Tutti coloro che sanno che il Concilio contiene veri e propri errori contro la dottrina già definita, conoscono di certo il problema dell’origine del potere di giurisdizione nella Chiesa. La Chiesa cattolica è una società giuridicamente perfetta, fondata da Gesù Cristo, e come ogni società deve avere un’autorità in grado di governarla.
L’autorità è la causa formale di una società, cioè la definisce. Più precisamente il tipo di autorità, con le relazioni che essa causa tra sé e i membri, fa sì che una data società sia se stessa. Nella Chiesa militante, l’autorità invisibile di Gesù Cristo, che è l’unico Capo della Chiesa e fonte di ogni altro potere in cielo e in terra, è da Lui delegata direttamente a una sola persona, il suo Vicario in terra, Successore dell’Apostolo Pietro, il Vescovo di Roma.
Abbiamo più volte spiegato come Lumen gentium contraddica questo dogma, definito dal Vaticano I, sostenendo che anche il potere di governo dei Vescovi (e del “collegio episcopale” su tutta la Chiesa) verrebbe direttamente da Gesù Cristo, distruggendo così il concetto stesso della Monarchia pontificia. Il termine monarchia applicato al papato indica infatti che l’unica persona in assoluto a ricevere il potere di governo direttamente dal Cristo è il Papa, mentre chiunque altro lo riceverà in maniera mediata (seppure in molte forme diverse) dal Papa (ex Petro), a partire dal Vescovo residenziale che governerà stabilmente una diocesi, fino al Sacerdote eretico che deve ricevere giurisdizione per modum actus per ascoltare la confessione di un morente, a norma della legge ecclesiastica. Importante è notare, a questo riguardo, che solo i Vescovi diocesani ricoprono una carica istituita da Dio, ma il loro potere, per quanto ordinario, è ricevuto dal Papa e a lui subordinato. Niente si apre o si chiude senza che quelle Chiavi siano all’origine.
Nell’attuale situazione della Chiesa si è spesso posto il problema del ruolo dell’Autorità, e particolarmente della possibilità per l’Autorità suprema di cadere nell’errore se non nell’eresia. Alcuni hanno voluto rifarsi a tesi di antichi teologi che ritenevano che un Papa che si manifestasse come eretico decadrebbe immediatamente dalla sua carica, o non potrebbe essere stato validamente eletto se eretico già in precedenza.
Tesi queste che vantano il sostegno di grandi e importanti teologi, e perfino alcuni santi Dottori (sull’uso più o meno appropriato di una famosa bolla di Paolo IV scriveremo un’altra volta)[1]. Tesi certamente di grande interesse, ma tesi che per l’epoca erano puramente accademiche, mai verificate in fatti concreti; si dovrebbero piuttosto dire ipotesi di un quadro di figura apparentemente irrealizzabile. Un quadro di figura, quello elaborato dai teologi del passato, che differisce dal presente in un elemento essenziale: nelle tesi dei teologi antichi era il Papa da solo a cadere nell’eresia, mentre il corpo episcopale, restando più o meno sano, garantiva il perpetuarsi dell’esistenza della Chiesa, esattamente come avviene alla morte del Papa; secondo i sedevacantismi attuali, non è solo la Sede di Pietro a essere vacante, ma tutte le sedi episcopali contemporaneamente. Chi vuole applicare queste tesi alla situazione attuale dovrebbe quindi sempre ricordare che non sta presentando una Chiesa “senza Papa” (cosa che avviene regolarmente nel periodo di conclave), ma una Chiesa senza alcuna gerarchia sulla terra, senza episcopato residenziale, quindi senza presenza di giurisdizione ordinaria.
In questo senso non è indifferente quanto a lungo la Sede Apostolica rimanga vacante: c’è un tempo limite, ed è la permanenza di altri individui aventi giurisdizione ordinaria, ricevuta dal Papa precedente, e che mantengono dopo la di lui morte[2]. Se la giurisdizione ordinaria scomparisse del tutto da individui viventi sulla terra, come sarebbe oggi secondo certe tesi, non esisterebbe –come è logico- nemmeno quella straordinariamente delegata: perché essa è delegata da qualcuno, a norma del diritto, non dalla “Chiesa” astrattamente intesa. Il diritto canonico certo usa l’espressione supplet Ecclesia, ma teologicamente e metafisicamente la giurisdizione sta negli uomini che l’hanno ricevuta dal Papa (o, solo per il Papa, dal Cristo), non vaga nell’aria in attesa che qualcuno la colga.
Facciamo un esempio: il sacerdote che non ha ordinariamente potere di giurisdizione, come può essere il sacerdote della FSSPX, o anche un sacerdote scomunicato o eretico, o uno che non ha cura d’anime, si trova di fronte a un moribondo (oppure si trova in una situazione di grave necessità generale, come è l’attuale, e una persona gli chiede di confessarsi[3]). Quegli potrà assolverlo ricevendo per quell’atto giurisdizione, a norma del diritto canonico e divino; egli attingerà, teologicamente parlando, questo potere da qualcuno che lo possiede abitualmente, che sia il Vescovo residenziale o il Papa. Il legislatore ecclesiastico, basandosi sulla suprema legge divina della salus animarum, ha previsto questo caso e ha disposto di concedere tale delega “automatica”, che nessun prelato può negare, essendo il potere dato per il bene (e negarlo in tali casi sarebbe del tutto irrazionale e contrario al diritto divino).
Ora, venendo a mancare non solo il Papa ma anche qualsiasi Vescovo residenziale, ci si dovrebbe chiedere da chi un sacerdote possa ricevere giurisdizione anche solo per ascoltare la confessione di un moribondo. Il problema non è dunque se in certe situazioni il potere possa essere delegato in forme straordinarie (il che è del tutto pacifico), ma da chi. Se si risponde che lo si può ricevere direttamente da Gesù Cristo, si deve tener conto che si sta introducendo un’eccezione al principio per cui ogni giurisdizione sulla terra deriva dal Papa, il quale è il solo a ricevere il potere dal Cristo stesso: si sta cioè minando il principio della Monarchia papale, che a parole si vorrebbe tanto difendere; si sta commettendo un errore analogo a quello di Lumen Gentium, e si sta in fin dei conti annullando la necessità del Papato stesso (e infatti si arriva a dire che la Chiesa possa esistere per decenni, anzi indefinitivamente, senza Papa). Quindi dalla lodevole intenzione di difendere il Papato si arriva a considerarlo, di fatto, del tutto superfluo per la vita e l’esistenza quotidiana della Chiesa. L’esempio estremo della confessione del moribondo fa capire come nella Chiesa non si può far nulla senza Papato, a maggior ragione se si annulla anche ogni potere causato da quello del Papa e che potrebbe perdurare alla di lui morte (pur avendo sempre il Pontefice stesso come origine), cioè sostanzialmente quello dei Vescovi residenziali. Una famosa tesi sedevacantista ha pensato ovviare in parte a tali problemi con la distinzione materiale/formale: questa distinzione ci direbbe (non senza diverse contraddizioni) in che modo il potere di giurisdizione potrebbe tornare nella Chiesa un domani, ma –come ogni altro sedevacantismo- non dà alcuna spiegazione su come oggi la Chiesa possa esistere senza alcuna gerarchia in terra.
Evidentemente dunque la soluzione di alcuni degli antichi teologi sul Papa eretico non si attaglia alla nostra situazione, o dovremmo ammettere non solo l’impossibilità di confessarci, ma addirittura la cessazione della Chiesa cattolica, almeno come società nella forma (nel senso filosofico del termine) che i dogmi hanno definito.
Appare chiaro che, parlando in termini teologici e non semplicemente giuridici, il rapporto tra professione dell’eresia e possesso del potere di giurisdizione non è di totale incompatibilità metafisica. Non stiamo a discutere ora sul momento in cui l’eretico può considerarsi fuori dalla Chiesa: perché è ammesso dal diritto stesso che persone fuori dalla Chiesa possano ricevere giurisdizione, come si è detto nell’esempio del prete eretico che può confessare in caso di necessità. Se l’incompatibilità fosse metafisica, la Chiesa non potrebbe nemmeno in quel caso, nemmeno per un momento concedere giurisdizione a tali soggetti. Questo caso banale dimostra che la Chiesa ammette che nello stesso soggetto professione dell’eresia e possesso della giurisdizione possano coesistere. Ciò dimostra quindi che non è assolutamente certo che, senza una sentenza o un intervento del diritto positivo (che non si applicherebbe al Papa), una persona eretica perda immediatamente il suo potere.
Ammesso dunque che i Papi (e i Vescovi residenziali) post-conciliari debbano rimanere tali, (visto che non si può spiegare come possa la Chiesa continuare senza tale struttura)- e una volta compreso che l’eresia non fa necessariamente perdere la giurisdizione, ci si dovrà chiedere come sia possibile che l’errore venga divulgato dalle stesse autorità della Chiesa.
Senza troppo dilungarci, dobbiamo qui ricordare che per trovare una migliore soluzione basterebbe semplicemente spostare il problema dal possesso dell’infallibilità al suo uso[4]. Se non si può negare il possesso del potere all’attuale gerarchia senza annientare la Chiesa cattolica e un certo numero di dogmi, si può invece discutere sull’uso che essi fanno di questo potere, o meglio sul non-uso del medesimo, come più volte si è detto. Spiegazione molto più credibile e che non presenta i gravi inconvenienti dell’altra tesi, che non tocca il potere del Papa e non getta su Dio la responsabilità: Dio infatti continua a provvedere il potere necessario a insegnare e governare, ma gli uomini non ne fanno (buon) uso. L’importante è non vedere il potere come una sorta di provvidenza mistica che preserva il Papa dal portare la Chiesa allo sbando: è un potere, specie quello dell’infallibilità in docendo, che si deve riscontrare in atti precisi che il Papa può avere il dovere di compiere, come condannare un errore o definire una dottrina, e che può non compiere per negligenza o addirittura cattiva volontà, se non complicità con i nemici della Chiesa.
Evidentemente oggi ostacoli enormi sono messi a chi vuole conoscere qual è veramente la dottrina della Chiesa, senza che questo possa diventare mai del tutto impossibile. Ciò rimane ragionevole e non violenta in nessun modo l’esistenza o la costituzione della Chiesa; il fatto che le autorità della Chiesa mettano in atto un inganno a danno dei fedeli, senza però poterlo fare usando il potere di insegnare in modo formale, non va contro nessun dogma o promessa di Gesù Cristo (a meno che, come dicevamo, si abbia dell’assistenza divina al Papato e alla Chiesa una visione estremamente romantica, generica, vaga).
Si obietterà ancora che apparentemente oggi certe dottrine erronee vengono fatte passare come dottrine della Chiesa, e cioè che Dio permetterebbe l’inganno di molte anime. Tale problema resta e anzi aumenta spaventosamente di volume se si pensa di risolverlo dicendo che un non-Papa si fa passare come Papa: l’inganno rimarrebbe e sarebbe anzi ancora più fondamentale, perché non toccherebbe solo gli atti ma la qualità della persona che li pone.
Per quanto grave sia la crisi nella Chiesa, essa non potrà mai intaccare elementi essenziali della medesima, anche se arrivasse a “stirare” all’estremo le sue prerogative: ci sarà sempre un potere di governo proveniente dal Cristo solo tramite il Papa, per quanto possa essere usato male (non esistono promesse del Cristo sul buon uso di tale potere); ci sarà sempre accesso alle dottrine definite nel passato, per quanto difficile possa essere, e sempre il potere di condannare infallibilmente nuovi errori, anche qualora per negligenza o complicità –e quindi per colpa dell’uomo- non venisse usato (come è potuto capitare anche ai Papi del passato; certamente l’infallibilità nell’insegnamento non può, per definizione, essere usata male: ma può non essere utilizzata, come un dono messo da parte). Non serve, d’altro canto, pretendere a un’assistenza più estesa e misteriosa, che non sta nei dogmi, per giustificare ogni atto anche non formalmente magisteriale dei Papi recenti o di un Concilio che non si è voluto infallibile (e che di fatto ha fallito). L’infallibilità tocca degli atti precisi, come barriera negativa all’errore, e non va confusa con la Provvidenza: quest’ultima tra l’altro non garantisce che tutto andrà sempre bene, ma che anche il male che Dio può permettere nella Chiesa sfocerà nel bene.
Sarà dunque lecito leggere gli atti non magisteriali dei Papi, anche se pubblici, alla lente del Magistero di sempre (nel vero senso del termine) e rifiutarne e denunciarne gli errori; sarà lecito disobbedire a comandi singolari che vanno contro la fede o la morale, anche se fatti con abuso di autorità, secondo l’insegnamento di tutti i teologi, perché per questi non vi è alcuna particolare garanzia di infallibilità.
In ultima battuta, c’è chi ha voluto giustificare il preteso sconvolgimento della costituzione della Chiesa facendo appello agli ultimi tempi. Per quanto calamitosi dovranno essere gli ultimi tempi, sarebbe una sorta di pseudo-gioachimismo pessimista l’immaginare che vi possa essere allora una Chiesa con una costituzione diversa da quella data da Gesù Cristo. La Chiesa con la sua gerarchia e i suoi sacramenti e gli altri elementi essenziali resterà tale e quale fino all’apparire del Cristo, non fino a un minuto o qualche anno prima di questo evento: perché è questa l’ultima economia di salvezza concessa da Dio agli uomini. Fino all’ultimo giorno si otterrà la remissione dei peccati nella confessione tramite un potere che in ultima analisi risalirà sempre al Papa, mai a un intervento diretto del Cristo. Questo è il senso più profondo di quella sottomissione al Papa, necessaria alla salvezza di tutte le creature secondo la bolla Unam Sanctam di Bonifacio VIII; e essenzialmente questo resta vero e garantito anche oggi, anche quando il Papa dà scandalo a tutta la Chiesa con le sue dottrine personali, perché l’Istituzione deve poter permanere nella sua essenza nonostante la malizia degli uomini: perché colpevoli sono gli uomini che non usano i doni di Dio, ma non Dio stesso, che rimane fedele alle Sue promesse.
