Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 26 agosto 2018

Testimonianza mons. Viganò. Quando arrivò papa Francesco furono rimosse tutte le sanzioni

Caso McCarrick. “Il papa sapeva. Ecco perché deve dimettersi”
È scoppiata una bomba in Vaticano. L’ex nunzio apostolico della Santa Sede, mons. Viganò,  ha scritto un memorandum di 11 pagine in cui riferisce di aver prodotto 2 rapporti che accusavano il cardinale McCarrick entrambi insabbiati dai precedenti segretari di Stato, i cardinali Sodano e Bertone.
Lo fa con parole dure e inequivocabili e con la lunga lista dei nomi di tutti i cardinali e vescovi che, a suo dire, si sono resi complici coprendo la pedofilia di McCarrick. “Vescovi e sacerdoti, – scrive il nunzio apostolico – abusando della loro autorità, hanno commesso crimini orrendi a danno di loro fedeli, minori, vittime innocenti, giovani uomini desiderosi di offrire la loro vita alla Chiesa, o non hanno impedito con il loro silenzio che tali crimini continuassero ad essere perpetrati”.
Quando la cosa raggiunse Benedetto XVI, il Papa sanzionò canonicamente il vescovo McCarrick, imponendogli di non viaggiare, di abbandonare il seminario, di non celebrare in pubblico, né predicare, né tenere conferenze. Le sanzioni furono comunicate a McCarrick dal Nunzio Pietro Sambi e gli furono ribadite da Viganò stesso.
Poi però arrivò papa Francesco, il quale rimosse tutte le sanzioni, anzi fece di McCarrick un suo consulente privilegiato, tanto da inviarlo in Cina e da seguire i suoi consigli per le nomine di Cupich a Chicago e Tobin a Newark.
Qui, in inglese, il testo completo del documento scritto da monsignor Viganò e, di seguito, sempre il testo integrale nella traduzione italiana.

TESTIMONIANZA
di Mons. Carlo Maria Viganò
Arciv. tit. di Ulpiana - Nunzio Apostolico

In questo tragico momento che sta attraversando la Chiesa in varie parti del mondo, Stati Uniti, Cile, Honduras, Australia, ecc., gravissima è la responsabilità dei Vescovi. Penso in particolare agli Stati Uniti d’America dove fui inviato come Nunzio Apostolico da papa Benedetto XVI il 19 ottobre 2011, memoria dei Primi Martiri dell’America Settentrionale. I Vescovi degli Stati Uniti sono chiamati, ed io con loro, a seguire l’esempio di questi primi martiri che portarono il Vangelo nelle terre d’America, ad essere testimoni credibili dell’incommensurabile amore di Cristo, Via, Verità e Vita.
Vescovi e sacerdoti, abusando della loro autorità, hanno commesso crimini orrendi a danno di loro fedeli, minori, vittime innocenti, giovani uomini desiderosi di offrire la loro vita alla Chiesa, o non hanno impedito con il loro silenzio che tali crimini continuassero ad essere perpetrati.

Per restituire la bellezza della santità al volto della Sposa di Cristo, tremendamente sfigurato da tanti abominevoli delitti, se vogliamo veramente liberare la Chiesa dalla fetida palude in cui è caduta, dobbiamo avere il coraggio di abbattere la cultura del segreto e confessare pubblicamente le verità che abbiamo tenuto nascoste. Occorre abbattere l’omertà con cui vescovi e sacerdoti hanno protetto loro stessi a danno dei loro fedeli, omertà che agli occhi del mondo rischia di far apparire la Chiesa come una setta, omertà non tanto dissimile da quella che vige nella mafia. “Tutto quello che avete detto nelle tenebre… sarà proclamato sui tetti” (Lc. 12:3).

Avevo sempre creduto e sperato che la gerarchia della Chiesa potesse trovare in se stessa le risorse spirituali e la forza per far emergere la verità, per emendarsi e rinnovarsi. Per questo motivo, anche se più volte sollecitato, avevo sempre evitato di fare dichiarazioni ai mezzi di comunicazione, anche quando sarebbe stato mio diritto farlo per difendermi dalle calunnie pubblicate sul mio conto anche da alti prelati della Curia romana. Ma ora che la corruzione è arrivata ai vertici della gerarchica della Chiesa la mia coscienza mi impone di rivelare quelle verità che con relazione al caso tristissimo dell’arcivescovo emerito di Washington Theodore McCarrick sono venuto a conoscenza nel corso degli incarichi che mi furono affidati, da S. Giovanni Paolo II come Delegato per le Rappresentanze Pontificie dal 1998 al 2009 e da Papa Benedetto XVI come Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d’America dal 19 ottobre 2011 a fine maggio 2016.

Come Delegato per le Rappresentanze Pontificie nella Segreteria di Stato, le mie competenze non erano limitate alle Nunziature Apostoliche, ma comprendevano anche il personale della Curia romana (assunzioni, promozioni, processi informativi su candidati all’episcopato, ecc.) e l’esame di casi delicati, anche di cardinali e vescovi, che venivano affidati al Delegato dal Cardinale Segretario di Stato o dal Sostituto della Segreteria di Stato.

Per dissipare sospetti insinuati in alcuni articoli recenti, dirò subito che i Nunzi Apostolici negli Stati Uniti, Gabriel Montalvo e Pietro Sambi, ambedue deceduti prematuramente, non mancarono di informare immediatamente la Santa Sede non appena ebbero notizia dei comportamenti gravemente immorali con seminaristi e sacerdoti dell’arcivescovo McCarrick. Anzi, la lettera del P. Boniface Ramsey, O.P. del 22 novembre 2000, secondo quanto scrisse il Nunzio Pietro Sambi, fu da lui scritta a richiesta del compianto Nunzio Montalvo. In essa P. Ramsey, che era stato professore nel Seminario diocesano di Newark dalla fine degli anni ’80 fino al 1996, afferma che era voce ricorrente in seminario che l’arcivescovo “shared his bed with seminarians”, invitandone cinque alla volta a passare il fine settimana con lui nella sua casa al mare. Ed aggiungeva di conoscere un certo numero di seminaristi, di cui alcuni furono poi ordinati sacerdoti per l’arcidiocesi di Newark, che erano stati invitati a detta casa al mare ed avevano condiviso il letto con l’arcivescovo.
L’ufficio che allora ricoprivo non fu portato a conoscenza di alcun provvedimento preso dalla Santa Sede dopo quella denuncia del Nunzio Montalvo alla fine del 2000, quando Segretario di Stato era il Card. Angelo Sodano.

Parimenti, il Nunzio Sambi trasmise al Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone una Memoria di accusa contro McCarrick da parte del sacerdote Gregory Littleton della diocesi di Charlotte, ridotto allo stato laicale per violazione di minori, assieme a due documenti dello stesso Littleton, in cui raccontava la sua triste storia di abusi sessuali da parte dell’allora arcivescovo di Newark e di diversi altri preti e seminaristi. Il Nunzio aggiungeva che il Littleton aveva già inoltrato questa sua Memoria a circa una ventina di persone, fra autorità giudiziarie civili ed ecclesiastiche, di polizia ed avvocati, fin dal giugno 2006, e che era quindi molto probabile che la notizia venisse presto resa pubblica. Egli sollecitava pertanto un pronto intervento della Santa Sede.

Nel redigere l’Appunto su questi documenti che come Delegato per le RR.PP. mi furono affidati il 6 dicembre 2006, scrissi per i miei superiori, il Card. Tarcisio Bertone e il Sostituto Leonardo Sandri, che i fatti attribuiti a McCarrick dal Littleton erano di tale gravità e nefandezza da provocare nel lettore sconcerto, senso di disgusto, profonda pena e amarezza e che essi configuravano i crimini di adescamento, sollecitazione ad atti turpi di seminaristi e sacerdoti, ripetuti e simultaneamente con più persone, dileggio di un giovane seminarista che cercava di resistere alle seduzioni dell’arcivescovo alla presenza di altri due sacerdoti, assoluzione del complice in atti turpi, celebrazione sacrilega dell’Eucaristia con i medesimi sacerdoti dopo aver commesso tali atti.
In quel mio Appunto che consegnai quello stesso 6 dicembre 2006 al mio diretto superiore,  il Sostituto Leonardo Sandri, proponevo ai miei superiori le seguenti considerazioni e linea d’azione:
  • Premesso che a tanti scandali nella Chiesa negli Stati Uniti, sembrava che se ne stesse per aggiungere uno di particolare gravità che riguardava un cardinale;
  • che in via di diritto, trattandosi di un cardinale, in base al can. 1405 § 1, n. 2˚, “ipsius Romani Pontificis dumtaxat ius est iudicandi”;
  • proponevo che venisse preso nei confronti del cardinale un provvedimento esemplare che potesse avere una funzione medicinale, per prevenire futuri abusi nei confronti di vittime innocenti e lenire il gravissimo scandalo per i fedeli, che nonostante tutto continuavano ad amare e credere nella Chiesa.
    Aggiungevo che sarebbe stato salutare che per una volta l’Autorità ecclesiastica avesse ad intervenire prima di quella civile e se possibile prima che lo scandalo fosse scoppiato sulla stampa. Ciò avrebbe potuto restituire un po’ di dignità ad una Chiesa così provata ed umiliata per tanti abominevoli comportamenti da parte di alcuni pastori. In tal caso, l’Autorità civile non si sarebbe trovata più a dover giudicare un cardinale, ma un pastore verso cui la Chiesa aveva già preso opportuni provvedimenti, per impedire che il cardinale abusando della sua autorità continuasse a distruggere vittime innocenti.
Quel mio Appunto del 6 dicembre 2006 fu trattenuto dai  miei superiori e mai mi fu restituito con un’eventuale decisione superiore al riguardo.

Successivamente, intorno al 21-23 aprile 2008, fu pubblicato in internet nel sito richardsipe.com lo Statement for Pope Benedict XVI about the pattern of sexual abuse crisis in the United States, di Richard Sipe. Esso fu trasmesso il 24 aprile dal Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede Card. William Levada, al Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, e fu  a me consegnato un mese dopo, il successivo 24 maggio 2008.

Il giorno seguente consegnavo al nuovo Sostituto Fernando Filoni il mio Appunto, comprensivo del mio precedente del 6 dicembre 2006. In esso facevo una sintesi del documento di Richard Sipe, che terminava con questo rispettoso ed accorato appello a Papa Benedetto XVI: “I approach Your Holiness with due reverence, but with the same intensity that motivated Peter Damian to lay out before your predecessor, Pope Leo IX, a description of the condition of the clergy during his time. The problems he spoke of are similar and as great now in the United States as they were then in Rome. If Your Holiness requests I will submit to you personally documentation of that about which I have spoken”.
Terminavo questo mio Appunto ripetendo ai miei superiori che ritenevo si dovesse intervenire quanto prima togliendo il cappello cardinalizio al Card. McCarrick e che gli fossero inflitte le sanzioni stabilite dal codice di diritto canonico, le quali prevedono anche la riduzione allo stato laicale.

Anche questo secondo mio Appunto non fu mai restituito all’Ufficio del Personale e grande era il mio sconcerto nei confronti dei superiori per l’inconcepibile assenza di ogni provvedimento nei confronti del cardinale e per il perdurare della mancanza di ogni comunicazione nei miei riguardi fin da quel mio primo Appunto del dicembre 2006.

Ma finalmente seppi con certezza, tramite il Card. Giovanni Battista Re, allora Prefetto della  Congregazione per i Vescovi, che il coraggioso e meritevole Statement di Richard Sipe aveva avuto il risultato auspicato. Papa Benedetto aveva comminato al Card. McCarrick sanzioni simili a quelle ora inflittegli da Papa Francesco: il cardinale doveva lasciare il seminario in cui abitava, gli veniva proibito di celebrare in pubblico, di partecipare a pubbliche riunioni, di dare conferenze, di viaggiare, con obbligo di dedicarsi ad una vita di preghiera e di penitenza.

