Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 23 dicembre 2013

Il Natale. Dai Discorsi di Sant'Agostino

40. Dove ti trovi, Cristo, per causa mia?

Il Signore Gesù volle essere uomo per noi. Non si pensi che sia stata poca la misericordia: la Sapienza stessa giace in terra! In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio (Gv 1,1). O cibo e pane degli angeli! Di te si nutrono gli angeli, di te si saziano senza stancarsi, di te vivono, di te sono come impregnati, di te sono beati. Dove ti trovi invece per causa mia? In un piccolo alloggio, avvolto in panni, adagiato in una mangiatoia. E per chi tutto questo? Colui che regola il corso delle stelle succhia da un seno di donna: nutre gli angeli, parla nel seno del Padre, tace nel grembo della madre. Ma parlerà quando sarà arrivato in età conveniente, ci annunzierà con pienezza la buona novella. Per noi soffrirà, per noi morirà, risorgerà mostrandoci un saggio del premio che ci aspetta, salirà in cielo alla presenza dei discepoli, ritornerà dal cielo per il giudizio. Colui che era adagiato nella mangiatoia è divenuto debole ma non ha perduto la sua potenza: assunse ciò che non era ma rimase ciò che era. Ecco, abbiamo davanti il Cristo bambino: cresciamo insieme con lui [Disc. 196, 3].

41. L'Eterno nasce nel tempo da Maria

Il nostro Salvatore, nato dal Padre che sta al di fuori della successione dei giorni, ma dal quale questa successione è stata creata, volle avere sulla terra un giorno natale, che oggi celebriamo. Chiunque tu sia che guardi estatico questo giorno ammira piuttosto Colui che permane eterno al di là di ogni giorno, Colui che ha creato la successione dei giorni, che ha la sua nascita in un determinato giorno e libera dal male che è nel giorno (Mt 6,36). C'è ancora di che ammirare: chi lo ha generato è madre ed è vergine. E Colui che essa ha generato è un bambino ed è il Verbo. È giusto che i cieli abbiano parlato, che gli angeli abbiano cantato gloria, che i pastori si siano rallegrati, che i Magi si siano spostati, i re turbati, i bambini incoronati di gloria. Allatta, o madre, il nostro cibo; allatta il pane che viene dal cielo, posto in una mangiatoia come fosse innanzitutto cibo per i giumenti. Là infatti il bue riconobbe il suo proprietario, e l'asino la greppia del suo padrone (Is 1,3). Vale a dire i circoncisi e gli incirconcisi (Col 3,11) che aderirono a quella pietra angolare (Ef 2,20), e le cui primizie furono pastori e Magi. Allatta, o madre, Colui che ti ha fatto tale da poter farsi lui stesso in te; che, concepito, ti ha dato il dono della fecondità e nato non ti tolse l'onore della verginità. Lui, prima di nascere, ha scelto il grembo da cui nascere e il giorno della nascita. Ed egli stesso ha creato ciò che scelse, per procedere da lì come sposo dal suo letto nuziale (Sl 18,6), per poter essere visto da occhi mortali e testimoniare la luce delle menti in analogia con la crescita annuale della luce del giorno. I Profeti avevano annunziato che il creatore del cielo e della terra avrebbe vissuto in mezzo agli uomini (Bar 3,28); l'angelo aveva annunziato che il creatore della carne e dello spirito sarebbe venuto ad assumere la carne. Giovanni nel grembo di sua madre salutò il Salvatore che era anche lui nel grembo materno. Il vecchio Simeone riconobbe Dio nel bambino; la vedova Anna ne riconobbe la vergine madre. Queste sono testimonianze della tua nascita, o Signore Gesù, verificatesi prima che si placassero i flutti al tuo passaggio sul mare, che si ritraessero davanti a te che glielo ordinavi; prima che il vento al tuo comando tacesse, che il morto ritornasse in vita al tuo richiamo, che il sole alla tua morte impallidisse, che la terra tremasse alla tua risurrezione, prima che il cielo si aprisse alla tua ascensione; prima che questi ed altri mirabili fatti tu compissi nel tempo della tua giovinezza. Eri ancora portato nelle braccia materne e già eri riconosciuto come Dio dell'universo. Tu, piccolo bambino della stirpe d'Israele e insieme Dio con noi, 1'Emmanuele (Mt 1,23) [Disc. 369, 1].

