Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 13 agosto 2017

don Elia. Con l’autorità della Signora

… et in Ierusalem potestas mea (Sir 24, 15).

La tradizione liturgica d’Oriente e d’Occidente utilizza nelle feste mariane i passi dell’Antico Testamento in cui parla la Sapienza di Dio personificata. La lettura cristiana di quei testi ispirati li riferisce in prima istanza al Verbo, la Persona divina in cui sussiste la Sapienza creatrice del Padre. Anche l’interpretazione mariana, tuttavia, deve essere molto antica, dato che è comune ai due grandi “polmoni” della Chiesa; potrebbe risalire persino all’epoca apostolica o subapostolica. Non c’è per questo contraddizione, dato che la Sacra Scrittura può essere compresa a partire da varie prospettive; tra Madre e Figlio, oltretutto, c’è una tale unione e affinità che quanto appartiene all’uno per natura è proprio anche dell’altra per partecipazione. Nonostante l’ultima riforma della liturgia romana abbia completamente espunto quei testi sapienziali dalle feste della Madonna, dunque, è più che lecito – se non doveroso – cercare di conservare e comprendere una primitiva intuizione che potrebbe provenire dal più intimo di Gesù e Maria, l’apostolo che, rappresentando tutti noi, La ricevette come madre sul Calvario.

La difficoltà maggiore che sembra opporsi all’applicazione mariana è l’idea che la Vergine abbia in qualche modo cooperato alla Creazione, secondo quel che la Sapienza dice in prima persona nel capitolo ottavo del libro dei Proverbi. Certamente non si intende affermare la preesistenza della Sua anima, in accordo con un errore origeniano condannato dal II Concilio di Costantinopoli nel 553. Tuttavia l’acume contemplativo di san Giovanni, grazie alla profonda familiarità con la Madonna, potrebbe aver ricevuto una luce particolare dello Spirito Santo circa il mistero della Sua persona. Senza alcun dubbio, Ella ha cominciato ad esistere al momento della Sua concezione immacolata, ma da tutta l’eternità era ben presente nel progetto di Dio, il quale L’aveva eletta e predestinata a un compito del tutto speciale nel piano di salvezza. Su questo tutti concordano; ma come concepire un Suo eventuale ruolo nell’opera creatrice? Jean-Jacques Olier, uno dei massimi autori della Scuola francese di spiritualità, in una vetta della mistica giunge a immaginarla come una gran signora che predispone la dimora dello sposo.

Quanto affermato dalla Sapienza personificata – ribadisco – si applica anzitutto e propriamente al Lógos creatore; eppure non si può credere che Colui che ha così strettamente associato la Madre alla Redenzione non L’abbia in qualche modo coinvolta nel realizzarne la premessa. Mi piace pensare che, nell’Eccomi dell’Annunciazione, Ella abbia non solo acconsentito all’Incarnazione e a tutto ciò che ne sarebbe scaturito, ma anche espresso la propria accoglienza, a nome di tutto l’essere creato, dell’iniziativa creatrice che il Padre aveva realizzato per mezzo del Figlio. Nella Sua prescienza Dio sapeva che, un giorno, una creatura eletta vi avrebbe corrisposto nel modo più puro e perfetto possibile, come neppure i Progenitori erano in grado di fare, ancor prima del peccato originale. Nell’eterno presente del mondo divino, quell’adesione attiva all’opera di creazione, seppure storicamente successiva, dev’essere valsa come quella collaborazione sponsale che la Chiesa, nella sua liturgia, ha visto profetizzata nei libri sapienziali.

Nel libro del Siracide la Sapienza, che si incarna nella Legge, percorre il cielo e la terra in cerca di un luogo in cui fissarsi e trovare riposo, stabilendosi infine in Gerusalemme, centro del suo potere e della sua irradiazione (cf. Sir 24). Anche in questo caso la tradizione cristiana, soprattutto nel Medioevo, dopo aver colto il pieno adempimento di questo testo sacro nel Verbo incarnato, lo applica poi anche a Colei che L’ha messo al mondo. Nel nuovo Israele la Figlia di Sion occupa un posto di assoluto rilievo e detiene un’autorità specifica, seppure a livello spirituale, piuttosto che giurisdizionale. Con una trasposizione analogica di quanto Pio XI, nell’enciclica Casti connubii, insegna a proposito della famiglia, si può affermare che anche nella Chiesa, famiglia di Dio, c’è un primato di governo (quello esercitato dal padre) e un primato d’amore (quello esercitato dalla madre). Al Capo del collegio apostolico, san Pietro, compete il primo, ma il secondo spetta alla Madre di Gesù. Già il Nuovo Testamento la vede nel cuore della Chiesa nascente (cf. At 1, 14), mentre antichissime tradizioni gerosolimitane, poi riprese da Leone XIII nell’enciclica Adiutricem populi, raccontano come gli Apostoli facessero continuo riferimento a Lei, andando e venendo dalle loro missioni, per riceverne consiglio, incoraggiamento, sostegno, forza e consolazione.

