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lunedì 20 marzo 2017

L'arcivescovo Forte, il professor Melloni e le "quattro ciliegie" indigeste

Val la pena riprendere pari pari l'articolo di Sandro Magister su Settimo cielo. E varrà altrettanto la pena formulare adeguate repliche alle affermazioni sofiste e pretestuose dei due personaggi citati. Quanto alla prospettata collegialità, vi rimando, intanto, a riflessioni già fatte [qui - qui - qui].

Per capire come Francesco agisce con i suoi oppositori, l'arcivescovo e teologo Bruno Forte è un oracolo da non perdere, specie da quando ha riferito in pubblico che cosa il papa gli disse durante l'ultimo sinodo, nel quale fungeva da segretario speciale:
"Se parliamo esplicitamente di comunione ai divorziati risposati, questi [gli oppositori - ndr] non sai che casino ci combinano. Allora non parliamone in modo diretto, tu fai in modo che ci siano le premesse, poi le conclusioni le trarrò io".
Le conclusioni, si sa, Francesco le ha tratte nell'esortazione postsinodale "Amoris laetitia", ma in una forma così ambigua che inevitabilmente ha aggravato le contrapposizioni e la confusione in tutta la Chiesa, e ha indotto quattro cardinali a chiedergli pubblicamente di fare chiarezza sui "dubia" creati da questo suo magistero liquido.

Ma per Bruno Forte no, non sono le parole di "Amoris laetitia" ad aver generato i dubbi, ma sono questi ultimi e chi li solleva a "seminare insicurezze e divisioni tra i cattolici e non solo".

Questo e altro ha detto l'arcivescovo ed ex segretario speciale dei due sinodi sulla famiglia, nonché uomo di fiducia di Jorge Mario Bergoglio, nella conferenza che ha tenuto il 9 marzo, a Roma, nella chiesa di San Salvatore in Lauro, introdotto dal vescovo ausiliare della diocesi del papa Gianrico Ruzza e con oratore di rincalzo, subito dopo di lui, lo storico della Chiesa Alberto Melloni, capofila della celebre "scuola di Bologna".

L'argomento principe che Forte ha sfoderato a sostegno della linea di papa Francesco è la concordanza tra quello che c'è scritto in "Amoris laetitia" e le proposizioni votate dal sinodo dei vescovi: un "consensus fidelium" – ha aggiunto – dal quale invece si sono tirati fuori, ingiustificatamente, coloro che hanno sollevato i "dubia".
Ecco le sue parole precise in proposito, trascritte dalla registrazione audio della conferenza:
"I punti finali del sinodo sono stati approvati dai rappresentanti degli episcopati di tutto il mondo con una maggioranza straordinaria: quasi tutti all'unanimità e i più delicati da almeno i due terzi. Francesco aveva le idee chiare, sapeva dove voleva arrivare. Quando mi chiamò per fare il segretario del sinodo mi disse: 'Per me è importante arrivarci insieme con tutti i vescovi del mondo, perché il papa è il servo dei servi di Dio e io voglio che cresciamo insieme. Non importa a nessuno di scrivere un documento per la Chiesa senza il cammino che abbiamo fatto'. Questo è un aspetto che non deve essere trascurato. Papa Francesco ha preso sul serio la collegialità. C'è chi ha calcolato che l'esortazione postsinodale è fatta all'85 per cento di testi della relazione finale del sinodo. Sono testi maturati collegialmente, con l'episcopato del mondo che si è impegnato intorno al successore di Pietro. Quindi veramente siamo di fronte a un 'sensus', a un 'consensus fidelium' impressionante. Ecco perché i 'dubia', sotterranei, sollevano dubbi su coloro che li hanno sollevati, perché alcuni di questi erano assenti dal sinodo e non hanno visto quale grande tensione di comunione c'è stata".
Naturalmente Forte non ha fatto il minimo cenno a come il doppio sinodo è stato manovrato dall'alto, incorrendo tra l'altro in un clamoroso incidente a metà della prima sessione – quando lo stesso Forte fu accusato in pubblico dal cardinale relatore Peter Erdo di aver scritto di testa sua parti della "relatio post disceptationem" – e in una ancor più clamorosa lettera di protesta e di appello al papa di tredici cardinali all'inizio della seconda sessione.

