Pagine fisse in evidenza

martedì 1 ottobre 2013

Il Papa "o" i vescovi?

Citazioni :
Simbolo
Niceno-Costantinopolitano
Dalla PROFESSIONE DI FEDE E GIURAMENTO DI FEDELTÀ da prestare quando si riceve un incarico da esercitarsi in nome della Chiesa 1 Luglio 1988 (cfr. AAS 81 (1989), 104-106; OR 25.2.1989, p. 6.). Di questo nuovo giuramento abbiamo parlato già nell'articolo Perché non basta il Credo?
«Aderisco inoltre con religioso ossequio della volontà e dell’intelletto agli insegnamenti che il Romano Pontefice o il Collegio dei Vescovi propongono quando esercitano il loro magistero autentico».[1]
Questo semplice “o” contiene tutta la dottrina conciliare del doppio soggetto del potere supremo, condannata dalla Chiesa. [vedi su questo blog]
L'articolo che segue dimostra la pratica attuazione di quell' "o".

È un errore particolarmente dannoso il limitarsi a vedere i Sacramenti (e la Messa) come mere “macchine della grazia”, pensando che, purché sia compiuto validamente il rito, tutto il resto sia secondario.
___________________________________
[Fonte: La Tradizione cattolica by Letturine]
..........................................................
1. Citazione dalla Nota esplicativa previa (resterà da vedere cosa se ne applica e come).
La Commissione ha stabilito di premettere all’esame dei "Modi" le seguenti osservazioni generali.
1. "Collegio" non si intende in senso « strettamente giuridico », cioè di un gruppo di eguali, i quali abbiano demandata la loro potestà al loro presidente, ma di un gruppo stabile, la cui struttura e autorità deve essere dedotta dalla Rivelazione. Perciò nella risposta al modus 12 si dice esplicitamente dei Dodici che il Signore li costituì « a modo di collegio o "gruppo" (coetus) stabile ». Cfr. anche il modus 53, c. Per la stessa ragione, per il collegio dei vescovi si usano con frequenza anche le parole "ordine" (ordo) o "corpo" (corpus). Il parallelismo fra Pietro e gli altri apostoli da una parte, e il sommo Pontefice e i vescovi dall'altra, non implica la trasmissione della potestà straordinaria degli apostoli ai loro successori, né, com'è chiaro, "uguaglianza" (aequalitatem) tra il capo e le membra del collegio, ma solo "proporzionalità" (proportionalitatem) fra la prima relazione (Pietro apostoli) e l'altra (papa vescovi). Perciò la commissione ha stabilito di scrivere nel n. 22 non "medesimo" (eodem) ma "pari" modo. Cfr. modus 57. [...]

55 commenti:

  1. Romano dice,

    la spiegazione insegnata da un conciliarista che ho sentito, va così:

    Gesù come capo della Chiesa lascio il suo potere di governo al collegio degli Apostoli, il collegio dei vescovi succede al collegio degli Apostoli...il successore di Pietro fa parte del Collegio dei Vescovi, come San Pietro faceva parte del Collegio degli Apostoli...

    La congiunzione "o" è un segno di ignoranza della logica, deve essere "e/o" o vel in Latino, perchè se il Collegio degli Vescovi è definito così, l'obbedienza al Santo Padre e l'obbedienza al Collegio sono, secondo la logica, congiuntive obbedienze non disgiuntive

    RispondiElimina
  2. Ivi sono due problemi:
    1) il "collegio dei vescovi": senza, o con il papa ?
    2) magistero "autentico": concetto inedito, impreciso, fonte di varie difficoltà interpretativi

    RispondiElimina
  3. Mic guardati l'intervista odierna di Bergogio a Scalfari. Non ci son più parole...ieri quando Dagospia riportava la notiza di un un incontro fra i due in Vaticano avevo pensato ad uno scherzo e non l'avevo segnalata...

    RispondiElimina
  4. Interessantissima e condivisibile critica a Papa Bergogliod da parte Pietro Stefani, cattolico (incredibile dictu) progressista:

    "“‘Le sue permutazion non hanno tregue: / necessità la fa esser veloce’ (Inferno VII, 88-89). I versi riservati da Dante alla Fortuna calzano a pennello per il comportamento di papa Francesco. Si è di fronte a un incessante susseguirsi di parole, fatti, gesti. Quasi quotidianamente c’è qualcosa di nuovo: encicliche pubblicate e annunciate, digiuni, preghiere, interviste, lettere, discorsi, nomine, udienze, viaggi, telefonate, twitter. Figura straordinaria, Francesco apre prospettive inedite in cui la voce del vangelo a volte è forte e da tutti riconoscibile. Le ‘permutazion’ però non cessano ed è questa bufera a far passare in secondo piano quanto poche ore prima riempiva i titoli di testa. Non si riesce a fissare un punto, non dico di sosta, ma neppure di svolta. A partire da tutto ciò, palesemente contro l’intenzione profonda del papa stesso, quanto resta al centro è la persona stessa di Francesco e non già il suo messaggio. Lo stile umile, semplice e comunicativo accentra l’attenzione sul papa più di ogni incedere solenne e di ogni discorso autorevole. In virtù di una vera e propria eterogenesi dei fini, Francesco rischia di identificare il messaggio evangelico con se stesso. Nel mondo mass-mediatico è raro che ci sia l’ottimo, tuttavia quando c’è non vi è nulla di più facile che si trasformi in pessimo”.

    IL tutto riportato da Magister con altri commenti a questo indirizzo

    http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/09/30/piero-stefani-incontentabile-nemmeno-francesco-gli-piace/

    RispondiElimina
  5. E' vero: quella congiunzione "o" è molto pericolosa. Si può intenderla in senso cattolico nel senso che il Collegio dei Vescovi include il Papa che mantiene le sue prerogative e non diventa un "primus inter pares" nel Collegio.

    Il Papa può esercitare il suo Magistero da solo o alla testa con gli altri Vescovi come nel Concilio Ecumenico. Comunque anche quando lo esercita insieme con i Vescovi l'ultima parola è la sua.
    Tutti i Vescovi senza il Papa non possono fare niente.

    E' vero che non basta che un Sacramento sia valido, visto che è anche una professione di Fede. Le S. Messe dagli orientali separate sono valide, ma il cattolico non può parteciparvi attivamente.

