Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 31 ottobre 2016

Il significato dei numeri per la Festa di Tutti i Santi. Con un'appendice sull'origine a la trasformazione di Halloween

Fr. Cassian Folsom, O.S.B.
Ap 7,2-12; Mt 5,1-12
Sant’Agostino, durante il tempo Pasquale, predicava ogni anno sul significato dei 153 grossi pesci presi nella miracolosa pesca fatta dagli apostoli sul lago di Galilea dopo la Risurrezione del Signore. L’assemblea d’Ippona conosceva bene questo brano evangelico, ma ogni anno aspettava con piacere da Sant’Agostino la spiegazione della numerologia. Similmente, la ricorrenza annuale della festa di Tutti i Santi ci fornisce l’occasione di parlare della numerologia della liturgia. Per coloro che hanno già sentito questa spiegazione, sarà una ripetizione; per coloro invece che non l’hanno mai sentito, sarà una scoperta del significato profondo dei numeri nella Bibbia e nella liturgia.

Quanti santi ci sono? La prima lettura che abbiamo appena ascoltato, dal libro dell’Apocalisse, parla di 144,000. Soltanto? Sembra troppo poco! Il testo, poi, spiega come si è arrivato a questa cifra. Ci sono 12,000 persone da ciascuna delle dodici tribù d’Israele. Il simbolismo è chiaro. Dodici è un numero mistico che significa totalità, completezza. Se volessimo indicare una completezza molto grande diremmo “12” due volte. Anche in Italiano facciamo così, ripetiamo le parole per sottolineare la loro importanza: “pian, piano” vuol dire “veramente piano”. “Or ora” vuol dire “proprio in questo momento”. Quindi, “dodici per dodici” vuol dire un numero veramente grande. E se volessimo andare oltre e indicare un numero superlativo, stravagante, proprio grandissimo? Gli antichi indicavano questo concetto aggiungendo il numero 1.000. Quindi, “12” è già grande. “12 per 12” o 144 vuol dire super-grande. 144.000, invece, è un numero così grande che è quasi impossibile a contare.

Il testo biblico, però, dà questo numero ai Giudei. I Gentili, invece? Una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza popolo e lingua (Ap 7,9). Il concetto è uguale. Una moltitudine immensa di Giudei, e una moltitudine immensa di Gentili.

La Liturgia

Il canone romano adopera la stessa numerologia. Ci sono due elenchi di santi nel canone romano. Contate con me i quelli elencati nel gruppo prima della consecrazione. Inanzitutto, ci sono gli apostoli:
Pietro e Paolo,
Andrea, Giacomo,
Giovanni, Tommaso,
Giacomo, Filippo,
Bartolomeo, Matteo,
Simone e Taddeo (12)

Ci sono dodici santi. Poi, i martiri:

Lino, Cleto
Clemente, Sisto
Cornelio e Cipriano,
Lorenzo, Crisogono,
Giovanni e Paolo,
Cosma e Damiano (12).

Quanti santi sono elencati? 12 per 12 – che fa 144. Completezza, totalità, tutti i santi.

Contiamo, poi, i nominativi nel secondo elenco, dopo la consacrazione. Giovanni Battista viene nominato per primo, perché il suo culto era molto sentito dalla Chiesa romana. Infatti, la cattedrale di Roma (che è il Laterano, non San Pietro) è intitolata San Giovanni in Laterano. Dopo San Giovanni Battista, il capo del coro dei santi, seguono due gruppi, un elenco di maschi e un elenco di femmine. Contiamo i nominativi:

Stefano, Mattia, Barnaba, Ignazio, Alessandro, Marcellino, Pietro (7)
Felicita, Perpetua, Agata, Lucia, Agnese, Ceclia, Anastasia (7).

Sette maschi e sette femmine. Il numero sette, come il numero 12, significa la perfezione, la pienezza. Quindi il secondo elenco, come il primo, vuol dire “Tutti i Santi”, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare… la comunione dei santi. Molti santi hanno una celebrazione nel calendario liturgico, altri invece hanno il loro nome iscritto nel martirologio, ma non hanno un culto liturgico particolare. Inoltre, ci sono santi sconosciuti – o meglio, conosciuti solo a Dio. Oggi, celebriamo la loro festa: la solennità di tutti i santi.

Nella liturgia, siamo circondati dagli angeli e dai santi. Come spiega il Catechismo della Chiesa Cattolica, “coloro che celebrano la liturgia qui, al di là dei segni, sono già nella Liturgia celeste, dove la celebrazione è totalmente comunione e festa” (CCC 1136). Forse siamo abituati a pensare che noi stessi siamo i soggetti principali della liturgia – ma sarebbe un’idea erronea. Nella liturgia, l’angelo santo porta la nostra offerta sull’altare del cielo davanti alla Maestà Divina, veniamo trasporti fuori di noi stessi, siamo condotti al palazzo del Re, entriamo in un'altra realtà. Il Catechismo descrive elegantemente chi sono i celebranti della liturgia celeste:

Apocalisse di san Giovanni…ci rivela prima di tutto ‘un trono nel cielo, e sul trono Uno… seduto (Ap 4,2): il Signore. Poi l’Agnello, immolato e ritto (Ap 5,6): il Cristo crocifisso e risorto, l’unico Sommo Sacerdote del vero santuario, lo stesso ‘che offre e che viene offerto, che dona ed è donato’. Infine, il ‘fiume di acqua viva’ che scaturisce dal trono di Dio e dell’Agnello (Ap 22,1): uno dei simboli più belli dello Spirito Santo.