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[1] La bolla Cum ex apostolatus altro non è che una lex inhabilitans, cioè rende incapace (anche retroattivamente) di qualsiasi carica civile ed ecclesiastica e di elettorato attivo e passivo chiunque sia stato in vita condannato per eresia. I termini canonici sono molto chiari: non si parla di eretici genericamente ma si usano tre verbi che indicano tre modalità di avvenuta condanna giuridica e pubblica: per flagranza di delitto (deprehendentur); per confessione del reo (confitebuntur); per processo con discussione del caso e prova dell’eresia (convincentur). La storia stessa della bolla lo dimostra: il Papa avrebbe voluto inabilitare chiunque fosse stato anche solo accusato di eresia, ma dovette desistere per l’opposizione (alquanto logica) del Sacro Collegio. Cf. Pastor, Storia dei Papi, vol. VI.
[2] Se e come la giurisdizione delegata dal Papa (per diritto ecclesiastico) ad altri prelati che i Vescovi residenziali permanga e in quale misura, è problema canonico-teologico che non cambia in nulla la sostanza del nostro discorso; quindi non menzioniamo la problematica qui.
[3] Diamo per noto il dogma che richiede al sacerdote che deve confessare non solo il potere d’Ordine, ma anche la giurisdizione su colui che confessa. La confessione è in effetti un vero giudizio, che richiede un’autorità di governo sul penitente. Se il potere dell’Ordine sacerdotale conferisce radicalmente il potere di confessare, la giurisdizione sul penitente è necessaria come condizione alla validità del sacramento. I parroci o altri sacerdoti in cura d’anime ricevono stabilmente questo potere; tutti i sacerdoti, anche eretici o scomunicati, lo ricevono ad casum per confessare i moribondi o nella grave necessità generale.
[4] Non ci dilunghiamo perché lo spunto è già stato trattato in numerosi articoli su questa rivista e altrove.
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[1] La bolla Cum ex apostolatus altro non è che una lex inhabilitans, cioè rende incapace (anche retroattivamente) di qualsiasi carica civile ed ecclesiastica e di elettorato attivo e passivo chiunque sia stato in vita condannato per eresia. I termini canonici sono molto chiari: non si parla di eretici genericamente ma si usano tre verbi che indicano tre modalità di avvenuta condanna giuridica e pubblica: per flagranza di delitto (deprehendentur); per confessione del reo (confitebuntur); per processo con discussione del caso e prova dell’eresia (convincentur). La storia stessa della bolla lo dimostra: il Papa avrebbe voluto inabilitare chiunque fosse stato anche solo accusato di eresia, ma dovette desistere per l’opposizione (alquanto logica) del Sacro Collegio. Cf. Pastor, Storia dei Papi, vol. VI.
[2] Se e come la giurisdizione delegata dal Papa (per diritto ecclesiastico) ad altri prelati che i Vescovi residenziali permanga e in quale misura, è problema canonico-teologico che non cambia in nulla la sostanza del nostro discorso; quindi non menzioniamo la problematica qui.
[3] Diamo per noto il dogma che richiede al sacerdote che deve confessare non solo il potere d’Ordine, ma anche la giurisdizione su colui che confessa. La confessione è in effetti un vero giudizio, che richiede un’autorità di governo sul penitente. Se il potere dell’Ordine sacerdotale conferisce radicalmente il potere di confessare, la giurisdizione sul penitente è necessaria come condizione alla validità del sacramento. I parroci o altri sacerdoti in cura d’anime ricevono stabilmente questo potere; tutti i sacerdoti, anche eretici o scomunicati, lo ricevono ad casum per confessare i moribondi o nella grave necessità generale.
[4] Non ci dilunghiamo perché lo spunto è già stato trattato in numerosi articoli su questa rivista e altrove.
Bellissimo articolo, sottoscrivo anche le virgole.
RispondiEliminaSegnalo un articolo di Messori:
RispondiEliminahttp://ilsismografo.blogspot.ch/2014/05/vaticano-ratzinger-non-si-e-ritirato.html
Il canonista a cui si riferisce Messori afferma quel che da subito in molti hanno detto, anche su questo blog, e cioè che viviamo l`anomala situazione di una Chiesa con "due Papi" uno in esercizio attivo e l`altro, il cui mandato è per sempre, non è revocabile, in esercizio passivo.
Una Chiesa con due Papi, dunque, ma con uno solo in esercizio attivo, con i segni del governo attivo, Messori sembra rallegrarsi per questa situazione, scrive:
"Per la prima volta, dunque, la Chiesa avrebbe davvero due Papi, il regnante e l’emerito? Pare proprio che questa sia stata la volontà di Joseph Ratzinger stesso, con quella rinuncia al solo servizio attivo che è stato «un atto solenne del suo magistero», per dirla con il canonista. Se davvero è cosi, tanto meglio per la Chiesa: è un dono che ci sia, uno accanto all’altro anche fisicamente, chi dirige e insegna e chi prega e soffre , per tutti, ma anzitutto per sorreggere il confratello nell’ufficio pontificale quotidiano."
Decisamente ben pochi sembrano preoccuparsi dell`impatto che certe parole hanno sulla gente, per taluni preferisco pensare ad una negligenza piuttosto che ad una volontà perversa, ad una slittata che può indurre un certo narcisismo, il desiderio di provocare o anche solo alimentare dispute e querelles, per altri l`intenzione è fin troppo chiara.
La situazione che viviamo è fin troppo anomala, e a diversi livelli.
Benedetto XVI con la sua decisione ha aperto una voragine.
La Chiesa non può avere due Papi.
Di Papa ce n`è uno solo, ed è Bergoglio, fino a prova del contrario.
Il problema non è solo l'impatto sulla gente, ma è di ordine metafisico.
RispondiEliminaLa metafisica messa all'angolo è il problema del nostro tempo, impregnato di "storicismo".
Il papato scaduto a funzione come altre, mentre discende da una investitura divina. Altrimenti su cosa fonda Ratzinger il suo "per sempre" che, però, non può essere esercitato in condominio, ma è ad personam....
Perché non parlano vescovi e canonisti, invece che i giornalisti?
Guardate che questo entusiasmo, questo "rallegrarsi" per la situazione dei "due papi" io l'ho sentita con le mie orecchie da un religioso e anche piuttosto in là con gli anni ordinato ben prima del CVII, non solo da coloro che sono entrati in pieno clima conciliare o post-... in qualche modo parlava di "dono della Provvidenza" che sa sistemare sempre le cose dando sempre ciò che è il meglio alla Sua Chiesa: e diceva più o meno che oggi è un momento storico evidentemente in cui era necessario averne due, di papi...l'uno compensa l'altro, l'uno porta all'altro quel che manca"..
RispondiEliminaecco, in sintesi è ciò che tocca sentire e, ripeto, da religiosi anche attempati. Insomma, come avevo già fatto osservare mesi fa, quando nei palazzi si decide una cosa è sempre buona, a prescindere, e agli altri, specie ai "dipendenti" (in particolare ai consacrati di diverso grado) sta non solo adeguarsi benevolmente, ma anche ricercare ogni motivazione (fosse la più azzeccagarbugliesca) per sostenere la novità introdotta e convincersi della bontà della decisione presa "dall'alto", che è appunto, in quanto venuta da lì, cosa buona e giusta in sé. Questo ovviamente vale per la riforma liturgica buttata giù come una pasticca per la raucedine dopo aver celebrato per anni e anni quella di sempre, così come per le incredibili adunate che conosciamo da 28 anni e accettate come "cambiamento positivo e apertura anche agli altri"...
E' per questo motivo che io personalmente oramai non mi sono mai più andato a imbarcare in discussioni con loro, perchè ci ho patito già troppo e siccome patimenti anche personali e seri ne vivo da anni già abbastanza, non ho ritenuto opportuno andare a d "implementarmene" (come si dice oggi) volontariamente ulteriori...
Non avessi trovato questo blog - e ringrazio sempre il buon Dio per la Sua benignità verso di me - non so come avrei potuto superare questo tremendo isolamento in cui si viene gettati come nella peggiore delle guardine, e da chi poi non te lo aspetteresti, almeno in questa misura...
L'articolo di Messori, cui si riferisce Luisa, e' lo stesso di cui avevamo parlato ieri e che e' ora disponibile anche in formato elettronico
RispondiEliminaCerto , mic , senza l' intervento di qualche Vescovo rimaniamo pur sempre nel campo delle opinioni , per quanto ragionevoli come questa di don Tranquillo . A dire il vero , però , i Vescovi della FSSPX si sono espressi , penso in particolare a mons. Williamson , che denunciando senza sconti a nessuno,col suo linguaggio chiaro e preciso , l'entità enorme della crisi , tuttavia esclude il sedevacantismo .
RispondiEliminaCondivido Turiferario, è un articolo molto bello e ben argomentato.
RispondiEliminaNon mancherà di suscitare dibattiti soprattutto nel mondo sedevacantista.
Questa a mio avviso è un tentativo di soluzione sbagliato di problematiche reali.
Il fatto è che l'ipotesi sedevacantista solleva più problemi di quelli che tenta di risolvere.
Per quanto riguarda le dimissioni del Papa, faccio notare che erano previste anche nel Codice di Diritto Canonico del 1917 e che c'è stato un precedente storico.
La "rivoluzione" non è cominciata dall'abdicazione di Papa Benedetto XVI, ma dal concilio vaticano secondo e da tutte le riforme fatte dopo e a nome del concilio.
Mi sono permesso di fare una traduzione dall'inglese (e mi scuso subito per le imprecisioni che sicuramente ci saranno, non ho l'abilità di Rosa) di ciò che ha dichiarato durante una visita presso la città francese di Fabregues l’11 maggio scorso, il Superiore Generale della Fraternità San Pio X, Mons. FELLAY, riportate da Rorate Caeli che a sua volta cita il sito ufficiale del Distretto di Francia della Fraternità San Pio X.
RispondiEliminaEgli ha parlato di vari argomenti, ma si è soffermato su alcuni aspetti interessanti che riguardano la personalità dell’attuale papa, Francesco.
In particolare ha rivelato che egli avrebbe letto per ben due volte una biografia di Mons. Lefebvre scritta da Mons. Bernard Tissier de Mallerais e che gli sarebbe piaciuta. Egli sarebbe contrario a tutto ciò che la Fraternità rappresenta, ma “come vita in sé gli sarebbe piaciuta”.
Mons Fellay dichiara poi che col governo argentino ci fu un problema legato alla loro residenza, e che fu loro detto che avevano bisogno della “firma” del vescovo per poter risiedere nel paese. Perciò il Superiore del Distretto si recò dall’allora card. Bergoglio facendogli presente il problema e dicendogli che ci sarebbe stata una soluzione piuttosto facile, cioè quella di dichiararsi come chiesa indipendente, ma che non intendevano usarla in quanto essi sono cattolici. A quel punto il card. Bergoglio disse loro:
“No, no, voi siete cattolici, è evidente; vi aiuterò” e scrisse una lettera a loro favore al governo argentino.
In un altro passaggio Mons. Fellay afferma che il loro avvocato ha avuto l’opportunità di incontrare papa Francesco e gli ha chiesto il favore di designare un vescovo in Argentina con il quale poter uscire dal problema, e che il papa Francesco gli disse “Sì, e questo vescovo è me stesso, promisi di dare il mio aiuto e lo farò”.
Mons. Fellay dice che ancora sta aspettando, ma che comunque il papa ha detto in quell’occasione “quella gente là pensa che li scomunicherò, ma si stanno sbagliando” e qualcos’altro che egli definisce molto interessante. “non li condannerò e non impedirò a nessuno di poter andare da loro”. Ancora una volta, Mons. Fellay dice che aspetta di vedere…
http://rorate-caeli.blogspot.com/2014/05/sspx-bp-fellay-on-pope-francis-he-has.html
che cita a sua volta
http://laportelatine.org/mediatheque/sermonsecrits/fellay_fabregues_conference_140511/fellay_fabregues_conference_140511.php
Mic, le risulta che il vdr abbia detto off the cuff che la beatificazione di Paolo VI sia per lui la santificazione del CV2 che lui vuole far passare come dogma per la CC? La nerws passava per siti sudamericani, c'era anche la frase precisa in spagnolo. Anonymous.
RispondiEliminaPer quanto riguarda le dimissioni del Papa, faccio notare che erano previste anche nel Codice di Diritto Canonico del 1917 e che c'è stato un precedente storico.
RispondiEliminaNon sono le dimissioni che fanno problema. Sono le modalità sottolineate più volte, che generano ambiguità.
Chiedo perdono per la lungaggine di questo scritto che ho diviso in due parti, ringrazio la Redazione se lo prenderà in considerazione.
RispondiEliminaDetto questo, ottime come sempre le dotte analisi di Don Mauro Tranquillo e naturalmente della FSSPX.
Ovviamente rigetto il minestrone sedevacantista di sedicenti “esperti” in apologia del papato, che confonde Infallibilità con Impeccabilità del Papa. Confonde o occulta?
Il sedevacantismo e /o sedeprivazionismo non è altro che l'altra faccia del protestantesimo.
Il primo, avrebbe la pretesa di scardinare il Papato con la scusa di una infallibilità totale a 360 gradi, scambiando VOLUTAMENTE l’infallibilità (così come è stata decretata dal Dogma Pastor Aeternum, pena l’anatema) con l’IMPECCABILITA’ del papa. Da qui tutta l’inconsistenza delle tesi sedeprivazioniste e sedevacantiste.
i secondi scardinare il papato con la collegialità. Due poli estremi che si toccano e che quindi lavorano per la stessa bottega.
Infallibilità significa che non può errare nell’insegnare, impeccabilità significa che non può peccare mai come uomo. Dove sta scritto che il papa come uomo di Chiesa non può peccare?
I sedevacantisti per portare acqua al proprio mulino come sta facendo il sedicente “esperto” di “apologia del papato, non ha fatto altro che comporre un collage di dichiarazioni e/o disquisizioni di Santi Dottori e Papi, selezionandone le parti che vanno bene al caso loro.