    RispondiElimina
  6. l'avevo detto: non abbiamo visto neanche l'1% di quello che farà Bergoglio.

    comunque visto che si canonizza GPII paradossalemente la questione diventa sempre più chiara...

    RispondiElimina
  7. Vero, siamo solo all'inizio...
    Puntata di oggi:
    http://www.repubblica.it/cultura/2013/10/01/news/papa_francesco_a_scalfari_cos_cambier_la_chiesa-67630792/?ref=HREA-1

    @AnticoRegime

    RispondiElimina
  8. Ed ecco l`intervista di Scalfari a papa Bergoglio:

    http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201310/131001papafrancescoscalfari.pdf


    Leggetela e "régalez-vous"!

    RispondiElimina
  9. « Il proselitismo è una solenne sciocchezza, non ha senso. »

    Évangile de Bergoglio selon saint Scalfari…

    RispondiElimina
  10. D'accordo con Marchesini. Comunque è bene ricordare che coloro che vengono eletti vescovi sanno benissimo come va inteso quel "o", e da questo punto di vista non c'è pericolo. Il suo significato ecclesiologico non è di tipo 'esclusivo' ma 'inclusivo'. Serve per distinguere la sua duplice forma nell'unità dell'esercizio delle sue funzioni e prerogative. Si distinguono le due modalità con cui si esprime l'unico Collegio il cui Capo è il vescovo di Roma.
    Infatti la Lumen Gentium afferma al n°22:“Come san Pietro e gli altri apostoli costituiscono, per volontà del Signore, un unico collegio apostolico, similmente il romano Pontefice, successore di Pietro, e i vescovi, successori degli apostoli, sono uniti tra loro.[…]. Il collegio o corpo episcopale non ha però autorità, se non lo si concepisce unito al Pontefice romano, successore di Pietro, quale suo capo, e senza pregiudizio per la sua potestà di primato su tutti, sia pastori che fedeli”.
    Perciò l'insegnamento del Concilio su questo punto è chiaro e inequivocabile. Non è concepibile un Collegio senza il suo Capo. Papa e Vescovi insieme=Collegio. "Insieme", anche quando il Capo prende l'iniziativa...ma parla sempre unito al corpo episcopale in forza del vincolo sacramentale, e questo è vero anche se non ha un consenso unanime da parte di tutti gli altri membri del Collegio. Anche in questo caso il Capo non fa nulla "contro" o "senza" il Collegio, ma ne esprime autorevolmente le decisioni in quanto è il suo Capo, e le esprime infallibilmente a certe condizioni... Grazie per l'ospitalità

    RispondiElimina
  11. Romano dice,

    No ho mai pensato che arriverebbe il giorno in quale possa dire:

    "E ormai ovvio che fra poco i vesovi dovranno rifutare communion con Bergoglio per rimprovarlo per la sua eteradossia"

    ma è così...

    RispondiElimina
  12. Posto anche qui sull'intervista a Scalfari:

    Scalfari domanda, Bergoglio risponde.

    Santità, esiste una visione del Bene unica? E chi la stabilisce?

    «Ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e anche del Male. Noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il Bene».

    "il Bene" non ha un Nome: Cristo Signore?

    Certo, poi se ne parla, ma come?

    Lei, Santità, l’aveva già scritto nella lettera che mi indirizzò. La coscienza è autonoma, aveva detto, e ciascuno deve obbedire alla propria coscienza. Penso che quello sia uno dei passaggi più coraggiosi detti da un Papa.

    «E qui lo ripeto. Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo».

    La Chiesa lo sta facendo?

    «Sì, le nostre missioni hanno questo scopo: individuare i bisogni materiali e immateriali delle persone e cercare di soddisfarli come possiamo. Lei sa cos’è l’“agape”?».

    Sì, lo so.

    «È l’amore per gli altri, come il nostro Signore l’ha predicato. Non è proselitismo, è amore. Amore per il prossimo, lievito che serve al bene comune».

    Ama il prossimo come te stesso.

    «Esattamente, è così».

    Gesù nella sua predicazione disse che l’agape, l’amore per gli altri, è il solo modo di amare Dio. Mi corregga se sbaglio.

    «Non sbaglia. Il Figlio di Dio si è incarnato per infondere nell’anima degli uomini il sentimento della fratellanza. Tutti fratelli e tutti figli di Dio. Abba, come lui chiamava il Padre. Io vi traccio la via, diceva. Seguite me e troverete il Padre e sarete tutti suoi figli e lui si compiacerà in voi. L’agape, l’amore di ciascuno di noi verso tutti gli altri, dai più vicini fino ai più lontani, è appunto il solo modo che Gesù ci ha indicato per trovare la via della salvezza e delle Beatitudini».

    Insomma Bergoglio, che dovrebbe parlare da pastore universale, afferma: "Il Figlio di Dio si è incarnato per infondere nell’anima degli uomini il sentimento della fratellanza."
    E la Redenzione dov'è finita?

    Riporto così come me lo hanno gridato via mail:

    QUALCUNO GLI DICA CHE PER QUEL PROSELITISMO CHE LUI DISPREZZA LA CHIESA CATTOLICA HA NEL SUO SENO MILIONI DI MARTIRI....

    RispondiElimina
  13. Romano dice:


    fonte: http://www.repubblica.it/cultura/2013/10/01/news/papa_francesco_a_scalfari_cos_cambier_la_chiesa-67630792/?ref=HREA-1

    citazione:

    Scalfari: Lei, Santità, l’aveva già scritto nella lettera che mi indirizzò. La coscienza è autonoma, aveva detto, e ciascuno deve obbedire alla propria coscienza. Penso che quello sia uno dei passaggi più coraggiosi detti da un Papa.

    Bergoglio: «E qui lo ripeto. Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo».

    Questà è eretica, un eresia formale, la eresia di Pelagio...

    RispondiElimina
  14. Posto anche qui sull'intervista a Scalfari:

    Scalfari domanda, Bergoglio risponde.

    Santità, esiste una visione del Bene unica? E chi la stabilisce?

    «Ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e anche del Male. Noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il Bene». (?)

    "il Bene" non ha un Nome: Cristo Signore? E abbiamo smesso di annunciarlo?