Né ha fatto cenno all'anomalia di una presunta "collegialità" che ha prodotto testi rigettati sui punti più controversi da quasi un terzo dei padri sinodali, e passati con pochi voti di margine solo grazie a un'ambiguità e reticenza di linguaggio ancora più spinte di quelle poi immesse in "Amoris laetitia".

Piuttosto, entrando nel contenuto delle obiezioni, Forte ha contestato l'accusa di "relativismo" rivolta al papa e al suo "Chi sono io per giudicare?".

E l'ha fatto rimandando al "grande gesuita" Karl Rahner e a sant'Ignazio di Loyola, sulle cui orme – ha detto – Francesco va all'opposto del relativismo, poiché "coniuga l'assolutezza della verità con l'assolutezza della carità, in una quotidiana fatica di discernimento, da cui nessuno si senta escluso".

Si può presumere con una certa sicurezza che questo illustrato da Forte sia anche ciò che pensa papa Francesco contro le obiezioni dei quattro cardinali, e non solo di essi.

*
Meno direttamente riconducibile al pensiero di Francesco, ma sicuramente espressivo dei sentimenti della corte pontificia, è invece il piglio derisorio con il quale, subito dopo Forte, il professor Melloni se l'è presa con i quattro cardinali dei "dubia".

"La specialità che hanno certi componenti della Chiesa – ha detto alludendo a loro – è quella di credersi la metà della Chiesa. È come se la ciliegia si credesse la metà del ciliegio".

E poi avanti col dire che "le quattro ciliegie che prima citavo" non hanno capito niente né del famoso detto di Giovanni XXIII: "Non è il Vangelo che cambia, siamo noi che cambiamo nel tempo", né della "autentica autorità dottrinale" che Francesco riconosce non solo ai sinodi ma anche alle conferenze episcopali.

La sola cosa che i quattro credono, secondo Melloni, è che "la funzione del magistero sia quella di fare la somma algebrica tra le affermazioni di un'enciclica e di un'altra".

Purtroppo, però, ha lamentato il professore, i quattro si sono dotati di una cassa di risonanza spropositata, che "trasforma le loro piccole cose in una metà della realtà". E ha raccontato di un suo incontro in Cina con i seminaristi di Shanghai, "i quali sapevano pochissimo di 'Amoris laetitia' però sapevano tutto dei 'dubia'. Per loro i 'dubia"' erano cose serie e gravi, e il testo di 'Amoris laetitia' era invece un po' fricchettone".

Ha concluso Melloni:
"La cosa che colpisce di più dei 'dubia' non è che qualcuno li sollevi, anche se io trovo estremamente improprio lo strumento stesso delle domande fatte al papa. I vescovi e i cardinali hanno tutto il diritto e anche il dovere di dire al papa quello che pensano, però trattare il papa da imputato, come si fa nei processi, no, questo non hanno il diritto di farlo, non aiuta a niente".

21 commenti:

  1. Papa Francesco non è stato trattato da imputato, ma con rispetto e carità. I dubia sono stati espressi prima in camera caritatis! Dopo pubblicati!
    Si può dire, ma con una forzatura, che è stata ventilata l'ipotesi di accusa in una intervista, non ricordo se di Burke o Caffarra, dopo che si era già capito che il papa non avrebbe risposto.

    È di poco fa l'indiscrezione (con beneficio del dubbio!) in base alla quale il card. Muller avrebbe convinto i quattro a non procedere con la correzione formale. Chi vivrà vedrà.

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  2. Non commettere adulterio (Assolutezza della Verità!)

    Dare la Comunione a chi commette adulterio (Assolutezza della Carità)

