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venerdì 18 dicembre 2015

Come sono presentati Santi e Tradizione dai media: S. Giovanna d'Arco e il caso Kreuzweg

Come sarebbe più allegra una ricca vita di preghiera e contemplazione avulsa da tutto, che non doversi confrontare con la follia quotidiana del mondo, volenti o nolenti. Eppure non è solo questo che è chiesto ai credenti, e anche stavolta è necessario soffermarsi su almeno 2 "episodi", "opere" tendenziose in realtà, di grande risonanza per di più, tese a gettare la consueta luce malvagia e di menzogna sulle cose Sante.

Si tratta di almeno 2 casi. Uno, la "rilettura" della Giovanna d'Arco alla Scala. Ce ne informa Maurizio Blondet; certamente, alcuni non si ritrovano in tutte le sue argomentazioni, ma anche stavolta dice poco di suo, porta solamente in evidenza ciò che è stato affermato nientepopodimeno che sul Corrierone.

"Alla Scala c’è stata la prima con la rappresentazione della Giovanna d’Arco di Verdi. La regia è stata affidata ad un ebreo, Moshe Leiser. Ora, ecco come questo Moshe ha “letto” la storia della Pulzella: …«E’ la storia di una ragazza che vuole uscire dall’anonimato, che vuole una vita di gloria donandosi a Dio, e che di conseguenza non può avere una relazione normale con un uomo – in questo caso, Re Carlo: ciononostante, va a letto con lui e diviene peccatrice. Deve pentirsi, e perciò va sul rogo, morendo alla fine di consunzione. [..]”.

Ed ecco la finissima visione Lesher: “Penso che Giovanna è come tutte le jihadi, sacrificare tutto, uccidere l’enemico, poi trovare il paradiso dopo la morte. Io penso che Giovanna, i jihadisti, o di tutti gli altri che non possono avere l’amore qui sulla terra, è una cosa molto mortifera”: insomma, l’alto senso è: chi è religioso, integralista, è perché non scopa. Fatelo scopare e guarirà."

Fin qui il colorito Blondet, ma quanto ha tratto dalle affermazioni del regista non poteva essere differente. E poi, confrontare S. Giovanna d'Arco con una jihadista significa non conoscere nemmeno, o ribaltare volutamente, il senso della storia.

qui il regista in persona dal Corriere
«Più di un anno di lavoro dietro la nostra opera che ha una regia molto semplice: raccontiamo la storia di una ragazza semplice che vuole uscire dall'anonimato», racconta Moshe Leiser, che insieme a Patrice Caurier ha curato la regia di Giovanna d'Arco. «Il libretto di Solera — continua — è problematico, abbiamo dovuto metterci del teatro per giocare con i conflitti». Il regista spiega come l'eroina francese sia «tutta sacrificale, trova il paradiso dopo la morte, è una jihadista di oggi. Sente i diavoli che non le permettono di avere una vita felice, ma le ricordano l'educazione profondamente cattolica del padre», dice Leiser. «Il nostro spettacolo è molto chiaro: tutto è successo nella testa della ragazza: illusioni, fantasmi, paure, aspirazioni. La nostra camera è la sua testa». 
In pratica, il regista afferma che S. Giovanna è una ragazza semplice che vuole uscire dall'anonimato, magari come una che oggi va al Grande Fratello, o si mette in scena sul web, appunto per uscire dall'anonimato, per mettersi in mostra e cercare fortuna. Non pare avere molta stima della Santa Patrona di Francia. Poi segue il paragone con la jihadista, che non c'entra assolutamente con le motivazioni di S. Giovanna, che non ha certo mire nè azioni meramente distruttrici e mortifere. Poi, si vuole insinuare che quando uno riceve un'educazione cattolica, che viene presentata come errata tra le righe, "sente i diavoli". Invece quelli che sono maleducati o hanno altre "educazioni" i diavoli non li sentirebbero: vuoi mettere?

Così Santa Giovanna non avrebbe avuto alcuna ispirazione divina, ma tutto sarebbe avvenuto nella sua testa, come parlando di una pazza: "illusioni, fantasmi, paure". Ma complimenti vivissimi, anche per il rispetto del libretto e della storia. 