    Certo, poi se ne parla, ma come?

    Lei, Santità, l’aveva già scritto nella lettera che mi indirizzò. La coscienza è autonoma, aveva detto, e ciascuno deve obbedire alla propria coscienza. Penso che quello sia uno dei passaggi più coraggiosi detti da un Papa.

    «E qui lo ripeto. Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo».

    La Chiesa lo sta facendo?

    «Sì, le nostre missioni hanno questo scopo: individuare i bisogni materiali e immateriali delle persone e cercare di soddisfarli come possiamo. Lei sa cos’è l’“agape”?».

    Sì, lo so.

    «È l’amore per gli altri, come il nostro Signore l’ha predicato. Non è proselitismo, è amore. Amore per il prossimo, lievito che serve al bene comune».

    Ama il prossimo come te stesso.

    «Esattamente, è così».

    Gesù nella sua predicazione disse che l’agape, l’amore per gli altri, è il solo modo di amare Dio. Mi corregga se sbaglio.

    «Non sbaglia. Il Figlio di Dio si è incarnato per infondere nell’anima degli uomini il sentimento della fratellanza. Tutti fratelli e tutti figli di Dio. Abba, come lui chiamava il Padre. Io vi traccio la via, diceva. Seguite me e troverete il Padre e sarete tutti suoi figli e lui si compiacerà in voi. L’agape, l’amore di ciascuno di noi verso tutti gli altri, dai più vicini fino ai più lontani, è appunto il solo modo che Gesù ci ha indicato per trovare la via della salvezza e delle Beatitudini».

    Insomma Bergoglio, che dovrebbe parlare da pastore universale, afferma: "Il Figlio di Dio si è incarnato per infondere nell’anima degli uomini il sentimento della fratellanza."
    E la Redenzione dov'è finita?

    Riporto così come me lo hanno gridato via mail:

    QUALCUNO GLI DICA CHE PER QUEL PROSELITISMO CHE LUI DISPREZZA LA CHIESA CATTOLICA HA NEL SUO SENO MILIONI DI MARTIRI....

    RispondiElimina
  15. C'è ben poco da aggiungere: l'epopea del relativismo... da "un" papa!?

    RispondiElimina
  16. "Questa è eretica, un eresia formale, la eresia di Pelagio..."

    Chi lo può fermare?

    RispondiElimina

  17. Mgr Lefebvre:

    « Je le disais au cardinal Ratzinger : nous, nous travaillons à la christianisation de la société ; vous, à sa déchristianisation. Nous ne pouvons pas nous entendre. C'est impossible. Impossible ! Rome a perdu la foi, mes chers amis. C'est ça la vérité. »

    RispondiElimina
  18. Ecco la vera risposta cattolica che si dovrebbe dare a Scalfari. La dà il solito marchese di Valdegama nel solito Saggio, ancora attualissimo per capire che razza di pensiero è penetrato nella Chiesa!

    "Credere nell'uguaglianza di tutti gli uomini, pur vedendoli tutti diversi; credere nella libertà mentre dappertutto è presente la servitù; credere nella fratellanza degli uomini quando la storia ci insegna che sono nemici; credere che esista un patrimonio comune di sventure e di glorie per tutti i mortali, mentre non riesco a vedere che glorie e sventure di singoli individui; credere che io mi riferisca all'umanità mentre so
    che metto l'umanità in rapporto a me; credere che questa stessa umanità sia il mio centro mentre io mi faccio centro di tutto; credere infine che io debba credere a queste cose mentre da parte di coloro che me le propongono come oggetto di fede mi
    si dice che devo credere solo alla mia ragione, la quale contraddice tutto quello che mi è proposto, è un'asineria così sublime, un'aberrazione così inconcepibile, che ne resto sconvolto e attonito.
    Il mio stupore cresce poi nell'osservare che coloro i quali affermano la solidarietà umana sono gli stessi che negano quella familiare, il che è come affermare che i nemici sono fratelli e che i fratelli non devono essere tali; coloro i quali affermano la solidarietà umana prima hanno negato quella politica, il che è come affermare che io non ho nulla in comune con i miei mentre ho tutto in comune con gli estranei; coloro i quali parlano di solidarietà umana sono gli stessi che negano la religione, pur non
    essendo possibile spiegare la prima senza ammettere la seconda"

    Si salvi chi può!

    RispondiElimina

  19. S:-Santità, esiste una visione del Bene unica? E chi la stabilisce?

    P.B.«Ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e anche del Male. Noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il Bene»
    «E qui lo ripeto. Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e
    combattere il Male come lui li concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo»"


    È il Papa che parla? Chi riuscirà ancora a ricamare per rendere digeste quelle parole?

    P.B.-"Sa come la penso su questo punto? I Capi della Chiesa spesso sono stati narcisi, lusingati e malamente eccitati dai loro cortigiani. La corte è la lebbra del papato»

    E i cortigiani che lo stanno lusingando? Non li vede, o fa finta di non vederli, pur servendosene con astuzia?

    Papa Benedetto quanto mi manchi!

    RispondiElimina

  20. P.B.:Il Vaticano II, ispirato da papa Giovanni e da Paolo VI,
    decise di guardare al futuro con spirito moderno e di aprire alla cultura moderna. I padri conciliari sapevano che aprire alla cultura moderna significava ecumenismo religioso e dialogo con i non credenti. Dopo di allora fu fatto molto poco in quella direzione. Io ho l’umiltà e l’ambizione di volerlo fare"


    Et voilà mes amis: quasta è la chiesa di Francesco quella che, con estrema umiltà estrema (!) e sulla punta dei piedi (!!), sta conformando a sua immagine, una chiesa ecumenica, fraterna e universalista, dimentico il povera, umile ecc. ecc.
    E di chi si serve per disegnarne i contorni?
    Di un uomo che aveva trattato il suo predecessore in modo ignobile.

    RispondiElimina
  21. E a proposito di collegialità, dice sempre a Scalfari ...


