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domenica 5 aprile 2015

Card. Giuseppe Siri. Omelia di Pasqua

BUONA PASQUA DI RESURREZIONE A TUTTI !

Gesù è risorto da morte ed ha offerto la Sua Risurrezione come la prova più solenne e diretta della Sua verità, che è come dire della Sua divinità. Tutti i miracoli escono dal limite di natura, ma questo esce semplicemente e sovranamente dai limiti della Storia, che soggiace alla morte.

Gesù l’aveva preannunciato più volte; questo preannuncio era diventato così noto da costituire capo d’accusa contro di Lui e motivo delle meticolose precauzioni prese dai nemici al Suo sepolcro. Essi avevano il terrore di una Sua risurrezione. Risorse, apparve, convisse, stette in Giudea ed in Galilea quaranta giorni, ritornò ancora in Giudea. Nonostante tutto questo, moltissimi non vollero credere a lui.

Perché è accaduto un fatto simile ? Perché per vedere, soppesare, capire una dimostrazione, bisogna essere in stato di sanità e libertà mentale. Quando non c’è sanità mentale, od anche solo chiarezza mentale, che è poi sanità, quando non c’è più scioltezza nell’intelletto, le prove o dimostrazioni possono essere formidabilmente concludenti, ma non servono a nulla. Manca l’elemento ricettivo. È come quando si suona una meravigliosa sinfonia: occorre orecchio. Ed è pertanto che le più grandiose come le più insulse sinfonie sono perfettamente inutili per i sordi.

Il fenomeno per cui molti contemporanei di Gesù Cristo, pur essendo stati direttamente spettatori della risurrezione di Lazzaro, come di infinite altre meraviglie, ed almeno indirettamente testimoni della stessa Risurrezione di Gesù, non hanno capito la prova e non hanno creduto, è fenomeno abituale nella Storia. Non fu solo di allora, fu di tutti i tempi ed è anche del nostro tempo.
Anzi per taluni motivi è fenomeno peculiare del nostro tempo. Oso dire con assoluta franchezza che è il fenomeno più preoccupante del nostro tempo. Ed è per questo che ho creduto opportuno parlarvene oggi.
Ecco dunque quello che è succeduto allora, a proposito di Gesù, e quello che continua tuttora per qualunque rispettabile verità.

Esistono delle vere diminuzioni mentali che diventano talvolta colpevoli incapacità a capire quello che è chiaro.

La prima diminuzione mentale è costituita dal peccato. Ossia chi pecca capisce meno. Non in tutto, bensì in quell’ordine di realtà e verità nelle quali chi pecca si è compromesso col piacere e con quanto gli si connette. Capisce meno in tutto quell’ordine che direttamente assume un valore di condanna nei riguardi del suo peccato. Ciò avviene naturalmente. Nasce una solidarietà colla propria colpa e coll’errore che sembra avallarla. Quella solidarietà finisce coll’essere solidarietà a se stesso peccatore. Quella solidarietà genera un fatto emotivo, affettivo nella direzione di quello con cui si solidarizza, revulsivo nei riguardi di chi si oppone e condanna.

La spinta revulsiva tende ad agire d’istinto, prima e fuori di ogni considerazione razionale, anzi proprio contro ogni considerazione razionale, e pertanto crea uno stato di animo, il quale, specialmente se la colpa continua, tende a divenire permanente. Non occorre molto per tirare le somme, dato che sono chiari gli addendi. Il risultato è una diminuzione di luce e di razionalità, un baluginare di crepuscolo in cui si vede poco, a volte così poco che è come non vedere affatto. Ecco la incapacità portata dal peccato. Dove il peccato ha già macchiato accade come in quelle aree di pelle che sono state bruciate: non respirano e non traspirano più. Gesù aveva trattato questo argomento qualche anno prima della Sua Passione, nel celebre colloquio notturno con Nicodemo ed aveva asserito: “Chiunque fa il male, odia la luce. E non si avvicina alla luce, affinché le sue azioni non siano conosciute per ciò che valgono. Ma colui che opera nella verità si avvicina alla luce, in modo che le sue opere si manifestino come compiute in Dio” (Gv 3, 20-21).

È dunque senza colpa colui che non capisce, perché affetto da questa, purtroppo larga, diminuzione mentale? Non è senza colpa.