È allora del tutto naturale che i Papi, soprattutto negli ultimi due burrascosi secoli, Le abbiano riservato speciale devozione e filiale obbedienza. Meraviglia però che, fra tanti atti di consacrazione del mondo, delle diocesi, delle parrocchie e di singoli fedeli, sia finora mancata una consacrazione della Santa Sede. Dal punto di vista del ruolo, ovviamente, un atto del genere potrebbe essere compiuto unicamente dal Sommo Pontefice; tuttavia chi riconosce l’autorità spirituale della Madre della Chiesa può presumere, con l’audacia del figlio, di effettuarlo ricorrendo ad essa. Consacrare la Sede petrina al Cuore immacolato di Maria, in questo centenario di Fatima, significa dichiarare pubblicamente che anch’essa, sul piano spirituale, Le appartiene e Le è sottomessa, come pure la Chiesa intera. Se questo è vero – come è vero – si reclama in pari tempo, nel modo più intenso possibile, il Suo intervento materno: Ella non può lasciare che la barca di Pietro sia travolta dalla tempesta ed è l’unica che possa ancora ottenere dal Figlio, perché la situazione si capovolga in meglio, un atto di clemenza che le gravissime infedeltà di tanti cristiani non meritano più.

Ai teologi e ai dotti un’idea simile sembrerà pazzesca; noi preferiamo ritrovarci fra quei piccoli che il Signore custodisce e la Regina porta in grembo, istruendoli e nutrendoli. Dato che la Madonna non può consacrare qualcosa a Se stessa, lo può fare per mezzo dei Suoi figli, così come Dio, non potendosi glorificare da Sé, riceve gloria da chi Lo serve con fede e amore. Se Ella vorrà condurci sulla tomba di colui che fu scelto come roccia della Chiesa e ci concederà di consacrarle la sua Sede, ci lasceremo usare come Suoi strumenti. Tutto è possibile a chi crede e si abbandona nelle mani di Maria, purché si sforzi di esserle obbediente in tutto, come per trent’anni fece il Figlio di Dio. Con la Sua grazia, che dalle mani della Mediatrice si riversa senza sosta su di lui, chi Le è consacrato e si impegna ad attuare concretamente la propria consacrazione in una vita santa può cooperare in modo sorprendente al bene del Corpo mistico, nuova Creazione. Probabilmente non vedremo effetti immediati, ma anche noi, a Dio piacendo, potremmo mettere in moto un processo. Nelle dinamiche soprannaturali gli sviluppi positivi cominciamo in modo nascosto, apparentemente insignificante, ma basta un granello di senape.

24 commenti:

irina ha detto...

Grazie, Don Elia.

tralcio ha detto...

Caro don Elia,
grazie per questi spunti proprio a ridosso della festa dell'Assunta.
Attorno al mistero eterno di questa donna si incarna il Verbo, piena rivelazione di Dio.
Maria, umile ancella della volontà del Padre, è dimora del Verbo e tempio dello Spirito Santo.

La Madonna, nella sua eccezionalità di creatura umana, svela all'uomo la propria realtà attuale, differente da quella che venne creata prima del peccato originale.
L'uomo che smarrisca il ruolo della Madre Celeste e non le si leghi (come disse Gesù in croce a Giovanni), non è capace dell'acutezza necessaria a contemplare il mistero di Dio.

Stiamo assistendo al disastro di uomini che si sentono pieni di spirito, portatori di diritti e sdegnati d'essere mendicanti, tutti già salvi, liberi e libertari, sogghignando al solo udire che si è imprigionati nelle abili arti del principe di questo mondo.

Per questo modo (anche religioso) di pensare, Maria è una complicazione, il sottile distinguo devozionista che -per chi si ritiene cristiano- rischia di "far ombra a Gesù".

Invece in Maria accade l'impensabile e l'incredibile:
-concepita immune dalle conseguenze del peccato originale (non per merito suo).
-concepisce verginalmente il Verbo incarnato (non le era possibile, ma dice dice "sì").
-vive piena di grazia, in umiltà, anche sotto la croce (ripete il sì tutta la vita).
-offre la sofferenza da corredentrice, senza prenderne alcun merito (taciuta o quasi).
-è assunta in cielo senza conoscere la corruzione della carne (non le era possibile).
-dopo Gesù è la più venerata dagli angeli e dai santi
-assiste, appare, interviene, nella storia, sempre giovane e bella.

