Pagine fisse in evidenza

giovedì 18 settembre 2014

Effetto 'Santa Marta': Indigestione o confusione e disorientamento?

Su segnalazione di un lettore, esaminiamo un passaggio della meditazione mattutina dello scorso 16 settembre dalla Domus Sanctae Marthae, la nuova inedita Santa Sede, se così possiamo ancora chiamarla [qui].
Si tratta pur sempre di magistero ordinario, e come tale criticabile col dovuto rispetto. È una critica che ci risparmieremmo volentieri se non fosse perché la diffusione mediatica così ampiamente enfatizzante diventa un problema a causa delle interpretazioni plurime di cui sono suscettibili i contenuti. Interpretazioni che dovrebbero essere escluse dall'eloquio petrino, ma che invece ci vengono praticamente riproposte ogni giorno. E forse sarebbe anche ora che qualcuno prendesse atto che questa pletora di divulgazioni a tappeto è foriera di confusione anche solo per la info-pollution1 inflazionante e banalizzante sia la persona del pontefice che la sua alta funzione nonché il messaggio che trasmette; il che - anche a prescindere dalle anomale interpretazioni plurime - non può non generare confusione. Ne avevo parlato anche [qui].
Ed ecco il brano segnalato:
“Il Signore – ha proseguito Papa Francesco - è profondamente commosso, come lo è stato davanti alla tomba di Lazzaro”. Come è commosso quel Padre “quando ha visto tornare a casa il figlio” prodigo:
“Vicinanza e compassione: così il Signore visita il suo popolo. E quando noi vogliamo annunziare il Vangelo, portare avanti la Parola di Gesù, questa è la strada. L’altra strada è quella dei maestri, dei predicatori del tempo: i dottori della legge, gli scribi, i farisei … Lontani dal popolo, parlavano … bene: parlavano bene. Insegnavano la legge, bene. Ma lontani. E questa non era una visita del Signore: era un’altra cosa. Il popolo non sentiva questo come una grazia, perché mancava la vicinanza, mancava la compassione e cioè patire con il popolo”.
Un lettore mi dà spunto per una preliminare ed essenziale riflessione.
Tra Gesù e i farisei non si tratta solo di differenza d'approccio, di differenza di atteggiamento, ma anche di differenza di dottrina. I farisei insegnavano parti dell'AT contaminate dalle proprie glosse personali tanto che
Dice il Signore: «Poiché questo popolo si avvicina a me solo a parole e mi onora con le labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e il culto che mi rendono è un imparaticcio di usi umani» (Isaia 29,13)
Gesù, oltre la vicinanza e la partecipazione, insegna il Nuovo Patto e fonda la Nuova Alleanza. In questa spiegazione il papa vuol dare una stoccata delle sue, appaiando i farisei ai Tradizionalisti intesi come formalisti senza cuore e promuovendo i novatores vatican-secondisti ultra-liberal ma vicini di cuore - ai quali è invece di fatto attribuibile l'attuale contaminazione dottrinale - come veri interpreti di Cristo.
Il testo sacro però non la mette così perché i farisei sono presentati come cattivi interpreti di un AT adulterato e falsato e senza vita (e non come che "predicavano bene e insegnavano bene". La loro non era solo mancanza di "calore", e quel che porta Cristo non è solo calore e partecipazione). Cristo propone invece la Vita vera e la Vita eterna, e non una misura più larga nella morale né si può ridurre la Sua testimonianza a baci e approvazioni a destra e manca....

Oltre a ciò incontriamo di nuovo la ricorrente 'dicotomia', che di per sé è anche identificabile e giustamente stigmatizzata. È un discorso validissimo in linea teorica. Il problema nasce, in pratica, quando si scopre (peraltro del tutto indirettamente; il che è già frutto di una comunicazione ambigua e malsana e non propria del cristiano) quali sono i 'soggetti' ecclesiali che il papa stesso, personalmente e non oggettivamente, individua come "vicini" o come "farisei".

Il fatto di essere un ottimo predicatore e uno studioso (l'intelletto è una facoltà, dono di Dio, e la cultura è frutto del non sotterrare i talenti ricevuti) può arricchire e dare maggior calore e spessore alla "vicinanza". Ciò accade non solo ma anche attraverso parole di 'sapienza' autentica, che esprimono la compassione e la vicinanza spirituale oltre che quella materiale. E come se la vicinanza e la compassione non potessero sposarsi con una cultura autenticamente sapienziale - che esclude il moralismo farisaico - e non nozionistica. E come se l'annunciare il vangelo fosse determinato esclusivamente dal fare compassionevole, che coinciderebbe con l'autentico 'farsi vicini' piuttosto che con l'insegnare, che normalmente innesca e dà le coordinate al fare e anche la cifra autenticamente cristica della compassione. In fondo, anche in termini non spirituali, non si può sopperire con la pratica a ciò che non si sa in teoria. I due momenti si intersecano e si coniugano continuativamente.

Ci sarebbe da chiedere a Bergoglio: come mai gli apostoli hanno istituito i diaconi (basta ricordare Atti 6) proprio per continuare ad occuparsi della preghiera e della parola e dunque della santificazione e dell'insegnamento che sono propri dei pastori: innanzitutto maestri e santificatori? È solo da qui, infatti, che può nascere la vera diaconia, che è servizio e dono di sé in Cristo e non umanitarismo sociologico. Inoltre non dimentichiamo che Gesù, prima di mandarli ad evangelizzare, i "Suoi" li ha "costituiti" innanzitutto con l'insegnamento oltre che con l'esperienza della vita comune.

Invece, nell'ideologia bergogliana - che tale è ed anche molto tributaria della TdL et alia nel senso più dirompente - tutto quanto detto sopra di propriamente cattolico non viene preso in considerazione perché non più ritenuto un valore, ma visto come elemento deteriore e anzi addirittura frenante. Ma solo in quanto non assimilato nella sua corretta e limpida formulazione e corrispondente realtà spirituale.

I cristiani non si formano eliminando o disprezzando i maestri (in fondo si tratta del munus docendi) e le guide che custodiscono e dispensano la dottrina, che non è una gabbia ma luce e orientamento e soprattutto fondamento (munus regendi), completati e anche nutriti dal munus sanctificandi della Liturgia e dei sacramenti. E neppure facendo dei cristiani degli itineranti in perenne uscita da sé (c'è una itineranza che non è solo materiale e ci sono 'periferie' esistenziali e spirituali non meno sofferenti di quelle materiali. In fondo c'è
  1. un uscire da sé sano, che richiede un ubi consistam2, e che nasce dall'istanza missionaria conseguente ad un'autentica conversione, che esige anche retta formazione e interiorizzazione e quindi realizzazione fedele del messaggio cristico, 
  2. ed un uscire da sé velleitario e sentimentale pieno di buona volontà ma dallo spirito gioachimita ch'è altro da quello che ha reso la Chiesa missionaria e china sui poveri di ogni tempo e di ogni luogo nel corso dei secoli dell'era d.C., perché né la missionarietà né la misericordia né la carità sono una scoperta di Bergoglio. Piuttosto sono da lui rivisitate in termini moderni, ai quali viene data ampia enfasi mediatica, con un vero e proprio spirito pentecostalista e gioachimita, che sta creando confusione e devianze di non poco conto.
Del resto abbiamo più volte individuata e sottolineata la radice di questi atteggiamenti e conseguenti comportamenti, nei quali possiamo vedere un accanimento contro la Ragione: il Cristo è la Ragione divina, il Logos incarnato nella persona storica di Gesù di Nazareth. Se si sostiene che è necessario partire dall'azione e che questa vale per se stessa, mentre l’amore non ha nessuna regola, nessun precetto e nessuna precedenza, vi individuiamo la dislocazione della divina Monotriade identificata sapientemente da Romano Amerio [vedi] -
«Come nella divina Monotriade l’amore procede dal Verbo, così nell’anima umana il vissuto procede dal pensato. Se si nega la precessione del pensato al vissuto, della verità alla volontà, si tenta una dislocazione della Monotriade; allo stesso modo separare l’amore, la carità, dalla verità non è cattolico».
E così si tocca e si sovverte il fine primario dell'uomo che è: “conoscere, amare e servire Dio in questa vita e goderlo per tutta l'Eternità” (Cat. San Pio X). Dunque, prima viene “il conoscere” e poi viene “l’amare”. E il godimento consiste nell'intellezione ch'è anche visione, che spinge all'azione, e segue l’atto d'amore continuando a crescere per un lume soprannaturale, il lumen gloriæ. Ed è per questo che lo stesso Romano Amerio afferma:
«secondo la teologia cattolica, in specie in san Tommaso, la nostra beatitudine è commisurata alla nostra conoscenza: Dio avvalora, innanzitutto, la nostra conoscenza e questa conoscenza, così avvalorata, si infiamma naturalmente»3.
Ma tutto questo, e le implicazioni metafisiche dalle quali nasce e attraverso le quali viene espresso, sembra che ce lo siamo perso. Ed è questo che continuiamo a custodire e seminare senza perder di coraggio e di speranza.