Lupi voraci che come i modernisti e i protestanti vanno in cerca chi divorare.
Si da il caso che il sedicente “ esperto” nel “confutare” lo scritto di Don Mauro gli sia caduta la maschera.
Ma dico nessuno si è accorto della firma protestante e gallicana abbia apposto nella sua “confutazione” ?
Nessuno ha fatto attenzione che il sedicente “esperto” ha fatto dire a S. Alfonso che il Papa è inferiore al Concilio?
[…]Nella versione del testo Verità della Fede, Volume primo, Giacinto Marietti, Torino, 1826, alla pagina 142, si leggono le parole del santo Dottore: «La seconda cosa certa si è, che quando in tempo di scisma si dubita, chi fosse il vero papa, in tal caso il concilio può esser convocato da’cardinali, e da’ vescovi; ed allora ciascuno degli eletti è tenuto di stare alla definizione del concilio, perchè allora si tiene come vacante la sede apostolica. E lo stesso sarebbe nel caso, che il papa cadesse notoriamente e pertinacemente in qualche eresia. Benché allora, come meglio dicono altri, non sarebbe il papa privato del pontificato [potestà di giurisdizione] dal concilio come suo superiore [difatti è inferiore], ma ne sarebbe spogliato immediatamente da Cristo, divenendo allora soggetto affatto inabile, e caduto dal suo officio».[…]
Avete capito bene? Il papa sarebbe inferiore al Concilio proprio come voleva la chiesa gallicana.
Le parole in parentesi quadra non sono di S. Alfonso ma dello stesso sedicente “esperto” tale Di Pietro, ( frequentatore degli oratori dell’istituto mater boni consili per sua stessa ammissione) solito ad accusare di GALLICANESIMO, la Resistenza DOVEROSA di Mons. Lefebvre.
Cosa significa che il Papa è al di sopra del Concilio?
Che il papa non può essere giudicato nemmeno da un Concilio, ma da un altro Papa e guai se così non fosse.
Giacché se ci trovassimo di fronte ad un papa Santo e un concilio di vescovi eretici lo potrebbero destituire, anche se questa opzione all’oggi farebbe comodo visto chi è Bergoglio,cosa dice e cosa fa.
Continua…..
Segue….
RispondiEliminaLa realtà è che I sedevacantisti e i sedeprivazionisti, sono COLORO CHE INCARNANO UNO DEI PUNTI CHIAVE DEL GALLICANESIMO, giacché per il gallicanesimo un Concilio Generale aveva autorità sul Papa.
Il Papa come teologo privato, potrebbe discutere con altri componenti su qualche punto della Fede o dei costumi. In questo caso non avrebbe l’Infallibilità. Bisogna che intenda parlare come supremo Pastore della Chiesa “ ex Cathreda”.
La dottrina che propone bisogna che intenda IMPORLA a tutta la Chiesa, come dottrina da credersi.
Anche se scrivesse un documento a un Vescovo oi ai Vescovi di una determinata nazione, per godere della dote dell’Infallibilità bisognerebbe che intendesse dare quella dottrina per tutta la Chiesa.
Così come la cena/messa protestante montiniana, lo stesso NON l’ha potuta imporre come supremo pastore, ma con l’inganno e che grazie alla resistenza di Mons. Lefebvre non si è potuto consumare sino in fondo.
E dico pazienza un Francisco Suarez che era un dottore della Chiesa del XVII secolo, il quale diceva che è pio motivo di credere che il papa nemmeno come dottore privato può e deve sbagliare, ma c’è un ma….
Ai tempi del Suarez il DOGMA dell’Infallibilità Papale non era ancora stato DEFINITO pena l’anatema!!! Cosa che i sedevacantisti alla Di Pietro baipassano tranquillamente.
Il Pontefice Romano, quando parla “ ex Cathreda” e cioè quando esercitando la funzione di Supremo Pastore di tutti i cristiani per sua suprema autorità DEFINISCE qualche dottrina intorno alla fede o ai costumi da tenersi da tutta la Chiesa, per l’assitenza divina a Lui promessa nel Beato Pietro E’ DOTATO di quella infallibilità di cui il Divin Redentore volle insignita la sua Chiesa. Perciò tali definizioni ( ex Cathreda= infallibili) del Romano Pontefice, per se stesse e NON per il consenso della Chiesa, sono irreformabili.
In conclusione quindi l’OTTIMA ANALISI di Don Mauro è quanto di più squisitamente cattolico ci possa essere, giacché non ci si può mettere al di sopra del Papa legittimamente eletto, ma lo si può riprendere anche pubblicamente come fece S. Paolo con il suo superiore S. Pietro.
Come ultima analisi, mi sto chiedendo dove sia la coerenza del tizio che fa il diavolo a quattro pubblicizzando a destra e a manca il suo pensiero sedevacantista di papato e poi fa coppia con un certo Stanzione che si occupa di “angelologia” ovvero una “materia” da prendere con le pinze, tant’ è che nel Concilio di Roma (745 ) venne condannato l’uso dei nomi dati agli angeli.
Non mi pare che lo Stanzione sia uno che celebra il VO e non mi pare sia critico con il CVII e nemmeno che resista agli errori a tutti gli effetti è un normalista.
Questa signori è la coerenza commerciale dei sedevacantisti e/o sedeprivazionisti alla Di Pietro.
Grazie se pubblicherete questo commento.
Mic,
RispondiEliminal'autore ragiona su un errore grande, quando dice:
"Appare chiaro che, parlando in termini teologici e non semplicemente giuridici, il rapporto tra professione dell’eresia e possesso del potere di giurisdizione non è di totale incompatibilità metafisica. Non stiamo a discutere ora sul momento in cui l’eretico può considerarsi fuori dalla Chiesa: perché è ammesso dal diritto stesso che persone fuori dalla Chiesa possano ricevere giurisdizione, come si è detto nell’esempio del prete eretico che può confessare in caso di necessità. Se l’incompatibilità fosse metafisica, la Chiesa non potrebbe nemmeno in quel caso, nemmeno per un momento concedere giurisdizione a tali soggetti. Questo caso banale dimostra che la Chiesa ammette che nello stesso soggetto professione dell’eresia e possesso della giurisdizione possano coesistere. Ciò dimostra quindi che non è assolutamente certo che, senza una sentenza o un intervento del diritto positivo (che non si applicherebbe al Papa), una persona eretica perda immediatamente il suo potere."
Perche l'autore non distingue rettamente tra la giurisdizione di potere e la giurisdizione sacramentale...
Essendo che i Sacramenti possono essere validi anche tra gli eretici, non significa che quelli che gli fanno, hanno il potere di giurisdizione, altrimenti tutti i Protestanti avrebbero giurisdizione a cagione del Battesimo o Matrimonio...
Quindi, l'argomento proposto dall'autore è invalido...
Romano
Caro Romamo,
RispondiEliminaora non ho tempo.
Val la pena approfondire.
Articolo che sostiene la posizione da subito assunta dalla FSSPX dopo l'elezione di Bergoglio. E' l'unica posizione che lo stato di necessità le impone spero "per ora" e per questo, in fondo,concordo con chi l'ha adottata. Detto questo, dico anche che non la condivido neppure per uno iota. Qui non è questione di un papa che sbaglia in giurisdizione, è questione di conferma e trasmissione di una Verità diversa, oltretutto imposta con la violenza, la menzogna e le maschere. Come faccia una "Chiesa contro natura" confermata nell'abbandono di Cristo Dio ad essere un bene per Cristo stesso, più che don Tranquillo avrebbe il dovere di spiegarlo Schomborn. Comunque è giusto così la stimata FSSPX ha pagato anche troppo sulla sua pelle la sua testimonianza di fede cristallina. Come sempre accade in questi casi c'è chi ne ha beneficiato pagando invece molto poco. Giustizia vuole che ora sia chi ne ha beneficiato (noi) a dover fare il lavoro sporco, pagando di persona. Anche se non è facile, lo ammetto, perdere la certezza di quell'approdo di sicurezza che molti di noi, anche sacerdoti, finora davano per scontato in caso di naufragio.
RispondiEliminaMa l'autore, non prendeva come esempio dei casi limite, cioè in caso di necessità dice che eretici o comunque ministri senza giurisdizione possono dare i sacramenti, perchè in quel caso la Chiesa suplisce. Perciò non capisco dove avrebbe sbagliato.
RispondiEliminaMi rifaccio all'articolo citato da Luisa.
RispondiEliminaIl "ministero petrino" non è Teologicamente e Metafisicamente scindibile.
Questo è uno dei motivi della controversia sulla "abdicazione" di Benedetto XVI. E' fondamentale.
Il Papa non ha "potere assoluto", ma esercita il potere datogli da Cristo, nelle condizioni stabilite da Cristo. Egli è VICARIO di Cristo, secondo la Volontà di Cristo, non è DIO STESSO INCARNATO. Il Papa non ha nessun potere di SCINDERE il "primato". Cristo dice a Pietro "A te darò..." questo e quello. Non dice "Te fai come vuoi". Non dice "Ti do pieni poteri e carta bianca". Cristo è CHIARO nell'assegnazione del primato. Il primato non PUO' essere scisso. E questo è quanto. Non POSSONO esserci 2 papi. Ce ne può essere uno solo! E dunque, a monte di tutto, c'è già questo elemento. A monte di tutto. Ed era la prima cosa che mi ha convinto della INVALIDITA' della abdicazione di Benedetto XVI. Quella abdicazione è INVALIDA. E questo a prescindere da tutte le disquisizioni "pro o contro" di cui non mi interessa nulla (per il mio animo, s'intende), poiché c'è una invalidità di FONDO che poggia sulla stessa Rivelazione. E siccome la Rivelazione NON E' "storicista" ed "evolutiva", allora l'abdicazione di Benedetto è INVALIDA.
Tralasciando i motivi di questa abdicazione invalida, anche se mi sono fatto una idea precisa, e non è per nulla "complottista" ma realistica, rimane il fatto che tale abdicazione è INVALIDA.
Messori focalizza bene un fatto: Benedetto XVI, a differenza del concliarismo più spinto, ha sottolineato che il Papato e il Papa non possono essere considerati esclusivamente FUNZIONI. Se così avesse voluto, avrebbe potuto "semplicemente" rinunciare "per l'età avanzata", rimanendo ferma l'allusione alla "Novità" introdotta da Paolo VI. Invece "correda" questa "rinuncia" con tutte le affermazioni che sono state ricordate, presenti nella stessa declaratio!
Allora: delle due l'una. O è possibile, metafisicamente, scindere il primato o non lo è! E se non lo è, come sappiamo PER RIVELAZIONE, l'abdicazione di Benedetto XVI E' INVALIDA!
O sarò "sedevacantista"?
..rispondo prima.
RispondiEliminaNon sono "sedevacantista" né "sedeprivazionista", perché il Papa c'è!
Mi scuso con la Redazione ma mi vedo costretto ad intervenire ad commentatore che si firma con Romano il quale scrive:
RispondiElimina[…] Perche l'autore non distingue rettamente tra la giurisdizione di potere e la giurisdizione
sacramentale...
Essendo che i Sacramenti possono essere validi anche tra gli eretici, non significa che quelli che gli
fanno, hanno il potere di giurisdizione, altrimenti tutti i Protestanti avrebbero giurisdizione a
cagione del Battesimo o Matrimonio...
Quindi, l'argomento proposto dall'autore è invalido... […]
Mi dispiace è lei ad essere in grave errore ed ommissione, giacché si è dimenticato di specificare la bella differenza che intercorre tra la giurisdizione di potere e quella Sacramentale, che vige all’interno della Chiesa Cattolica paragonandola a quella dei protestanti, i quali non ritengono il Sacerdozio un Sacramento.
Non vedo il nesso con il suo appunto in merito a quanto scritto da Don Mauro....
Don Mauro si riferiva a uno dei “tria munera Ecclesiae” , corrispondenti al triplice ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo.
Infatti è solo in questa triplice potestà che si manifesta il prolungamento dell’azione di Cristo nella Chiesa.
Don Mauro parla del potere della Chiesa che ha carattere personale in forza della consacrazione (la persona ordinata in sacris) che i protestanti non hanno!
Anche gli eretici ordinati con il Sacramento dell’Ordine Cattolico, in casi estremi la Chiesa possono supplire, giacché la Chiesa con il “tria munera Ecclesiae” è il prolungamento dell’azione di Cristo.
Con ciò in casi etremi anche la confessione di un prete eretico, può essere supplita dalla Chiesa, posto che prima abbia ricevuto un valido Sacramento dell’Ordine, cosa che i protestanti non possono avere perché non riconoscono il Sacramento del Sacerdozio.
Spero lei sia a conoscenza che i sacramenti riconosciuti dai protestanti sono essenzialmente due poichè gli unici istituiti direttamente da Cristo, ossia il Battesimo e l’Eucaristia (chiamata Santa Cena).
Mettiamo pure che, nonostante la "volontà" di Ratzinger, effettivamente egli non sia più Papa (come vuole la rinuncia!) e lo sia legittimamente Bergoglio.
RispondiEliminaLa Rinuncia deve avvenire PER VOLONTA' chiara, libera e decisa, del papa rinunciatario. Dove sarebbe visibile, dalle affermazioni PUBBLICHE di Ratzinger, tale volontà?
Un Papa rinunciatario NON E' PIU' TALE. Punto. E' VESCOVO, torna in diocesi (sarà pure "emerito" se vorrà usare la novità postconciliare). E il nuovo Romano Pontefice, deve accettare di esserlo. Con tutti gli attributi. Vi risulta che Bergoglio lo abbia fatto?
...e il fatto che ci siano delle CONDIZIONI affinché la rinuncia sia canonicamente valida, è giusto e buono.
RispondiEliminaPerché così si toglie il primato all'arbitrio della persona, che potrebbe disporne arbitrariamente come un orpello, prendendolo e lasciandolo a piacimento
sappiamo PER RIVELAZIONE, l'abdicazione di Benedetto XVI E' INVALIDA!
