Abbiamo molto scritto e riflettuto sull'onda delle sconcertanti esternazioni di Kasper, il "buon teologo" citato da Bergoglio nel suo primo Angelus, sulla questione sollevata nel recente concistoro [qui]. Egli si è fatto portavoce, sembra con l'avallo del papa, delle spinte antropocentriche innescate nella teologia e nell'ecclesiologia negli anni post-conciliari [qui], [qui], [qui].
Abbiamo esaminato anche le recenti dichiarazioni di Mons. Galantino [qui], chiamato personalmente da Bergoglio alla funzione di nuovo segretario della CEI, che appare oggi da lui stesso clamorosamente commissariata.
Abbiamo esaminato anche le recenti dichiarazioni di Mons. Galantino [qui], chiamato personalmente da Bergoglio alla funzione di nuovo segretario della CEI, che appare oggi da lui stesso clamorosamente commissariata.
Senza ignorare, come sottolinea Luisa nella discussione sulle problematiche esternazioni del card. Schönborn [qui]. E cioè, che sempre più voci vogliono imporci la versione secondo la quale non si cambierà la Dottrina ma si adatterà la pastorale. Ultimo esempio quello di Scherer, il cardinale brasiliano, ex-papabile che ha detto: "La Chiesa deve, in qualche modo, sì affermare e confermare la Parola di Gesù sempre e di nuovo, non può rinnegare la Parola di Gesù, ma deve anche andare incontro alle situazioni storiche, concrete, per dare speranza e mostrare la via della misericordia, la via della vita cristiana, anche se con certi limiti che possono esserci."
Questa è la strada che ci stanno indicando vari elementi, quelli che ci dà il Papa stesso e quelli che ci danno i suoi corifei sguinzagliati nelle varie tribune mediatiche e non: insomma in "qualche modo" (!!) bisognerà confermare la Parola di Gesù, ma si DEVE andare incontro alle attese della gente.
Inoltre, è da seguire con attenzione anche quel che scrive Tornielli, l'addetto stampa privato di Bergoglio, nonché suo amico: «Caro Francesco...». Le «donne dei preti» scrivono al Papa [qui]. Una lettera abbastanza improbabile, non tanto per il problema che espone quanto per la 'strana' coesione delle protagoniste, e che quindi sa tanto di costruito ad arte. È sempre interessante osservare quel che Tornielli riprende e sottolinea e quel che ignora. Sapendo infatti che egli ha un filo diretto con Bergoglio, potremmo pensare che quel che il Papa non può, ancora, dire direttamente, lo fa dire al suo amico vaticanista.
Mi accingevo dunque ad una riflessione su tutta questa enfasi agitatoria che in fondo riguarda un tema abbastanza marginale, se vogliamo, rispetto ai tanti nodi dell'attuale crisi. Mi chiedo, infatti, se non possa trattarsi di una strategia che tenta di nascondere un problema mettendone in campo un altro. E proprio stamane mi imbatto in un articolo di Fabrizio Cannone che ha espresso la stessa riflessione in maniera chiara e puntuale su Libertà e persona [qui]. Dunque lascio a riposo la mia tastiera e lo riprendo di seguito.
Una mossa diversiva?
L’intervista di mons. Nunzio Galantino pubblicata il 12 maggio su vari quotidiani, rivela la vera natura dell’attuale dibattito sulla comunione sacramentale ai divorziati risposati: una mossa diversiva, o almeno il tentativo di nascondere un problema, mettendone in campo un altro.
In questa prospettiva, la posta in gioco non sta nel dare la comunione ai divorziati rispostati, ma nell’ammettere al sacerdozio uomini coniugati. L’impossibilità di far accedere i risposati alla comunione è di diritto divino e nemmeno il Papa ha il potere di cambiarlo. Lo dovrebbero sapere anche i seminaristi. La regola del celibato sacerdotale è di diritto ecclesiastico, e il Papa, in astratto, avrebbe il potere di cambiarla. Tale problema sta a cuore a migliaia di preti e di teologi progressisti i quali, vivendo more uxorio, si trovano in piena contraddizione con le loro promesse di vita celibe e continente, e quindi in uno stato di peccato mortale (cf. CJC, 277 § 1). E il peccato mortale, se non espiato, anche dopo il Vaticano II conduce all’inferno (cf. CCC, 1861). Ci hanno già provato in vari modi sotto Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Ora sentono che è arrivato il momento propizio. Adesso o mai più. Perciò vogliono agire con astuzia, per non perdere l’occasione storica.
Come nel calcio: fai la finta a destra, per fuggire a sinistra. O nella strategia militare: si simula un attacco a sud, per aggredire il nemico a nord. Bisogna indebolire il nemico, attirandolo più possibile lontano dal luogo dell’attacco. Così, nell’attenzione universale per il problema (insolubile) dei divorziati risposati, in mezzo ai clamori della rissa teologica, non ci si accorgerà quasi dell’apertura verso il sacerdozio uxorato.