Del resto e non a caso, proprio nell'articolo precedente commentavo come anche gli studiosi più qualificati sorvolino sul fatto che i principali fraintendimenti, espressione dell'attuale crisi, nascono proprio dalla difficoltà ermeneutica nella quale si nasconde la carenza della metafisica: ch'è problema di forma e di sostanza. Di fatto la modernità fa perdere chiarezza accusando il dogmatismo normativo (vedi affermazioni sempre più esplicite in questo senso di Bergoglio); ma accantonare la metafisica è significato accantonare la fede - divenuta spontaneista e sentimentaloide - e la dottrina che la veicola senza deviazioni, che dapprima è stata messa in un angolo e oggi è apertamente oltrepassata.

Concludendo, l'affermazione del papa lancia uno strale finale: «bene: parlavano bene. Insegnavano la legge, bene. Ma lontani». Di chi sta parlando? E lontani da chi e da cosa? Come si fa a stabilire che il "parlar bene" e "insegnare bene la legge" risponda all'equazione = farisei e lontani e  quindi difetti di opere piene di vicinanza e compassione? E ci sarebbe da aggiungere, ma la considero solo una domanda retorica che fa il verso alla sua infelice affermazione fin troppo nota: "chi è lui per giudicarlo"? E alla fine il suo "giudizio", che peraltro non fa mancare nei confronti di ciò che non gli va a genio, tuona sempre in una direzione.
Maria Guarini
_________________________________
1. Termine coniato dagli specialisti della comunicazione: inquinamento da informazione, che genera confusione. Considerato uno degli effetti negativi della rivoluzione informatica.
2. Prima della dottrina lo dice la logica. Del resto nella dottrina cosa c'è se non il Logos?
Dal Dizionario Hoepli: Punto d'appoggio materiale e morale, fondamento per agire con coerenza e stabilità: senza un ubi consistam valido, ogni progetto è destinato a fallire.
3. Da un inedito di Romano Amerio, gentilmente concesso da Enrico Maria Radaelli, pubblicato da «L’Osservatore Romano» il 18 marzo 2009 (p. 4); titolo originale: «La questione del Filioque. Ovvero la dislocazione della divina Monotriade».

64 commenti:

  1. Aumenta il numero dei cardinali che dice no alla comunione dei divorziati. Oggi e' il turno di Scola con un'intervista in prima pagina sulla stampa. Il Foglio riporta anch' esso il parere contrario di Scola ma anche quello di Ouillet. Mentre sul Corriere Massimo Franco firma un articolo dal titolo "primi dissensi (e silenzi) sulle scelte di Francesco."
    Insomma si conferma il sinodo dei media ed emergono in modo chiaro le spaccature create da Bergoglio con la sua faciloneria latinoamericana

    RispondiElimina
  2. Rispetto a tutti gli attentati alla verità e alla giustizia (vedi ad esempio il caso FI), questa questione dei 'divorziati', sembra acquistare un'enfasi eccessiva.
    Però la breccia che ha aperto in un elemento fondante della vita di fede e sacramentale ne fa un vero e proprio casus belli, sul quale effettivamente si può giocare la sussistenza della parte sana della Chiesa.

    RispondiElimina
  3. Una volta si pregava il buon Dio di darci santi e dotti sacerdoti, oggi cosa dovremo chiedergli, di darci sacerdoti compassionevoli, vicini e ignoranti della dottrina? Per la compassione bi basta un vicino di casa, i sacerdoti dovrebbero anche farmi conoscere Dio per quanto possibile, perchè senza conoscenza non ci può essere amore e senza amore non si serve il buon Dio.
    Anzi a dire il vero tra un santo sacerdote che non sappia dirmi dove è l'errore e non sappia suggerirmi la strada da percorrere e un sacerdote dotto che mi sappia istruire, è meglio un sacerdote dotto, specilmente nella confessione. Se poi è dotto e santo molto meglio.

    RispondiElimina
  4. Ma la Chiesa non ha fondato l'era dell' "et-et"? E questi "aut-aut" di Santa Marta che significherebbero? E' cambiata "era"?

    RispondiElimina

  5. Magistrale analisi e insieme sintesi di quel che suscita il linguaggio di papa Bergoglio non solo nella sua forma ma nella sua sostanza.
    È quello stucchevole AUT AUT papale, privo e nel contempo intriso di quel che lui stesso raccomanda o stigmatizza, ad essere non solo fonte di confusione e smarrimento ma anche oggetto di strumentalizzazioni-manipolazioni, probabilmente volute, contro chi è incasellato nel gruppo criticato dal Papa.

    Visto che ormai è, e deve essere, il "cuore" la guida assoluta di ogni scelta, di ogni decisione, non l`Amore che non può fare a meno della Verità, ma il cooore del " volemose bene e facciamo quel che ci pare", la Parola del Signore, la Dottrina, i Comandamenti, sono annacquati, stravolti e piegati alla realtà delle società, al volere dell`uomo e della donna che fanno di quella Parola una lettura soggettiva e selettiva in funzione dei loro interessi, cattolici, o sedicenti tali, che il Catechismo non l`han mai letto o che, se l`han letto, lo disattendono senza problemi di coscienza, cattolici che si son costruiti un`immagine di un Cristo bonaccione che mai giudica, un Cristo peace and love.

    Il cuore, l`emotività, il sentimentalismo, abilmente e consapevolmente usati per manipolare le coscienze e arrivare ai suoi fini, linguaggio semplice di un Papa che "parla come noi", che "è come noi", ma quei "noi" non si rendono conto che con quel linguaggio si vuol far passare qualcosa che è molto più grande di loro, che sono "usati" per far passare decisioni che, se saranno prese, non sono affatto misericordiose dal momento che andranno contro la salvezza delle loro anime, contro lo stesso servizio che dovrebbe essere la priorità assoluta dei Pastori della Chiesa, del suo Pastore universale.

    RispondiElimina
  6. ..non mi risulta che il Padre della parabola abbia usato misericordia nei riguardi del figlio, in ragione delle sue scelleratezze, bensì poiché costui, ravvedutosi, ha riconosciuto il fondamento di verità che vi era negli insegnamenti di quel Padre misericordioso da cui si era allontanato. E il Padre nel frattempo non aveva certo conformato la sua Casa alle esigenze di quel figliolo incurante dell'educazione ricevuta. Secondo questa lettura della parabola (che reputo la più logica e, che io rammenti, l'unica che da sempre la Chiesa insegni) l'esempio tirato fuori dal Papa nella sua omelia per trarre le conclusioni che leggiamo, non mi sembra molto calzante.. Io spero (ma non lo credo) che Francesco sia semplicemente un po' superficiale nelle sue riflessioni.
    Complimenti per il blog.. molto utile e interessante.
    PetrusLXXVII (il mio user, con nome e data di nascita, è occasione di presentarmi)

    RispondiElimina
  7. chi fa irritare il vdr18 settembre, 2014 09:25

    Bergoglio è irritato a causa di un libro sul matrimonio, dal titolo:
    "Remaining in the Truth of Christ"......

    http://gloria.tv/media/rhusS6rThF7


    http://rorate-caeli.blogspot.com/2014/09/pope-francis-is-irritated-with-pro.html#more

    RispondiElimina
  8. Al si-si no-no si sostituisce per cio' che fa comodo il "ma anche" per cio' che non fa comodo l'aut-aut.
    La chiesa si e' mondanizzata al punto da condividere con gli uomini la paura di scegliere e soprattutto delle conseguenze che ciascuna scelta comporta. Si vuole avere il "meglio" di ogni scelta ma non cio' che di "negativo" puo' derivarne. Nessuno ci obbliga ad essere cattolici, nessuno ci obbliga, dopo un matrimonio fallito, a non risposarci. Eppure si chiede allo stesso tempo di andare contro la dottrina, contro la parola di Dio, contro la tradizione senza pero' pagarne le logiche conseguenze. E' un mondo vorrei dire di vigliacchi, dove la "virilita'" e' ormai sostituita dalla confusione di genere. Ieri Socci pubblicava nel suo profilo Facebook la seguente frase dell'indimenticabile cardinale Siri: "Il modo più semplice per diventare inviso a mezzo mondo è dire solo la verità. Ma è anche il modo necessario per servire a questo povero mondo nelle sue immense miserie: abbracciarla e seguirla. Essa impone delle scelte, che possono equivalere al martirio"

    RispondiElimina
  9. la paura di scegliere e soprattutto delle conseguenze che ciascuna scelta comporta...
    ______________
    ciò si chiama IRRESPONSABILITA'.