Non mi è noto quando papa Benedetto abbia preso nei confronti di McCarrick questi provvedimenti, se nel 2009 o nel 2010, perché nel frattempo ero stato trasferito al Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, così come non mi è dato sapere chi sia stato responsabile di questo incredibile ritardo. Non credo certo papa Benedetto, il quale da Cardinale aveva già più volte denunciato la corruzione presente nella Chiesa, e nei primi mesi del suo pontificato aveva preso ferma posizione contro l’ammissione in seminario di giovani con profonde tendenze omosessuali. Ritengo che ciò fosse dovuto all’allora primo collaboratore del papa, Card. Tarcisio Bertone, notoriamente favorevole a promuovere omosessuali in posti di responsabilità, solito a gestire le informazioni che riteneva opportuno far pervenire al papa.

In ogni caso, quello che è certo è che papa Benedetto inflisse a McCarrick le suddette sanzioni canoniche e che esse gli furono comunicate dal Nunzio Apostolico negli Stati Uniti Pietro Sambi. Mons. Jean-François Lantheaume, allora primo Consigliere della Nunziatura a Washington e Chargé d’Affaires a.i. dopo la morte inaspettata del Nunzio Sambi a Baltimora, mi riferì quando giunsi a Washington – ed egli è pronto a darne testimonianza – di un colloquio burrascoso, di oltre un’ora, del Nunzio Sambi con il Card. McCarrick convocato in Nunziatura: “la voce del Nunzio – mi disse Mons. Lantheaume – si sentiva fin nel corridoio.”

Le medesime disposizioni di papa Benedetto furono poi comunicate anche a me dal nuovo Prefetto della Congregazione per i Vescovi, Card. Marc Ouellet, nel novembre 2011 in un colloquio prima della mia partenza per Washington fra le istruzioni della medesima Congregazione al nuovo nunzio.
A mia volta le ribadii al Card. McCarrick al mio primo incontro con lui in Nunziatura. Il cardinale, farfugliando in modo appena comprensibile, ammise di aver forse commesso l’errore di aver dormito nello stesso letto con qualche seminarista nella sua casa al mare, ma me lo disse come se ciò non avesse alcuna importanza.

I fedeli si chiedono insistentemente come sia stata possibile la sua nomina a Washington e a cardinale ed hanno pieno diritto di sapere chi era a conoscenza, chi ha coperto i suoi gravi misfatti. È perciò mio dovere rendere noto quanto so al riguardo, incominciando dalla Curia Romana.
Il Card. Angelo Sodano è stato Segretario di Stato fino al settembre 2006: ogni informazione perveniva a lui. Nel novembre 2000 il Nunzio Montalvo inviò a lui il suo rapporto trasmettendogli la già citata lettera di P. Boniface Ramsey in cui denunciava i gravi abusi commessi da McCarrick.
È noto che Sodano cercò di coprire fino all’ultimo lo scandalo del P. Maciel, rimosse persino il Nunzio a Città del Messico Justo Mullor che si rifiutava di essere complice delle sue manovre di copertura di Maciel ed al suo posto nominò Sandri, allora Nunzio in Venezuela, ben disposto invece a collaborare.
Sodano giunse anche a far fare un comunicato alla sala stampa vaticana in cui si affermava il falso, che cioè Papa Benedetto aveva deciso che il caso Maciel doveva ormai considerarsi chiuso. Benedetto reagì, nonostante la strenua difesa da parte di Sodano, e Maciel, fu giudicato colpevole e irrevocabilmente condannato.

Fu la nomina a Washington e a cardinale di McCarrick opera di Sodano, quando Giovanni Paolo II era già molto malato? Non ci è dato saperlo. È però lecito pensarlo, ma non credo che sia stato il solo
responsabile. McCarrick andava con molta frequenza a Roma e si era fatto amici dappertutto, a tutti i livelli della Curia. Se Sodano aveva protetto Maciel, come appare sicuro - non si vede perché non lo avrebbe fatto per McCarrick, che a detta di molti aveva i mezzi anche finanziari per influenzare le decisioni. Alla sua nomina a Washington si era invece opposto l’allora Prefetto della Congregazione per i Vescovi, Card. Giovanni Battista Re. Alla Nunziatura di Washington c’è un biglietto, scritto di suo pugno, in cui il Card. Re si dissocia da detta nomina e afferma che McCarrick era il 14mo nella lista per la provvista di Washington.

Al Card. Tarcisio Bertone, come Segretario di Stato, fu indirizzato il rapporto del Nunzio Sambi, con tutti gli allegati, e a lui furono presumibilmente consegnati dal Sostituto i miei due sopra citati Appunti del 6 dicembre 2006 e del 25 maggio 2008. 

Come già accennato, il cardinale non aveva difficoltà a presentare insistentemente per l’episcopato candidati notoriamente omosessuali attivi – cito solo il noto caso di Vincenzo di Mauro, nominato Arcivescovo-Vescovo di Vigevano, poi rimosso perché insidiava i suoi seminaristi – e a filtrare e manipolare le informazioni che faceva pervenire a papa Benedetto.

Il Card. Pietro Parolin, attuale Segretario di Stato, si è reso anch’egli complice di aver coperto i misfatti di McCarrick, il quale dopo l’elezione di papa Francesco si vantava apertamente dei suoi viaggi e missioni in vari continenti. Nell’aprile 2014 il Washington Times aveva riferito in prima pagina di un viaggio di McCarrick nella Repubblica Centroafricana, per giunta a nome del Dipartimento di Stato. Come Nunzio a Washington, scrissi perciò al Card. Parolin chiedendogli se erano ancora valide le sanzioni comminate a McCarrick da papa Benedetto. Ça va sans dire che la mia lettera non ebbe mai alcuna risposta!

Lo stesso si dica per il Card. William Levada, già Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e per i Cardinali Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, e Lorenzo Baldisseri, già Segretario della medesima Congregazione per i Vescovi, e l’Arcivescovo Ilson de Jesus Montanari, attuale Segretario della medesima Congregazione. Essi in ragione del loro ufficio erano al corrente delle sanzioni imposte da papa Benedetto a McCarrick.

I Cardinali Leonardo Sandri, Fernado Filoni e Angelo Becciu, come Sostituti della Segreteria di Stato, hanno saputo in tutti i particolari la situazione del Card. McCarrick.

Così pure non potevano non sapere i Cardinali Giovanni Lajolo e Dominique Mamberti, che come Segretari per i Rapporti con gli Stati, partecipavano più volte alla settimana a riunioni collegiali con
il Segretario di Stato.

Per quanto riguarda la Curia Romana per ora mi fermo qui, anche se sono ben noti i nomi di altri prelati in Vaticano, anche molto vicini a papa Francesco, come il Card. Francesco Coccopalmerio e l’Arcivescovo Vincenzo Paglia, che appartengono alla corrente filo omossessuale favorevole a sovvertire la dottrina cattolica a riguardo dell’omosessualità, corrente già denunciata fin dal 1986 dal Card. Joseph Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, nella Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali [qui]. Alla medesima corrente, seppur con una ideologia diversa, appartengono anche i Cardinali Edwin Frederick O’Brien e Renato Raffaele Martino. Altri poi, appartenenti a detta corrente, risiedono persino alla Domus Sanctae Marthae.

Vengo ora agli Stati Uniti. Ovviamente, il primo ad essere stato informato dei provvedimenti presi da papa Benedetto fu il successore di McCarrick alla sede di Washington, il Card. Donald Wuerl, la cui situazione è ora del tutto compromessa dalle recenti rivelazioni sul suo comportamento come vescovo di Pittsburgh.
È assolutamente impensabile che il Nunzio Sambi, persona altamente responsabile, leale, diretto ed esplicito nel suo modo di essere da vero romagnolo, non gliene abbia parlato. In ogni caso, io stesso venni in più occasioni sull’argomento con il Card. Wuerl, e non ci fu certo bisogno che entrassi in particolari perché mi fu subito evidente che ne era pienamente al corrente. Ricordo poi in particolare il fatto che dovetti richiamare la sua attenzione perché mi accorsi che in una pubblicazione dell’arcidiocesi, sulla copertina posteriore a colori, veniva annunciato un invito ai giovani che ritenevano di avere la vocazione al sacerdozio ad un incontro con il Card. McCarrick. Telefonai subito al Card. Wuerl, che mi manifestò la sua meraviglia, dicendomi che non sapeva nulla di quell’annuncio e che avrebbe provveduto ad annullare detto incontro.
Se come ora continua ad affermare non sapeva nulla degli abusi commessi da McCarrick e dei provvedimenti presi da papa Benedetto come si spiega la sua risposta?
Le sue recenti dichiarazioni in cui afferma di non aver nulla saputo, anche se all’inizio furbescamente riferite ai risarcimenti alle due vittime, sono assolutamente risibili. Il cardinale mente spudoratamente e per di più induce a mentire anche il suo Cancelliere, Mons. Antonicelli.
Del resto già in altra occasione il Card. Wuerl aveva chiaramente mentito. A seguito di un evento moralmente inaccettabile autorizzato dalle autorità accademiche della Georgetown University, avevo richiamato l’attenzione del suo Presidente Dr. John De Gioia, indirizzandogli due successive lettere. Prima di inoltrarle al destinatario, per correttezza, ne consegnai personalmente copia al cardinale con una mia lettera di accompagnamento. Il cardinale mi disse che non ne era al corrente. Si guardò bene però di accusare ricevimento delle mie due lettere, contrariamente a quanto puntualmente era solito fare. Poi seppi che detto evento alla Georgetown aveva avuto luogo da sette anni. Ma il cardinale non ne sapeva nulla!
Il Card. Wuerl inoltre, ben sapendo dei continui abusi commessi dal Card. McCarrick e delle sanzioni impostegli da papa Benedetto, trasgredendo l’ordine del papa, gli permise di risiedere in un seminario in Washington D.C. Mise così a rischio altri seminaristi.

Il Vescovo Paul Bootkoski, emerito di Metuchen, e l’Arcivescovo John Myers, emerito di Newark, coprirono gli abusi commessi da McCarrick nelle loro rispettive diocesi e risarcirono due delle sue vittime. Non possono negarlo e devono essere interrogati perché rivelino ogni circostanza e responsabilità al riguardo.

Il Card. Kevin Farrell, intervistato recentemente dai media, ha anch’egli affermato di non avere avuto il minimo sentore degli abusi commessi da McCarrick. Tenuto conto del suo curriculum a Washington, a Dallas e ora a Roma, credo che nessuno possa onestamente credergli. Non so se gli sia mai stato chiesto se sapeva dei crimini di Maciel. Se dovesse negarlo, qualcuno forse gli crederebbe atteso che egli ha occupato compiti di responsabilità come membro dei Legionari di Cristo?

Del Card. Sean O’Malley mi limito a dire che le sue ultime dichiarazioni sul caso McCarrick sono sconcertanti, anzi hanno oscurato totalmente la sua trasparenza e credibilità.

* * *
La mia coscienza mi impone poi di rivelare fatti che ho vissuto in prima persona, riguardanti papa Francesco, che hanno una valenza drammatica, che come vescovo, condividendo la responsabilità collegiale di tutti i vescovi verso la Chiesa universale, non mi permettono di tacere, e che qui affermo, disposto a confermarli sotto giuramento chiamando Dio come mio testimone.