Qui Giovanna d'Arco nella sua storia reale.

Ma non è finita, c'è anche un film dello stesso segno maligno e fuorviante contro la Tradizione Cattolica. Stavolta ce ne parla Basta Bugie


VIA CRUCIS: L'ENNESIMO FILM CHE ATTACCA LA CHIESA
 
Storia (finta) di una ragazzina di 14 anni che si lascia morire a causa della sua famiglia e della Chiesa, ossia da quelli che il Mondo considera i due mali assoluti. di Omar Ebrahime

Sinceramente, guardando alla società mitteleuropea attuale, qual è secondo voi il problema più urgente da affrontare? L'immigrazione? La denatalità? Le conseguenze della crisi finanziaria globale? Se avete pensato una di queste risposte, beh... siete sulla strada sbagliata. La risposta giusta infatti è un'altra: il fondamentalismo cattolico. Come avete fatto a non considerarlo? E non stiamo scherzando. E' questo infatti il messaggio che arriva dal nuovo film Kreuzweg ("Via Crucis") del giovane regista tedesco Dietrich Brüggemann, già premiato al recente 64^ festival internazionale di Berlino e ora in arrivo nelle sale anche in Italia.

LA TRAMA
La trama, ambientata ai giorni nostri in un paesino della Germania meridionale (l'area in cui ancora oggi è maggiore la presenza cattolica a livello nazionale), é presto detta: Maria è una ragazza di 14 anni, apparentemente di una famiglia normale, che conduce la normale vita di un adolescente se non fosse per la frequentazione di una comunità cattolica, che porta il nome di Papa Pio XII e interpreta la vita cristiana come un'obbedienza cieca alle direttive di un prete fanatico, severo nei modi come nel linguaggio e un po' maniaco. E poi c'è la madre, che pure lei in quanto a ottusità e rigidità varie non scherza.
Grazie a queste due figure - una che rappresenta, dunque, istituzionalmente la Chiesa, e l'altra la famiglia - la ragazza percorrerà una vera e propria via crucis personale (da cui il titolo) con grandissime sofferenze fino a offrire infine la propria vita per la guarigione del fratello più piccolo, affetto da autismo. Anche la sua via crucis, quindi, si concluderà con la morte, lenta ma inesorabile, provocata in ultima analisi dunque proprio dalla professione di fede, oltre che dal legame con la madre.
Una ragazza che muore, anzi, si lascia morire a 14 anni, per piacere a Dio, e al Dio di Gesù Cristo. Questo il film.

