Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 4 agosto 2017

Venerdì 4 agosto. La Preghiera di Riparazione

Ricordiamo che oggi, venerdì, è il giorno dedicato alla nostra Preghiera di Riparazione secondo le modalità, complete delle Litanie del Sacro Cuore, che trovate qui.

Rimaniamo fedeli al nostro impegno per la preghiera di riparazione, perché gli oltraggi al Sacro Cuore di Gesù sono quotidiani e purtroppo a ogni livello. Altrettanto insistente e continua deve essere la nostra preghiera. Preghiamo anche perché il Signore voglia presto darci Santi Pastori che possano guidare i fedeli in questa epoca di smarrimento, di confusione e di empietà e sostenga quelli che si espongono con parresìa.

Per la nostra formazione, rinverdiamo la lettura e la meditazione di brani scelti già proposti, tratti dall’enciclica di Pio XII “Haurietis aquas”, sulla devozione al Sacro Cuore di Gesù”, riportati di seguito. Testo integrale [qui].
...Vi sono anche altri, i quali, ritenendo questo culto come troppo vincolato agli atti di penitenza, di riparazione e di quelle virtù che stimano piuttosto « passive », perché prive di appariscenti frutti esteriori, lo giudicano senz’altro meno idoneo a rinvigorire la spiritualità moderna, cui incombe il dovere dell’azione aperta e indefessa per il trionfo della fede cattolica e la strenua difesa dei costumi cristiani, in mezzo ad una società inquinata di indifferentismo religioso, incurante di ogni norma discriminatrice del vero dal falso nel pensiero e nell’azione, ligia ai princìpi del materialismo ateo e del laicismo. (…) Il Mistero della Divina Redenzione, infatti, è propriamente e naturalmente un mistero di amore: un mistero, cioè, di amore giusto da parte di Cristo verso il Padre celeste, cui il sacrificio della Croce, offerto con animo amante ed obbediente, presenta una soddisfazione sovrabbondante ed infinita per le colpe del genere umano: «Cristo, soffrendo per carità ed ubbidienza, offrì a Dio qualche cosa di maggior valore, che non esigesse la compensazione per tutte le offese a Dio fatte dal genere umano »(30). Inoltre, il Mistero della Redenzione è un mistero di amore misericordioso dell’Augusta Trinità e del Redentore divino verso l’intera umanità, poiché questa, essendo del tutto incapace di offrire a Dio una soddisfazione degna per i propri delitti(31), Cristo, mediante le inscrutabili ricchezze di meriti, che si acquistò con l’effusione del suo preziosissimo Sangue, poté ristabilire e perfezionare quel patto di amicizia tra Dio e gli uomini, ch’era stato una prima volta violato nel Paradiso terrestre per colpa di Adamo, e poi innumerevoli volte per le infedeltà del Popolo Eletto.
Pertanto il Divin Redentore — nella sua qualità di legittimo e perfetto Mediatore nostro — avendo, sotto lo stimolo di una accesissima carità per noi, conciliato perfettamente i doveri e gli impegni del genere umano con i diritti di Dio, è stato indubbiamente l’autore di quella meravigliosa conciliazione tra la divina giustizia e la divina misericordia, che costituisce appunto l’assoluta trascendenza del mistero della nostra salvezza, così sapientemente espressa dall’Angelico Dottore in queste parole: «Giova osservare che la liberazione dell’uomo, mediante la passione di Cristo, fu conveniente sia alla sua misericordia che alla sua giustizia. Alla giustizia anzitutto, perché con la sua passione Cristo soddisfece per la colpa del genere umano: e quindi per la giustizia di Cristo l’uomo fu liberato. Alla misericordia, poi, poiché, non essendo l’uomo in grado di soddisfare per il peccato inquinante tutta l’umana natura, Dio gli donò un riparatore nella persona del Figlio suo. Ora questo fu da parte di Dio un gesto di più generosa misericordia, che se Egli avesse perdonato i peccati senza esigere alcuna soddisfazione. Perciò sta scritto: “ Dio, ricco di misericordia, per il grande amore che ci portava pur essendo noi morti per le nostre colpe, ci richiamò a vita in Cristo” »(32). (…)
Ed ora, Venerabili Fratelli, al fine di cogliere più abbondanti frutti da queste nostre tanto consolanti riflessioni, indugiamo alquanto nella contemplazione dell’intima partecipazione avuta dal Cuore del Salvatore nostro Gesù Cristo alla sua vita affettiva umana e divina, durante il periodo della sua vita terrena, e della partecipazione che Esso ha al presente ed avrà per tutta l’eternità. È alle pagine del Vangelo che noi domanderemo principalmente la luce per inoltrarci nel santuario di questo Cuore divino, dove potremo ammirare con l’Apostolo delle genti: «immensa ricchezza della grazia [di Dio], nella benignità verso di noi in Cristo Gesù »(57).