RispondiEliminaQuesto è un suo parere personale che non rientra nella legittimità della possibile abdicazione di un Papa.
L'abdicazione l'ha fatta ed è stata volontaria alla luce del sole. Se c'è qualcosa di illegittimo è la figura del papa emerito che non rientra nella disciplina canonica.
Con ciò l'unica invalidità è solo il titolo di papa emerito. O l'uno o l'altro, non possono coesistere due papi e la responsabilità di Benedetto XVI in questo caso è stata grande.
P.S. avevo mandato una risposta al commentatore Romano, correggendo dei punti fondamentali. Spiace che sia stato immotivatamente censurato.
Mic ha scritto benissimo " Il problema non è solo l'impatto sulla gente, ma è di ordine metafisico.
RispondiEliminaLa metafisica messa all'angolo ....
Perché non parlano vescovi e canonisti, invece che i giornalisti?"
Con la metafisica messa all'angolo ... solo un evento che viene direttamente da Dio può porre fine non solo all'abbandono del trascendentale ma anche alla nebbia che alberga nelle menti degli uomini di Chiesa ormai disorientati e senza bussola di riferimento ...
Di Antonio Socci: "Tutto bene dunque, tutti contenti? Esattamente il contrario. Messori infatti – che è un addetto ai lavori – non può ignorare che questa situazione – come lui la tratteggia - non ha alcun fondamento teologico (né canonico).
RispondiEliminaPer la divina costituzione della Chiesa infatti uno solo può essere il papa. E se – come dice Messori – Benedetto XVI “non ha inteso rinunciare al munus pontificale” che “non è revocabile”, che dimissioni sono le sue?
Messori sa bene che tutto il suo articolo induce a farsi una domanda drammatica (chi è il papa?), ma evita accuratamente di formularla, lasciando che se la ponga il lettore. Perché? E questo articolo è il segnale che negli ambienti della Chiesa se la stanno ponendo in tanti?"
...e io aggiungo che tanti "coraggiosi", sia laici che sacerdoti, questa domanda non se la pongono proprio! Il "lassismo ideologico" la fa da padrone, e si trova molto spesso in giro chi perora una causa piuttosto che un'altra (come Don Mauro qui), ma non chi analizza e critica costruttivamente senza NESSUNA PAURA, in base esclusivamente ad ARGOMENTI e non alla "prudenza" di non essere annoverato in questo o quello "schieramento".
RispondiEliminaE pure Socci con "prudenza" non si sbilancia. Fa parlare Messori... E che se la facesse pure lui la domanda! Ma dico? E' così difficile e "anti-cattolico" domandarsi se sia valida o meno la rinuncia di un Papa? La domanda se la sono posta anche al tempo di Celestino V! Oggi non si può? Si diventa eretici-sedevacantisti-criptoquellocheglipare?
RispondiElimina@Luisa
RispondiEliminaDi Papa ce n`è uno solo, ed è Bergoglio, fino a prova del contrario.
Siamo sicuri che sia Bergoglio?
Ti dico come la penso io Luisa. La rinuncia di Benedetto XVI è invalida, perché fondata su pretese ASSURDE e impossibili da realizzare sia Teologicamente, che Canonicamente.
Dunque delle due l'una: chi è Papa?
...e per me non è questione di "persona". Non sono vedovo di nessuno né "partigiano".
RispondiEliminaSe il Papa era "pinco pallo", avrei detto, "pinco pallo è Papa".
La questione è di principio. E' relativa alla Rivelazione.
La verità è che Papa Francesco se ne frega di tutte queste trattazioni, come praticamente la totalità dei fedeli che non vede nulla di improprio nella compresenza dei due Papi. Tutti questi articoli sono solo esercizi retorici.
RispondiEliminaIl ragionamento di Don Mauro è impeccabile per la Chiesa romana occidentale del secondo millennio.
RispondiEliminaNel primo le cose erano diverse, come si rileva dal canone IV del Concilio di Nicea:
"Da quanti debba essere consacrato un vescovo.
Si abbia la massima cura che un vescovo sia istituito da tutti i vescovi della provincia. Ma se ciò fosse difficile o per sopravvenute difficoltà, o per la distanza, almeno tre, radunandosi nello stesso luogo, e non senza aver avuto prima per iscritto il consenso degli assenti, celebrino la consacrazione. La conferma di quanto è stato compiuto è riservata in ciascuna provincia al vescovo metropolita."
Di conferma da parte del Papa non si fa menzione.
Interessante l'articolo di Franco Cardini:
"Vi fu nella vita della Chiesa un tempo in cui massimo arbitro e reggente della compagine dei fedeli era l’imperatore, che nella pars Occidentis venne a mancare nel 476 mentre a Bisanzio, dove la sua funzione avrebbe continuato a sussistere (con l’intervallo di poco più di mezzo secolo nel Duecento) per quasi un millennio, egli veniva acclamato come Sebastos, Philokristos, Isapostolos, “Augusto, Amico del Cristo, Pari agli Apostoli”. Colui che in greco era detto basileus, ma anche Autokrator, era il garante supremo dinanzi a Dio della comunità dei credenti, distinta in vere diocesi episcopali organizzate nei cinque grandi patriarcati storici di Roma, Costantinopoli, Antiochia, Alessandria e Gerusalemme."
http://www.fondazionegp2.org/?p=2525
Questo non c'entra nulla con la cd. "collegialità" del CVII, ma col fatto che la Chiesa è presente ovunque e nella sua interezza, ove vi sia un valido successore degli apostoli, che poggi sulla Fede professata da Pietro.
Però c'è anche da dire che esiste la libertà, nel senso che Bergoglio ha ricevuto il potere e la giurisdizione da Dio, ma può anche non usare tale potere, cioè può non usare la sua autorità. Può fare come fa, parlare semplicemente da uomo, dire cose che pensa come uomo senza parlare come vicario di Cristo. E' libero di farlo, ma rimane comunque per lui la possibilità di agire come vicario di Cristo, di, finalmente usare la sua autorità al servizio della verità, perchè a lui è stato dato tale compito. Se poi non lo fa ne pagherà le conseguenze, perchè se anche Bergoglio non vuole usare la sua autorità, essendogli stata data per un preciso motivo, dovrà comunque rispondere delle anime che gli sono state affidate, a questo non si potrà esimere.
RispondiEliminaTutti questi articoli sono solo esercizi retorici
RispondiEliminaE' vero solo in parte. Perché CHI PUO' dovrebbe farli "uscire" dall' "esercitazione retorica", per farli diventare "cibo spirituale" e aiuto universale. Ma chi PUO' non siamo noi, che "possiamo" solo fino a un certo punto. "Possiamo" porre il problema. Ma "qualcuno" deve raccogliere il sassolino e gettarlo nello stagno. E non possiamo esser noi
dovrà comunque rispondere delle anime che gli sono state affidate, a questo non si potrà esimere.
RispondiEliminaQuesto SE Bergoglio fosse insignito legittimamente della Autorità di Pontefice. Il che potrebbe non essere, se il Pontefice ci fosse già. E dunque non sarebbe necessario eleggerne un altro.
Se c'è qualcosa di illegittimo è la figura del papa emerito che non rientra nella disciplina canonica.
RispondiEliminaNemmeno per sogno. E' invalida l'abdicazione, perché la CONDIZIONE per la validità è la VOLONTA' CHIARA che il papa voglia abdicare! Risulta "chiaro" che quando Abdico, nella stessa mia declaratio, metto delle "distinzioni" nel "ministero petrino", che sarebbe un ministero "scisso" tra "preghiera e sofferenza" e "governo attivo"? MA CHI LA FA QUESTA SCISSIONE? CHI LA PUO' FARE? NESSUNO!
PER RIVELAZIONE, sappiamo che il Primato petrino NON SI SCINDE E NON SI PUO' SCINDERE! Non è che San Pietro Apostolo, quando giunse in Roma, lasciò a "un vescovo di Roma" il "governo", e lui andò a morire martire! MORI' DA PAPA LEGITTIMO E REGNANTE! POI, SOLO POI, venne il successore.
Il primato non si scinde! E dunque se un papa "abdica" sul fondamento di una "scissione" del primato, CHE ABDICAZIONE E'? Dunque è l'abdicazione stessa ad essere invalida, perché il primato non si scinde! E se abdico, scindendolo, non sto abdicando! Se mi ritengo "Papa emerito", ritengo di non aver abdicato.
Dalla Declaratio: "...sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino (?????). Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando (????). Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo (CHE? E CHI L'HA DETTO?), sia dell’animo..."
Non m i sembra che il IV del Concilio di Nicea neghi che ci deve essere l'approvazione del Papa almeno tacita nell'elezione del Vescovo. Il canone del Concilio di Nicea non era obbligato a trattare la questione, visto che l'argomento riguardava altro.
RispondiEliminaIl canone non afferma ad esempio che il Vescovo debba essere un uomo battezzato, ma è ovvio che questa è una condizione necessaria.
Un conto è il diritto del Papa, che ha sempre avuto anche nel primo millennio, ed un altro conto è l'esercizio di questo potere che in altre epoche per esigenze pratiche poteva essere differente.
Nei primissimi anni del cristianesimo era meno necessaria di ora l'entrata in opera del Primato del Papa (cito il De Romanis: Gesù Cristo e la sua religione).
Insomma, secondo la dichiarazione di Ratzinger sottolineata da Stefano, il ministero petrino sarebbe assoggettato all'efficientismo: "vigore del corpo" necessario nel "mondo di oggi soggetto a rapidi mutamenti".
RispondiEliminaIn poche parole il ministero petrino avrebbe acquisito una nuova connotazione conseguente "al mondo di oggi".
E' ammissibile?
Stefano78,
RispondiEliminasinceramente se fosse dimostrato che il Papa attuale non è Bergoglio, ma è ancora Ratzinger che cosa cambierebbe in termini di crisi della Chiesa, in termini di errori del Concilio da lui (da Papa Benedetto XVI) difeso?
A parte la differenza di carattere la sostanza di Papa Benedetto XVI e di Papa Francesco è la stessa. E' vero che Papa Benedetto XVI è un colto intellettuale e sa misurare bene le parole, che ha compiuto atti importanti verso la Tradizione, ma la causa della crisi, il concilio con tutte le sue riforme, non è stato minimamente toccato, ma difeso fino alla fine.
Del resto, è quello che intendevo affermando :
RispondiEliminaIn effetti una conciliazione [tra il "per sempre" riguardante ministero attivo e contemplativo esercitato da due persone diverse] appare possibile solo se rimaniamo nel mondo del finito e si sottrae al ministero e alla funzione la valenza ontologica che ha nell'ordine metafisico. E come è possibile rimanere ancorati alla finitudine, se il ministero petrino e l'avvenuta rinuncia « nella metafisica sono legati al nodo dell’essere, che non permette che una cosa contemporaneamente sia e non sia »? Quella che appare come una vera e propria variazione diventa possibile unicamente se si è centrati nell'antrocentrismo conciliare e post e si riduce il Papato ad una funzione come tante senza più ricondurlo all'investitura divina.
Qualcuno dovrebbe rispondere a questa domanda
RispondiElimina"In poche parole il ministero petrino avrebbe acquisito una nuova connotazione conseguente "al mondo di oggi".
E' ammissibile?"
E la dichiarazione di un papa che lo rende ammissibile può essere ritenuta infallibile?
Caro Stefano78. Concordo su tutta linea. Ciò che dici è esattamente ciò che sostengo dalle ore 20.00 del 13/3/2013. Il resto e le attuali disquisizioni teologico giuridiche ottengono solo ad ingarbugliare le menti vincolandole a teorie che non corrispondono al caso reale. Torniamo alla realtà delle parole e degli atti dei vescovo di Roma, non a quello che avrebbe dovuto, potuto o creduto fare. A partire da quanto detto dal balcone il 13 marzo. Il bello è che non possono neppure darci dei sedevacantisti.
RispondiEliminaUbi enim est Ecclesia, nisi ubi virga et gratia floret sacerdotalis?
RispondiEliminaSant'Ambrogio
Condivido con Stefano78.... Chi può scindere il Primato Petrino in "ministero attivo" e "ministero contemplativo"??? Nessuno può farlo, perchè andrebbe contro la Volontà e il mandato di Nostro Signore....
RispondiEliminaE allora, se le dimissioni di Benedetto XVI non sono valide, egli è ancora il Papa... L'altro necessariamente è un Antipapa, per cui ogni suo atto è nullo!
beh, è chiaro che di fronte ad un ruolo in cui il fare, lo sbrigare pratiche e affari, incontrare come una trottola ogni personalità importante (ma ricordiamo: importante dal punto di vista del ruolo che occupa nel "mondo") che circola sul pianeta, beh...è chiaro che bisogna essere non in forma dal punto di vista fisico...deppiù!
RispondiEliminaPoi sappiamo (vero mic?) che esistono persone di una età avanzata e che si spingono avanti col bastone, che sono dei VERI capi spirituali, perchè con la loro sola presenza e magari con solo quattro frasi piazzate al punto giusto con la loro sapienza donata dal Signore riescono a guidare comunità intere...
Ecco, la figura papale purtroppo ormai sono riusciti a non farla più corrispondere a questa.
DECLARATIO
RispondiEliminaPer questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice.
E' o non è un atto libero?
Per il resto, non ho capito cosa ella abbia voluto dimostrare e/o dire....
Male che vada a me pare che lei stia facendo delle speculazioni sul nulla, giacchè l'abdicazione di Benedetto XVI sono state libere e RIPETO, previste dal diritto canonico.
Di illegittimo è la figura del "papa emerito" una assoluta novità, così come lo è stato il convocare un concilio ecumenico pastorale 50 anni fa.
Ratzinger: LA MIA RINUNCIA UNA SCELTA LIBERA
RispondiElimina26 febbraio 2014
"Non c'è il minimo dubbio circa la validità della mia rinuncia al ministero petrino.