La delusione universale per la mancata comunione sacramentale ai divorziati rispostati (questo accadrà al Sinodo), sarà subito compensata da una benevola concessione: il sacerdozio uxorato. E così sarà giunta al suo epilogo la dottrina conciliare, secondo cui:
«La perfetta e perpetua continenza per il regno dei cieli, raccomandata da Cristo Signore (cfr. Mt 19,12) […] non è certamente richiesta dalla natura stessa del sacerdozio, come risulta evidente se si pensa alla prassi della Chiesa primitiva (cfr. 1 Tm 3,2-5; Tt 1,6) e alla tradizione delle Chiese orientali, nelle quali, oltre a coloro che assieme a tutti i Vescovi scelgono con l’aiuto della grazia il celibato, vi sono anche degli eccellenti Presbiteri coniugati» (Decreto Presbyterorum Ordinis, 16).
Se la realtà fosse così semplice, perché privare la Chiesa latina degli “eccellenti Presbiteri coniugati”?
Ma le cose non stanno così. Il celibato virtuoso se non è l’essenza del sacerdozio, ne è la sua eccellenza, il suo decoro e la sua integrità.
È vero che nella Chiesa primitiva molti sacerdoti erano scelti tra uomini sposati, ma è anche vero che una volta ordinati, vivevano nella perfetta continenza (cfr. Christian Cochini sj, Origini apostoliche del celibato sacerdotale, Nova Millennium Romae, Roma, 2011 [1981], pp. 506). È vero che la Chiesa orientale ha permesso, purtroppo, il sacerdozio uxorato, ma è anche vero che lo ha fatto alla fine del VII secolo e non prima, e per una situazione di necessità e di emergenza, non di normalità. È vero che vari sacerdoti celibi sono caduti nel peccato di pedofilia, ma è anche vero che in percentuale i pedofili sposati sono di più. È vero che in Occidente molti preti vivono more uxorio, ma è anche vero che in Oriente molti preti sposati non sono fedeli alla propria moglie.
È vero infine che nella Chiesa orientale ci sono anche eccellenti sacerdoti sposati, ma è pure vero che ce ne sono di mediocri e anche di pessimi: cattivi mariti, peggiori padri, pessimi sacerdoti.
Cosa si vorrebbe risolvere con il sacerdozio uxorato? In ogni caso il rimedio farebbe un danno peggiore della malattia che si pretende di guarire. Proprio al contrario, san Giovanni Paolo II in occasione del Giovedì Santo del 1979 disse ai sacerdoti: “La Chiesa latina [ma si potrebbe anche dire romana, dunque universale] riferendosi all’esempio di Cristo Signore, all’insegnamento degli Apostoli e a tutta la tradizione che gli è propria, ha voluto, e continuerà a volere, che tutti coloro i quali ricevono il sacramento dell’Ordine assumano questa rinuncia in vista del Regno dei cieli” (corsivo mio).
Fabrizio Cannone
In Germania, da sempre, circola una battuta molto irriverente: "I pannolini del pastore protestante sono appesi nel proprio giardino, quelli del sacerdote cattolico nei giardini di tutto il villaggio."
RispondiEliminaScherzi a parte, fin dai tempi apostolici, la Chiesa ha chiamato al servizio ministeriale, oltre ai celibi, anche gli uomini sposati. Quando la disciplina del matrimonio fu fissata nei Concili di Ancira (314), Nicea (325), Gangra (c. 350) e nel Concilio Trullano del 692, fu rispettata questa tradizione, con la riserva di scegliere i vescovi tra gli uomini che avessero pronunciato i voti monastici (in questi casi, se l'eletto all'episcopato era sposato, il matrimonio veniva sospeso, ed entrambi i coniugi entravano nella vita monastica). Non era invece ammesso un matrimonio dopo l'ordinazione, e se un membro del clero rimasto vedovo desiderava risposarsi, doveva accettare la riduzione allo stato laicale.
In Occidente, il Concilio di Elvira, in Spagna (306), proibì a preti e diaconi di vivere con le proprie mogli dopo l'ordinazione. Nonostante questa innovazione fosse stata condannata dal Concilio Trullano, ebbe inizio una serie di iniziative, mai del tutto riuscite, per imporre il celibato sacerdotale (l'imposizione lasciava purtroppo mano libera al concubinato, ma impediva la successione ereditaria), finché i primi due Concili Lateranensi (1123 e 1139) lo imposero con validità universale. Papa Alessandro III, nel 1180, impose il celibato anche ai diaconi.
Questi i fatti storici. Lo stato celibe è superiore come perfezione allo stato uxorato, però è stato dato da Gesù come consiglio agli Apostoli, non come imposizione.
