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lunedì 3 agosto 2015

Gli orrori dell'ideologia di genere: la menzogna del "gender mainstreaming" e il "caso Reimer"

Siamo grati a Paolo Pasqualucci che ci offre il testo che pubblico di seguito, indubbiamente importante nella presente situazione. Rientra nel suo e nostro impegno legato anche alle dinamiche che accompagnano e precedono l'Assise sinodale. Nell'intento di mobilitare (in vari modi) un'opinione pubblica cattolica fedele alla vera dottrina della Chiesa, da mantenersi ad ogni costo, opinione che possa anche influire sia su quanto si muove nell'agone politico in tema di sovvertimenti socio-antropologici, prim'ancora che morali e spirituali che sulle decisioni che dovrà prendere il Sinodo e il Papa dopo il Sinodo. La temperie che stiamo attraversando è diversa da ogni altra, mentre quello di Ottobre non è un sinodo come gli altri e può rappresentare una svolta, il momento nel quale scoppierà il tumore che nella Santa Chiesa si è diffuso da cinquant'anni. 

Gli orrori dell'ideologia di genere: la menzogna del "gender mainstreaming" e il "caso Reimer"
1. Un autore tedesco demolisce l’ideologia di genere. Data la tragica attualità assunta dal fenomeno dell’omosessualismo, le cui istanze depravate sono state accolte nelle direttive delle grandi organizzazioni internazionali (ONU in testa) e nelle legislazioni di ormai numerosi paesi “occidentali”, che si stanno spingendo sempre più verso l’abisso, con l’instaurazione di un sistema scolastico corruttivo di fanciulli e fanciulle in tenera età o quasi, mi sembra utile riproporre all’attenzione dei cattolici il breve ma incisivo saggio del giornalista e pubblicista tedesco Volker Zastrow, tre edizioni fra il 2006 e il 2010, che analizza in modo esemplarmente critico la “filosofia di genere”, ideologia partorita dalla pseudocultura femminista e gay, che delira di una supposta natura “sociale” e non “naturale” del sesso[1]. Questa ideologia viene utilizzata, come se fosse una cosa seria, per giustificare il riconoscimento, la protezione e la diffusione dell’omosessualità (maschile e femminile) da parte dei governi. In Germania e Svizzera, nell’area prossima ai cattolici fedeli alla Tradizione della Chiesa, si è sviluppata in questi anni una pubblicistica che ha sottoposto a valide e ben documentate critiche i fondamenti di quest’ideologia, dimostrandone la totale inconsistenza[2]. Anche in Italia, in questi ultimi anni, in campo cattolico (quello dei cattolici fedeli alla Tradizione della Chiesa) è apparsa una pubblicistica che si sta coraggiosamente e validamente battendo contro questa infame ideologia, nonostante l’atteggiamento scandalosamente ambiguo (quando non addirittura complice) finora tenuto verso di essa da diversi membri della Gerarchia, la cui Suprema Autorità si è finora ben guardata dall’intervenire con un documento dottrinale (come sarebbe suo specifico  d o v e r e ,  Lc 22, 32) che definisse e condannasse nel dovuto modo (alla luce delle verità di fede e della morale cristiana) le aberrazioni di cui quell’ideologia si fa portatrice e le gravi ed inaccettabili conseguenze che esse hanno per la società tutta[3].

L’ottimo lavoro di Zastrow fa vedere in particolare l’assoluta falsità della pretesa dell’omopensiero secondo la quale la scienza avrebbe dimostrato la natura “sociale”, “culturale” e non naturale del sesso. Il saggio si giova a tal fine di una precisa ricostruzione dell’atroce “caso Reimer”, il ragazzo ebreo vittima innocente assieme al fratello (si suicidarono entrambi) delle sperimentazioni della nascente “filosofia di genere”. Le pretese della Genderphilosophie, oltre che al buon senso e alla ragione rappresentano un’aperta offesa a Dio, che ha creato l’uomo e la donna affinché si unissero in legittimo matrimonio, procreassero figli in una famiglia da loro stessi costituita e popolassero la terra.
Quest’offesa sta diventando sempre più grave, dobbiamo pertanto temere che i castighi già in atto (desertificazione della Chiesa, dissolvimento demografico di popoli sempre più scristianizzati, invasione maomettana massiccia e incontrollata, crisi economiche ripetute, guerra dei sessi, per citarne solo i più evidenti) diventino ancora più tremendi. Un esempio fra tanti dell’aggravarsi di queste sconsiderate offese a Dio: in certi Paesi “occidentali”, in documenti elettronici di vario tipo, da riempire via internet, non si legge da qualche tempo, quando si tratta di dichiarare la propria “identità sessuale” nell’apposita casella, questa richiesta: “Genere: uomo, donna, altro.”? A l t r o ! È mai possibile esser arrivati a tanto? E questo incredibile “altro” dei documenti è per l’appunto un frutto della filosofia del “gender mainstreaming”.

2. Che vuol dire “gender mainstreaming”? Nessuno lo sa, con esattezza. È una caratteristica del “politicamente corretto” servirsi di termini ambigui, criptici, che solo gli iniziati sanno utilizzare ai loro fini. Gli iniziati sono qui femministe, gay e loro amici. Il termine, nota l’Autore, è oscuro anche in inglese ed è intraducibile alla lettera. E non solo in tedesco. Implica l’idea di condurre o ricondurre qualcuno o qualcosa nella corrente (stream) principale o maestra (main), il “main stream” appunto. In inglese, la parola “mainstream” è usata di frequente come aggettivo, nel senso di “importante, principale o tradizionale”. Per esempio: “the mainstream jazz”: la musica del jazz detto tradizionale; “the mainstream theologians”: i teologi più importanti.  Ma è nel linguaggio della Rivoluzione Sessuale che tale termine viene soprattutto impiegato come verbo. L’entità che verrebbe condotta o ricondotta nella “corrente principale” sarebbe appunto “il genere”, maschile e femminile, i due sessi. Ma può esistere una “corrente maestra” concernente i due sessi, nella quale meglio situarli? Che significa?  

Nel sottotitolo dell’opera, Zastrow ci dà la sua libera traduzione del termine in questione. Letteralmente: “politico rovesciamento dei sessi”. “Mettere nella corrente principale” il genere significa condurlo-ricondurlo nella “corrente maestra”, rappresentata da che cosa?  Lo si intuisce: dalla perfetta uguaglianza tra i sessi o generi, rappresentativa della “vera” sessualità. E quest’azione deve essere condotta dalla Politica e quindi mediante la legislazione statale e sovrastatale (EU, ONU). Si tratta allora di un “radicale rovesciamento (Umwandlung) politico del genere”. Ossia: “della politica del rovesciamento o dell’inversione dei sessi”. Siffatta incredibile politica è perseguita attivamente dal governo tedesco, nascosta in programmi il cui scopo ufficiale sembra unicamente quello di promuovere la perfetta uguaglianza (Gleichstellung) tra l’uomo e la donna. Questi programmi sono sempre elaborati su materiali femministi. Nei siti web del Ministero della Famiglia tedesco, la parola “Gender mainstreaming” è usata di frequente, senza esser tuttavia mai tradotta o spiegata. Ma si riesce a capire che la nozione del “Gender mainstreaming” implica la “modificabilità” dei ruoli dei sessi, così come intesi dal punto di vista sociale e culturale tradizionale (op. cit., pp. 7-10; 14-15). Questa è indubbiamente la nozione chiave: la “modificabilità” dei ruoli tradizionali dei sessi. 