Oggi la Chiesa ha bisogno di lei per comprendere quanto sia miserabile la nostra condizione e bisognosa di mediazione per raggiungere il Cielo, senza presunzione di averlo toccato.
La grazia di cui è piena Maria non è sua! Lei è beata per la sua vera e non presunta umiltà.
Gesù è vero uomo, ma anche vero Dio. Si è fatto carne per portare i suoi con Lui, ma il suo regno non è di questo mondo. Maria ci dà misura, per poter andare oltre queste misure.

In lei la realtà è trasformata (non solo "immaginata") , trasfigurata (non solo "sognata"), transustanziata (non solo "significata"). In lei la presenza reale di Cristo è vitale.

Lei è stata promessa da Dio fin dai tempi del peccato di Adamo.

Oggi i cristiani adulti studiano tanto "la Parola"... Non sono più sciocchi come un tempo.
Eccone un esempio:
«Nella chiesa c'è buona volontà ma poi della donna si hanno immagini irreali: il modello di Maria, vergine e madre, che non può essere il riferimento per una promozione della donna nella chiesa; l'idea, insinuata per moda, che la Madonna sia più importante di San Pietro, idea insipiente come dire che la ruota in un carro è più importante del volano...»
Enzo Bianchi su Repubblica nel settembre 2015.

Anonimo ha detto...

Scrive giustamente padre Stefano Maria Manelli nel suo Il pensiero di Padre Pio:

Il monte Calvario e il monte Tabor ci donano rispettivamente la purificazione e la trasfigurazione, ossia l’amore crocifisso e l’amore beatifico contemplativo.

Il primo è causa del secondo, il secondo è frutto del primo; il primo toglie gli ostacoli, il secondo illumina e porta innanzi verso le esperienze più ineffabili.

Il nostro problema, in effetti, è la “pianura” che ci fa camminare terra-terra, che lega le nostre aspirazioni e i nostri desideri alle cose di questo mondo, che tarpa le ali alle ascese delle virtù eroiche e ai voli della mistica.
http://itresentieri.it/lo-sai-che-nel-cammino-cristiano-bisogna-aver-paura-della-pianura-e-non-delle-montagne/

Anonimo ha detto...

La tradizione liturgica d’Oriente e d’Occidente utilizza nelle feste mariane i passi dell’Antico Testamento in cui parla la Sapienza di Dio personificata. La lettura cristiana di quei testi ispirati li riferisce in prima istanza al Verbo, la Persona divina in cui sussiste la Sapienza creatrice del Padre.
Moltissimi Ebrei la applicano al Talmud.

mic ha detto...

Moltissimi Ebrei la applicano al Talmud

Perché manca l'Incarnazione...

Anonimo ha detto...


@ Attenzione a non uscire dal seminato

Da Maria Mediatrice di tutte le grazie (posizione ortodossa, che applichiamo ogni giorno nei nostri Rosari quotidiani e nelle altre preghiere quotidiane) a Maria "in qualche modo" partecipe della Creazione o coinvolta nella? Niente di meno!
Forse sarebbe bene rimettere i piedi sul solido terreno del buon senso e lasciar perdere certe misticherie "occidentali e orientali", fonte di confusione e basta.
PP

mic ha detto...

E' una perplessità che ho avuto anch'io. Il resto, tuttavia, ho voluto condividerlo. Ma è bene esprimere, nei commenti, pensieri, dubbi e/o approfondimenti.

A. ha detto...

"Di Maria non si dirà MAI abbastanza" (San Domenico).
Tutti i tentativi (fatti in buonissima fede).

marius ha detto...

Io ho sempre contestato tutti i sacerdoti che diffondono le proprie intuizioni personali piuttosto che attenersi fedelmente alla Dottrina Cattolica per la quale sono stati ordinati e della quale sono ufficialmente responsabili verso il gregge dei fedeli.

Anonimo ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=Gi2CTnc3pL8

https://www.youtube.com/watch?v=mDl-l6dHOhA

https://www.youtube.com/watch?v=fzIJrsQFyUs

https://www.youtube.com/watch?v=MRmmexY3OyA

tutti in coro!

Anonimo ha detto...

Chi puo' farlo , non esiti , vada a fare rifornimento
dell'olio per la lampada .
Questo e' il tempo piu' opportuno : il tempo della riparazione .
Dio ci dona questo tempo !
http://blog.messainlatino.it/2017/08/andro-vederla-un-di-quinto.html#more

irina ha detto...