Negli ultimi mesi del suo pontificato papa Benedetto XVI aveva convocato a Roma una riunione di tutti i Nunzi Apostolici, come avevano già fatto Paolo VI e S. Giovanni Paolo II in più occasioni. La data fissata per l’Udienza con il Papa era venerdì 21 giugno 2013. Papa Francesco mantenne questo impegno preso dal suo predecessore. Naturalmente anch’io venni a Roma da Washington. Si trattava del mio primo incontro con il nuovo papa eletto solo tre mesi prima dopo la rinuncia di papa Benedetto.

La mattina di giovedì 20 giugno 2013 mi recai alla Domus Sanctae Marthae, per unirmi ai miei colleghi che erano ivi alloggiatati. Appena entrato nella hall mi incontrai con il Card. McCarrick, che indossava la veste filettata. Lo salutai con rispetto come sempre avevo fatto. Egli mi disse immediatamente con un tono fra l’ambiguo e il trionfante: “Il Papa mi ha ricevuto ieri, domani vado in Cina”.

Allora nulla sapevo della sua lunga amicizia con il Card. Bergoglio e della parte di rilievo che aveva giocato per la sua recente elezione, come lo stesso McCarrick avrebbe successivamente rivelato in una conferenza alla Villanova University ed in un’intervista al Catholic National Reporter, né avevo mai pensato al fatto che aveva partecipato agli incontri preliminari del recente conclave, e al ruolo che aveva potuto avere come elettore in quello del 2005. Non colsi perciò immediatamente il significato del messaggio criptato che McCarrick mi aveva comunicato, ma che mi sarebbe diventato evidente nei giorni immediatamente successivi.

Il giorno dopo ebbe luogo l’Udienza con papa Francesco. Dopo il discorso, in parte letto e in parte pronunciato a braccio, il papa volle salutare uno ad uno tutti i Nunzi. In fila indiana, ricordo che io rimasi fra gli ultimi. Quando fu il mio turno, ebbi appena il tempo di dirgli “sono il Nunzio negli Stati Uniti”, che senza alcun preambolo mi investì con tono di rimprovero con queste parole: “I Vescovi negli Stati Uniti non devono essere ideologizzati! Devono essere dei pastori!” Naturalmente non ero in condizione di chiedere spiegazioni sul significato delle sue parole e per il modo aggressivo con cui mi aveva apostrofato.
Avevo in mano un libro in portoghese che il Card. O’Malley mi aveva consegnato per il papa qualche giorno prima, dicendomi “così ripassa il portoghese prima di andare a Rio per la Giornata Mondiale della Gioventù”. Glielo consegnai subito liberandomi così da quella situazione estremamente  sconcertante e imbarazzante.

Al termine dell’Udienza il papa annunziò: “Chi di voi domenica prossima è ancora a Roma è invitato a concelebrare con me alla Domus Sanctae Marthae”. Io naturalmente pensai di restare per chiarire quanto prima cosa il papa aveva inteso dirmi.
Domenica 23 giugno, prima della concelebrazione con il papa, chiesi a Mons. Ricca, che come responsabile della casa ci aiutava ad indossare i paramenti, se poteva chiedere al papa se nel corso della settimana seguente avrebbe potuto ricevermi. Come avrei potuto ritornare a Washington senza aver chiarito ciò che il papa voleva da me? Terminata la Messa, mentre il papa salutava i pochi laici presenti, Mons. Fabian Pedacchio, il suo segretario argentino, venne da me e mi disse: “Il papa mi ha detto di chiederle se lei è libero adesso!” Naturalmente gli risposi che ero a disposizione del papa e che lo ringraziavo per ricevermi subito. Il papa mi condusse al primo piano nel suo appartamento e mi disse: “Abbiamo 40 minuti prima dell’Angelus”.
Iniziai io la conversazione, chiedendo al papa che cosa avesse inteso dirmi con le parole che mi aveva rivolto quando l’avevo salutato il venerdì precedente. Ed il papa, con un tono ben diverso, amichevole, quasi affettuoso, mi disse: “Sì, i Vescovi negli Stati Uniti non devono essere ideologizzati, non devono essere di destra come l’arcivescovo di Filadelfia, (il papa non mi fece il nome dell’arcivescovo) devono essere dei pastori; e non devono essere di sinistra – ed aggiunse, alzando tutte e due le braccia – e quando dico di sinistra intendo dire omosessuali”. Naturalmente mi sfuggì la logica della correlazione fra essere di sinistra e essere omosessuali, ma non aggiunsi altro.
Subito dopo il papa mi chiese con tono accattivante: “Il card. McCarrick com’è?” Io gli risposi con tutta franchezza e se volete con tanta ingenuità: “Santo Padre, non so se lei conosce il card. McCarrick, ma se chiede alla Congregazione per i Vescovi c’è un dossier grande così su di lui. Ha corrotto generazioni di seminaristi e di sacerdoti e papa Benedetto gli ha imposto di ritirarsi ad una vita di preghiera e di penitenza”. Il papa non fece il minimo commento a quelle mie parole tanto gravi e non mostrò sul suo volto alcuna espressione di sorpresa, come se la cosa gli fosse già nota da tempo, e cambiò subito di argomento.
Ma allora, con quale finalità il papa mi aveva posto quella domanda: “Il card. McCarrick com’è?”.
Evidentemente voleva accertarsi se ero alleato di McCarrick o no.

Rientrato a Washington tutto mi divenne molto chiaro, grazie anche ad un nuovo fatto accaduto solo pochi giorni dopo il mio incontro con papa Francesco. Alla presa di possesso della diocesi di El Paso da parte del nuovo vescovo Mark Seitz il 9 luglio 2013 inviai il primo Consigliere, Mons. Jean-François Lantheaume, mentre io quel medesimo giorno andai a Dallas per un incontro internazionale di Bioetica. Di ritorno, Mons. Lantheaume mi riferì che a El Paso aveva incontrato il Card. McCarrick, il quale, presolo in disparte, gli aveva detto quasi le stesse parole che il papa aveva detto a me a Roma: “I Vescovi negli Stati Uniti non devono essere ideologizzati, non devono essere di destra, devono essere dei pastori…”. Rimasi esterrefatto! Era perciò chiaro che le parole di rimprovero che papa Francesco mi aveva rivolto quel 21 giugno 2013 gli erano state messe in bocca il giorno prima dal card. McCarrick. Anche la menzione da parte del papa “non come l’arcivescovo di Filadelfia” conduceva a McCarrick, perché fra i due c’era stato un forte diverbio a riguardo dell’ammissione alla comunione dei politici favorevoli all’aborto: McCarrick aveva manipolato nella sua comunicazione ai vescovi una lettera dell’allora Card. Ratzinger che proibiva di dare loro la comunione. Di fatto poi sapevo quanto certi cardinali come Mahony, Levada e Wuerl, fossero strettamente legati a McCarrick, avessero osteggiato le nomine più recenti fatte da papa Benedetto, per sedi importanti come Filadelfia, Baltimora, Denver e San Francisco.

Non contento della trappola che mi ha aveva teso in 23 giugno 2013 chiedendomi di McCarrick, solo qualche mese dopo, nell’udienza che mi concesse il 10 ottobre 2013, papa Francesco me ne pose una seconda, questa volta a riguardo di un suo secondo protetto, il Card. Donald Wuerl. Mi chiese: “Il Card. Wuerl com’è, buono o cattivo?” “Santo Padre – gli risposi – non le dirò se è buono o cattivo, ma le riferirò due fatti”. Sono quelli a cui ho già sopra accennato, che riguardano la noncuranza pastorale di Wuerl per le deviazioni aberranti alla George Town University e l’invito da parte dell’arcidiocesi di Washington a giovani aspiranti al sacerdozio ad un incontro con McCarrick! Anche questa seconda volta il papa non manifestò alcuna reazione.

Era poi evidente che a partire dalla elezione di papa Francesco McCarrick, ormai sciolto da ogni costrizione, si era sentito libero di viaggiare continuamente, di dare conferenze e interviste. In un gioco di squadra con il Card. Rodriguez Maradiaga era diventato il kingmaker per le nomine in Curia e negli Stati Uniti ed il consigliere più ascoltato in Vaticano per i rapporti con l’amministrazione Obama. Così si spiega che come membri della Congregazione per i Vescovi il papa sostituì il Card. Burke con Wuerl e vi nominò immediatamente Cupich fatto subito cardinale. Con tali nomine la Nunziatura a Washington era ormai fuori gioco per la nomina dei vescovi. Per giunta, nominò il brasiliano Ilson de Jesus Montanari - il grande amico del suo segretario privato argentino Fabian Pedacchio - Segretario della medesima Congregazione per i Vescovi e Segretario del Collegio dei Cardinali, promuovendolo in un sol balzo da semplice officiale di quel dicastero ad Arcivescovo Segretario. Cosa mai vista per un incarico così importante!

Le nomine di Blase Cupich a Chicago e di William Tobin a Newark sono state orchestrate da McCarrick, Maradiaga e Wuerl, uniti da un patto scellerato di abusi del primo e quantomeno di coperture di abusi da parte degli altri due. I loro nominativi non figuravano fra quelli presentati dalla Nunziatura per Chicago e per Newark.

Di Cupich non può certo sfuggire l’ostentata arroganza e sfrontatezza nel negare l’evidenza ormai palese a tutti: che cioè l’80% degli abusi riscontrati è stato nei confronti di giovani adulti da parte di omosessuali in rapporto di autorità verso le loro vittime.

Nel discorso che fece alla presa di possesso della sede di Chicago, a cui ero presente come rappresentante del papa, Cupich disse, come battuta di spirito, che certo non ci si doveva aspettare dal nuovo arcivescovo che camminasse sulle acque. Sarebbe forse sufficiente che fosse capace di restare con i piedi per terra e che non cercasse di capovolgere la realtà, accecato dalla sua ideologia pro gay, come ha affermato in una recente intervista ad America. Ostentando la sua particolare competenza in materia essendo stato Presidente del Committee on Protection of Children and Young People della USCCB, ha asserito che il problema principale nella crisi degli abusi sessuali da parte del clero non è l’omosessualità e che affermarlo è solo un modo per distogliere l’attenzione dal vero problema che è il clericalismo. A sostegno di questa sua tesi, Cupich ha fatto “stranamente” riferimento ai risultati di una ricerca fatta nell’apice della crisi di abusi sessuali nei confronti di minori dell’inizio degli anni 2000, mentre ha ignorato “candidamente” che i risultati di quell’indagine furono totalmente smentiti dai successivi Rapporti indipendenti del John Jay College of Criminal Justice del 2004 e del 2011, in cui si concludeva che nei casi di abusi sessuali l’81% delle vittime erano maschi. Infatti, P. Hans Zollner, S.J., Vice-Rettore della Pontificia Università Gregoriana, presidente del Centre for Child Protection, Membro della Pontificia Commissione per la Protezione dei minori, ha recentemente dichiarato al giornale La Stampa, che “nella maggior parte dei casi si tratta di abusi omosessuali”.

Anche la nomina poi di McElroy a San Diego fu pilotata dall’alto, con un ordine perentorio cifrato, a me come Nunzio, dal Card. Parolin: “Riservi la sede di San Diego per McElroy”. Anche McEnroy ben sapeva degli abusi commessi da McCarrick, come risulta da una lettera indirizzatagli da Richard Sipe il 28 luglio 2016.