Nella sua terminologia ufficiale, il governo tedesco “gioca a carte coperte”, per usare l’efficace immagine di Patrizia Fermani. Si tratterebbe solo di promuovere la “perfetta uguaglianza” tra uomo e donna. Ma ciò, aggiungo, non comporta forse l’abolizione di ogni “discriminazione”? In funzione, naturalmente, dell’attuazione delle “pari opportunità” e per prevenire, si capisce, la “violenza di genere”. Ho usato l’arcinota terminologia “genderspeak” impiegata dalla ministra Giannini, nel ribattere alle recenti interrogazioni della Lega sul punto [qui].  Il fatto è che l’ideologia di genere ha i suoi presupposti proprio nei caposaldi appena elencati dell’ugualitarismo demenziale che si è voluto imporre per legge ai sessi nei loro rapporti e che naturalmente si è per ciò stesso attuato ampiamente nella vita di tutti i giorni, con i risultati spaventosi che sono sotto gli occhi di tutti (tranne di quelli che vogliono nascondere la testa sotto la sabbia, per non vedere). Per questo, non bisogna fidarsi delle dichiarazioni della Giannini, una delle tante femministe inflazionate nel Parlamento della Repubblica, scolte in Aula clamantes del cosiddetto “partito trasversale delle donne” che, obliquamente ad ogni schieramento politico, “porta avanti” da anni senza deflettere tutte le istanze della Rivoluzione Sessuale.

È ovvio che la parola inglese “gender” ha acquistato un nuovo significato, non può esser intesa quale semplice traduzione della parola italiana “genere” o del suo equivalente tedesco (Geschlecht): genere umano, genere (sesso) maschile, femminile. Ma qual è stata l’origine di questo suo nuovo significato? Questo è un punto che mi sembra importante illustrare. Il nuovo significato proviene da elucubrazioni di psicologi esperti nella cosiddetta “psicologia sessuale”, che hanno voluto fabbricare un fondamento “teorico” alle esigenze della sensibilità dei cosiddetti “transsessuali”. Vale a dire, di uomini del tutto normali dal punto di vista biologico, i quali, volendo tuttavia essere come le donne, sostenevano di sentirsi a disagio nel loro corpo naturale, che sembrava loro pertanto “falso”. Si trattava evidentemente di individui dalla sensibilità anomala, per usare un eufemismo. Per accontentarli, alcuni di questi psicologi hanno inventato la teoria secondo la quale esistono due “generi”. E cioè: il “genere biologico (il sesso, in inglese)” e “il genere nel senso psichico-emotivo o per così dire metafisico, nettamente separato (abgelösten) dal sesso naturale” (ivi, p. 11).  Il genere nel senso “psichico-emotivo”, sarebbe allora il genere per eccellenza:  il “gender”. Si tratta del sesso (o identità sessuale) che uno/una si fabbricherebbe da se stesso/se stessa, secondo i suoi desideri!

3. L’assurdità dei due “generi”.  Il fondamento logico e scientifico di una simile “teoria”, osservo, sfugge a qualsiasi persona dotata di buon senso e sana di mente.  Sfugge, per il semplice motivo che non esiste né può esistere. Inevitabilmente, i movimenti omosessuali si sono impadroniti della “teoria”, dalla quale hanno elaborato la nozione del “gender” come “genere sociale”. Il “genere sociale” sarebbe il genere che la società vuole imporre e che richiede l’eterosessualità (ivi, p. 11). L’eterosessualità (l’attrazione e la relazione fisica, affettiva e sentimentale naturale tra i due sessi) viene allora concepita in modo del tutto erroneo e distorto: essa non apparterrebbe alla natura, sarebbe costruita ed imposta dalla società, da una certa “cultura” ovviamente “patriarcale” e “maschilista”!  L’eterosessualità sarebbe allora nient’altro che una “ideologia”, una “costruzione socio-politica”(ivi). La componente lesbica del femminismo, sempre presente in esso ma oggi nettamente dominante, si è gettata a corpo morto nell’elaborazione di questa “teoria”, portandola all’estremo. Le lesbiche gridano oggi le loro menzogne in modo sempre più allucinato: “ogni donna è bisessuale per natura;  essere madri e donne di casa non è che schiavitù, imposta dalla società, sempre dominata dagli uomini” (ivi, pp. 13-17)!

L’autore mette bene in rilievo i legami tra i movimenti delle donne, il lesbismo e la componente femminile dei quadri dirigenti tedeschi e internazionali, in particolare di quelli dell’ONU (ivi, pp. 11-31). Ma da tempo ci si è comunque accorti, anche al di fuori della Germania – annoto – dell’esistenza di questa rete omo-femminile-femminista in quasi tutte le organizzazioni dirigenti e di potere (culturali e politiche) dei paesi cosiddetti “occidentali”. Influente sembra anche la rete delle “accademiche” che popolano le ben retribuite cattedre degli istituti universitari dediti ai cosiddetti Women’s studies, dal taglio prevalentemente letterario e sociologico, diffusi (per ora) soprattutto nel mondo anglosassone; “studi” culturalmente inani se mai ve ne furono ma fondamentali nell’elaborazione dell’ideologia di genere, che essi contribuiscono attivamente a diffondere con gruppi di studio, ricerche e pubblicazioni che costano nell’insieme milioni di dollari all’erario dei loro Stati. Da tempo abbiamo dovuto comunque prender atto anche delle voci ricorrenti sull’esistenza di una  “lobby gay” all’interno della Gerarchia della Chiesa cattolica, alimentate non solo dai ben noti scandali omosessuali ma anche da dichiarazioni ed atteggiamenti favorevoli all’omosessualità di cardinali, vescovi, preti, suore. 

La subcultura femminista ed omo si sforza dunque di contrapporre il supposto “genere” autentico al supposto “genere” falso, che sarebbe quello fabbricato dalla società. L’assurdità dell’impostazione è palese. Nel genere supposto “autentico”, concepito in modo del tutto separato dal suo substrato biologico sì da poter esser l’espressione di tutte le “pulsioni” della nostra soggettività, vi si può immettere tutto ciò che si vuole. Esso viene a dipendere dal gusto personale di ciascuno. Dobbiamo pertanto esser considerati tutti come dei “gendernautae” [sic], dei liberi naviganti nella grande corrente maestra (nel “mainstream”) della sessualità senza frontiere; cioè nella sessualità priva di differenze checchesia tra mascolinità e femminilità (questo è il punto che interessa veramente) poiché le differenze sarebbero puramente psichiche (o culturali) e nient’affatto biologiche! (ivi, pp. 13-18). Ma i movimenti omosessuali pretendono addirittura di aver trovato nella scienza medica un valido fondamento a queste loro “teorie”. Riportando alla memoria il terribile “caso Reimer”, oggi ancora sconosciuto ai più, la seconda parte del saggio di Zastrow si occupa dettagliatamente di quest’aspetto, mettendo bene in luce l’impostura che vi predomina (ivi, pp. 35-58). 

4. Il caso Reimer. L’infelice Bruce Reimer e il suo gemello monozigote Brian erano due israeliti canadesi, nati il 22.8.1965. Sette mesi dopo la nascita, un sanitario malaccorto, nel circoncidere Bruce con uno strumento elettrico, ne danneggiò involontariamente ma seriamente il pene, ustionandolo e riducendolo così ad un moncone (ivi, p. 36). Per prevenire le frustrazioni che la cosa avrebbe potuto provocare nel giovane, i suoi genitori ebbero l’infelice idea di rivolgersi ad uno psicologo neozelandese, tale John Money, che all’epoca lavorava nella Johns-Hopkins-Clinic di Baltimora, negli Stati Uniti, e si stava facendo fama di innovatore nel campo della sessualità, soprattutto in televisione. Purtroppo costui era un fanatico precursore della “gender theory”. Si occupava di bambini “intersessuali”, detti impropriamente “ermafroditi” [perché alla nascita non avevano ancora un sesso ben definito, riscontrandosi una “contraddizione tra i loro organi sessuali e il genere quale risultava dai cromosomi”]. Money ne manipolava chirurgicamente gli attributi virili, anche ricorrendo alla castrazione, e poi si sforzava di trasformarli in femmine grazie a cure di ormoni, chirurgia plastica in quantità ed una manipolazione “pedagogica” appropriata (ivi, p. 38). Propagandava “terapie” che all’epoca erano d’avanguardia, per così dire, quali il “sesso di gruppo”, la bisessualità, i “fucking games” tra fanciulli (“jeux d’enfants” mimanti la fornicazione) ed altro (ivi, pp. 38-40). Diceva che l’“identità di genere” era cosa del tutto diversa dal “ruolo di genere”. Giocando su questa pretesa “discordanza”, sarebbe stato sicuramente possibile, “fare di un ragazzo una ragazza e di una ragazza un ragazzo” (p. 38). 