Unica condizione della validità è la PIENA LIBERTA' DELLA DECISIONE.
Speculazioni circa la invalidità della rinuncia sono SEMPLICEMENTE ASSURDE".
Così il papa emerito, Benedetto XVI sgombra il campo dalle interpretazioni della sua decisione di dimettersi dal ministero petrino circolate su media e web in questi giorni, un anno dopo la storica rinuncia. Interpellato esplicitamente sul tema, Ratzinger risponde personalmente alle domande scritte del vaticanista Andrea Tornielli, come si legge oggi su La Stampa.[...]
http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/Ratzinger-mia-rinuncia-valida-.aspx
Male che vada a me pare che lei stia facendo delle speculazioni sul nulla, giacchè l'abdicazione di Benedetto XVI sono state libere e RIPETO, previste dal diritto canonico.
RispondiEliminaDa quello che abbiamo detto circa l'impossibilità di scindere il ministero in attivo e contemplativo (che possono e anzi devono coesistere nella stessa persona), anche se le dimissioni sono libere e previste dal diritto canonico, potrebbero risultare invalidate dalla motivazione che subordina al "vigore del corpo" a causa delle "esigenze del mondo di oggi soggetto a rapidi mutamenti" una funzione che trae non solo la sua origine ma anche la sua fecondità dalla sfera spirituale.
Mettendo avanti l'efficientismo, come se il "ministero attivo" non traesse al sua linfa e la sua fecondità (non individuabile necessariamente in atti materiali) dall'adorazione e dalla contemplazione e dunque dal Soprannaturale.
Che esempio è per tutti coloro che, anche senza l'ingravescentem aetatem, offrono in Cristo le loro sofferenze e le loro disabilità a volte anche gravi? Non risultano forse "attivi" e "fecondi", nell'economia della Salvezza?
Sembra ammissibile introdurre in questo modo l' "eutanasia" del papato, identificabile anche nelle possibili dimissioni che Bergoglio non ha a sua volta escluse, dichiarando in altra occasione che dovremo abituarci ad altri "papi emeriti"?!
Non stride fortemente con tutto quanto la Chiesa ha sempre insegnato e professato?
Ciò che invalida tutto, a pensarci bene, è proprio questa innegabile variazione introdotta dalle dimissioni di Benedetto XVI, di cui Bergoglio ha raccolto e validato le ragioni "efficientiste" e quindi secondo la logica mondana e non secondo l'azione divino-umana di Cristo nella Sua Chiesa, a partire del Capo che si è scelto come suo Vicario in terra....
RispondiEliminaUnica condizione della validità è la PIENA LIBERTA' DELLA DECISIONE.
RispondiEliminaSpeculazioni circa la invalidità della rinuncia sono SEMPLICEMENTE ASSURDE".
Se anche la decisione è stata libera, ciò che la invalida è la possibile motivazione che causa l'eutanasia del papato proprio a partire da queste dimissioni, dal momento che vengono fatte passare come "normale amministrazione" proprio sotto l'aspetto efficientista.
E così si consolida la moda - che diventa arbitrio - "conciliarista" di cambiare con la 'prassi' ciò che non si può cambiare de iure... E per giunta senza motivare. Non se la può cavare definendo "assurdo" un dubbio del quale avrebbe dovuto eliminare l'origine:
1. senza specificare quel "per sempre",
2. senza scindere "servizio attivo" da quello "contemplativo",
3. ritirandosi davvero dalla scena pubblica, tornando un vescovo qualunque e
4. non istituendo la figura di "papa emerito", che richiama il "pensionamento" dei vescovi, ma che non è ad esso assimilabile.
5. dismettendo la veste bianca che, anche visivamente, rende indistinguibili i "due papi", anche per il fatto che il subentrante ha "dismesso" i simboli visibili...
mic sono il primo a sottoscrivere tutti i punti da te toccati, analizzati, criticati...qua si voleva solo ribadire che il problema appunto, a parere di alcuni di noi, non sta nella "libertà della scelta" più volte ribadita dallo stesso Ratzinger, come postato (e ogni volta perciò a mio avviso paiono vere e proprie personali speculazioni quelle che vanno oltre le dichiarazioni pubbliche dello stesso interessato).
RispondiEliminaPer quanto riguarda poi l'"eutanasia" del papato - ormai sotto gli occhi di tutti dopo la voragine aperta dall'abbandono - e l'introduzione istituzionale del papato emerito concepito e fatto nascere artificialmente da Ratzinger e allattato e svezzato poi dal vdr, mi pare che siano purtroppo ormai realtà sotto i nostri poveri e increduli occhi...
Per quanto riguarda poi l'"eutanasia" del papato - ormai sotto gli occhi di tutti dopo la voragine aperta dall'abbandono - e l'introduzione istituzionale del papato emerito concepito e fatto nascere artificialmente da Ratzinger e allattato e svezzato poi dal vdr, mi pare che siano purtroppo ormai realtà sotto i nostri poveri e increduli occhi...
RispondiEliminaInfatti, è proprio questo il punto che volevo sottolineare, a prescindere dalla "libertà" della decisione...
Nelle mie riflessioni iniziali ero nel dubbio se potesse trattarsi di ambiguità o meno.
RispondiEliminaOra, visti certi fatti ulteriori, si avvalora l'ipotesi di una della tante abili acrobazie della "mens subtilis" (subdolamente sottile...) di Ratzinger, capace di raggiungere vette sublimi ma anche di tirar fuori troppi conigli dal cilindro conciliarista...
"In ultima battuta, c’è chi ha voluto giustificare il preteso sconvolgimento della costituzione della Chiesa facendo appello agli ultimi tempi. Per quanto calamitosi dovranno essere gli ultimi tempi, sarebbe una sorta di pseudo-gioachimismo pessimista l’immaginare che vi possa essere allora una Chiesa con una costituzione diversa da quella data da Gesù Cristo"
RispondiEliminaQuesta posizione, seppure di per sé veritiera, non completa tutto l’insegnamento della Chiesa. Nel Catechismo della Chiea Cattolica (675) è predetta, per gli “ultimi tempi”, una IMPOSTURA RELIGIOSA. Come si possa accettare che una “impostura” trovi il terreno fertile a che essa attecchisca e si propaghi appare essere in palese contraddizione con le proposizioni sopra riportate. In pratica, non si capisce come questo Magistero-contraffatto possa espandersi, se si dovesse prendere per buona la qualificazione di “pseudo-gioachimismo pessimista” data dal sudetto sacerdote agli ultimi travagliati tempi che la Chiesa di Cristo dovrà affrontare prima di accedere alla gloria del Regno.
Ci venga a spiegare, don Mauro Tranquillo, come potrà trovare piena attuazione questa "impostura religiosa", che riguarderà la Chiesa evidentemente al suo vertice. Appare fin troppo evidente che la costituzione data da Gesù Cristo alla sua Chiesa vada letta nella sua innegabile completezza. Si guardi allora ai numerosi passi della Scrittura in cui una crisi del Papato è quanto meno adombrata (Gn 49,10; IS 22,20-22; 2Ts 2,7).
Ricordiamo che "la dimensione mariana della Chiesa precede la sua dimensione petrina"(Mulieris dignitatem 27). La Chiesa di Cristo è innanzitutto generata ai piedi della Croce, dov’erano i Dolenti: Maria, Madre della Chiesa e il “Discepolo che egli amava” (Gv 19,26). Pertanto una crisi del “ministero petrino”, classicamente inteso, è pienamente contemplato dal Magistero e dalla Scrittura.
Non si spiegherebbero altrimenti le allarmanti parole di Maria, rivolte ai numerosi veggenti nel corso delle sue Apparizoni degli ultimi due secoli cui, seppure non sia necessario credere, danno sostanza alla reale possibilità che il Papato in quanto istituzione divina possa essere seriamente messo in crisi prima della manifestazione parusiaca.
Arriviamo al punto:
RispondiElimina(preceptoris ha detto delle 21,09) di illegittimo è la figura del Papa emerito, una assoluta novità, così come lo è stato convocare un concilio ecumenico 50 anni fà.
- Tutti i danni derivano da quel concilio, e secondo me, tutto era predisposto per annientare la Dottrina e la Fede Cattolica Apostolica Romana, incominciando a cambiare la base stessa della Chiesa e cioé la S. Messa tridentina (non dimentichiamo la XXII sessione del Concilio di Trento, che diceva che chiunque si fosse azzardato a superare le barriere imposte da quel Santo Concilio, si sarebbe attirato l'ira dei Beati Apostoli Pietro e Paolo).
Il seguito è venuto di conseguenza, come una botte in cima ad una montagna che lasciata finisce a valle e si porta dietro tutte le rovine.
Infatti dopo l'abolizione della Messa Gregoriana è venuta la rovina totale, con la libertà religiosa, l'ecumenismo (il falso ecumenismo) il dialogo con i non credenti e via dicendo, fino ad arrivare a questa mostruosità della rinuncia - non rinuncia - (sempre è per sempre, e tutto ciò che ne consegue).
Ora si mette in discussione il Sacramento del Matrimonio, e tutto quello che verrà fuori dal prossimo sinodo - Bergoglio non accetta di vestirsi da Papa, mentre Benedetto non rinuncia agli abiti Papali ed ai segni visibili.
Per arrivare ad un'unica religione (non sò se definirla dottrina) con le cosidette confessioni Cristiane, dovevano in decine di anni rivoluzionare la Dottrina Cattolica, altrimenti come si faceva ad arrivare a costruire una nuova religione ed una nuova chiesa? per cambiare la mentalità dei popoli ci vuole tempo, forse decenni, devono passare due o tre generazioni.
Ora sono quasi arrivati al capolinea. L'ultimo colpo è l'abolizione del Papato e la formazione tipica ortodossa orientale che forma la collegialità.
Comunque non hanno ancora capito i messaggi di Fatima e le parole di Cristo. NON PREVALEBUNT.
Alla fine Nostro Signore ripareggia la Verità - la Sua Chiesa, la Sua Roccia risorgerà sempre da Lui, perché e' Lui, è il Dio Trinitario che ha in mano le sorti dell'universo e l'uomo, chiunque esso sia deve sottostare solo a Dio.
Questa gente dovrebbe rileggersi più spesso l'Antico Testamento, e riflettere bene su tutte le volte che l'uomo si è ribellato a Dio o ha disobbedito, Il Signore è stato implacabile: dal diluvio a Sodoma e Gomorra alla torre di Babele alla schiavitù egizia, ai 400 anni nel deserto e quant'altro; tanto da quest'orecchio non ci sentono.
Si sentono i padroni della terra, e non vogliono accettare che il Padrone della terra è Dio.
Noi cerchiamo di capire e seguire il nostro Dio e di obbedire alle Sue Leggi. Possiamo solo vedere, se Dio vuole, come finisce.
Ma ogni volta che l'uomo ha disobbedito è finita male.
Non stride fortemente con tutto quanto la Chiesa ha sempre insegnato e professato?
RispondiEliminaGentile Mic, certo che stride e guai a negarlo!
Il fatto è che è stato commesso un abuso di potere colpendo direttamente il Ministero Petrino.
Noi che possiamo fare? Nulla!
Possiamo solo RESISTERE agli abusi di potere.
Se Bergoglio fosse un antipapa, non è forse stato eletto regolarmente grazie alla libera rinuncia del predecessore?
Ciò che si deve rifiutare è la figura illegittima del "papa emerito". In sostanza ci troviamo di fronte a uno eletto legittimamente che non si comporta da papa ma da oppressore della fede, ma attenzione... incarna perfettamente e senza maschera i prodotti usciti dal più grande degli abusi ossia il concilio pastorale di 50 anni fa.
Difeso dal predecessore in questo ha perfettamente ragione il signor Marchesini.
Ma ammettendo che l'elezione di Bergoglio fosse invalida avremmo l'emerito che poggia le basi del suo ministero sui prodotti di 50 anni fa.
Il gatto che si morde la coda.
Che fare? Al punto in cui siamo solo RESISTERE aspettando che il Corpo MISTICO di Cristo nuovamente flagellato e crocifisso RESUSCITI al terzo dì....
OGGI è l'Ascensione di N.S.Gesù Cristo.
Il resto è mysterium iniquitatis.
Cara Mic,
RispondiEliminaVista "la mens subtilis" (subdolamente sottile) di Ratzingher, vorrei che tu mi dessi una spiegazione, "a cosa è servito il Motu Proprio Summorum Pontificum" il ripristino della Messa di rito Gregoriano - il canto gregoriano e tutto ciò che ha fatto; visto che tuttosommato proprio Lui era (ed è) sempre un conciliarista di prima linea?
Ci ha veramente presi tutti per i fondelli, compresa la rinuncia? (GPII, in quelle condizioni è rimasto sul Trono di Pietro fino all'ultimo respiro - e tutti abbiamo visto le condizioni fisiche di quel papa) -
Ma Ratzingher dove voleva o vuole arrivare? oppure cosa c'è dietro tutto questo?
Da te, Mic cara, una risposa la vorrei.
Le osservazioni di Stefano78 meriterebbero una risposta e delle delucidazioni da parte di chi sa. L'unica cosa certa è che la Chiesa non può avere due papi e la gioia di Messori è davvero fuori luogo. L'aspetto più eloquente è proprio la conservazione dei simboli papali e la presenza in Vaticano. Credo che si stiano avverando le profezie della Emmerick e andando avanti cresceranno le pressioni su Benedetto XVI affinché lasci Roma. C'è una cosa che mi domando: a livello canonico, il papa rinunciatario non è obbligato al silenzio, che dunque è qualcosa di volontario. Cosa accadrebbe se in questa situazione così ambigua Benedetto prendesse pubblicamente posizioni in merito alle questioni più scottanti? E se queste posizioni divergessero da quelle di Francesco? Tutti risponderanno che non accadrà mai. Ma ripeto: se accadesse?
RispondiEliminaA Tutti,
RispondiEliminaForse non sappiate in che cosa consiste la distinzione tra il potere di giurisdizione (munus regendi) e il potere sacramentale (munus sacrificandi)...