Ricapitolati in Cristo, partecipano al servizio della lode di Dio e al compimento del suo disegno: le Potenze celesti, tutta la creazione (i quattro esseri Viventi), i servitori dell’Antica e della Nuova Alleanza (i ventiquattro Vegliardi), il nuovo Popolo di Dio (i 144.000), in particolare i martiri ‘immolati a causa della Parola di Dio’ (Ap 6,9-11), e la santissima Madre di Dio, infine una moltitudine immensa, che nessuno può contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua (Ap 7,9).

È a questa Liturgia eterna che lo Spirito e la Chiesa ci fanno partecipare quando celebriamo, nei sacramenti, il Mistero della salvezza” (CCC 1137-1139).

La solennità di Tutti i Santi ci offre questa visione gloriosa del nostro destino: la comunione dei santi nella liturgia celeste. Preghiamo il Signore di poter pregustare oggi in questa Messa, la gioia che sperimentano i commensali alla cena delle nozze del Signore (cf. Ap 19,9).
Fr. Cassian Folsom, O.S.B. - 15 nov 2015

* * *
Un accenno all'odierna scristianizzazione

Halloween, deriva da All Hallow's Eve e vuol dire semplicemente ‘Sera della festa dei Santi’, ‘Vigilia della festa dei santi’.
La chiesa cattolica l’1 novembre fa memoria di tutti i santi e la sera del 31 ottobre è appunto la vigilia della festa. Ma l’1 novembre era il giorno della festa celtica di Samhain ed alcune delle tradizioni dell’odierna Halloween vi rimandano.
Cosa è avvenuto? Perché questa coincidenza? Halloween è una festa pagana o cristiana? Siamo dinanzi ad una espropriazione cristiana o ad un camuffamento sincretista di riti magici? Cosa è bene fare in campo educativo? Incoraggiare o opporsi alla celebrazione di Halloween?

La festa celtica di Samhain “era un momento di contemplazione gioiosa, in cui si faceva memoria della propria storia, della propria gente, dei propri cari, in cui si celebrava la speranza di non soccombere alle sventure, alle malattie, alla morte stessa, che non era l'ultima parola, se era vero che i propri cari, almeno una volta l'anno, potevano essere in qualche modo presenti. Nella magica notte di Samhain non erano le oscure forze del caos che riportavano nel mondo i morti, ma il ricordo e l'amore dei vivi che li celebravano gioiosamente”.

L’annuncio del vangelo nel mondo celtico si misurò con questa tradizione che manifestava il desiderio che la morte non fosse l’ultima parola sulla vita umana e testimoniava, a suo modo, la speranza nell’immortalità delle anime. Il cristianesimo comprese che la propria convinzione della costante presenza ed intercessione della chiesa celeste, della comunione dei santi che già vivono in Dio, poteva rinnovare dall’interno l’attesa ed il desiderio che la tradizione di Samhain celebrava. La resurrezione di Cristo era l’annuncio che la presenza benedicente dei propri defunti non era pura illusione, ma certezza dal momento che noi, i viventi di questa terra, viviamo accompagnati dal Cristo e da tutti i suoi santi. Samhain divenne così Halloween.

Tuttavia, nella corrente letteratura esoterica ed occultistica si danno delle fantasiose e infondate versioni della festa di celtica Samhain che sono poi quelle che fanno da riferimento alle moderne celebrazioni stregonesche e neopaganeggianti e che hanno creato agli occhi di molte persone l'immagine inquietante di Halloween, ma che nella maggior parte dei casi ormai acquista un aspetto satanico. Ciò avviene attribuendo a Samhain il nome di una oscura divinità, ‘Il Signore della morte’, ‘Il Principe delle Tenebre’, che in occasione della sua celebrazione chiamava a sé gli spiriti dei morti, facendo sì che tutte le leggi dello spazio e del tempo fossero sospese per una notte, permettendo agli spiriti dei morti e anche ai mortali di passare liberamente da un mondo all'altro. Per questo Samhain viene considerato dai moderni e fantasiosi esoteristi come un momento dedicato alla divinazione, in cui cioè si può facilmente prevedere il futuro e predire la fortuna.  E così la ‘festa dei morti’ di ancestrale tradizione celtica, perduta la sua giustificazione cristiana, si trasformò in una specie di celebrazione dell'oscurità, della magia, con contorno di streghe e demoni. La solidarietà tra le generazioni, tra i morti e i vivi, aveva lasciato posto ad un terrore cupo e gotico della morte. Ed è così che Halloween costituisce uno dei tanti processi di ‘de-cattolicizzazione’, “spazzata via dalla nuova visione orrifica, estremamente moderna nel suo essere allo stesso tempo scientista, positivista e affascinata dall'elemento magico-occultistico”.