Applicò queste sue aberranti idee a Bruce Reimer. A 22 mesi il poveretto “fu evirato e con la pelle dei suoi testicoli Money gli fabbricò le labbra rudimentali di una vagina”[4]. Dopo di che, si cominciò a vestirlo come una bambina, a dirgli ogni giorno che era una femmina, a chiamarlo “Brenda”, ad educarlo come una bambina. Il fratello gemello, Brian, fu costretto a partecipare all’impresa come “osservatore scientifico” del progresso di suo fratello sul cammino dell’effeminamento. Bruce fu imbottito di ormoni femminili, gli furono fatte delle operazioni di chirurgia plastica. “Brenda Reimer – si diceva – sembrava veramente una ragazza affascinante, dai lunghi capelli” [sic]. Money diventò celebre. Una nota femminista, la lesbica americana Kate Millet, nel suo bestseller Sexual Politics (1970), si appoggiò su di lui per “dimostrare” che “l’eterosessualità altro non era che ideologia”, essendo il sesso nient’altro che una creazione della “cultura” e dell’”educazione”. Basandosi anch’essa sull’esperienza di Bruce Reimer, la diffusa  rivista “New York Book Review” non esitò a decretare che “se uno dice ad un ragazzo che è una ragazza e lo alleva come tale, costui si comporterà in tutto come una ragazza”(pp. 43-44). Il “caso Reimer” era citato nei libri scientifici. Ancora nel 2004 la letteratura femminista osava portarlo in palmo di mano quale dimostrazione vivente delle sue “teorie” sulla natura esclusivamente “culturale “ del “genere” (pp. 48-49).

5. Era tutta un’impostura. Ma nella realtà, come erano andate le cose? Esattamente all’opposto di quanto diffuso dalla propaganda femminista. Il povero Bruce rifiutava di mettersi gli abiti da donna, li stracciava, doveva essere costretto ad indossarli. Come tutti i ragazzi della sua età voleva giocare con le automobiline e le armi e non voleva saperne di bambole, gioielli, vestiti. A scuola “Brenda” era un disastro. Cadeva in preda a crisi di nervi e diventava violento. Tutti i compagni lo odiavano e lo chiamavano “il troglodita”. Era ovvio che Bruce non voleva diventare “Brenda”. A undici anni, pensò al suicidio (pp. 48-49). Ogni anno i due gemelli erano costretti a recarsi a Baltimora per subire una visita di controllo da parte del suddetto Money. Per entrambi questa visita era un incubo spaventoso, come risulta dai particolari riportati da Zastrow e che risparmio al lettore (pp. 49-50). Il loro aguzzino voleva effettuare nuove operazioni chirurgiche sul povero Bruce per “perfezionare la sua femminilità”. Ma il ragazzo si rifiutò sempre tenacemente. Diceva apertamente che non voleva diventare una femmina (p. 52). Quando raggiunse i 13 anni d’età le visite a Baltimora ebbero finalmente termine.

Nonostante la somministrazione di grandi quantità di ormoni femminili, Bruce ebbe una pubertà da maschio. Si affidò allora agli ormoni maschili. Cambiò il suo nome in quello di David perché si sentiva come Davide contro Golia. Recuperò per quanto possibile l’uso dei suoi genitali e si sposò. Ma era ossessionato da un profondo senso di vergogna, per tutto quello che aveva dovuto subire, e alla fine la disperazione ebbe purtroppo il sopravvento. Nel 2004 si uccise con un fucile da caccia, all’età di 39 anni. L’anno precedente il suo gemello si era anch’egli suicidato, ingerendo sonniferi (p. 46).

A partire dal 1980 Money non menzionò più il caso Reimer nelle sue pubblicazioni. Tuttavia continuò a sostenere la validità delle sue teorie, unitamente alle femministe, ovviamente. Ma “l’esperimento” che avrebbe dovuto provare la validità della teoria (ossia che essere uomo o donna dipende solamente dall’educazione, dalla “cultura”) aveva nei fatti dimostrato che la teoria era del tutto fallace. La ciarlataneria di Money diventava sempre più evidente. I suoi metodi “terapeutici” furono contestati, la “Gender Identity Clinic” chiusa nel 1979. Si abbandonò il metodo disumano di intervenire rapidamente per via chirurgica sui cosiddetti “ermafroditi”. Oggi, per fortuna, si è diventati molto più prudenti. Si aspetta che essi raggiungano la pubertà, il cui esatto sviluppo non può esser previsto. Gli interventi chirurgici sono limitati al minimo e solo con il consenso degli interessati (pp. 54-55).

Quando la vera storia del povero David Reimer venne alla luce, Money fu subissato di critiche.  Si difese replicando che tutte le accuse altro non erano che un coacervo di “pregiudizi antifemministi”.  A suo dire, tutti coloro che sostenevano essere la differenza tra uomini e donne “geneticamente fissata”, volevano solo “rinchiudere le donne nel loro ruolo tradizionale, ancorato al letto e alla cucina” (pp. 57-58). Le risposte di Money erano puramente polemiche, prive di qualsiasi spessore scientifico, per evidenti motivi. E tuttavia l’influenza pubblica delle teorie di Money, sottolinea Zastrow, ha continuato a farsi sentire per lo meno sino alla fine del secolo appena trascorso. “Senza il lavoro precorritore di Money, la “Gender Theory” ben difficilmente si sarebbe profilata all’orizzonte del femminismo mondiale, sino a venir adottata dall’odierno linguaggio burocratico della Repubblica Federale Tedesca. Ciò che Money propagandava nel 1965, lo si può ritrovare oggi nel sito web della ministra tedesca per le questioni femminili, ove si legge: “…all’opposto del genere biologico, i ruoli dei generi si possono apprendere solamente [nella società]”[5]. Sarebbero appunto frutto della “cultura”, non della “natura”. E lo si ritrovava, aggiungo da parte mia, nelle incredibili Linee guida per un’informazione rispettosa delle persone LBGT, manualetto (poi ritirato in seguito alle più che legittime reazioni di cattolici “tradizionalisti”) pubblicato nel 2013 a cura del “Dipartimento per le pari opportunità” (altro prodotto della “filosofia di genere”), alla p. 7 dell’edizione on-line, con esplicito richiamo ai Women’s studies quale laboratorio intellettuale di questa orrenda ideologia.

Il dictum della ministra tedesca, come dimostra il brillante e coraggioso studio di Zastrow, è costruito interamente sul vuoto; anzi, su di una colossale menzogna, quella stessa, a ben vedere, diffusa dall’ icona del femminismo mondiale, la corrottissima Simone de Beauvoir, l’amante bisessuale del famoso filosofo esistenzialista, l’erotomane Jean-Paul Sartre: “donne non si nasce, si diventa” (sul punto, anche Zastrow, pp. 35-36). Ormai sappiamo per lunga esperienza che la  m e n z o g n a  è il pane quotidiano del “politicamente corretto”. Nell’accusare il regime sovietico che fu, Alessandro Solženitsin disse, in una celebre conferenza, che né i popoli né gli individui possono “vivere nella menzogna”. La nostra decadente e demente democrazia euroamericana propala oggi le peggiori menzogne, tra le quali il “gender mainstreaming” occupa sicuramente un posto d’onore. Il suicidio degli sventurati gemelli Reimer, tragiche vittime della “ideologia di genere”, non può non avere per noi anche un significato emblematico: quello di farci capire che con quella sinistra ideologia il Fronte del Male sta tentando da tempo di far suicidare i nostri popoli e nazioni.