Palpita d’amore il Cuore adorabile di Gesù Cristo, all’unisono con il suo amore umano e divino, allorché, come ci rivela l’Apostolo, non appena la Vergine Maria ha pronunziato il suo magnanimo « Fiat », il Verbo di Dio: « entrando nel mondo, dice: “Tu non hai voluto sacrificio né offerta, ma mi hai preparato un corpo: olocausto anche per il peccato tu non gradisti: allora dissi: — Ecco io vengo — (giacché di me si parla all’inizio del libro) — per compiere, o Dio, la tua volontà ”… E in questa volontà noi siamo santificati per l’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre »(58).
Palpitava altresì d’amore il Cuore del Salvatore, sempre in perfetta armonia con gli affetti della sua volontà umana e con il suo amore divino, quando Egli intesseva celestiali colloqui con la sua dolcissima Madre, nella casetta di Nazaret, e col suo padre putativo Giuseppe, cui obbediva prestandosi come fedele collaboratore nel faticoso mestiere del falegname Parimente palpitava d’amore il Cuore di Cristo, ancora in pieno accordo col suo duplice amore spirituale, nelle continue sue peregrinazioni apostoliche; nel compiere gli innumerevoli prodigi d’onnipotenza, con i quali o risuscitava i morti, o ridonava la salute ad ogni sorta di infermi; nel sopportare fatiche, il sudore, la fame, la sete; nelle lunghe veglie notturne trascorse in preghiera al cospetto del celeste suo Padre; e, infine, nel pronunziare i discorsi, e nel proporre e spiegare le parabole, specialmente quelle che più ci parlano della sua misericordia, come la parabola della dramma perduta, della pecorella smarrita e del figliuol prodigo. E veramente, anche attraverso le parole di Dio, come osserva San Gregorio Magno, si è manifestato il Cuore di Dio: «Intuisci il Cuore di Dio nelle parole di Dio, affinché più ardentemente esperimenti l’attrattiva dei beni eterni »(59). Palpitava ancor più d’amore il Cuore di Gesù Cristo, quando dalle di Lui labbra uscivano accenti ispirati ad ardentissimo amore. Così, ad esempio, quando dinanzi allo spettacolo di turbe stanche ed affamate, esclamava: «Ho compassione di questo popolo »(60); e, nel rimirare la prediletta città di Gerusalemme votata all’estrema rovina a causa della propria ostinazione, le rivolgeva questo accorato rimprovero: « Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati, quante volte io pure volli adunare i tuoi figliuoli come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali, e tu non hai voluto! »(61). Palpitava ancora di amore e di santo sdegno il suo Cuore nel veder il sacrilego commercio che si faceva nel tempio, ond’è che rivolse ai profanatori queste severe parole: « Sta scritto: “ La mia casa sarà chiamata casa d’orazione ”, e voi l’avete ridotta una spelonca di ladri»(62).
Ma particolarmente di amore e di timore palpitò il Cuore di Gesù nella imminenza dell’ora della Passione, allorché, provando naturale ripugnanza dinanzi al dolore e alla morte ormai incombenti, esclamò: « Padre mio: se è possibile passi da me questo calice! »(63); palpitò poi di amore e di intensa afflizione quando, al bacio del traditore, Egli oppose quelle sublimi parole, che suonarono come un ultimo invito rivolto dal misericordiosissimo suo Cuore all’amico, che con animo empio, fedifrago e sommamente ostinato si accingeva a consegnarlo nelle mani dei carnefici: « Amico, a che sei venuto? Con un bacio tradisci il Figliuol dell’uomo? »(64); palpiti invece di tenero amore e di profonda commiserazione furono quelli che commossero il Cuore del Salvatore, allorché alle pie donne, che ne compiangevano l’immeritata condanna al tremendo supplizio della croce, diresse queste parole: « Figlie di Gerusalemme, non piangete su me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figliuoli… Perché, se si tratta così il legno verde, che ne sarà del secco? »(65). Ma è soprattutto sulla croce che il Divin Redentore sente il suo Cuore, divenuto quasi torrente impetuoso, ridondare dei sentimenti più vari; cioè di amore ardentissimo, di angoscia, di compassione, di acceso desiderio, di quiete serena, come ci manifestano apertamente le seguenti sue memorande parole: « Padre, perdona loro, perché non sanno quel che fanno »(66); « Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? »(67); « Ti dico in verità: oggi sarai meco in paradiso »(68); « Ho sete »(69); « Padre, nelle tue mani raccomando lo spirito mio »(70).
