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venerdì 31 gennaio 2014

Per riuscire a gettare il cuore oltre ogni ostacolo

Sub tuum praesidium confugimus,
Sancta Dei Genitrix.
Nostras deprecationes ne despicias
in necessitatibus nostris,
sed a periculis cunctis
libera nos semper,
Virgo gloriosa et benedicta.
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
Santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche
di noi che siamo nella prova,
ma liberaci da ogni pericolo,
o Vergine gloriosa e benedetta.

16 commenti:

  1. davvero la prima risorsa è pregare pregare pregare! oggi molti cattolici pensano che pregare sia una azione prevalentemente spirituale, ma secondo me la preghiera e' una azione altrettanto materiale. e' una azione che implica il materiale tanto quanto il mistero di Cristo. e' una azione , e' agire , anzi e' il primo agire. e poi nella preghiera ci si rivolge all'unioo che puo materialmente faare qualcosa! pregare e' gettare il cuore oltre l'ostacolo!

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  2. Alessandro Mirabelli31 gennaio, 2014 21:34

    Ricordiamoci:
    A) maledetto l'Uomo che confida nell'uomo e
    B) getta sul Signore il tuo affanno ed egli ti darà sostegno.

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  3. Qualche tempo fa m'è capitato di sentire nella Rete una predica del padre Manelli, che invitava a dir molti rosari, ogni giorno. E portava a esempio i suoi genitori, che avevano, se ricordo bene, tredici figlioli, e tutti i giorni dicevano tredici volte la corona: una volta per ogni figliolo.

    Queste parole m'han fatto impressione. Credo che dovremmo far così davvero: dire il rosario – anche, chi può, più rosari ogni giorno –, pregando per la Chiesa, per il Santo Padre, per la patria, per il mondo, per tutte le intenzioni del cuore di Gesù.

    Le tenebre son troppo spesse: invochiamo la madre del Verbo, perché rinasca la luce.

    Grazie anche a Alessandro Mirabelli e a Rocco, per le loro riflessioni stimolanti.

    Maso

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  4. Carissima Mic, mi rivolgo a Lei e ai fidati amici del blog col cuore in pena per quello che ho appena letto nel seguente articolo di Magister:

    http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350707

    intitolato:
    "Quando la Chiesa di Roma perdonava le seconde nozze
    Nei primi secoli ai divorziati risposati era rimessa la colpa e data la comunione, ma poi in Occidente questa prassi è stata abbandonata. Oggi papa Francesco l'ha rimessa in campo, mentre tra i cardinali si duella."

    Questa faccenda mi turba profondamente, perché a mio modo di sentire equivale alla dissoluzione dei Sacramenti, a cominciare da quelli del Matrimonio e della Comunione.
    Io ho sempre intimamente creduto che i Sacramenti fossero ontologicamente legati tra loro e che quindi non si potesse toccarne uno senza snaturarne l'altro (sbaglio?).

    Ora vengo a sapere che perfino Ratzinger era possibilista laddove adesso i nostri spinti novatori vogliono ad ogni costo e con ogni mezzo approdare:
    1) Comunione ai divorziati risposati e
    2) benedizione delle 2e/3e... nozze.

    Come non bastasse ci si appella perfino al concilio di Nicea.

    Siccome non sono un teologo e neppure uno storico, per favore può/potete aiutarmi a fare un po' di chiarezza su tutto ciò?
    Se quanto preconizzato da Magister dovesse avverarsi, cioè se la prassi pastorale indicata dall'alto si affermasse senza modificare la dottrina, la Chiesa sarebbe sempre Cattolica?
    Grazie per la comprensione.
    Marius

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  5. A Marius: Magister nel suo articolo dà per scontato che nel canone 8 del concilio di Nicea quando si fa riferimento agli "sposati due volte" (digami) si faccia riferimento ai "divorziati risposati". Questo è tutt'altro che certo, perché è più probabile che si faccia piuttosto riferimento a vedovi che hanno contratto nuove nozze, cosa che secondo i più rigoristi del tempo non era lecita. Nel IV secolo la vita media era bassissima, intorno ai vent'anni, ed era praticamente normale che le persone rimanessero vedove giovani e si risposassero.

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  6. anonimo delle 9.26 e di conseguenza a Magister,

    dunque vorrei capire il valore delle parole """NON SCIOLGA L'UOMO CIO' CHE DIO HA UNITO"" e queste parole le ritroviamo sempre nel Sacramento del matrimonio.

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  7. Alessandro Mirabelli01 febbraio, 2014 20:52

    Ho ricevuto da poco una risposta da un domenicano esperto di morale sessuale e matrimoniale. La tesi di Cereti ripresa da Magister e' un bluff. La tesi ceretiana e' già stata smontata nel 1997 da un patrologo gesuita con un articolo pubblicato nello stesso anno su La Civiltà Cattolica. Anch'io ero rimasto molto meravigliato. Com'era possibile che un Concilio dogmatico come Nicea I smentisse 1 Cor. 7,10? Poi leggendo la risposta che il padre domenicano mi ha mandato mi sono tranquillizzato.