6. La “gender theory” nega l’evidenza fornita dalla natura.  Alcune riflessioni finali, senza pretesa di completezza. Le differenze naturali tra maschi e femmine non sarebbero un prodotto della natura ma della “cultura” socialmente dominante, onde il vero sesso sarebbe il “genere” al quale l’individuo vuole scegliere di appartenere, etero,omo, trans etc. che sia? Una simile “tesi” implica innanzitutto l’assunto che in natura i caratteri sessuali non siano ben marcati e distinti nel maschio e nella femmina, né dal punto di vista fisiologico né da quello anatomico. Ma ciò è insostenibile perché contro l’evidenza più elementare. Gli apparati sessuali di uomini e donne sono costruiti diversamente ma in modo da essere interdipendenti nel senso di complementari gli uni agli altri, dal momento che si integrano perfettamente ai fini del concepimento della prole. Sono così per opera della natura, evidentemente, dato che maschi e femmine nascono in quel modo sin da quando esiste il genere umano. Per opera della Natura e quindi della volontà di Chi l’ha creata. Tale complementarità risulta non solo dalla fisiologia ma anche dall’anatomia. L’utero della donna è costruito in modo da poter esser penetrato dal membro maschile per esser fecondato e dar luogo alla formazione del feto e del bambino nel ventre della madre. Invece la parte finale dell’intestino che chiamiamo il retto, con la sua propria struttura muscolare (lo sfintere), mostra l’anatomia di un organo costruito unicamente per poter evacuare le feci, non per altri usi.  E se lo si utilizza a fini sessuali, sia che ciò avvenga tra maschi o tra maschi e femmine, si tratta evidentemente e comunque di un uso contronatura, come si è sempre giustamente ritenuto. Contronatura, non solo per il carattere in tutti i sensi ripugnante della cosa, ma già per il fatto di sfogare la propria concupiscenza mediante un organo che la natura non ha destinato a quell’uso ma all’evacuazione, come risulta inequivocabilmente dalla nostra stessa anatomia. Scegliere il retto al posto dell’utero, costituisce pertanto scelta contraria a quella della natura e quindi contronatura. Questa scelta viola l’anatomia di una determinata parte (quella rettale) della nostra costituzione fisica, la quale è evidentemente un prodotto della sola natura. La condanna morale ed estetica di quest’ uso perverso si fonda pertanto in primo luogo già sul fatto obiettivo della costituzione anatomica dell’essere umano. E quindi sulla natura dello stesso, così com’è in sé, come Dio l’ha fatta, nella sua perfetta e compiuta anatomia. Nessuna persona sensata può infatti sostenere che la nostra anatomia di esseri umani sia un prodotto della “cultura”. 

Gli apparati riproduttivi degli esseri umani sono simili a quelli degli altri mammiferi. Ci rendono simili agli animali, dal lato appunto della natura, costituita in modo da potersi riprodurre e perpetuare. L’istinto della riproduzione, che, utilizzando il desiderio del piacere carnale, spinge all’accoppiamento tra maschi e femmine, ce l’abbiamo o no, in quanto puro istinto, allo stesso modo degli animali? E negli animali deve considerarsi un prodotto della natura o della “cultura”? Gli animali non hanno né società né “cultura” quindi è la loro natura che, sotto forma di istinto, li spinge all’accoppiamento tra maschi e femmine per la riproduzione. E ciò che qui vale per gli animali non vale anche per noi, per quella parte della nostra natura che è appunto animale, intendendosi il termine in senso puramente biologico?

Inoltre, la natura non può aver creato una tendenza omosessuale naturale negli esseri umani da essa forniti di apparati riproduttivi tra loro complementari, nelle due forme del maschio e della femmina: non può perché l’omosessualità è per definizione intrinsecamente sterile. Dire che la natura l’ha posta in noi come tendenza naturale allo stesso modo dell’eterosessualità, in modo che potessimo scegliere a seconda dei gusti, equivale a dire che la natura avrebbe programmato la propria estinzione, in quanto natura. Il che non è razionalmente sostenibile. E se la natura ha posto come naturali in noi tendenze omo, per qual motivo ci ha allora fornito dei due apparati riproduttivi tra loro complementari e nello stesso tempo così ben differenziati nei due tipi che costituiscono il maschio e la femmina? Tanto per perder tempo? Se le tendenze omo fossero naturali, la natura sarebbe in se stessa contraddittoria perché da un lato avrebbe costruito gli individui come maschio e femmina in modo da renderli fisiologicamente ed anatomicamente atti a soddisfare l’istinto naturale della riproduzione, istinto vitale; dall’altro, li avrebbe simultaneamente forniti di un istinto del tutto opposto o istinto di morte, consistente nel sottrarsi all’istinto vitale utilizzando i loro organi sessuali in attività omosessuali, non conformi alla loro fisiologia e anatomia, create quest’ultime sempre dalla natura. Una natura minata da una contraddizione del genere non avrebbe in realtà potuto mantenersi a lungo ed anzi, a ben vedere, nemmeno esistere. E difatti, il “gene” dell’omosessualità, qualsiasi cosa affermino in proposito i media, non esiste[6].