    «Non sono certo Francesco d’Assisi e non ho la sua forza e la sua santità. Ma sono il Vescovo di Roma e il Papa della cattolicità. Ho deciso come prima cosa di nominare un gruppo di otto cardinali che siano il mio consiglio. Non cortigiani ma persone sagge e animate dai miei stessi sentimenti. Questo è l’inizio di quella Chiesa con un’organizzazione non soltanto verticistica ma anche orizzontale. Quando il cardinal Martini ne parlava mettendo l’accento sui Concili e sui Sinodi sapeva benissimo come fosse lunga e difficile la strada da percorrere in quella direzione. Con prudenza, ma fermezza e tenacia».

    RispondiElimina

  22. Louis Martin, très belle, très profonde, cette citation de Donoso Cortés, plus actuel que jamais.

    RispondiElimina
  23. Ma come può Benedetto continuare a vivere (quasi) sotto lo stesso tetto di un successore che fa del relativismo la cifra del suo pensare?
    Capisco che lasciare ora il Vaticano avrebbe una portata dirompente e verrebbe letto come una chiara sconfessione dell'attuale Vescovo di Roma. Ma a questo punto sono necessari gesti forti, per rispondere ad una deriva che non sembra possa essere bloccata se non con la preghiera e con l'aiuto Divino.

    RispondiElimina
  24. Bergoglio est-il franc-maçon ?

    La question peut paraître vaine, dans la mesure où il n'est pas nécessaire d'être officiellement maçon pour faire la politique de la maçonnerie.

    En tout cas, il parle et agit de plus en plus comme un franc-maçon, et est, de toute façon, membre honoraire du Rotary-Club de Buenos Aires qui est, lui, indiscutablement, une organisation para-maçonnique, fondée par des franc-maçons et chargée de "populariser", dans certains secteurs de la société argentine, les idéaux maçonniques.

    Le fait qu'il ait récemment et ostensiblement refusé de recevoir un prêtre français affilié à la maçonnerie peut être rapproché de l'attitude du marquis de Pombal, grand-maître de la maçonnerie portugaise, qui ne manquait pas, à l'occasion, de frapper des francs-maçons, afin de masquer son appartenance.

    RispondiElimina
  25. Papa e collegio dei vescovi. L'impostazione - erronea o comunque estremamente equivoca - fu corretta da Paolo VI che fece redigere dal card. Ottaviani la Nota Praevia alla Lumen gentium, dopo che un gruppo di Padri onciliari gli fecero notare che si metteva in discussione il primato petrino. In questa Nota si parla del collegio che è tale solo con e sotto il Papa. Il Papa esercita la sua funzione da solo e come capo del collegio.
    Alla luce di questa chiarificazione, che certo è una pezza al buco, va letto anche il giuramento. Anche se avrebbero fatto bene le autorità preposte a meglio chiarire.

    RispondiElimina
  26. Scalfari:"Io credo nell'Essere cioè nel tessuto dal quale sorgono le forme degli Enti".PF: "E io credo in Dio,non un Dio cattolico,non esiste un Dio cattolico,esiste Dio,e credo in Gesù Cristo Sua incarnazione,Gesù è il nio maestro,è il mio pastore,ma Dio ,il padre ,Abbà è la luce e il Creatore,questo è il mio Essere,le sembra che siamo molto distanti?"Evangelium secundum bergoglium....a'ridatece Ratzingeeeeer.....Lupus et agnus.

    RispondiElimina
  27. Non so se Mic aprirà un thread sull'intervista con Scalfari di Bergoglio.
    Chi la legge vi troverà, tra gli altri, questo passaggio:
    Domanda: "Gesù nella sua predicazione disse che l’agape, l’amore per gli altri, è il solo modo di amare
    Dio. Mi corregga se sbaglio."
    Risposta:"Non sbaglia. Il Figlio di Dio si è incarnato per infondere nell’anima degli uomini il sentimento
    della fratellanza. Tutti fratelli e tutti figli di Dio. Abba, come lui chiamava il Padre. Io vi traccio la
    via, diceva. Seguite me e troverete il Padre e sarete tutti suoi figli e lui si compiacerà in voi.
    L’agape, l’amore di ciascuno di noi verso tutti gli altri, dai più vicini fino ai più lontani, è appunto il
    solo modo che Gesù ci ha indicato per trovare la via della salvezza e delle Beatitudini."

    Ma Gesù non si è incarnato per riscattarci dal peccato e liberarci dalla morte ad esso conseguente ?, espiando per noi con la Sua Passione, sacrificandosi per noi con la Sua Morte, completando la nostra salvezza con la Sua Gloriosa Risurrezione, aprendoci la via e la porta al Cielo che il peccato di Adamo aveva chiuso con la sua Ascensione ??

    RispondiElimina
  28. Sign. mic, voglio chiarire che non penso che i nostri martiri adottassero i metodi di convincimento di cui ho parlato. Volevo solo dire che la parola "proselitismo", così come l'ho intesa, non appartiene alla Chiesa.
    Ad maiora

    RispondiElimina
  29. Papa Francesco:
    "... io credo in Dio. Non in un Dio cattolico, non esiste un Dio cattolico, esiste Dio. E credo in Gesù
    Cristo, sua incarnazione. Gesù è il mio maestro e il mio pastore, ma Dio, il Padre, Abbà, è la luce e
    il Creatore. Questo è il mio Essere..."

    Prologo del Vangelo di San Giovanni:
    "n principio era il Verbo,
    il Verbo era presso Dio
    e il Verbo era Dio.
    Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che
    esiste."

    La mia opinione: dalle parole del Santo Padre mi pare di capire che metta NSGC più di un gradino sotto al Padre, e inoltre non lo considera co-Creatore (forse nemmeno Dio). Sinceramente se prima ero disorientato ora sono impaurito.

    Ma "non praevalebunt"!!!

    RispondiElimina
  30. Il Figlio di Dio si è incarnato per infondere nell’anima degli uomini il sentimento della fratellanza. Tutti fratelli e tutti figli di Dio.
    Questa non è la mia fede, anzi tutta questa intervista la offende la mia fede e la tradisce clamorosamente e nelle mani di uno che dovrebbe affrettarsi a capire dove sta la verità e a convertirsi. Sono stanca e senza più parole.

    RispondiElimina
  31. "Il Figlio di Dio si è incarnato per infondere nell’anima degli uomini il sentimento della fratellanza. Tutti fratelli e tutti figli di Dio."

    ah sì?

