrati talmente nella vulgata ecclesiale attuale, che non hanno neppur bisogno di esser spiegati, se mai qualcuno lo avesse fatto. Sull'"antropocentrica dottrina conciliare" studiosi e teologi autorevoli - e meno autorevoli come la sottoscritta - hanno scritto volumi. E un vaticanista oggi si può permettere di stroncare un testo che cita l'antropocentrismo e il discutibile stile (e non solo) di Lampedusa e Copacabana, senza prendersi alcun onere di fornirne le ragioni. È così e basta. Il problema è che la massa dei lettori e dei credenti è questo che prende per oro colato!
[...] Eccoci, dunque, alla "stroncatura" imperativa di De Mattei... Credo sia lecito e doveroso ricordare che essa non è altro che conseguenza di una sua convinzione circa tutto ciò che riguarda il Concilio Vaticano II, visto da lui come "tradimento" della dottrina cristiana e cattolica, e conseguente valutazione nella quale soltanto chi ha resistito e resiste al Concilio è "vero cattolico", e tutti gli altri sono per lo meno sospetti di "eresia" vera e propria. In questo contesto la vicenda dei "lefebvriani", sia noti che coperti, cui Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno resistito così a lungo fino a oggi, la dice lunga sul modo di concepire la fede e la storia da parte di chi la pensa come il De Mattei, e che ora magari penserebbe di poter lamentare pubblicamente un distacco dottrinale di Francesco rispetto ai suoi predecessori con un equivoco volontario e manifesto - il solito - per il quale solo chi condivide le sue idee su Dio, Cristo, chiesa, sacramenti, Maria, sessualità ecc. è un vero cattolico e rifiuta la dottrina - soltanto "pastorale", e quindi di seconda classe - del Vaticano II. Il discorso sarebbe lungo, e complesso, ma qui è sufficiente.
Notate come tenta di stroncare uno storico e un credente come De Mattei, che ha fornito in libri e articoli di spessore le ragioni delle sue serie e rispettose critiche, con bordate generiche tirando in ballo perfino i "lefebvriani sia noti che coperti" (allusione tanto subdola quanto falsa), liquidando la questione con l'"atteggiamento nei confronti del concilio". Abbiamo capito che è questo il punto nodale di tutto e la seria e unica ragione del contendere. Ma limitarsi a questo per poi riconoscere che "il discorso sarebbe lungo e complesso, ma qui è sufficiente" e per di più cavarsela in questi termini apodittici oltre che sprezzanti, mi sembra poco serio e possibile solo nel clima ideologizzato e fortemente inquinato nel quale siamo purtroppo immersi.
Oltretutto è falso rivolgere a De Mattei - così come a chiunque difende la Tradizione - l'accusa di un rifiuto totale del Concilio, quando è ben noto che se ne criticano, documentatamente, i punti controversi. In realtà, però, la mitizzazione del concilio e la "rifondazione" della Chiesa che la sua applicazione in chiave modernista sta consentendo - riducendolo a nuovo superdogma dopo aver cancellato i dogmi fondanti la nostra fede - rischia seriamente di permettere a questi soloni, ed alla Gerarchia con loro, di ridurre al silenzio i veri cattolici. Ma non ci riusciranno.
[...] ma di nuovo evidente l' equivoco di Mattia Rossi grazie al quale si qualifica, anzi si squalifica come "poco cattolica" la liturgia di "Lampedusa e Copacabana" con l' accusa di "contraddire" il "pontificato di Benedetto XVI". Chi pensa questo - ovviamente liberissimo di farlo - confonde l' estetica, la sua estetica, con la sostanza del Sacrificio eucaristico, e non è confusione da poco. [...] e infine per la "Protesta" di Agnoli varrebbe la pena chiedersi - aiutati anche da una dichiarazione successiva della Santa Sede attraverso il portavoce papale - se il vero problema della Comunità messa sotto osservazione dalla Congregazione dei religiosi sia quello della liturgia antica o conciliare o invece si tratti proprio della pretesa di identificare una sola liturgia, quella antica, con la fede cattolica, e del conseguente rifiuto totale di riconoscere le "novità" del rito postconciliare perché giudicato - e siamo di nuovo alla convinzione di de Mattei e Co.  - traditore della sostanza della fede cattolica e del Sacrificio di Cristo. Non di sola "liturgia" si tratta, perciò, e chi conosce la realtà non potrebbe negarlo...
E' tutto: leggo e continuerò a leggere il Foglio, imperdibile in tanti sensi, anche quando la si pensa diversamente su tante cose...
Eccoci dunque di nuovo a Mattia Rossi e alla reiterata trita accusa di "confondere l'estetica col sacrificio eucaristico" per di più "la sua estetica", come se Mattia Rossi non parlasse di termini di "universali". Oltretutto è una bieca falsità. 
Tocca poi ad Agnoli in riferimento alla questione dei Francescani dell'Immacolata, anch'essa alla fine liquidata coll'allusione al nodo conciliarista, rivelato dalla frase "Non di sola liturgia si tratta". 

