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mercoledì 9 ottobre 2013

Gnocchi e Palmaro. Questo Papa non ci piace

Quanto sia costata l’imponente esibizione di povertà di cui papa Francesco è stato protagonista il 4 ottobre ad Assisi non è dato sapere. Certo che, in tempi in cui va così di moda la semplificazione, viene da dire che la storica giornata abbia avuto ben poco di francescano. Una partitura ben scritta e ben interpretata, se si vuole, ma priva del quid che ha reso unico lo spirito di Francesco, il santo: la sorpresa che spiazza il mondo. Francesco, il papa, che abbraccia i malati, che si stringe alla folla, che fa la battuta, che parla a braccio, che sale sulla Panda, che molla i cardinali a pranzo con le autorità per andare al desco dei poveri era quanto di più scontato ci si potesse attendere, ed è puntualmente avvenuto. Naturalmente con gran concorso di stampa cattolica e paracattolica a esaltare l’umiltà del gesto tirando un sospirone di sollievo perché, questa volta, il papa ha parlato dell’incontro con Cristo. E di quella laica a dire che, adesso sì, la Chiesa si mette al passo con i tempi. Tutta roba buona per il titolista di medio calibro che vuole chiudere in fretta il giornale e domani si vedrà.

Non c’è stata neanche la sorpresa del gesto clamoroso. Ma, anche questa, sarebbe stata ben povera cosa, visto quanto papa Bergoglio ha detto e fatto in solo mezzo anno di pontificato culminato negli ammiccamenti con Eugenio Scalfari e nell’intervista a “Civiltà Cattolica”.

Gli unici a trovarsi spiazzati, in questo caso, sarebbero stati i “normalisti”, quei cattolici intenti pateticamente a convincere il prossimo, e ancor più pateticamente a convincere se stessi, che nulla è cambiato. E’ tutto normale e, come al solito, è colpa dei giornali che travisano a bella posta il papa, il quale direbbe solo in modo diverso le stesse verità insegnate dai predecessori.

Per quanto il giornalismo sia il mestiere più antico del mondo, riesce difficile dare credito a questa tesi. “Santità” chiede per esempio Scalfari nella sua intervista “esiste una visione del Bene unica? E chi la stabilisce?”. “Ciascuno di noi” risponde il papa “ha una sua visione del Bene e anche del Male. Noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il Bene”. “Lei, Santità” incalza gesuiticamente Eugenio, al quale non pare vero, “l’aveva già scritto nella lettera che mi indirizzò. La coscienza è autonoma, aveva detto, e ciascuno deve obbedire alla propria coscienza. Penso che quello sia uno dei passaggi più coraggiosi detti da un Papa”. “E qui lo ripeto” ribadisce il papa, al quale non pare vero neanche a lui. “Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo”.

A Vaticano II già concluso e a postconcilio più che ben avviato, nel capitolo 32 della “Veritatis splendor”, Giovanni Paolo II scriveva, contestando “alcune correnti del pensiero moderno”, che  “si sono attribuite alla coscienza individuale le prerogative di un'istanza suprema del giudizio morale, che decide categoricamente e infallibilmente del bene e del male (…) tanto che si è giunti ad una concezione radicalmente soggettivista del giudizio morale”. Anche il “normalista” più estroso dovrebbe trovare difficile conciliare il Bergoglio 2013 con il Woityla 1993.

Al cospetto di tale inversione di rotta, i giornali fanno il loro onesto e scontato lavoro. Riprendono le frasi di papa Francesco in evidente contrasto con ciò che i papi e la Chiesa hanno sempre insegnato e le trasformano in titoli da prima pagina. E allora il “normalista”, che dice sempre e ovunque quello che pensa l’”Osservatore Romano”, tira in ballo il contesto. Le frasi estrapolate dal benedetto contesto non rispecchierebbero la mens di chi le ha pronunciate. Ma, ed è la storia della Chiesa che lo insegna, certe frasi di senso compiuto hanno senso e vanno giudicate a prescindere. Se in una lunga intervista qualcuno sostiene che “Hitler è stato un benefattore dell’umanità”, difficilmente potrà cavarsela davanti al mondo invocando il contesto. Se un papa dice in un’intervista “Io credo in Dio, non in un Dio cattolico” la frittata è fatta a prescindere. Sono duemila anni che la Chiesa giudica le affermazioni dottrinali isolandole dal contesto. Nel 1713, Clemente XI pubblica la costituzione “Unigenitus Dei Filius” in cui condanna 101 proposizioni del teologo Pasquier Quesnel. Nel 1864, Pio IX pubblica nel “Sillabo” un elenco di proposizioni erronee. Nel 1907, San Pio X allega alla “Pascendi dominici gregis” 65 frasi incompatibili con il cattolicesimo. E sono solo alcuni esempi per dire che l’errore, quando c’è, si riconosce a occhio nudo. Una ripassatina al “Denzinger” non farebbe male.

