Poiché so per certo che la mia riserva su un'affermazione del precedente articolo [qui], insieme all'articolo stesso, è oggetto di esame da parte di illustri ecclesiastici, la estraggo, aggiungendo ulteriori precisazioni.
"L’ideologia di Francesco I si situa nel solco di un’opera concreta di dissoluzione del Cattolicesimo che si sta venendo a compiere, di cui Amoris Laetitia rappresenta solo una tappa. Se la critica a quel testo viene fatta omettendo il contesto, diviene debole ab initio e pressocché inutile".
Questo passaggio dell'articolo corrisponde al punto di vista di Danilo Quinto che, come ogni autore e lettore ha il diritto di esprimerlo. Tuttavia, in coerenza con la linea editoriale del blog, che appoggia pienamente la Critica teologica all'AL dei 45 studiosi di ogni paese ritenendola particolarmente importante in questo momento e ha redatto uno schema, per discutere e sviluppare un'azione più radicale [qui], affermo che l'iniziativa non è debole né inutile, almeno nella riaffermazione pubblica e forte dell'insegnamento costante della Chiesa, articolata motivata e redatta nel miglior stile ecclesiale. L'intenzione è quella di procedere per gradi e sono state prese le mosse da un documento che di per sé non può non far parte del Magistero e, oltre a porsi su un terreno decisivo, ha assunto una grande rilevanza pubblica con diffuse applicazioni in chiave liberale [qui l'indice degli approfondimenti]. Un punto nevralgico non eludibile quindi e foriero di implicazioni generali.
Non manca in questo nostro ambito la consapevolezza sia sulla diversa adesione dovuta al Magistero, legata all'aderenza o meno all'insegnamento costante della Chiesa (obbedienza od ossequio non sono la stessa cosa), che sul fatto che l'AL non è l'unico elemento critico di questo pontificato. A questo proposito basta consultare dalla colonna di destra del blog l'indice dei Memoranda che contiene numerose riaffermazioni di elementi fondanti della fede cattolica puntualmente riaffermati in itinere nel contesto di riferimento.
Non manca in questo nostro ambito la consapevolezza sia sulla diversa adesione dovuta al Magistero, legata all'aderenza o meno all'insegnamento costante della Chiesa (obbedienza od ossequio non sono la stessa cosa), che sul fatto che l'AL non è l'unico elemento critico di questo pontificato. A questo proposito basta consultare dalla colonna di destra del blog l'indice dei Memoranda che contiene numerose riaffermazioni di elementi fondanti della fede cattolica puntualmente riaffermati in itinere nel contesto di riferimento.
È un problema che dovrà essere affrontato e risolto da chi di dovere. Infatti, in base al neo-linguaggio post-conciliare, verosimilmente e in termini sempre più disinvolti e ora apertamente rivoluzionari, nessun papa si pronuncerà più in modo definitorio (almeno se o finché non si tornerà auspicabilmente ad un'ambienza dogmatica). È per questo che l'attuale "magistero liquido", attraverso la prassi scissa dalla dottrina, se ignora la 'forma', di fatto incide nella sostanza e non corrisponde più a canoni che nessuno riesce più a far valere.
Tuttavia vale per il magistero ciò che afferma Mons. Gherardini sui diversi livelli dei documenti conciliari [qui]. Dunque del magistero è criticabile tutto ciò che non è in continuità con l'insegnamento costante della Chiesa. Ed è proprio ciò che ha mosso la Critica dei 45 e tutti i nostri 'distinguo' nel corso di questi anni. Ma non si possono continuare a eludere le conseguenze della pastoralità, e cioè che continuare ad affermare questa distinzione, se da un lato ci mette a posto con la coscienza, dall'altro, proprio il fatto che essa è pervicacemente ignorata, non permette di incidere in alcun modo sulla deriva che coinvolge la maggior parte dei credenti della generazione attuale e getta pesanti ipoteche sulla retta fede di quelle che verranno.