    Ma è certo che a Dio ogni uomo che nasce sulla terra dovrà rispondere -quindi è RESPONSabile- di tutte le sue azioni, secondo esatta distinzione tra Bene e male compiuto, sia nel giudizio particolare (punto di morte) che in quello finale, alla resurrezione della carne.
    Nessuno escluso.

    PS la chiesa attuale(conciliarizzata-apostatica), schiava della mentalità mondana-carnale, non insegna più ai fedeli il senso di responsabilità cristiana delle proprie azioni ed OMISSIONI.
    Lo facevano invece i santi, sia come genitori che come pastori, maestri e superiori (v. ad es. S. Giovanni Bosco ai suoi allievi, con quanta serietà)

    RispondiElimina
  10. Non so se è pertinente a questo articolo...Ma io non ho capito il perchè i divorziati e risposati- conviventi che hanno anche, eventualmente, messo al mondo dei figli in stato di convivenza...perchè vogliono ricevere l' Eucarestia. Viene da pensare, almeno io penso, che siano cristiani, che partecipino alla vita parrocchiale (forse), vanno a messa...che ne so ? Dunque dovrebbero sapere quanto meno dal primo matrimonio che sono dei concubini, fedifraghi, in stato di peccato. Andando a messa (??) si sentono "diversi" dagli altri? Credono che sia un atto dovuto nel momento che tutti si alzano e vanno a prendere un dolcetto (che fa parte della festa?" Soffrono di frustrazione sociale? Sono tante le domande che mi sto facendo per capire le motivazioni. Non capisco tutto questo in quanto non ho mai sentito motivazioni di natura spirituale, dottrinale di sofferenza interiore di stato di dolore sentendosi orfani della Grazia di ricevere il Corpo, Sangue e Acqua di divinità. Forse mi sono perso qualche cosa, ma se questa veramente fosse la motivazione non esisterebbe il problema. Confessione, Assoluzione e rimozione della situazione di peccato tra l'altro reiterato, consumato e non di rado anche con prole. Ognuno a casa sua se tanto ci tengono a fare la comunione....se capiscono, sanno che cosa sia... Tolto il peccato, magari con un'adeguato accompagnamento spirituale si riammettono non solo a partecipare (actuosa partecipatio) all'"assemblea" ma anche ad "accodarsi come fan tutti..."
    Speriamo e preghiamo che presto ci liberi da questi...!!
    fr

    RispondiElimina
  11. La cosiddetta "teologia" neoterica profusa in pillole da Bergoglio è destrutturante. Questo è chiarissimo! Ma, c'è da dire, il genere di clero che ha avuto la sua formazione non è in grado di fare di "meglio". Essi sono palesemente figli del loro tempo, mettendo contrapposizioni all'interno della Chiesa stessa. Predicano la pace e l'armonia (a parole) ma a fatti riescono a fare esattamente l'opposto.
    È la teologia del divisore, di chi soffia sulle passioni umane per averne un vantaggio immediato ma con l'inevitabile conseguenza di dividere l'inconsutile tunica di Cristo.

    RispondiElimina
  12. La Chiesa Cattolica tradizionale erede dei farisei, Cristo anti-cattolico: il leitmotiv dei progressisti. Inversione totale della prospettiva, l'eresia delle eresie. Una buona misura dell'odio anticattolico del bergoglismo.

    RispondiElimina
  13. Per anonimo delle 09.55


    Al di la' della palese contraddittorieta' con la volonta' di nostro Signore (ricordiamo le parole che Cristo disse all'adultera) Ia comunione ai risposati rappresenterebbe un passo decisivo verso la relativizzazione dei concetti di peccato, pentimento e proposito di non peccare piu' per l'avvenire. Una volta aperto il varco ci si potrebbe far passare di tutto. Qualcosa di simile a quanto e' successo con la liturgia: una volta cambiati i "fondamentali" della Messa di Sempre si sono spalancate le porte ad ogni tipo di novita', aggionamento, cambiamento ecc. ecc. In definitiva come la trasformazione della liturgia ha comportato la perdita del "sacro" cosi' la comunione ai divorziati sarebbe un colpo mortale per cio' che ancora resta del concetto di peccato.

    RispondiElimina
  14. Bergoglio è irritato con i dissidenti? Passerà il resto dei suoi giorni a rendere loro la vita difficilissima.Il nostro eroe è uno di quelli che non imparano e non dimenticano.Purtroppo per noi la scelta dei signori cardinali non poteva essere peggiore.Bobo

    RispondiElimina
  15. @ anonimo delle 10,55 -
    Pensa un pò che avremmo potuto averlo da quasi dieci anni - ed in dieci anni quale distruzione avrebbe potuto compiere, come i danni della bomba di Hiroshima e Nagasaki.

    @ Ric. 10,50 -
    l'ho ripetuto molte volte Ric., Bergoglio stà distruggendo tutto in velocità, pezzo dopo pezzo; ma se il concilio vat.II non avesse aperto la fessura, (che poi è diventato un portone) che nessuno è riuscito a tenere sotto controllo, non saremmo arrivati a vedere lo sfascio di oggi.
    Ora chi riparerà i danni? semprechè non si continui col rullo compressore.
    La nostra speranza (prima di tutto è nel Cristo Signore) stà in quei cardinali e vescovi che stanno facendo sentire la loro voce, e che si accodino sempre maggiori forze di altri vescovi puramente cattolici.

    RispondiElimina
  16. Fate caso quando un oratore parla davanti ad una vasta platea;
    ad un certo punto parte un applauso (da tre o quattro persone) tiepido, poi tutti dietro, e diventa un fragore impressionante; l'ho notato sia a convegni sia a concerti musicali.
    Mai sentito un applauso di centinaia di persone improvviso e tutte insieme.
    Per ora sono partiti alcuni cardinali e qualche vescovo; potrebbe diventare un'intero stadio; e Bergoglio & co. cosa fanno?

    RispondiElimina
  17. @Luiz

    La Chiesa Cattolica tradizionale erede dei farisei, Cristo anti-cattolico: il leitmotiv dei progressisti. Inversione totale della prospettiva, l'eresia delle eresie

    Condivido. Ma secondo me il problema è anche più grande, superando la dicotomia conservatori-progressisti e divenendo l'eresia delle eresie.

    E' il "novismo" spinto. Se ci fate caso il richiamo al "Nuovo", per giustificare la Misericordia-senza-altro, è fondato sulla "novità perpetua e storicista".
    Sarebbe a dire che è cattivo chi non "si apre al nuovo". Ovviamente il "nuovo" è diventato il "vero messia mondano". Il messia è "il nuovo"! Siccome Cristo ha istituito la "Nuova Alleanza", allora OGNI NOVITA' è coerente a prescindere!
    E' vero che Cristo ha istituito il Nuovo. MA E' IL SUO "NUOVO". E' Cristo stesso "IL NUOVO"! E non è solo il Nuovo... ma è il Nuovo ED ETERNO. L'Alleanza nel Sangue di Gesù è NUOVA ED ETERNA. Dunque non c'è da aspettarsi NULLA DI NUOVO, oltre!