Se davvero fosse così oltre che sconcertante sarebbe diabolico. Eppure dagli Evangeli e dagli scritti Apostolici è ben chiara la preferenza della castità per il Regno dei Cieli e su questo si basa la legge ecclesiastica celibataria. Perciò sta gente, non paga dello stravolgimento della prassi ecclesiastica, vuol davvero distruggere la dottrina di Cristo coi circiterismi (direbbe il grande R. Amerio). Come è possibile, a lor dire, non mutare quella che è dottrina di Cristo e però mutare la prassi e anche adducendo come motivazione la mutazione storica? Perciò il detto dell'Apostolo, che resta Verità rivelata, si può interpretare a gusto soggettivo: "Non conformatevi alla mentalità del secolo". E infatti, proprio perché il secolo muta, la Chiesa non muta quanto Rivelato e si adatta al secolo!!! Ma che bravi soverchiatori. Che arguti maestridel raggiro! Ma a chi vogliono darla da bere? Bevessero loro il loro veleno, ne saremmo davvero assai felici. La Madonna li fulmini.
RispondiEliminaGli unici fulminati siete voi fanatici.
RispondiEliminaIn quanto a fanatismo, voi modernisti siete dei campioni mondiali assoluti, caro Anonimo 13:13, oltre, ovviamente, ad intolleranza, arroganza, superbia e via con tutto ciò che non rientra tra i doni dello Spirito Santo, le virtù cardinali e teologali, le opere di misericordia spirituale, ecc. (se le ricorda, a proposito? se non è stato catechizzato col Catechismo di S. Pio X ne dubito molto. Comunque, caro mio, le sue offese moderniste "non ci fanno un baffo!" come direbbe il grande Totò. Pace e bene
RispondiEliminaPer giungere al sacerdozio uxorato debbono prima superare il problema della comunione ai divorziati. (Invero già quasi superato per via pastorale, visto che ormai si chiama il peccato di concubinato "fallimento sentimentale").
RispondiEliminaLa ragione è semplice. Rimosso l'ostacolo del celibato (che magari porterà qualche presbitero in più tra le fila "cattoliche"), all'indomani avranno il problema dei preti uxorati divorziati. E come faranno questi ultimi a consacrare e comunicarsi durante la Messa senza dare scandalo? Nessuno scandalo: si sono solo imbattuti loro malgrado in un "fallimento sentimentale".
Vogliamo poi dimenticare i bravi preti invertiti che "cercano sinceramente Dio"?
Avanti tutta con la chiesa freudiana. Questi hanno un solo pallino fisso. Probabilmente lo stesso di Conchita Wurst.
Mi sembra un esempio di "insano archeologismo",Anacleto.Non portiamo acqua al mulino di chi vuol sfasciare ,(ormai è evidente),sia pur con dotte disquisizioni.Se la disciplina ecclesiastica ha richiesto il celibato,è perchè questo è stato ritenuto necessario,e anche a buon senso terra terra vediamo le conseguenze disastrose che seguirebbero alla sua abolizione.Anche nell'antica Legge era permesso il ripudio a causa della durezza di cuore ;no n procediamo a ritroso
RispondiEliminaL'invocazione di fulmini su coloro che non accolgono il Signore (o che trovano motivi di qualche scandalo in Lui) ricorda da vicino per certi versi questo episodio citato nel Vangelo secondo Luca:
RispondiElimina"Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?».
(Lc 9, 52-54)
Ma l'atteggiamento di Gesù fu questo:
MA GESU’ SI VOLTO’ E LI RIMPROVERO’. E si avviarono verso un altro villaggio.
(Lc 9, 55)
Una sola fede, che stimo tanto, lei ha ragione! Sono l'anonimo che invoca i fulmini....ottima la citazione però quadi pertinente. Infatti io non ho invocato i fulmini di Nostro Signore ma quelli della Sua Santissima Madre! Che poi è ovvio avrà pietà e misericordia verso i reprobi....però tentar non nuoce.
EliminaSe si desacralizza un sacramento, anzi due- matrimonio ed eucaristia- non ci nulla a farlo con un terzo, l' Ordine.
RispondiEliminaMa per che' non aderire tout court agli Anglucani, Luterani od Episcopaliani, o se si preferisce Pentecostali ?
Dopo le uscite di Scherer, ho finalmente capito perche' il Sudamerica e' ancora Terzo Mondo.
Rr
"Ma per che' non aderire tout court agli Anglucani, Luterani od Episcopaliani, o se si preferisce Pentecostali ?"
RispondiEliminala domanda che si fa Rr e' piu che giusta e logica...
la risposta che io mi do e' che l'obbiettivo e' distruggere , se fosse possibile, la Chiesa cattolica infiltrando il male attraverso questi uomini.
Dai Mic, quella del vaffa era pure simpatica. Monella.
RispondiElimina-AVVISO SACRO-
RispondiEliminaLa S.Messa delle ore 18 e' rinviata a domani per improvvisi impegni della moglie del Parroco.