Anzitutto perché è lui stesso causa delle tenebre, in quanto proprio lui ha posto ciò per cui le tenebre si sono stese sulla sua anima. In secondo luogo perché quelle tenebre lasciano sempre uno spiraglio di luce sufficiente a discernere qualcosa, almeno a dubitare, e pertanto a creare, nell’animo di chi vuole, una crisi di coscienza e cioè una indicazione per risorgere. Non dimenticatevi di questo.

Taluni non vogliono capire della Chiesa e la insultano: è perché hanno peccato e non possono più vedere. Dicono bene degli adulteri: è perché facilmente lo sono loro. Vogliono il divorzio: è perché non hanno la forza sufficiente, per colpa della vita abbracciata, a costruire una solidità familiare, o perché sono cosi vacillanti da temere di qualunque serio ed impegnativo dovere. Non vogliono le scuole colla Religione: è perché deve morire quanto condanna il loro tenore di vita. Ridono dell’ Inferno: è perché ne hanno paura. Rimenano scandali a non finire: è per essere in buona compagnia. Disprezzano tutto e tutti: è per consolarsi di non valer nulla innanzi a se stessi oltreché dinnanzi agli altri e probabilmente innanzi a Dio. Si divertono a cercare le vergogne di tutti: è perché non hanno più altra area di indagine. A costoro portate prove: che volete che vedano! Per loro, non c’è che la penitenza e la orazione degli altri a riottenere la luce.

La seconda diminuzione mentale è il pregiudizio. Il pregiudizio è quella posizione della mente in cui si dà una sentenza, si assume un criterio, si prende una direzione senza aver prima riflettuto e dimostrato, senza indagine razionale e documentazione. Cosicché, nella maggior parte dei casi, il pregiudizio coincide coll’errore e, a causa dell’errore, coll’ingiustizia, la malignità, l’oltraggio.
Il pregiudizio nasce dall’inconscio, dall’istinto, da un fatto di sentimento oppure da una atmosfera di ambiente, tradotta in fatto di sentimento. Non è razionale. Il pregiudizio, per definizione, non vuol ragionare: afferma e basta. Chi non vuol ragionare, è in stato di diminuzione mentale, perché consapevolmente mette delle barriere alla propria capacità conoscitiva e raziocinativa.

Non è neppure il caso di chiedere se nel pregiudizio la diminuzione mentale sia colpevole. La diminuzione è voluta, forse confusamente, ma è voluta, è amata e perciò è altrettanto colpevole. Naturalmente questa diminuzione mentale in un secondo momento si somma colla prima e la peggiora. Fra i Giudei ebbero dei pregiudizi quelli che vollero morto Gesù: Farisei, Sadducei ed Erodiani. Cristo doveva scomparire perché aveva dato loro torto, e la loro superbia non permetteva si ponessero neppure la questione se per caso il torto fosse vero. Essi non dovevano aver torto. Più in là non furono capaci di andare. Rimasero bloccati a quel punto: videro miracoli, sentirono la morte ritirarsi, ammirarono Lazzaro uscire dal sepolcro, fremettero di spavento per quello che provarono sul Calvario, ma non capirono nulla. Avevano dei pregiudizi e, per di più, le loro azioni erano riprovevoli. Provatevi a portare a costoro ed ai loro successori delle prove. Chi non vuole aver torto non sarà mai in grado di capire quello che non solo documenta il torto, ma anche soltanto, e magari indirettamente, si riferisce al torto. Qualunque torto per costoro è la corda in casa dell’impiccato e fa orrore.

Miei cari fedeli, vorrei invitarvi (dato che tutti siete soliti leggere, e forse taluno legge senza troppa prudenza e senso critico) a riesaminare una lunga serie di affermazioni e di fatti che si asseriscono a proposito della religione, della Chiesa, di singoli avvenimenti, e a vedere sino in fondo se si appoggiano a una documentazione. Vi accorgereste che non ne hanno e capireste che le cose asserite con leggerezza o con malizia, ma senza prove e documenti adeguati sono dei pregiudizi. Ad essi va la qualifica della diminuzione mentale.

Quando si sente dir male del prossimo, se si accetta l’insinuazione prima di aver esaurito l’inchiesta, si cade oltreché nel peccato contro la giustizia o la carità anche nel pregiudizio e scientemente si vuole la propria diminuzione mentale.