Per altro, nel caso delle interviste di Bergoglio, l’analisi del contesto può persino peggiorare le cose. Quando, per esempio, papa Francesco dice a Scalfari che “il proselitismo è una solenne sciocchezza”, il “normalista” subito spiega che si sta parlando del proselitismo aggressivo delle sette sudamericane. Purtroppo, nell’intervista, Bergoglio dice a Scalfari: “Non voglio convertirla”. Ne scende che, nell’interpretazione autentica, quando si definisce “solenne sciocchezza” il proselitismo, si intende il lavoro fatto dalla Chiesa convertire le anime al cattolicesimo.

Sarebbe difficile interpretare il concetto altrimenti, alla luce delle nozze tra Vangelo e mondo, che Francesco ha benedetto nell’intervista alla “Civiltà Cattolica”. “Il Vaticano II” spiega il papa “è stato una rilettura del Vangelo alla luce della cultura contemporanea. Ha prodotto un movimento di rinnovamento che semplicemente viene dallo stesso Vangelo. I frutti sono enormi. Basta ricordare la liturgia. Il lavoro della riforma liturgica è stato un servizio al popolo come rilettura del Vangelo a partire da una situazione storica concreta. Sì, ci sono linee di ermeneutica di continuità e di discontinuità, tuttavia una cosa è chiara: la dinamica di lettura del Vangelo attualizzata nell’oggi che è stata propria del Concilio è assolutamente irreversibile”. Proprio così, non più il mondo messo in forma alla luce del Vangelo, ma il Vangelo deformato alla luce del mondo, della cultura contemporanea. E chissà quante volte dovrà avvenire, a ogni torno di mutamento culturale, ogni volta mettendo in mora la rilettura precedente: nient’altro che il concilio permanente teorizzato dal gesuita Carlo Maria Martini.

Su questa scia, si sta alzando sull’orizzonte l’idea di una nuova Chiesa, “l’ospedale da campo” evocato nell’intervista a “Civiltà Cattolica” dove pare che i medici fino a ora non abbiano fatto bene il loro mestiere. “Penso anche alla situazione di una donna che ha avuto alle spalle un matrimonio fallito nel quale ha pure abortito” dice sempre il papa. “Poi questa donna si è risposata e adesso è serena con cinque figli. L’aborto le pesa enormemente ed è sinceramente pentita. Vorrebbe andare avanti nella vita cristiana. Che cosa fa il confessore?”. Un discorso costruito sapientemente per essere concluso da una domanda dopo la quale si va capo e si cambia argomento, quasi a sottolineare l’inabilità della Chiesa di rispondere. Un passaggio sconcertante se si pensa che la Chiesa soddisfa da duemila anni tale quesito con una regola che permette l’assoluzione del peccatore, a patto che sia pentito e si impegni a non rimanere nel peccato. Eppure, soggiogate dalla straripante personalità di papa Bergoglio, legioni di cattolici si sono bevute la favola di un problema che in realtà non è mai esistito. Tutti lì, con il senso di colpa per duemila anni di presunte soperchierie ai danni dei poveri peccatori, a ringraziare il vescovo venuto dalla fine del mondo, non per aver risolto un problema che non c’era, ma per averlo inventato.

L’aspetto inquietante del pensiero sotteso a tali affermazioni è l’idea di un’alternativa insanabile fra rigore dottrinale e misericordia: se c’è uno, non può esservi l’altra. Ma la Chiesa, da sempre, insegna e vive esattamente il contrario. Sono la percezione del peccato e il pentimento di averlo commesso, insieme al proposito di evitarlo in futuro, che rendono possibile il perdono di Dio. Gesù salva l’adultera dalla lapidazione, la assolve, ma la congeda dicendo: “Va, e non peccare più”. Non le dice: “Va, e sta tranquilla che la mia Chiesa non eserciterà alcuna ingerenza spirituale nella tua vita personale”.

Visto il consenso praticamente unanime nel popolo cattolico e l’innamoramento del mondo, contro il quale però il Vangelo dovrebbe mettere in sospetto, verrebbe da dire che sei mesi di papa Francesco hanno cambiato un’epoca. In realtà, si assiste al fenomeno di un leader che dice alla folla proprio quello che la folla vuole sentirsi dire. Ma è innegabile questo viene fatto con grande talento e grande mestiere. La comunicazione con il popolo, che è diventato popolo di Dio dove di fatto non c’è più distinzione tra credenti e non credenti, è solo in piccolissima parte diretta e spontanea. Persino i bagni di folla in piazza San Pietro, alla Giornata Mondiale della Gioventù, a Lampedusa o ad Assisi sono filtrati dai mezzi di comunicazione che si incaricano di fornire gli avvenimenti unitamente alla loro interpretazione.