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  3. Qualche giorno fa, sabato vigilia della solennità propria di san Giuseppe, Melloni, in uno spazio televisivo di pochi minuti, rai news 24, è riuscito a comunicare in maniera criptata una mossa futura che ha dello sconvolgente: " Molte delle feste oggi in voga, san Valentino, la festa del papà e quella della mamma, son state commercializzate. Domani festa di san Giuseppe richiama la festa del papà, ma ormai la figura del papà non ha più senso perché i bambini spesso son costretti ad assistere alla violenza nei confronti delle loro mamme da parte dei papà. E cosi bisogna ritornare alla figura paterna vera e propria. Un tempo i vescovi davano si curezza ai fedeli delle diocesi perché abituavano la gente persino ad amare i loro pastori vecchi e ammalati e quindi alla loro presenza rassicurante. Dopo il concilio i vescovi con le dimissioni a 75 anni non sono più a contatto coi diocesani esprimendo la loro paternità attraverso l'anzianità. ...è perciò auspicabile l'eliminazione del pensionamento ai 75 anni e lasciare che i Pastori governino sino alla morte il loro amato gregge. ....."
    Capito tutto! Prima assolutamente guai a tenere Pastori( preconciliari fino a qualche decennio fa, con sparuti residui che lentamente vanno decisamente rimuovendo) amanti del loro gregge! Perciò le franceschine nomine ormai avviate al sopravvento, non dovranno più avere un lasso di tempo, perché l'auspicio diverrà realtà, i nuovi vescovi, della Nuova chiesa, governeranno usque ad mortem, per amore del loro gregge. Dissoluzione totale..... Il vescovo Ruzza? Un bell'esempio di vescovo innamorato del gregge e dell'odore delle pecore.

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  4. Chiaramente il Dott. Melloni fa parte del gruppo di coloro che faziosamente stravolgono le intenzioni e i contenuti di coloro che con amore si prodigano a servizio della Chiesa e della Verità (Cristo). E' falso che i Dubia superino la questione della conoscenza dell'"Amoris Laetitia", questo documento era attesissimo. E se i cardinali in questione e il rumore mediatico che avuto il Sinodo e le discussioni, hanno fatto un gran chiasso perchè il Papa si esprimesse in merito, è chiaro che l'Amoris Laetitia era un documento la cui attesa era planetaria. Su questo Melloni si sbaglia e non fa onore alla cronaca. Due più due fa quattro o non sa contare o sa farlo, ma vuole falsificare la realtà, in vista dei suoi titoli accademici o per il potere consegnatoli dai potenti? In ogni caso, le manovre per raggiungere un dato falsato le ha già proposte qui il cronista. Resta il fatto che in materia di verità di fede, non si deve ragionare in termini di democrazia o di consenso. Anche Gesù è stato condannato da Pilato, anche se Pilato stesso aveva ammesso che avrebbe potuto liberare Gesù. In questo altro caso la "Verità" ossia Gesù stesso, quando attribuiva a se stesso quest'altro appellativo nel Vangelo ("Io sono la Via, la Verità, e la Vita") è ancora sullo stesso banco degli imputati e i farisei di quest'epoca vorrebbero ancora una volta giudicarlo "colpevole". Colpevole di aver scombinato i suoi piani: di lasciare da parte la morale nella vita della Chiesa quella che ha a che fare con il 6° comandamento "Non commettere atti impuri" e tutti gli aspetti annessi, unioni, perversioni e quant'altro e condannare la corruzione... Solo che non si può condannare un aspetto senza tener presente l'altro, altrimenti saremmo degli ipocriti. Dio sa bene quali sono i mali per la vita dell'uomo o vorremo metterci al posto di Dio dicendo questo sì, quell'altro no. Chi sei Tu per giudicare le leggi di Dio? Chi è come Dio? Direbbe S. Michele arcangelo di fronte al demonio e ai suoi servitori. Chi vuol dispensare misericordia al posto di Dio? Tornate alle sue leggi e ai suoi Comandamenti e non siate stolti sapienti, perchè Dio giudica stolta la sapienza di questo mondo, come ebbe a scrivere l'apostolo Paolo nelle sue lettere, che fanno parte dell'Evangelo.

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  5. Accipicchia, ora è tutto chiaro. Da Papa non può rispondere perché la decisione di creare una eccezione per motivi pastorali non può essere ascritta a lui, ma all'altro potere ecclesiastico, il collegio episcopale che a grande maggioranza ha deciso così. Lui da Vescovo di Roma ci ha messo il 15%, ma lo strappo alla regola ha un consenso molto più ampio, e il Vescovo di Roma non può ribaltarne il senso, nel caso specifico non può rispondere, non perché non ne senta il dovere, ma perché non ne sente il diritto.

    Secondo me siamo giunti al disastro, nel merito certamente, ma soprattutto nel metodo, devastante anche di più. Un Papa che sente il suo ministero come quello di Vescovo di Roma, uno fino a tanti, un po' più importante di molti. I nodi vengono al pettine, lo aveva detto dopo l'elezione d'altronde. Lascio a voi considerazioni se abbiamo un Papa o meno.

