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giovedì 23 novembre 2017

Perché siamo ancora nella Chiesa - J. Ratzinger/BenedettoXVI (2008)

Una metafora per la natura della Chiesa

 “Una Chiesa che venga considerata solo dal punto di vista politico, cioè contro tutta la sua storia e la sua natura, non ha alcun senso e la decisione di rimanere in essa, se è una decisione esclusivamente politica, non è leale anche se si presenta come tale.

Ma di fronte alla situazione attuale, come si può giustificare la permanenza nella Chiesa? In altri termini: se vuole avere senso, la scelta a favore della Chiesa deve essere di carattere spirituale – ma come si può motivare una simile scelta spirituale? Vorrei dare una prima risposta di nuovo con un paragone e con il ricorso a un’affermazione fatta in precedenza per descrivere la situazione attuale.
Avevamo detto che noi, con la nostra analisi approfondita della Chiesa, siamo arrivati talmente vicino a essa che non riusciamo più a percepirla nel suo complesso.

Questo pensiero si può approfondire ricorrendo a un’immagine che i Padri della Chiesa scoprirono nella loro meditazione simbolica sul mondo e sulla Chiesa. Essi spiegarono che nella struttura del cosmo materiale il ruolo della luna è una metafora di ciò che la Chiesa rappresenta per la realizzazione della salvezza nel cosmo spirituale-religioso. Viene ripreso qui un antichissimo simbolismo della storia delle religioni (i Padri non hanno mai parlato di "teologia delle religioni", ma l’hanno attuata), in cui la luna, come simbolo tanto della fertilità e della fragilità, della morte e della caducità, quanto anche della speranza nella rinascita e nella resurrezione, era l’immagine dell’esistenza umana, "patetica e insieme consolatrice".

Il simbolismo lunare e quello terrestre si fondono spesso: la luna, nella sua fugacità e nella sua rinascita, rappresenta il mondo dell’uomo, il mondo terreno, questo mondo che è limitato dal bisogno di ricevere e che ottiene la propria fertilità non da se stesso, ma da qualche altra parte, dal sole.
In questo modo il simbolismo lunare diventa anche il simbolo dell’essere umano, così come esso si manifesta nella donna, che concepisce ed è fertile in forza del seme che riceve. I Padri applicarono il simbolismo lunare alla Chiesa soprattutto per due motivi: per la relazione luna-donna (madre) e per il fatto che la luce della luna non è luce propria, ma luce del sole, senza il quale essa sarebbe solo oscurità; la luna risplende, ma la sua luce non è sua, bensì di qualcun altro. Essa è buio e luce allo stesso tempo. In se stessa è oscurità, ma dona luminosità in virtù di un altro, di cui riflette la luce. Proprio per questo essa rispecchia la Chiesa, che illumina pur essendo essa stessa buio; non è luminosa in virtù della propria luce, ma riceve quella del vero sole, Gesù Cristo, cosicché – sebbene essa stessa sia solo terra (anche la luna non è che un’altra terra) – è tuttavia in grado di illuminare la notte della nostra lontananza da Dio - la luna narra il mistero di Cristo.

Non si devono forzare i simboli; ciò che hanno di prezioso consiste proprio in una ricchezza di immagini che si sottrae agli schematismi logici. Tuttavia oggi, nell’epoca del viaggio sulla luna, si impone un ampliamento del paragone, con il quale si metta in evidenza, confrontando il pensiero fisico e quello simbolico, lo specifico della nostra situazione anche rispetto alla realtà della Chiesa.
L’astronauta e la sonda lunare scoprono la luna solo come roccia, deserto, sabbia, montagne, ma non come luce. E in effetti essa è in se stessa soltanto questo: deserto, sabbia, roccia. Tuttavia, per merito di altri e in funzione di altri ancora, essa è anche luce e rimane tale anche nell’epoca dei viaggi nello spazio. E’ quindi ciò che non è in se stessa.

L’altro, ciò che non è suo, fa comunque parte anche della sua realtà. Esiste una verità della fisica e una verità poetico-simbolica e l’una non annulla l’altra. Allora chiedo: questa non è forse un’immagine molto precisa della Chiesa?