    Quindi queste allegorie con i Farisei, con gli "intolleranti", con gli scribi, assommati implicitamente agli "Ortodossi" della Fede, sono non solo fuori luogo ma false. Perché i Farisei custodivano Tradizioni di UOMINI, la Chiesa custodisce la Tradizione NUOVA ED ETERNA, di IDDIO! Dunque, chi rifiuta le "novità" non solo è davvero NUOVO, ma è GIUSTO! Soprattutto quando non sono novità COERENTI, ma sono novità che stravolgono.

    RispondiElimina
  18. Non tutti i FI sono veri martiri, alcuni sono aguzzini dei loro stessi confratelli. Per non dire poi che già di base accettano certe derive del modernismo se si pensa che non trovano nulla di strano a concelebrare, perseguire il biritualismo, accettare il CVII sforzandosi di interpretarlo secondo tradizione, fare insomma un bel minestrone di tradizione e modernismo. Certo ci sono sensibilità differenti, chi è più propenso alla tradizione, ma basta? Alla fine è un po' come mettere a confronto papa Bergoglio e Papa Benedetto XVI, il secondo ci ispirava di più, ma alla fine faceva parte sempre dei promotori e difensori della nuova teologia, della nuova filosofia, del CVII e del modernismo. I FI potevano avere un attimino di coraggio in più, visto come è ridotta oggi la fede e come si trovano spaesate le anime, senza più buoni pastori.

    RispondiElimina
  19. La morale bergogliana è semplicistica e, mi si permetta, piuttosto ridicola: consiste nel non affliggere il prossimo, opprimerlo (economicamente), andare contro i suoi diritti umani, ecc.
    Come si vede è qualcosa di eminentemente laico (se non laicista).
    Non trovo in lui il concetto di peccato e pentimento inteso in senso tradizionale (l'offesa a Dio, il precludersi dalla grazia e dal Paradiso).
    La via del cielo inizia con il pentimento ma in lui c'è piuttosto la GIUSTIFICAZIONE a prescidere dalla dottrina tradizionale.
    Mi chiedo: se non conferma nella fede, che sarebbe il suo ruolo, in che tipo di direzione sta strattonando il suo gregge???

    RispondiElimina
  20. Compito della Chiesa e' quello di radunare il piu' ampio numero di pecore, ma senza sacrificare i cani da pastore. Se questi ultimi vengono abbandonati per far posto a nuove pecore, il lupo avra' un pasto ancora piu' abbondante...

    RispondiElimina
  21. Riporto la riflessione di una mia interlocutrice, che risponde anche a questo: Il Signore dialoga con la samaritana, la accoglie, ma le dice la verità sulla sua situazione, motivo per cui lei Gli crede.:

    "Sono d'accordo con lo stile di dialogo che oggi è necessario. Oggi dire la verità in faccia a una persona significa lasciarla sola con il suo problema.
    Che differenza tra un intervento giusto, lecito, ma distante ed autoritario rispetto a un qualcosa che si poteva dire con carità.
    Non basta essere annunciatori di contenuti veri, bisogna anche aver a cuore le persone.
    Se il termine dialogo può far pensare al compromesso, alla svendita della verità, allora lo sostituirei con 'relazione', il pilastro fondamentale per poter annunciare il Vangelo all'uomo di oggi.

    (anche l'incontro con la samaritana mi parla di una relazione di amore sponsale, in senso spirituale, cioè di un incontro molto profondo con il Signore)"

    RispondiElimina
  22. Il fatto è che oggi pare che la carità non posa associarsi alla verità. Non credo che una volta i sacerdoti dicendo la Verità mancassetro tutti del giusto modo di dirla, pensiamo ad un Santo Curato d'Ars, che aveva a che fare con gente non sempre colta e non sempre pacifica, eppure diceva la verità conquistando i cuori anche dei più duri. Non so se oggi siamo tutti diventati ipersensibili e dunque abbiamo bisogno di sovradosaggio di carinerie, ma da sempre la Chiesa ha conciliato carità e verità (già di per se dire la verità è un atto caritatevole), solo oggi certi ministri credono non si possa fare.

    RispondiElimina
  23. Tornielli e' costretto a prendere atto dell'opposizione di alcuni cardinali e controbilancia con un'intervista ad un piccato Kasper. Tutto al seguente indirizzo (via dagospia...)

    http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/finita-luna-miele-papa-pop-liberal-porpore-reazionarie-84714.htm

    RispondiElimina


  24. "Sono d'accordo con lo stile di dialogo che oggi è necessario. Oggi dire la verità in faccia a una persona significa lasciarla sola con il suo problema.
    Che differenza tra un intervento giusto, lecito, ma distante ed autoritario rispetto a un qualcosa che si poteva dire con carità."


    Ma dove li vede questi interventi autoritari, freddi, gelidi, che imporrebbero la Dottrina senza ascoltare, senza spiegare, senza carità?
    Ma dove sarebbero quei pastori senza cuore che sbatterebbero le porte in faccia a chi è in situazione irregolare?
    E i cattolici sono forse diventati tutti delle povere, fragili e deboli, vittime senza alcuna responsabilità nelle loro scelte?
    Non è piuttosto una liberalizzazione de facto già avvenuta, una tolleranza già ben radicata, un permissivismo-relativismo-soggetivismo, che hanno preso il sopravvento sulla retta Dottrina ridotta ad essere una pietra d`inciampo sulla via della misericordia a tutto campo?

    RispondiElimina
  25. Luisa, non vedo un'accusa a "pastori" di quel genere. Sta facendo una ipotesi che possiamo trovare in ogni realtà, persino tra di noi.
    E nessuno meglio di te può riuscire a coglierlo, vista la tua esperienza sia di studi che sul campo.

    RispondiElimina
  26. Non è piuttosto una liberalizzazione de facto già avvenuta, una tolleranza già ben radicata, un permissivismo-relativismo-soggetivismo, che hanno preso il sopravvento sulla retta Dottrina ridotta ad essere una pietra d`inciampo sulla via della misericordia a tutto campo?

    Questo purtroppo è un dato reale e generalizzato, che si fa fatica a contrastare.
    Però non lo si può fare sbattendo la verità in faccia, ma entrando in relazione, se ce lo consentono. Altrimenti, "ci si scrolla la polvere dai calzari" e si va oltre...

    RispondiElimina
  27. E' vero, bisogna saper dire la verita', che fa male, ma bisogna dirla TUTTA e CHIARA. Come medico, mi sono più volte accorta che se enunciavo una diagnosi e prognosi con termini edulcorati (" suo marito ha un problema di cuore serio, ma con le cure che ora praticheremo, dovrebbe farcela"), l' interlocutore capiva ciò che a lui faceva comodo, e quando poi la situazione precipitava, mi rimproverava di " non aver parlato chiaro" o " di non aver detto tutto". Dopo anni ho imparato che in generale bisogna dire sempre la verita' (" signora, suo marito ha un grosso, grosso infarto, e non so se passera' la notte. Noi faremo tutto il possibile, ma bisogna prepararsi al peggio"). Anche cosi spesso il malato o il parente capiscono lucciole per lanterne.
    Di preti che tuonano dal pulpito non se ne sentono più, ma neanche di quelli che dolcemente, affettuosamente, ti insegnano cos'e' bene e cos'e' male. Se ce ne fossero, e tanti, il problema dei divorziati sarebbe modesto, e soprattutto ci sarebbero MOLTI PIU' MATRIMONI. Su questo dovrebbero concentrarsi: perché i giovani non si sposano più in chiesa?
    Rr

    RispondiElimina
  28. "Però non lo si può fare sbattendo la verità in faccia, ma entrando in relazione, se ce lo consentono."

    Su questo sono d'accordo con mic. L'effetto contrario si potrebbe persino certificare, data, in quel caso, l'altissima percentuale di possibilità di realizzarsi...


    "Non credo che una volta i sacerdoti dicendo la Verità mancassero tutti del giusto modo di dirla, pensiamo ad un Santo Curato d'Ars"

    Annarè, ritengo che il punto consista, ancora oggi, come allora, se non di più, il dare CONCRETAMENTE l'esempio di carità massima sia nella correzione e nella guida (tutti noi siamo terra e cenere, anche se più e più volte ci capita di insuperbirci o di pensare di essere sempre nel giusto o immacolati davanti al Signore...), sia nell'aiuto vero a chi non ce la fa, a chi è solo, a chi è in difficoltà, sia spirituale, sia materiale (per quanto ci consta, ma con ogni sforzo possibile, e sempre con l'aiuto di Dio, di metterci nei panni altrui, pensando che un giorno potrebbe capitare anche a noi, se non peggio...)