La Cooperatrice Pastorale guidera' la Liturgia della Parola e distribuira' l'Eucarestia.
Per Anonimo dei fulmini,
RispondiEliminapenso che anche lei, quando pensa ai 'fulmini' della Madre, intenda torrenti di grazie che potrebbeto provocare conversioni insperate.
In questo monento, invoco l'Immacolata Mediatrice di tutte le grazie, perché custodisca in particolare anche le Suore FI...
È proprio così.
Elimina@ murmex
RispondiEliminaHo semplicemente ricordato i principali fatti storici (Vangelo e San Paolo inclusi), non espresso un'opinione.
Nelle Chiese orientali unite a Roma, vale la stessa disciplina dei cattolici ortodossi.
Non per questo hanno dato frutti cattivi e non hanno ceduto più di tanto alle spinte rivoluzionarie post-conciliari, specie nella liturgia.
In ogni caso nessuno può permettere il "matrimonio dei preti", ma solo valutare l'opportunità o meno di concedere il sacerdozio a uomini sposati, come si è concesso (col voto favorevole della quasi totalità dei Padri conciliari, anche i conservatori) il diaconato permanente.
Lo stesso vale per l'art. 16 del "Presbiteriorum ordinis", approvato, nella votazione finale, con 2390 voti a favore e 4 contrari!
La Chiesa romana ha problemi ben più gravi.
Amici miei, ma i nemici della Chiesa sembrano proprio TUTTI dentro!
RispondiEliminaO per lo meno nei posti chiave e ben coalizzati...
Siamo umanamente impotenti, ma presso Dio tutto è possibile e Lui sa perché sta permettendo tutto questo.
Il Cardinale Dom Odilo Scherer è un uomo molto serio e di grande fede, moltissimo più vicino al Papa Benedetto XVI che a Bergoglio. Anzi, Bergoglio non ha mai nascosto la sua antipatia per lui. Dom Odilo è odiato dal clero progressista brasiliano. Questo "in qualche modo" è la traduzione italiana di una particella espletiva del linguaggio orale e non vuol dire niente. Dom Odilo ha sempre messo l'obbedienza tra le più alte virtù, un po' come i Francescani dell'Immacolata, e deve dunque obbedire a quello che crede sia il papa. Questa è la tragedia di questo pontificato.
RispondiEliminama i nemici della Chiesa sembrano proprio TUTTI dentro!
RispondiEliminaE' da cinquant'anni che i Papi hanno tradito la legittimità tradizionale.
Non so se vi siete accorti, ma siamo in piena guerriglia irregolare.
La nostra è una posizione giuridicamente disperata: la legittimità della Tradizione che auto-affermiamo contro la nuova legalità affermata dalle massime autorità in carica.
Quando penso a Marcel Lefebvre, mi viene in mente analogicamente la vicende del Generale Raoul Salan.
Un motivo per disperarsi? No: la Chiesa non è la Repubblica francese. Dio, quando vorrà, provvederà. Intanto andiamo avanti, senza perdere il buon umore.
No, no, no! Non ci siamo!
RispondiEliminaMa come: qui abbiamo finalmente a disposizione, servita su un piatto d'argento da Bergoglio, Kasper, Maradiaga &C, l'occasione storica di assimilarci alle famose, eccezionali e strabilianti 'chiese ortodosse' che tanto appassionano non pochi frequentatori 'tradizionalisti' di questo blog, o che almeno suscitano le loro larvate simpatie, e voi che fate? Vi mettete in allarme!
Sono tanto ammirevoli le 'chiese ortodosse'? Bene, allora ringraziate 'Francesco'ed i suoi amici, compreso il portavoce Tornielli.
Non volete accettare le innovazioni sacrileghe di Bergoglio? Allora condannate apertamente le famose 'chiese ortodosse' scismatiche ed eretiche.
Un po' di coerenza, per favore.
E'un'analisi eccessivamente raffinata. Non c'è nessuna 'mossa diversiva', questi vogliono cambiare la Chiesa in toto, sia pure attraverso la prassi pastorale. Vogliono farla fuori definitivamente trasformandola a modo loro, è quel che sognano da sempre i falsi giudei. Vogliono tutto, non solo qualcosa.