    Questa non è nemmeno la mia fede, ma c'è di più! Queste affermazioni non sono nè cristianesimo, nè cattolicesimo, nè ortodossia orientale nè protestantesimo.

    Ho ripreso tutto lo stralcio riportato sopra,
    in pratica il cristianeismo ridotto a un volemose bene. Non c'è Resurrezione, non c'è Vita Eterna, non c'è Pentimento, non c'è Rigenerazione, non c'è Santificazione, non c'è opera dello Spirito Santo, non c'è Giudizio, c'è un pericoloso travisamento dell'opera di NS Gesù Cristo!

    E' in rottura con infinite parti del Magistero precedente, con i Concilii ma evidentemente anche con le Scritture.

    Vangelo S.Giovanni 1,
    10 Egli era nel mondo,
    e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
    eppure il mondo non lo riconobbe.
    11 Venne fra la sua gente,
    ma i suoi non l'hanno accolto.
    12 A quanti però l'hanno accolto,
    ha dato potere di diventare figli di Dio:
    a quelli che credono nel suo nome,
    13 i quali non da sangue,
    né da volere di carne,
    né da volere di uomo,
    ma da Dio sono stati generati.

    quindi non tutti sono figli di Dio. Siamo tutti creature di Dio, certo! Ma per ricevere l'adozione a figli in NS Gesù Cristo occorre qualche passettino anche da parte nostra, un assenso almeno, non inventarci il bene o il male secondo i nostri tiramenti....(Scusatemi sono imbufalito.)

    Vangelo S.Giovanni 3,

    16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. 17 Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.

    18 Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. 19 E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.

    -----

    In più i gran lavori coi rabbini, concelebrazione col b'nai b'rith e il vicino viaggio, in aggiunta ai "frutti copiosi del ramadan" a Lampedusa, temo proprio ci si stia preparando di gran carriera all'unica religio/superstitio mondiale grata al NWO.

    RispondiElimina
  32. La nota praevia salvaguardia l'estensione del potere del Papa, ma NON la sua unicità. Qui sta il gravissimo errore: il Collegio, di cui il Papa fa parte, è SUBIECTUM QUOQUE del potere pieno e supremo sulla Chiesa, che ha ricevuto dal Cristo, non dal Papa, che al massimo è il motore degli atti del Collegio: "Collegium vero, LICET SEMPER EXISTAT, non propterea permanenter actione stricte collegiali agit...". La distinzione essere/agire del secondo soggetto del potere supremo è ben messa in luce, mostrando così la gravità dell'errore. Ripetiamo che l'errore di LG e della NEP non è di aver diminuito il potere del Papa solo, ma di avergli affiancato un secondo soggetto che come lui avrebbe ricevuto direttamente dal Cristo il potere pieno e supremo.

    RispondiElimina
  33. Fra un po',la prossima intervista, verrà offerto mate con dulce de leche e vamos amigos,con grande gioia di gurueugenio,che venderà tanti giornali in più,senza nemmeno autoflagellarsi come Barilla...e vissero tutti felici e contenti,c'era una volta la Chiesa Cattolica Apostolica Romana,con a capo un Papa,successore dell'apostolo Pietro,la'roccia su cui edificherò la mia chiesa'o non valgono più le parole di NSGC?Avevamo uno straordinario pontefice che teneva discorsi bellissimi profondissimi,soprattutto cattolici,ora lo'spirito'(?)di Assisi pervade tutto, tarallucci e vinsanto per quelli che non amano cibi non europei.Passante per caso2

    RispondiElimina

  34. È terribile che un Papa non capisca che ogni sua parola pesa, è ripresa è amplificata, con questa sua nuova performance son passata dalla sconcerto allo sgomento.

    Sul proselitismo anche Benedetto XVI si è sovente espresso, ma nelle sue parole capivamo che c`era sì un cattivo proselitismo e lo ha descritto per farci capire che la Fede non si può imporre.
    Rivolgendosi a un gruppo di vescovi e ordinari del Kazakhstan e dell'Asia centrale ha detto:

    "La fede è dono e opera di Dio. Proprio per questo è proibita ogni forma di proselitismo che costringa o induca e attiri qualcuno con inopportuni raggiri ad abbracciare la fede. Una persona può aprirsi alla fede dopo matura e responsabile riflessione, e deve poter realizzare liberamente questa intima aspirazione». «Ciò - ha affermato Benedetto XVI - va a vantaggio non solo dell'individuo, bensì dell'intera società, poiché la fedele osservanza dei precetti divini aiuta a costruire una convivenza più giusta e solidale».

    E durante l`omelia nella Messa
    davanti al Santuario di Aparecida ha detto:

    "La Chiesa non fa proselitismo. Essa si sviluppa piuttosto per 'attrazione' come Cristo 'attira tutti a sè' con la forza del suo amore, culminato nel sacrificio della Croce, così la Chiesa - spiega ancora il Papa - compie la sua missione nella misura in cui, associata a Cristo, compie ogni sua opera in conformità spirituale e concreta alla carità del suo Signore"." 


    Siamo ben lontani dalla "solenne sciocchezza"!

    RispondiElimina
  35. Ho già detto che la Nota Praevia è una pezza al buco. Però mi sembra che stabilisca una distinzione precisa nei due modi in cui il Papa esercita il suo potere, visto che si riconosce che il romano pontefice conserva integro l'ufficio di vicario di Cristo e pastore della Chiesa universale.
    "La distinzione non è tra il romano Pontefice e i vescovi presi insieme, ma tra il romano Pontefice separatamente e il romano Pontefice insieme coi vescovi. E siccome il romano Pontefice è il capo del collegio, può fare alcuni atti che non competono in nessun modo ai vescovi ecc. "
    Qui appar chiaro che si riconosce che il potere del romano Pontefice è supremo e ch'egli lo può esercitare, quando lo ritenga opportuno, da solo o col collegio di cui è il capo e che senza di lui non esiste. E, leggo ancora nello stesso paragrafo 3: "Il sommo Pontefice, cui è affidata la cura di tutto il gregge di Cristo, giudica e determina, secondo le necessità della Chiesa che variano nel corso dei secoli, il modo col quale questa cura deve essere attuata, sia in modo personale, sia in modo collegiale".
    Insomma chi decide su come esercitare il suo potere di vicario di Cristo è il Papa e solo lui.
    La cosa grave a mio parere è che in un documento "dogmatico" già approvato dal Papa e pubblicato si riscontri un grave errore per cui si debba ricorrere alla sua correzione, ed anche l'aver posto la Nota "praevia" alla fine del documento negli atti del concilio è significativo.