Che dire dunque? A questo punto abbiamo a che fare con degli ideologi, fortemente sprezzanti e irriducibili. Ma sono essi che hanno in mano il potere di legare e di sciogliere che una volta apparteneva a Pietro... O meglio, appartiene per sempre a Pietro, ma c'è il rischio che lo usi come Simone o che ceda al "collegio" ciò che appartiene al capo, come Vicario del Capo.

27 commenti:

  1. "È così e basta!"

    Basterebbero quelle parole per definire la vulgata imperante, disegnare il quadro ecclesiale che abbiamo sotto gli occhi, descrivere l`aria che respiriamo e la musica assordante che vorrebbero imporci.
    Non me ne vorranno,spero, mic e i blogger se rimetto qui i due commenti che avevo scitto più sotto:

    Una cosa è certa se il bersaglio alla fine, checchè ne dicano portavoci e alii, è la Santa Messa Antica, siamo alla frutta.
    Per arrivarci è indispensabile ridicolizzare, screditare, schernire, chi quella Messa l`ama e la celebra, è necessario dipingere i cattolici tradizionali in modo grottesco e farne dei nemici della ...vera Tradizione, è importante dire di loro che non sentono cum Ecclesia.
    C`è da dire che purtroppo è anche vero che alcuni "tradizionalisti" sono troppo virulenti e imprudenti, chi già non ci rispetta e stima ha buon gioco di mettere tutto e tutti nella stessa cesta.

    Se i cattolici tradizionali hanno ancora per il momento il diritto=permesso di vivere, sono comunque rinchiusi nel recinto delimitato e imposto loro da chi li detesta, guai a loro se osano alzare la testa o aprire la bocca, sembra sempre più chiaro, e questo, sì, è preoccupante, che obbligo è fatto loro di tacere o di non dire una parola che potrebbe essere manipolata e ritornarsi contro di loro, sono solo tollerati, per quanto tempo ancora non si sa!
    Ma questi sono i disegni e la volontà umani.
    La Chiesa è di Cristo.

    A dire il vero di questi tempi non è tollerato chiunque non sia entusiasto dell`aria che respira nella Chiesa, chi non è allegro e ottimista, chi non canta e balla a ritmo di samba, chi non ha un sorriso permanente sul volto, è criticato, è insultato, èsubito tacciato con una delle tante etichette fornite da papa Bergoglio.
    Se poi quelle persone hanno l`aggravante di essere dei cattolici tradizionali, in più delle etichette del Papa, arrivano quelle solite trite e arcitrite che circolano da anni sui vari blog, il tutto condito con una malvagità e perfidia molto, ma molto poco cristiane.
    Il "processus" si sta accelerando, osservarlo è fin troppo facile, la scure iniqua caduta sui FI è , temo, solo la punta dell`iceberg.
    Quel che c`è sotto, lo immaginiamo, lo sappiamo, fin dove si spingeranno ancora non lo sappiamo.

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  2. Qui non c'è neanche scritto "Redazione"..:

    http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/conclave-27018/


    "Il compito del Papa «di tenere l'unità nella Chiesa Cattolica» fu evocato nella Cappella Sistina dal cardinale Prosper Grech, il grande teologo maltese al quale era stato affidato il compito di tenere l'ultima meditazione nella Cappella Sistina prima che fosse annunciato l'«extra omnes». «Tra estremisti ultratradizionalisti e estremisti ultraprogressisti, tra sacerdoti ribelli all'obbedienza e quelli che non riconoscono i segni dei tempi, ci sarà sempre - affermò il porporato agostiniano che avendo già 87 anni non partecipò poi alle votazioni - il pericolo di scismi minori che non soltanto danneggiano la Chiesa, ma che vanno contro la volontà di Dio: l'unità a ogni costo». "

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  3. "unità" in chi?