RispondiEliminaHo idea che di abolizione del celibato ecclesiastico non si parli per ragioni molto pratiche. Pensiamo solo ai costi: un prete celibe ha bisogno di una certa somma per vivere (se non erro lo stipendio-base è sugli ottocento euro al mese, poi d'accordo non paga affitto luce gas telefono eccetera), se avesse moglie e figli a carico la cifra dovrebbe come minimo raddoppiare. In Italia c'è l'8 per mille (e non è detto che ci sarà sempre), ma già in Francia sarebbe un bel problema. Si mandano i preti a lavorare per mantenersi? Ma allora avranno ben poco tempo da dedicare alla cura d'anime. E' poi quello che avviene in tanti paesi ortodossi che qualcuno cita come esempio: i pope che tengono famiglia devono fare un altro lavoro per vivere e in parrocchia si limitano a dir Messa la domenica. Oltre al problema dei soldi, pensiamo anche alle difficoltà che sorgerebbero per spostare un prete da una parrocchia all'altra: ci sarebbe la moglie che non vuole, i figli che vanno a scuola, ecc. ecc. In pratica diventerebbe impossibile. E mi fermo qui perché si potrebbe andare avanti. La "riforma" della comunione ai divorziati-risposati ha invece il grande vantaggio di essere a costo zero da un punto di vista economico, pazienza se non lo è dal punto di vista dottrinale e spirituale.
RispondiEliminaQuesto attacco al celibato sacerdotale non mi stupisce. Hanno distrutto il Santo Sacrificio e ora per completare l'opera devono distruggere il sacerdozio cattolico. Tutto sommato questo articolo si riallaccia al precedente dove tu cara Mic fai notare come da due anni questo papa non celebra più il Giovedì Santo al Laterano e dove in queste due funzioni è stato messa in sordina l'istituzione dell'eucaristia e del sacerdozio per esaltare solamente l'atto della lavanda dei piedi come simbolo del servizio vero che i preti sono chiamati a svolgere. Ricordo che il sacerdote da quando è consacrato è un Altro Cristo. Ed è proprio questa verità ciò che questa Nuova Chiesa sta combattendo con tutta la propria forza. Oh, certo, non contestando la dottrina (il metodo è sempre lo stesso: svuotare con la prassi le verità di fede), ma facendo poco per volta del sacerdote un uomo qualunque che al massimo deve guidare la o le sue comunità ad essere più sensibile verso i cosiddetti poveri. Il sacerdote, anzi in questo caso il prete non ha più il ruolo di Mediatore tra Dio e l'uomo ma è solamente un capo comunità esattamente come i protestanti. Ha pienamente ragione Rr a parlare di desacralizzazione. Ma è proprio questo ciò che mira questa Nuova Chiesa. Faccio notare che i rivoluzionari francesi nel 1789 avevano ben capito il significato profondo del celibato sacerdotale tanto che quando vollero distruggere la Chiesa obbligarono i sacerdoti a sposarsi. Quindi è inutile come fa Anacleto fare una disquisizione storica sui preti sposati all'inizio della Chiesa. Come sacerdote so benissimo che il celibato si è imposto poco per volta. Ma il valore del celibato non è assolutamente secondario come si vuol continuare a credere, è, direi, componente FONDAMENTALE, del sacerdozio cattolico e chi lo vuole eliminare lo sa benissimo. Stare lì a discutere se è di diritto divino o di diritto ecclesiastico è stucchevole perché chi mira ad abolire il celibato per i sacerdoti sa benissimo cosa otterrà: il sacerdote non sarà più un Altro Cristo, ma un uomo qualunque che come tanti laici si dedica generosamente, se vuole e se ha tempo, al servizio dei più poveri. Certo la dottrina sul sacerdozio probabilmente non verrà cambiata, ma la prassi eccome!! E cambiata la prassi la dottrina sul sacerdozio è di fatto cambiata. Basta notare solo il rispetto praticamente nullo che molti preti di oggi hanno verso l'eucaristia per capire di cosa parlo. Certo è che un'accelerazione così forte verso il precipizio due o tre anni fa non me la sarei proprio aspettata!! don Marco
RispondiEliminaDon Gallo (?!), chi era e cosa faceva lo racconta un fumetto: ecco “Sulla cattiva strada”
RispondiEliminaGenova - “Sulla cattiva strada. Seguendo Don Gallo" (magari se levano il punto...), la graphic novel di Angelo Calvisi con i disegni di Roberto Lauciello, acquistabile in edicola con il Secolo XIX il 22 maggio (a 9,90 euro più il prezzo del quotidiano) è stata presentata oggi al Museo Luzzati da Barbara Schiaffino, direttrice della rivista Andersen, Umberto La Rocca, direttore del Secolo XIX,e Domenico Chionetti (responsabile della comunità di San Benedetto al Porto) insieme agli autori.
Dal 15 maggio il volume è gia in libreria edito da Round Robin editrice ma in occasione dell’anniversario, sarà in abbinamento al Secolo XIX in tutte le edicole della Liguria .
...
http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2014/05/20/ARiR5rL-racconta_fumetto_cattiva.shtml
il prossimo su "bella ciao" don (?) ciotti?: squallore.
http://www.youtube.com/watch?v=FNzVSzLzCQY
"Sembra che il “teorema Kasper” sulla comunione ai divorziati risposati, di cui si discuterà al Sinodo dei Vescovi nel prossimo autunno, possa incontrare grosse difficoltà. E per superarle – secondo alcune voci di ottima fonte – si starebbe pensando a una modifica del regolamento del Sinodo stesso, in modo da ridurre la quantità e la qualità delle opposizioni."