Ma il vero problema, più volte ribadito e anch'esso sistematicamente ignorato, è che a tutt'oggi non si vede ancora riconosciuta la scaturigine della crisi. Cos'è che abbiamo cercato noi per anni se non un confronto ostinatamente rifiutato con ragioni fumose o con silenzi assordanti? Non è altro che il "discorso mancato" e "Alle radici di un equivoco" su cui si è così sapientemente espresso mons. Gherardini... Se la sanior pars dei nostri Pastori, che si mostrano retti, in questa situazione non controbatte, non solo affermando i principi - come va fatto e come stanno facendo i cardinali Burke, Brandmüller, Sarah, mons. Schneider e altri -, ma anche affrontando quei "punti controversi" individuati da tempo, che sono la fabbrica delle fumoserie, come si fa a combatterle?
Questo discorso è approfondito in un mio precedente articolo tuttora attuale : Permanere nella verità di Cristo [qui - vedi anche qui]. Non basta non accogliere le pseudo-verità misericordiose, non anatemizzabili perché in fuga dal dogma, con l'aggiornamento divenuto accompagnamento. Occorre ripristinare il rapporto tra libertà e verità.
E dunque ben vengano, per tenere il fronte, sia le critiche teologiche che le riaffermazioni dei fondamenti oltrepassati o distorti, che rappresentano le soluzioni attuali pur necessarie. Pertanto, al momento, non mi resta che ribadire quanto già affermato: e cioè che questo è il primo passo per permettere poi di impostare con chiarezza la fase successiva della battaglia. Sottolinearne l'inutilità significa tagliar fuori l'unica opportunità attualmente praticabile.
Ma c'è e resta l'equivoco di fondo, che va oltre il contesto puntuale di AL e di tutto quanto la precede e la segue. Finché non si uscirà dall'ideologia post-cartesiana ed hegeliana e non verrà restituita alla costruzione metafisica sostanzialmente tomista la capacità di superare la cecità filosofico-teologica del neo-modernismo.
Tuttavia vale per il magistero ciò che afferma Mons. Gherardini sui diversi livelli dei documenti conciliari [qui]. Dunque del magistero è criticabile tutto ciò che non è in continuità con l'insegnamento costante della Chiesa. Ed è proprio ciò che ha mosso la Critica dei 45 e tutti i nostri 'distinguo' nel corso di questi anni. Ma non si possono continuare a eludere le conseguenze della pastoralità, e cioè che continuare ad affermare questa distinzione, se da un lato ci mette a posto con la coscienza, dall'altro, proprio il fatto che essa è pervicacemente ignorata, non permette di incidere in alcun modo sulla deriva che coinvolge la maggior parte dei credenti della generazione attuale e getta pesanti ipoteche sulla retta fede di quelle che verranno.
Ma il vero problema, più volte ribadito e anch'esso sistematicamente ignorato, è che a tutt'oggi non si vede ancora riconosciuta la scaturigine della crisi. Cos'è che abbiamo cercato noi per anni se non un confronto ostinatamente rifiutato con ragioni fumose o con silenzi assordanti? Non è altro che il "discorso mancato" e "Alle radici di un equivoco" su cui si è così sapientemente espresso mons. Gherardini... Se la sanior pars dei nostri Pastori, che si mostrano retti, in questa situazione non controbatte, non solo affermando i principi - come va fatto e come stanno facendo i cardinali Burke, Brandmüller, Sarah, mons. Schneider e altri -, ma anche affrontando quei "punti controversi" individuati da tempo, che sono la fabbrica delle fumoserie, come si fa a combatterle?
Questo discorso è approfondito in un mio precedente articolo tuttora attuale : Permanere nella verità di Cristo [qui - vedi anche qui]. Non basta non accogliere le pseudo-verità misericordiose, non anatemizzabili perché in fuga dal dogma, con l'aggiornamento divenuto accompagnamento. Occorre ripristinare il rapporto tra libertà e verità.