Il fenomeno Francesco non si sottrae alla regola fondamentale del gioco mediatico, ma, anzi, se ne serve quasi a diventarne connaturale. Il meccanismo fu definito con grande efficacia all’inizio degli anni ottanta da Mario Alighiero Manacorda in un godibile libretto dal godibilissimo titolo “Il linguaggio televisivo. O la folle anadiplosi”. L’anadiplosi è una figura retorica che, come avviene in questa riga, fa iniziare una frase con il termine principale contenuto nella frase precedente. Tale artificio retorico, secondo Manacorda, è divenuto l’essenza del linguaggio mediatico. “Questi modi puramente formali, superflui, inutili e incomprensibili quanto alla sostanza” diceva “inducono l’ascoltatore a seguire la parte formale, cioè la figura retorica, e a dimenticare la parte sostanziale”.

Con il tempo, la comunicazione di massa ha finito per sostituire definitivamente l’aspetto formale a quello sostanziale, l’apparenza alla verità. E lo ha fatto, in particolare, grazie alle figure retoriche della sineddoche e della metonimia, con le quali si rappresenta una parte per il tutto. La velocità sempre più vertiginosa dell’informazione impone di trascurare l’insieme e porta a concentrarsi su alcuni particolari scelti con perizia per dare una lettura del fenomeno complessivo. Sempre più spesso, giornali, tv, siti internet, riassumono i grandi eventi in un dettaglio.

Da questo punto di vista, sembra che papa Francesco sia stato fatto per i massmedia e che i massmedia siano stati fatti per papa Francesco. Basta citare il solo esempio dell’uomo vestito di bianco che scende la scaletta dell’aereo portando una sdrucita borsa di cuoio nera: perfetto uso di sineddoche e metonimia insieme. La figura del papa viene assorbita da quella borsa nera che ne annulla l’immagine sacrale tramandata nei secoli per restituirne una completamente nuova e mondana: il papa, il nuovo papa, è tutto in quel particolare che ne esalta la povertà, l’umiltà, la dedizione, il lavoro, la contemporaneità, la quotidianità, la prossimità a quanto di più terreno si possa immaginare.

L’effetto finale di tale processo porta alla collocazione sullo sfondo del concetto impersonale di papato e la contemporanea salita alla ribalta della persona che lo incarna. L’effetto è tanto più dirompente se si osserva che i destinatari del messaggio recepiscono il significato esattamente opposto: osannano la grande umiltà dell’uomo e pensano che questi porti lustro al papato.

Per effetto di sineddoche e metonimia, il passo successivo consiste nell’identificare la persona del papa con il papato: una parte per il tutto, e Simone ha spodestato Pietro. Questo fenomeno fa sì che Bergoglio, pur esprimendosi formalmente come dottore privato, trasformi di fatto qualsiasi suo gesto e qualsiasi sua parola in un atto di magistero. Se poi si pensa che persino la maggior parte dei cattolici è convinta che quanto dice il papa sia solo e sempre infallibile, il gioco è fatto. Per quanto si possa protestare che una lettera a Scalfari o un’intervista a chicchessia siano persino meno di un parere da dottore privato, nell’epoca massmediatica, l’effetto che produrranno sarà incommensurabilmente maggiore a qualsiasi pronunciamento solenne. Anzi, più il gesto o il discorso saranno formalmente piccoli e insignificanti, tanto più avranno effetto e saranno considerati come inattaccabili e incriticabili.

Non a caso la simbologia che sorregge questo fenomeno è fatta di povere cose quotidiane. La borsa nera portata in mano sull’aereo è un esempio di scuola. Ma anche quando si parla della croce pettorale, dell’anello, dell’altare, delle suppellettili sacre o dei paramenti, si parla del materiale con cui sono fatte e non più di ciò che rappresentano: la materia informe ha avuto il sopravvento sulla forma. Di fatto, Gesù non si trova più sulla croce che il papa porta al collo perché la gente viene indotta a contemplare il ferro in cui l’oggetto è stato prodotto. Ancora una volta la parte si mangia il Tutto, che qui va scritto con la “T” maiuscola. E la “carne di Cristo” viene cercata altrove e ciascuno finisce per individuare dove vuole l’olocausto che più gli si confà. In questi giorni a Lampedusa, domani chissà.