    E' questo che dimenticano, i soloni!

    E' il Signore a fare l'unità in Lui, non gli uomini che lo stanno tradendo, con le loro "strategie".

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  4. e poi, scusate "unità ad ogni costo" che significa?

    Il Signore non ci ha insegnato "ad ogni costo". E' stato Lui a pagare un costo molto alto, non ce lo dimentichiamo! Non possiamo tradirlo anche noi...

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  5. http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/08/07/niente-figli-ma-il-papa-non-e-daccordo/



    "A corredo di un suo servizio sulle meraviglie di una vita “childfree”, libera dal fare figli, il “Corriere della Sera” del 6 agosto ha associato anche papa Francesco a questa moda, facendo leva su un suo detto secondo cui i pastori della Chiesa “non hanno il diritto di intromettersi nella vita privata di nessuno” e sulla sua più recente battuta: “Chi sono io per giudicare un gay?”. "

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    Interessante anche, per altri versi, e forse complementare:

    http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/08/03/il-papa-e-la-madonna-sbancano-su-tv-2000/

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  6. Si ma mic, tu come fai a sapere che "è il Signore ad non aver detto ad ogni costo"?
    Semplice perché ti affidi all'autorità infallibile del Magistero, sia quello dogmatico che quello non dogmatico e la prova è che il VO non è certo dogmato eppure lo ritieni altissimo portatore di sacramento.
    Allora va bene la critica ad un prelato che non fa magistero, ma ci sono alcuni presupposti che se non accettati fanno cadere semplicemente la struttura portante di OGNI discorso.
    Il prelato parla sulla base e sulla scorta di quanto pronunciato dal CVII e dunque su quella base e su quella scorta è fondamentale leggere ogni frase. Il di più è fraintendere il pensiero.
    E il CVII è pur sempre Magistero.

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  7. I giornalisti stanno parlando troppo e spesso anche a sproposito. Sbagliamo a star lì a cogliere ogni parola che vola.
    Quel che abbiamo sottolineato e registrato fin qui, tuttavia, ci dà il quadro realistico della situazione e ci aiuta ad esprimere e approfondire le idee per orientarci nei passi futuri.

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  8. l'unità a ogni costo07 agosto, 2013 11:47

    http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/conclave-27018/


    una lettura di ciò che vogliono...

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  9. Minstrel,
    ho già detto altrove che il Signore ci insegna a scegliere e a rifiutare il male e l'errore, e ci rende capaci di farlo, non a inglobare tutto: cioè quell'"ad ogni costo".
    Lo dice San Paolo, non io: "Quale accordo tra Cristo e Beliar?".

    Inoltre il concilio, per sua stessa definizione, non è dogmatico e non è nemmeno un "pacchetto" da prendere o lasciare. È un insieme di documenti che hanno diversi livelli di validità. Chi ne fa un superdogma cade nel conciliarismo...

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  10. "volontà di Dio: l'unità a ogni costo."

    Questo é uno dei mantra della temperie attuale ed é strettamente connesso a quella dimensione antidogmatica e antintellettualistica che spesso é stata sottolineata in questo blog.

    L'unitá qui raccomandata tende infatti a perdere qualsiasi significato nel momento in cui viene privata di un solido contenuto dogmatico.
    Ma il dogma si esplicita (si definisce) nel momento in cui viene escluso ció che gli si oppone. Chi rifiuta x,y,z Anathema sit.

    In ultima analisi la lotta che vine portata avanti é una lotta contro il Logos, o meglio contro la capacitá del Logos di dire qualcosa di stabile sull'assoluto.


    Roberto

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  11. Mic, per consolarci non potresti pubblicare l'articolo di Massimo Fini apparso sul "Fatto Quotidiano", in cui si ironizza sul circo mediatico bergogliano?