E chi potrebbe degnamente descrivere i palpiti del Cuore divino del Salvatore, indizi certi del suo infinito amore, nei momenti in cui Egli offriva all’umanità i suoi doni più preziosi: Se stesso nel Sacramento dell’Eucaristia, la sua Santissima Madre e il Sacerdozio? (…)
È per altro Nostra persuasione che il culto tributato all’amore di Dio e di Gesù Cristo verso il genere umano attraverso il simbolo augusto del Cuore trafitto del Redentore, non sia mai stato completamente assente dalla pietà dei fedeli, benché abbia avuto la sua chiara manifestazione e la sua mirabile propagazione nella Chiesa in tempi da noi non molto remoti, soprattutto dopo che il Signore stesso si degnò di scegliere alcune anime predilette, cui svelò i segreti divini di questo culto e che Egli elesse a messaggere del medesimo, dopo averle ricolmate in gran copia di grazie speciali.
Sempre, infatti, vi sono state anime sommamente a Dio devote, le quali, ispirandosi agli esempi dell’eccelsa Madre di Dio, degli Apostoli e di illustri Padri della Chiesa, hanno tributato all’Umanità santissima di Cristo, e in modo speciale alle Ferite, aperte nel suo corpo dai tormenti della salutifera Passione, il culto di adorazione, di riconoscenza e di amore.
Del resto, come non riconoscere nelle parole stesse: « Signore mio e Dio mio! »(96) pronunziate dall’Apostolo Tommaso e rivelatrici della sua improvvisa trasformazione da incredulo in fedele, un’aperta professione di fede, di adorazione e di amore, che dall’umanità piagata del Salvatore si elevava sino alla maestà della Divina Persona?
Se però il Cuore trafitto del Redentore dovette sempre esercitare un potente stimolo al culto verso il suo amore infinito per il genere umano, poiché per i cristiani di tutti i tempi hanno valore le parole del profeta Zaccaria, riferite al Crocifisso dall’evangelista San Giovanni: «Vedranno Chi hanno trafitto »(97), è doveroso tuttavia riconoscere che soltanto gradualmente esso venne fatto oggetto di un culto speciale, come immagine dell’amore umano e divino del Verbo Incarnato. Volendo ora soltanto accennare alle tappe gloriose percorse da questo culto nella storia della pietà cristiana, occorre anzitutto ricordare i nomi di alcuni di coloro, che ben si possono considerare come gli antesignani di questa devozione; la quale in forma privata, ma in modo graduale sempre più vasto, andò diffondendosi in seno agli istituti religiosi. Così, ad esempio, sono benemeriti del sorgere e dell’espandersi del culto al Cuore Sacratissimo di Gesù: San Bonaventura, Sant’Alberto Magno, Santa Geltrude, Santa Caterina da Siena, il Beato Enrico Susone, San Pietro Canisio, San Francesco di Sales. A San Giovanni Eudes si deve la composizione del primo ufficio liturgico in onore del Cuore Sacratissimo di Gesù, la cui festa solenne fu per la prima volta celebrata, col beneplacito di molti Vescovi della Francia, il 20 ottobre 1672.
Ma fra tutti i promotori di questa nobilissima devozione merita di essere posta in speciale rilievo Santa Margherita Maria Alacoque, poiché al suo zelo, illuminato e coadiuvato da quello del suo direttore spirituale, il Beato Claudio de la Colombière, si deve indubbiamente se questo culto, già così diffuso, ha raggiunto lo sviluppo che desta oggi l’ammirazione dei fedeli cristiani, e ha rivestito le caratteristiche di omaggio di amore e di riparazione, che lo distinguono da tutte le altre forme della pietà cristiana(98). Basta questo rapido sguardo ai primordi e al graduale sviluppo del culto al Cuore Sacratissimo di Gesù, per renderci pienamente convinti che il suo mirabile progresso è dovuto anzitutto al fatto che esso fu trovato in tutto conforme all’indole della religione cristiana, che è la religione dell’amore. Tale culto, quindi, non può dirsi originato da rivelazioni private, né si deve pensare che esso sia apparso quasi all’improvviso nella vita della Chiesa; ma esso è scaturito spontaneamente dalla viva fede e dalla fervida pietà, che anime elette nutrivano verso la persona del Redentore e verso quelle sue gloriose ferite, che ne testimoniano nel modo più eloquente l’amore immenso dinanzi allo spirito contemplativo dei fedeli.