La terza diminuzione mentale è data dalla suggestione, anche inconscia, anzi soprattutto inconscia. E qui siamo al punto veramente debole dei nostri giorni. La suggestione fa presa sull’animo con delle impressioni; le impressioni non sono mai ragionamenti e documenti in qualche modo valevoli. Fa presa colorando le cose, creando stati d’animo, inoculando istinti e reazioni sorde, proponendo di vedere, sentire, palpare cose che possono sembrare ingenue ed innocenti, ma che gettano nell’animo un fermento, lo maturano, lo costituiscono in una certa posizione. Tutto fa suggestione.

È falso che la maggior parte degli uomini e delle donne siano così colti, cosi armati di avvedutezza e di senso critico da sottoporre quanto arriva loro dall’esterno ad un esame di valore, severo e conclusivo. Essi per lo più bevono. Non avrebbero spesso neppure il tempo di fare diversamente. Così si svegliano con istintivi orientamenti di simpatia e di antipatia, di solidarietà e di reazione. È il dramma d’ogni giorno.

Potrebbero certamente, sono liberi in fin dei conti, imporre a se stessi una revisione, un approfondimento di quanto passa, una ricerca del perché, una stroncatura di atteggiamenti in tutto quello che non hanno onestamente appurato e per cui si trovano sprovveduti di elementi per determinarsi in un modo più che nell’altro. Ma fare questo costa; fare questo è il frutto di lunga e severa educazione; fare questo vuol dire mortificare continuamente la propria leggerezza d’orgoglio e la propria velleità di dominio. I più non lo fanno e così credono di ragionare con la propria testa. Ma non è vero: infatti ragionano, giudicano, stroncano, assassinano uomini e cose venerande, perché l'accidia del dovere ha donato loro la diminuzione mentale più pericolosa ed attiva che esista: quella indotta ogni istante dal rumore prevalente, dal ritornello incalzante, dalla propaganda orchestrata.

È un fatto semplicemente fisico quello di incassare ciò che si sente, anche se non lo si crede. Potrà chi ha questa diminuzione essere giusto nel giudicare di cose più grandi di lui ? È possibile che dei cristiani siano coerenti alla loro fede in tutti gli atti della loro vita fino a che non si rendono conto di essere assorbiti continuamente da una incredibile suggestione che li muove senza affatto toglier loro la colpa di muoversi male, di decidere male, di giudicare male e di cooperare all’altrui male? Allora, al tempo in cui Gesù fu ripudiato anche se risorto, gli elementi suggestionanti non erano molti: prestigio delle classi dirigenti, apparenze vistose dei farisei, subordinazione di agenti mestatori e sobillatori. Eppure ciò fu sufficiente a provocare il ripudio del popolo fino a quel momento “eletto”.

Che cosa dobbiamo dire oggi sulla entità di questa suggestione che tende a svuotare i cristiani progressivamente del loro contenuto, con mezzi continui, incalzanti, scientifici ?
Li svuoterà del rispetto alla Chiesa, così abbandoneranno la mano che li guida; poi li svuoterà della convinzione di alcuni comandamenti, quelli sui quali più pesa l’umana debolezza, li svuoterà finalmente dello stesso imperativo di coscienza illudendoli che basta qualche sentimento, e a questo punto saranno semplicemente massa giocata. La cosa più terribile dei nostri giorni è che il fatto irrazionale suggestivo si è fatto tale, dati i mezzi che operano continuamente sulla psiche degli uomini, da rendere possibile alterare la mente ed il giudizio di popoli interi almeno in qualche momento, da poterli lanciare verso stati d’animo rovinosi o verso autentiche avventure.

E l’aspetto più terribile di questa orditura è che ciò accade anche solo a sentire la voce di chi parla, senza neppure intendere le parole, anche solo ad ascoltare chi si esibisce, anche col deliberato proposito di non lasciarsene cogliere, anche solo a percepire per cavarne un divertimento ed un ridicolo buono a divertire. E tutto questo è in mano di pochi uomini in modo che, così proseguendo, potrebbe diventare perfettamente vano per i cittadini di questo mondo usare di un sovrano diritto di voto, quando fossero svuotate bene le teste dalle quali quello dovrebbe procedere.