    RispondiElimina
  29. Prendendo a pretesto la famosissima parabola del buon samaritano ci si potrebbe chiedere:
    - chi è il più vicino ad un divorziato/a con una/un nuova/o compagno?
    - chi è più vicino alle popolazioni che vengono martirizzate perché nessuno interviene in loro difesa?
    - chi è il più vicino a coloro che pensano o cercano di distrarsi banalizzando il sesso, relativizzando il proprio genere sessuale e i propri comportamenti sessuali?
    - chi è il più vicino a tutte quelle creture di Dio che mai vedranno nè la luce del sole nè quella della sala operatoria?
    - chi è più vicino ad una generazione assetata di verità e che sarebbe anche disposta a dare la vita se solo avesse sentore di lottare per qualcosa di Vero ed Eterno?
    - chi è più vicino ad una marea di poveri a cui manca tutto, ma a cui soprattutto si vuol negare il diritto alle cose più preziose al mondo, la vita e la vera fede?
    - chi è più vicino...?

    COLUI CHE VUOLE LA SALVEZZA DELL'ALTRO, LA SALVEZZA DELLE ANIME, DI OGNI ANIMA!

    Le altre cose sono solo diversivi!

    RispondiElimina
  30. Dio ci ha lasciato per mezzo del Vecchio Testamento i Comandamenti;
    Gesù ci ha lasciato col Nuovo Testamento e per mezzo degli Apostoli i Sacramenti e la Sua Chiesa che deve amministrarli; tutto questo ci è stato donato per la salus animarum - quindi nessuno ha potestà di modificare o rivoluzionare nè i Comandamenti, ne i sacramenti ne soprattutto la Chiesa in generale.
    Nè il Papa che come Vicario di Cristo deve amministrare ciò che ha ricevuto (non essendo niente di sua proprietà), pertanto deve predicare ciò che ha ricevuto dagli Apostoli in maniera intatta ed immutabile, e confermare nella Fede i fratelli in Cristo; nè i Vescovi, ne i presbiteri.
    chiunque lo fà, fà un arbitrio (io lo chiamo sacrilegio) e chi si permette di fare degli arbitrii sulle Leggi Divine, si deve assumere tutte le responsabilità davanti a Dio, in quanto mette in confusione i fedeli della Chiesa di Cristo; perchè la Chiesa prima di tutto è di Cristo.

    RispondiElimina
  31. OT:
    ora anche le iene...

    "Grazie al supporto de Le Iene – il programma televisivo italiano leader dell’infotainment – l’associazione è ora in grado di mettere all’asta una Papalina originale di Papa Francesco."

    http://www.ebay.it/itm/111465997086

    RispondiElimina
  32. A.D.
    cose del genere sono davvero trash, immondizia. Non varrebbe la pena neppure soffermarcisi un attimo se non fossero uno degli indicatori del degrado che sembra inarrestabile. Ma finirà...

    RispondiElimina
  33. Kasper l'esternatore:

    E poi, gli autori del saggio “pretendono di sapere da soli cosa è la Verità. Ma la dottrina cattolica non è un sistema chiuso” bensì “una tradizione viva che si sviluppa, come ci ha insegnato il Concilio Vaticano II. Loro vogliono cristallizzare la Verità in certe formule”. Kasper accusa i suoi oppositori di volere “una guerra dottrinale”, mentre lui è d’avviso opposto: “Io dicerto non la voglio. Io penso a un Sinodo pastorale”. Ed è quello che desidera anche Francesco, aggiunge: “E’ chiaro. Anche il Papa vuole un Sinodo pastorale”. Sul dibattito in corso, il teologo tedesco si dice stupefatto per la piega che ha preso il confronto, “senza stile”. Anche perché “nessuno dei miei confratelli cardinali ha mai parlato con me. Io, invece, due volte con il Santo Padre. Ho concordato tutto con lui. Era d’accordo. Loro sanno che non ho fatto da me queste cose. Ho concordato con il Papa, ho parlato due volte con lui. Si è mostrato contento”.

    RispondiElimina
  34. RIC,
    ci stavo proprio ponzando per un articolo ;)

    ma ci do' momentaneamente un taglio. Mi sta venendo il voltastomaco.
    Quando avrò superato la crisi di rigetto ne riparleremo.

    RispondiElimina
  35. Dice Kasper:

    " Loro vogliono cristallizzare la Verità in certe formule”

    ...ah, quel brutto vizio di comporre Catechismi,
    ah, quei "cristallizzatori della Verità" che furono San Pio V (Catechismo Tridentino) e poi San Pio X (Catechismo Maggiore),
    ah, che tempi oscurantisti...

    RispondiElimina
  36. Mi chiedo:
    Kasher ha 82 anni, non è' più vescovo da anni, non ha più attività pastorale da anni,che cosa ne sa in pratica di matrimonio ? Ma in generale cosa ne sanno vescovi e cardinali che non sono più o non sono mai stati sacerdoti in mezzo alle famiglie ? Quanti di noi se hanno un problema grave in famiglia, se sono in crisi col coniuge, si rivolgono al vescovo, che magari è un arcivescovo o un cardinale?
    Ma perché non se ne vanno tutti in pensione, e la smettono, come certi politici ultra ottantenni, di continuare ad ipotecare il futuro delle prossime generazioni? Ma non han fatto già abbastanza danno?
    Rr

    RispondiElimina
  37. Ohhhhhhh ! Finalmente uno c'e' che non le manda a dire !!
    https://www.youtube.com/watch?v=sUpDnbqbdPM

    ...e insiste .....
    https://www.youtube.com/watch?v=UVqy7mIhmME

    RispondiElimina
  38. Premesso che continua a colpirmi l'incessante, martellante, rappresentazione in chiave negativa e dispregiativa di tutto ciò che non è strettamente papal-progressista-modernista come se tutto ciò che è fuori da questo schema fosse il Male, l'unico Male (infatti tutti gli altri in allegra e numerosa compagnia, con la riga tirata sulla lavagna, sono il Bene magari anche assoluto ed inappellabile...), ma dov'è l'"annuncio ai lontani", l'"aprirsi al Mondo" ecc. ecc. se tutta la nuova teologia consiste nel dire che il suddetto Mondo, il Popolo sono sempre nel giusto e la vecchia Chiesa e i vecchi cattolici per duemila anni hanno sbagliato tutto? Allora di fronte al Popolo acclamante duemila anni fa hanno avuto ragione a liberare Barabba.
    Miles

    RispondiElimina
  39. Mic, sono d'accordo che bisogna darci momentaneamente un taglio, anche perché da ottobre, da quando si aprirà il Sinodo se ne vedranno delle belle e non si potrà veramente più stare zitti (altro che urlare dai tetti). E' anche per questo motivo che ho fatto una scelta momentaneamente silenziosa. Sono in attesa di qualcosa di grosso e nello stesso tempo di nefasto e intendo ben capire, se possibile, quel che sta veramente per succedere. Per ora constato due cose: la prima è che finalmente dei cardinali si sono svegliati!!! E non è una cosa secondaria, quasi non ci speravo più. Se il mio fiuto non mi inganna non basterà il Bergoglio vendicativo per zittirli. Non so se sono un ingenuo ma dato che credo fortemente che la Chiesa sia il Corpo mistico di Cristo, penso anche che il Signore non stia a braccia conserte a vedere la distruzione del Suo Corpo, ma stia già operando per illuminare la testa e il cuore di alcuni suoi figli per dar loro la fortezza, il coraggio, la scienza e l'amore per difendere la Sua Chiesa. Il secondo aspetto lo prendo dall'intervento di RIC quando cita Kasper. E' ormai palesemente scoperta la metodologia per distruggere la Chiesa di Cristo. La pastoralità. Da quella Allocuzione di apertura del CVII da parte di Giovanni XXIII dell'11 ottobre del 1962, la parola d'ordine che ha iniziato a contrapporsi alla "Dottrina", alla "Dogmatica" in una parola alla Verità tout court è la pastorale che naturalmente per i novatori è l'unica che può andare d'accordo con la misericordia. Così la misericordia è stata scissa dalla verità e anzi messa in contrasto con essa. E' ovvio che Kasper insista sulla pastoralità e nel suo ragionamento diabolico (nel senso realmente ispirato dall'Avversario) sa benissimo che approvare un'azione pastorale che vada contro il dogma stabilito significa semplicemente abolire di fatto il dogma, la verità. Kasper non può volere una "guerra dottrinale" perché la Verità (e il principio della vera misericordia e del vero amore di Dio per l'uomo) ne uscirebbe fuori trionfante e lui e tutti i suoi accoliti che da decenni stanno distruggendo la Chiesa lo sanno benissimo. Io mi auguro che ora anche molti cardinali e vescovi incomincino ad accorgersi di questo veleno introdotto da Giovanni XIII e portato alle estreme conseguenze da Bergoglio e trovino l'antidoto giusto per salvare la Chiesa di Cristo (metaforicamente parlando, visto che le porte degli inferi non prevarranno MAI). Staremo a vedere! Ora torno nel silenzio in attesa di un ottobre che sarà sicuramente molto più caldo di questa estate!!! :) :)