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  6. "'Per me è importante arrivarci insieme con tutti i vescovi del mondo, perché il papa è il servo dei servi di Dio e io voglio che cresciamo insieme."

    Ogni vescovo deve arrivare ad elaborare il suo pensiero da solo, davanti a Dio e davanti a se stesso. Pensiero che, al momento opportuno, riferirà e motiverà al Pontefice.

    Il Pontefice ancor più, avendo il compito di confermare i fratelli, deve arrivare alle conclusioni da solo, davanti a Dio, Uno e Trino soltanto.

    Pontefice e vescovi, non costituiscono insieme "l'asilo Mariuccia" per cui fanno i lavoretti di ritaglio ed incollo insieme.
    Tanto meno il Pontefice, raduna i vescovi per dar loro e al mondo il contentino assemblear-democratico(la guazza) solo per averli sodali delle sue innovazioni già in agenda nel suo pre-conclave.
    Servo dei servi, nel rispetto dei compiti, delle capacità proprie ed altrui.

    " Non importa a nessuno di scrivere un documento per la Chiesa senza il cammino che abbiamo fatto'."

    Infatti, a nessuno viene in mente di scrivere un documento per la Chiesa. I fedeli si aspettano un documento chiaro dalla Chiesa, che li confermi nella Dottrina di sempre. Ogni fedele, che poi leggerà quel chiaro documento, farà il suo cammino personale di apprendimento dello stesso e della messa in opera dell'insegnamento chiaramente espresso nel documento, uscito in modo chiaro dal Magistero della Chiesa.

    "Papa Francesco ha preso sul serio la collegialità."

    Bene. Forse è il modo, come, mettere la collegialità al servizio della Verità che va rivisto.

    ""coniuga l'assolutezza della verità con l'assolutezza della carità, in una quotidiana fatica di discernimento, da cui nessuno si senta escluso""

    Credo che il Pontefice debba sempre insegnare la Verità, che i cattolici credono essere Gesù Cristo, ed indicare ai cattolici che portare Gesù Cristo ovunque è l'azione massima di Carità; poi ognuno discernerà come tramutare la Carità, in opere di Misericordia spirituale e corporale.
    Non sta a lui discernere per tutti. Lui deve insegnare a tutti la Parola di Dio, attenendosi alla Tradizione ed al Magistero. Niente di più, niente di meno.

    ""trasforma le loro piccole cose in una metà della realtà"."
    Il polverone nasce dalla confusione creata ad arte e quando il polverone si acquieta a terra, la realtà è stata tutta cambiata.

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  7. Anonimo delle 15:32

    se la tua affermazione era un tentativo di giustificare le aberrazioni dottrinali dell'Amoris laetitia, ti si può rispondere così:

    Non commettere atti impuri (Assolutezza della Verità!)

    Dare la Comunione a chi commette atti di pedofilia (Assolutezza della Carità)

    Se è Carità far mangiare a qualcuno la propria condanna e commettere un gravissimo sacrilegio...meglio che non ci sia questo tipo di FALSA "carità".

    Comunque Melloni può frignare finché vuole: Dio si è pronunciato e il Magistero Infallibile pure: neanche tutti i Papi da qui alla fine della storia (insieme a tutti i vescovi e i cardinali che esistono ed esisteranno) potranno aprire VALIDAMENTE alla Comunione agli adulteri (o ai sodomiti o ai pedofili), qualunque cosa facciano e qualunque sia il tipo di "magistero" che useranno nel patetico e sacrilego tentativo.

    I seminaristi cinesi disprezzano l'Amoris laetitia e apprezzano i dubia? Meglio così, vuol dire che i dubia sono serviti a qualcosa!

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    1. Mi sembrava lapalissiana la contraddizione!
      Dio ha scritto i comandamenti con amore e per amore, solo in essi si ama, quindi dire che fuori di essi c'è amore è assurdo.
      Il Signore non ci ha dato solo il cuore, ma anche il cervello per ragionare!
      Era per rispondere all'assurdità di Bruno Forte...

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  8. “Quando l’eresia si impadronirà della Chiesa sappiate che non ci sarà prova di vera fede e di cristianità se non con le sacre scritture, perché quelli che si volgeranno altrove periranno”.
    S.Giovanni Crisostomo
    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-l-esorcista-mettein-guardia-dalpeccato-ordinario-19275.htm

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  9. Se la "correzione formale" sparirà nel nulla, sarà allora Nostro Signore in persona a farla, nelle forme anticipate un secolo fa nelle Visioni apocalittiche di Fatima.