20 commenti:

mic ha detto...

Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis!

mic ha detto...

Sanguis Christi, Novi et ætérni Testamenti, salva nos!

Anonimo ha detto...


Cor Jesu Sacratissimum, heureusement que vous ne m'avez pas faite comme ce misérable "sédévantiste" — c'est le nom qu'il mérite, n'est-ce pas ? — là, dans le fond de l'église… Il a osé — imaginez, Cor Jesu Sacratissimum —, douter de ma capacité à réécrire le Concile Vatican II… Quel insolent ! Ah ! Cor Jesu Sacratissimum, délivrez-moi, une bonne fois pour toutes, de ces sédévantistes extravagants qui veulent m'empêcher d'accomplir la mission à laquelle vous m'avez appelée pour le Salut de l'Église et de l'Humanité, et apprenez-leur l'humilité !

mic ha detto...

Complimenti per il suo sarcasmo, che vedo non si placa.
Visto che non desiste, (mi riferisco ai molti altri sui post tutti dello stesso tenore), credo che ci sia uno stolto compiacimento nel denigrare non solo me ma chi scrive qui.
Mi chiedo se non abbia di meglio da fare e perché insista tanto.
E, davvero, con semplicità, Cor Jesu Sacratissimum miserere nobis, così disorientati e divisi.

irina ha detto...

LNBQ,In Vaticano un'altra conferenza sul clima che promuoverà il controllo delle nascite
di Riccardo Cascioli
05-08-2017

Luisa ha detto...

Cara mic mi domando semplicemente se quell`anonimo blogger "francofono" non è semplicemente un troll che viene qui a provocare te e chi scrive qui, il suo lingaggio molto volgare in un post precedente mi aveva già messo la pulce all`orecchio:) ma un cattolico (ammesso che lo sia) anche se la crema della crema, uno del "piccolo resto", che si serve di una preghiera a Gesù che gira in sarcasmo per attaccarti non merita nessuna attenzione.

marius ha detto...

Abbiamo potuto abbondantemente constatare che non ho ha alcun interesse ad un confronto razionale.
Veramente, Mic, lascialo (s)bollire nel suo brodo.

Anonimo ha detto...

Per l'amato Patriarca S.Giuseppe questo ed altro http://www.interris.it/2017/08/05/125036/open/pakistan-benefattore-italiano-dona-una-chiesa-ai-cristiani-perseguitati.html

Anonimo ha detto...

I Manelli, la fede in eredità ai numerosi figli
di Rino Cammilleri
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-i-manelli-la-fede-in-eredita-ai-numerosi-figli-20671.htm

Anonimo ha detto...

La voce del sangue.

La Madonna, ci invita ad offrire ogni giorno al Padre il Sangue del suo Figlio. Esso è una ricchezza messa a disposizione degli uomini desiderosi di santità e di grazia.
La voce del sangue è come la voce di una parentela, quella dell'Uomo-Dio con l'uomo peccatore.
Il Sangue di Gesù è voce che chiede pietà, che paga i debiti contratti dall'uomo con Dio.
Vi sono peccatori da convertire? Offriamo al Padre per essi il Sangue del suo Gesù.
Esso scenderà come un lavacro salutare sulle loro anime e si ravvederanno.
Se vogliamo parlare alle anime e capiamo che la nostra parola non sarà accolta, offriamo il Sangue di Gesù al Padre affinché parli per loro.
Abbiamo malati da raccomandare? Affidiamoci alle piaghe sanguinanti di Gesù. Mentre noi mettiamo in queste piaghe le loro sofferenze, che vengono benedette e valorizzate, consoliamo Gesù che vedrà moltiplicarsi gli effetti prodigiosi della sua offerta e del suo dono agli uomini.
Infine offriamo il Sangue di Gesù al Padre per tutta la Chiesa.
Essa è la sposa di Gesù che il demonio e i suoi satelliti tentano d'infastidire.
Scenda copioso su essa questo Sangue rigeneratore e purificatore perché essa sia sempre degna del suo Sposo.
“Sangue di Gesù, salvaci”, ecco il grido che deve uscire dai cuori di tutti i fedeli per la salvezza dell'umanità.
"Salvaci perché periamo”
( L'INADATTO ).