E dunque ben vengano, per tenere il fronte, sia le critiche teologiche che le riaffermazioni dei fondamenti oltrepassati o distorti, che rappresentano le soluzioni attuali pur necessarie. Pertanto, al momento, non mi resta che ribadire quanto già affermato: e cioè che questo è il primo passo per permettere poi di impostare con chiarezza la fase successiva della battaglia. Sottolinearne l'inutilità significa tagliar fuori l'unica opportunità attualmente praticabile.
Ma c'è e resta l'equivoco di fondo, che va oltre il contesto puntuale di AL e di tutto quanto la precede e la segue. Finché non si uscirà dall'ideologia post-cartesiana ed hegeliana e non verrà restituita alla costruzione metafisica sostanzialmente tomista la capacità di superare la cecità filosofico-teologica del neo-modernismo.
dum Romae consulitur.....
RispondiEliminaeravate al corrente di queste "provvidenziali" recenti nomine fatte da Bergoglio ?
...doppia nomina decisa da Bergoglio. Ha messo un arcivescovo favorevole alla comunione ai divorziati risposati a capo di due istituti che dovrebbero essere baluardi dell’integrità cristiana e della sacralità del matrimonio.
di Sandro Magister
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/08/16/ultimi-fuochi-di-paglia-con-una-doppia-nomina-in-arrivo/
mentre tanti eccelsi studiosi e teologi si affannano a disquisire e chiedere con rispettosi piedi di piombo le sacrosante correzioni al deragliamento dottrinale insito nella rovinosa "docenza" e pastorale bergogliana, pensando essi alla salus animarum, continuiamo ogni giorno a vedere/subire la dittatura della PRASSI, ovvero: il panzer procede senza freno alcuno!
finchè Dio vorrà...
https://www.lifesitenews.com/news/new-interview-cardinal-burke-says-i-will-never-be-part-of-a-schism
RispondiEliminaSe è vero, ed è vero che "Beati monooculi in terra coecorum" è, altrettanto vero che guai all'uomo che confida nell'altro uomo, fosse pure costui vestito di porpora
Anonimo 10:59,
RispondiEliminaqui non c'entra il "confidare nell'uomo", c'entra semplicemente il fatto che la Chiesa è gerarchica e che è cosa buona e giusta guardare ai nostri pastori di riferimento.
Inoltre, se avesse letto con attenzione l'articolo, avrebbe compreso che il card. Burke riafferma la necessità dei chiarimenti su Amoris Laetitia, che ritiene essenziali "per il bene delle anime", a causa della confusione dilagante in questo momento.
Ma quando gli viene posta la domanda sull'ipotesi che la Chiesa possa avviarsi ad uno scisma, Burke è fermo nell'affermare che qualunque cosa accada, non ha intenzione di condurre alcuna fuga, alcun movimento scismatico e si limiterà a conservare la fede, rispondendo nel miglior modo possibile. Egli ribadisce che la chiesa è di nostro Signore Gesù Cristo e il papa è il suo Vicario sulla terra e che non ha alcuna intenzione intenzione di separarsene.
Egli ha anche fortemente respinto la caratterizzazione che gli viene attribuita dagli avversari progressisti di essere un "nemico" di Papa Francesco ed ha ribadito di non aver mai "mostrato mancanza di rispetto alla sede papale" nonché di non essere mai stato, né di esserlo attualmente, "nemico del Papa".
Dichiara di averlo detto allo stesso papa, in conversazioni con lui - conversazioni amichevoli - esprimendosi così: 'Santo Padre, l'unico modo in cui posso servirla è quello di dire la verità nel modo migliore e più chiaro possibile'. La risposta ottenuta è: 'Questo è quello che voglio'. (che poi il papa vada avanti come un treno in altra direzione è un altro discorso ed è noto a tutti)
Sostanzialmente è quello che ribadiamo noi. La stessa iniziativa dei 45 non è fatta per sfociare in uno scisma, ma per riportare chiarezza ai fini della salus animarum!