E’ l’esito della saggezza del mondo, che San Paolo bandiva come stoltezza e che oggi viene usata per rileggere il Vangelo con gli occhi della tv. Ma già nel 1969, Marshall McLuhan scriveva a Jacques Maritain: “Gli ambienti dell’informazione elettronica, che sono stati completamente eterei, nutrono l’illusione del mondo come sostanza spirituale. Questo è un ragionevole facsimile del Corpo Mistico, un’assordante manifestazione dell’anticristo. Dopo tutto, il principe di questo mondo è un grandissimo ingegnere elettronico”.

Prima o poi ci si dovrà pur risvegliare dal grande sonno massmediatico e tornare a misurarsi con la realtà. E bisognerà anche imparare l’umiltà vera, che consiste nel sottomettersi a Qualcuno di più grande, che si manifesta attraverso leggi immutabili persino dal Vicario di Cristo. E bisognerà ritrovare il coraggio di dire che un cattolico può solo sentirsi smarrito davanti a un dialogo in cui ognuno, in omaggio alla pretesa autonomia della coscienza, venga incitato a proseguire verso una sua personale visione del bene e del male. Perché Cristo non può essere un’opzione tra le tante. Almeno per il suo Vicario.
Alessandro Gnocchi - Mario Palmaro

48 commenti:

  1. Vedo sul sito della Santa Sede un messaggio di Bergoglio alla Presidentessa argentina. Si firma Francisco PP. Mi sembra una novità: di solito si firma Francesco e basta. Ma forse mi sbaglio...

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  2. Articolo condivisibile, a parte il titolo acchiappa lettori.
    Anche se è vero che questo Papa fa di tutto per piacere al mondo e ai cattolici, ma non a tutti i cattolici, non a coloro che non corrispondono alla sua visione e che bacchetta senza esitare anzi trovandoci un evidente soddisfazione visto le sue battute, anche se sa che cosa deve fare e dire per piacere, non penso che piacere alle sue pecore sia o debba essere, uno degli obbiettivi del Successore di Pietro.

    Rimetto qui il mio commento del post precedente.

    "E bisognerà ritrovare il coraggio di dire che un cattolico può solo sentirsi smarrito davanti a un dialogo in cui ognuno, in omaggio alla pretesa autonomia della coscienza, venga incitato a proseguire verso una sua personale visione del bene e del male."

    Ho estratto solo queste parole dall`articolo di Gnocchi e Palmaro, perchè ho trovato la parola che il mio povero vocabolario italiano non riusciva a trovare nel mio commento precedente e cioè :" SMARRITO".
    Purtroppo, vista l`abissale ignoranza radicata da 50 anni di formazione "altra", visto il relativismo e il soggettivismo imperanti, molti non trovano nulla da ridire a quelle parole di papa Bergoglio, ma di cattolici smarriti ne conosco, trovo paradossale che siano proprio loro ad esserlo, mentre vedo altri "cattolici", che di precetti, Dottrina, dogmi, sacralità della Liturgia, Tradizione non vogliono sentir parlare, che sono entusiasti, sembrano aver trovato il "loro" Papa.
    Il loro entusiasmo dovrebbe preoccupare assai il Successore di Pietro.

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  3. Ho letto l'articolo e mi chiedo, mi corregga se sbaglio, Mic, ma il vat2 non è mai stato un concilio né dogmatico né fondante, era nato come una riunione interecclesiale, (con invito ad altre confessioni), per dare uno 'slancio'alla CC verso il futuro e le nuove sfide ai tempi moderni, ma in ultima analisi, si è trasformato in un diktat creato a tavolino da determinate correnti di pensiero ed ha portato,protraendosi negli anni, ad uno sfascio insanabile della dottrina cattolica, ora io mi chiedo come non si possa vedere tutto ciò,come si faccia passare per 'normale' avere 2 papi in contemporanea, di cui solo 1 continua a ritenersi tale,che, vabbé l'audience, i 7 mln di tweet al giorno,del nobel per non si sa che, presto verrà assegnato al vescovo venuto dall'altro mondo,ma presto o tardi ci finiremo tutti all'altro mondo e non penso proprio che saremo tutti perdonati perchè Dio non è cattolico e tanto perdona tutti nella Sua misericordia, negare queste lapalissiane verità non fa bene,a me frega niente dei dati auditel, io non guardo tv, men che meno per ascoltare bavosi commenti di esaltati,ma dove ci condurrà tutto ciò?By the way,sì,parla del diavolo,mai dei Novissimi, o non valgono più?Lupus et Agnus

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  4. Ma Papa Francesco crede nella Chiesa, sposa di Cristo, quella del 'non prevalebunt'? Ci crede???
    Perchè le sue parole autorizzano a pensare che, per lui, nella Chiesa esista solo il male, la mediocrità, la corrruzione, la mondanità, l'avidità, la superficilità... Il bene esiste solo fuori dalla Chiesa, nella modernità, nei media - meglio se ateisti, relativisti, miscredenti - e nelle persone 'libere' che non disdegnano, l'aborto, l'omosessualità, lo sgretolamento del valore della famiglia...
    Santo Padre, ci faccia sentire che è anche padre nostro, di noi che ancora, seppur confusi, siamo credenti e praticanti...
    Non ci sentiamo Esaù, non abbiamo bisogno di far carte fale per la primogenitura, però 'figli' suoi vorremmo continuare a sentirci!