Anonimo ha detto...

I FOGLIETTI DI PADRE VINCENZO IDÀ PER AFFIDARE A GESÙ LE INTENZIONI DI PREGHIERA
http://www.frammentidipace.it/padre-vincenzo-ida-foglietti-preghiera/

Questo e' . ha detto...

CANONI SUL SANTISSIMO SACRAMENTO DELL’EUCARESTIA
1. Se qualcuno negherà che nel santissimo sacramento dell’eucaristia è contenuto veramente, realmente,
sostanzialmente il corpo e il sangue di nostro signore Gesù Cristo, con l’anima e la divinità, e, quindi,
tutto il Cristo, ma dirà che esso vi è solo come in un simbolo o una figura, o solo con la sua potenza, sia
anatema.
2. Se qualcuno dirà che nel santissimo sacramento dell’eucaristia assieme col corpo e col sangue di
nostro signore Gesù Cristo rimane la sostanza del pane e del vino e negherà quella meravigliosa e
singolare trasformazione di tutta la sostanza del pane nel corpo, e di tutta la sostanza del vino nel
sangue, e che rimangono solamente le specie del pane e del vino, - trasformazione che la chiesa
cattolica con termine appropriatissimo chiama transustanziazione, - sia anatema.
3. Se qualcuno dirà che nel venerabile sacramento dell’eucaristia, fatta la separazione, Cristo non è
contenuto in ognuna delle due specie e in ognuna delle parti di ciascuna specie, sia anatema.
4. Se qualcuno dirà che, fatta la consacrazione, nel mirabile sacramento dell’eucaristia non vi è il corpo
e il sangue del signore nostro Gesù Cristo, ma solo nell’uso, mentre si riceve, e non prima o dopo; e
che nelle ostie o parti consacrate, che dopo la comunione vengono conservate e rimangono, non rimane
il vero corpo del Signore, sia anatema.
5. Se qualcuno dirà che il frutto principale della santissima eucaristia è la remissione dei peccati, o che
da essa non provengono altri effetti, sia anatema.
6. Se qualcuno dirà che nel santo sacramento dell’eucaristia Cristo, unigenito figlio di Dio, non debba
essere adorato con culto di latria, anche esterno; e, quindi, che non debba neppure esser venerato con
qualche particolare festività; ed esser portato solennemente nelle processioni, secondo il lodevole ed
universale rito e consuetudine della santa chiesa; o che non debba essere esposto alla pubblica
venerazione del popolo, perché sia adorato; e che i suoi adoratori sono degli idolatri, sia anatema.
7. Se qualcuno dirà che non è lecito conservare la santa eucaristia nel tabernacolo; ma che essa subito
dopo la consacrazione debba distribuirsi agli astanti; o non esser lecita che essa venga portata
solennemente agli ammalati, sia anatema.
8. Se qualcuno dirà che Cristo, dato nell’eucaristia, si mangia solo spiritualmente, e non anche
sacramentalmente e realmente, sia anatema.
9. Se qualcuno negherà che tutti e singoli i fedeli cristiani dell’uno e dell’altro sesso, giunti all’età della
ragione, sono tenuti ogni anno, almeno a Pasqua, a comunicarsi, secondo il precetto della santa madre
chiesa, sia anatema.
10. Se qualcuno dirà che non è lecito al sacerdote che celebra comunicare se stesso, sia anatema.
11. Se qualcuno dirà che la fede è preparazione sufficiente per ricevere il sacramento della santissima
eucaristia, sia anatema.
E perché un così grande sacramento non sia ricevuto indegnamente e, quindi, a morte e a condanna, lo
stesso santo sinodo stabilisce e dichiara che quelli che hanno la consapevolezza di essere in peccato
mortale, per quanto essi credano di essere contriti, se vi è un confessore, devono necessariamente
premettere la confessione sacramentale.
Se poi qualcuno crederà di poter insegnare, predicare o affermare pertinacemente il contrario, o anche
difenderlo in pubblica disputa, perciò stesso sia scomunicato.

1969 ha detto...