LA CRITICA
Va detto subito che il regista - naturalmente - ha dichiarato di non voler attaccare con quest'opera la religione ma solo le deviazioni improprie che di questa ancora esisterebbero nel suo Paese, come quelle portate avanti nel film della comunità tradizionalista legata ai riti in latino che somiglia tanto - a suo dire - alla stessa che lui frequentò in gioventù proprio per volere della famiglia e in cui rischiava di rimanere 'incastrato'.
Ci sarebbe quindi anche un risvolto velatamente autobiografico a giustificare l'operazione di dubbio gusto. Però, fatte sempre salve le cattive testimonianze date eventualmente nel passato da uomini e donne credenti (ognuno risponderà del suo operato), se è lecito dare un parere anche da chi è chiamato semplicemente a giudicare i prodotti culturali - o che vogliono proporsi tali - in quanto prodotti culturali non possiamo non esprimere parecchie riserve.
Anzitutto nel messaggio principale che passa agli spettatori: chi è esterno al Cristianesimo, o chi nutre già dei pregiudizi verso di esso, uscirà dal cinema ancora più rafforzato - e convinto - delle sue caricature surreali, se non fantascientifiche. Cioè che la fede è contro la coscienza e la libertà della persona, ad esempio, impedisce nei più piccoli un sano sviluppo morale e umano, ostacola la realizzazione della felicità personale, in ogni caso per la società moderna è più una minaccia che una risorsa: se non ci fosse, in definitiva, sarebbe molto meglio per tutti. 
       Ma c'è di peggio: perché le scene più devastanti per la ragazzina protagonista del film accadono proprio in luoghi e momenti significativi del cammino di formazione cristiana, così ad esempio nelle terrificanti lezioni di catechismo o nella preparazione settimanale al sacramento della Cresima cosicché sono il catechismo e un sacramento a essere strumento di violenza psicologica e morale (!), in ultima analisi. Poi, incredibilmente, qua e là ogni tanto si sentono anche degli insegnamenti pienamente evangelici e addirittura cattolicissimi cosicché la confusione alla fine appare ancora più grande. E che dire della scelta del titolo o della trovata (sai che novità) di associare il nome di un Papa come Pio XII a questa combriccola di matti in talare e streghette con la croce? Non è la prima volta che una cosa del genere accade, naturalmente. Senza citare il solito Dan Brown, il cinema europeo di questi ultimi anni, dall'Irlanda alla stessa Germania, spesso e volentieri si è dilettato - per così dire - sulle malefatte, vere o presunte, poco importa, della Chiesa e della comunità cattolica nel suo insieme, laici e religiosi. Pellicole molte volte premiate al botteghino, se non dalle giurie internazionali. Dovrebbe essere quindi un film già visto, se ci passate il gioco di parole. Ma siamo sicuri che invece se ne parlerà ancora a lungo e magari riceverà anche altri premi: tanto si sa che i cristiani su certe cose non si difendono mai e poi associare la fede al bigottismo, all'ipocrisia e all'ignoranza va sempre di moda. L'avessero fatto con i mussulmani o l'ebraismo sarebbe stata tutt'altra musica, altroché. Ma problemini con certe persone non li vuole avere nessuno, ci mancherebbe. E poi dicono che le religioni sono tutte uguali.

da  BastaBugie n.429 del 26 novembre 2015
Titolo originale: "Il film Kreuzweg; caricatura surreale e fantasiosa del cattolicesimo"
Fonte: Vita Nuova, 15/11/2015

20 commenti:

  1. frequentazione di una comunità cattolica, che porta il nome di Papa Pio XII e interpreta la vita cristiana come un'obbedienza.
    Mi sembra che, con il riferimento a Pio XII, si siano voluti colpire due bersagli insieme. Appunto Pio XII e suggerire un riferimento non detto esplicitamente, per evitare querele alla FSSPX. Per evitare querele, perché sanno di doversi confrontare con una razza di cattolici diversi dai soliti accomodanti a tutti i costi e perché il caso Williamson ha dimostrato che esistono giudici a Norimberga. Il Mons. ha, sia pure per motivi procedurali, vinto la causa. Una diffamazione diretta poteva trovare un giudice disposto a punirla.

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  2. la formattazione di Mic è esteticamente molto migliore; ci avevo provato, ma non prendeva.

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  3. Seraafino, non ho ancora visto il film, e dubito lo vedrò al cinema, per questo ho riportato la bella pagina analitica citata.

    Ma sembra disturbante forte. Ormai ci sono interi filoni anticattolici: fantascienza gnostica anticattolica alla Dan Brown.
    Pedofilia (presentata come esistente solo nella Chiesa Cattolica) e abusi violenti più o meno almodovariani, che devono poi sdoganare la gaiezza libera dei civili.
    Poi c'è il filone fantascienza antitradizionalista cui appartiene questo.
    Noia e tanto odio e ideologia.

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  4. Dalla trama, uno dei tanti, troppi, film stupidamente anti a prescindere......per chi non l'avesse visto, un film che pareggia i conti Il nastro bianco e qui si tratta di evangelici protestanti, ne consiglio vivamente la visione, film austriaco, memorabile. Lasciate perdere Almodovar, adesso tiene moglie-marito 2 in 1. no comment.

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  5. Molte cose ha detto e scritto anche Pio XII.
    Per "riparare" all'insulto del film ne ricordo una.

    Uno dei punti centrali della fede cattolica è l'Eucaristia: ma uno dei punti che la distingue essenzialmente da ciò che pensano i protestanti, visto che al presente pare dimenticato, è la dottrina dell'aspetto sacrificale dell'Eucaristia.