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  8. Alessandro Mirabelli01 febbraio, 2014 20:56

    Il patrologo gesuita che ha demolito la tesi di Cereti si chiama Crouzel. Il suo articolo e' stato pubblicato su la Civiltà cattolica del 21 maggio 1997 alle pagine 304 - 305

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  9. Marius,sono andato a leggere il canone in questione:
    quel passaggio dell'ottavo canone niceno si riferisce ad un gruppo di non cattolici, che si autodefinivano 'catari' ossia 'puri', e che evidentemente erano rigoristi che rifiutavano le seconde nozze dei vedovi e la riammissione dei lapsi (coloro che avevano apostatato durante le persecuzioni),sulla scia dei Montanisti e dell'ultimo Tertulliano, ed ordina loro appunto, se vogliono entrare a far parte della Chiesa Cattolica, di accettare la dottrina cattolica in merito: e cioè liceità di un secondo matrimonio (si capisce chiaramente che è per vedovi\e), e riammissione, dopo debita penitenza, dei lapsi.

    Come già detto negli altri interventi, quella del Cereti è una bufala colossale.
    Piuttosto attenzione, questo è solo l'inizio delle grandi manovre neomoderniste della "chiesa di Francesco" - dirette a portare a termine le conseguenze del golpe conciliare - per sabotare la Fede raggirando preti e fedeli.

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  10. "Se quanto preconizzato da Magister dovesse avverarsi, cioè se la prassi pastorale indicata dall'alto si affermasse senza modificare la dottrina, la Chiesa sarebbe sempre Cattolica? "

    Caro Marius, se è per questo - e da un bel po' di anni - hanno già introdotto parecchie prassi pastorali in contrasto con la dottrina: falso ecumenismo, liberalismo, primato papale condiviso di fatto con l'episcopato, ecc.
    Bisogna comunque distinguere la Chiesa dagli uomini di Chiesa.
    La Chiesa Cattolica esisterà sempre, nonostante le tempeste, e la sua dottrina è chiara ed immutabile.
    Gli uomini di Chiesa, Papi compresi, sono invece un altro discorso: e se costoro, venendo meno al loro dovere, presentano e vogliono imporre dottrine o prassi in contrasto con la Fede cattolica bimillenaria, nel momento in cui lo fanno non rappresentano certo la Chiesa, ma solo se stessi ed il loro pensiero erroneo privato.
    Quindi il problema non sussiste.

    Sussiste invece il pericolo, effettivo e concreto nella maggioranza dei fedeli poco preparati dottrinalmente, ed anche in molto clero 'normalista', di confondere Chiesa ed uomini di Chiesa, accettando qualsiasi cosa questi ultimi dicano o facciano anche se contrastante con la dottrina di sempre.

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  11. entreranno i divorziati risposati- ma quanti sono, almeno in italia, a voler stare nella Chiesa- e ne usciranno gli sposati fedeli...entra la pecorella smarrita, ed escono le 99...non mi pare che fosse questo il senso della parabola
    Rosa

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  12. Grazie mille a Turiferario, ad Alessandro e ad Amicus per le vostre risposte molto chiarificanti sul riferimento a Nicea.

    Mi potete dire qualcosa anche riguardo a Ratzinger?
    Possibile che anche lui volesse approdare allo stesso porto del vdr?
    Io non ho mai dubitato di lui, ma quelle sue parole riportate da Magister non mi piacciono proprio.

    Grazie di cuore.
    Marius

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  13. alessandro mirabelli02 febbraio, 2014 11:11

    Sulla home page del sito www.amicidomenicani.it e' state pubblicata la risposta che in Domenicano mi ha dato riguardo l'articolo di Magister sulla tesi eterodossa di Cereti (divorziati risposati).

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  14. Marius:
    le parole di Benedetto riportate da Magister sono estrapolate da un discorso che, se ricordo bene, tenne in Val d'Aosta durante un suo soggiorno estivo. In realtà egli rifletteva sul problema grave dell'aumento dei matrimoni cattolici che terminano in separazioni e divorzi, se questo non fosse un segnale di mancato iniziale convincimento della sacralità del matrimonio da parte dei coniugi. Sosteneva anche che si trattava di un problama molto grosso quello di valutare l'effettiva "coscienza del sacramento", e che bisognava pensarci su profondamente ed a lungo. NON citava affatto Nicea, in quel discorso.
    Dalla riflessione ponderata e dottrinalmente fondata di Benedetto credo si voglia passare ad una atteggiamento NON dottrinale, ma "pastorale", cioè per dirla semplicemnte, ed anche un po' volgarmente, "tana, liberi tutti". Siccome in ballo ci sono tanti soldi,quelli che in Austria e Germania il clero perde perchè la gente si cancella dai ruolini fiscali come cattolici, sperano di recuperare quei soldi tirando dentro i divorziati risposati.
    Per esperienza dico che prima ci si allontana dalla Fede e dalla Chiesa, e poi ci si separa e divorzia, non il contrario, cioè chi resta fedele a Nostro Signore riesce a restare fedele anche al proprio sposo o sposa.
    E'che purtroppo anche molti religiosi consacrati non riescono più a rimanere fedeli a Nostro Signore ed alla Sua Chiesa, e se uno è infedele, cerca altri infedeli con cui stare insieme.
    Maradiaga mi sa tanto che è uno di questi.
    Rosa

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