A questi personaggi sono strettamente associati individui appartenenti in particolare all’ala deviata della Compagnia di Gesù, purtroppo oggi maggioritaria, che già era stata motivo di gravi preoccupazioni per Paolo VI e per i successivi pontefici. Basti solo pensare a P. Robert Drinan, S.J., eletto quattro volte alla Camera dei Rappresentanti, accanito sostenitore dell’aborto, o a P. Vincent O’Keefe, S.J., fra i principali promotori del documento The Land O’ Lakes Statement del 1967, che ha gravemente compromesso l’identità cattolica delle Università e dei Collegi negli Stati Uniti. Si noti che anche McCarrick, allora Presidente dell’Università cattolica del Portorico, partecipò a quell’infausta impresa così deleteria per la formazione delle coscienze della gioventù americana, strettamente associato com’era all’ala deviata dei Gesuiti.
P. James Martin, S.J., osannato dai personaggi sopra menzionati, in particolare da Cupich, Tobin, Farrell e McEnroy, nominato Consultore del Dicastero per le Comunicazioni, noto attivista che promuove l’agenda Lgbt, prescelto per corrompere i giovani che si raduneranno prossimamente a Dublino per l’Incontro mondiale delle Famiglie, non è se non un triste recente esemplare di quell’ala deviata della Compagnia di Gesù.

Papa Francesco ha chiesto più volte totale trasparenza nella Chiesa e a vescovi e fedeli di agire con parresia. I fedeli di tutto il mondo la esigono anche da lui in modo esemplare. Dica da quando ha saputo dei crimini commessi da McCarrick abusando della sua autorità con seminaristi e sacerdoti.
In ogni caso, il papa lo ha saputo da me il 23 giugno 2013 ed ha continuato a coprirlo, non ha tenuto conto delle sanzioni che gli aveva imposto papa Benedetto e ne ha fatto il suo fidato consigliere insieme con Maradiaga.

Quest’ultimo si sente così sicuro della protezione del papa che può cestinare come “pettegolezzi” gli appelli accorati di decine di suoi seminaristi, che trovarono il coraggio di scrivergli dopo che uno di loro aveva cercato di suicidarsi per gli abusi omosessuali nel seminario.

Ormai i fedeli hanno ben capito la strategia di Maradiaga: insultare le vittime per salvare se stesso, mentire ad oltranza per coprire una voragine di abusi di potere, di cattiva gestione dell’amministrazione dei beni della Chiesa, di disastri finanziari anche nei confronti di intimi amici, come nel caso dell’ambasciatore dell’Honduras Alejandro Valladares, già Decano del Corpo Diplomatico presso la Santa Sede.
Nel caso del già vescovo ausiliare Juan José Pineda, dopo l’articolo apparso sul settimanale L’Espresso nel febbraio scorso, Maradiaga aveva dichiarato al giornale Avvenire: «È stato il mio vescovo ausiliare Pineda a chiedere la visita, in modo da “pulire” il suo nome a seguito di molte calunnie di cui è stato oggetto». Ora, di Pineda si è pubblicato unicamente che le sue dimissioni sono state semplicemente accettate, facendo così sparire nel nulla qualsiasi eventuale responsabilità sua e di Maradiaga.
In nome della trasparenza dal papa tanto conclamata, si renda pubblico il rapporto che il Visitatore, il vescovo argentino Alcides Casaretto, ha consegnato più di un anno fa solo e direttamente al papa.

Infine, anche la recente nomina a Sostituto dell’Arcivescovo Edgar Peña Parra ha una connessione con l’Honduras, cioè con Maradiaga. Peña Parra infatti dal 2003 al 2007 ha prestato servizio presso la Nunziatura di Tegucigalpa in qualità di Consigliere. Come Delegato per le RR.PP. mi erano pervenute informazioni preoccupanti a suo riguardo.

In Honduras si sta per ripetere uno scandalo immane come quello in Cile. Il papa difende ad oltranza il suo uomo, il Card. Rodriguez Maradiaga, come aveva fatto in Cile con il vescovo Juan de la Cruz Barros, che lui stesso aveva nominato vescovo di Osorno, contro il parere dei vescovi cileni. Prima ha insultato le vittime degli abusi, poi solo quando vi è stato costretto dal clamore dei media, dalla rivolta delle vittime e dei fedeli cileni ha riconosciuto il suo errore e si è scusato, pur affermando che era stato mal informato, provocando una situazione disastrosa nella Chiesa in Cile, ma continuando a proteggere i due cardinali cileni Errazuriz e Ezzati.

Anche nella triste vicenda di McCarrick, il comportamento di papa Francesco non è stato diverso.
Sapeva perlomeno dal 23 giugno 2013 che McCarrick era un predatore seriale. Pur sapendo che era un corrotto, lo ha coperto ad oltranza, anzi ha fatto suoi i suoi consigli non certo ispirati da sane intenzioni e da amore per la Chiesa. Solo quando vi è stato costretto dalla denuncia di un abuso di un minore, sempre in funzione del plauso dei media, ha preso provvedimenti nei suoi confronti per salvare la sua immagine mediatica.

Ora negli Stati Uniti è un coro che si leva specialmente dai fedeli laici, a cui ultimamente si sono uniti alcuni vescovi e sacerdoti, che chiedono che tutti quelli che hanno coperto con il loro silenzio il comportamento criminale di McCarrick o che si sono serviti di lui per fare carriera o promuovere i loro intenti, ambizioni e il loro potere nella Chiesa si devono dimettere.

Ma ciò non sarà sufficiente per sanare la situazione di gravissimi comportamenti immorali da parte del clero, vescovi e sacerdoti. Occorre proclamare un tempo di conversione e di penitenza. Occorre ricuperare nel clero e nei seminari la virtù della castità. Occorre lottare contro la corruzione dell’uso improprio delle risorse della Chiesa e delle offerte dei fedeli. Occorre denunciare la gravità della condotta omosessuale. Occorre sradicare le reti di omosessuali esistenti nella Chiesa, come ha recentemente scritto Janet Smith, Professoressa di Teologia Morale nel Sacred Heart Major Seminary di Detroit. “Il problema degli abusi del clero – ha scritto – non potrà essere risolto semplicemente con le dimissioni di alcuni vescovi, né tanto meno con nuove direttive burocratiche. Il centro del  problema sta nelle reti omosessuali nel clero che devono essere sradicate”. Queste reti di omosessuali, ormai diffuse in molte diocesi, seminari, ordini religiosi, ecc., agiscono coperte dal segreto e dalla menzogna con la potenza dei tentacoli di una piovra e stritolano vittime innocenti, vocazioni sacerdotali e stanno strangolando l’intera Chiesa.

Imploro tutti, in particolare i Vescovi, a rompere il silenzio per sconfiggere questa cultura di omertà così diffusa, a denunciare ai media ed alle autorità civili i casi di abusi di cui sono a conoscenza.

Ascoltiamo il messaggio più potente che ci ha lasciato in eredità S. Giovanni Paolo II: Non abbiate paura! Non abbiate paura!

Papa Benedetto nell'omelia dell'Epifania del 2008 ci ricordava che il disegno di salvezza del Padre si è pienamente rivelato e realizzato nel mistero della morte e risurrezione di Cristo, ma richiede di essere accolto dalla storia umana, che rimane sempre storia di fedeltà da parte di Dio e purtroppo anche di infedeltà da parte di noi uomini. La Chiesa, depositaria della benedizione della Nuova Alleanza, siglata nel sangue dell’Agnello, è santa ma composta di peccatori, come scrisse Sant’Ambrogio: la Chiesa è “immaculata ex maculatis”, è santa e senza macchia pur essendo composta nel suo itinerario terreno da uomini macchiati di peccato.

Voglio ricordare questa verità indefettibile della santità della Chiesa ai tanti che sono rimasti così profondamente scandalizzati dagli abominevoli e sacrileghi comportamenti del già arcivescovo di Washington, Theodore McCarrick, dalla grave, sconcertante e peccaminosa condotta di papa Francesco e dall’omertà di tanti pastori, e che sono tentati di abbandonare la Chiesa deturpata da tante ignominie.

Papa Francesco all’Angelus di domenica 12 agosto 2018 ha pronunciato queste parole: “Ognuno è colpevole del bene che poteva fare e non ha fatto… Se non ci opponiamo al male, lo alimentiamo in modo tacito. È necessario intervenire dove il male si diffonde; perché il male si diffonde dove mancano cristiani audaci che si oppongono con il bene”. Se questa giustamente è da considerarsi una grave responsabilità morale per ogni fedele, quanto più grave lo è per il supremo pastore della Chiesa, il quale nel caso di McCarrick non solo non si è opposto al male ma si è associato nel compiere il male con chi sapeva essere profondamente corrotto, ha seguito i consigli di chi ben sapeva essere un perverso, moltiplicando così in modo esponenziale con la sua suprema autorità il male operato da McCarrick. E quanti altri cattivi pastori Francesco sta ancora continuando ad appoggiare nella loro azione di distruzione della Chiesa!

Francesco sta abdicando al mandato che Cristo diede a Pietro di confermare i fratelli. Anzi con la sua azione li ha divisi, li induce in errore, incoraggia i lupi nel continuare a dilaniare le pecore del gregge di Cristo.

In questo momento estremamente drammatico per la Chiesa universale riconosca i suoi errori e in coerenza con il conclamato principio di tolleranza zero, papa Francesco sia il primo a dare il buon esempio a Cardinali e Vescovi che hanno coperto gli abusi di McCarrick e si dimetta insieme a tutti loro.

Seppur nello sconcerto e nella tristezza per l’enormità di quanto sta accadendo, non perdiamo la speranza! Ben sappiamo che la grande maggioranza dei nostri pastori vivono con fedeltà e dedizione la loro vocazione sacerdotale.

È nei momenti di grande prova che la grazia del Signore si rivela sovrabbondante e mette la sua misericordia senza limiti a disposizione di tutti; ma è concessa solo a chi è veramente pentito e propone sinceramente di emendarsi. Questo è il tempo opportuno per la Chiesa, per confessare i propri peccati, per convertirsi e fare penitenza.

Preghiamo tutti per la Chiesa e per il papa, ricordiamoci di quante volte ci ha chiesto di pregare per lui!
Rinnoviamo tutti la fede nella Chiesa nostra madre: “Credo la Chiesa, una, santa,cattolica e apostolica!
Cristo non abbandonerà mai la sua Chiesa! L’ha generata nel suo sangue e la rianima continuamente con il suo Spirito!

Maria, Madre della Chiesa, prega per noi!
Maria Vergine Regina, Madre del Re della gloria, prega per noi!

Roma, 22 Agosto 2018
Beata Maria Vergine Regina

68 commenti:

Anonimo ha detto...

Tolleranza zero...

Anonimo ha detto...

Era ora.

Anonimo ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/fate-un-atto-politico-comprate-la-verita/

Anonimo ha detto...

Che tristezza!! Ma finché la Chiesa parla solo di pedofilia e non anche di omosessualità e condanna solo la prima e non tutte e due per seguire il mondo, i problemi non si risolveranno. Bisogna dire chiaro e tondo che pedofilia e omosessualità sono peccati gravissimi e condannare chi li pratica o li giustifica tra gli ecclesiastici! Si vieti l'ingresso ai seminari agli omosessuali!!

Silente ha detto...

Grazie a Mic per la pubblicazione di questo esplosivo documento. Ma grazie anche al quotidiano LaVerità che ha pubblicato oggi un'introduzione di Tosatti e l'intero documento di Viganò. Silenzio sulla grande stampa. Silenzio sulle televisioni di regime (ma ormai ci sono solo quelle). Un ex-Nunzio che chiede le dimissioni del Papa! Eppure, silenzio.
Ma si tace sull'origine della pedofilia e delle violenze anche contro adolescenti nella Chiesa: non si dice che la setta omosessualista, intrecciata - et pour cause - con la setta modernista, sta tramando da decenni contro la dottrina tradizionale che vede nella sodomia, e quindi nella pedofilia, un peccato contro natura che grida vendetta al cospetto di Dio. Fatta la tara per i moltissimi casi di millantatori, calunniatori, ricattatori, (ma non è stata la stessa cosa con il femministume di metoo?), se non addirittura di accusatori prezzolati da ambienti anticattolici, i casi presunti veri sono accaduti grazie alla tolleranza, se non la giustificazione, se non addirittura l'apologia nella Chiesa post-conciliare dell'omosessualità. Scandaloso il caso del gesuita Martin che ieri, al forum della famiglie a Dublino, ha esaltato il mondo cosiddetto "lgtb".
Lo scandalo della pedofilia ha una causa, un'origine e una giustificazione nell'anti-morale modernista, conciliare e post-conciliare.
Silente

irina ha detto...