Dire che il sesso non esiste in natura perché è una libera scelta dell’individuo, quale essa sia, che lo Stato deve riconoscere e persino tutelare e promuovere con gli strumenti giuridici più appropriati, poiché in natura al posto del maschio e della femmina (dei due sessi) esisterebbe invece un “genere” del tutto psicologico, in sé indeterminato, che ricomprenderebbe mascolinità e femminilità o “altro” come semplici possibilità da esplorare a piacere: pensare questo, a parte ogni valutazione religiosa e morale, significa in primo luogo avere un’idea del tutto sbagliata della natura e del suo modo di operare, oggi ampiamente illustrato dalla scienza, che conferma l’esistenza in essa di un  o r d i n e  basato, per ciò che riguarda il mondo animale, sulla complementarità feconda ed ineliminabile dei due sessi, maschile e femminile, la cui reciproca, istintiva attrazione soddisfa quella fondamentale esigenza di riproduzione mediante la quale la natura stessa esiste e si perpetua.
Paolo Pasqualucci
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1. Volker Zastrow, Gender. Politische Geschlechtsumwandlung, mit Zeichnungen von Anke Feuchtenberger, Edition Sonderwege bei Manuscriptum, Waltrop und Leipzig, 2010³, pp. 58. www.manuscriptum.de. [Genere. La politica dell’inversione dei sessi. Incisioni di Anke Feuchtenberger]. In forma più ridotta una mia recensione a questo lavoro è apparsa sul trimestrale francese Catholica, n. 112, estate 2011, pp. 92-96, con il titolo: Le mensonge diabolique du Gender mainstreaming. Questo testo è stato da me interamente rivisto e ampliato, modificato in più punti e pubblicato in italiano con il titolo Le menzogne dell’ideologia di genere: il “Gender Mainstreaming” sul sito “Riscossa Cristiana” nel gennaio del 2014, con il gentile permesso del direttore di Catholica . Ora lo riproduco qui, dopo averlo nuovamente rivisto, aggiornato e modificato in più parti. 
2. Vedi, tra gli altri: Manfred Spreng – Harald Seubert (a cura di Andreas Späth), Vergewaltigung der menschlichen Identität. Ueber die Irrtümer der Gender-Ideologie [L’identità umana violentata. Sugli errori dell’ideologia di genere], Verlag Logos Editions, Ansbach, 2012, pp. 110; Inge M. Thürkauf, Gender Mainstreaming. Multikultur und die Neue Weltordnung [Gender mainstreaming. Multiculturalità e nuovo ordine mondiale], Schweizerzeit-Schriftenreihe Nr. 55, “Schweizerzeit” Verlag, Flaach, 2013, pp. 47.
3. Per ciò che riguarda la pubblicistica italiana cattolica sul tema, oltre ai vivaci e puntuali contributi apparsi su vari siti (ricordo qui, tra altri, i nomi di Elisabetta Frezza, Patrizia Fermani, Danilo Quinto, Piero Vassallo) e ribaditi in alcuni convegni, rammento in particolare il saggio di G. Amato, Omofobia o eterofobia? Perché opporsi a una legge ingiusta e liberticida, con Prefazione di S. E. mons. Luigi Negri, Fede & Cultura, Verona, 2014, pp. 206. 
4. Traduco letteralmente. Il testo dice: “Der plastische Chirurg, der am 3. Juli 1967 ihr 22 Monate altes Kind kastrierte und aus der Haut seines Hodensacks rudimentäre Schamlippen formte etc.”, op. cit., p. 42.  
5. Zastrow, p. 56:  “…dass Geschlechtsrollen im Gegensatz zum biologischen Geschlecht nur erlernt seien”. 
6. Vedi in proposito gli scritti di un’autorità mondiale nel campo degli studi sull’omosessualità e della cura delle persone omosessuali, da lui stesso perseguita con successo, lo psicologo e psicoanalista olandese prof. Gerard J.M. van den AARDWEG, del quale cito qui lo scritto divulgativo: Selbst-Therapie von Homosexualität. Leitfaden für Betroffenen und Berater [Curarsi dall’omosessualità. Indicazioni per pazienti e consulenti], Hänssler, 1996, Neuhausen-Stuttgart, 1996, in particolare il paragrafo dedicato a: Homosexualität in den Genen? Im Gehirn? [Omosessualità nei geni? Nel cervello?], pp. 34-41, che confuta i miti pseudoscientifici in proposito circolanti. Di questo Autore si trovano diversi interventi in inglese su Internet; credo sarebbe  utile tradurne qualcuno in italiano. Tra l’altro ha denunciato senza mezzi termini, con precisi argomenti tratti dalla sua lunga esperienza, la “ispirazione gay” apparsa in certi paragrafi (nn. 50-52) dello “Interim Report”(Instrumentum Laboris) prodotto in vista del Sinodo sulla famiglia dell’anno scorso, che provocò la ben nota contestazione (vedi: Gerard van den Aardweg PhD, The gay inspiration underlying the Vatican synod’s interim report, sul sito www.lifesitenews.com. – 16.12.2014). Anche il celebre neurobiologo inglese Steven Rose ha deriso come pura mitologia, pseudo-scienza al massimo grado, le sgangherate teorie sulla pretesa dell’esistenza di “gay genes” negli omosessuali (ID., Lifelines.  Life Beyond the Gene, 1997, Vintage, London, 2005, p. 211).
Paolo Pasqualucci

25 commenti:

  1. La verità svelata dal Tempo :
    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-alto-tradimento-13435.htm

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  2. Giusto una precisazione medica: è la vagina che è penetrata, non l'utero. Tuttavia è vero che l'ano, parte terminale del retto è separato dal retto stesso da uno sfintere, onde evitare di perdere le feci, sfintere fatto in modo da evacuare, non ricevere, alcunchè. La vulva non è separata dalla vagina se non dall'imene, struttura anatomicamente temporanea, normalmente NON muscolare, e la vagina non è separata dall'utero da nulla. Nessuno sfintere in tutto ciò. Inoltre la mucosa della vagina è diversa da quella dell'ano e del retto. Mucosa: centinaia e centinaia di cellule che ogni giorno muoiono e si riformano, in un caso fatte così e nell'altro fatte cosà. Nessuna cellula sana sbaglia funzione, tutte lavorano secondo un piano ordinato e prestabilito. Nessuna pressione sociale o psicologica può trasformare una cellula della mucosa vaginale in una cellula della mucosa rettale, e viceversa.
    Se si studia l'embriologia umana (che è poi quella dei mammiferi in genere) si vede quanto sia complessa la formazione e lo sviluppo degli organi sessuali primari (ovaie e testicoli, e tutto ciò che sta loro intorno, sopra e sotto, dentro e fuori). La Natura e l'evoluzione (interessante come siano tutti evoluzionisti, ma poi credono alle panzane del "gender") si sarebbero tanto complicati la vita, se etero ed omo fossero uguali, dal punto di vista appunto della Natura ?

    RR

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  3. Purtroppo sono sempre più convinta che nel clero odierno la proporzione degli omosessuali (maschi e femmine) superi ampiamente il già largo, ed erroneo, valore del 5%. Quindi tutti 'sti discorsi sono un "Cicero pro domo sua".
    Rr

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  4. Nel clero odierno la proporzione omosessuale è cresciuta esponenzialmente, non esclusi quelli che fanno sfoggio di 'virilità'....

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  5. L'articolo del prof. Pasqualucci è una delle confutazioni più chiare ed esaustive della malvagia e demonica "ideologia del gender". Grazie, caro Pasqualucci.

    Occorre tuttavia scavare più a fondo: perché improvvisamente e quasi contemporaneamente nel mondo, l' "ideologia del gender", si è scatenata nell'ultimo decennio, anche se prodromi non erano mancati anteriormente? Perché, e attraverso quali canali, si è imposta sull'opinione pubblica, anche mediante una totalitaria, ricattatoria minaccia della folle accusa di "omofobia", spesso sanzionata penalmente, ma comunque sempre socialmente, anche grazie all'opera unanime delle agenzie educative, dei mass media, delle autorità pubbliche?. Perché questa acritica accettazione, da parte di opinioni pubbliche fino a pochi lustri fa ancora legata a una "norma naturale" che, appunto, è naturale prima ancora che cristiana e che condanna la sodomia in tutte le sue forme (il caso dell'Irlanda è esemplare)? Perché sono stati ignorati gli avvertimenti di chi denuncia il collegamento tra omosessualità e pedofilia che sarà, inevitabilmente, il prossimo obiettivo di "liberalizzazione"?. Chi ha governato questa immane impresa di social engineering, che necessita di immensi capitali per la corruzione di legislatori, giornalisti, opinionisti, agenzie educative, prelati, opinion leader?. Perché multinazionali e grandi aziende finanziano le associazioni omosessualiste (guardate il sito di "Parks", associazione omosessualista rivolta alle grandi aziende e ispirata, in Italia, da Scalfarotto, quello che vorrebbe metterci tutti in galera: troviamo i nomi di Microsoft, Costa Crociere, Barclays, Accenture, Johnson & Johnson, Ikea, Telecom, Citygroup, Roche, Barilla, IBM e molti altri). Perché queste stesse aziende impongono ai loro dipendenti obbligatori corsi di rieducazione alla "teoria del gender", perché attuano "azioni positive" per promuovere nella carriera, in scapito al merito, donne e "gay" e spesso, nei campus americani, ma non solo, attuano discriminatorie campagne di reclutamento rivolte solo agli omosessuali?

    Occorre certamente (grazie ancora, prof. Pasqualucci) confutare, dottrinalmente, scientificamente e socialmente l'orribile, totalitaria, malvagia "teoria del gender" e le sue attuazioni. Ma non basta. Accorerebbe anche individuarne i mandanti, le cause, le ideologie che la ispirano. E soprattutto, perché. Come tradizionalisti, sulla causa remota, non abbiamo dubbi: il demonio. Dobbiamo lavorare un po' di più sulle cause prossime: per denunciare le agenzie mondialiste, le fondazioni e le sette che rappresentano quel "mondo di mezzo" che vuole l'omosessualizzazione del mondo.

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  6. "...prof. Gerard J.M. van den AARDWEG, del quale cito qui lo scritto divulgativo: Selbst-Therapie von Homosexualität. Leitfaden für Betroffenen und Berater [Curarsi dall’omosessualità. Indicazioni per pazienti e consulenti], Hänssler, 1996,..."