    RispondiElimina
  36. Romano dice,

    Guarda. la Chiesa fa proselytismo, e sempre ha fato....infatti Gesù ci ha commandato nelle sue parole ultime sulla terra!

    Il trucco dei modernisti di dire no al proselytismo è fondato dallo scappatoio in quale dicono che non significano convertire ma convertire con metodi disonesti...

    ma, comunque, tutti capiscono proselytismo come convertire...

    almeno i liberali ritengono che l'annuncio della necessità di salvezza per non arrivare in infero, come un metodo disonesto di proselytismo...

    RispondiElimina
  37. @passante percaso2

    "...con grande gioia di gurueugenio"

    maggiore la gioia dei suoi datori di lavoro: famiglia Debenedetti e Rothschild, veri proprietari di quel "giornale", che dalle mie parti chiamavano fino all'altro ieri Res Pubica, dati gli argomenti che ossessivamente pubblicavano.

    RispondiElimina
  38. Ma Gesù non si è incarnato per riscattarci dal peccato e liberarci dalla morte ad esso conseguente ?, espiando per noi con la Sua Passione, sacrificandosi per noi con la Sua Morte, completando la nostra salvezza con la Sua Gloriosa Risurrezione, aprendoci la via e la porta al Cielo che il peccato di Adamo aveva chiuso con la sua Ascensione ??

    Caro Marco P.,
    con che sgomento dobbiamo registrare certe cose...

    qualche post più su, a proposito di questa citazione, avevo scritto: che fine fa la Redenzione?

    Per ora non pubblico un articolo apposito, anche se ci sono molte altre cose di rilevare, perché avevo già in cantiere due novità dalla cronaca incalzante di questi giorni e comunque intanto l'essenziale ce lo siamo detto qui..

    RispondiElimina
  39. maggiore la gioia dei suoi datori di lavoro: famiglia Debenedetti e Rothschild, veri proprietari di quel "giornale", che dalle mie parti chiamavano fino all'altro ieri Res Pubica, dati gli argomenti che ossessivamente pubblicavano.

    Caro Josh,
    centratissima questa osservazione. Da non credere, ma autorità vaticane (riferitomi da fonte diretta) hanno criticato un articolo pubblicato su questo blog in ordine alla Lettera a Scalfari, non tanto per le critiche - peraltro rispettose - al papa, ma per il fatto di influire negativamente sul "contenitore", cioè su Repubblica...
    Filo diretto, dunque?

    RispondiElimina
  40. Dopo quest'allucinante intervista di Scalfari a 'Francesco', spero solo che finalmente sacerdoti, religiosi e fedeli aprano gli occhi sui frutti nefasti del Vaticano II e sulla 'chiesa conciliare', prima di essere trascinati nell'abisso.

    Sono convinto che la FSSPX sia stata provvidenzialmente voluta da Dio specialmente per questi tempi attuali: una realtà perfettamente cattolica (la cosiddetta sua 'non piena comunione gerarchica è - questa sì - una 'solenne sciocchezza'), vera oasi dottrinale e spirituale per chi vuol mantenere la Fede Cattolica, in attesa della fine del neomodernismo imperante.

    RispondiElimina
  41. Dunque pochi attimi fa,notizia d'agenzia,il bilancio IOR relativo al 2012 on line e in attivo per c.a 86 mln di euro,se non erro,quindi papa era Ratzinger,epoca corvi, corbacci, rettilari vari,ora tutto traspare quel che non traspare è che fino a pochi mesi fa il vaticano era in rosso,un giorno sì e l'altro invece pure,scandali,fango e insulti sanguinosi a bersaglio unico,Ratzinger, anche sull'amato ed 'autorevole' respublica,a firma scalfari che ora pare affetto da sindrome di Stendahl,bene,il club Bilderberg è sempre più allargato,c'è la corsa per essere soci fedeli e fidati,qualcosa non mi torna perchè sotto il tedesco cattivo,retrivo,anticato ed antiquato tutto andava a rotoli,mentre adesso,vuoi mettere,a legger le agenzie sembra che la CC sia diventata una filiale dell'Onu,quangos,ong e chi più ne ha più ne metta,complimenti,peggio per chi non si allinea,noi,i cretini di turno,non c'è bisogno di affannarsi a spiegare,lo dico al logorroico direttore sala stampa vaticana,prima era sordo cieco muto ora pare miracolato.Politically uncorrect,ultrastufo di essere preso per scemo perso e sotto incantesimo.Lupus et agnus

    RispondiElimina
  42. "...Da non credere, ma autorità vaticane (riferitomi da fonte diretta) hanno criticato un articolo pubblicato su questo blog..."

    Beh, speriamo che le "autorità" leggano anche i commenti, ed in ogni caso, cara Mic, continua in questa opera meritoria e teniamo sempre alta la guardia per non farci sommergere. Mi rendo conto che è difficilissimo, quasi impossibile star dietro alle quotidiane novità che scuotono fino alle fondamenta l'edificio secolare e rovinano sul pusillus grex.
    Quanto a Repubblica, questi fanno il loro mestiere, il guaio è che le "autorità" vaticane (autorità di nome, ma non di fatto a questo punto) si preoccupano se lo si fa notare. Ma non erano le tenebre che temevano la luce e che prediligono agire nell'oscurità?

    RispondiElimina
  43. caro professor Pastorelli, è proprio la NEP che indica l'errore preciso di LG. Lei ha ragione, l'errore non è la limitazione del potere papale, come scrivevo più sopra. Al contrario è la creazione di un secondo soggetto del potere a essere problematico. Non l'estensione ma l'unicità del potere papale è in gioco. La Monarchia papale significa che l'unico soggetto a ricevere direttamente il (pieno) potere di giurisdizione dal Cristo è il Pontefice. Al massimo egli può comunicarne l'esercizio al corpo espiscopale: fa partecipare i vescovi dell'esercizio del suo proprio potere. Invece per LG e la NEP è il Cristo a dare questo potere ANCHE a un altro soggetto, che comprende il Papa, ma è da esso distinto. Il Papa regola l'esercizio del potere a questo secondo soggetto ma non è lui a conferirlo. Addio Monarchia.