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  5. http://www.tempi.it/blog/bertinotti-papa-francesco-avsi-siria-mestiere-mistero#.UlVN0lOWk_M


    Un altro sostenitore di Bergoglio, ovviamente non cattolico ma comunista, in comunione con lui sulla base di una equivalenza prosaica e sbandierata a più non posso dall'argentino e dai suoi lacchè ciellini: il mistero sarebbe mestiere (sic). Come dire che c'è del sacro nelle ruberie di CL. Peggio di Calvino.

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  6. Sono uscite le liste di prescrizione di quelli che non si assoggettano alla dittatura della primavera bergogliana,occhio,ci e vi controllano,altro che Stasi....

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  7. E invece a questi papa Bergoglio piace moltissimo:

    http://www.leforumcatholique.org/message.php?num=734250

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  8. Sì, ci sta pure m.me pigozzi che è andata a messa a S.Marta ed è uscita illuminata come un albero di Natale....Angelo,dimentica Valdo, degno compare di Calvino.....chissà se ci frusteranno sulla pubblica piazza perchè rim-piangiamo papa Ratzinger....Lupus et Agnus

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  9. Perchè l'indiano o Burke o qualche vescovo del Kazakistan non denunciano Giorgio Maria Bergoglio? Cosa glielo impedisce?

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  10. Esatto. Perchè non è dato sapere quanto è costata la visita del S. Padre ad Assisi? Uno, due, tre milioni di euro?
    Ricordo che con Benedetto XVI venivano sempre pubblicati i costi delle visite sia in Italia che all'Estero.

    Micus

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  11. La Pigozzi, giornalista di Match, ha passato otto anni a riversare il suo odio implacabile su Benedetto XVI, oggi è "innamorata" di Jorge Bergoglio e sta scrivendo un libro su di lui( o l`ha finito non so) con un padre gesuita, s`è pure portata il fotografo a Santa Marta per farsi fotografare in prima fila, a meno che fosse il fotografo ufficiale, a lei Papa Bergoglio piaaaaace un mondo, può finalmente smettere le sue perfide e anche subdole insinuazioni che tanto l`avevano occupata durante otto anni.

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  12. complimenti, Mic, non sei nella i lista di proscrizione ! in compenso c'e' Magister ed il national catholic reporter !!!
    Va be' che alla treccani c' e' Amato, ma potrebbero aver collaboratori migliori. gentile si stara' ribaltando nella tomba, poveretto!
    rosa

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  13. complimenti, Mic, non sei nella i lista di proscrizione ! in compenso c'e' Magister ed il national catholic reporter !!!

    Si vede che non sono mai passati di qui.
    Oppure non ci degnano di considerazione.
    Meglio che mi/ci ignorino. L'importante è che possiamo continuare ad esprimerci.

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  14. ...la statua della “ dea Minerva” portata in processione e intronizzata da due vescovi in Basilica per onorare la Magistratura nel terzo giorno della novena in preparazione della festa della Madonna di Aparecida. Un fedele ha così commentato : “ Ecco la ragione per cui io non vado più al Santuario di Aparecida ( il più venerato ed importante Santuario Mariano del Brasile n.d.r. ) Vuoi perdere la fede? Vai a Aparecida!”

    Voi non dite niente?

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  15. Mi chiedevo, qualche articolo fa, cosa intendesse un Anonimo che ci chiedeva di Aparecida.

    Credevo qualcosa collegato col papa, ma avevamo molte questioni in ballo e sono andata oltre.

    Un episodio del genere ricorda più la Rivoluzione francese che la chiesa cattolica...

    C'è ben poco da dire. Mi viene in mente il Signore flagellato e coronato di spine!

    Preghiamo in riparazione...

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  16. Non è dato sapere quanto costi la sua mania di risiedere a S.Marta, per la sicurezza e anche per il conto dell'appartamento che ha pagato(2 giorni)da card.ma non da papa,la improvvida visita a Lampedusa,costata un tot,col risultato che adesso sbarcano in tutti i porti della Sicilia,la gmg di Rio,costata una follìa anche in vite umane,ma nessuno chiederebbe mai il suo arresto per crimini contro l'umanità,quello vale solo per i bambini arruolati a forza nella Hitlerjugend,ma bollati a vita come nazi,chissà cosa avrebbero fatto al povero Ratzinger per tutto ciò,non oso pensarlo....oggi mi hanno fatto girare la luna di traverso i miei colleghi su PF,quindi,mi difendo anche qua,dopo averli fulminati,arcistufo di sentire sempre la solita solfa...Anonymous.