    Micus

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  12. “Come oggi mai non ci è nessuno il quale non ravvisi e non deplori le stragi che si sono fatte nell’ordine religioso morale e ci-vile con la diffusione dei giornali e delle piccole operette dirette a pervertire le menti e a sconvolgere da capo a fondo la società, cosi non ci è nessuno il quale non conosca la necessità di adoperare le medesime armi per combattere l’errore e la perfidia, per ricondurre le idee degli uomini sulle strade del raziocinio, e ristabilire l’edifizio sociale sui fondamenti della religione, della giustizia, e della verità. Per vero dire non sono mancati e non mancano difensori generosi e robusti dell’altare, del trono, e delle sane dottrine, ma d’ordinario gli scritti loro respingono la moltitudine con la vastità del volume, e con la profondità dei ragionamenti, e mentre così nelle mani nostre restano inoperosi i cannoni di grosso calibro, l’errore e l’empietà ci opprimono con la mitraglia dei piccoli scritti,conditi con quei sali e apparecchiati con quelle forme che li rendono accetti e gustosi alla corruttela del cuore umano. Era perciò necessario di combattere ad armi pari”. Conte Monaldo Leopardi

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  13. Micus,
    ho pubblicato; ma l'ho inserito, nell'ordine, prima di questo che è preferibile rimanga in migliore evidenza, per lo sviluppo della discussione.

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  14. Dai giornali arrivano anche i nostri.


    http://lepaginedidoncamillo.blogspot.it/2013/08/quella-sberla-ai-francescani-nella.html

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  15. Se sei un cattolico legato alla Santa Antica, se non vado errata quel che contraddistingue i cattolici detti tradizionali è appunto quel legame, e non vuoi essere beffeggiato, insultato, vilipeso, dovresti scegliere di metterti un bavaglio sulla bocca, dovresti sterilizzare il tuo cervello, dovresti fare come le tre scimmie che non vedono, non sentono e non parlano, se vuoi parlare devi adottare il religiosamente corretto, è imperativo non dire una sola parola che da vicino o da lontano potrebbe assomigliare ad una critica del CVII o di alcuni passaggi di alcuni suoi documenti, devi far finta di non vedere la crisi della Chiesa, l`apostasia dilagante, la crisi del sacerdozio, lo scempio dottrinale e liturgico, devi tacere!
    Se non taci, se non soffochi la tua coscienza, se parli fuori dal coro non senti cum Ecclesia!

    Questa è la vulgata che sta dilagando, l`abbiamo vista arrivare, mi ricordo quando mic ed io, qui e su Mil, ne parlavamo, ora che tante maschere sono cadute, anche chi forse metteva un certo freno parla e scrive a briglie sciolte sicuro di cavalcare la buona onda.

    Non sono invece nuovi certi personaggi che si definiscono tradizionalisti autentici e veraci (!)( ma si sa che hanno scoperto la Messa Tridentina col Summorum Pontificum), li conosciamo, non son cambiati il livore e la malvagità con i quali insultano e calunniano i cattolici veramente tradizionali che stavano nelle trincee e con coraggio difendevano la Santa Messa Antica (che quei censori volevano seppellire definitivamente), o coloro che l`hanno scoperta o ritrovata, oggi come ieri si ergono in giudici implacabili che danno le loro sentenze senza appello, ma oggi il tiro si fa concentrico e sempre più violento.
    Quando poi dal Vaticano arrivano decisoni inique che mostrano chi viene ascolato e chi rigettato, la loro arroganza diventa esponenziale.

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  16. Correggo: se sei legato alla Santa Messa Antica....

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  17. "E infatti, benché aneli a restar immerso in sì alta meditazione e soave contemplazione, alimentata dal divino spirito, tuttavia il dottore mellifluo non rimane chiuso tra le pareti della sua cella, che pur «custodita è dolce»,[24] ma dovunque sia in questione la causa di Dio e della chiesa, è subito presente col consiglio, con la parola, con l'azione. Asseriva infatti che non «deve ognuno vivere per sé, ma per tutti».[25] Di se stesso, poi, e dei suoi così scriveva: «In tal modo anche ai nostri fratelli tra cui viviamo, siamo debitori, per diritto di fraternità e umano consorzio, di consiglio e di aiuto».[26] Quando con dolore vedeva minacciata o perseguitata la nostra santa religione, non risparmiava fatiche, non viaggi, non premure per difenderla strenuamente e porgerle aiuto secondo le sue possibilità. «Nulla mi è estraneo - diceva - di ciò che si riveli interesse di Dio».[27] E al re Ludovico di Francia scrive queste coraggiose parole: «Noi figli della chiesa, non possiamo in alcun modo dissimulare le ingiurie recate alla nostra madre, il disprezzo verso di lei, i suoi diritti conculcati... Per certo staremo saldi e combatteremo fino alla morte, se sarà necessario, per la nostra madre, con le armi che ci si addicono; non con gli scudi e le spade, ma con le preghiere e le lacrime al cospetto di Dio».[28] A Pietro, abate di Cluny: «Mi glorio nelle mie tribolazioni, se sono stato ritenuto degno di soffrirne alcuna per la chiesa. Questa è la mia gloria che esalta il mio capo, il trionfo della chiesa. Se infatti siamo stati compagni nella fatica, lo saremo anche nella consolazione. È stato doveroso collaborare con la nostra madre, unirci alla sua passione ...»". Così Pio XII, parlando di Bernardo di Chiaravalle (Lettera enciclica Doctor Mellifluus).
    Forza e coraggio allora ...