    RispondiElimina

  40. "Sono d'accordo con lo stile di dialogo che oggi è necessario. Oggi dire la verità in faccia a una persona significa lasciarla sola con il suo problema."

    Non avevo capito che la tua anonima interlocutrice parlasse di dialogo fra di noi, o di dialogo con altri cattolici, ho riportato la sua riflessione alla relazione-dialogo pastore-fedele.
    Altra è la relazione terapeuta -paziente.
    Comunque non condivido in toto la riflessione qui sopra, una cosa è dire la verità e dialogare con rispetto e educazione, senza gridare quella verità, o quel che si considera tale, senza la violenza verbale, l`aggressività e l`arroganza gelida e sprezzante che possono solo chiudere le porte al dialogo, altro è dire, riaffermare quel che non ci appartiene perchè è la Verità cosiccome è stata consegnata alla Chiesa, una Verità che non è sempre e solo quel dolcetto iperzuccherato che taluni vorrebbero far credere che sia, una Verità che ha attraversato i secoli e portato la vita dei cattolici.
    Dire La Verità, riaffermarla, ricordarla a chi forse non l`ha mai ascoltata, può e deve farsi nel rispetto dell`altro, ma senza edulcorarla e tradirla, senza mentire.
    Ma oggi i cattolici non sarebbero più in grado di sopportare quella Verità, non vogliono nemmeno sentirne parlare, la rigettano quando li mette in faccia alla loro disobbedienza, alla loro incorenza, la decolorano, la annacquano, la piegano al loro volere.
    Bisogna prendere dei guanti di velluto per presentare la Verità, che non è la nostra Verità, per farla passare, pena altrimenti di scioccare e allontanare, chi già è lontano, pena altrimenti di lasciarlo solo con il "suo problema"?
    È palese che un pastore riuscirà ad entrare in dialogo aprendo il cuore, usando l`intelligenza del cuore, non siamo più ai tempi in cui si obbediva senza troppo discutere all`autorità della Chiesa e dei suoi pastori, ma
    La Verità deve essere detta, non gridata, ma detta senza "se" e senza "ma", si, si , no, no.

    RispondiElimina
  41. WOW, è proprio arrabbiato Kasper, il cardinale che fa teologia serena e in ginocchio!
    Beh non sembra così sereno, è così poco sereno che per ripicca ci tiene a far sapere che ha concordato tutto con il Papa, si nasconde dietro il Papa, accusa i suoi confratelli di voler attaccare il Papa.
    Gli argomenti che usa contro di loro meritano di essere ripresi, già mostrano il cammino che sta tracciando, sembra con Bergoglio.
    Ma che bel venticello di amore fraterno e di condivisione sta soffiando sul Sinodo.!

    RispondiElimina
  42. Bisogna prendere dei guanti di velluto per presentare la Verità, che non è la nostra Verità, per farla passare, pena altrimenti di scioccare e allontanare, chi già è lontano, pena altrimenti di lasciarlo solo con il "suo problema"?

    Cosa c'entrano i "guanti di velluto"?

    una cosa è dire la verità e dialogare con rispetto e educazione, senza gridare quella verità, o quel che si considera tale, senza la violenza verbale, l`aggressività e l`arroganza gelida e sprezzante che possono solo chiudere le porte al dialogo,

    E' questo che si intendeva. E' questo quello che intendo anch'io quando dico "sbattere in faccia la verità". Punto.

    RispondiElimina
  43. Gli argomenti che usa contro di loro meritano di essere ripresi, già mostrano il cammino che sta tracciando, sembra con Bergoglio.

    Infatti, vanno ripresi. Lo farò superando la crisi di rigetto anche con l'intervento di don Marco che ringrazio e saluto, raccomandandomi alle sue preghiere. :)

    Purtroppo il rigetto mi è venuto perché sono anni che ormai siamo consapevoli e andiamo gridando che tutto è ricollegato a quel "gaudet mater ecclesia" e alla famosa "medicina della misericordia" al posto del rigore, confuso col "rigorismo"... E sentirlo sbandierare con tanta sicumera, insieme alla 'pastorale' in assoluta sintonia con chi ci dovrebbe garantire e invece ci bastona... questo è rigore o rigorismo?

    RispondiElimina


  44. " Bisogna prendere dei guanti di velluto per presentare la Verità, che non è la nostra Verità, per farla passare, pena altrimenti di scioccare e allontanare, chi già è lontano, pena altrimenti di lasciarlo solo con il "suo problema"?

    Cosa c'entrano i "guanti di velluto"?


    Se non lo hai capito mi dispiace, se non hai capito a chi mi riferivo pure, ok, quel che io ho capito è che è meglio non insistere. Punto.

    RispondiElimina
  45. Beh, che ci sia qualcosa che non ho capito o non capisco può sempre darsi.
    Quello che ora non mi risulta comprensibile è il fatto che chi ho sempre sentito vicino lo consideri in questi termini.
    Sono molto stanca, davvero. Ma domani è un altro giorno.

    RispondiElimina
  46. In questo contesto lacerante e logorante mi permetto di sottoporvi un ragionamento fatto da un sacerdote che devo dire ha una sua logica (ulteriormente lacerante peraltro...); il sacerdote dice:
    1.Il Papa è stato scelto dallo Spirito Santo.
    2.Il Papa è la massima autorità in fatto di Fede e retta dottrina.
    3.Pertanto criticare il Papa significa essere ribelli e presuntuosi (volerne sapere più di Lui).
    4.Il Papa comunque sta dicendo le stesse cose dei suoi predecessori senza alcuna difformità se non di pura forma esteriore dovuta magari anche alla lingua diversa. Pensare che il Papa stia predicando cose diverse da quelle di sempre è una sciocchezza per gente in malafede e superficiale.
    5.Non accettare l'insegnamento del Papa significa essere fuori dalla Chiesa. Significa essere scismatici.
    6.Senza dubbio radicarsi nella critica non solo è un peccato gravissimo ma un atteggiamento satanico che va combattuto e sradicato.

    E in effetti [non sono un teologo ma solo un cattolico o ex cattolico non so più...] messa così i punti 1, 2 e 3 chiuderebbero definitivamente la partita.
    Che si fa?