    RispondiElimina
  44. @Mic

    "Da non credere, ma autorità vaticane (riferitomi da fonte diretta) hanno criticato un articolo pubblicato su questo blog in ordine alla Lettera a Scalfari, non tanto per le critiche - peraltro rispettose - al papa, ma per il fatto di influire negativamente sul "contenitore", cioè su Repubblica...
    Filo diretto, dunque?"

    il dubbio del filo diretto permane (...) da questo caso e tanti altri...

    Il Vaticano farebbe bene a preoccuparsi di non ingenerare prima di tutto curiose dottrine,
    più che dell'opinione presso il pubblico riguardo a un giornale che ritengo pessimo (da sempre: brutta pagina culturale, da parvenu, e brutta pagina economica, non che poi sia meglio nemmeno il CorServa), allineato a poteri mondiali, a banche estere (come la maggior parte della stampa ed editoria, e i social network), anti-italiano, anticattolico, da sempre.

    E che negli ultimi anni ha anche voluto farci bere ogni falsa rivoluzione 'colorata' indotta (popppolo verde, arancio, le Femen, gli Occupy, le primavere arabe & co) come fossero nate dal basso.

    Ma com'è noto i banchieri (di cui è come sempre la vera proprietà del giornale) hanno sempre avuto interesse a creare "rivoluzioni permanenti", dall'instabilità percepita traggono sempre vantaggio ideologico e guadagno pecuniario.

    RispondiElimina
  45. Al massimo egli può comunicarne l'esercizio al corpo espiscopale: fa partecipare i vescovi dell'esercizio del suo proprio potere. Invece per LG e la NEP è il Cristo a dare questo potere ANCHE a un altro soggetto, che comprende il Papa, ma è da esso distinto. Il Papa regola l'esercizio del potere a questo secondo soggetto ma non è lui a conferirlo. Addio Monarchia.

    Per approfondire, riporto alcuni stralci di quanto ho già scritto:
    ...
    Il problema nasce dalla contraddizione tra la democratizzazione che scaturisce da questa nuova visione di Chiesa e la sua costituzione divina. Viene inadeguatamente applicato alla Chiesa il principio che regola le comunità civili, ignorando la differenza tra esse e Chiesa di Cristo: le comunità civili prima si pongono in essere e poi si danno e formano il proprio governo. In ciò esercitano la loro libertà, mentre in esse stesse si fonda originariamente e fontalmente ogni giurisdizione comunicata alle autorità sociali. Al contrario, la Chiesa non si è data da se stessa né ha formato da sé stessa il suo governo, ma è stata fondata in toto da Cristo il cui disegno preesiste all’esistenza stessa dei fedeli. La Chiesa è dunque una società sui generis in cui il capo è anteriore alle membra e l’autorità viene prima della comunità.
    [...]

    Non mancano perplessità, nelle posizioni più tradizioniste, se si pensa che il termine “collegio” per designare l'episcopato non ricorre né nella Sacra Scrittura né nella Tradizione della Chiesa antica. Apostoli vuol dire ‘mandati’: il Signore li manda due a due non in "collegio"... C’è anche da osservare che il “collegio” si fonda su una potestà giuridica e morale, mentre si diviene vescovi per via sacramentale, ovvero mediante un quid che è nel contempo fisico e mistico come l'unità della Chiesa.
    [...]
    In effetti si manifesta una duplice inconciliabilità nel principio del rapporto tra primazialità e collegialità basti pensare alla tesi dell’unico soggetto (collegio dei vescovi o romano pontefice) e i dati del magistero che, pur senza posizioni dichiarative parlano di due distinti soggetti (LG 22). All’interno stesso di questa suddivisione, la stessa inconciliabilità si coglie tra le esigenze metafisiche dell’autorità nella vita sociale e la realtà ecclesiale compresa alla luce della rivelazione cristiana.
    ...

    http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/p/le-insidie-della-collegialita.html

    RispondiElimina
  46. A me sembra che quel "O" si giusto. Infatti l'obbedienza va data al Pontefice o al Collegio dei vescovi, sapendo benissimo che non esiste Collegio dei Vescovi senza a capo il papa. Dove sta il problema?

    RispondiElimina
  47. vincenzo, o ci sei, o ci fai. rileggiti quanto scritto da Dante e Mic.
    Comunque, se continua cosi', fra un po' non ci sara' piu' da obbedire ne' al Papa, ne' ai Vescovi..
    rosa

    RispondiElimina
  48. A me sembra chiara nella Nota Praevia, perché vi si insiste non solo nel n.3 ma anche nel 2 - si legga anche la distinzione che si fa tra ufficio e potestà - la costituzione gerarchica della Chiesa, che viene ribadita non una sola volta. Se il Papa sceglie di attuare la sua suprema potestà da solo o insieme ai vescovi in un concilio, di chi è la primazia? Il concilio, o collegio, non ha poteri di per sé tanto che può non esser convocato.
    Ma come ho detto e ripeto la Nota di Ottaviani ristabilisce ciò che appariva o meglio era ed è l'errore della costituzione "dommatica" (!)

    RispondiElimina
  49. Ma come ho detto e ripeto la Nota di Ottaviani ristabilisce ciò che appariva o meglio era ed è l'errore della costituzione "dommatica" (!)

    Il problema è che rischia di venir applicata la costituzione dogmatica senza il 'salvagente' di Ottaviani...

    Qui mi riferisco all'intervento di "sentinella" 10:40:

    ...Come san Pietro e gli altri apostoli costituiscono, per volontà del Signore, un unico collegio apostolico, similmente il romano Pontefice, successore di Pietro, e i vescovi, successori degli apostoli, sono uniti tra loro.[…]....Il collegio o corpo episcopale non ha però autorità, se non lo si concepisce unito al Pontefice romano, successore di Pietro, quale suo capo, e senza pregiudizio per la sua potestà di primato su tutti, sia pastori che fedeli”.

