Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 6 settembre 2018

Una Chiesa che resiste nella fedeltà

Ad un anno dalla morte, ricordiamo il cardinale Caffarra dalle sue stesse parole.
La corruzione e il discernimento.

«Il laico battezzato sa, per fede, che il mondo non è più nella condizione in cui è uscito dalle mani di Dio. È stato corrotto dal peccato; è dominato dal Satana: Tutto il mondo giace sotto il potere del maligno (1 Gv 5,19). Il laico battezzato non può compiere la sua missione nel mondo se non ha una perspicace capacità diagnostica; una capacità “endoscopica” di vedere il male oggi presente nei fondamentali vissuti umani. Si pensi, per fare solo un esempio, alla corruzione che sta subendo il fondamentale vissuto umano della sessualità mediante la proposta di equiparare all’amicizia coniugale l’amicizia omosessuale. Non si tratta di sapere se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto. La categoria di “pessimismo-ottimismo” non appartiene al cristianesimo. È un vero e proprio discernimento».
Sono al Senato, nell'Aula dei caduti di Nassirya, dove è in corso la Conferenza stampa per la presentazione degli Atti del Convegno di Roma, 7 aprile 2018: Chiesa cattolica vai? Una dichiarazione di Fedeltà [qui - qui]
Un altro provvidenziale momento di Chiesa che resiste nella fedeltà... A più tardi.

I dubia devono avere una risposta, o prima o dopo", "mi aspetto una risposta semplice, sì o no, basta, non è complicato". ha detto il card. Burke sollecitato da una delle domande tra il pubblico, aggiungendo che resta in piedi anche l'iniziativa della "correctio filialis" al Papa anche se, ha precisato, "parlarne ora è complicato"; ma "restano i dubia che sono ai fondamenti della vita cristiana e devono avere una risposta". "Io spero ogni giorno e prego ogni giorno per questo". Rispondendo ad un'altra una domanda, il cardinale ha adombrato anche la possibilità che il silenzio del Papa sui "dubia" (e forse anche il rifiuto ad essere ricevuto come aveva richiesto) abbia potuto influire sul peggioramento delle condizioni di salute di Caffarra, poi scomparso.

18 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie carissima "Giovanna" o anche "Caterina".
Lo S.Santo ti illumini e l'Angelo Custode ti protegga sempre .

Anonimo ha detto...

Per ricordare davvero il grande cardinale Caffarra, ricordiamo dalle sue parole: ;-)
LE 5 INSIDIE della Chiesa di oggi:
1) L’alternativa ad una Chiesa senza dottrina non è una Chiesa pastorale, ma una Chiesa dell’arbitrio e schiava dello spirito del tempo: praxis sine theoria coecus in via, dicevano i medievali. Questa insidia è grave, e se non vinta causa gravi danni alla Chiesa.
2) La seconda insidia è dimenticare che la chiave interpretativa della realtà tutta e in particolare della storia umana non è dentro la storia stessa. È la fede.
3) La terza insidia è il primato della prassi (insidia di origine marxista).
4) La quarta insidia, molto legata alla precedente, è la riduzione della proposta cristiana ad esortazione morale. È l’insidia pelagiana, che Agostino chiamava l’orrendo veleno del cristianesimo.
5) La quinta insidia è il silenzio circa il giudizio di Dio., mediante una predicazione della misericordia divina fatta in modo tale che rischia di far scomparire dalla coscienza dell’uomo che ascolta la verità che Dio giudica l’uomo.
https://cooperatores-veritatis.org/don-camillo/carlo-caffarra/

tralcio ha detto...