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  17. rosa
    faggioli parla del national catholic REGISTER, un giornale conservatore e non del national catholic REPORTER il giornale progressista!

    Dani

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  18. Non è dato sapere quanto costi la sua mania di risiedere a S.Marta, per la sicurezza e anche per il conto dell'appartamento che ha pagato(2 giorni)da card.ma non da papa,la improvvida visita a Lampedusa

    Tutto ha un costo sia in termini economici che di energie. Bisognerebbe fare attenzione a ben investire...

    Anche in questo senso, le differenze con Ratzinger sono epocali.
    Tuttavia mi sembra ben più importante ragionare in termini di costi di salus animarum, sempre più a rischio.

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  19. ho sbagliato giornale USA, ma Magister e' Magister !
    R.

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  20. L`articolo di Faggioli è di una stupidità colossale, parla del blog di Raffaella e mostra di non aver capito un bel niente, quel che dice di Magister è semplicemente ridicolo, ma tocca apici di ideologia caricaturale quando, riferendosi, a Rorate Coeli scrive:
    "Altri gruppi, come Rorate Caeli sono diversamente “nostalgici”, nel senso che manifestano una reazione anti-Bergoglio specialmente per la questione liturgica, a causa dell’accoglienza senza mezzi termini riservata alla riforma liturgica del Vaticano II dal nuovo papa – contrariamente a Benedetto XVI che nel 2007 aveva riabilitato la messa preconciliare e in latino. La nostalgia non è solo per il latino e il canto gregoriano, ma anche per le cappe magne e gli ermellini, le cerimonie barocche e il fasto d’atri tempi – in breve, per quegli aspetti di “corte” che papa Francesco ha chiamato “la peste della chiesa” nella sua intervista-dialogo con Eugenio Scalfari."
    Ma si può scrivere delle cavolate simili?
    Benedetto XVI ha accolto e applicato la riforma liturgica del CVII, il suo massimo torto per i tipi come Faggioli è di aver voluto ridare a quella Liturgia dignità e sacralità e, evidentemente, sommo suo crimine fu quello di aver liberalizzato la Messa Antica!
    Forse che Faggioli aveva complilato una lista degli"oppositori" di Benedetto XVI ridicolizzandoli? Ma certo che no visto che ne condivideva il pensiero e i sentimenti!
    Mentre oggi chi ha l`ardire e la presunzione di non "cadere in amore" di Papa Bergoglio diventa un "oppositore" da disprezzare e da zittire al più presto.
    Potremmo riderci sopra se non ci fosse da temere per la dittatura del pensiero unico che si sta di nuovo delineando nella Chiesa.

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  21. http://www.treccani.it/magazine/piazza_enciclopedia_magazine/societa/Le_opposizioni_a_papa_Francesco.html

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  22. beh segnalo questa pagina...sarà in parte fuori tema,
    ma è tutta meritata:

    http://www.pierolaporta.it/vergogna-lettera-papa-francesco/

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  23. Strano che facciano liste di proscrizione senza chiedersi perché nei tanti lustri di precedenti pontificati non si sia mai sollevato questo clamore e nemmeno i dubbi e lo sgomento che vengono dai credenti, non da altri.

    In genere mi pare che le perplessità e lo sconcerto vengano da parte di chi ha sempre fatto affidamento sulla chiarezza e sulla difesa della fede che è la funzione del Vicario di Cristo.

    I laudatores sono - guarda caso - i 'lontani' da sempre e i progressisti ad oltranza, i gay (quelli arrembanti) e compagnia bella...
    Basterebbe leggere questo dato.

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  24. Josh,
    altrettanto efficace Patrizia Stella su Imola Oggi.

    Il titolo: Il Papa piange la morte dei clandestini, ma non la mattanza di cristiani: questa è la vergogna!

    http://www.imolaoggi.it/2013/10/07/il-papa-piange-la-morte-dei-clandestini-ma-non-la-mattanza-di-cristiani-questa-e-la-vergogna/

    Del resto è la vergogna anche che non vengano considerate le cause a monte (come aveva tentato di fare Benedetto XVI) ed elusa la responsabilità di chi strumentalizza, se non tiene le fila, di questo fenomeno di portata e di gravità epocale...

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  25. Certo che articoli come questo lasciano il segno... Giornalisti come Gnocchi e Palmaro hanno davvero un grande coraggio. Lo sanno che rischiano il posto? Anche gli "atei devoti" prima o poi saranno silenziati. Già sul numero di oggi Il Foglio ha dovuto pubblicare, poco dopo, un insignificante articolo filo-bergogliano per non spaventare troppo la lobby che conta.
    Complimenti davvero a Gnocchi e Palmaro. Speriamo che nessuno riesca mai a piegarli!