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  10. E' comunque impressionante constatare che per quanto il gioco diventi scoperto, la manipolazione palese e la manomissione di una intera religione sempre più evidente nulla sembra limitare la loro azione che anzi viene agevolmente rincarata senza intoppi.
    Si possono aver tutte le ragioni del mondo dal punto di vista dottrinale, teologico ed anche logico ma non conta nulla e in nulla influisce perchè ciò che è giusto od errato è deciso esclusivamente da loro e tutto il resto è spazzato via ogni volta.
    Miles

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  11. "E' comunque impressionante constatare che per quanto il gioco diventi scoperto, la manipolazione palese e la manomissione di una intera religione sempre più evidente nulla sembra limitare la loro azione che anzi viene agevolmente rincarata senza intoppi."

    È così. E lo possono fare perché sanno quanti gonzi ci sono in platea. Quello che fa pensare è la scioltezza con cui mons. Forte contraddice sé stesso nella famigerata intervista.

    --
    Fabrizio Giudici

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  12. "...E ha raccontato di un suo incontro in Cina con i seminaristi di Shanghai, "i quali sapevano pochissimo di 'Amoris laetitia' però sapevano tutto dei 'dubia'. Per loro i 'dubia"' erano cose serie e gravi, e il testo di 'Amoris laetitia' era invece un po' fricchettone".

    I cinesi hanno capito tutto!

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  13. Melloni per me significa 4 tonnellate di ciliegie indigeste, basta ascoltarlo, se si ha stomaco, la domenica sera su raistoria parlare della chiesa e della sua storia, saltando ovviamente con cura gli anni 2005/2013, infatti quelli sono stati rimossi nelle sue esegesi insopportabilmente propinate con altezzosità alla Io so' io e voi......gonzi, sì, ma sempre meno, leggevo di un calo vertiginoso delle offerte 8x1000, radiomaria è una lagna continua questuante, di sfuggita p.zza S.Pietro domenica era ben più che vuota, evidentemente stanno uscendo in molti dalla sala dei risvegli, anche dalle chiese sempre più vuote e chiuse, di 5 se ne lascia aperta una, così si riempie un po' a Messa.....Anonymous.

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  14. Fabrizio Giudici 21 marzo 2017 01:48
    A mio modo di vedere fin dall'inizio la differenza l'ha fatta l'enorme schiera dei normalisti, cioè quelli che non si sono accorti di nulla o che hanno fatto finta di non accorgersene, che di fatto si sono compattati con i dissolutori diventano in certi casi zelanti promotori (e kapo'...) del nuovo corso. Ora, dopo quattro anni di avanzata incontrastata, mi sembra che le cose siano andate troppo avanti per essere recuperate almeno in termini umani.
    Miles

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  15. Crollo dell' 8x1000.
    Se ne parla anche fuori del nostro giro.

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  16. EPPURE, la questione di fondo è molto più ampia dell'AMORIS LAETITIA. Se si andasse a leggersi i documenti ecumenici, di questi anni, e in particolare quest'ultimo in vista della piena unificazione con i luterani accettando tutte le loro eresie, e cito alcuni articoli del documento tratti dal sito del Vaticano, troverete che la linea segnata è quella di includere tutti gli errori dottrinali, con buona pace dei Santi, che ci hanno preceduto, degli Apostoli ecc... Se ne è parlato di questo documento in vista delle celebrazioni dei cinquecento anni della Riforma protestante e si chiama: “Dal conflitto alla Comunione”, pubblicato sul sito del Vaticano a questo link:

    http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/chrstuni/lutheran-fed-docs/rc_pc_chrstuni_doc_2013_dal-conflitto-alla-comunione_it.html

    Già il titolo è tutto un programma perché è una falsificazione di quanto è avvenuto nella storia per quanto riguarda Lutero e con la forza dei principi tedeschi, i quali insieme, hanno potuto smantellare 500 anni fa il cattolicesimo delle regioni nel Nord Europa e noi abbiamo festeggiato l’evento.
    La falsificazione della storia è proprio un proposito dei dialogatori ecumenici, quando al punto 16 del documento con un po’ di giri di parole si dice:
    «La presenza del passato nel presente si può modificare. In vista del 2017, il punto non è raccontare una storia diversa, ma raccontare questa storia in maniera diversa».