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  18. Gentile redazione, io concordo con Gianni Gennari. Se l'articolista è costretto a sintetizzare per motivi di spazio che il quotidiano Il Foglio gli concede ciò non significa che egli stia ripetendo i soliti mantra conciliaristi. De Mattei e company non sono i difensori e i portavoce della "Tradizione". La Tradizione Sacra della Chiesa Cattolica è molto di più del concetto minimalista e arbitrario che questi signori hanno della Tradizione. Dirò di più. Gennari dovrebbe scrivere un articolo molto più ampio per contestare la consunta retorica degli autori degli articoli del Foglio. Mi scuso se ho mancato di rispetto a qualcuno e ringrazio per questo spazio concesso al mio commento. Distinti saluti. Un semplice fedele.

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  19. Liberissimo di concordare con Gianni Gennari il quale, invece di fare un'esecuzione sommaria di tutto ciò che aveva a che fare con la Tradizione, avrebbe potuto utilizzare il suo spazio per argomentare invece di usare i soliti luoghi comuni ormai stantii.

    D'accordo che la Tradizione non è rappresentata soltanto dalle persone chiamate in causa, che peraltro (come del resto questo blog e chi lo gestisce nella più assoluta autonomia) non appartengono ad alcuna Company.
    Quanto a De Mattei non mi pare che ne abbia fondata una... Tuttavia quel che era ed è in discussione non sono tanto le persone, almeno per noi, quanto i contenuti e - di fatto - la Tradizione stessa...

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  20. Mic., mi sbaglio oppure in autunno (prossimo ottobre) ci sara' il sinodo dei vescovi - che non sara' piu' consultivo, ma deliberativo - FINE DEL PAPATO, INTESO COME AUTORITA' - che dovra' trattare questioni di enorme valore, come la comunione ai divorziati e risposati - la nuova Messa - e molte altre cose che dovrebbero ultrarivoluzionare. la Chiesa Cattolica Romana se vogliamo viverla da veri Cattolici, dobbiamo fare, come dite in un altro commento, diventare veri partigiani e combattere come hanno combattuto i veri partigiani per abbattere una dittatura e diventare veramente liberi.
    Basta guardare e sentire cio' che fa' e che dice Bergoglio, per capire in che tipo di chiesa si finirebbe se lo si seguisse senza ostacolarlo - Lui ed i suoi accoliti postconciliari; ormai parlano, predicano e fanno tutto cio' che e' di tipo protestantico.
    In seguito ne vedremo delle belle, se non ci mette mano la Madonna Madre nostra e del Crocefisso.
    Chissa' che Bergoglio non sia proprio il (Papa?) impostoci da Dio?
    Perche' lo sappiamo che Dio, nostro Signore, certi Papi ce li dona, altri ce li fa' digerire ed altri ce li impone per vedere dove arriva la nostra Fede in Lui.
    Dobbiamo stare attenti per cio' che riguarda Bergoglio ed i suoi, a cio' che dicono, a cio' che fanno e a cio' che pensano.
    da 50 anni ci hanno portato sul baratro, ma Dio e la Sua Madre SS.ma ci sono sempre vicini e ci proteggono; difficilmente ci lasciano cadere nelle unghie di satana, se non siamo noi a volerlo.
    Dobbiamo chiedere alla Madonna un gran desiderio - non piu' spezzettati come ora, ma un solo popolo compatto per la tradizione.
    Lo so' che e' difficile, ma a Dio nulla e' impossibile, specialmente se lo chiediamo con il cuore.
    Se Bergoglio ed i suoi volessero andare a fare le guide protestanti ci farebbero il piu' grande dono che Dio ci puo' regalare. Ma siamo peccatori e ci tocchera' soffrire fino a quando vuole il Signore.
    Solo la preghiera ci puo' consolare.

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  21. Si a ottobre il famoso "consiglio della corona" si riunirá.
    Certo che se ne verrà fuori una sinodalità deliberativa, che ne sarà del primato?
    E che succederà alla Chiesa?