Ringraziamo la Santissima Madtre di Nostro Signore Gesù Cristo per aver sostenuto Mons. Viganò in questa opera di salvataggio della Chiesa.

« Ave maris stella,
Dei Mater alma
atque semper virgo
felix coeli porta.
Sumens illud ave
Gabrielis ore
funda nos in pace
mutans Evae nomen.
Solve vincla reis,
profer lumen caecis,
mala nostra pelle,
bona cuncta posce.
Monstra te esse matrem,
sumat per te preces
qui pro nobis natus
tulit esse tuus.
Virgo singularis
inter omnes mitis,
nos culpis solutos
mites fac et castos.
Vitam praesta puram,
iter para tutum
ut videntes Jesum
semper collaetemur.
Sit laus Deo Patri,
summo Christo decus,
Spiritui Sancto
tribus honor unus.
Amen. »


« Salve, Stella del Mare
di Dio madre alma
vergine sempre e feconda
porta del cielo.
Quell'ave ricevendo
dal labbro di Gabriele
noi nella pace immergi
mutando il nome d'Eva
Sciogli dai lacci i rei
ridà la luce ai ciechi
discaccia i nostri mali
ottienici ogni bene.
Dimostra d'esser madre
Per te le preci accolga
quei che, per noi nascendo,
sofferse d'esser tuo.
Vergine senza pari
tra tutte la più mite
Scioglici dalle colpe
rendici casti e miti.
Donaci vita pura
proteggi il nostro viaggio
finché Gesù vedendo
gioirem per sempre insieme
Sia lode a Dio Padre
a Cristo sommo onore
allo Spirito Santo
onore a tutti e Tre
Amen.

Anonimo ha detto...


Lo scandalo pederastico nella Gerarchia si sta ingrossando sempre più, arriverà a sfuggire di mano provocando l'omologazione della Chiesa alla sodomia e al lesbismo, se qualcuno non interviene massicciamente, non lasciando cadere le documentate accuse di mons. Viganò ma dando loro l'opportuno sviluppo, invitando a gran voce il Papa a dimettersi.

Omologazione al vizio contro natura, come si sta vedendo oggi a Dublino, dove un Papa stanco e smarrito non fa altro che balbettare frasi di pentimento secondo i principi stabiliti dal gaypensiero (cioè senza mai nominare l'omosessualità e per gli abusi, "di ogni tipo", inclusi cioè quelli "spirituali"(?) e "materiali" come gli scapaccioni (!) che si usavano un tempo); come uno scolaretto di fronte al primo ministro gay e alla ministra lesbica della famiglia (paladina della sottrazione dei minori alle famiglie e della cultura gender) i quali gli chiedono arrogantemente di cambiare la dottrina e la prassi della Chiesa nei confronti appunto del vizio contro natura.
Non è ulteriormente tollerabile che il papato venga trascinato nel fango in questo modo, assieme all'intera Chiesa.

Anonimo ha detto...

"Pezzi di merda. Solo per il fatto che sono un sacerdote. Troppo.... grave. Stamattina andando a prendere un caffè... della gente sorgendo che ero un prete.... ad alta voce mi dicono... pezzi di merda. Mi sono molto rattristato. Al di là del fatto se o meno mi avessero conosciuto. Ero un prete e sono una merda, mi hanno detto. Già una merda perché altri hanno vissuto nella cacca; è per la 'cacca' di coloro che hanno abusato, che fanno la doppia vita che sono merda. Ma è giusto? Non è giusto, non è onesto. Non fa bene alla Chiesa, quella delle famiglie, dei bambini, dei giovani, degli anziani, dei buoni pastori, delle suore, delle claustrali, dei monaci. Aiutiamoci a rendere bella la nostra Chiesa. Siamo arrivati a un punto di non ritorno." (Don Fortunato Di Noto, Meter)

Anonimo ha detto...

Potrebbero anche averle dato della mer.. non per i preti pedofili ma perché la Cei ha accettato di prendersi cura dei migranti della Diciotti e tuona per l'accoglienza incontrollata!

Anonimo ha detto...

Bergoglio sapeva tutto delle porcate di McCarrick fin dal 2013, ma lo ha coperto perché lo ha aiutato a diventare papa al (pre)conclave dello stesso anno. Per questo e per altri gravissimi motivi «Francesco sta abdicando al mandato che Cristo diede a Pietro di confermare i fratelli. Anzi con la sua azione li ha divisi, li induce in errore, incoraggia i lupi nel continuare a dilaniare le pecore del gregge di Cristo».

Alessandro Mirabelli ha detto...

L'attuale episcopato romano, anche se dovesse concludersi con la morte naturale anziché con le dimissioni, finirà a fischi in piazza in ogni caso.

Anonimo ha detto...


Non credo che questa volta Papa Francesco possa far finta di
niente, come nel caso dei famosi Dubia e rispondere solo
per indirette allusioni.

tralcio ha detto...

Gli irlandesi hanno già votato.
Quando arrivò Giovanni Paolo II intervennero in un milione e mezzo.
Oggi ne erano previsti cinquecentomila.
Ma le immagini dicono di duecentomila (ad essere generosi).
Meno della metà dell'atteso, sette volte meno dell'ultima volta.
La neochiesa è orgogliosa di se stessa e -a parole- vergogna solo della pedofilia.
I segni dei tempi invece sono altri. I turiferari diranno che piove.
Governo ladro?
https://www.bbc.co.uk/news/live/uk-northern-ireland-45213684
a proposito di turiferari: come brillano i mezzi di "informazione".
Anche loro sono meno di mezzi, meno persino di quarti. Sono dei quartini senza più vino.

mic ha detto...

.....Viganò rade moralmente al suolo – citando nomi, cognomi, luoghi e date – non solo la “chiesa bergogliana” ma l’intera “chiesa (post)conciliare”. Molto indulgente con i Papi polacco e bavarese ma molto poco con gli uomini che li circondavano. Ciò che emerge in maniera nettissima è il degrado completo in cui versa l’istituzione ecclesiastica dal Concilio in poi. Viganò – anche per ragioni anagrafiche – non parla di Paolo VI ma chiunque abbia un abc di storia sa da dove bisogna partire per cogliere l’origine del disastro.
Si badi, e questo nessuno ancora lo ha sottolineato come si deve: Viganò rade moralmente al suolo – citando nomi, cognomi, luoghi e date – non solo la “chiesa bergogliana” ma l’intera “chiesa (post)conciliare”. Molto indulgente con i Papi polacco e bavarese ma molto poco con gli uomini che li circondavano. Ciò che emerge in maniera nettissima è il degrado completo in cui versa l’istituzione ecclesiastica dal Concilio in poi. Viganò – anche per ragioni anagrafiche – non parla di Paolo VI ma chiunque abbia un abc di storia sa da dove bisogna partire per cogliere l’origine del disastro.
[...] Ora, pare evidente come cavarsela col “tiro al Bergoglio” risulti veramente poco credibile. Se quanto affermato da Viganò fosse vero – e non si ha motivo di credere il contrario – con questa testimonianza, va ribadito, si raderebbe totalmente al suolo ogni credibilità morale dei conciliar-boy, credibilità di cui non resterebbe in piedi che qualche provvisoria e isolata maceria.

https://www.radiospada.org/2018/08/quello-che-non-si-dice-sulle-dichiarazioni-bomba-di-mons-vigano-e-sulle-dimissioni-di-bergoglio/

Sacerdos quidam ha detto...

Ecco, appunto come dice l'articolo di Radio Spada citato da Mic: il problema principale non è Papa Bergoglio, ma sono i "conciliar-boys", i Prelati sollevati dal vento del Concilio (Vaticano II, ovviamente) e insomma tutta la teologia nuova, la nouvelle théologie, che ha pervaso molti testi di quel medesimo Concilio ed ispirato i suddetti, oltre ad una marea di membri del clero e di religiosi/e "aperti al mondo" sulla scia di quella falsa teologia devastatrice.
L'abdicazione di Papa Bergoglio mi solleverebbe alquanto nell'animo, ma a differenza di quanto pensano parecchi ingenui, pur bravi cattolici, non sarebbe la soluzione del problema, che sta nelle radici che ho indicato.
Caduta una testa dell'Idra neomodernista, ne nascerebbe inevitabilmente un'altra, magari più 'moderata' ma non meno distruttiva.
Tanto per fare un solo esempio, un futuro possibile Papa Scola (l'attuale card. Scola, che scriveva su 'Communio', l'organo dell'ala moderata della nouvelle théologie', una rivista fondata da de Lubac, von Balthasar e Ratzinger) sarebbe ugualmente letale per la Chiesa, nonostante le diversità di metodo e di carattere rispetto a Papa Bergoglio.
Bisogna eliminare l'Idra, se si vuol risolvere il problema.

gianlub ha detto...

Si, ma gli arcivescovi e Cardinali che sono stati ordinati da GPII e BXVI e coinvolti in questa spaventosa vicenda, sono stati "indicati" o "imposti" ai Pontefici sempre dai soliti prelati corrotti e....massoni. Con Bergoglio la faccenda è diversa: è lui che ha "imposto" e "scelto" di cui sapeva essere corrotta

Anonimo ha detto...

Gli abusi conclamati partono dagli anni Quaranta. Il Concilio non c'entra nulla.

Anonimo ha detto...


Siamo forse ad una svolta nella crisi della Chiesa?

La testimonianza di mons. Viganò può rappresentare una svolta nella crisi della Chiesa, facendo finalmente esplodere il bubbone del potere gay installatosi nei gangli vitali della Gerarchia, anche in quelli femminili.
Si è visto, da come si è conclusa la vicenda dei Dubia, che con gli argomenti dottrinali non si va lontano. Il Papa si è limitato a far spallucce e a proseguire per la sua strada.
Ma qui non può limitarsi a far spallucce.
Viene accusato, documenti alla mano, di essere complice del cover-up nei confronti dei pedofili omosessuali americani e di esser un bugiardo, ragion per cui dovrebbe dimettersi.
Di essere in sostanza del tutto inadatto per documentate ragioni m o r a l i a guidare la Chiesa. E invitato quindi a lasciare, al pari di tutto l'entourage di cui si è circondato, composto di figure che vengono accusate di colpe simili, sempre con l'opportuna documentazione. Certi potenti cardinali ne escono addirittura asfaltati.
Ora, gli accusati, non dovrebbero querelare mons. Viganò, per difendere la loro reputazione?
Mons. Viganò si è detto pronto all'evenienza, quando ha scritto di esser pronto a ripetere tutto "sotto giuramento". E'persona molto stimata e preparata, che conosce a fondo l'ambiente. E appare mosso da un sincero amore per la Chiesa. Un avversario temibile. Qualcuno forse cercherà, secondo collaudati sistemi, di metterlo in cattiva luce.
Che un vescovo emerito, per quanto pieno di fede e coraggioso, abbia potuto decidersi da solo ad un'iniziativa esplosiva del genere, è naturalmente possibile. Speriamo, tuttavia, che sia stato ispirato anche da alti prelati ben consci della devastazione in corso, e che tuttavia ancora non escono alla scoperto.
Come stanno le cose lo vedremo nei prossimi giorni. La prossima settimana potrebbe essere
decisiva per il destino dell'attuale Chiesa visibile.