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  26. Ottimo articolo condivido tutto nella chiesa tutti d'accordo a distruggerla in prima fila il Papa.
    Paolo vi aveva detto che si sarenne diffuso un cattolicesimo falso che sarebbe divenuto anche maggioritario ma che mai sarebbe stato fatto proprio dalla. Mi pare che Paolo vi si sia sbagliato alla grane questo falso cattolicesimo con bergoglio è fatto proprio dalla Chiesa Dio ci liberi

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  27. Al card. Maradiaga papa Bergoglio piace moltissimo, ieri ha detto:

    " «L’autorità del Papa nella Chiesa non è la monarchia assoluta. Non dice “qui comando io”, ma è un autore che scrive ogni giorno una nuova pagina che si aggiunge a una Chiesa che è viva».

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  28. Cara Maria, (Mic.) posso sapere chi ha promosso al S.Clemente il solenne Pontificale del Card. Burke?
    Se E' stato il nostro Don, c'e' bisogno per il servizio all'altare?
    Un ringraziamento in Nomine Domini.
    (Io dovrei muovermi da una cinquantina di Km.).
    Grazie - Bernardino

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  29. A Luisa, sul Card. Maradiaga -
    Se pe sto cardinale la chiesa e' viva, si vede che lui vede un'altra chiesa, e non la Chiesa Cattolica. Forse dorme e sta' sognando ancora in America Latina.

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  30. Caro Bernardino, ci ha pensato padre Nuara e tutto è già predisposto.

    In ogni caso da domenica prossima riprendono le Sante Messe, alle 17:30 a San Nicola in Carcere. I Sabati sono già ripresi.

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  31. Grazie Maria per l'informazione di S.Nicola in Carcere.

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  32. Del resto se Faggioli fosse un pò meno ideologicamente e rigidamente programmato per quel che riguarda Rorate Caeli avrebbe dovuto constatare che quel blog ha subito pure lui un cambiamento sopprimendo i commenti e conservando una linea più che prudente.

    Conoscete questo blog?

    http://www.lmschairman.org/2013/10/mystical-not-aesetic-traditionalist.html

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  33. E ancora:


    http://www.lmschairman.org/2013/10/mystical-not-aescetic-response-to-pope.html


    http://www.lmschairman.org/2013/10/mystical-not-aesthetic-response-to-pope.html

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  34. se faggioli non fosse il classico giornalista italiano che degli usa conosce, forse, solo New York- detta anche Jew York,- conoscerebbe anche altri siti, piu' sferzanti di Rorate su PF
    e saprebbe che, anche se lentamente, sono sempre piu' le chiese dove si celebra il VO, e sempre pou' giovani preti che vestono in talare e celebrano VO in USA.
    Rosa

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  35. Per essere precisi e completi ecco che cosa ha detto Maradiaga a Radio Vaticana :
    "...il cardinale Maradiaga, ha fatto riferimento "al senso della parola autorita': per Francesco 'autorita'' si collega al concetto di 'autore' e non a quello di 'autoritarismo'" perche' "non e' un monarca assoluto". Nella sua visione, ha spiegato il cardinale di Tegucigalpa in risposta a una domanda sul tema della 'decentralizzazione' che si delinea come fil rouge delle riforme che gli 8 stanno studiando insieme al Papa, "non e' necessario, il centralismo e non si deve aver paura di perdere il potere: il suo - ha scandito il cardinale salesiano - e' un servizio d'amore per far crescere. E' un autore che ogni giorno scrive una pagina di Vangelo vissuto. E come lui - ha aggiunto - anche noi non dobbiamo avere paura di perdere nulla, per essere autori di vita di servizio".

    Secondo Maradiga, "le parole di Francesco sono testimonianza,  fonte e conchiglia", e lui "le  adopera per costruire ponti. Ma ci ammonisce poi a non costruire sui ponti che sono per essere attraversati e per raggiungere chi e' dall'altra".


    Et voilà!
    Io mi domando come fa l`umiltà di papa Bergoglio a non essere infastidita da quel corteo=corte di sfrenati laudatores che ne approfittano au passage per pubblicare libri su di lui e farsi qualche soldino.