9 commenti:

rafminimi@infinito.it ha detto...

Due storie di NATALE (con una conclusione di Pasqua) Pochi giorni prima di quel 25 Dicembre che ha cambiato la faccia al mondo, la coppia che diverrà la più celebre della storia percorreva i monti e le valli della Palestina. Durante il loro viaggio, si trovarono ad attraversare un gran mercato poco lontano dalla loro meta: Betlemme. Uno dei venditori, notando il ventre prominente, tipico di un prossimo parto, cercava di vendere della merce per neonati (ovviamente dell'epoca), magnificandola. Così diceva: - Donna, compra le mie fascette per avvolgervi tuo figlio. Guarda quanto sono belle. Sono un articolo degno di un re. A queste parole, quasi tra sè, la Madonna pronunciò una frase sorprendente: - Mio figlio sarà RE! Il mercante la sente. Vedendo quella coppia, modesta ma con una dignità ed una compostezza tale da incutere rispetto e, nello stesso tempo diffondere serenità intorno, è preso da un impeto. - Allora te le regalo. Solo una cosa ti chiedo donna. Digli che, quando sarà re, si ricordi di Tito, detto DISMA. - Contaci- fu la risposta. Proprio le fascette furono il segno descritto dagli Angeli ai pastori per consentire loro di identificare il Messia.

rafminimi ha detto...

Tra i pastori che furono avvisati dagli Angeli c'era anche il giovane Gioele. Corse subito a casa per annunciarlo anche alla moglie Rachele. Voleva che anche lei venisse ad ammirare ed onorare il Salvatore tanto atteso. Avevano un figlio Nayum, cieco dalla nascita. Il piccolo sentì tutto il trambusto e, quando il padre ebbe spiegato che aveva visto compiersi le profezie espresse il desiderio di venire pure lui alla grotta per vedere il Messia. I genitori, dopo averlo tranquillizzato (credevano) dicendo che sarebbero usciti l'indomani, lo misero a letto e, quando sembrava che dormisse uscirono. Reputavano pericoloso, oltre che inutile, esporre il loro piccolo sfortunato al freddo della notte. Nayum aveva solo finto di dormire. Non appena fu certo che erano usciti, il piccolo si alzò e, a carponi e tastoni, giunse fino al suo agnellino preferito. Gli legò una fune al collo e gli disse di condurlo alla grotta dei pastori. Uscirono e vi si diressero. Lungo la strada c'erano sassi appuntiti e spine, ma li scansarono tutti. Stava scendendo abbondante la neve, ma neppure un fiocco li toccò. Giunsero alla grotta. I pastori si scostarono vedendoli giungere e chiedendosi come mai fossero giunti si là. Gioele e Rachele non credevano ai loro occhi. Nayum aveva raggiunto la mangiatoia, quando il bambino Gesù lo vide e lo guardò. Il piccolo cieco si avvicinò al neonato. Il pargoletto divino gli toccò gli occhi e subito, per la prima volta, cominciarono a vedere. Sono passati trentatrè anni. Il pargoletto di allora è un uomo, anzi è l' Uomo perfetto, pur nella sciagura che sembra averlo colpito. Siamo sul Calvario. Gesù è stato crocifisso in mezzo a due malfattori. Tutti, dagli Anziani del popolo, agli scribi, ai suoi stessi compagni di sventura, lo stanno insultando. Ad un certo punto, uno dei ladroni, quello crocifisso a destra del Redentore, si zittisce. Ha visto quella donna che piangeva ai piedi della Croce del Figlio. Pur stravolto dal dolore, quel volto conserva una bellezza che colpisce e che, soprattutto, non gli è nuova. Si chiede rimuginando tra sè: - Io quella donna la conosco! Ma chi è? Dove l'ho già vista? Non di recente, ma un volto così non si dimentica. ADESSO RICORDO! LE FASCETTE DA RE!- -SIGNORE RICORDATI DI ME QUANDO SARAI NEL TUO REGNO!- - IN VERITà TI DICO: OGGI SARAI IN PARADISO CON ME (Leggende popolari palestinesi, raccolte da Mons. Giuseppe PaceS.D.B. -13/ XII/1911-01/XI/2000- nella Vita della Madonna "Mio Figlio sarà RE!" )

lettore assiduo ha detto...