Miles Christi ha detto...

Plauso e riconoscenza a mons.Viganò: ha dimostrato coraggio, amore alla Chiesa, autentica parresia, fedeltà alla Verità, distacco dal potere, carità pastorale. Quanti avrebbero compiuto lo stesso gesto?
Lo Spirito di Cristo lo ha evidentemente ispirato e sostenuto. Meriterebbe la berretta cardinalizia!
Vogliamo pastori animati da questo santo ardimento!
Ringraziamo Dio e continuiamo a pregare e ad agire affinché la Chiesa sia liberata dai modernisti e dai massoni, dai carrieristi e dai feudatari, dai traditori e dai doppiogiochisti, da coloro che edificano il loro potere sulla malizia e alimentano la loro malizia con il potere!



Anonimo ha detto...


"Gli abusi partono dagli anni Quaranta, il Concilio non c'entra"

Non è così, le statistiche mostrano che il picco fu raggiunto negli anni Settanta, dopo che la curva aveva cominciato a salire dopo il Concilio.
Negli anni Quaranta c'era la pecora nera, che c'`e sempre stata nella storia della Chiesa. Certamente il peccato contro natura serpeggiva in profondità tenebrose, dietro le quinte, in proporzione al diffondersi del modernismo e poi, inizialmente semiclandestino, del neo-modernismo, dalla fine degli Anni Venti in poi, in ripresa dopo la salutare reazione di san Pio X. Quel peccato, assieme ad altri, compare infatti quando viene meno la fede. Come spiega san Paolo nel I cap. della Lettera ai Romani: non credete più in Dio e Dio vi abbandona a turpi passioni.
Oggi in Irlanda la stampa presenta (da alcuni anni) la Chiesa severa del passato (ma in realtà semplicemente cattolica) come in blocco un'istituzione di ipocriti criminali, occupati dietro le quinte a corrompere bambini (dei quali non si specifica ovviamente mai il sesso, dovendosi assolutamente tacere la circostanza che circa l'80& degli "abusi" erano su maschi, erano casi di pederastia). Ma quest'analisi è falsa: la Gerarchia corrotta e corruttrice (soprattutto) di fanciulli e ragazzi è quella "liberale" e aperta al mondo della Chiesa postconciliare, venuta meno nella fede a partire dal pastorale e sulfureo Concilio.

Anonimo ha detto...


Il Corriere della Sera dà la notizia, sminuendola

Il Corriere della Sera on line pubblica in prima pagina la notizia della Testimonianza
di mons. Viganò dandole il dovuto rilievo.
L'articolista tuttavia si guarda bene dallo specificare ai lettori che mons. Viganò parla apertamente e più volte di abusi omosessuali e di reti omosessuali da eliminare all'interno della Chiesa. Parla il Corriere sempre di abusi sessuali, semplicemente, di pedofilia non meglio specificata.
Siamo sempre alle solite. Si occulta un punto essenziale della notizia. Denunciare la presenza devastante dell'omosessualità all'interno delle istituzioni (non solo della Chiesa) è proibito, è una colpa.
Bisognerebbe rammentare a costoro, anche se molto probabilmente non conoscono la Bibbia, il terribile ammonimento di Nostro Signore: "Ricordatevi della moglie di Lot!"

Anonimo ha detto...

Gli abusi conclamati partono dagli anni Quaranta.
Se avesse ragione quel sito ultra-complottista americano che sostiene che, subito dopo il 1945, il partito comunista infiltrò nei seminari molti giovani gay?

mic ha detto...

Era prevedibile. Come già in passato, si usa la tecnica del silenzio e si fa finta di niente per tirare dritto... nel baratro.
Il "comunicato" si commenta veramente da solo e le conclusioni sono del tutto chiare.

"Le accuse dell'ex nunzio apostolico si commentano da sole"
Papa Francesco ha "risposto" sullo spinoso caso dell'ex Nunzio in Usa, mons. Carlo Maria Viganò, che in una lettera lo accusa di essere stato a conoscenza dei comportamenti dell'ex cardinale Theodore McCarrick accusato di pedofilia. "Ho letto questa mattina quel comunicato. Dico sinceramente: leggete voi attentamente quel comunicato e fate voi il vostro giudizio. Io non dirò una parola su questo: credo che il comunicato parla da sè e voi avete la capacita giornalistica sufficiente per trarre le conclusioni".

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/diciotti-papa-migranti-accolti-e-integrati-e-sulle-accuse-di-mons-vigano-non-rispondo-giudicate-voi-_3159974-201802a.shtml

Anonimo ha detto...

SE NON SI SEMINA NELLE LACRIME, NON SI MIETE CON GIUBILO.
Una foto emblematica che ci parla dello scollamento in atto tra il popolo di Dio e la dirigenza. Il motivo è molto chiaro: il popolo non condivide le proposte di una Chiesa che è ritornata ad un brutto, squallido e confuso passato.
Così, un meeting mondiale dove si doveva parlare della famiglia naturale, delle difficoltà economiche e sociali a cui oggi deve far fronte e di come continuare ad essere luce e sale in un mondo che sta perdendo gli orizzonti cristiani della vita, è diventato il palcoscenico di propaganda verso la nuova e mondana tipologia di famiglia che non ha nulla da spartire col cristianesimo. Si è preferito dare risonanza alla lobby LGBT, alle relazioni adulterine e all'onnipresente messaggio dell'accoglienza dello straniero. Praticamente i termini di un programma politico di riferimento della sinistra radicale: coppie di fatto, diritti civili e migrazione senza frontiere. Se non è questa ideologia, allora ditemi voi cos'è? E tra tutto questo discorso, ci si è messo pure Mons. Viganò e la sua testimonianza-denuncia. Io sono basito e quel campo semivuoto è più eloquente di ogni parola.
Mario Proietti

mic ha detto...

Quanto ai migranti accolti a Rocca di Papa, li metteranno nel centro Mondo Migliore dove un mese fa c'è stata una rivolta degli ospiti che hanno bloccato la strada principale: così arrivano i rinforzi!
Immagino lo squallore e il degrado: era un centro bellissimo (fronte lago di Albano) dove ricordo di aver fatto esercizi spirituali indimenticabili negli anni '80.

mic ha detto...

«... Bertone [...] non aveva difficoltà a presentare insistentemente per l’episcopato candidati notoriamente omosessuali attivi – cito solo il noto caso di Vincenzo di Mauro, nominato Arcivescovo-Vescovo di Vigevano, poi rimosso perché insidiava i suoi seminaristi – e a filtrare e manipolare le informazioni che faceva pervenire a papa Benedetto.»

A papa Benedetto arrivavano informazioni filtrate, ma a lui no. E c'era anche il famoso dossier dei "tre saggi" che Benedetto gli ha consegnato dandogli le consegne, rimasto lettera morta...

Anonimo ha detto...

Quando sei il Papa e ti avvali della facoltà di non rispondere
Ma è una facoltà vhe non ti appartiene se sei il papa.

viandante ha detto...

"Ho letto questa mattina quel comunicato. Dico sinceramente: leggete voi attentamente quel comunicato e fate voi il vostro giudizio. Io non dirò una parola su questo: credo che il comunicato parla da sè e voi avete la capacita giornalistica sufficiente per trarre le conclusioni".

In una simile situazione San Pietro, incalzato da San Paolo, ammise con sincerità il suo errore: altri tempi, veri santi.
Comunque, anche se non giornalista e visto che mi si dà la fiducia (captatio benevolentiae) per poter valutare il testo, si dimetta!

Anonimo ha detto...

Vescovo americano: "Credibili le accuse al Papa".

“Cari sacerdoti, diaconi, religiosi e tutti i santi fedeli della diocesi di Tyler,
Una lettera (vedi sotto) dell'arcivescovo Viganò, ex nunzio negli Stati Uniti, solleva gravi accuse e chiede le dimissioni di numerosi prelati di alto rango tra cui papa Francesco.
Chiariamo che sono ancora accuse, ma come vostro pastore le trovo credibili. Utilizzando questo standard la risposta deve essere un'indagine approfondita simile a quelle condotte ogniqualvolta le accuse sono ritenute credibili. Non ho l'autorità per avviare un'indagine di questo tipo, ma presterò la mia voce in qualsiasi modo necessario per richiedere questa indagine e solleciterò che i risultati rendano conto ai responsabili ritenuti colpevoli anche ai più alti livelli della Chiesa.
Mentre questo si svolge, esorto tutti nella Diocesi di Tyler a pregare con fervore per la Santa Madre Chiesa e implorare l'Intercessione di Nostra Madre. Siamo il gregge di Gesù Cristo. È il Signore della sua Chiesa e il suo Santo Spirito ci guiderà attraverso questa oscurità.
Dio Onnipotente Padre, Figlio e Spirito abbi pietà della tua Chiesa e purificala nelle fiamme del tuo Amore.
Beata Vergine Maria, prega per noi
Tutti i Santi Papi e Vescovi in ​​Paradiso, pregate per noi
Tutti i santi uomini e donne, pregate per noi
Ordino a tutti i sacerdoti di includere questo avviso nelle Messe il 26 agosto, e pubblicarlo immediatamente sui loro siti web e sugli altri social media.
Reverendissimo Joseph E. Strickland
Vescovo di Tyler”

Questo è il testo pubblicato sul sito della diocesi di Tyler, Texas.

Il professor Robert P. George, cattolico di grande rigore filosofico, morale e teologico di cui ho la massima stima, lo ha condiviso, prevedendo che altri di questo tenore seguiranno. Egli riconosce che se le accuse si rivelassero fondate, si entrerebbe in un periodo ultra-critico per la Chiesa, raccomandando dunque di non prendere posizione, né in un senso, né in un altro a priori, ma di attendere che i fatti si chiariscano.

Forse, almeno spero, risponda a chi (molto pochi, invero e per lo più con qualche ruolo parrocchiale o diocesano), mi ha rivolto l’accusa di alimentare la confusione.

Potete leggere direttamente l’originale dal sito della diocesi qui.
https://www.dioceseoftyler.org/news/2018/08/bishop-stricklands-public-statement-to-the-diocese/

Anonimo ha detto...

Nessuno vi ha fatto vedere queste immagini, figuriamoci compararle. E' la veduta aerea del parco Phoenix di Dublino in cui il Papa ha presenziato. Le tv, come la Rai, sono state attente a occultare il crollo epocale cui ci troviamo di fronte. E' lo stesso parco in cui un altro Papa si presentò quarant'anni fa. E' trascorso poco tempo. Per Wojtyla c'erano 1,2 milioni di persone. Per Bergoglio, 120.000, di cui 6.000 operatori della pubblica sicurezza. Avevano venduto 500.000 biglietti. Meno di un terzo si sono presentati. E un decimo della presenza che ci fu nel 1979. Ed eravamo in Irlanda. Se lo stesso evento fosse stato organizzao in qualsiasi altro paese europeo, avremmo visto un parco ancora più vuoto. Per Il Foglio Internazionale uscito oggi ho tradotto un incontro che Alexander Solzenicyn ebbe nel 1993 nella Vandea francese. Al suo interlocutore, Philippe de Villiers, il grande scrittore di “Arcipelago Gulag” disse: “'In Europa, l'abisso è profondo. Ha la malattia del vuoto. Tutte le sue élite hanno perso il senso di valori più alti. Il sistema occidentale passa allo stato finale di spossatezza spirituale. Si può perdere la propria sovranità preservando la propria identità. Ma se perdi entrambi, sei morto”. Ecco, come Solzenicyn penso che l'Europa stia morendo, a poco a poco.
Giulio Meotti

Anonimo ha detto...