Anche se, come ho già detto e ripetuto ad nauseam è un tentativo buono e giusto di soluzione puntuale, ma purtroppo non porta alla rimozione del problema di fondo...
Quindi che si fa? giochiamo a ping-pong fin quando la barca di Pietro non affonda?!
RispondiEliminaI metodi prudenti vanno pur bene ma quando a breve (spero di essere una pessima Cassandra) si attenterà pure al SS. Sacramento, i consacrat, dalle varie eminenze in giù e i fedeli a NSGC non potranno più temporeggiare in una melina in salsa democristiana. Si dovrà scegliere se stare con il lupo e il suo seguito o con Gesù Cristo nel piccolo gregge.
Angelo,
RispondiEliminae adesso dove siamo, se non già con Gesù nel piccolo gregge?
Quanto ai "metodi prudenti", non mi pare ci sia altra scelta.
"Il papa nella 'Amoris laetitia' ha scritto oltre 56 mila 600 parole, ma non ha scritto queste cinque semplici parole: 'È possibile dare la comunione ai divorziati risposati'. Se lui non le ha scritte, ritengo che nessuno le debba inserire, e nessuno deve fare ciò che lui non ha detto".
RispondiEliminaQuesto dice il gesuita Domenico Marafioti in una limpida presentazione dell'esortazione postsinodale "Amoris laetitia" pubblicata sul numero di Ferragosto di "Ascolta", periodico dell'associazione ex alunni e amici della Badia di Cava.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/08/25/ma-il-papa-non-ha-scritto-queste-cinque-semplici-parole/
La crescente protestantizzazione frantuma la dottrina ed esalta la prassi, diffida della teologia e trasforma la fede in religosità comune, sempre più spesso le questioni morali, compreso il senso del peccato, vengono affrontate in termini evasivi e possibilistici, anziché con il vigore di un netto rifiuto che si attenderebbe da una Istituzione latrice di un messaggio sopra naturale.
RispondiEliminaDopo il 31 ottobre prossimo potrebbero diventare scismatici loro.
RispondiEliminaPer altro se continua il trend attuale, tra 25 anni, una generazione, di preti e cattolici praticanti ce ne saranno cosi pochi, che non sarà uno scisma, ma un'estinzione.
Chissà se alle gerarchie di oggi e di un recente passato si può applicare l'accusa di genocidio, sec. La definizione ONU, Genocidio del Popolo di Dio ?
Danilo Quinto ha ragione: per usare un'immagine mitologica, tagliata una testa all'Idra ne nasceranno altre due, e così sarà finché non verrà schiacciata quella centrale, ossia il corpus delle ereticali 'novità' del Vaticano II, da cui pullulano continuamente tutte le aberrazioni di cui siamo e saremo testimoni.
RispondiEliminaI 45 sottoscrittori del Documento critico devono affrontare subito anche il falso ecumenismo, il liberalismo, la spuria collegialità episcopale promossi dal Vaticano II; nonchè la gravissima questione di come sia stato possibile che sostenitori della eretica 'nuova teologia' degli anni '30 siano stati promossi al cardinalato (de Lubac, Congar, von Balthasar, ecc.) ed alcuni di loro (i cardinali Wojtyla e Ratzinger) siano stati eletti Papi (Bergoglio appartiene alla fase terminale del neomodernismo, quella cioè che va a finire direttamente- per logico sviluppo delle premesse - nell'umanesimo panteistico a-teologico).
Occorre una guerra-lampo, non bisogna dar fiato a chi distrugge la Chiesa.
Un lettore più sopra ha fatto notare come Papa Bergoglio ha risposto ai '45': promuovendo immediatamente due sostenitori dell'Amoris laetitia come mons. Farrel a capo del nuovo dicastero per la famiglia, la vita ed i laici, e mons. Paglia a Presidente della Pontificia Accademia per la vita, e soprattutto Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per il matrimonio e la famiglia.
Purtroppo ho l'impressione che buona parte dei '45' siano conservatori wojtylian-ratzingeriani, e non so se vorranno affrontare la questione fino in fondo.