Istruzione Memoriale Domini .
Ecco dunque le tre domande poste ai Vescovi, e le relative risposte da essi pervenute fino al 12 marzo scorso:
1. Si ritiene opportuno accogliere la petizione che, oltre al modo tradizionale di ricevere la Comunione, sia pure
consentito di riceverla in mano? Sì: 567. No: 1233. Sì con riserva: 315. Schede nulle: 20.
2. Si è favorevoli a eventuali esperimenti di questo nuovo rito in piccole comunità, con l’assenso dell’ordinario del
luogo? Sì: 751. No: 1215. Schede nulle: 70.
3. Si pensa che i fedeli, dopo una ben condotta catechesi preparatoria, accetteranno volentieri questo nuovo rito? Sì:
835. No: 1185. Schede nulle: 128.
Dalle risposte date risulta chiaramente il pensiero della grande maggioranza dei Vescovi: la disciplina attuale non deve
subire mutamenti .

Pertanto la Sede Apostolica esorta caldamente Vescovi, Sacerdoti e fedeli a osservare con amorosa fedeltà la disciplina
in vigore, ora ancora una volta confermata; tengano tutti presente il giudizio espresso dalla maggior parte
dell’episcopato cattolico, la formula attualmente in uso nel rito liturgico, il bene comune della Chiesa”.

Tre domande seguite da tre no , il Papa ha detto no alla comunione sulla mano , ma con l'indulto e' diventato tutto magicamente Sìì. In Italia e' passata per un voto e oggi in Italia e' imposto , escludendo il modo tradizionale .
http://www.veritatemincaritate.com/2016/03/istruzione-memoriale-domini-come-inizio-la-comunione-sulla-mano/

Anonimo ha detto...

Ave , mundi Spes , Maria.
Inno di Papa Innocenzo III

Ave mundi spes Maria.
ave mitis, ave pia,
ave charitate plena,

Virgo dulcis et serena.

Sancta parens Iesu Christi
electa sola tu fuisti
esse mater sine viro
et lactare modo miro.

Angelorum imperatrix,
peccatorum consolatrix
consolare me lugentem
in peccatis iam fœentem.

Me defende peccatorem
et ne tuum des honorem
alieno et crudeli:
precor te Regina cæli.

Esto custos cordis mei,
signa me timore Dei;
confer vitæ sanitatem,
da et morum honestatem.

Da peccata me vitare
et quod iustum est amare.

Mons. Marco Frisina
https://gloria.tv/video/7kkBVkaJmqUPCbxTuX7a71UhR

Anonimo ha detto...

Comunione irriverente : una disubbidienza che si nutre di sempre piu' disubbidienza .

Anonimo ha detto...

Il minestrone alla milanese e' servito !
http://www.campariedemaistre.com/2017/08/god-save-queen.html

Anonimo ha detto...

Riempi il mio cuore del timore di perderTi.

Anonimo ha detto...

Signore mio , che sfinimento !
http://www.farodiroma.it/2017/08/09/raniero-la-valle-linvettiva-un-profeta-scomodo-sulla-linea-papa-francesco/

Miserere ha detto...

Il festival "artistico" austriaco Ars Electronica, sovvenzionato dallo stato austriaco e da fondi della UE, premierà l'8 settembre la "artista" slovena Maja Smrekar per aver preso uno dei suoi ovuli ed averlo inseminato con lo sperma del suo cane.

Il peccato presente passato e futuro ha scatenato tutta la sua ferocia contro l'UomoDio e il Crocifisso rappresenta Gesu' Cristo dissanguato , svenato , per purificarci dai nostri peccati e restituirci alla vita ,questa e' la nostra risposta ..., la moneta con cui ripagarLo ...
"Crescete e moltiplicatevi "
Il ventre delle donne doveva servire a moltiplicare la vita a lode e gloria di Dio : " Crescete e moltiplicatevi " ...il ventre delle donne non serve piu' a donare la vita , il maligno usa il loro ventre per moltiplicare i peccati , per moltiplicare la morte .

Anonimo ha detto...

Pur di non fare dietrofront medici e magistrati hanno preferito uccidere per asfissìa , e questo per salvarsi la faccia .Non hanno voluto cedere o meglio retrocedere di un millimetro .
Ma che fine ha fatto la ragione umana ! E' terrificante ! Veramente sembra di essere dentro un incantesimo .
http://www.campariedemaistre.com/2017/08/6-minuti-una-riflessione-postuma-su.html
Ho perso mia madre quattro anni fa per embolìa polmonare , so del dolore che provava , della febbre altissima , del suo cuore squassato ma forte , della sua " fame d'aria ".
Mamma crocifissa riposa in pace mamma .