Forse sbaglio ma mi domando sinceramente a che giova. E dopo che ha creato lo scandalo?
Che possiamo fare noi? Forse che i colpevoli si sono convertiti? Resta tutto tale e quale.
A un furbo succederà un altro furbo in caso di dimissioni.
Avrebbe fatto meglio a pregare, e, essendo sacerdote, a celebrare tante Messe (noi non possiamo) con l'intenzione di purificare la Chiesa. L'Onnipotenza divina avrebbe ottenuto miracoli.
Così invece chiacchiere, chiacchiere, vendette, e peccati su peccati.

fabrizio giudici ha detto...

"Gli abusi partono dagli anni Quaranta, il Concilio non c'entra"

È già stata data una risposta. Io ne aggiungo un'altra: la questione colossale non è la presenza di una lobby gay nella Chiesa. In qualche modo c'è sempre stata, così come il peccato è sempre esistito dopo la mela e sempre esisterà fino alla fine dei tempi. È anche ovvio che Satana si spenda molto per infiltrare in particolare la Chiesa visibile. Il punto chiave è che in passato la Chiesa visibile, nel suo complesso, ha sempre contrastato queste lobby. Ci può anche essere stato qualche papa pervertito, ma si limitava a vivere da lussurioso, senza però cercare di modificare la dottrina per giustificare il proprio peccato. Ora invece vediamo che una cricca ben organizzata ha fatto eleggere un proprio Papa per riceverne favori e protezione, con una saldatura tra comportamenti e "dottrina". Mai successo in duemila anni. Non sarebbe successo se la cricca dei pervertiti non fosse riuscita a fondersi con la cricca degli eretici, e la cricca degli eretici ha potuto diffondersi solo grazie ai gravi errori del Concilio; prima ribolliva in segreto, ma veniva tenuta a bada. Inutile stare a differenziare Concilio da post-Concilio: l'errore più grave, alla radice di tutto, è stata l'"apertura al mondo" e la sconsideratezza di Giovanni XXIII, e queste cose sono anteriori, non posteriori, al Concilio. Inoltre, io credo che il danno più grave, da un certo punto di vista, non sia tanto l'infiltrazione nella gerarchia seppur sino ai massimi livelli, ma il modo con cui è stata danneggiata la capacità di reazione di una massa di cattolici (e non parlo di quelli che sono bel lieti del "liberi tutti", ma di quelli "a posto") che oggi guarda come inebetita quello che sta succedendo senza riuscire a reagire. Magari condanna padre Martin, ma di fronte all'evidenza che la presenza di padre Martin a Dublino c'è la collusione di Papa Francesco non sa spiccicare una parola. Per non parlare poi di quelli che credono di essere informati leggendo Corriere ed Avvenire. Non sarebbe mai successo prima del Concilio: il popolo avrebbe cacciato tutti questi prelati nel Tevere, se solo avessero osato fare quello che stanno facendo.

Anonimo ha detto...

Sinceramente il parco era più che vuoto, praticamente deserto,in compenso risaltava il verde dei prati irlandesi, l'isola di smeraldo ex roccaforte cattolica, una chiosa, in Irlanda erano i gesuiti che gestivano tutto, a partire dalle scuole, non ci vuole molto a darsi una risposta, l'omosessualità è sempre esistita nella chiesa cattolica, includendo anche papi, quindi inutile dare sempre e solo la colpa al CV2, piuttosto dagli anni 20 del secolo scorso, subito dopo la rivoluzione russa, ci furono molte spie sovietiche che si infiltrarono in Vaticano e con ottimo successo a quanto pare, raggiungendo anche alti gradi nelle gerarchie, il compito dei padroni del mondo era distruggere la CC e dopo secoli di tentativi ci stanno riuscendo, io un piccolo giudizio lo do, non lascio giudicare gli altri, se Dio permette tutto questo è perché ha in mente cose precluse a noi piccoli, l'unica cosa da fare è pregare per la nostra anima, alla fine il Signore vince sempre. Lupus et Agnus.

Anonimo ha detto...


In Irlanda ieri mattina il tempo era brutto, pioveva e tirava vento. Verso la tarda mattinata ha però cominciato a schiarirsi, prima della Messa NO celebrata, anzi "presieduta" dal Papa. Ma l'ombra del cattivo tempo non spiega il calo impressionante nei fedeli. Per ragioni di sicurezza era proibito portare ombrelli dentro Phoenix Park e sempre per ragioni di sicurezza la folla doveva scendere da autobus, pulmini, macchine private a discreta distanza dal Parco. Ciò può aver scoraggiato alcuni. Ma il vuoto sembra troppo alto per attribuirlo solo a fattori contingenti e in una nazione abituata al clima ventoso e piovoso. Quando ci sono importanti partite di rugby o degli sport gaelici nazionali, si pigiano in masse compatte di 50-60.000 spettatori a Dublino per ore sotto la pioggia e il vento, senza problemi.

Anonimo ha detto...

[...] non aveva difficoltà a presentare insistentemente per l’episcopato candidati notoriamente omosessuali attivi...

[ Purtroppo , facilmente si potrebbe dedurre...perche' ? Lui [...] con chi va , chi frequenta ? Ci vorrebbe un dossier per ciascuno candidato a prete , vescovo , cardinale ]

Catacumbulus ha detto...

@Sacerdos quidam

A proposito del Card. Scola, non so se lo sapeva, ma si è laureato con Gustavo Bontadini presso la Cattolica di Milano. Per chi conosce il (defunto) filosofo Bontadini, ciò è estremamente indicativo...

Anonimo ha detto...

Pedofilia, attacco a Francesco dall'ex nunzio Il Papa: «Giudicate voi»
https://www.ilmessaggero.it/primopiano/vaticano/pedofilia_papa_francesco_nunzio-3936132.html

Attaccare = il verbo piu' usato in assoluto

Anonimo ha detto...

Ma il dossier chiesto ai 3 cardinali da Papa Benedetto e consegnato a PF che fine ha fatto? Se lo chiedono in parecchi......

fabrizio giudici ha detto...

All'anonimo che si domanda "a che giova"? Ma perché Cristo ha detto "è opportuno che gli scandali emergano"? L'anonimo preferisce una chiesa mafiosa ed omertosa? Possibile non capire che siamo arrivati a questo punto anche grazie a tutti i geni che hanno preferito mettere sempre tutto a tacere? Diamine: ma se Cristo è la Verità e la Luce, e Satana la menzogna e le tenebre, ci vuol tanto a capire che l'omertà va a vantaggio del secondo?

E poi perché questa ostinata e assurda contrapposizione tra azione e preghiera? Chissà quante preghiere ha recitato il povero Viganò prima di decidersi! E chissà quante ne sta recitando ora.

Per quanto riguarda il dossier: se lo sono chiesti la Verità e il card. Burke (intervistato oggi sul giornale).

Anonimo ha detto...

Dopo la pubblicazione dell’esplosiva testimonianza di mons. Viganò, e dopo la risposta non-risposta di Papa Francesco (“Io non dirò una parola su questo”) alla domanda postagli da un giornalista sul volo di ritorno dall’Irlanda, molti si pongono interrogativi sulla fondatezza della stessa testimonianza, che è molto circostanziata.

In questo senso, la risposta data da Monsignor Jean-François Lantheaume, una delle persone tirate in ballo nella testimonianza, risulta significativa.
https://www.sabinopaciolla.com/lantheaume-vigano-ha-detto-la-verita-questo-e-tutto/

L'antefatto ha detto...

....Sento il monsignore al telefono. Gli comunico la mia decisione. Concordiamo il giorno e l’ora della pubblicazione. Dice che nello stesso giorno e alla stessa ora pubblicheranno anche gli altri. Ha deciso per domenica 26 agosto perché il papa, di ritorno da Dublino, avrà modo di replicare rispondendo alle domande dei giornalisti in aereo. Mi avverte che tra coloro che pubblicheranno si è aggiunto il quotidiano “La Verità”. Mi dice che ha già acquistato un biglietto aereo. Andrà all’estero. Non mi può dire dove. Non lo dovrò cercare. Il vecchio numero di cellulare non sarà più in funzione. Ci salutiamo per l’ultima volta.
Così è andata. Non che i dubbi dentro di me siano finiti. Ho fatto bene? Ho fatto male? Continuo a chiedermelo. Ma sono sereno. E rileggo le parole che monsignor Vigano ha scritto a conclusione del suo memoriale: “Preghiamo tutti per la Chiesa e per il papa, ricordiamoci di quante volte ci ha chiesto di pregare per lui! Rinnoviamo tuti la fede nella Chiesa nostra madre: Credo la Chiesa, una, santa, cattolica, apostolica! Cristo non abbandonerà mai la sua Chiesa! L’ha generata nel suo sangue e la rianima continuamente con il suo Spirito! Maria, Madre della Chiesa, prega per noi! Maria Vergine Regina, Madre del Re della gloria, prega per noi!”.
Aldo Maria Valli
https://www.aldomariavalli.it/2018/08/27/cosi-monsignor-vigano-mi-ha-dato-il-suo-memoriale-ed-ecco-perche-ho-deciso-di-pubblicarlo/

irina ha detto...

Non rispondere, chiudersi nel mutismo, secondo la mia esperienza esistenziale, significa che uno non si vuol compromettere, perchè ha qualcosa da nascondere o qualche persona da coprire, situazioni, pensieri, anche pregressi, che non vuole dire, temendo che, mentendo si venga sbugiardati, dicendo la verità richiesta sul momento, inevitabilmente verrebbe fuori tutto quello sul quale si è mentito o omesso di dire lealmente,precedentemente.

Di solito sono persone ignoranti, quindi presuntuose, sempre orecchianti, convinte di essere superiori al prossimo che ritengono inferiore ed incapace di rendersi conto della loro dissimulazione.

Bisognerebbe che i giornalisti avessero la presenza di spirito di metterlo con le spalle al muro con due, massimo tre parole.

Anonimo ha detto...

Viganò silenziato col silenzio,da decenni si procede in tal modo, silenzio con don Villa e pure quando leggere Chiesa viva (con tanto di dati sul Montini gay massone traditore, spia CIA e KGB n contemporanea, sui sacrifici umani degli ultimi persino) diveniva di scandalo per il povero fedele lettore, manco una parola, ma al don si fece sapere che "lo"avrebbero santificato comunque morto lui e così infatti fecero. Combattere lo scandalo dovrebbe essere cura del pontefice, non tanto a difesa di sé quanto a difesa dei fedeli, ma ciò non avvenne e continua a non avvenire. Non stupisce quindi la battuta di Bergoglio, ai giornalisti che san leggere (e san tacere..).
http:// .espresso.repubblica.it/articolo/1350153.html Viganò era irritato da anni e quindi che sia lui l'estensore di tal denuncia può non stupire se nel 2017 si legge su questo uomo di mondo https://anticattocomunismo.wordpress.com/2017/12/19/ritratto-di-mons-vigano-il-comunicatore-vaticano-gay-friendly/. Non stupisce se si valuta la diminuizione drastica di consensi al vaticano, con diminuizioni drastiche di entrate relative, infatti voler dichiarare mondi i predecessori, come si scrive in alcuni commenti qui sopra, è perlomeno ingenuo. Direi 2 logge diverse piuttosto, alla ricerca di entrate. Potesse comunque essere una bomba che scoppia in mano alle varie logge, sarebbe gradito.

irina ha detto...

@ 27 agosto 2018 14:01

Ha fatto bene a parlare davanti alla famiglia Valli. Ogni testa una memoria, le teste insieme la memoria più vicina possibile all'intera memoria.