Comunque continuiamo a insistere su questo blog nella difesa della Fede, senza cedere allo scoraggiamento, che mi sembra di aver notato in alcuni interventi dei lettori.
Danilo Quinto ha ragione... I 45 sottoscrittori del Documento critico devono affrontare subito anche il falso ecumenismo, il liberalismo, la spuria collegialità episcopale promossi dal Vaticano II; nonchè...
RispondiEliminaFacile a dirsi. Sono anni che lo dico e lo ripeto. Ma a farsi? E ha letto l'articolo e i riferimenti?
Non so se "buona parte dei '45' siano conservatori wojtylian-ratzingeriani", e ciò non consenta loro di "affrontare la questione fino in fondo".
Ciò che so è che la loro iniziativa è nel concreto (e non nelle chiacchiere da tastiera) l'atto di "resistenza" fedele (alla Chiesa e al papato) di gran lunga più importante e sostanziale finora intrapreso durante l'attuale pontificato. Un atto che pubblicamente e radicalmente mette sotto accusa il Papa per affermazioni della AL che appaiono eretiche o erronee nella fede, o scandalose etc. Questo è il dato essenziale su cui lavorare, in questa fase. Un dato, nel panorama attuale, rivoluzionario.
Continuare a dire che è inutile o che si doveva fare diversamente, non serve a niente e a nessuno.
Alle brutte, mi ero già detta che per lo meno, se i passi successivi dovessero apparire problematici e dunque inattuabili, lo studio e l'impegno corale potranno mettere in campo elementi utili e oggetto di attenzione al Papa che verrà.
Ma io stessa mi sto rendendo conto, sul campo, che continuare a creare il movimento d'opinione per uscire dalla confusione mai vista a livello mondiale richiede tempi di maturazione più lunghi rispetto alla inedita serietà della situazione e corrispondente stato di necessità gravissimo in cui versa la Chiesa.
E, tuttavia, al momento, non mi resta che ribadire quanto già affermato: e cioè che questo è il primo passo per permettere poi di impostare con chiarezza la fase successiva della battaglia. Sottolinearne l'inutilità significa tagliar fuori l'unica opportunità attualmente praticabile.
Segue Berni -
RispondiEliminaDiceva in una importante omelia il Card Pappalardo anni fa': mentre Sagunto brucia a Roma si discute.
Proprio non si riesce a mettere insieme un vero gruppo di grandi teologi, e lanciare il vero grido d'allarme dell'apostasia di questa gerarchia che dal concilio in poi ha portato la dottrina cattolica sul baratro e gli sta' dando l'ultimo spintone.
Eppure i veri teologi cattolici sia laici sia ecclesiastici che si oppongono a questa distruzione, sembra siano diverse centinaia se non migliaia. Quindi non possiamo soccombere davanti a questi rivoluzionari come e' successo al concilio dove una minoranza l'ha avuta vinta su una maggioranza di deboli e tiepidi per paura di scismi.
Ma perche' questo non e' uno scisma di fatto, anche se non de iure? Dunque?
[il card. Burke] Dichiara di averlo detto allo stesso papa, in conversazioni con lui - conversazioni amichevoli - esprimendosi così: 'Santo Padre, l'unico modo in cui posso servirla è quello di dire la verità nel modo migliore e più chiaro possibile'. La risposta ottenuta è: 'Questo è quello che voglio'. (che poi il papa vada avanti come un treno in altra direzione è un altro discorso ed è noto a tutti)
RispondiEliminaFrancamente, messo in questi termini, mi sembra un drammatico 'gioco delle parti' senza vie d'uscita....
Insomma
RispondiEliminaUna cosa è utile se va nella direzione giusta.
Utile non significa certo risolutiva o decisiva.
Ciascuno nel suo ambito può e deve fare azioni utili. Tutte queste nel loro insieme condurranno ad un risultato complessivamente decisivo.