    Per noi la celebrazione della Santa Messa non è semplice ricordo dell'ultima cena del Signore — come credono i protestanti —, ma RI-PRESENTAZIONE (nel senso di rendere presente ed attuale) l'unico sacrificio di Cristo.

    Questa convinzione di fede deve essere il nostro pensiero ogni volta che partecipiamo alla Santa Messa. E' ricapitolazione di quanto Gesù Cristo ha fatto per noi, e ha generato una moltitudine di Santi in tutta la Storia della Chiesa.

    Oggi c'è chi vuole centrare tutto sulla sacralità dell'assemblea (c'è anche quella visto che siamo tempio dello Spirito) e sulla Parola (c'è anche quella, come Spirito Santo che ha ispirato le S. Scritture) : sacralità presenti, ma non a detrimento della Presenza Reale nel SS. mo Sacramento. Questa consapevolezza non fa ovviamente del male a nessuno, checchè il film, o cantalamessa o altri vogliano dire.

    Nella celebrazione Cristo sacerdote è presente e offre se stesso quale vittima di peccato ed espiazione per tutti noi e per ciascuno di noi, e da questo discende la nostra adorazione.

    Pio XII illustra come deve essere lo stato d'animo con cui bisogna partecipare alla Santa Messa: “Lo stato d'animo che aveva il Divin Redentore quando faceva sacrificio di sé: l'umile sottomissione dello spirito, cioè l'adorazione, l'amore, la lode e il ringraziamento alla Somma Maestà di Dio..., riprodurre in se stessi le condizioni della vittima, l'abnegazione di sé secondo i precetti del Vangelo, il volontario e spontaneo sacrificio della penitenza, il dolore e l'espiazione dei propri peccati".

    Il valore sacrificale della Messa è già un motivo sufficiente perché non possiamo permetterci di mancare alla sua celebrazione domenicale e festiva, e di approfittare se possibile anche durante le celebrazioni giornaliere: tutto questo solo per immergersi nel Mistero del Sacrificio di Cristo e per trarne vita e santificazione.

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  6. @anonimo:
    anche Jesus Camp, pur se solo documentario, quindi senza vera regia pensata per dare una chiave di lettura preconfezionata, se non "pareggia i conti", rivela varie cose già bastevoli di suo.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Jesus_Camp

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  7. Che bestemmie!


    O Santa Giovanna, venga a salvarci da questo mondo corrotto e aiutaci a ristaurare il Regno sociale di Cristo Re!



    Osservatore

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  8. Beh , penso che a volte il troppo studio fa proprio male ....! Meglio fare il domenicano portinaio :
    http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/12/18/un-domenicano-iscrive-san-tommaso-ai-gay-friendly-ma-langelicum-dice-no/

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  9. A parte che di S. Giovanna d'Arco, di quelle vere e storiche, in questi tempi venefici ce ne vorrebbero a schiere e con tanto corazza e spada fiammeggiante, si nota sempre che i liberi e "tolleranti" dissacratori si indignano e si risentono e fanno guerra senza quartiere se qualcuno osa non dissacrare ma semplicemente non condividere o mettere i dubbio i loro sacri dogmi, i loro santi laici e la loro chiesa laica, perchè ce l'hanno anche loro una chiesa. I soliti tirannelli totalitari che oltretutto non hanno nemmeno il senso del rispetto che pretendono per se stessi ma non concedono ad altri. Il resto fa parte del solito repertorio del solito manuale di manipolazione applicato a profusione visto che straricchi come sono hanno soldi a piacimento e non per caso.
    Miles

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  10. Pare ce ne sia un terzo di film, "Dio abita a Bruxelles" o giù di li, anche questo ovviamente anticattolico. E gia' perché a Bruxelles il problema principale sono i cattolici. Ah, quanto riderò quando cominceranno a rotolare teste...
    Rr

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  11. Scusate se esco fuori tema ma essendo nuova alla messa VO non mi é chiaro, al prete che da la comunione:"Corpus Domini nostri Jesu Christi custodiat animam tuam in vitam aeternam.
    Amen" bisogna rispondere a voce udibile "amen" come nelle messe NO?