    Prova, evidentissima, ne sia l'esperienza diretta di Luca Di Tolve (quello della canzone "Luca era gay) che è guarito dall'omosessualità:
    http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3492

    Il noto Prof. Francesco Bruno fu denunciato all'Ordine dei Medici, da parte dell'Arcigay, per aver dichiarato che l'omosessualità è un disagio psicologico, quindi, curabile.
    L'Ordine dei Medici respinse la denuncia.

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  7. Silente,
    chi c'e' dietro?
    Beh, per esempio gli hedge funds, cfr articolo su CNBC del 28 giugno u.s. a firma Lawrence Delevigne. Non riesco a postare il link, ma dovresti trovarlo. Osservare, prego, i nomi e cognomi dei fondatori ed amministratori delegati.
    Rr

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  8. Paolo Pasqualucci03 agosto, 2015 20:07


    @ Su chi promuove l'ondata omosessualista

    Ringrazio per l'apprezzamento, sempre generoso. Aardweg, in una delle sue interviste riportate su Internet sotto il suo nome, afferma che il movimento per i "diritti" gay etc. e' diventato potente su scala mondiale da quando ha avuto l'appoggio di quelle forze che vogliono attuare il controllo della popolazione mondiale mediante la limitazione delle nascite. L'abortismo e l'omosessualismo rientrerebbero in questa strategia. Sono forze rintracciabili nel mondo della finanza, del grande business, dell'alta politica. Secondo me, tuttavia, questa e' solo una componente del quadro, anche se importante perche' fornisce mezzi economici e politici.
    L'altra e' rappresentata dal fattore ideologico in quanto tale, ossia dalla degenerazione del concetto di liberta' individuale che caratterizza il presente momento storico dello "Occidente". E' l'antropocentrismo assoluto dell'uomo ribellatosi a Dio, che alla fine si annienta in se stesso, proprio come individuo creato da una Natura istituita da Dio, distruggendo il suo stesso fondamento etnico-biologico (aborto + omosessualita'+ libertinaggio di tutti i tipi: peggio di cosi'.., e' la morte, l'autodistruzione.).
    Questo processo e' andato cosi' avanti anche perche' la Chiesa cattolica ha ceduto, lo si e' detto tante volte, a partire dal Vaticano II. I veleni ereticali che le circolavano dentro avrebbero dovuto esser cauterizzati dal Concilio. Era il suo compito fondamentale. Invece, per il noto tradimento (e' questo la parola giusta, a ben vedere) dell'alta Gerarchia, sono stati immessi nell'organismo ancora ampiamente sano dell Chiesa. Adesso siamo alla cancrena, che vediamo fermentare purulenta, dal vertice in giu'. Ma anche le colpe della Chiesa non spiegano tutto. C'e' la decadenza "mentale" della classe politica, a livello mondiale. Per esempio, di classi politiche indipendenti dal cattolicesimo, come quella americana. Se uno paragona un Truman a un Obama, vede quale abisso li separa. Quando io ero giovane, all'inizio degli anni Sessanta, chi avrebbe potuto pensare che la dirigenza statunitense si sarebbe ridotta in queste condizioni? Qui la Chiesa non c'entra. C'entra l'implosione, il disfacimento della visione del mondo a fondamento della democrazia di massa, grazie al degenerare di tante sue componenti culturali, scientifiche, filosofiche, letterarie. Certo il discorso e' complesso, queste sono solo alcune tra le considerazioni da fare. Bisognerebbe riuscire ad indentificare nel concetto tutte le componenti del problema, come, secondo Hegel, riusciva sempre ad Aristotele.

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  9. Basta leggere le biografie di vari " founding fathers and mothers" del marxiamo, femminismo, omosessualismo, rivoluzione sessuale, contraccezione, planned parenthood., ecc., e sembra di sfogliare un album di famiglia. Tutti amici o parenti o correligionari o compagni di partito o compatrioti, tutti concentrati a New York ( come ora)!... Eeppure l' America e' un grande paese !
    Rr

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  10. Sì, caro Pasqualucci, è così. Però occorrerebbe scavare ancora più a fondo. Che nell'omosessualismo ci sia una componente di odio de-natalista per l'uomo di origine gnostica, nulla questio. Che ci sia un fondo demoniaco di avversione per il kosmos, per l'ordine naturale, divino e a favore di un kaos individuale, sociale e politico, altrettanto certo. E' la logica della rivoluzione infera. Però occorrerebbe indagare su quella "terra di mezzo" (J.R.R. Tolkien mi perdoni) che governa certi fenomeni. Chi costringe rispettabili aziende di successo a impegnarsi in programmi e attività omosessualiste? Il mercato? Suvvia: quello degli omosessuali è limitato, molto limitato. Non andiamo oltre - ad andar bene - il 5% della popolazione. E corrono un rischio: l'indignazione delle persone "per bene". In casa mia, dopo la resa di Barilla, quella pasta non entra più. E l'ho fatto sapere alla Direzione Marketing della multinazionale. Chi ha pagato la straripante propaganda omosessualista in vista dello sciagurato referendum irlandese (e non entro qui nello spinoso tema della legittimità del sistema democratico di decidere su temi di diritto morale e naturale)? Quali sono gli agenti occulti e palesi che determinano questa abiezione?. Certo, come lei giustamente sottolinea: "C'e' la decadenza "mentale" della classe politica, a livello mondiale." Ma non basta. In parte, ha risposto la brava Rosa, qui sopra: le lobby finanziarie e, soprattutto, di altro genere che vogliono un mondo "denatalizzato" per acquisire ancora maggiore potere. Certo, c'è anche (ma tout se tient), la terroristica "deep ecology" del WWF, di Greenpeace, di Earth First intrise di odio anti-umano. Ma quali sono le centrali che hanno scatenato, quasi contemporaneamente e in un breve lasso di tempo, questa campagna di avversione per la famiglia tradizionale e per la perversione sodomitica? Qualche risposte già le abbiamo: la massonica ONU, le fondazioni tipo Rockefeller e Soros. Ma non basta. Quello che auspico, ma so essere difficile, è l'individuazione degli agenti, diretti e indiretti, di questa colossale e abbietta operazione di social engeneering, di cambiamento della mentalità collettiva. Dobbiamo conoscere l'avversario (che in questo caso è anche l' "avversario" biblico) per combatterlo meglio.

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  11. A parte la bella e chiara sintesi può effettivamente essere utile individuare i "mandanti".
    Il professor Pasqualucci ha sinteticamente parlato di lobby che spingono per il controllo delle nascite, a cui si affiancano anche potentati economici.
    Giustamente ha accennato anche ad una caduta politica e morale inaudita (anche dentro la Chiesa), che non può essere taciuta.
    Ritengo però che tutte queste "cause" possano a loro volta trovare una origine comune: l'azione della setta massonica.
    Questa desidera non solo il controllo delle nascite, ma dell'intera società e di tutte le nazioni, cercando di mantenere la popolazione mondiale sotto i due miliardi. Dei suoi nefasti influssi sulla gerarchia postconciliare se ne è già spesso parlato anche su questo blog.
    Ma non dimentichiamo neppure colui che detta setta, da quanto riferito da massoni "fuoriusciti", viene adorato e servito: satana!
    E così il cerchio sarebbe chiuso.