LNBQ, Martiri di Otranto Antidoto al caos nichilista di oggi
di Ermes Dovico
14-08-2017

Anonimo ha detto...

Medici senza frontiere cala la maschera. Dopo l'altola' libico che impedisce alle Ong di avvicinarsi alle coste e "salvare" i migranti recapitati sotto tolda annuncia la sospensione delle operazioni.
Effetto della minore permissività politica causata dal crescente dissenso popolare?

Anonimo ha detto...

http://www.corriere.it/cronache/17_agosto_13/migranti-altra-ong-sospende-missioni-msf-anche-sea-eye-a9a8e7de-800f-11e7-a3cb-7ec6cdeeea93.shtml

boldie ha detto...

Nonostante l'apparizione delle Tre Fontane e quanto la Madonna disse di sè in quell'occasione, sono perfettamente d'accordo con Paolo Pasqualucci e con Marius.

mic ha detto...

La Vergine alle Tre fontane disse queste parole: "Solo colei che sono nella Trinità Divina".
La Vergine Maria, nella Santissima Trinità, è Madre del Figlio e Sposa dello Spirito Santo, ma è comunque una creatura, la più eccelsa tra tutte ma una creatura.

Si tratta di discorsi talmente grandi che non si prestano ad essere discussi in un ambito divulgativo come un blog.
In un contesto come questo è bene rimanere coi piedi ben piantati nelle verità conosciute, che la Chiesa ha sempre proposto a credere, altrimenti si rischia di creare confusione e fraintendimenti.
Tuttavia non c'è bisogno né è bene contestare il sacerdote, che è stato toccato da questa particolare suggestione e l'ha espressa. Basta richiamare, come abbiamo fatto, alla prudenza e astenersi dal voler sviscerare oltre quanto non è alla nostra portata.

Anonimo ha detto...

La nostra lingua dovrebbe essere usata solo per pregare
e il nostro cuore solo per amare.
S. Curato D'Ars

marius ha detto...

... e prendendo esempio anzitutto dall'atteggiamento della Madonna stessa, come si legge in
Lc 2,19
Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.

Anonimo ha detto...

Ah se in tutta la penisola si vegliasse in preghiera mentre la Madre si addormenta.. .
S.notte dell'Assunta

Anonimo ha detto...

Lodate Maria

1. Lodate Maria, o lingue fedeli.
Risuoni nei cieli la vostr'armonia.

Lodate, lodate, lodate Maria!

2. Maria sei giglio di puri candori:
che il cuore innamori del Verbo Tuo Figlio.

3. Di luce divina sei nobile Aurora,
il sole ti onora, la luna t'inchina.

4. Con piede potente il capo nemico
Tu premi all'antico Maligno serpente.

5. Già regni beata fra angelici Cori;
con canti sonori da tutti esaltata.

6. Il Cielo ti dona le grazie più belle;
e un giro di stelle Ti forma corona.

7. O Madre di Dio e mistica Rosa,
soccorri pietosa lo spirito mio.

https://gloria.tv/video/eYcdUkD9DrBh132PdMA4mwb1e

attenzione ha detto...

Le bellissime e condivisibili (secondo me condivisibili, poi, IN DUBIO LIBéRTAS e non LIBERTàS come dicono pure in TV) riflessioni dell'articolo, ohimè, somigliano (per accidens, ma ci somigliano) a certe elucubrazioni di pseudo-veggenti sudamericane.

Ave Maria ! ha detto...

Ti adoro, o Padre nostro celeste,
poiché hai deposto nel grembo purissimo di Maria il Tuo Figlio unigenito.
Ti adoro, o Figlio di Dio,
poiché Ti sei degnato di entrare nel grembo di Maria
e sei diventato vero, reale Figlio Suo.
Ti adoro, o Spirito Santo,
poiché Ti sei degnato di formare nel grembo Immacolato di Maria
il corpo del Figlio di Dio.
Ti adoro, o Trinità Santissima, o Dio uno nella Santa Trinità,
per aver nobilitato l’Immacolata in un modo così divino.
E io non cesserò mai, ogni giorno, appena svegliato dal sonno,
di adorarTi, umilissimamente, o Trinità divina, con la faccia a terra,
ripetendo tre volte:
“Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen”
(SK 1305 - S. Massimiliano M. Kolbe)

Anonimo ha detto...

E' confermata la celebrazione di Don Elia in San Pietro martedì 22 agosto?

Elia ha detto...

Sì. Appuntamento ai varchi di controllo alle 7.