RispondiEliminahttp://www.lastampa.it/2014/05/21/blogs/san-pietro-e-dintorni/sinodo-si-pensa-a-un-minigolpe-CsnAo3niXjYXf6gX74nInL/pagina.html
Sedes Sapientiae ora pro nobis!
Rossella
"prete di strada"
RispondiEliminahttp://www.parvapolis.it/a-65725/don-ciotti-ancora-vivo-il-prenderci-per-mano-con-papa-bergoglio/
Un sacerdote che non sa sacrificare la propria vita per Cristo e per i fedeli anche e soprattutto con il celibato, è un mezzo prete, un impiegato curiale che 'tiene famiglia'.
RispondiEliminaD'altronde se il mondo è stato evangelizzato lo deve ai preti romano-cattolici missionari celibi, religiosi o secolari, che si sono sacrificati anche fino al sangue per le anime da redimere.
Se avessero dovuto aspettare i preti cattolici orientali sposati, sarebbero ancora tutti pagani...
E siccome Satana sa bene tutto questo, in questo momento è all'opera con tutte le sue legioni infernali per tentare il colpo decisivo.
Capisco bene don Marco. Sono colpi pesanti, oltre che alla dottrina, all’identità sacerdotale.
RispondiEliminaPer gli sposi cattolici le cose non vanno meglio. E le due cose sembrano tenersi.
“Ma il primo e più naturale giardino, dove devono quasi spontaneamente germinare e sbocciare i fiori del santuario, è sempre la famiglia veramente e profondamente cristiana. La maggior parte dei Santi Vescovi e Sacerdoti, " le cui lodi celebra la Chiesa ", devono l'inizio della loro vocazione e della loro santità agli esempi ed insegnamenti di un padre pieno di fede e di maschia virtù, di una madre casta e pia, di una famiglia in cui regnava sovrana con la purezza dei costumi la carità di Dio e del prossimo. Le eccezioni a questa regola di ordinaria provvidenza sono rare e non fanno che confermare la regola stessa”, Pio XI, AD CATHOLICI SACERDOTII
Fede, pietà, maschia virtù e castità. L’esatto contrario di quello che dovranno essere i nuovi preti, come i nuovi sposi: esperienziali, emotivi e immodesti.
Sapete com’è, i “padri” conciliari non condannarono il freudismo perché non volevano – a detta loro - un nuovo caso Galilei.
Marco Tosatti, su La Stampa:
RispondiEliminaSembra che il “teorema Kasper” sulla comunione ai divorziati risposati, di cui si discuterà al Sinodo dei Vescovi nel prossimo autunno possa incontrare grosse difficoltà. E per superarle – secondo alcune voci di ottima fonte – si starebbe pensando a una modifica del regolamento del Sinodo stesso, in modo da ridurre la quantità e la qualità delle opposizioni.
Nel Concistoro che aveva preceduto la nomina dei primi cardinali di papa Bergoglio il cardinale Walter Kasper aveva parlato a lungo, prima esponendo le sue considerazioni per permettere ai divorziati risposati di accedere all’eucarestia, a dispetto della dottrina della Chiesa sulla situazione in cui si trovano e alle parole del Vangelo sul divorzio. Dopo che molti altri cardinali si erano espressi, in maggioranza in maniera contraria, aveva avuto il privilegio di replicare. Ma mentre la relazione del card. Kasper era stata resa nota, non lo sono le considerazioni degli oppositori. Sarebbe opportuno invece che venissero rese pubbliche; molte, a essere state registrate, sono state consegnate alla segreteria del Concistoro.
Ed è proprio in seguito al Concistoro che si pensa di modificare il regolamento del Sinodo. In modo da non permettere di partecipare a un gran numero di “capidicastero” della Curi di Roma. Adesso, in base al regolamento vigente, i responsabili dei dicasteri romani entrano di diritto nel Sinodo dei Vescovi. Ma oltre che da grandi cardinali diocesani di ogni parte del mondo(Filippine, Stati Uniti, Africa, Europa) è da parte loro che ci si attende che siano espressenas le maggiori e più fondate difficoltà di carattere teologico e dottrinale verso il “teorema Kasper”.
E così ha cominciato ad aleggiare l’idea di risolvere il problema alla radice, limitando le presenze dei capidicastero. Resta l’incognita dei delegati di nomina pontificia. Si vedrà se papa Francesco si atterrà, come i suoi predecessori, a una linea di equilibrio, invitando personalità di posizioni diverse, o se cederà alla tentazione di convocare solo plotoni di entusiasti “kasperisti”...
http://www.lastampa.it/2014/05/21/blogs/san-pietro-e-dintorni/sinodo-si-pensa-a-un-minigolpe-CsnAo3niXjYXf6gX74nInL/pagina.html
Qui Ferrara, sul celibato dei preti. Evidentemente la pulce nell'orecchio ce l'ha anche lui...