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  12. Complimenti per questa bella pacata analisi . Che siano "telecomandati "? . Solo così riesco a spiegarmi quanto accaduto al senato di casa nostra da parte degli
    affiliati al pensiero unico universale


    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-e-cosi-il-senato-boccio-i-diritti-universali-delluomo-13440.htm

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  13. @ lister

    complimenti sig. lister, la trovo proprio nel blog giusto. Ah! se vuole continuare il dialogo con me, iniziato nel blog di costanza miriano, le comunico che dobbiamo farlo con nostre mail personali (così vuole l'admin). Per quello che mi riguarda io non ho problemi. Se non se la sente........................A69

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  14. Per chi non lo avesse letto (credo ci sia una versione italiana, ma non so chi la pubblica) suggerisco di leggere "Culture of critique" del Prof. MacDonald, "lapsed catholic", per dirla all'inglese.
    Rr

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  15. A leggere certe biografie, come ho scritto prima, si nota un comun denominatore: individui con forti problemi personali e familiari che si mettono in testa di "far qualcosa" per soffrire meno e far soffrire meno quelli come loro, ammesso che come loro, con storie così estreme ce ne siano poi tanti. L'eccezione che vuol diventare regola.. Per anni nessuno se li fila, finchè non imboccano la "porta giusta" (che di solito, appunto, appartiene ad un esponente della "culture of critique"o ad un qualche "righteous" quacchero o puritano, convinto di essere "holier than thou"). Vengono allora ascoltati, accettati a cuore e viso aperto, apparentemente, e lautamente finanziati per poter ampliare e far crescere la loro propaganda. Viene messo a loro disposizione denaro, mooolto, mooolto denaro, ed una struttura organizzativa degna di un grosso partito. Si crea il problema nella società (la povera donna vittima di aborto procurato che muore di setticemia, la povera donna vittima di un marito delinquente, che non può sposare il bravo giovane che l'ha salvata e l'ha resa madre di 5 bambini, che restano dei poveri bastardini, il povero omosessuale che muore di AIDS deriso ed allontanato da tutti - ricordate il film "Philadelphia" ?) e si propongono le soluzioni. E a forza di parlarne, a forza di telefim e film hollywoodiani che ritraggono i "devianti" come buoni, bravi, belli, intelligenti, colti, mentre le persone normali
    (sposate, continenti, eterosessuali, ecc.), che sono i nemici da sconfiggere, come dei bruti, ignoranti, complessati, poveri di spirito e di soldi, dei "bigots", ecc. Alla fine della "culture war" e della guerra di propaganda (perchè viene vista, concepita e vissuta come una vera guerra da parte "loro", portata avanti come una guerra), decine di Stati approvano quasi in simultanea leggi pro-aborto (controllate), pro-omosessuali (controllate), e via dicendo.
    Si, c'è una regia, e neanche tanto occulta, ormai. C'è dentro la massoneria, di sicuro, c'è dentro il marxismo culturale, l'avanzata nelle istituzioni di cui parlava Gramsci, c'è dentro la Scuola di Francoforte, c'è l'establishment anglosassone, convinto di essere il meglio che la razza umana può produrre sulla terra. E c'è altro. E c'è l'ignoranza della gente che si stufa a leggere, a sentirsi spiegare le cose, non ha voglia di informarsi e acculturarsi. Finchè il problema non li tocca personalmente...Ci sono quelli che ci fanno su i soldi, gente che altrimenti non saprebbe come sbarcare il lunario, artisti da strapazzo, giornalisti da 4 soldi, politici trombati, e via dicendo
    E la Chiesa ? O meglio gli uomini di Chiesa ? esattamente come tutti gli altri. In più, se ai vertice arrivano personaggi con "a chip on the shoulder" o "a dog in the fight", cioè coinvolti personalmente da certi problemi o in certi interessi e credenze, la "Mater et Magistra" verrà fatta ritirare in pensione.
    Rr
    Rr

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  16. Che carini , quelli dell'Onu si preoccupano tanto per noi .... :
    http://www.tempi.it/onu-accordo-futuro-pianeta-aborto#.VcD6k5PtlHx
    http://www.riscossacristiana.it/ora-anche-la-chiesa-ricorre-al-vocabolario-antilingua-dellonu/

    e...questi ingrati rifiutano l'aiuto !
    http://www.tempi.it/ong-scioccata-in-uganda-i-preservativi-ci-sono-gia-ma-le-famiglie-non-li-usano-perche-vogliono-fare-figli#.VcD7W5PtlHw

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  17. T.,
    il problema e' che non solo non li usano con le mogli, ma non li usano anche con tutte le altre !
    Rr

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  18. Ecco i piani del Nuovo Ordine Mondiale denunciati nel 1969 da un insider.

    Tra l'altro:
    FAVORIRE L’OMOSESSUALITÀ
    “Le persone avranno il permesso di essere omosessuali. Non dovranno nascondersi. Inoltre, gli anziani verranno incoraggiati a mantenere una vita sessuale attiva sino a tarda età, al limite delle loro possibilità. Chiunque potrà far sesso, comunque gli vada a genio."

    In più:
    "Le antiche religioni dovranno scomparire, specialmente il Cristianesimo. Una volta abbattuta la Chiesa Cattolica, il resto della Cristianità ne seguirà facilmente le sorti. Quindi sarà possibile far accettare in tutto il mondo una nuova religione utile, la quale incorporerà qualcosa da tutte quelle antiche per renderne più agevole l’accettazione e la familiarità da parte della popolazione. I più non si occuperanno granché di religione; comprenderanno di non averne bisogno.”

    http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=4584



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  19. @ professor Pasqualucci
    "Gli apparati riproduttivi degli esseri umani sono simili a quelli degli altri mammiferi. Ci rendono simili agli animali, dal lato appunto della natura, costituita in modo da potersi riprodurre e perpetuare. L’istinto della riproduzione, che, utilizzando il desiderio del piacere carnale, spinge all’accoppiamento tra maschi e femmine, ce l’abbiamo o no, in quanto puro istinto, allo stesso modo degli animali? E negli animali deve considerarsi un prodotto della natura o della “cultura”? Gli animali non hanno né società né “cultura” quindi è la loro natura che, sotto forma di istinto, li spinge all’accoppiamento tra maschi e femmine per la riproduzione. E ciò che qui vale per gli animali non vale anche per noi, per quella parte della nostra natura che è appunto animale, intendendosi il termine in senso puramente biologico?"

    A questo punto potrebbe inserirsi una possibile obiezione degli omosessualisti, secondo i quali l'omosessualità umana sarebbe secondo natura in quanto si avvale di numerosissimi esempi nel mondo animale. Ed è vero, ma solo dal punto di vista esteriore, perché le motivazioni sono diverse. Sta di fatto che i rapporti omo degli animali non sono determinati dalla stessa "logica" degli umani.

    Nel rapporto genitale gli umani vanno alla ricerca del piacere: è questo che li muove. È l'edonismo. La concupiscenza. È sicuro che anche gli animali provino una sorta di rudimentale piacere, anche se ciò che li muove non è la ricerca del medesimo, ma un impulso determinato da ormoni soddisfacendo il quale proverà poi il piacere che accompagna l'atto della copulazione.

    Il bisogno istintivo che domina l'animale lo spinge a trovare una soddisfazione, che, nella stragrande maggioranza dei casi, sarà secondo un ordine che noi definiamo "naturale", cioè tra maschi e femmine, un ordine che forse sarebbe meglio definire "normale".

    Esistono tuttavia casi in cui queste condizioni normali non possono essere soddisfatte, ed è qui che subentra quella che gli omosessualisti denominano erroneamente come omosessualità degli animali.

    Continua...

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  20. @ Prof Pasqualucci continuazione

    Faccio dapprima un esempio che tocca solo accidentalmente la sessualità.
    Un giorno in un pascolo ho osservato un vitellino affamato che in assenza di mamma mucca tentava di succhiare latte da quella che lui riteneva fosse una mammella ma che in realtà era una penzolante appendice maschile probabilmente di un suo fratello maggiore, un giovane e tranquillo manzo.
    Significa che quel vitellino era nato, poverino, con il gene dell'omosessualità e stava consumando un rapporto orale, addirittura magari in condizioni di incesto?
    Gli omosessualisti sosterrebbero tale assurdità.
    Un altro esempio:
    Tempo fa, quando i nostri figli erano in tenera età, avevamo fatto un piccolo allevamento di porcellini d'india, ma presto avevamo dovuto separare i maschi dalle femmine per evitare una prolificazione che non avremmo potuto organizzare con le gabbiette a nostra disposizione.
    Ebbene, i maschi cominciarono a montarsi tra di loro.
    Significa che noi eravamo incappati nello sfortunato acquisto di una serie di porcellini tutti omo? Porcellini gay?
    Certo che no. Ma i porcelloni gay direbbero di sì.