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  36. E' già positivo che si manifesti pubblicamente qualche voce di dissenso. Il rischio di silenziamento è grande visto anche il costante ambiguo richiamo del Pontefice al fatto che non si deve parlare. Col consenso che ha potrebbe scatenare una caccia all'untore letale...
    Condivido le osservazioni di Gnocchi e Palmaro che però non sembrano collocare le mosse del Papa nel quadro di una strategia precisa con finalità precise ed altrettanto definite allenze esterne alla Chiesa Cattolica.
    Poi mi ritrovo nel commento di Gianniz 09 ottobre 2013 14:08.
    Miles

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  37. Osservatore,

    l'articolo da Faggioli, che non vale neanche un piatto di essi, server per indicare ai fideli progressivisti quali fonti da leggere e quanto di pensare su di essi...

    è un vero strumento orwelliano di think-correct con la loro politica...

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  38. Nel suo curriculum, che è pubblico, Faggioli si dice cattolico di scuola Vaticano II.

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  39. L'opposizione alla linea Bergoglio si esprime anche (è tipico dei regimi dittatoriali...) nelle barzellette. Ieri ho sentito questa (me l'ha raccontata mio figlio che l'ha sentita a scuola):

    Papa Francesco è così generoso che quando ha ricevuto la chiamata di Dio non ha risposto per non fargli spendere lo scatto.

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  40. Faggioli è un allievo di Melloni, piazzato a Minneapolis da quella cricca per continuare la vulgata vaticanosecondista.

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  41. In un mio commento recente scrivevo che con questo Papa stiamo navigando a vista, meglio di me lo ha detto padre Spadaro di Civiltà cattolica:

    "Padre Antonio Spadaro avverte che "Bergoglio va marcato a vista" perché "non ha chiaro il suo punto di arrivo e il suo non è un procedere a priori". Bergoglio applica il discernimento proprio dei gesuiti, il cui pensiero "è sempre in cammino, incompleto, aperto". Insomma "non guarda un punto d'arrivo, ma l'orizzonte", dunque le categorie tradizionali non sono più sufficienti in un pontificato che è un "magma".

    http://vaticaninsider.lastampa.it/news/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francis-francisco-28443/

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  42. Quale cristiano non è sempre in cammino, incompleto e aperto?
    Ma non è disancorato dalla Tradizione, che non parla in base a categorie ma a principi.
    Le categorie tradizionali di cui si parla qui certamente si riferiscono alla impossibilità di decifrare pensieri e comportamenti pressappochisti, perché relativisti e, in definitiva, modernisti e dissolutori.
    E' proprio questo l'oggetto della nostra critica, che è dissenso e non disobbedienza: non si critica ciò che è normale che possa o debba cambiare, ma l'abbandono e il sovvertimento delle "essenze" che costituiscono la ragion d'essere della Chiesa.

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  43. e infatti i gesuiti a aforzo di camminare a vista, sono finiti nella teologia della liberazione, id est marxismo applicato al cattolicesimo sudamericano - che era già tutto un programma - e i frutti, v. foto di Aparecida, si vedono tutti. Pensate che persino GPII stava per scomunicare P. Arrupe !
    Rosa

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  44. A Rosa delle 16,02 -
    Una volta il Superiore Generale dei Gesuiti veniva chiamato il papa nero, oggi e' diventato il (papa) bianco - quello nero faceva staccare le capocce, quello bianco, guardate un po' cosa fa' alla Chiesa?
    GPII voleva scomunicare Arrupe, quello di oggi vorrebbe fare sparire tutti i cattolici della Chiesa tradizionale. La storia si ripete sempre, magari non e' uguale, ma e' simile.
    Vediamo in seguito come andra' a finire.
    Ringraziamo Dio Trinitario che siamo nelle Sue mani.
    Preghiamo finche' ne siamo in tempo affinche' Nostro Signore ci liberi dal male (e dal maligno).

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  45. Solidarietà a Palmaro e Gnocchi per aver detto cose ovvie. Non mi sento smarrito, non posso esserlo dopo 2000 anni di Cristianesimo, con fior di santi, anche tra i papi. Questa situazione è semplicemente imbarazzante. Dio ci aiuti e Maria Santissima, Madre della Chiesa, preghi per noi.

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  46. guardate, stiamo attenti davvero a giudicare. Il Papa sa quello che fa e in questo assomiglia a don Giussani quando con CL ha voluto far fare alla gente distrutta dall' ideologia marxista un cammino a ritroso partendo praticamente da 0.
    Mi ricordo come da dx il don veniva criticato... ma poi oggi abbiamo Mons. Negri ecc. quindi calma e gesso.

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  47. Attenti a non cambiare le carte in tavola, intanto riducendo a quel "cammino a ritroso" la vocazione, ben più ampia, di Giussani.

    Inoltre, non confondiamo le responsabilità (e relativi stile e comportamenti) della guida di un movimento con quelle di chi è alla guida della Chiesa universale.

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  48. Thanks for finally talking about >"Gnocchi e Palmaro. Questo Papa non ci piace"
    <Loved it!

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