Chi la esplora e la percorre con la sonda spaziale, può scoprire solo deserto, sabbia, roccia, le debolezze dell’uomo, i deserti, la polvere e le altezze della sua storia. Tutto ciò le appartiene, ma non rappresenta la sua effettiva realtà.

L’elemento decisivo è che essa, benché sia solo sabbia e sassi, è di certo anche luce in virtù di un altro, del Signore: ciò che non è suo, è veramente suo, la sua effettiva natura, anzi, la sua natura consiste nel fatto che essa non vale per ciò che è, bensì solo per ciò che non è suo. Essa esiste in qualcosa che è al di fuori di essa e ha una luce che, pur non essendo sua, costituisce tutta la sua essenza. Essa è "luna" -mysterium lunae – e così riguarda i credenti, perché proprio così essa è il luogo di una costante scelta spirituale.

Poiché il significato espresso in quest’immagine mi sembra di importanza decisiva, prima di tradurlo dal linguaggio metaforico in affermazioni oggettive, vorrei chiarirlo meglio con un’altra osservazione.

Dopo la traduzione in tedesco della liturgia, secondo l’ultima riforma, mi si presentava continuamente una difficoltà linguistica nel recitare un testo, che appartiene proprio a questo stesso contesto e che è sintomatico per ciò di cui si tratta qui.

Nella traduzione tedesca del Suscipiat si dice: il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio "per il bene nostro e di tutta la Sua santa Chiesa".
A me veniva sempre spontaneo dire: "E di tutta la nostra santa Chiesa".

In questa difficoltà linguistica viene alla luce tutta la problematica che stiamo trattando e diventa chiaro il fatto che siamo incorsi in una deviazione di prospettiva.

Al posto della Sua Chiesa è subentrata la nostra e con essa le molte chiese: ognuno ha la propria.
Le chiese sono diventate nostre imprese, di cui siamo orgogliosi o ci vergogniamo, tante piccole proprietà private che stanno una accanto all’altra, chiese soltanto "nostre" che noi stessi costruiamo, che sono opera e proprietà nostra, e che noi vogliamo trasformare o conservare come tali.
Dietro alla "nostra Chiesa" o anche alla "vostra Chiesa" è scomparsa la "Sua Chiesa".

Ma solo quest’ultima interessa e se non esiste più anche la "nostra" Chiesa deve abdicare.
Se fosse soltanto nostra, la Chiesa sarebbe solo un inutile gioco da bambini.
(Joseph Ratzinger, “Perché siamo ancora nella Chiesa", Rizzoli 2008)

20 commenti:

  1. "...Dietro alla "nostra Chiesa" o anche alla "vostra Chiesa" è scomparsa la "Sua Chiesa"..."

    E' scomparsa la Luce. Solo quelle leggi ferree fanno sì che la luna continui ad essere illuminata , ad illuminare la terra dandole la forza per far aprire il seme, solo quelle leggi ferree le consentono di rimane entro il fascio di luce del Sole, mutuandone la forza.

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  2. Altro che luna, qui siamo in un buco nero supermassiccio.

    Bergoglio torna a citare Giuda come esempio di pentimento cristiano, che lo commuove addirittura di piu' di San Pietro e del buon ladrone.
    Cio' perche', dopo aver manifestato il pentimento agli stessi scribi e farisei che lo avevano corrotto per uccidere Gesù (e già qui c'è da rabbrividire...), "non ha trovato la Madonna", quindi si è disperato e suicidato.
    Colpa del caso, quindi, se la incontrava per strada si pentiva!
    Poverini, non sapeva dove fossero la Santissima, ne' dove fosse Gesu'.
    E non pensate che sia eretico ( il dubbio gli e' venuto)