Eccovi la grave diminuzione mentale. Abbiamo assistito ed assistiamo a fatti che inducono seriamente a pensare.
Tutto questo agita lo spettro di una diminuzione mentale dell’uomo che non viene evitata, se non imponendo a se stessi una severa disciplina mentale, una prudenza, una fuga, una ricerca di punti sicuri ed indiscutibili, di farmachi e di chiarificazioni sempre operanti, una umiltà a tutta prova nella valutazione di sé, una sfiducia assoluta impreteribile e gigantesca contro chiunque si diverta a detrarre a insozzare a svilire a disprezzare a dileggiare in qualunque modo e con qualunque raffinatezza.

Viviamo un particolare momento in cui tutto può essere alterato ed in cui l’interesse personale come la libidine di parte può servirsi di santissime cose al proprio gioco. Era necessario richiamare il pericolo e l’abbiamo fatto. Esso esiste. Esso è tale, esso può provocare una tale diminuzione mentale, coi mezzi che il danaro mette nelle mani di chi lo può operare, da rendere incapaci di trarre una conseguenza ragionevole e plausibile davanti alla risurrezione di Lazzaro, come davanti alla Risurrezione di Cristo.

I fedeli stiano attenti, siano guardinghi. La Risurrezione di Cristo potrebbe diventare per loro non una gloria, ma una condanna.

La macchina che gli uomini si sono costruita in ogni modo li può portare a loro insaputa ad ammettere ogni inverosimiglianza e a riluttare di fronte ad ogni evidenza, li può condurre all’entusiasmo per delle ombre, dissolvendo la fiducia nelle realtà operanti.

Fedeli, le leggi non vi proteggono a sufficienza su questo punto, proteggetevi voi!
Perché Gesù Cristo è risorto, ma con tutto questo, Egli vittorioso della morte è talmente rispettoso della vostra libertà, che potrebbe anche lasciarvi divenire, ove lo voleste per accidia e leggerezza, autori della vostra stessa rovina. La Risurrezione è Sua; perché quella gloria passi a noi, mette condizioni severe. Quelle condizioni bisogna osservarle. Ma anzitutto capirle!
Card. Giuseppe Siri (1906 - 1989)

20 commenti:

  1. Bellissimo!
    Oggi un'omelia così è impensabile.

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  2. Dio, nei suoi disegni imperscrutabile, ha lasciato che a Giuseppe Siri fosse impedito di ascendere al trono papale al quale in cuor suo Pio XII l'aveva designatoo. Sarebbe stato un pontefice grandissimo. Dal testo presentato si evince come il cosiddetto grande reazionario tagliato con l'accetta ( e in effetti aveva qualcosa di nitido e rigoroso nel parlare per affermazioni nette e perfino nell'aspetto fisico ) in realtà fosse capace di cogliere le più sottili sfumature, concettuali come psicologiche. La cosa grande del grande cardinale arcivescovo di Genova ( dove fu per molti anni unapresenza sovrana ) era la capacità di sintetizzare un percorso logico molto articolato in un giudizio religioso affilato come una spada.
    Questo gli veniva da una grande cultura, ispirata e indirizzata da una grande intuizione di fede. In un sito a lui dedicato ho letto una sua analisi del Darwinismo, cavallo di battaglia dell'ateismo fin dalla metà dell'800; ebbene,
    Siri era capace di confutarlo punto per punto sulla base di una preparazione di livello molto alto.

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  3. il peccato
    il pregiudizio
    la suggestione

    ed ecco la diminutio della mente
    alla quale consegue quelle dell'uomo

    così la resurrezione di Gesù cessa di essere non solo un miracolo che si sottrae alla natura, bensì un miracolo sottratto alla storia, capace cioè di vincere persino la morte: cessa di esserlo perchè l'uomo, diminuito in tre modalità e riprese, non può vederne la luce, ne' sentirne la voce, ne' gustarne mangiandone sacramentalmente, ne' percepirne il profumo, ne' toccarne il corpo risorto...

    Oggi il peccato è "derubricato"... il pregiudizio verso chi è semplicemente credente vede usare una misericordia ammiccante, preferenzialmente verso chi non lesina peccati e pregiudizi... la suggestione è fatta di mantra, di ideologie pastoraliste, sganciate dal dogma, che è stato declassato a "pregiudizio" da coloro che sono suggestionati dall'assenza di giudizio...