Utile ricordare a tutti cosa ne pensa don Gabriele Amorth, uno dei più grandi esorcisti:
“Halloween non è una festa, ma un evento inquietante che ha lo scopo di ironizzare, con l’uso delle maschere, su ciò che è male per farlo passare come un divertimento innocente. È il capodanno dei satanisti, la notte per eccellenza dell’occulto, di chi lo pratica perché si festeggia il dio dell’occulto, Satana. E poco importa saperlo o non saperlo perché i suoi effetti malefici e devastanti nel tempo, raggiungono anche le persone che, inconsapevolmente, vi partecipano… Fuggite da tutti i simboli di Halloween, sono “porte” sataniche che portano i demoni nelle vostre case, portano la divisone, invidie e malefici…”
Preghiamo e adoperiamoci perché, a partire dalle Parrocchie e anche nella scuola, si diano insegnamenti corretti e edificanti, altrimenti, purtroppo, è serio il rischio di sfociare nel satanismo, inconsapevole nei bambini e nei giovani che abbracciano le mode del tempo e irresponsabilmente ignorato da chi dovrebbe vigilare ma soprattutto insegnare altro. 

8 commenti:

Anonimo ha detto...

In Polonia la sera del 31 ottobre i bambini si vestono da santi e vanno in processione per le strade.

mic ha detto...

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/11/padre-s-lanzetta-omelia-ad-ognissanti-1.html

mic ha detto...

Gaudeámus omnes in Dómino, diem
festum celebrántes sub honóre
Sanctórum ómnium: de quórum
solemnitáte gáudent Ángeli et colláudant
Fílium Dei.
Ps. 32, 1 - Exsultáte iusti, in Dómino:
rectos decet collaudátio.
Gloria Patri...

Godiamo tutti nel Signore, celebrando
questa festa in onore di tutti i Santi,
della cui solennità godono gli Angeli e
lodano il Figlio di Dio.
Sal. 32, 1 - Esultate nel Signore, o giusti:
ai retti si addice il lodarLo.
Gloria al Padre…

Anonimo ha detto...

P. Folsom è il priore dei benedettini di Norcia?

Anonimo ha detto...

Lungo post su Facebook in difesa di Halloween di Massimo Introvigne (24 ottobre) :
Qualcuno dirà che mi piacciono le polemiche, ma trovo le campagne di certi cattolici contro Halloween molto esagerate. I cattolici che partecipano a queste campagne spesso non conoscono né l'origine di Halloween né quella di queste campagne.
.... .... si è anche diffusa la leggenda urbana secondo cui Papa Benedetto XVI avrebbe condannato la festa (non lo ha fatto).... eccetera.

Anonimo ha detto...


La festa celtica di Samhain non era cosi' innocente e gioiosa come sembra ritenere l'autore dell'articolo. C'era anche una componente che poteva avere risvolti inquietanti. Samhain (saun) vuol dire "fine dell'estate" ed e' il nome del mese di Novembre, inizio dell'anno per gli antichi Celti. Si passava dalla luce alle tenebre autunnali-invernali. In questo momento di "passaggio" dal regno dei morti, dominato dal Dio dei Morti (di nome Donn = "bruno"), venivano in folla le anime dei defunti unitamente a spiriti benigni ma anche maligni. I grandi fuochi che venivano accesi servivano a rischiarare le tenebre e anche a tener lontani gli spiriti maligni, nelle case si teneva un posto vuoto a tavola per l'anima del parente defunto. Insomma, il mondo visibile e l'invisibile e tenebroso si mescolavano per un giorno, ma l'invisibile era quello tenebroso del regno dei morti e degli spiriti. Nel lontano passato probabilmente evocato dai druidi con i loro tenebrosi riti (Tutto questo si trova su INternet, comprese le spiegazioni filologiche). A. P.

Anonimo ha detto...

Conosco altre spiegazioni del numero di 144.000. Spiegazioni che, comunque, sono perfettamente compatibili con quella proposta/esposta da Padre Falsom e che sembra risalire a Sant'Agostino.
Spiegazioni che si intersecano con quella, arricchendosi reciprocamente.
L'unica che mi sembra strana, è quella dell'agostiniano (guarda un po') Corsini, secondo la quale, tale numero, indica gli Ebrei che si sono salvati dai tempi di Abramo alla Pentecoste.

mic ha detto...

http://www.campariedemaistre.com/2013/10/halloween-notte-di-streghe-o-di-santi_31.html