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  22. Anonimo delle 16.16 concordo con te. Personalmente anche io diffido molto dei portavoce della tradizione, come De Mattei, Gnocchi, Palmaro, ecc. Io sono tradizionalista, ma non mi sento rappresentato da loro, soprattutto quando imbastiscono piagnistei autoreferenziali, che danneggiano l'immagine e la percezione del tradizionalismo. Trovo che le loro reazioni siamo molto istintive, poco ponderate, mi sembra che vengano dalla pancia e non dalla mente. Niente a che vedere con altri contributi di elevato spessore, ma che purtroppo si fanno sentire di rado. Mi riferisco per esempio a Radaelli. Memorabile il suo contributo in merito alle dimissioni di Ratzinger, molto al di sopra delle lacrimucce dei presunti portavoce della tradizione che si improvvisano "capi popolo" e danno sfogo al sentimentalismo più becero e puerile per arringare le folle.

    Micus

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  23. Micus,
    In questo caso, il tuo commento mi sembra poco generoso e approssimativo.
    Trovo anche improprio il paragone con Radaelli, stimabilissimo studioso e scrittore; ma, ognuno nel suo campo, mi sembra abbia dato e stia dando il suo contributo.

    Non conosco "lacrimucce". Conosco piuttosto commenti seri, ciascuno col suo stile. Magari, poi, ci fossero, veri e propri arringatori di folle - in positivo, ovviamente - per svegliare le coscienze!

    A me sembra che ognuno cerchi, dal suo posto, di fare la sua parte.
    Quelli che mancano, purtroppo e drammaticamente, sono i pastori!

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  24. Posto ancora il brano del Conte Leopardi (padre di Giacomo), in risposta a Micus.
    L'artiglieria leggera è fondamentale.

    “Come oggi mai non ci è nessuno il quale non ravvisi e non deplori le stragi che si sono fatte nell’ordine religioso morale e ci-vile con la diffusione dei giornali e delle piccole operette dirette a pervertire le menti e a sconvolgere da capo a fondo la società, cosi non ci è nessuno il quale non conosca la necessità di adoperare le medesime armi per combattere l’errore e la perfidia, per ricondurre le idee degli uomini sulle strade del raziocinio, e ristabilire l’edifizio sociale sui fondamenti della religione, della giustizia, e della verità. Per vero dire non sono mancati e non mancano difensori generosi e robusti dell’altare, del trono, e delle sane dottrine, ma d’ordinario gli scritti loro respingono la moltitudine con la vastità del volume, e con la profondità dei ragionamenti, e mentre così nelle mani nostre restano inoperosi i cannoni di grosso calibro, l’errore e l’empietà ci opprimono con la mitraglia dei piccoli scritti,conditi con quei sali e apparecchiati con quelle forme che li rendono accetti e gustosi alla corruttela del cuore umano. Era perciò necessario di combattere ad armi pari”. Conte Monaldo Leopardi

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  25. E' importante questo richiamo alla "artiglieria leggera". Bella meyafora, se si conzidera che certi scritti non sono accessibili a tutti.
    E allora c'è bisogno di chi sminuzza il "cibo solido" e lo rende assimilabile.

    D'altronde anche la metafora delle "armi pari" è ben centrata perché con i diffusi e dilaganti articoli e discorsi ingannevoli che raggiungono il grande pubblico, non è con i trattati di alta teologia che possiamo combattere.
    Ma dobbiamo ricorrere agli stessi mezzi per diffondere la verità in termini chiari limpidi e accessibili.
    È questo in fondo il nostro principale impegno, che è frutto di preghiera di studio e di esperienza, oltre che di vita sacramentale.

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  26. chiedo scusa dei refusi. Sto scrivendo dal cellulare.

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  27. Curioso. L'instancabile cara Mic ha avuto modo, nel giro di una giornata, di pubblicare due pesanti stroncature, acritiche e totalmente preconcette: una di Paolo Rodari e una di Gianni Gennari.
    Mi preme commentare brevemente (viste le implicazioni anche "personali") quella di Gennari. E lo farò, guardate il caso, con parole testuali proprio di Paolo Rodari: "Gennari, come al solito, fa finta di niente e tira acqua alle sue tesi. Oppure proprio non riesce a capire".
    (fonte: http://www.ilfoglio.it/palazzoapostolico/2253)
    MR

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