    Eppure Cristo è risorto.
    E' veramente risorto.
    E' vivo.
    E sta per tornare, da dove l'abbiamo visto salire in cielo, come promesso.

    Tra l'eresia di chi racconta di improbabili fedi fatte di suggestioni, ideali e valori, di umanità secolarizzante e mondana;
    e l'apostasia di chi non dice eresie formali, ma ha cessato di credere a quella storia lì, per portarne avanti una pastoralmente meno indigesta per chi preferisce peccati, pregiudizi e suggestioni...
    c'è la via di sempre, ma cambiata.

    Ha bisogno di conversione, di adorazione, di preghiera, di amore verso tutti, anche i nemici... e deve avere tanta gioia nel cuore, che consola nel portare la croce.

    Gesù non ha bisogno di essere difeso: Pietro sfoderò la spada, ma rinnegò poco dopo, preso in mezzo da una vicenda "strana", guidata da peccatori ottusi e ostili, pieni di pregiudizi e con grande capacità di manipolare...

    Gesù va seguito. Le sue vie non sono le nostre. Non sono quelle di un mondo relativista, amico della suggestione e degli inganni di chi entrò in Giuda, vendendo (svendendo) il Figlio di Dio fatto carne. Ma è Gesù che l'ha chiamato "amico". Lui la Verità. Noi dobbiamo solo seguirlo. Sempre. Fidandoci.

    Buona Pasqua a tutti!

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  4. A chi mi ha contestato, non senza motivo, per il "filosofismo" esagerato e urtante,, ricordo che i primi a denunciare i pericoli del RahnerIsmo onnipervadente furono Giuseppe Siri con "Getsemani", che attualmente è disponibile online e il grande filosofo padre Cornelio Fabro con "La svolta antropologica di Karl Rahner", libro concettualmente arduo e sottilissimo, basato su un confronto serrato con passi di san Tommaso.
    In quegli anni Rahner era considerato comunemente il più grande teologo cattolico: Fabro lo contestò nel versante filosofico, principalmente riguardo alla teoria della conoscenza, che tecnicamente si chiama "gnoseologia" ( scusate il parolone ). Da una filosofia viziata una teologia viziata.

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  5. Cara Maria, auguro a te, alla tua famiglia ed a tutti coloro che seguono Chiesa e postconcilio, un fraterno augurio per una santa buona Pasqua, Mariangela.

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  6. Buona Pasqua a tutti!

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  7. Parole rigorose e chiare, nessuna concessione all'embrassons-nous dei nostri tempi. Si' si', no no. Nel giorno della Resurrezione, buona Pasqua a tutti e che il Cardinale Siri interceda per una Chiesa che e' sempre piu' allo sbando.

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  8. La differenza è abissale tra le profondissime parole di questo Santo Cardinale e ciò che si sente oggi abitualmente a partire da Bergoglio.

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  9. Negli anni '80 in occasione delle principali feste liturgiche prendevo il treno da Torino a Genova per assistere ai Pontificali del card. Siri ed aspettavo con trepidazione il momento dell' omelia.
    Le sue erano omelia molto brevi ma intensissime, potevi ascoltarle con la massima attenzionee, le sue parole ti venivano come "scalpellate" nella mente; ancora ora dopo decenni ricordo delle sue frasi udite allora, mentre se dovessi dire di cosa ha parlato il mio parroco nella sua ultima omelia, beh, è nebbia in Val Padana.



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  10. Giuseppe Siri, che non era certo un "collo torto" ( da giovane era stato anche un calciatore di buon livello ) affermava che uno dei compiti del Pastore era quello di separare le pecore dai capri già su questa terra, non in un indefinito aldilà; intendendo per pecore i cattolici veramente fedeli alla Chiesa, societas perfecta, e per capri i riottosi e i ribelli.
    Questo non gli impediva di ricevere i sacerdoti che avevano abbandonato l'abito e di aiutarli economicamente se necessario. Siri -
    elemento indicatore molto importante - stimava grandemente Padre Pio.
    Su un altro versante, quello del pensiero, considerava estremamente intelligente don Gianni Baget Bozzo, che invece il garbatissimo
    prof. Pasqualucci mi sembra ritenere alquanto confusionario e gnosticheggiante.
    Siri a chi obiettava sulla magnificenza del suo abito da porporato, rispondeva: "Sono cardinale e vesto da cardinale; poi, oltre quella porta, sono un monaco".
    In un suo scritto che spero di ritrovare
    delineava con grande nitidezza quello che per
    lui doveva essere lo stile del vescovo: austero
    di dentro e di fuori.