RispondiElimina... Paolo VI distingueva tra carisma sacerdotale e regola del celibato, non era un bru bru, sapeva di cosa parlava, ma parlava della regola come di una risorsa cristologica, come di un anticipo del Regno. Trovate argomenti meno banali dell’amore romantico e della sofferenza degli amanti clandestini per contraddirlo, e poi ne riparliamo.
http://www.ilfoglio.it/soloqui/23401
La ricostruzione storica di Anacleto è corretta. Ma l'apologetica insegna che della storia occorre prendere solo ciò che torna utile alla difesa delle proprie tesi. Perciò la ricostruzione storica di Anacleto è, in un contesto come questo, inutile.
RispondiEliminaBlogger Luís Luiz ha detto...
RispondiElimina" Il Cardinale Dom Odilo Scherer è un uomo molto serio e di grande fede,"
Sarà, ma Luis dovrebbe spiegarmi come si può essere un alfiere dell`obbedienza e dell`ortodossia e nel contempo essere un grande sostenitore di un movimento come il cnc, emblematico della rottura con l`ortodossia liturgica e dottrinale e campione della disobbedienza alla Chiesa, ai suoi libri liturgici, al Papa, in particolare in modo vergognoso a Benedetto XVI.
http://www.papalepapale.com/develop/se-diventiamo-lo-zucchero-della-terra-un-libro-contro-la-degenerazione-del-cattolicesimo/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=se-diventiamo-lo-zucchero-della-terra-un-libro-contro-la-degenerazione-del-cattolicesimo
RispondiEliminacara mic,
RispondiEliminapensavo ai mercanti nel tempio. certi vescovi e cardinali mi ricordano i mercanti nel tempio. essi stanno mercanteggiando la fede.
stanno mercanteggiando la verita', quindi Cristo stesso. mi chiedevo se allora non dovesse arrivare un Vicario di Cristo che li scaccerà prima o poi.
"No, no, no! Non ci siamo!
RispondiEliminaMa come: qui abbiamo finalmente a disposizione, servita su un piatto d'argento da Bergoglio, Kasper, Maradiaga &C, l'occasione storica di assimilarci alle famose, eccezionali e strabilianti 'chiese ortodosse' che tanto appassionano non pochi frequentatori 'tradizionalisti' di questo blog, o che almeno suscitano le loro larvate simpatie, e voi che fate? Vi mettete in allarme!
Sono tanto ammirevoli le 'chiese ortodosse'? Bene, allora ringraziate 'Francesco'ed i suoi amici, compreso il portavoce Tornielli.
Non volete accettare le innovazioni sacrileghe di Bergoglio? Allora condannate apertamente le famose 'chiese ortodosse' scismatiche ed eretiche.
Un po' di coerenza, per favore."
@amicus
Condivido in pieno. Quindi Amicus, con me sfondi una porta aperta.
Gli Ortodossi infatti solo di nome lo sono.
Fin dal ritorno dalla GMG sull'aereo il vdr aveva anticipato il suo entusiasmo per loro, lasciando da subito intendere di volerne fare un copia-incolla sulla Chiesa Cattolica.
Non si può servire due padroni: credere nella Tradizione e nel contempo fare l'occhiolino a chi la vuole distruggere svuotando i Sacramenti.
Marius
Caro Anacleto,
RispondiEliminaRaccomando a te di leggere il lavoro:
"Sac. Francesco Bosello: Diatriba sopra la disciplina della chiesa greca circa il Celibato ecclesiastico."
http://progettobarruel.comlu.com/novita/14/Bosello_Celibato_I.html
In speciale la proposizione "Il cambiamento, della disciplina del Celibato fra' Greci ebbe un'origine apparentemente legale al tempo del Concilio Trullano, origine spuria ed erronea", dove dice il sacerdote:
"Correva appunto l'anno 692 dell'Era Cristiana quando giunse il momento sospirato, da tanti membri nel Clero d'Oriente, onde distruggere l'angelica bellezza di cui brillava il restante del Cattolicismo, dir voglio l'esimio Celibato, modificandone in parte l'ordine e la proporzione in guisa, che sfigurata affatto si manifestò la faccia d'Oriente da quell'epoca in poi senza che ritornar si potesse giammai sinora all'Apostolica istituzione. L'anno indicato fu quello in cui si tenne il Sinodo così detto Trullano, dal quale nel Canone XIII. emanossi la seguente legge, che verrà dimostrata spuria ed erronea in ogni sua parte nell'analisi che sarà per farsene colla possibile brevità."