La nostra cultura -anche ecclesiale- si è talmente secolarizzata ed orientata ad un materialismo pratico da non intuire più l’opportunità (e la sfida) contenuta da certe espressioni cristiane come “rinascere dall’alto”, “regno dei cieli”, “come in cielo così in terra”, “discesa dello Spirito santo”.
Paradossalmente questo accade proprio mentre ci si dice più attenti alla Parola di Dio, ridotta però a parola nostra, intesa secondo le nostre categorie, appiattite e carnali al modo del mondo.
Abbiamo depotenziato e addomesticato il mistero del Verbo fatto carne a motivo del sì di un’umile serva del Signore o il mistero della vita eterna in un oltre quel che possiamo percepire sensibilmente, o anche il mistero del vedere Nostro Signore risorto ascendere al cielo, sotto gli occhi attoniti degli astanti: Gesù non è “scomparso”, ma è salito al cielo, davanti a testimoni.
Abbiamo così ricentrato tutto sull’uomo da dubitare di Dio e da ritenere fondamentale la nostra volontà, al punto che quella di Dio è vista come nemica e ostile e così chi la ricordi troppo spesso.
L’incapacità di guardare a una dimensione tanto reale quanto soprannaturale, veramente spirituale e non meramente psicologica, drammaticamente intrinseca all’esperienza umana e tragicamente espulsa dal novero di ciò che la cultura dominante ritiene meritevole di attenzione, ci consegna superbamente all’eresia, privandoci della possibilità di uno sguardo umile e quindi vero della natura e della condizione dell’uomo chiamato a vivere nel mondo.
C’è chi considera integra la natura dell’uomo (Rousseau o il pelagiano partono da qui) e chi la considera corrotta dal peccato: in questo secondo caso tuttavia ci sono sviluppi assai diversi.
Si può infatti incorrere in un assoluto pessimismo come fece Lutero: la corruzione è tale che non c’è nulla da fare, ma ho fede che solo la Grazia di Dio mi può salvare e con questa fede vivo da corrotto, contro la volontà di Dio, non rinnegandomi più di tanto e confidando nella misericordia di Dio mentre me ne sto affaccendato nel mondo, assecondandone le voglie, senza lottare.
Si potrebbe invece lottare eccome contro le seduzioni del mondo e del suo principe, rinnegando me stesso per portare la croce con Gesù che seguo, diminuendo perché Lui cresca, ricorrendo sempre alla Grazia di Dio e alla Sua misericordia per riceverne la virtù (la vis, la forza) che attraverso una coraggiosa ascesi mi purifichi per scegliere di assecondare la volontà di Dio. Questo umile realismo non mi crogiola nel peccato, ma mi fa reagire, in una natura certamente corrotta, ma anche veramente salvata dal Verbo incarnato, che mi chiama a rinascere dall’alto. Questo umile realismo mi chiama al pentimento, certo del perdono, capace di penitenza e di distinguere il bene dal male: capace di dire dei sì, mentre purtroppo facciamo esperienza anche dei nostri no.
Allora lo Spirito santo non “scende” fisicamente, ma arde in noi come fuoco. Dio non si impone alla mia libertà ed anzi la rispetta, ma mi parla interiormente se faccio sufficiente silenzio del mondo in cui bramo restare finché rendo culto agli idoli vani. Posso farlo senza disperare, ma senza abusare (come di fatto ammette Lutero che pecca mentre vanta la propria fede), senza essere presuntuoso ed accampare meriti (al modo dei pelagiani e dell’uomo orgoglioso del proprio fare e progredire), infine senza giudicare non tra il bene e il male, ma sulla coscienza di chi non ha la Grazia di conoscere questa meravigliosa esperienza della rinascita dall’alto (e questo accade a chi cerca fondamentalmente se stesso negli altri invece di trovare -nel silenzio- Dio in me stesso).

Grazie di cuore a chi, come Mic, ci aiuta a trovare tante buone ispirazioni.
E grazie al Signore, che ancora, malgrado tutto, ha santi sacerdoti a nutrirci dall'alto con il pane del cielo.

Anonimo ha detto...

Ciò che costituisce il vero miracolo anche oggi è che ci siano uomini e donne che negli eventi di ogni giorno, nella compagnia con Cristo che è la Chiesa, scoprano “sconfinato chiarore”.
( tratto da Stupore davanti all’Unigenito ed.Bompiani)

Alcune settimane orsono uno dei miei parroci mi chiese: “che cosa oggi è più importante, quale è la prima esigenza cui attendere?”. Ho risposto: “Rimettere Gesù Cristo al suo posto”. Leggendo, o meglio rileggendo il libro di L.Giussani, All’origine della pretesa cristiana, ho trovato la conferma della mia risposta. Il problema delle comunità cristiane, e quindi delle società civili occidentali è e rimane Gesù Cristo.
Card.Carlo Caffarra
http://www.caffarra.it/milano01.php

Sacerdos quidam ha detto...

"Per ricordare davvero il grande cardinale Caffarra, ricordiamo dalle sue parole: ;-)
LE 5 INSIDIE della Chiesa di oggi:"...

Aggiungo io la sesta insidia: non considerare (come purtroppo faceva il Card. Caffarra, e non solo lui) il nefasto ruolo del Vaticano II e della sua 'apertura al mondo' in tutto questo sfacelo.
E cullare l'illusione di curare il paziente attaccando i sintomi della malattia, senza ricercarne le cause scatenanti.

Anonimo ha detto...

Quello che dice Sacerdos quidam è vero, ma è molto difficile trovare oggi un prete non vaticanosecondista per non parlare di una Messa in Rito Antico. Al semplice fedele spesso non resta che accontentarsi dei libri e delle conferenze su youtube. Io a volte mi chiedo come questa tragedia sia potuta accadere. come hanno potuto i Papi conciliari farci questo prima ancora che nascessimo?
Nessuna altra religione universale ha avuto qualcosa di simile al vaticano secondo. Perché proprio il Cattolicesimo?

RR ha detto...

Anonimo 15:12

Perchè il Cattolicesimo è l'unica VERA religione universale. Le altre sono FALSE, quindi non serve attaccarle per cercre di distruggerle. Si distruggono da sè.

Anonimo ha detto...

Un anno, solo un anno? Ci dev’essere un errore oppure sono io che la morte di Carlo Caffarra, avvenuta il 6 settembre 2017, la percepisco cosa di secoli fa. Sarà perché il grande cardinale, a Bologna erede di Biffi, grandi eredi non ne ha lasciati: o forse udite, in Italia, alti prelati avvertire che «la lettura dei segni dei tempi è un atto teologale e teologico» e non certo sociologico? Qualcuno che sappia denunciare il «male che opera oggi per distruggere matrimonio e famiglia»? E l’imperversare, nella Chiesa accogliente e misericordiosa, di «una grande confusione, incertezza, insicurezza»?