Ancor meglio se ci fosse almeno una coordinazione, anche se una concertazione sembra impossibile. Come minimo non bisognerebbe giudicare come inutile una cosa fatta da altri solo perché non è fatta da sè.
Un teologo darà il suo contributo e in un modo diverso da quello del giornalista e i due ruoli sono complementari.
E così via...
Dici bene Marius: "ancor meglio se ci fosse almeno una coordinazione".
RispondiEliminaPurtroppo la frammentazione è tale che perfino tra noi, invece di coordinarci, ognuno naviga a vista per conto suo.
Al momento resto a guardare. Mi orienterò strada facendo. Nel frattempo ho in cantiere alcuni approfondimenti. Se sarà il caso proseguirò, altrimenti resisterò come posso, soprattutto nella preghiera.
RispondiEliminaForse il da farsi è, come si diceva negli anni della rivoluzione del '68, creare un'alternativa , vivere l'alternativa, all'interno della Chiesa. Cioè Chiese, Messe, Oratori, scuole, Università, Seminari,e ancora, come Dio comanda. Loro come hanno occupato la Chiesa? Svuotandola del suo contenuto e mettendoci al suo posto questo sincretismo orientalmassonico, new age e via paganeggiando. Noi dobbiamo sostituire tutti questi pensieri stracci con la sana e vecchia dottrina in ogni arteria della cultura. Piccoli gruppi determinati e preparati e pronti ad una lotta durissima e gentile:chi si occupa dei giovani, chi degli adulti, chi dei seminari, insomma la riconquista ovunque di una egemonia culturale cattolica. Loro hanno imitato ed esportato tutto il metodo della Chiesa fuori, ateizzandolo ora è tempo della riconquista. E per tutti, variamente modulate, lezioni, tra noi, settimanali sulla Liturgia, la Sacra Scrittura,i Santi, biorafie e testi,la storia della Chiesa e tanto altro ancora, San Tommaso a memoria per esempio.
RispondiElimina@ Irina 20,28 - creare una alternativa nella chiesa come nel 68 nelle scuole o nelle fabbriche, e' solo un vero sogno.
RispondiEliminaCerta e' una cosa, ormai rievangelizzare nella Dottrina di sempre rimane un'illusione, e le dico il perche': provare ad accostarsi ai gruppi e' impossibile - i preti ed i vescovi ci tengono sotto stretto controllo, e se ci accostiamo e diciamo cose poco poco diverse dalle loro (tutta la nuova formazione postconciliare) ci allontanano alla svelta - due esempi, prima di pasqua ho fatto gli auguri alla,ex presidente della AC, sa come mi ha risposto? Tu mi fai gli auguri? Ma tu non sei di un'altra religione? Oltretutto scomunicata dai papi del concilio? Ma tu non ti dichiari tradizionalista? Dunque cosa hai a che vedere con la nostra chiesa conciliare?
- doveva venire in parrocchia il postulatore della canonizzazione di Woitila, chiesi al dr de Mattei se ed disposto a venire per porre domande, prima ho chiesto al parroco se potevo portare qualche teologo e storico (l'incontro si teneva nella collegiata parrocchia tra il presbiterio e la navata centrale, neanche in oratorio, quindi luogo pubblico) per porre domande appropriate; risposta: monsignore risponde solo ai cattolici progressisti e conciliari, non risponde a domande di tradizionalisti e medioevali - la nostra chiesa e' nata con il concilio vat due - prima non c'era nulla.
Meglio non partecipare.
Questo e' cio' a cui si va' incontro - sono stato sufficientemente chiaro?
Specifico che la sig.ra dell'AC era presidente quando il concilio era allo stato embrionale, cioe' era una tradito - ora e' diventata ultraprogressista -questo e' il lavaggio del cervello che i modernisti hanno fatto in questi 50 anni.
Io negli anni 60 servivo messa VO -oggi a 70 anni servo ancora messa VO ove possibile (Mic. Ne sa qualcosa). Sono rimasto irremovibile davanti a quel concilio -non mi son fatto fare il lavaggio universale.