Preghiamo per lui, Maria Santissima lo protegga.

Comitato San Filippo Neri ha detto...

«Gli uomini devono essere cambiati dalla religione, e non la religione dagli uomini». Tuttavia il mondo solitamente è fallace e sleale, per cui, se per varie ragioni – magari un rilancio estero della notizia o un interessamento maggiore da parte del pubblico -, esso dovesse venire meno, risorgerebbe l’odio contro i preti e la Chiesa, e tutto crollerebbe. E se a crollare fosse la setta modernista, non sarebbe poi tanto male.

mic ha detto...

”Viganò ha detto la verità“.

È l’unico commento di Monsignor Jean-François Lantheaume, ex primo consigliere della nunziatura apostolica di Washington.
https://www.catholicnewsagency.com/news/former-nunciature-official-vigano-said-the-truth-38319

Anonimo ha detto...

" È l’unico commento di Monsignor Jean-François Lantheaume"

Lo trovo corretto .
A che pro attardarsi in particolari con dei giornalisti , non e' un feuilleton e' una tragedia !
Chi deve faccia quel che deve in silenzio e senza trombe .

Sacerdos quidam ha detto...

Grazie, Catacumbulus, non lo sapevo. Beh, la filosofia del Bontadini è abbastanza immanentista e non c'è da meravigliarsi poi se i suoi discepoli ne ricevono danno.

Anonimo ha detto...


Gli aggettivi sconcertanti attribuiti a Papa Montini dall'anon. delle 14:19

E'stato un personaggio del tutto deleterio, lo sappiamo, basterebbe la riforma liturgica, la Nuova Messa...Tuttavia bisogna mantenere il senso della misura e limitarsi ai fatti accertati, come ha fatto per l'appunto mons. Viganò nella sua denuncia.
I fatti già parlano abbondantemente, non c'è bisogno di costruire romanzi d'appendice.

claudio g. ha detto...

mala temprora. I nostri sono tempi difficili...per tutti.
per la chiesa e per i politici.
Da parte mia ammiro papa Francesco, non gli chiedo di dimettersi ma di continuare l'opera di pulizia che sta facendo nella chiesa.
Perché un diplomatico, come Vigano,solo ora esce allo scoperto con la pubblicazione delle sue carte. Prima dov'era!

Anonimo ha detto...

anonimo14,19. segnalo il mio errore, un link riguarda l'altro monsignore Edoardo Viganò. Non credo ci siano segnalazioni del genere per mons.Carlo Maria Viganò.

Anonimo ha detto...

Il vescovo Schneider afferma che "non c'è motivo ragionevole e plausibile per dubitare del contenuto della verità del documento dell'arcivescovo Carlo Maria Viganò".
https://www.lifesitenews.com/news/bishop-schneider-no-reasonable...cause-to-doubt-truth-of-vigano-revelations

Anonimo ha detto...

Gesù non volle rispondere a Erode perché non lo reputava in buona fede

irina ha detto...

Quindi:

Bergoglio non risponde a Viganò perchè non lo reputa in buona fede.

Da cui discende che:

Bergoglio= Gesù
e
Viganò= Erode.

No?

Anonimo ha detto...

Anonimo Anonimo ha detto...
Gesù non volle rispondere a Erode perché non lo reputava in buona fede

NO!
C'è tutta una esegesi sulla non-risposta di Gesù a Erode, a differenza delle risposte a Caifa ed a Pilato. Non è questione di buona fede. Solo Pilato (forse) era in buona fede. Tra l'altro non si può escludere che Erode fosse ubriaco. Pilato e Caifa, in quel momento incarnavano l'autorità e Gesù, rispondendo, ha mostrato di rispettarla comunque. Erode era schiavo volontario delle proprie passioni. E ciò gli faceva perdere, se non l'autorità regale (che esercitava da subordinato ai Romani), il rispetto dovutole. San Paolo risponderà, invece all'interrogatorio del successore Agrippa .

Ciesse ha detto...

Anonimo 27 agosto 2018 10:23 “Forse sbaglio ma mi domando sinceramente a che giova. E dopo che ha creato lo scandalo? Che possiamo fare noi?”
La Madonna che cosa ha raccomandato a Fatima? «Penitenza, penitenza, penitenza». Che cosa ha raccomandato a Lourdes a Bernardette? «Penitenza, penitenza, penitenza».La gerarchia ancora cattolica ricordi le famosissime parole del Santo Curato la cui Parrocchia era stata da lui trasformata e convertita a Cristo: “Avete predicato? Avete pregato? Avete digiunato? Vi siete disciplinato [flagellato]? Avete dormito su un duro giaciglio? Finché non vi risolvete a fare questo non avete diritto di lamentarvi.” E noi laici? Tutto il tempo della nostra vita sia cattolicamente impiegato per purificarci con la penitenza. NSGC ci ha detto di seguirlo prendendo la nostra croce. Purificati dal fuoco di un amore penitente, saremo ascoltati nelle nostre preghiere e avremo parte alla felicità che viene promessa per l'eternità a coloro che saranno stati provati dalle sofferenze durante questa vita.

Anonimo ha detto...

Che ne dite di questo?

https://www.uccronline.it/2018/08/28/accuse-al-papa-lex-nunzio-vigano-ha-mentito-ecco-le-prove/

Boccadirosa ? ha detto...

"Che la frangia tradizionalista accetti il rischio di danneggiare Benedetto XVI e Giovanni Paolo II – nel pantheon cattolico americano, visti come l'opposto di Francesco - dice molto della loro disperazione."
https://www.huffingtonpost.it/massimo-faggioli/il-cattolicesimo-negli-stati-uniti-e-il-tentato-golpe-contro-francesco_a_23510334/

Anonimo ha detto...


A proposito di rimozione delle sanzioni

Uno dei primi atti di Papa Francesco non fu quello di annullare il processo disciplinare in corso contro le Madri superiori omofile e altro dell'America del Nord, silenziate e appunto messe sotto inchiesta da Benedetto XVI? Si trattava di misure ancora blande, preliminari ad altre più severe, dato che le suddette mai avevano ritrattato le loro scandlose opinioni, ma comunque finì tutto a tarallucci e vino.
H.

Anonimo ha detto...

Mons. Carlo Maria Viganò risponde alle accuse dei catto-fluidi.

https://www.aldomariavalli.it/2018/08/28/vigano-screditato-ecco-come-lui-stesso-risponde/

https://www.aldomariavalli.it/2018/08/28/parla-vigano-non-sono-il-corvo-e-non-agisco-per-vendetta-voglio-solo-che-la-verita-emerga/

Anonimo ha detto...

E A CHI IL PAPA DOVREBBE CONSEGNARE LE SUE DIMISSIONI?

Da TEMPI qualche riflessione sensata in margine a una vicenda drammatica e torbida, la cui gravità, se dimostrata, desta preoccupazione e sconcerto. Per come è posta la questione però in ballo c'è di più, la natura del papato, quindi della stessa Chiesa cattolica.

“San Paolo dice che quando vuoi correggere un fratello, prima lo interpelli in privato, poi davanti a testimoni, poi in assemblea. Quando i quattro cardinali fecero pervenire a papa Francesco i loro dubia, seguirono questo metodo. Ma attenzione: lo fecero in una formulazione prevista dal diritto canonico e posero al Papa delle “domande”. Quello di Viganò, a conti fatti, è invece un ordine: poiché sei stato incoerente, devi dimetterti. Ma, appunto, ci si dimette da un ruolo o da una posizione che si ricopre in un’azienda. E Francesco a chi dovrebbe consegnare le sue dimissioni? Al suo accusatore? A Dio? E d’ora in poi come ci dovremmo comportare? Se ogni papa fosse sottoposto al giudizio degli uomini che possono destituirlo a seconda delle loro preferenze, sulla base di accuse ancora da dimostrare, in sostanza cosa diventerebbe il soglio pontificio? Una carica sottoposta al tribunale degli uomini? È una linea che non va superata, questa.

La Chiesa può essere «meretrix» quanto si vuole, ma va sempre rammentato che è anche «casta», cioè «santa», perché il suo fondamento e la sua missione non sono “solo” di questo mondo. Se sbaglia, va corretta; se i suoi sacerdoti si macchiano di gravi peccati, è giusto chiederne la purificazione; ma la sua “natura” non può essere modificata. Perché è fatta “di” uomini, ma non è stata fondata “da” uomini. Nemmeno il papa può decidere di dimettersi, tanto è vero che lo stesso Ratzinger, pur non agendo più da pontefice, lo è comunque rimasto.
Chi conosce la storia della Chiesa sa che ci sono stati pontefici con figli, papi guerrieri, successori di Pietro che si sono macchiati di peccati tremendi. Nessuno si è mai dimesso e nessuno si è mai sognato di chiederne le dimissioni. Fabrice Hadjadj ha detto una volta che un papa è un «supplente dell’Eterno». Ecco, converrebbe tenere sempre a mente che la Chiesa non è una società per azioni: è “in” questo mondo, ma non è “di” questo mondo. Neppure Pietro, che tradì Cristo, poté venire meno a quel compito che Lui gli affidò”.
(Emanuele Boffi)

https://www.tempi.it/papa-francesco-a-chi-dovrebbe-consegnare-le-sue-dimissioni#.W4UJfHLOOEe

Anonimo ha detto...

Uno dei primi atti di Papa Francesco non fu quello di annullare il processo disciplinare in corso contro le Madri superiori omofile e altro dell'America del Nord. Omofile non nel senso di *NECESSARIAMENTE* praticanti l'omofilia, ma schierate in pro diritti di tale. Ed anche pro-aborto. Il che è ben peggio

Anonimo ha detto...

Sulla vicenda Viganò Marco Tosatti interviene per fatto personale.
Scrive: "E' straordinario che anche questa circostanza – il fatto che la persona che doveva fare l’intervista abbia contribuito all’editing della testimonianza – sia stata utilizzata da qualcuno in maniera strumentale per cercare di gettare discredito su questa operazione di chiarezza e di coraggio compiuta da mons. Viganò. Direi che lo si può interpretate come un segno di disperazione di quanti cercano di distrarre da un silenzio e da un rifiuto di dare risposte che sta diventando molto pesante per molti cattolici".

Anonimo ha detto...

Il link di Tosatti
http://www.marcotosatti.com/2018/08/28/vigano-articoli-che-mi-riguardano-intervengo-per-fatto-personale-contro-equivoci-e-strumentalizzazioni/

mic ha detto...

Benedetto XVI ha detto che non ha fatto e non farà alcun commento sul memoriale Viganò.
https://m.die-tagespost.de/kirche-aktuell/online/Gaenswein-Benedikt-XVI-aeussert-sich-nicht-zu-Vigano-Vorwuerfen;art4691,191436

mic ha detto...

Probabilmente Ratzinger sta ben attento a non alimentare il circo mediatico. È la solita malsana e ambigua comunicazione indiretta; ma la vera notizia non è che Ratzinger non smentisce Viganò?

Anonimo ha detto...


madri superiori, suore intellettuali dall'aspetto in genere mascolino che giustificano, difendono o addirittura esaltano il vizio contro natura al femminile: uno che deve pensare?
Sono le equivalenti femminili del tristemente noto gesuita James Martin, che si rifiuta di rispondere alle domande dirette sulla sua "sessualità" vale a dire di chiarire se è gay o no.
Nella Chiesa attuale, oltre alla sodomia, c'è anche la piaga del lesbismo. E anche il numero delle suore non fa altro che diminuire.

Anonimo ha detto...

https://www.sabinopaciolla.com/video-dellincontro-di-papa-francesco-con-mons-carlo-maria-vigano-del-21-giugno-2013-2/

Anna