    Ecco il testo, (PUÒ NUOCERE AI MINORI):
    "......terza, quella che mi commuove di più, è la vergogna di Giuda. Giuda è un personaggio difficile da capire, ci sono state tante interpretazioni della sua personalità. Alla fine, però, quando vede cosa ha fatto, va dai «giusti», dai sacerdoti: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Quelli gli rispondono: «Che ci riguarda? Veditela tu» (cfr. Matteo 27,3-10). Così lui se ne va con la colpa che lo soffoca. Forse se avesse trovato la Madonna le cose sarebbero cambiate, ma il poveretto se ne va, non trova una via d’uscita e si impicca.
    Ma c’è una cosa che mi fa pensare che la storia di Giuda non finisca lì... Magari qualcuno penserà: «Questo Papa è un eretico...». Invece no! Andate a vedere un capitello medievale nella basilica di Santa Maria Maddalena a Vézelay, in Borgogna. Gli uomini del Medioevo facevano la catechesi per mezzo delle sculture, delle immagini. In quel capitello, da una parte c’è Giuda impiccato, ma dall’altra c’è il Buon Pastore che se lo carica sulle spalle e lo porta via con sé. Sulle labbra del Buon Pastore c’è un accenno di sorriso non dico ironico, ma un po’ complice. Dietro la mia scrivania tengo la fotografia di questo capitello diviso in due sezioni perché mi fa meditare: ci sono tanti modi di vergognarsi; la disperazione è uno, ma dobbiamo cercare di aiutare i disperati affinché trovino la vera strada della vergogna, e non percorrano quella che finisce con Giuda."

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  3. "far aprire il seme" : sì, cara Irina; a proposito del compito di "salvare il seme", che incombe su noi poveri cattolici tradizionalisti, la pregherei di seguire la rubrica che, con questo titolo, viene periodicamente aggiornata sul sito Una Vox (una selezione, attenta e mirata, del pensiero di Francessco Lamendola, un esponente della resistenza cattolica antimodernista). Se poi desiderasse ricevere una vasta antologia del pensiero di questo coraggioso cattolico (magari con l'aggiunta di materiale frutto di mie lunghe ricerche e riflessioni in tema di modernismo nella Chiesa Cattolica, da Pio IX ai giorni nostri) può contattarmi all'indirizzo fideliseternic@virgilio.it. Pace e bene e L.J.C.

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  4. Chiedo scusa, ho indicato male l'indirizzo e-mail : quello giusto è il seguente : fideliseternis@virgilio.it. Grazie

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  5. Luigi, non riusciamo più a star dietro a tutto quello che dice. E ogni giorno sempre più ci porta una pena.

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  6. Mic la prego, non cancelli il mio commento!
    Io lo dico e me ne assumo la responsabilità davanti a Dio, che se poi il Signore vorrà illuminarmi e convincermi del contrario, come ha fatto con Cornacchiola io sarò la persona più felice del mondo, ma per me questo papa è un eretico! Si un eretico. È siccome un papa che sia tale ha l'assistenza dello Spirito Santo che gli permette di non dire tutte queste minc...te, e siccome lo Spirito Santo non può contraddire se stesso facendo dire ad un papa oggi il contrario di quello che per secoli ha fatto dire agli altri papi, allora dobbiamo dedurre che Bergoglio non è mai stato papa è così si spiegano tutte le sue castronerie ed anche eresie! GIUDA è all'infermo, lo ha fatto vedere Gesù e la Madonna a diversi santi! vergogna!!!! È ora che noi ci ribelliamo a questo scempio, facendo sentire la nostra voce non riconoscendo l'autorità di chi è eretico! Vedreste che paura che avrebbero. Avrebbero paura del contagio. Ma fino a quando si riconoscerà autorità e legettimità a Bergoglio, la gente non ascolterà.

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  7. Sapete dove conduce la storia di GIUDA??? Alla conclusione che l'inferno è vuoto!!!! Non dovevo leggere il commento di Luigi r V...sono infuriato!!! Basta!!! È uno scandalo. E tutti continuano a riconoscerlo come papa.

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  8. ".terza, quella che mi commuove di più, è la vergogna di Giuda."

    Se andiamo avanti così nel 2033 celebreremo, invece del bimillenario della Passione di Cristo, quello della morte di Giuda...