Berni,
RispondiEliminatutti noi ci misuriamo con le tue stesse difficoltà. Tuttavia l'alternativa non è rinchiudersi nel ghetto, ma promuovere la nostra pastorale (se non è ovviamente realistico nelle parrocchie) a partire dai rispettivi centri messa e, anche a prescindere da essi, curare incontri formativi destinati soprattutto ai giovani: si possono cogliere diverse occasioni e dare di volta in volta dei tagli edificanti.
È inutile continuare a rimestare il coltello nella piaga. Bisogna denunciare e riaffermare ciò che è indispensabile e, poi, agire. Chi non ha la possibilità di agire, preghi e così supporti l'azione degli altri...
Sarebbe compito di ogni cristiano fare apostolato. Senza essere noioso, se possibile. Nel momento opportuno e con presenza di Spirito Santo. Oggi ci sono talmente tante situazioni che è difficile non trovarsi, almeno una volta al giorno, nel luogo giusto al momento giusto. Cominciamo così, dal piccolo piccolo. Passiamo davanti ad una Chiesa, segnamoci; incontriamo la giovane mamma e discretamente chiediamo che nome è stato dato al bambino nel Santo Battesimo;andiamo ad un funerale della vecchia signora e rallegriamoci, tanto da essere sentiti da alcuni astanti, della funzione cattolica normale, mentre ormai una bruciatina e via e le ceneri della cara estinta finiscono in soffitta; insomma cerchiamo di mettere in evidenza la regressione nella barbarie che l'intera società sta subendo.E' un campo vastissimo, se si è timidi si vada in un quartiere diverso dal proprio, si entri in un negozio e si "attacchi bottone" come si diceva una volta, e non si esca se non dopo aver gettato un semino. Insomma nell'esame di coscienza serale poniamoci la domanda se abbiamo fatto apostolato sì o no, ricordando che la fede si rafforza trasmettendola.
RispondiEliminaComunque care Irina e Mic.io faccio il possibile (l'impossibile lo puo' solo Dio) per trasmettere la dottrina immutabile,ove e come posso. Ma sto' vedendo che molta gente piu' preparata di me e molto superiore (da Mons. Gherardini a Maria a don Curzio, i famosi 45 e mille e mille altri trovano enormi difficolta' ad affrontare questa situazione).
RispondiEliminaPurtroppo tutto parte da quel ..... concilio funesto,che se i vescovi l'avessero bloccato poi annullato, oggi. On saremmo in queste condizioni.
Certo la situazione attuale non ci agevola, anzi ci ostacola in modo grave, solo Dio sa' quando e dove si ripartira'.
Quello che mi consola, e'che i 45 davvero saranno l'inizio di un vero chiarimento, prche' cosi' e' solo una stasi ed una tragedia che non ha mai fine.
In un modo o nell'altro si deve arrivare ad una conclusione e sapere quale gerarchia e' quella veramente Cattolica da seguire, e quale quella eretico/protestanteizzata da togliere il velo sul viso una volta per sempre.
Poi cari miei non dimentico mai il brano del Vangelo in cui Gesu' e gli Apostoli erano sulla barca sul lago, quando le acque si agitarono al punto da mettere paura mentre Gesu' dormiva, allora gli Apostoli lo chiamarono per zvvisarlo della burrasca, e Gesu rispose "uomini di poca fede......" ecc.
RispondiEliminaDunque in mezzo a questa burrasca crediamo che Gesu' non vede? E non sta' dalla nostra parte?tranquilli che alla fine ome dice Gesu' "portare inferi, non prevalebunt" i traditori non prevarranno.
Infatti giuda si e' impiccato mentre Pietro pentito e' diventato la Roccia.
Dio fa' bene tutte le cose - tutto e' previsto prima di tutti i secoli. Questo almeno per chi crede ed ha fede in Cristo, in Colui che ha subito la passione, la morte di Croce ed infine la gloria.