Un sacerdote ha il secondo a cagione dell'ordine...ma ha il secondo soltanto tramite la concessione di un missione nella chiesa...
Quindi, un eretico in senso proprio e strettamente detto, non può avere la giurisdizione, essendo che è fuori la Chiesa e non è soggetto capace per una concessione valida di governo...
Infatti, nessun chiesa fondata a se, non scissa mai dalla Chiesa Cattolica, ha la giurisdizione ecclesiastica, perche non è una Chiesa nel senso ontologico, ma solamente in senso fenomenologico....
Per questa ragione, dal momento che l'Arcivescovo ha dimesso al sua autorità ordinaria diocesana, ha perso la capacità di concedere la giursidizione ecclesiastica e di fondare qualsiasi cose che è propriamente una chiesa...
quindi, il FSSPX non possono essere o divenire mai una chiesa, senza essere riabilitati con atto canonico...
Se l'Arcivescovo e/o altri vescovi ordinari hanno agito come ordinarii sarebbero interamente diverso la conclusione...
Infatti, oggi rimani che le Chiese locali hanno il diritto di separarsi dagli chiese locali modernistiche, per ristabilire la Chiesa Cattolica di sempre...il clero Romano ha il stesso diritto...il Santo Padre anche può farlo, e la sua azione sarebbe accolta in modo più forte...
Ma per i tradizionalisti, l'agire senza potere di giurisdizione non è proprio un modo cattolico per comportarsi come Cattolici veri...
è tutti i sacramenti validamente confetti da loro non fa una gocchia di argomento che hanno la giurisdizione ecclesiastica...
Questa è la posizione cattolica.
Romano
il 28 febbraio 2013 Carlo di Pietro scriveva sulle imminenti dimissioni:
RispondiEliminaIo non ho gratitudine perché Joseph Ratzinger si separa da Benedetto XVI, che terminerà di esistere il 28 febbraio alle ore 20, esattamente come se Joseph Ratzinger non fosse più in vita. Confesso, a questo proposito, che la formula “sommo pontefice emerito” scelta per lui dalla Santa Sede mi pare foriera di equivoci.
Non ha senso essere riconoscenti – che è cosa diversa da capire – per un evento del genere, se non da parte di chi spera che anche l’ufficio petrino ne sia colpito a morte.
[...]
Ho già scritto che le opposte opzioni tra il persistere e il rinunciare sono per un papa entrambe legittime, anche se non è casuale che nella storia la “renuntiatio” sia stata rarissima. Sono legittime sotto vincoli, come ogni legittimità, tanto più se di diritto sacro. Quanto al papa come persona individuale, deve essergli evidente in coscienza (una coscienza bene ordinata) la giusta causa per la rinuncia, che è in ultimo una eccezionale ragione di forza maggiore. Sotto rischio di peccato grave (1).
Le ragioni profonde che si oppongono alla “renuntiatio” convergono nella salvaguardia dell’ufficio dalle sempre temute conseguenze di un atto che scompone il mirabile equilibrio, anzi l’unità di ordine sacro e di giurisdizione universale nella persona del papa. Da ciò l’allarme non solo dei tradizionalisti (non tutti: qualcuno di loro avversa il magistero romano) ma di chiunque voglia riflettere e non solo ricamare sentimenti o mascherare problemi.
L’eventualità peggiore è che questa eccezionale frattura nell’ufficio personale del papa possa divenire prassi “a tempo” per il futuro, sotto un criterio estrinseco come l’efficienza o simili.
Poiché il dono e il compito sono da Dio e l’uomo non può toglierli all’uomo, se non in condizioni di emergenza da sempre previste ma rarissimamente riconosciute.
Per la tradizione giuridica della Chiesa è la stessa potestà sovrana del pontefice, che implica un giudizio sovrano, a decidere riguardo alla propria persona. In sé è una formula perfetta, di massima completezza: integra valore e calcolo, signoria di Dio e libertà umana; è un carisma mediato razionalmente. Per questa stessa ragione la decisione di sospendersi da parte di una tale potestà è sempre indesiderabile.
Tradizionale ed eccezionale. Le due facce della rinuncia al papato
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/02/28/tradizionale-ed-eccezionale-le-due-facce-della-rinuncia-al-papato
Vedo che Romano insiste.....
RispondiEliminaNon ha capito o fa finta di non capire.
Gliel'ho spiegato più su, con tutto ciò quello che gli preme è rilevare che Don Mauro parla così, perchè è un membro della Fraternità S.Pio X e con ciò senza giurisdizione, alchè dimostra di non aver (o fa finta) capito che Don Mauro parlava in termini di estrema necessità, tipo un moribondo che si trovasse bisognoso di confessione...
E' la Chiesa che in quel caso supplisce.
Questa è la posizione cattolica.
nell'articolo don Mauro fa appello all'esempio della confessione perché è l'unico sacramento che per la sua validità richiede non solo il possesso dell'Ordine, ma anche un atto di giurisdizione (tale dottrina definita è citata dall'autore in nota). Si tratta semplicemente di un esempio utile a far capire la necessità della continuità della giurisdizione nella Chiesa (che deve comunque discendere dal Papa, anche nei casi d'eccezione), e per far capire che l'eresia e la giurisdizione non sono incompatibili metafisicamente (in risposta ai sedevacantisti), vist che la Chiesa concede giurisdizione ad actum ai sacerdoti eretici per ascoltare la confessione dei moribondi.
RispondiEliminaCapito questo, diverse osservazioni qui sopra appaiono fuori luogo (l'articolo non tocca la questione del potere d'ordine, che non c'entra nulla: questo deriva infatti dal sacramento, non direttamente dal Papa, a differenza della giurisdizione; e lo scopo dell'articolo è far capire la necessità della presenza del Papa nella Chiesa)
faccio anche notare, come detto più volte, che secondo l'insegnamento infallibile di Celestino V e Bonifacio VIII, il Papa può legittimamente abdicare, e che tale verità non può essere messa in discussione dai cattolici. Rimane poco ragionevole parlare di invalidità della rinuncia di BXVI (ovvio poi criticarne le modalità), ma è del tutto non cattolico definirla metafisicamente impossibile. La materia è stata infatti definita dalla Chiesa settecento anni fa, e non per niente è entrata nella normativa canonica
RispondiEliminaNon si sta sostenendo l'invalidità della rinuncia in sé, si mettono in luce le anomalie poste in essere e i rischi che ne derivano per il papato e per la chiesa.
RispondiEliminaUna possibile invalidazione forse potrebbe essere invocata, qualora risultassa chiaramente la premeditazione consapevole della svolta incongrua impressa al papato.
Se i papi continueranno a dimettersi, come Bergoglio ha annunciato, ne avremo la prova.
Senza dimenticare che dietro alle dimissioni c'è anche una situazione di ostruzionismi da far paura solo in ciò che è noto. Figuriamoci nel sommerso.
Scusatemi se torno "terre à terre" ma trovo che ci sono già sufficienti motivi di sconforto, scoraggiamento, confusione e incertezza, senza aggiungere l`eventuale non validità della rinuncia di Benedetto XVI.
RispondiEliminaBenedetto poteva rinunciare e lo ha fatto, ce ne ha dato i motivi e dovremmo accettarli come veri e validi.
Dico questo pur non essendo cieca, lo stato fisico in cui si trovava quando ha fatto il suo annuncio era visibile da mesi, il suo declino rapido era impressionante, noi possiamo discutere e puntare il dito su chi e su che cosa lo ha "ridotto" in quello stato e spinto a prendere quella decisione di un`inaudita gravità, ma poteva farlo e lo ha fatto.
Doveva ritirarsi nel silenzio e ed essere invisible al mondo, questo Benedetto XVI ci aveva detto, ma Bergoglio lo invite lo incita ad uscire dal suo ritiro, ad obbedire a lui piuttosto che a quel che lui stesso ci aveva indicato, possiamo così anche constatare come Benedetto XVI si sia ripreso e stia meglio, confesso che nel constatarlo sono tiragliata fra la gioia e il sollievo e quel punto sempre dolente dell`incomprensione, perchè, perchè lo hai fatto?
Abbiamo un solo Papa ed è Bergoglio, come dicevo ieri, fino a prova del contrario, finora questa prova non esiste, dobbiamo tenerci alle parole di Benedetto XVI.
Quel che invece trovo sia un giusto motivo di discussione sono le conseguenze della rinuncia di Benedetto XVI, dicevo ieri che ha aperto una voragine, ha creato un precedente carico di gravi conseguenze, ha banalizzato quel che non lo è affatto, il suo successore del resto ce lo ha detto ha creato una nuova istituzione : quella del papa emerito!
PS: che cosa ne pensate della data scelta per l`incontro "di preghiera" fra Abbas, Peres e Bergoglio, che si svolgerà nella "casa" di Bergoglio, e cioè
domenica 8 giugno, Solennità di Pentecoste?
finora questa prova non esiste, dobbiamo tenerci alle parole di Benedetto XVI.
RispondiEliminaEsiste, esiste.
Ed esiste "non per tutti", ma "per coloro che hanno occhi e orecchi per intendere".
Se ci "atteniamo alle parole di Benedetto XVI", allora vediamo la PROVA PROVATA della invalidità della sua Rinuncia.
Non è l' atto della Rinuncia in sé ad essere invalido, poiché previsto e avvenuto nel tempo. E' QUESTA (sottolineo QUESTA!) Rinuncia a non essere valida! E lo dico senza mezzi termini! Qualcuno, di chi PUO', dovrebbe o chiarire o smentire questa ipotesi. Ma più che altro dovrebbe rispondere a questa domanda. E lo stesso Benedetto XVI lo ha fatto "per chi ha occhi e orecchi per comprendere". E' chiaro che dalla sua bocca non uscirà nulla di "definito e inequivocabile", proprio perché questo suo anomalo "status" lo impedisce. Se non fosse così, avrebbe fatto come ogni Papa rinunciatario della storia. Sarebbe tornato Vescovo. PUNTO! Nulla ostava! Anzi! Se si trattava di "uccidere" il papato, si poteva uccidere benissimo così! Già la declaratio ne dava le basi. Invece come si fa ad "uccidere il papato" (e qui non concordo con Mic), quando ribadisci che non si può ridurre a una semplice "funzione", e che è una "investitura per sempre"?
Benedetto XVI ha tirato fuori dal "cilindro" questa "opzione assurda", ma siamo sicuri che si tratti per il suo "conciliarismo", e non piuttosto per far capire la situazione a chi può? Non potrebbe essere questa una metodologia, come quella usata con Tornielli che gli chiedeva il perché della veste bianca (non c'erano altri colori!!)?
Queste sono contraddizioni che, lo ripeto, non possono essere sciolte con la semplice e retorica frase "è modernismo"! Questo non ha nulla a che vedere col "modernismo", perché i tratti e la situazione sono particolari.
O vogliamo IGNORARE tutto quello che è successo durante il pontificato ratzingeriano? Lo vogliamo archiviare come "modernismo" anche quello? Compresi i documenti "spiati" che abbiamo letto, gli scandali CURIALI, l'annuncio della sua morte?
E' tutto modernismo? E' tutto "eutanasia del papato"?
Certamente c'è CHI sta predisponendo l'eutanasia del papato! Ma magari, visti questi FATTI, potrebbe o no essere e operare "nell'ombra", ridendo di quello che i cattolici stanno facendo? Visto che ci dividiamo continuamente su tutto?
è del tutto non cattolico definirla metafisicamente impossibile
RispondiEliminaMa chi l'ha detto? Chi l'ha scritto? Non hai ben compreso? Se non ha compreso rileggi gli interventi. Oppure è il solito mezzuccio per deviare dall'argomento, inventando assurdità per arrivare alle "misericordiose condanne"?
A me sembra una bestemmia. Metto insieme altre cose:
RispondiElimina1. la lavanda dei piedi "estromessa" dal luogo sacro (la cattedrale del mondo) proprio. il Giovedì Santo, nel giorno solenne dell'istituzione dell'eucaristia e del sacerdozio.
2. lo stesso papa, che non si toglie le scarpe il Venerdì Santo per l'adorazione della Croce e non si genuflette alla Consacrazione, si toglie le scarpe e si prostra in moschea.
3. dopo aver profanato il Santo Triduo, ora anche la Pentecoste?
È forse il Signore morto e risorto per noi che viene pregato nella casa del Suo vicario in terra?
E, se non Lui, chi pregano i convenuti?
Perché a nessuno stridono e fanno male questi gesti che non possono rimanere senza effetti?
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaPoi: come si fa a non scorgere nella stessa Declaratio assurdità (oltre che errori, ma non ne parliamo più. Non è il punto centrale) e PROVE EVIDENTI di condizionamenti?
RispondiElimina1.Nella stessa Declaratio il Papa SCINDE il ministero! Questo NON E' METAFISICAMENTE POSSIBILE.
2.Fonda la motivazione sulla "vigoria del corpo" (!!!) Ma chi ha mai preteso, a partire da Nostro Signore, che un vescovo per essere Papa deve avere la "vigoria del corpo"??? Ma che deve fare il Papa? Le olimpiadi invernali? Lo dicono gli atti degli Apostoli: il primato spetta al CULTO E ALLA PAROLA DI DIO (Magistero). Ordinarono i Diaconi per "il servizio"! Dunque? Che fondamento può mai avere un motivo del genere? Si può considerare "libera" la decisione per cui un Papa "abdica" per la poca "vigoria del corpo"? Sarebbe come dire: sapete, mi piacerebbe restare, ma non riesco a correre quindi me ne vado!!!
Ma dico, scherziamo o cosa? Siccome l'abdicazione è possibile canonicamente, abdichiamo per il mal di schiena, l'artrite, il fiato corto, l'equilibrio instabile? E, scusate tanto, chi aveva detto che nella Chiesa non c'è posto per un "papa emerito"?
@Mic
RispondiEliminaPerché a nessuno stridono e fanno male questi gesti che non possono rimanere senza effetti?