No, signori, altri Caffarra non ne abbiamo. Era unico. Per questo, a un anno di distanza, occorre rinnovargli gratitudine. Anche perché ha saputo mettere il dito nella piaga culturale dei cattolici contemporanei, incapaci «di elaborare giudizi interpretativi e valutativi di ciò che sta accadendo». Dal Cielo, Eminenza, continui allora a proteggerci affinché quaggiù noi si torni a usare la testa, a distinguere il bene dal male, insomma a giudicare. Perché la scusa ecclesialmente corretta del “per liberarci dei pregiudizi abbiamo lasciato perdere pure i giudizi” non verrà presa in considerazione, mi sa, il giorno in cui i giudicati saremo noi.
Giuliano Guzzo

Anonimo ha detto...

(ANSA) - ROMA, 6 SET - "I dubia devono avere una risposta, o prima o dopo", "mi aspetto una risposta semplice, sì o no, basta, non è complicato". Lo ha detto il cardinale statunitense, Raymond Leo Burke, in una conferenza al Senato promossa nell'anniversario della scomparsa del cardinale Carlo Caffarra, in cui ha risollevato la questione dei "dubia", le domande avanzate al Papa da quattro cardinali, tra cui lo scomparso Caffarra, per fare chiarezza dopo la pubblicazione del documento aperturista su matrimonio e famiglia Amoris Laetitia. Burke ha aggiunto che resta in piedi anche l'iniziativa della "correctio filialis" al Papa anche se ha precisato, "parlarne ora è complicato" ma, "restano i dubia che sono ai fondamenti della vita cristiana e devono avere una risposta", "io spero ogni giorno e prego ogni giorno per questo". Rispondendo a una domanda, Burke ha adombrato anche la possibilità che il silenzio del Papa sui "dubia" abbia influito sul peggioramento delle condizioni di salute di Caffarra, poi scomparso.

irina ha detto...

Joachim Meisner (Breslavia, 25 dicembre 1933 – Bad Füssing, 5 luglio 2017) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico tedesco.

Morti improvvise.

Anonimo ha detto...


La distruzione della Chiesa

Narrano le cronache che Napoleone, durante i suoi tempestosi colloqui francesi con il Papa o con uno dei suoi legati, che non si volevano piegare alla sua visione "imperiale" del rapporto fra lo Stato e la Chiesa, abbia ad un certo punto esclamato irosamente che avrebbe distrutto la Chiesa Cattolica. Ma si sentì rispondere: "Impossibile, Vostra Maestà! Non ci sono riusciti i preti a distruggere la Chiesa di Cristo, non ci riuscirà nemmeno Vostra Maestà!".
H.

Alessandro Mirabelli ha detto...

@ anonimo delle 19,30.
I dubia avranno una risposta ma sarà il prossimo papa a darla. Con questo papa, anche a causa delle vicende degli ultimi dieci giorni, siamo arrivati ai titoli di coda.

Anonimo ha detto...

"... siamo arrivati ai titoli di coda."
Arrivati alla frutta? No al gelatino...

Aloisius ha detto...

A proposito di fedeltà, il Papa risponde a mons. Viganò e con la consueta misericordia e il noto rispetto del dialogo afferma:

"Cani che cercano solo la divisione"

Senza volerlo ha fatto loro un complimento, perche' il pregio principale del cane e' proprio la FEDELTÀ, cieca e incondizionata.

Inoltre, nella denuncia di Viganò si cerca la divisione dai gravissimi peccati di omosessualità e pedofilia e da coloro che li praticano e diffondono come la peste all'interno della Santa Chiesa, senza ritegno alcuno, con ciò seguendo l'insegnamento di Gesù, che ha portato la spada della separazione da ciò e da coloro che non lo seguono e dalla lotta al peccato.

Ebbene si, Sua Santità, anche io sono un cane e il mio Padrone e' Gesù Cristo.

Bah ! ha detto...

Penso che la buona volonta' ce la metta tutta ma , purtroppo secondo me , volendo apparire quello che non e' , volendo controllarsi , alla fine il carattere fumantino prevale e l'espressione livorosa esce dalla chiostra dei denti : grrrrrr !
Eppure il Buon Dio ci ha donato 2 labbra + 2 chiostre di denti ( l'equivalente di 4 porte ) prima di arrivare alla lingua .

tralcio ha detto...

Bravo Aloisius.
La fedeltà del cane va al suo Padrone, che è anche il vero Buon Pastore.
Poi ci sono pecore che si montano la testa e ritengono che la fedeltà vada a loro.
Eh no... non funziona così: cane sì, ma di Quel Padrone, non di qualche iracondo pasticcione.

Anonimo ha detto...

Anch'io sono un cane...ME TOO!!!

Anonimo ha detto...

Buonasera Mic, quando invio il mio commento tramite cellulare spesso non viene pubblicato, forse finisce nella SPAM.
Antonio