    Miles

    RispondiElimina
  47. Miles,
    Come ricordato da BXVI il Ppa e' scelto dai cardinali che possono seguire l' ispirazione dello Spirito Santo o no(v. certi papi del passato e forsequalcuno del presente),
    Il papa e' la massima autorita' quando parla ex cathedra, e il VdR non sa neanche cos'e' l' ex cathedra,
    Simone e' criticabile( e c'e' il precedentecdi S. Paolo e di S. Atanasio) , e per favore non diciamo che il VdR si esprime come i precedenti, perche' il suo pseudospagnolo e' piu' incomprensibile del polacco e del tedesco dei predecessori.
    Ergo chi critica Simone porteno non e' ne' scismatico, ne' satanico.
    Rr

    Rr

    RispondiElimina
  48. Miles,
    1. Il papa è stato scelto dallo Spirito Santo solo nel caso che i cardinali non Gli abbiano resistito. Altrimenti non ci sarebbero mai stati cattivi papi storicamente riconsciuti tali e i cosiddetti "papi inflitti"
    2. È varo che il papa è la massima autorità in fatto di fede e di dottrina. Ma che dire di un papa che oltrepassa la dottrina e afferma che il vangelo va letto alla luce della storia e dunque non è il vangelo a orientare e fecondare la storia ma questa può cambiarne i connotati? E qualche esempio lo abbiamo già.
    3. Il papa quando non parla ex cathedra è criticabile nella misura in cui dice o fa cose criticabili. E non mi pare che lo si critichi con leggerezza e a cuor leggero. Mi spiace che non posso mettere il link all'articolo di EP sulla tifoserie papiste perchè non sono alla mia postazione e scrivo dal cell. Ma lo puoi trovare dal motore di ricerca e qualche altra cosa ancora digitando il termine papolatria.
    4. Le difformità rispetto ai suoi predecessori sono state ampiamente documentate. Si tratta solo di voler applicare o meno l'uso di ragione e il discernimento.
    Certo non è normale né comodo e neppure si puó pensare che non costi criticare il papa. Diversi confessori, compreso il mio parroco non tradizionalista, hanno fugato i miei scrupoli.
    5. Tu riesci ad accettare che i musulmani siano tuoi fratelli, che il ramadam dia frutti spirituali e che studiare il Corano sia la stessa cosa del Vangelo; e che tutte le religioni si equivalgano? E chiederesti scusa ai pentecostali per esserti comportato da cattolico? Potrei aggiungere altro, purtroppo, ma l'ora e il mezzo costituiscono un limite. Ma un sacerdote riesce ad accettare che Cristo di è incarnato per la fratellanza universale o che sia messo alla pari degli unti d'Israele. Lui, il Messia, cioè l'Unto per eccellenza?
    5. Si è scismatici se si incorre, se non ricordo male; nella fattispecie del can.751 (domani controllo). Dello stesso canone ricordo però la definizione di eresia che è la negazione ostinata di una verità che si deve credere per fede divina e cattolica o il dubbio ostinato su di essa. Noi le verità cattoliche le custodiamo e le riaffermiamo, dunque non possiamo essere definiti eretici e chi non è eretico non penso possa essere scismatico.
    6. Ci andrei cauta prima di definire satanico un atteggiamento.

    Vorrei tanto che dicesse la sua un sacerdote.

    RispondiElimina
  49. In ogni caso, quanto al punto 1, possono darsi situazioni in cui anche un papa scelto dallo Spirito Santo possa resisterGli.

    RispondiElimina
  50. Infatti il papa non è sempre infallibile.

    RispondiElimina
  51. Mic, Rr intanto grazie per le vostre riflessioni. Il ragionamento inanellato dal sacerdote in questione mi ha colpito molte proprio per la fonte oltre che per la perentorietà dogmatica con cui è stato esposto. In pratica da un lato sto drammaticamente constatando le stato delle cose così come è visto e commentato tra di noi su queste pagine e dall'altro la voce della Chiesa, autorevole, mi dice che sto prendendo una pericolosissima cantonata travisando completamente la realtà ponendomi addirittura fuori dalla Chiesa stessa. A parte che mi sembra di essere dentro a un romanzo di Orwell l'insieme è, appunto, lacerante vista l'alternativa tra la negazione della realtà che si tocca con mano e lo spegnere tutto e irregimentarsi in silenzio.
    In effetti non dispiacerebbe anche il parere di un sacerdote.
    Miles

    RispondiElimina
  52. per Miles,
    sulla papolatria scrivevo:

    ...una breve riflessione sulla temperie attuale. Mi pare che si vada sempre più affermando il principio del "preferisco cambiare idea su Cristo piuttosto che rinunciare all'appartenenza alla Chiesa", cioè la paura di ergersi a giudici del papa. Solo che tale principio presume che nella Chiesa ci sia sempre e solo l'idea "giusta" su Cristo (è il meccanismo diametralmente opposto a quello del "se non fanno come dico io allora sono traditori della fede") e presume pure che in certi casi l'intelligenza e la coscienza nonché il sensus fidelium vadano messi da parte (ma allora perché Paolo ha ripreso Pietro?). In tempi di arianesimo di maggioranza, questi cosiddetti "normalisti" per permanere nella Chiesa si sarebbero fatti ariani - oggi diventerebbero rahneriani kunghiani e tutto il resto -, e magari si sarebbero pure fatti circoncidere per non rimanere isolati dai pranzetti di Pietro...

    Quest'ultima se non ricordo male, è una battuta di EP...

    I sacerdoti che conosco non hanno da eccepire, se non raccomandando sempre la carità nella verità. Io ci provo e non so se ci riesco sempre.

    RispondiElimina
  53. d'accordo con il post della Dott.ssa Guarini.
    Ma prima ancora della legittima argomentazione, c'è un'altra cosa che stride nella insolita spiegazione papale:

    Papa Francesco “Il Signore è profondamente commosso, come lo è stato davanti alla tomba di Lazzaro”. Come è commosso quel Padre “quando ha visto tornare a casa il figlio” prodigo:
    “Vicinanza e compassione: così il Signore visita il suo popolo. E quando noi vogliamo annunziare il Vangelo, portare avanti la Parola di Gesù, questa è la strada.

    L’altra strada è quella dei maestri, dei predicatori del tempo: i dottori della legge, gli scribi, i farisei … Lontani dal popolo, parlavano … bene: parlavano bene. Insegnavano la legge, bene. Ma lontani. E questa non era una visita del Signore: era un’altra cosa. ...(...)"

    Sì ma Tra Gesù e i farisei non si tratta solo di differenza d'approccio, differenza di atteggiamento, ma anche di differenza di dottrina. I farisei insegnavano parti dell'AT contaminate dalle proprie glosse personali tanto che

    Isaia 29,13

    Dice il Signore: «Poiché questo popolo
    si avvicina a me solo a parole
    e mi onora con le labbra,
    mentre il suo cuore è lontano da me
    e il culto che mi rendono
    è un imparaticcio di usi umani"

    Gesù, oltre la vicinanza e la partecipazione, insegna il Nuovo Patto e fonda la Nuova Alleanza.

    Perdonate la banalità.

    RispondiElimina
  54. Hai centrato un altro punctum dolens, caro Josh, e mi hai dato un input che cercherò di sviluppare.
    Grazie :)

    RispondiElimina
  55. forse non ci crederai Josh (ciao e bentrovato, sei mancato molto da queste parti), ma mi sono "imbattuto" proprio questa mattina nei versetti tratti dal Libro del profeta Isaia da te citati, e leggendo l'ultima parte, cioè

    "e il culto che mi rendono
    è un imparaticcio di usi (o "PRECETTI", a seconda delle traduzioni) umani"

    ..mi ha portato immediatamente a pensare che ciò che stanno de-costruendo da anni e anni, con in più le mazzate estreme di questo periodo, è mirato proprio alla costruzione, di converso, proprio di "NUOVI PRECETTI", del tutto umani di cui si sta preparando l'accettazione finale da parte di tutto l'orbe cattolico (si fa per dire, oramai), tanto è vero che prima o poi potrebbero nascere pure i "peccati che gridano vendetta al cospetto dell'UOMO", e poi, ma ci stiamo già arrivando mi pare, a quello degli animali, delle piante ecc ecc...

    RispondiElimina
  56. Ciao Una Sola fede...mi siete mancati anche voi. Sì sono dovuto star lontano dal pc causa forza maggiore circa 6 mesi.

    D'accordo con la tua chiave di lettura. I peccati che gridano vendetta al cospetto dell'uomo...:-) ee da mo' che sono stati enunciati e creduti. Non a caso Bonaiuti credeva alle "4 libertà fondamentali dell'umanità".
    Nè la Pascendi nè l'Humani generis hanno scalfito, pare, questi approcci, solo magari sono un pochino più sotterranei.

    In realtà poi PF in quella spiegazione voleva dare una stoccata delle sue, invece, appaiando i farisei ai Tradizionalisti intesi come formalisti senza cuore, promuovendo i novatores vaticansecondisti ultraliberal ma vicini di cuore (...) come veri interpreti di Cristo.