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  11. Durante la carestia, si ricorre al granaio.

    http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351020
    Le omelie pasquali di Benedetto XVI

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  12. Buona Pasqua , e meditiamo su questa ed altre bellissime riflessioni pasquali del papa che oggi nessuno vuol più sentire nominare, sono splendide come questa, almeno in questo giorno stiamo sul pezzo, evitando torsioni intellettuali, il Signore è risorto, ha pagato per noi tutti, rendiamogLi grazie ed esultiamo, ricordandoci che siamo un niente tra le Sue mani. Auguri di cuore a tutti! Lupus et Agnus.

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  13. Rileggendo le omelie ed altro del Card. Siri (che il Pastor Angelicus aveva in cuor suo designato come suo successore - ma i disegni di Dio sono diversi dai disegni degli uomini) mi vien da pensare a cosa è servito il libro di Benni Lay, "il papa non eletto, - Gregorio XVII" - e a ciò che ha messo in circolazione la CIA o l'FBI?
    Ma guarda caso la non elezione di Siri fà venir fuori Roncalli che apre il Vat.II che ci conduce ai giorni nostri.
    Ogni tanto bisogna anche ragionare col cervello e vedere le cose dove son finite, ma Siri, davvero non era stato eletto?

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  14. Gent.ma Maria,
    questo non è un commento al post, ma solo un'informazione (non avendo la sua mail, scrivo nei commenti). Forse lo sa già, ma ad ogni buon conto le rendo note le decisioni della diocesi di Vittorio Veneto per risolvere il problema dei divorziati risposati che non possono fare da padrini alla Cresima.
    Cordialmente.
    Renzo Toffoli
    http://www.lazione.it/Community/L-Azione-Blog/Battesimo-e-cresima-la-nuova-figura-del-testimone

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  15. Ulteriore appunto sul Neo-Clero:

    http://traditioliturgica.blogspot.it/2015/04/appunto-sul-neo-clero.html

    Liturgie della Settimana santa tra Oriente e Occidente:

    http://traditioliturgica.blogspot.it/2015/04/liturgie-della-settimana-santa-tra.html

    Grazie per l'attenzione.

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  16. OT.
    http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2015/04/04/news/poche-vocazioni-l-allarme-del-vescovo-solo-92-preti-e-25-hanno-piu-di-80-anni-1.11180053

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  17. @ Mic. - per commentare o farci un'articolo.
    Gentile Maria: clicca diocesi Vittorio Veneto - storico "per la prima volta un diacono (addirittura permanente) è diventato parroco di due parrocchie, e viene affiancato saltuariamente per la Messa e la Confessione da in sacerdote (monsignore) che automaticamente diventa cappellano di un diacono permanente.

    A te i commenti. grazie, Bernardino.

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  18. Ho letto l'articolo indicato da Renzo. T.
    Nel Triveneto viene creata la figura del "testimone
    di cresima" che può affiancare o sostituire il padrino. Posso capire la sofferenza di certe persone, ma rimane il fatto che si gioca con le parole: dalla tinta forte, alla mezza tinta, alla lieve velatura trasparente. Sitira in ballo in maniera sofistica anche lepisodio dell'adultera: da "Va' enon peccare più" a "Va', e se peccherai ancora, pazienza", Mi viene in mente la battuta di un personaggio del film "La grande Guerra", il siculo coi baffetti, a proposito della fruizione di prostitute: "Peccato di pantalone, pronta assoluzione". Ai tempi il cardinale Lafontaine, patriarca di Venezia, aveva affermato che il pesantissimo bombardamento subito da Asiago era la punizione voluta dal cielo per il gran numero di case di tolleranza che vi si erano impiantate.
    Mi sembra che si stia instaurando un clima malsano di "pastoralità" desistente e dimissionaria, proprio in una zona già molto "bianca", la zona di Pio X.

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  19. L'omelia e' veramente straordinaria. Buona Pasqua a tutti.
    Neri

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