    L'inganno, se vogliamo sottile, per chi si lascia andare alla deriva dominante, sta proprio in quell' "unico soggetto", mentre il Papa e il Collegio episcopale sono due soggetti distinti...

    Ora, in quel che accadrà prossimamente resta da verificare se il cosiddetto "consiglio della corona" avrà funzioni solo consultive o anche deliberative; il che non mi sembra sia stato chiarito.

    RispondiElimina
  50. P. Lombardi ha detto che avranno solo funzione consultiva. Si starà a vedere.
    Intanto le parole in libertà del Papa fan molto male, non solo a noi.
    Proprio ora un giovane amico prete, di ritorno da una brevissima vacanza, mi ha telefonato e m'ha raccontato che è stato ospite di un pope greco, che gli ha offerto un caffé e gli ha parlato in modo distaccato. Ma quando l'amico gli ha detto
    d'esser stato ordinato con rito antico si è sciolto nell'esultanza, ed ha osservato che da questo papa c'è poco da aspettarsi perché a loro ortodossi appare molto strano.

    RispondiElimina
  51. Dice Romano:
    Il trucco dei modernisti di dire no al proselytismo è fondato dallo scappatoio in quale dicono che non significano convertire ma convertire con metodi disonesti...
    ma, comunque, tutti capiscono proselytismo come convertire...


    I modernisti confondono il proselitismo con l'imposizione e la parresia dell'annuncio con il trionfalismo.

    Il Signore non si impone e neppure la Chiesa.
    Se non desideriamo la conversione dei peccatori e non annunciamo il Signore a chi non crede, "perché si converta e viva", il grande inganno sta nel non parlare più di conversione e di lasciar liberi coloro che sono nell'errore di rimanerci.

    Il punto non sta nell'obbligare nessuno, ma nel chiamare l'errore col suo nome, 'mostrare' la verità nel rispetto della libertà altrui. E' lo Spirito che opera in chi la Verità la riconosce e la accoglie...

    RispondiElimina
  52. L'inganno, se vogliamo sottile, per chi si lascia andare alla deriva dominante, sta proprio in quell' "unico soggetto", mentre il Papa e il Collegio episcopale sono due soggetti distinti...


    ---------

    La versione in latino di quell' "O" fuori posto, trova la traduzione in "OVVERO" che poi può essere interpretato tranquillamente in "OSSIA".

    Si tratta di una congiunzione disgiuntiva detta ancha alternativa,
    con valore esplicativo, serve per per introdurre un chiarimento o un equivalente.

    Inoltre tali congiunzioni hanno la funzione di introdurre un’alternativa tra
    due parole, due soggetti a volte escludendo uno dei due.

    L'inganno sottile di chi o quanti hanno volutamente, scritto quel SIVE.

    Sapeva quel che faceva questo è certo.

    Che poi si sia preferito mettere la nota piuttosto che correggere il documento stesso con la congiunzione esatta, questa la dice lunga.

    E' inaccettabile soprassedere a una simile congiunzione dal doppio senso, giacchè una persona, quando ripete tal giuramento lo fa con quella formula ambigua e polivalente errata, non ripete la formula correttiva in calce al documento.


    L'inganno c'è ed molto fine stampato in un documento dal valore dogmatico, uscito dal pastorale vaticano 2.


    La vera traduzione quindi sarà anche questa:

    1) Aderisco inoltre con gli insegnamenti religiosi che o la sottomissione della volontà e
    dell'intelletto il magistero autentico del Romano Pontefice "O" il Collegio episcopale ....


    OPPURE


    2) Aderisco inoltre con gli insegnamenti religiosi che o la sottomissione della volontà e
    dell'intelletto il magistero autentico del Romano Pontefice "OVVERO" il Collegio episcopale... ....

    RispondiElimina
  53. Chiedo scusa a Mic, per il lapsus del commento precedente mi sono accorto di non aver messo il testo in Latino.

    ***Insuper religioso voluntatis et intellectus obsequio doctrinis adhaereo quas sive romanus pontifex ** SIVE ** collegium episcoporum enuntiant cum magisterium authenticum exercent etsi non definitivo actu easdem proclamare intendant.***


    traduzione

    *** Aderisco inoltre con religioso ossequio della volontà e dell'intelletto agli insegnamenti
    che il romano pontefice *O=OVVERO=OSSIA* il collegio episcopale propongono quando esercitano il loro
    magistero autentico, sebbene non intendano proclamarli con atto definitivo.***


    SIVE (lat.) = O = OVVERO = OSSIA

    In questa formula, i due soggetti Romano pontefice e Collegio sono equivalenti.

    UNA FORMULA STUDIATA PER ATTUARE APPIENO LA COLLEGGIALITA', che come sappiamo MINA E SMANTELLA il Primato di Pietro.

    Sottoscrivo e concordo con quanto scritto dall'anonimo delle 14:51 e delle 17:44 e da Romano primo commento del post.

    RispondiElimina
  54. Non esiste collegio senza pontefice. Dunque si deve offrire il debito ossequio al magistero papale ed a quello conciliare che presuppone l'approvazione del Papa. L'insieme dei vescovi senza il Papa non ha alcuna potestà e non gode di nessuna infallibilità. E' il Papa che convoca il concilio, il Papa ne approva i documenti o li corregge quando occorra. Che poi lo faccia è discorso diverso.
    Diverso è il caso dei vescovi dispersi nel mondo che ribadiscono una dottrina fatta propria dalla Chiesa.

    RispondiElimina
  55. Il testo da recitare è quello che riporta il grave errore.

    La lunga e ripetitiva nota previa è in calce e più sotto al testo. Chi giura non recita la nota, si presume che la conosca, il che non è affatto scontato, l'ignoranza nella dottrina abbonda.

    Se non è stato corretto un semplice SIVE, un motivo c'è, si può immaginare perchè e l'ho spiegato.

    Per chi conosce il Deposito sa che il Papa è al di sopra del concilio e del colelgio.

    Al di sopra del concilio non significa che un papa regnante possa mettere mano ai concili o al Magistero infallibile dei suoi predecessori.

    Quello che più conta per quanti hanno volutamente scritto quel SIVE, è che si recitasse la formula di giuramento a quel modo.

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo l'approvazione di uno dei moderatori del blog.