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  9. Il salario del peccato, per Bergoglio, non è più la morte, ma la misericordia. Questo è un'approfondimento di quella dottrina della grazia dovuta alla natura.

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  10. @ Catholicus,
    grazie per le indicazioni.In genere vado ai rimandi che trovo su questo blog, quindi ho letto articoli su Una Vox, tra i quali un suo contributo, ed articoli di Francesco Lamendola che ho avuto modo di apprezzare. Sul momento di più non posso fare, le mie incombenze quotidiane non me lo consentono, ho preso nota della sua mail ed ancora la ringrazio.Colgo l'occasione per rivolgere a lei ed a tutti i lettori e commentatori di questo blog e di quelli sulla stessa linea di non far mancare il loro contributo, siamo una piccola processione della tastiera ed è bene essere presenti tutti e cantare insieme lo stesso canto, il più frequentemente possibile. Buon lavoro.

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  11. Osservazione che prego Alex di accogliere:

    ... siccome un papa che sia tale ha l'assistenza dello Spirito Santo che gli permette di non dire tutte queste minc...te, e siccome lo Spirito Santo non può contraddire se stesso facendo dire ad un papa oggi il contrario di quello che per secoli ha fatto dire agli altri papi, allora dobbiamo dedurre che Bergoglio non è mai stato papa è così si spiegano tutte le sue castronerie ed anche eresie!

    Il Papa ha l'assistenza dello Spirito Santo soltanto quando insegna solennemente verità di fede e morale e parla ex cathedra, non quando rilascia interviste o il resto del profluvio di esternazioni che ci sommerge ogni giorno. In questo caso è Simone che parla, non Pietro. Può dire cose giuste; o anche castronerie, come il nostro...
    Certo il problema resta serio perché c'è chi prende per oro colato tutto quello che dice un papa, la cui autorevolezza esigerebbe maggiore cautela (e molto altro), mentre purtroppo oggi non c'è un efficace riaffermazione delle verità di fede calpestate e deformate.

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  12. in fondo era tutto così semplice, da averlo voluto complicare con le NUOVE PAROLE dal Vaticano II :-(

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  13. "Andate a vedere un capitello medievale nella basilica di Santa Maria Maddalena a Vézelay, in Borgogna. Gli uomini del Medioevo facevano la catechesi per mezzo delle sculture, delle immagini".

    L'ultima di questo livelo è stata l'affermazione di che Gesù ha anche sangue pagano. Bergoglio sta facendo della periferia un luogo teologico.

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  14. Mic grazie delle tue osservazioni. Quello però che mi resta difficile da capire con la logica, che non può essere in contrasto con la fede, è come sia possibile non ritenere che il papà anche quando parla in interviste e/o nelle sue omelie, non può dire castronerie (ed uso un eufemismo perché invece molte volte si possono rilevare profili di eresia) in così grande numero e continuità. Infatti occorre ricordare che qui siamo in presenza di continuini reiterati attacchi alla dottrina e al magistero di sempre, giorno dopo giorno da ben quattro anni, ora con omelie, ora con battute sull'aereo, ora con documenti finanzi magisteriali come AL! A me sembra, lo dico umilmente e riconoscendo il mio nulla, che rifugiarsi dietro la distinzione tra affermazioni ex chatedra, affermazioni magisteriali e chiacchierate da bar, nel caso del papà, che ha una autorità grandissima, e nel caso di Bergoglio che da quattro anni diffonde a quattro mani errori e eresie, sia una scappatoia per non avere il coraggio di affermare, che il papà non ha assistenza dello Spirito Santo, e questo per due possibili ragioni che vanno analizzate sariamente non da noi ma da chi ne ha competenza:1) Bergoglio non è stato eletto canonicamente in maniera valida. Non è pertanto papà. Molti di no, moltissimi, non lo abbiamo accettato, non è vero che tutta la Chiesa l'ha riconosciuto papà, è una forzatura. Anche noi dissidenti e non in comunione con Bergoglio siamo Chiesa, visto e considerato. Ne siamo uniti alla Chiesa di Sempre, al Magistero di sempre, e al Papa Emerito BXVI che è ancora in vita e che ha dichiarato, lui stesso d a Sommo pontefice di essere ancora papa; 2) Bergoglio è stato eletto validamente, ma è caduto in eresia, con AL, e non è più papa; in ogni caso se mai iniziamo a ribellarci e a non riconoscere autorità a chi alla luce del sole da quattro anni distrugge con furia la chiesa e ogni oppositore, non riusciremo mai a a fare chiarezza e a ricostruire.