Stridono a molti. Ma stanno in silenzio. E, magari, si può anche capire il perché...ma ad un certo punto si dovrà parlare.
Cara Mic, ma chi vogliono altre prove, oltre a quelle da lei appena elencate, per rendersi conto di dove ci sta conducendo Bergoglio? ma non ci rendiamo conto dei segni dell'apostasia? chi onora e davanti a a chi s prostra il c.d. Papa? non si genuflette davanti a Cristo ma fa il baciamano con i non cristiani, nascondendo anche il crocifisso pettorale (così ho letto) affinché questi non vedano chi lui dovrebbe servire. Non ci sono parole, e invece dobbiamo ribellarci, gridare forte, altrimenti grideranno le pietre ! è ora di finirla di tacere e ingoiare, come fa quella parte del clero che, pur dissenziente, è paurosa, timorosa (ha paura del vescovo, di Volpi, di Braz de Aviz, di Galantino e dei loro compari);cari fratelli e sorelle in Cristo, è iniziata la grande persecuzione dei cattolici da parte dei loro "confratelli" (fratelli coltelli), ed è proprio il VdR ad averla inaugurata. Forza e coraggio, che dopo il Golgota c'è la Resurrezione. Viva Maria, Viva Nostro Signore Gesù Cristo.
RispondiEliminaSegnalo un testo di don Nicola Bux sulle seconde nozze tra gli ortodossi riportato da Magister
RispondiEliminahttp://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350806
Chdo scusa per questa ulteriore segnalazione ma credo che ne valga veramente la pena. Il sito spagnolo La Ciguena de la Torre riporta l'elenco dei principali ordini religiosi con i dati aggiornati realtivi al loro tracollo numerico: non casualmente cio' avviene negli anni '60. E alla faccia di chi parla(va) di primavera della Chiesa.
RispondiEliminaDi seguito i link ai primi due elenchi
http://www.gaceta.es/cigona/suicidio-vida-religiosa-i-29052014-1105
http://www.gaceta.es/cigona/suicidio-vida-religiosa-ii-29052014-1510
"Benedetto XVI ha tirato fuori dal "cilindro" questa "opzione assurda", ma siamo sicuri che si tratti per il suo "conciliarismo", e non piuttosto per far capire la situazione a chi può?".
RispondiEliminaMa Benedetto aveva un metodo molto più semplice ed efficace per mostrare che non voleva dimettersi: non dimettersi! Era obbligato? Da che cosa? Un ricatto, una minaccia? Se si fosse piegato a queste cose si sarebbe comportato nel peggior modo possibile e immaginabile. Ma scherziamo? Mi minacciano e io zitto zitto buono buono me ne vado e lascio il campo a dei malfattori? Sarebbe stato un complice.
Era obbligato? Da che cosa? Un ricatto, una minaccia? Se si fosse piegato a queste cose si sarebbe comportato nel peggior modo possibile e immaginabile. Ma scherziamo? Mi minacciano e io zitto zitto buono buono me ne vado e lascio il campo a dei malfattori? Sarebbe stato un complice.
RispondiEliminaE se non fosse LUI il soggetto della minaccia?
Che possa trattarsi del conciliarismo può essere desumibile dai comportamenti e parole del subentrante che ha detto e mostra i condividere toto corde.
RispondiEliminaIl discorso del "ricatto" non è una voce di corridoio ma l'ho appresa da una fonte più che attendibile.
Il problema è che sono anni che vengono fuori diverse letture possibili; senza aver certezze di quale sua la vera...
Ma è proprio questa ambiguità che sottrae materiale certo a possibili confutazioni, tali da far presa.
Tolti alcuni casi eclatanti, procediamo sempre per ipotesi. Solo che ormai il "mare" di indizi diventa una prova...
Signori miei. Dobbiamo guardare in faccia alla triste realtà.
RispondiEliminaLa Chiesa Cattolica Romana ha al suo interno un numero impressionante di malfattori. Si arriva anche ai criminali comuni. E non sono pochi. All'interno delle "sacre mura" si consumano scandali che noi neanche immaginiamo. E di cui abbiamo visto solo una pallida figura.
La "minaccia" più incombente è il percuotere il pastore perché le pecore si disperdano. Il pastore diventa un "capro espiatorio" (questo è stato Benedetto! E lo p anche ora!), le pecore si disperdono. E se il Pastore non subisce la violenza in silenzio, i lupi rapaci entrati NON DALLA PORTA ma "scavalcando il recinto", tirano fuori la melma che loro stessi hanno creato e la usano per buttarla addosso non tanto al pastore, che la prenderebbe volentieri su di sé, ma ALLE PECORE! Perché sanno che il pastore tiene alle pecore, non a se stesso! E dunque, cosa fare di meglio se non minacciare la dispersione e l' "uccisione" delle pecore per mettere IN SLIENZIO il pastore?
Perché in sostanza era proprio questo che Benedetto annunciò. Più che la rinuncia al Papato, egli annunciò il silenzio. Era quello che voleva ottenere il "ricattatore"? Forse. Una cosa è certa. NELLA CHIESA si svolge il mistero di iniquità. E lo stesso Bergoglio non credo ne sia la causa, ma l'effetto.
dai comportamenti e parole del subentrante
RispondiEliminaAppunto. Dai comportamenti del SUBENTRANTE. E dunque? Non è tanto Benedetto e nemmeno Francesco il "problema". Ma chi sta portando la Chiesa verso il fosso. Bergoglio differisce da Ratzinger per un elemento fondamentale. Si fa strumento ATTIVO di questo processo di suicidio. Ma non è nemmeno lui la causa.
cara mic, sull'attacco al Papato siamo d'accordo, è cominciato con LG e continuato ininterrottamente. Non c'è dubbio che l'abdicazione di Ratzinger e gli atteggiamenti di Francesco hanno dato un'ulteriore decisiva spallata all'istituzione. Lo stesso don Tranquillo ne ha parlato ampiamente in diversi articoli e nelle conferenze agli ultimi due convegni di Rimini.
RispondiEliminaQuanto all'invalidità dell'abdicazione, non c'è nessun atto giuridicamente rilevante che permetta tale idea. Dire e non dire, come sostiene Stefano, per chi può capire, non può avere peso giuridico. Gli atti giuridici non possono essere oracoli sibillini che alcuni devono interpretare. Gli atti giuridici dicono rinuncia (faccio notare che la formula sul vigore fisico presenta forti analogie con quelle usate da Celestino V e Bonifacio VIII) e indizione di conclave. Queste sono cose INEQUIVOCABILI, in base alle quali, per semplici princìpi giuridici, si devono valutare quelle ambigue. Nessuna formula inequivocabile invece permette di affermare l'invalidità della rinuncia (ed ecco perché leggeremo le formule ambigue alla luce di quelle chiare, e non viceversa, come fa Stefano).
Le ambiguità causano problema per il messaggio che veicolano, come dice mic, ma non pongono in dubbio l'atto in sé
Il soggetto di un ricatto avrebbe dovuto essere lui, direttamente o indirettamente. Altrimenti perché dimettersi? Io non so se ci siano o non ci siano stati ricatti: dico solo che se ci fossero stati e avesse ceduto sarebbe il peggior Papa della storia, probabilmente. Molto meglio per lui se si è dimesso, come ha detto e come non ho motivi per mettere in dubbio, perché era stanco e stufo. Che intendiamoci, non è una gran motivazione e non mi è piaciuta per niente, ma è molto meno grave del ricatto subìto e accettato.
RispondiEliminaVogliamo fare un esempio concreto?
RispondiEliminaQuanti gerarchi Omosessuali ci sono nella Chiesa romana? Quanti truffatori, traffichini finanzieri ci sono? Quanti in stato di peccato permanente? Quanti vivono con amanti fisse il "sacerdozio"? Ma soprattutto, CHE POTERE HANNO DI RICATTO? CHE POTERE HANNO DI SCANDALO? A loro, beninteso, dello scandalo non interessa nulla! Che gli importa? Importa a chi ha a cuore le pecore! Fondamentalmente non è nemmeno lo scandalo ad essere il problema! E' la MAGLIA di rapporti con il mondo "secolare", bi-direzionale, che permette ricatti più gravi.
Dunque: gli omosessuali "decidono" che non è "peccato"! Così sia! I "sacerdoti" conviventi decidono? Così sia! I traffichini? Così sia! E così via di seguito...
Non ti seguo, Stefano 78. I lupi minacciano la distruzione del gregge e il Pastore in risposta se ne va e lascia il campo libero ai lupi, purché agiscano in sordina? Questo non è amore del gregge, questa è vigliaccheria. Può darsi che le cose si siano svolte come affermi, non ho elementi per dirlo, ma il giudizio sul Pastore a questo punto sarebbe tremendo.
RispondiEliminastefano,d'accordo sulla presenza di malfattori, e sul mistero d'iniquità che sta dietro a tutto , e che non può essere altro che la mente diabolica di intelligenza ben superiore alla nostra (nonostante che Bergoglio ci consideri "superiori agli angeli" ,se avessimo una tale intelligenza non cadremmo preda di tanti inganni). Però non vedo Benedetto come la vittima sacrificatasi per salvare il gregge : se rimaniamo sul piano spirituale ( non fisico , lì è effettivamente possibile il ricatto ),pastore e gregge sarebbero salvati dal rimanere al proprio posto , fermi nel difendere la Fede . Ho letto di mamme martiri che esortavano i figli a sopportare il martirio , immagino con quale strazio , ma penso con un'assistenza divina tale da trasformare il tormento in gioia . Del resto teniamo presente che al di là dell'affetto per il papa emerito , come dimostra don Curzio egli è rimasto inficiato di modernismo fino alla fine ,e con l'abdicazione (peraltro ambigua ) oggettivamente ha contribuito in maniera importante al crescere del caos
RispondiEliminaStefano78,
RispondiEliminaLei ignora la distinzione tra il peccato e il reato; tra l'ufficio e la persona che ha l'ufficio...
Il Santo Padre può peccare...ma se egli pecca non significa che perde l'ufficio....
Può perdere l'ufficio, ma richiede un expressione pubblica manifesta pertinace di eresia formale...
Egli può non osservare tutti le rubriche, non significa in se stessa eresia... può essere pazzia mentale...ma è evidenze che i Cardinali devono considerare, perchè in casi di pazzia o eresia hanno diritto sopranturale e naturale per pronunciare sulla questione per promuovere il bene essere della Chiesa universale...
La rinuncia di Benedetto XVI è valida perchè è libera e deliberata...confermata pubblicamente e doppie volte...
Se Lei ha ricorso ai suoi argomento esposti al di sopra, Lei arriva di perdere la fede...
è fatto dogmatico che il Papa può dimettersi e può creare nuove forme di dignità ecclesiastica implicate nella missione generale della Chiesa o della gierarchia, essendo che Cristo ha conferito su di lui il potere superiore ecclesiastico in modo univerale e senza limiti...
Se il Papa può nominare un vescovo come vescovo ausiliare o in pensione, può andare in pensione con un titolo di Papa emerito...
tale titolo significa niente in materia di giurisdizione...e tale decisione non fa invalida la sua decisione per dimettere l'ufficio...
è semplice vescovo romano ausiliare in pensione adesso, con titolo e dignità speciale...
Romano
L'articolo di Socci: Qui
RispondiEliminaPreceptoris,
RispondiEliminaQuando la Chiesa supplisce la giurisdizione necessaria per i sacramenti, il quale che fa i sacrimenti non riceve la giurisdizione in forma continua stabile o come ufficio...
è infatti una metafora "supplisce"...supplice in senso che la Chiesa sta sotto quella azione...non signifca che ha trasmesso la giurisdizione al quale che fa il sacramento...
infatto la Chiesa in se non concede la giursidizione...la giurisdizione di potere richiede una concessione personale tra Cristo e San Pietro e gli Apostoli, e tra gli Apostoli e vescovi....solamente nei casi in quale un chiesa locale apostolica sceglie il suo vescovo dopo la morte del predecessore, c'è un caso in quale la Chiesa locale concede la giurisdizione di potere (un caso speciale)...ma essendo che il Concilio di Nicea (mi pare) ha stabilito un ordine per farlo, forse megli di dire che la concessione in tale caso viene dai vescovi ordinari della provincia ecclesiastica nel atto stesso di ordinazione..
Romano
RispondiEliminaVedo che solo mic ha preso in considerazione la mia domanda:
"Che cosa ne pensate della data scelta per l`incontro "di preghiera" fra Abbas, Peres e Bergoglio, che si svolgerà nella "casa" di Bergoglio, e cioè
domenica 8 giugno, Solennità di Pentecoste? "
È possibile che la scelta di quella data non susciti reazioni?
È diventato ormai pacifico che le scelte di questo Papa, espressione della sua volontà, dei suoi "slanci" impulsivi, del suo autoritarismo, delle sue personali opinioni, simpatie e antipatie, sono da accettare senza "se" e senza "ma"?
Tutti codardi, struzzi impauriti, autoimbavagliati, i nostri Pastori?
Il coraggio è solo dei laici?
Anche quello di affrontare lo scherno di chi li mette all`angolo perchè rifiutano di tacere, di partecipare al lecchinaggio idolatrico di cui è oggetto papa Bergoglio?
Il fatto da approffondire seriamente in questo contesto di analisi e controanalisi,circa l'illegittimità del papa emerito, elezioni valide o invalide di Bergoglio, eutanasia del papato e via discorrendo, è conoscere gli autori materiali delle encicliche del G.Paolo II, giacchè nella Ut Unum Sint è scritto chiaramente che si doveva studiare un'altra forma di papato per una "pace ecumenica".
RispondiEliminaSe a scrivere quella enciclica, ci fosse di mezzzo Ratzinger, la questio del complotto contro di lui automaticamente cade! Egli ne sarebbe complice e le sue dimissioni con la creazione della illegittima figura del "papa emerito" una sua chiara direzione.
Per concludere, quello che sembra a Mic nel commento del 30 maggio 2014 09:17
è subito parso chiaro anche a me.