"«Quoniam Romanae Ecclesiae (ecco le parole dei P. P. Trullani) pro canone traditum esse cognovimus, ut promovendi ad Diaconatum, vel Presbyteratum profiteantur se non amplius suis uxoribus conjungendos; nos antiquum Canonem Apostolicum perfectionis ordinisque servantes, hominum qui sunt in sacris legitima conjugia deinceps quoque firma et stabilia esse volumus, nequaquam eorum cum uxoribus conjunctionem dissolventes; vel eos mutua, tempore convenienti, consuetudine privantes. Quamobrem si quis dignus inventus fuerit qui hypodiaconus, vel diaconus, vel presbyter ordinetur, is ad talem gradum assumi nequaquam prohibeatur, si cum legitima uxore cohabitet. Sed neque ordinationis tempore ab eo postuletur, ut profiteatur se a legitima cum uxore consuetudine abstenturum, ne ex eo a Deo constitutas et sua prasentia benedictas nuptias injuria afficere cogamus, evangelica voce exclamantes: Quod Deus conjunxit homo non separet; et Apostolo docente: honorabiles nuptia et torum immaculatum; et: Alligatus est uxori, noli quaerere solutionem. Scimus autem, sicut et qui Carthagine convenerunt et vitae ministrorum honestatis curam gerentes dixerunt, ut subdiaconi qui sacra mysteria contrectant et Diaconi et Presbyteri secundum proprios terminos a consortibus abstineant: ut et quod per Apostolos traditum est, et ab ipsa quoque antiquitate servatum, nos quoque similiter servemus, tempus in omni re scientes et maxime in jejunio ac oratione. Oportet enim eos qui divino altari assident in sanctorum tractandorum tempore esse omnino continentes ut possint id quod a Deo simpliciter petunt obtinere. Si quis ergo fuerit ausus praeter apostolicos canones aliquem eorum qui sunt in sacris presbyterorum, inquimus, diaconorum vel hypodiaconorum conjunctione cum legitima uxore et consuetudine privare, deponatur. Similiter et si quis presbyter vel diaconus suam uxorem pietatis praetextu ejecerit, segregetur, et si perseveret, deponatur.»Ecco la famosa legge per cui nella Chiesa Orientale cambiossi affatto la disciplina de' secoli antecedenti in materia dell'Ecclesiastico Celibato, legge ch'io dimostrerò affatto spuria in se stessa perchè possa chiamarsi canonicamente atta a togliere la pratica generale contraria d'Istituzione Apostolica ed a distruggere le leggi Ecumeniche de' Concilj e de' Sommi Pontefici che la precedettero. Se ne faccia l'esame più accurato che puossi, e poi si dovrà conchiudere che anche ai Greci si può applicare in questo fatto la sentenza di s. Ambrogio e di s. Ilario i quali parlando di tutti quelli che si allontanano dalla verità, asseriscono, e dicono il vero, che a difesa dell'Errore «per verba legis legem impugnant ... et fidem sine fide praetendunt». Amb. in Comment. ad Titum cap. 3. et S. Hil. Pictav. in lib. ad Costantinum).
Ecco la famosa legge per cui nella Chiesa Orientale cambiossi affatto la disciplina de' secoli antecedenti in materia dell'Ecclesiastico Celibato, legge ch'io dimostrerò affatto spuria in se stessa perchè possa chiamarsi canonicamente atta a togliere la pratica generale contraria d'Istituzione Apostolica ed a distruggere le leggi Ecumeniche de' Concilj e de' Sommi Pontefici che la precedettero. Se ne faccia l'esame più accurato che puossi, e poi si dovrà conchiudere che anche ai Greci si può applicare in questo fatto la sentenza di s. Ambrogio e di s. Ilario i quali parlando di tutti quelli che si allontanano dalla verità, asseriscono, e dicono il vero, che a difesa dell'Errore «per verba legis legem impugnant ... et fidem sine fide praetendunt». Amb. in Comment. ad Titum cap. 3. et S. Hil. Pictav. in lib. ad Costantinum).
RispondiEliminahttp://progettobarruel.comlu.com/novita/14/Bosello_Celibato_II.html
Un saluto dal Brasile
Anacleto,
RispondiEliminaLei può presentare il canone del Concilio di Niceia che parla del matrimonio dei sacerdoti?
L'unico canone che io ho trovato è il numero due e parla così della questione:
"III. Delle donne che vivono nascostamente con i chierici.Questo grande sinodo proibisce assolutamente ai vescovi, ai sacerdoti, ai diaconi e in genere a qualsiasi membro del clero di teneredelle donne di nascosto, a meno che non tratti della propria madre, di una sorella, di una zia, o di persone che siano al di sopra di ogni sospetto. http://www.intratext.com/ixt/ita0141/_P4.HTM
Non ho trovato tra i canoni, nessuno che afferma quello che tu dice, può dirme dove ha trovato questo nei canoni di Niceia?