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  15. Quando parla e agisce sia in privato che in pubblico questo papa è un'anomalia. Ciò non toglie che la stessa anomalia vale sia per la forma che per i contenuti dell'abdicazione di Benedetto. È una questione che abbiamo sviscerato a lungo d diffusamente. Io non ho la risposta ma navigo a vista dando autorità (sia nella prassi che nella dottrina) a ciò che conosco e non a chi ha vistosamente deviato. Ma non mi prendo la responsabilità di trarre conclusioni estreme. Anche questa è una forma di sofferenza.

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  16. A quanto pare, papa Francesco ha sul suo tavolo la fotografia del capitello che mostra Gesù che va a prendere Giuda morto dopo il suicidio e lo porta sulle spalle. "Un" capitello in "una" chiesa, non certo le Tavole della legge.
    Giacché egli più volte ha citato questo capitello come esempio dell'infinita misericordia di Gesù, viene da domandarci: la falsa misericordia che egli predica gli è ispirata da Giuda?

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  17. Alex da Roma,

    Credo che la strada giusta sia quella che lei e tanti stiamo facendo, dire il nostro sì sì, no no, argomentandolo su questo blog e su altri con la stessa lunghezza d'onda. E' tempo però che si ingrossi la fila di coloro che hanno da dire la loro, non basta più leggere gli articoli che vengono proposti e tacitamente assentire o dissentire. Occorre scendere sulla tastiera e scrivere. E' l'unica reale forza di cui tutti possiamo disporre qui ed ora, oltre la preghiera indefessa per la conversione degli eretici, alla quale spetta il primo posto sempre. Senza mettere da parte o sottostimare chi sa e preferisce unicamente il sofferto silenzio orante. Per il quale occorrono anime grandi, per le piccole e le medie scrivere, ritengo sia più sano poichè evita il 'rosicamento' interiore.

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  18. UN PONTIFICATO SOTTO IL SEGNO DI LUTERO E DI GIUDA ISCARIOTA
    .
    Non solo riabilita Lutero, ma Bergoglio ammicca ripetutamente a Giuda Iscariota. Anche oggi (vedi foto dal Corriere) Bergoglio dà ad intendere che il traditore si sia salvato. Ma ecco invece le parole di Gesù:
    "Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui, ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo è tradito! Bene per quell'uomo se non fosse mai nato!" (Mc 14,21).
    "Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione" (Gv 17,12)
    Antonio Socci

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  19. MA poi questo capitello esiste veramente così ?
    C’e’ qualche foto ? qualcuno che vive a Bologna puoi controllare “de visu” ?

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  20. RR, il capitello esiste, ma l'unico che prima di Bergoglio lo ha interpretato così (tutti gli altri vedono nello strano personaggio un boia, e non Gesù Cristo) è un teologo eretico scomunicato. Qui trovi dei riferimenti (in francese):

    http://yvesdaoudal.hautetfort.com/archive/2016/06/20/francois-et-vezelay-5817364.html 1/4

    Invece così si esprimeva Santa Caterina da Siena:

    “Questo è quello peccato che non è perdonato né di qua né di là, perché il peccatore non ha voluto, spregiando la mia misericordia; perciò mi è più grave questo che tutti gli altri peccati che ha commessi. Unde la disperazione di Giuda mi spiacque più e fu più grave al mio Figliolo che non fu il tradimento che egli mi fece. Così sono condannati per questo falso giudizio d’aver posto maggiore il peccato loro che la misericordia mia; e perciò sono puniti con le dimonia e cruciati eternamente con loro” (Dialogo della Divina Provvidenza, c. 37).

    http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=2399

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