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  12. Viva San Pio da Pietralicina

    Viva don Dolindo Ruotolo

    Viva Santa Giovanna d'Arco

    viva l'eruditissimo e SANTO Pio XII.

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  13. Per Luciana,
    alla Comunione non si risponde alla formula pronunciata dal Sacerdote.

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  14. @RR

    Grazie di avermelo ricordato.
    L'altro film odioso si chiama "Dio esiste e vive a Bruxelles".
    Follia pura e inversione della realtà.

    http://www.ilgiornale.it/news/politica/film-masochista-dio-vive-bruxelles-ed-peggio-allah-1197914.html

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  15. Come già scritto tante volte: boicottiamo, boicottiamo e boicottiamo. Non andiamo non solo a vedere certi spettacoli, ma anche in quei teatri e cinema dove li inscenano, Convinciamo amico e parenti a non spenderci su i soldi. Proibiamo ai nostri figli di farlo. Parliamone quanto più possibile, ma tra di noi, per non far loro pubblicità.
    RR
    PS: in tanto alla Scala si sono accorti che mancherebbe un milioncino di euro per pareggiare i conti, e questo nonostante l'aumento dei biglietti improvviso e non annunciato fatto con la scusa di Expo, che, per la Scala stessa, è stato un flop clamoroso.
    Tornado alla coppia "Mosè ed Aronna", dubito torneranno a far danni in Italia. Dopo aver mandato a quel paese in diretta mondiale Chailly, non vedranno più un contratto, e non solo a Milano. Mica per altro: i direttori d'orchestra sono notoriamente tutti delle "dive" bizzose, peggio dei grandi soprani o dell' étoiles del balletto. Giovanna d'Arco dall'alto dei cieli non li fulminerà, ma Riccarduccio non gliela farà passare.

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  16. Appunto . Per questo oggi ho preferito fare il giro delle sette Chiese per pregare davanti a tutti i Bambino Gesu' di Praga che ho conosciuto .
    Quella Croce conficcata nel globo terrestre , che Gesu' mostra nella mano sinistra , mi da' un grandissimo piacere .

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  17. @T.
    Bellissima la Tradizione del Bambino Gesù di Praga, ho molti ricordi legati alla quella Devozione, e anche quello di un Sacerdote devotissimo, che purtroppo non c'è più, in una chiesa semidiroccata che c'era qui da noi.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Bambino_Ges%C3%B9_di_Praga

    immagine:

    http://www.collezionismoa360gradi.it/stampe/st_religiose/img_religiose/ges_praga_g.jpg

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  18. " Piu' voi mi onorerete , piu' IO vi favoriro' "
    http://www.collezionismoa360gradi.it/stampe/st_religiose/img_religiose/ges_praga_g.jpg

    Grazie per le belle immagini Sig.Josh e mi scusi per il ritardo nel risponderle .
    Stare in silenzio davanti a questo Bambino , contemplarLo , considerare che e' nato per me , apposta per me , che si e' fatto inchiodare innocente sulla Croce per me , per salvare me , che ha effuso tutto il Suo Sangue perche' io riavessi la vita , mi lacera il cuore e al contempo quel Bimbo , quelle piccole mani benedicenti e quella Croce luminosa sull'universo mi fanno sperare .
    Spero vivamente che il mio credere e il mio amore non si inaridisca durante il cammino perche' nessuno può dire di sé: io sono definitivamente salvo.

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  19. Gentile T., grazie a te della sincera riflessione.
    Ricordiamoci che fede è anche questo movimento del cuore, è affidarsi continuamente. "Certezza di cose che si sperano" afferma S. Paolo.
    Cito "Spero vivamente che il mio credere e il mio amore non si inaridisca durante il cammino".
    Non guardiamo a noi stessi, altrimenti cadiamo più facilmente. Teniamo fisso lo sguardo su tutta l'opera di Gesù, Autore e Compitore della fede (Ebr. 12,2); sappiamo infatti a Chi abbiamo creduto e siamo persuasi che è capace di conservare il nostro deposito/lett. tutto ciò che gli abbiamo affidato, fino a quel giorno.(2 Tim. 1,12)

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