    Infatti essi usavano la monta come dimostrazione di potere, cioè per determinare i rapporti di forza, per decidere chi doveva comandare e chi doveva stare sottomesso.
    Ma perché usare la monta come criterio di potere?
    Perché gli animali usano la monta a questo scopo anche nei normalissimi rapporti etero.
    Osservate un germano reale, quell'anatroccolo con la testa verde o viola luminosa, mentre procede con la monta di una bruna anatroccola: in acqua le si avvicina d'improvviso da dietro, la becca spietatamente sulla schiena e sul collo per farle capire chi comanda e tracchete, il gioco è fatto.

    Riassumendo:
    nell'essere umano l'atto omosessuale è senza dubbio RICERCA di piacere, non così per l'animale. È possibile però che nel rapporto omosessuale umano il fattore del potere giochi pure un suo ruolo, altrimenti non si spiega come avviene la scelta tra chi fa e chi subisce l'atto, visto che anatomicamente sono ambedue identici.

    Vi è un articolo di Bastabugie che estende queste considerazioni in modo molto interessante e pertinente. Il titolo riassume molto bene il contenuto:
    "L'OMOSESSUALITA' E' SECONDO NATURA SEMPLICEMENTE PERCHE' LA PRATICANO ANCHE GLI ANIMALI?
    Se è per questo tra gli animali si trovano anche la pedofilia, la necrofilia, gli stupri di gruppo, la divorazione del partner a rapporto avvenuto, ecc."
    http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2330

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  21. Appunto, Marius, come lei ha osservato, in Natura i rapporti omosessuali tra animali avvengono, quasi sempre, in condizioni molto particolari, di solito provocate dall' uomo.
    Sec.me anche tra gli uomini avvengono perché è successo un qualcosa di non naturale, di anomalo, quando non violento, tra un bambino/ a e/ o ragazzino/a ed un adulto. Nella maggior parte dei casi c' è qualcosa di anomalo nel rapporto col padre e/o con la madre. Ffamiglie veramente normali? NO OMO.
    Rr

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  22. Paolo Pasqualucci05 agosto, 2015 22:02


    @ Marius

    Grazie dell'attenzione. Mi sembra che lei stesso abbia risposto in maniera egregia alla possibile obiezione. Con l'occasione, vorrei ricordare un passo di Platone (428-347 a.C.) che non viene mai citato (mi sembra). Si trova nelle "Leggi", l'ultimo e incompiuto dialogo del grande ateniese. Se nel precedente "Simposio" sembrava aver mostrato una certa tolleranza per l'omosessualita' (ma piu' che altro come opinione (doxa) manifestata da chi partecipava al "banchetto") ecco cosa scrive nelle "Leggi". Stanno parlando l'Ateniese e lo spartano Megillo, sul concetto della legge, che in primis deve promuovere la virtu'. Megillo fa l'elogio del sistema spartano dei "pasti in comune" e dei "ginnasi", cioe' di quella educazione collettiva per maschi e femmine da giovani a scopi militari tipica degli Spartani, considerata negativamente da molti( perche' corrompeva i costumi ovvero promuoveva l'omosessualita' in questi giovani (Aristotele). Come risponde l'Ateniese? Dopo aver criticato questo uso per altri aspetti, dice: "E ancora pare che quest'uso abbia corrotta una antica legge di natura che dovrebbe governare sempre i piaceri sessuali non solo degli uomini ma anche delle bestie. E di questi mali si potrebbero accusare primi i vostri Stati e tutti gli altri poi che fanno uso larghissimo dei "ginnasi"; e sia che di questo argomento si pensi per gioco o seriamente, bisogna riconoscere che tale piacere sembra esser stato attribuito dalla natura al genere femminile e a quello dei maschi in quanto tra loro si uniscono per la generazione, ma l'unione dei maschi coi maschi o delle femmine con le femmine e' contro natura [letterale], atto temerario creato fin da principio da disordinato piacere" (Platone, Opere, II, Laterza, 1966, p. 624, tr. A. Zadro).

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  23. Sì, Rosa, il vitellino ed i porcellini erano sotto condizionamento umano, ma non gli esempi citati dall'articolo di BastaBugie. Anche in natura capitano delle cose anormali. Ma esistono pure casi ripugnanti di una sorta di omosessualità come fenomeno normale, come nel noto caso del bonobo, dove però la monta avviene per motivi di regolazione sociale del branco, non certo per concupiscenza ed edonismo come sostengono gli omosessualisti, trasponendo sull'essere umano comportamenti animali osservati solo dal punto di vista fisico esteriore.
    In ogni caso, come ben dice BB, se si vuole considerare il peggio del mondo animale per prenderlo come esempio di riferimento per la specie umana allora per coerenza bisognerebbe considerare TUTTO ciò che vi accade. E di cose rivoltanti ve ne sono!
    Non sarebbe più semplice e gratificante vivere riscoprendo la nostra immagine e somiglianza col Creatore?

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  24. Marius,
    il bonobo passa tutta la sua vita ad accoppiarsi con qualsiasi cosa gli capiti sotto mano, pardon, sotto zampa, compresi i propri cuccioli appena nati. Lo scimpanzè, invece, crea "società" ordinate e protette, quasi militarmente.
    Come dico spesso ridendo: infatti il bonobo continua a rotolarsi nel fango di qualche fiume africano, gli scimpanzè, invece, scesi dagli alberi e lasciata l'Africa (ammesso sia vero) sono arrivati sulla Luna !

    RR

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  25. Assai opportunamente, Pasqualucci cita nel suo intervento il "caso Reimer". Un mostruoso, spaventoso, abominevole "esperimento" psico-medico-chirurgico attuato, negli anni '60, da tal John Money, giustamente definito da Pasqualucci precursore della teoria del gender. Esperimento terminato con una fine tragica. Su questo argomento, segnalo a Pasqualucci e a tutti gli interessati il seguente, recentissimo articolo: Giovanni Stelli, Alle origini del "gender": il caso Reimer, Studi Cattolici, n. 653/4, luglio/agosto 2015. Il dottor Money/Mengele mai rinnegò il suo malvagio operato né le sue aberranti teorie, invano denunciate e documentate in molti articoli scientifici. Anzi, ebbe numerosi riconoscimenti accademici e i suoi discepoli occupano oggi prestigiosi incarichi in molte istituzioni. In un suo testo, Levemaps, fece in tempo, primo della morte, a giustificare pratiche come il sadomasochismo, la coprofilia, il feticismo, l'auto-strangolamento e altri comportamenti del genere.

    Talvolta, magari pur combattendo buone battaglie, non abbiamo piena consapevolezza dell'infera malvagità dei nemici. Talvolta, siamo un po' contagiati dalle loro idee. Nell'esporre le nostre tesi, ad esempio, dobbiamo sempre pagare un obbligato tributo ai nemici premettendo che siamo anche noi "contro l'intolleranza", a favore del "rispetto reciproco" o altre bêtise del genere. Significa già aderire, almeno in parte, alle tesi del nemico, a condividerne il lessico ideologico e falsificante, a voler mediare accondiscendendo a posizioni "moderate" e intermedie, come sta capitando con alcune proposte, di presunta "area cattolica", sulle unioni omosessuali.
    Conoscere, divulgare, utilizzare polemicamente argomenti come quello del "caso Reimer" può aiutarci a comprendere, anche solo con una migliore consapevolezza e conoscenza, che l'omosessualismo e il genderismo non sono decadenti, bizzarre mode passeggere, ma strumenti di perversione la cui origine gnostica, contro-metafisica e quindi demoniaca deve essere ben chiara a tutti.

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