    Vi riporto anche altri articoli di questo documento ecumenico.

    Al punto 123 del testo:
    «I risultati di queste analisi e di questi dialoghi sono riassunti nella Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione…Si tratta, pertanto, di un consenso che non elimina le differenze, ma piuttosto le include in maniera esplicita».
    Qui si evidenzia l’intenzione del cammino ecumenico: includere le deviazioni dottrinali dei protestanti nell’ambito cattolico. Accettarle come buone anche per la parte cattolica perché la dichiarazione è congiunta. E’ diventare noi stessi come loro, eretici e traditori di Cristo e del suo Vangelo, con l’approvazione che viene da alcuni gerarchi della Chiesa.

    Al punto 125 del testo:
    «Insieme confessiamo che l’uomo dipende interamente per la sua salvezza dalla grazia salvifica di Dio. La libertà che egli possiede nei confronti degli uomini e delle cose del mondo non è una libertà dalla quale possa derivare la sua salvezza». Ribadito l’errore di Lutero che affermava che è Dio a stabilire chi si salva indipendentemente dalla sua volontà -dottrina della predestinazione.

    Al punto 107 del testo:
    «L’anima è la sposa; Cristo è lo sposo; la fede è l’anello nuziale. Secondo le leggi che regolano il matrimonio, le proprietà dello sposo (la giustizia) diventano proprietà della sposa, e le proprietà della sposa (il peccato) diventano proprietà dello sposo».
    Così Cristo diverrebbe per gli eretici luterani e i nuovi applauditori gaudenti cattolici che approvano insieme e firmano il documento, un peccatore pure lui, e non più colui che si addossa il peso, espia e ci libera, ma anche Lui diverrebbe peccatore. Che grande bestemmia!!!

    Visto che questo documento come gli altri che lo hanno preceduto sono stati approvati da parte cattolica e protestante in questo caso da questi personaggi (vedasi il link sopra):

    + KARLHEINZ DIEZ
    Vescovo ausiliare di Fulda
    (nome del co-presidente cattolico)

    + EERO HUOVINEN
    Vescovo emerito di Helsinki
    co-presidente luterano

    – avrete certo capito, spero… e mi rivolgo ai teologi, ermeneuti, filosofi, astronauti, falsificatori della Parola di Dio e alla gente comune, come il passaggio a diventare attraverso questo e altri documenti noi stessi protestanti, è solo un passaggio graduale. Mi spiace che i giornali, i quotidiani cattolici di rete e gli emeriti professoroni di teologia non abbiano avvertito questo pericolo. Eppure mi sembra una cosa così facile da comprendere.

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  17. Joshua,
    si legga
    http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2016/01/preghiera-comune-cattolico-luterana.html
    http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2015/05/cattolici-e-luterani-verso-il-2017.html
    http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2016/10/paolo-pasqualucci-la-vera-dottrina.html

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  18. È l’evidenza che le posizioni di certi “papisti”, turiferari e guardiani della rivoluzione, non hanno niente a che vedere con l’amore per la Chiesa e per l’unità intorno al Papa: è solo un’operazione ideologica per fare avanzare un’agenda che rompe con la tradizione, al fine di affermare una “nuova Chiesa del popolo”. E si sa, quando il popolo lo vuole, non c’è spazio per Dubia.
    (Cascioli)

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  19. Tutto era in pentola dal CVII ed anche da prima, più o meno nascosto. Appena sono state intraviste le aperture, son diventati tutti amiconi diventando cattocomunisti in massa. Popolo corrotto, chiesa infiltrata, tutti mediamente ignoranti, ma con l'HTech.
    Parliamo di una discussione sui documenti, di firme, di Dubia, possiamo o ridere o piangere, nulla cambia. C'è un costume da ritessere da cima a fondo. Rieducare un popolo, un continente, il mondo, senza Dottrina, senza Liturgia, ma con l'aria fresca entrata nella Chiesa con il CVII? Cioè con l'aria fritta! Speriamo che NSGC mandi giù dei Santi presto.

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  20. Essere lievito :
    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-ecco-perche-le-sentinelle-in-piedi-tornano-in-piazza-in-tutta-italia-19322.htm

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