    Il testo sacro però non la mette così perchè i farisei sono presentati come cattivi interpreti di un AT adulterato e falsato e senza vita (e non come che "predicavano bene e insegnavano bene". La loro non era solo mancanza di "calore", e quel che porta Cristo non è solo calore e partecipazione), e Cristo propone invece la Vita vera e la Vita eterna, e non una misura più larga nella morale, anzi, nè si può ridurre la Sua testimonianza a baci e approvazioni a destra e manca....

    RispondiElimina
  57. Cara Mic, ciò che hai scritto è giustissimo. Il problema è la crassa ignoranza di molti membri del clero, ignari o dimentichi persino dell'ABC della teologia.
    Insieme al desiderio di conformismo e all'amore del quieto vivere, l'ignoranza a livello dottrinale è la causa principale dell'inerzia del clero di fronte all'attacco neomodernista (e massonico) scatenato fin dal Vaticano II contro la retta Fede.

    P.S. Vorrei dire a Miles di non farsi turbare dalla situazione caotica creatasi nella Chiesa, era tutto già predetto da Nostro Signore («Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» (Lc 18, 8). Ed era una domanda retorica, ovviamente). Oremus!

    RispondiElimina
  58. Intanto un bentornato,Josh,mi mancavano le tue parole sempre confortanti, mi sto chiedendo da un po' di tempo il perché di questo 'casino' scusate il termine volgare, attorno alla pastorale, parola usata ed abusata fino allo sfinimento, dei divorziati e risposati che pare non vivano più senza fare la comunione e a quanto sembra sono legioni, ma mi chiedo io, se in chiesa alla comunione si alzano, vanno, ritirano la 'caramella' in mano e tornano a posto masticando manco fosse chewing gum, ma quelli sono tutti in grazia di Dio, confessati, pentiti e degni di accedere? E chi lo stabilisce? Mi spiego, ieri ho partecipato ad una messa in una parrocchia dei cui parrocchiani conosco vita, morte e miracoli, e vale oggi più che mai il 'chi sono io per giudicare', ma per la miseria, tranne me, sono andati tutti a fare la comunione e io so in che situazione vivono e che si comportano in modo tutt'altro che specchiato e so per certo che si confessano ad andar bene, una volta all'anno per Pasqua.....quando io ho fatto la prima comunione valeva la regola di confessarsi tutte le settimane, poi 2 volte al mese.....poi amen, tana libera tutti? Allora chi fa più peccato in questo caso, chi non si comunica come me perché non si ritiene degno né a posto con la propria coscienza, o chi è più 'disinvolto' o disinibito e va allo sbaraglio? Forse sono io che sono sbagliato, sono stato a zonzo per troppo tempo,non sono aggiornato,insomma chi ci capisce è bravo, mi arrendo e mi affido, speriamo in bene.Lupus et Agnus.

    RispondiElimina
  59. Grazie ancora Mic e anche ad Amicus.
    Dato che vengono giù come se piovesse oggi alla radio, da un altro sacerdote, ne ho sentito un'altra molto interessante, davvero splendida, che mi riprometto di raccontare alla prima occasione.
    Miles

    RispondiElimina
  60. Scrive Mic:
    " il Cristo è la Ragione divina, il Logos incarnato nella persona storica di Gesù di Nazareth. Se si sostiene che è necessario partire dall'azione e che questa vale per se stessa, mentre l’amore non ha nessuna regola, nessun precetto e nessuna precedenza, vi individuiamo la dislocazione della divina Monotriade identificata sapientemente da Romano Amerio.
    E' questo il punto nodale, lo snodo metafisico. Il primato dell'azione è la radice del modernismo, non soltanto inteso quale eresia del Cattolicesimo, ma anche in senso lato.
    E' la radice dell'erratica, relativistica "tradizione viva" di Kasper e del cvii. E' la radice di una "pastoralità" mutevole perché "storica", "situazionale", come, per definizione, lo è l'azione svicolata dalla Verità.
    E' l'eterna illusione di Faust, che sostituisce "In principio era il Verbo" con il luciferino "In principio era l'Azione".
    Bene ha fatto Mic a ricordarcelo.

    RispondiElimina
  61. Ad Amicus che giustamente afferma:

    "l'ignoranza a livello dottrinale è la causa principale dell'inerzia del clero di fronte all'attacco neomodernista"

    risponde Sua Santità SAN PIO X, estraendolo dalla sua lettera Enciclica "ACERBO NIMIS":

    "E che infatti fra i cristiani dei nostri giorni sieno moltissimi quelli i quali vivono in una ESTREMA IGNORANZA DELLE COSE NECESSARIE A SAPERSI PER L’ETERNA SALVEZZA, è lamento oggimai comune, e purtroppo! lamento giustissimo.
    [...]
    “Tanti adunque e sì gravi essendo i DANNI PROVENIENTI DALLA IGNORANZA DELLE COSE DI RELIGIONE; e tanta, da altra parte, essendo la necessità e l’utilità dell’istruzione religiosa, giacché non potrà mai adempiere i doveri del cristiano chi non li conosca; resta a cercare, a chi poi si spetti di eliminare dagli animi sifatta ignoranza, e chi abbia il dovere di comunicare alle anime una scienza così necessaria. — E qui, Venerabili Fratelli, non vi ha punto luogo a dubitazioni; giacché QUESTO GRAVISSIMO DOVERE INCOMBE A QUANTI SONO PASTORI DI ANIME.

    AD ESSI (cioè i pastori), PER COMANDAMENTO DI CRISTO, E’ IMPOSTO DI CONOSCERE E DI PASCERE LE PECORELLE AFFIDATE; ora il pascere importa in primo luogo l’INSEGNARE: "Io vi darò", così Dio prometteva per Geremia, "pastori secondo il cuor mio, e vi pasceranno colla scienza e colla dottrina" (Ier. III, 15). Per la qual cosa l’Apostolo San Paolo diceva: "Non mi ha Cristo mandato per battezzare, ma per evangelizzare" (I Cor. I, 17); volendo cioè indicare, che IL PRIMO OFFICIO DI QUANTI, IN QUALCHE MISURA, SONO POSTI A REGGERE LA CHIESA, E’ DI ISTRUIRE NELLA SACRA DOTTRINA I FEDELI”.

    RispondiElimina
  62. Andatevi a leggere quel che dice oggi il papa attraverso la pravda del vaticano sul no al clecalismo di regole e istruzioni che secondo lui chiudono e che identifica con atteggiamenti di paura e di difesa tipiche dei farisei, al posto di risposte chiare e generose nella "vicinanza".
    Tra l'altro sono sempre le solite cose ormai fritte e rifritte senza ombra di approfondimenti.
    Il suo è un pregiudizio radicato e inestirpabile. Evidentemente non conosce la saporosa sapienza degli autentici maestri e santificatori.
    C'è molto da dire e da disambiguare. Ma con questa genìa di attivisti sessantottini c'è ben poco da fare. La speranza è solo quella di raggiungere chi ha orecche per imtendere.
    Per meglio raggiungere soprattutto i giovani bisognerebbe parlare dal cuore traducendo le verità assimilate in un linguaggio piú attuale, che non è la neo-lingua conciliare, ma un parlare chiaro e netto che non stravolge i principi ma li chiarifica e ne libera la vitalità fecondante. È questa che si è persa in tutta questa smania di cambiamento. È il Signore che fa nuove tutte le cose, non la nuova evangelizzazione edulcorata in chiave sentimental pop.

    http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/36424/

    RispondiElimina
  63. Mic,
    sta' tranquilal che se ai "giovani" le cose si dicono chiaro e semplice, i "giovani" le capiscono.
    In generale per es. le ragazzine di 12-13-15-16 anni tendono ad essere timide e pudiche. Spiegar loro che il corpo è il Tempio del Signore e che non è buono nè bello, innazitutto per se stesse, per la propria autostima, darsi al primo che passa, è un'idea, un pensiero che viene recepito ed accolto favorevolmente. Coi ragazzi forse è più difficile (non ho figli maschi), ma si può tentare ugualmente.
    Insegnare quant'è bello aspettare la "persona giusta" e spiegare chi è la persona giusta, non è difficile nè da fare, nè da essere capito, soprattutto se si vive in una famiglia sana e serena. Questo dovrebbero afre i "pastori", aiutare a crescere le famigli sane e serene, star loro vicino, ed "usarle" per istruire, ammonire, far crescere bene i "giovani".
    RR

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo l'approvazione di uno dei moderatori del blog.