Stava, una sera afosa, la Vergine Maria - così narra una leggenda gentile - seduta alla porta, con il Bambino addormentato sulle ginocchia. Passò un coro di giovani allegri che andavano a divertirsi: e il Bambino dormendo non li udì. Passò un corteo di nozze con fiaccole e gridi festosi: e il Bambino dormendo non li udì. La Vergine Maria pensava in quel momento alla parola che Simeone, il vecchio del tempio, le aveva detto; a quella spada pensava che le avrebbe trapassato il cuore. Intanto una lacrima le tremò sospesa un poco tra le ciglia. Il Bambino sobbalzò nel sonno e aprì gli occhi. "Che hai piccino?", gli disse curvandosi maternamente."Mamma! Ho udito un tonfo, come di qualcosa che mi cadesse in cuore".
Tra i tumulti del mondo, le lagrime silenziose delle madri di famiglia, dei padri di famiglia, ancora fanno sobbalzare il cuore del Figlio di Dio.

Anonimo ha detto...

Cara Mic,
scusa l'OT.
Volevo chiederti una parere in merito ad una questione.
Come sai oggi il cristianesimo oggi in Europa è in minoranza, anche in Italia. Un conto è il numero dei battezzati sulla carta. Un conto è l'effettivo numero di credenti che professano e praticano la fede cristiana, che è minoritario. Oltre a questo gli stati europei sono ormai dotati di costituzioni e leggi laiche o laiciste che ormai non tengono più in considerazione l'etica cristiana. Pensiamo alle leggi per la liberalizzazione sull'eutanasia, sull'aborto, sulle nozze e adozioni gay, ecc. Ormai penso che in futuro queste leggi arriveranno anche in Italia, sono presenti già in molti paesi europei e del mondo. Penso che in futuro avremo una società sempre più laica in cui il cristianesimo conterà sempre di meno, ed i cristiani saranno una minoranza creativa. In un certo senso di tornerà all'epoca in cui il cristianesimo era la religione tra le religioni all'interno di uno stato pagano, come nell'impero romano.
Ora noi cattolici che dobbiamo fare pubblicamente? Continuare a lottare in piazza ed in politica affinché queste leggi anticristiane non vengano adottate dallo stato laico? Oppure lasciare che passino limitandoci a chiedere l'obiezione di coscienza, e preoccupandoci di mantenere incontaminate le nostre comunità cristiane? Tanto se i pagani vogliono queste leggi le facciano pure, a noi cristiani non interessano perché la nostra fede ci dice chiaramente come dobbiamo nascere, vivere, morire. La nostra protesta si limiterà alla predicazione del vangelo e della dottrina.
La questione non tocca solo i fedeli, ma anche il clero, infatti cosa devono fare i chierici? Lanciare anatemi contro una società pagana postcristiana (card. Burke), oppure occuparsi più del proprio gregge e lasciare che gli altri scelgano da se la via della condanna o della salvezza?

Micus

Natale della Tenerezza ha detto...

http://www.libertaepersona.org/wordpress/2013/12/triste-natale-ci-scrivono-da-imperia/

Zag ha detto...

Auguro a te, Mic, e a tutti i collaboratori del blog, di trascorrere un Santo Natale. Cerchiamo di vivere bene questi giorni, affidando a Dio che viene tra noi tutto ciò che portiamo nel cuore. E rimaniamo sereni.

Anonimo ha detto...


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SANTUARI DELLA TERRA SANTA
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Anonimo ha detto...

Buono e santo Natale del Signore a tutti .Questa sera messa solenne e tanta gioia senza preoccuparsi perche' il Signore provvedera a suo tempo. Paul

Gederson Falcometa ha detto...

Mic,

Un santo natale (in rittardo, scusa) a te e a tutti amici del blog.

Un saluto dal Brasile