Detto questo, il concetto di base non cambia, Bergoglio incarna e usa i prodotti usciti dall' illegittimo concilio pastorale vaticano II. (illegittimo perchè mai nella Chiesa è stato indetto un concilio ecumenico con grado pastorale).
La grande colpa in questo caso è stata quella di non aver reso subito resistenza e aver lasciato solo Mons. Lefebvre, che se anche ha firmato alcuni documenti conciliari, non lo ha fatto per tutti, ad esempio non ha posto la firma su quello per la libertà religiosa e la colleggialità.
Con ciò, se al suo fianco si fossero aggiunte altre voci, ora avremmo meno gatte da pelare per dirla in modo soft.
I guai gli orrori scaturiti da questi documenti sono il motivo del flagellamento e crocifissione del Corpo Mistico di Cristo ossia la Santa Chiesa Cattolica Apostolica.
"Anche quello di affrontare lo scherno di chi li mette all`angolo perchè rifiutano di tacere, di partecipare al lecchinaggio idolatrico di cui è oggetto papa Bergoglio?"
RispondiEliminaProbabilmente molti non le rispondono perché la notizia che a lei suscita così tanto orrore per loro (me compreso) risulta positiva.
Vede il Papa non ha detto che non celebrerà la S Messa di Pentecoste o che trascurerà di solennizzare questa particolare Domenica ma anzi ( il dito di Dio si vede proprio qui) avrà l'occasione di pregare e invocare lo "Spirito di Pace" insieme ai responsabili delle parti in lotta proprio nel giorno solenne anniversario della Sua discesa sulla primitiva Chiesa.
Vuole scommettere Luisa che ciò che non è riuscito per anni ai diversi mediatori politici riuscirà al Papa e alla Chiesa? E precisamente a questo Papa?
GS
La risposta è molto semplice, Luisa. Questo è un pontificato incentrato sugli aspetti umani, con una sostanziale indifferenza per gli aspetti più propriamente spirituali. Riguardo il matrimonio, per esempio, si considera l'aspetto della sofferenza di chi si è "rifatto" una vita e non viene riconosciuto dalla Chiesa. Gli aspetti più propriamente sacramentali restano sullo sfondo. In Israele il Papa si è evidentemente autocandidato come mediatore nella questione ebraico-palestinese (i baciamano vanno letti in questa chiave: erano un gesto per accreditarsi come amico del popolo ebraico, agendo in un ambito cui gli israeliani sono sensibilissimi). L'incontro dell'8 giugno al di là dell'etichetta di incontro di preghiera è chiaramente "politico". Non credo interessi molto che quello stesso giorno cada la Pentecoste!
RispondiElimina(In questo senso mi sento abbastanza ottimista, fra parentesi, circa i "profeti di sventura" che qualche giorno fa preconizzavano un "antimotuproprio": sarò magari clamorosamente smentito, ma ho l'impressione che "in alto" anche verso un problema di questo tipo ci sia indifferenza).
@Luisa.
RispondiEliminaTutti codardi, struzzi impauriti, autoimbavagliati, i nostri Pastori?
Luisa, la scelta è A MONTE dell'autodistruzione messa in atto in modo ormai DEFINITIVO. A monte dell' "abdicazione" di Ratzinger, che è un tassello di questa autodistruzione. Autodistruzione per modo di dire, visti gli elementi di cui sopra.
No potrà che andare sempre peggio, e nessuno "toccherà" formalmente la Dottrina della Fede. Si applicheranno "soluzioni pastorali", deroghe, ecc, ecc.
La storiella dell' "unico Dio", è solo un tassello: per questo avverrà tale "riunione di preghiera", non si sa a quale "Dio".
Ma è più il significato "politico" dell'atto. Anche se Francesco ha detto il contrario. Infatti non si sa che significato possa avere, se non politico e mondialista, una riunione di "preghiera" dove le persone no pregheranno affatto "insieme", ma ognuna per conto proprio un "Dio" diverso per ognuno!
Cari Amici!
RispondiEliminaEcco il mio parere su alcune religioni:
- Verità Assoluta: Cristianesimo, ma impraticabile;
- Verità relativa: Buddhismo del piccolo mezzo;
- poesia: indiani d'America;
- serietà assoluta: primissimo protestantesimo;
- schifezza assoluta: cattolicesimo contemporaneo.
Saluti dall'ermo colle
Caro Stefano 78, rispondo alla tua delle 9,12:
RispondiEliminacerta è una cosa che ormai si capisce perfettamente che la nuova chiesa due, vuole (l'eutanasia del Papato) eliminare con ogni mezzo il Papato, in quanto è ancora uno dei piu importanti ostacoli alla formazione di una chiesa collegiale che può dialogare materialisticamente con tutti gli uomini di ogni razza o religione compresi atei, anticristi o tutto quello che vuoi. Per il momento parlano di papi emeriti come i vescovi emeriti, al contrario vogliono quello che hanno voluto i protestanti eliminare il sacerdozio, i Santi ecc.ecc. tutto l'altro a te non devo dirlo, in quanto presumo lo conosci già.
Per loro il Papato è la grande pietra d'inciampo per un vero dialogo con le altre false confessioni e religioni.
In fondo il concilio vat.II fin dalla nascita aveva già una strada già tracciata, che portava alla eliminazione della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, altrimenti non si sarebbe mai aperto il dialogo con tutti gli altri, e questo lo conferma la presenza dei consultori protestanti ed altri non cattolici a quel concilio per l'abolizione della S.Messa gregoriana e la formazione del NO come l'hanno i non cattolici, (similare a quella protestante) qui basta ricordare gli Em.mi card. Bacci ed Ottaviani con il loro "Breve esame critico".
Ma tutto questo non basta - in 50 anni bisognava eliminare tutto, e formare una cosa nuova; comunque per far questo c'era bisogno del tempo; bisognava far passare decenni, far dimenticare a due o tre generazioni l'antica Chiesa e far conoscere solo la nuova alle nuove generazioni.- (chiamiamolo col suo nome vero - LAVAGGIO DEL CERVELLO - ). In questo ci sono riusciti in pieno, perchè luomo desidera tutte le libertà possibili, e questi gliele hanno date, mentre la Chiesa Cattolica impone le Leggi Divine, e luomo di fronte alla libertà più totale ha seguito il demonio nascosto dietro i malvagi.
Benedetto XVI con la sua rinuncia ha fatto il resto. poi quello che c'è dietro solo loro e Dio lo sanno. Il fatto dei due papi è un fatto che fà discutere e pensare - uno veste i panni di vescovo di Roma e non porta alcun segno del Trono Petrino, nessuna insegna, l'altro porta ancora tutte le insegne di Papa e ci dice quella famosa frase "sempre è per sempre". Comunque Cristo ci ha lasciato una sola roccia alla quale ha consegnato le chiavi ed il governo della Sua Chiesa.
Il rebus lo risolverà la storia se Gesù ci darà un giorno un altro Papa Santo.
Se questa chiesa due abolirà il Papato, quello che avverrà e quello che dobbiamo seguire ce lo dice molto chiaramente Don Mauro nel suo articolo. Se non dovesse essere chiaro, Don Mauro potrà ritornare sull'argomento spiegando in modo diverso "permanenza del papato e permanenza della Chiesa."
Qui voglio ricordare ancora ciò che disse il Concilio di Trento sulla S.Messa "Chiunque avesse oltrepassato quei paletti imposti dal Concilio di Trento, si sarebbe attirato le ire dei Beati Apostoli Pietro e Paolo"; la S. Messa non poteva assolutamente essere non solo toccata e non abolita - tutto quello che è avvenuto dopo è la conseguenza del più grande peccato contro Dio - l'eliminazione della S.Messa e l'istituzione di qualcosa di anomalo e non gradito a Dio.
In tanti secoli, la Chiesa ha passato momenti tremendi, ma Dio ha lasciato passare perché non si era mai toccata la fede e la dottrina; ora col conc. Vai.II si è toccata fede e dottrina.
Stiamo a vedere - Fatima insegna, ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
In un castello un po' abandonato, picchia sulla porta un uomo che porta con se un documento che dice che è il nuovo proprietario dell'edificio. Si sa che quella è una zona pericolosa, dove si sono visti molti ladri negli ultimi 5 secoli, tra cui alcuni particolarmente abili a combinare segretamente ogni sorta di falsificazioni. Il portiere non sa cosa fare, non conosce quell'uomo, ma il documento sembra legittimo e dunque lo lascia entrare. Dopo pochi giorni, le cose della casa cominciano a sparire: quadri, mobili ecc.
RispondiEliminaPremesso di essere d'accordo con M. Marchesini più sopra, nell'essere la questione centrale la crisi della Chiesa, di cui la crisi del Papato è una conseguenza.
RispondiEliminaPer focalizzarsi come si sta facendo sulla seconda (la crisi del Papato), in particolare con i numerosi interventi su un aspetto di questa, ovvero la rinuncia, mi pare che l'attenzione si debba porre al "fatta liberamente" che il can. 332 CJC richiede perché la rinuncia sia valida.
Oltre alle varie ipotesi sulla costrizione di cui, forse si forse no, Benedetto XVI sarebbe stato fatto oggetto, si può anche vedere "liberamente" come "essendo liberi".
Ora, è importante capire di quale libertà si parla, se quella del mondo, se quella solo fisica o se quella morale che è relativa all'uso del libero arbitrio e quindi è relativa al bene, è la facoltà di muoversi nel bene.
Penso che "fatta liberamente" debba intendersi come un atto libero moralmente, ossia in vista di un bene attraverso cui pervenire al Bene.
Essendo, nello specifico, oggetto della libertà la rinuncia, bisogna valutare se tale rinuncia è un mezzo buono, oppure no, in vista del fine, fine che è quanto richiesto dal Signore a Pietro conferendogli il triplice munus.
E' noto che si è liberi quando ci si conforma alla volontà divina, nella legge rivelata, in vista del Bene.
Nella Declaratio si legge:"...Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato..."
Quindi il ministero petrino è sempre stato compiuto sia materialmente che spiritualmente, "tuttavia" il mondo con il suo divenire oggi richiede per tale compito più "vigore" e poiché questo era in Benedetto XVI in deficit, ecco farsi largo la convinzione di non possedere più i mezzi adatti ad amministrare bene il bene affidato.
Si può quindi osservare che:
- il mondo è la causa della rinuncia, ciò che ad essa muove.
- si dichiara che è stato affidato un bene (il ministero) ma che ad un certo momento sono venute meno le capacità di prendersene cura "bene". Poiché le capacità ci sono anch'esse date (in vista di un fine) e non ce le diamo da soli, il tutto mi pare contradditorio.
Con ciò esprimo una opinione in merito a quanto scritto ed osservato, in merito a degli atti e non alle persone.
"Vedo che solo mic ha preso in considerazione la mia domanda"
RispondiEliminaLuisa, se hai letto anche solo qualcosa di ciò che ho commentato su riunioni del genere in questi mesi (e l'ho fatto penso centinaia di volte) sai esattamente almeno come la penso io, solo che non posso stare ogni volta a confutare postando chilometri e chilometri di Scrittura, di Catechismo, di Magistero perenne...basta appena uno sguardo a tutti questi testi e si capisce subito dove si sta andando a parare, e NON DA ORA.
Se dovessi riportare un solo brano della Scrittura a questo proposito citerei questo:
"Allora PIETRO, pieno di Spirito Santo, disse loro: [...]
In NESSUN ALTRO c'è salvezza; non vi è infatti altro NOME [all'infuori di Gesù Cristo] dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati
(At 4,12)
Questo disse solennemente PIETRO...ma da quarant'anni i vari Pietro che dicono? Che fanno? Spesso e volentieri, come abbiamo visto e vediamo, esattamente il contrario: di fatto NON UN SOLO NOME può salvare ma "MOLTI NOMI pare che possano salvare, o comunque se ne può parlare e una soluzione certo si trova per stare insieme e legittimare tutti, in fondo non siamo mica dei fondamentalisti come quei nostri predecessori a partire dal primo..."
Certo, adesso si porta il tutto fin dentro casa, ma come più volte ho osservato pure io, la strada per farceli arrivare era stata aperta da un sacco di tempo: visita qua e visita là, Dio unico qua e Dio unico là, vieni da me che io poi vengo da te... ormai mancavano (forse) solo le chiavi.
Et voilà, eccolellà!
Quali chiavi? Adesso si usano le schede elettroniche, ammodernatevi......
RispondiEliminaSta di fatto Stefano, che nè papa Bergoglio, nè eventualmente papa Benedetto XVI stanno utilizzando l'autorità, a questo punto qualsiasi sia il Papa, nessuno usa dell'autorità concessagli per fare il suo dovere di pastore del gragge di Gesù. Dunque sia l'uno che l'altro renderanno conto delle anime affidategli.
RispondiEliminaPer GS: a Roma NON vanno ne' Netanyahu, Primo Ministro israeliano in carica- Israele e' una Repubblica parlamentare, in cui il potere legislativo e' del Parlamento, e quallo esecutivo del Governo, il Presidente della Repubblica, nella fatispecie Peres, che sta terminando il mandato, NON ha alcun potere - e Aabbas, non Hamas, che e' chi comanda veramente in Palestina, perche' ha la forza delle armi, oltre che dei numeri.
RispondiEliminaQuindi a Roma faranno semplicemente un bel viaggetto, mediaticamente utile, e basta.
Esattamente com' e' stata mediaticamente utile la serata di preghiera a Roma per la Siria, quando ognuno ha pregato il suo Dio e gli atei han pregato l' " uomo".
Risultato: in Siria han continuato ad ammazzarsi, ed in modo orrendo. Le uniche zone pacificate sono quelle riconquistiate da Assad.
Nel frattempo, grazie agli ultimi premi Nobel per la pace, Obama e l' UE, e' scoppiata una mezza guerra civile in Ucraina.
Mi auguro quindi di cuore che il prossimo Nobel per la pace NON ci riguardi da vicino.
Rr