Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 24 settembre 2018

“Per amore del mio popolo non tacerò”. Card. Joseph Zen

Vedi precedenti sulla questione cinese, in calce al messaggio del card. Zen [qui] in occasione del Convegno di Roma, 7 ottobre 2018.

Esce in italiano, proprio mentre Pechino e la Santa Sede annunciano un accordo provvisorio segreto per la nomina dei vescovi, un libro del cardinale Joseph Zen: “Per amore del mio popolo non tacerò”.

Un testo che dimostra il suo grande amore per la Chiesa; un testo drammatico. Drammatico perché mette in luce le profonde incomprensioni che stanno accompagnando il cammino della riconciliazione fra Chiesa Cattolica e governo comunista cinese. Un cammino che secondo il Cardinale Zen, cinese e profondo conoscitore della Cina, rischia di trasformarsi in un fallimento grazie ad un accordo imminente che sfavorirebbe enormemente la Chiesa Cattolica e punirebbe i membri della Chiesa clandestina, coloro che non hanno accettato di entrare nelle organizzazioni ufficiali e che hanno già pagato duramente la loro fedeltà alla Sede Apostolica.

In un momento in cui le persecuzioni religiose si intensificano, e si stringe sempre di più la morsa sulla libertà religiosa in Cina, ci si chiede se è ragionevole fare un accordo che non appare – per il poco che se ne sa, e anche questo non può che indurre alla diffidenza –  veramente poco vantaggioso per le ragioni dell’evangelizzazione. Riflettendo sull’anniversario della Lettera ai cattolici cinesi di Benedetto XVI, il Cardinal Zen ci fa vedere la strategia verso la Cina della Chiesa Cattolica negli ultimi decenni, una strategia con momenti luminosi ma anche con non pochi fallimenti, denunciati con chiarezza da un testimone diretto degli eventi.

Riportiamo alcuni passaggi: 
<Quando Papa Benedetto mi fece Cardinale, ho capito che voleva che io lo aiutassi per la Chiesa in Cina, ma per avere una conferma di ciò, chiesi una breve udienza in settembre. Avuta tale conferma, credetti necessario di andare a informare il nuovo Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione. Appena mi vide, mi disse: “Non si agiti tanto, il Signore ha il suo tempo”. Io risposi: “Sì, il Signore ha il suo tempo, ma noi possiamo anche essere impazienti, sono già tanti anni…” Gli confidai che mi piaceva il Salmo 44[43] che noi preti recitiamo ogni due settimane nel Breviario, salmo che conclude: “Signore, svegliati! Non dormire più! Vuoi dimenticarci per sempre?” Egli mi disse: “Cardinal Zen, non dimentichi che anche i comunisti sono nostri fratelli; Nostro Signore morì anche per loro sulla croce”. Ed io: “Ma, Eminenza, pensa che io non creda a quello che Lei dice? Però, i comunisti sono miei fratelli, ma anche i Vescovi che loro mettono in prigione sono miei fratelli; da che parte devo stare?” Egli concluse la conversazione dicendo: “Ci sono tante cose che noi possiamo fare e Lei no.” Insomma, voleva che io stessi fuori. La mia risposta fu: “Sì, voi avete la possibilità di commettere molti errori, mentre noi no”>.
E questo brano riguarda la nomina di mons. Pietro Parolin a Segretario di Stato:
<Anch’io sono stato tra quelli che hanno applaudito alla sua nomina. Ma con mia dolorosa sorpresa egli mi si rivelò presto arrogante e prepotente, stimando più il successo diplomatico (mondano) che il trionfo della fede.
La prima mia sorpresa è stata quando egli, in un discorso commemorativo del suo Maestro Casaroli, descrive gli eroi della fede: (il Cardinale Wyszynski, il Cardinale Mindszenty e il Cardinale Beran, pur senza nominarli) come dei “gladiatori, gente che si oppone sistematicamente al governo, gente che vuole mettersi in vista sul palcoscenico politico”!? Ma disprezzare questi eroi è disprezzare la fede!
L’altra sorpresa è stata quando ha fatto sparire la Commissione per la Chiesa in Cina alla chetichella, abbandonando la tradizione dell buone maniere diplomatiche della Santa Sede, anche quando fa le cose più malvagie. Ovviamente non aveva più pazienza di ascoltare la mia voce discordante.
Segue poi la maniera subdola di disfarsi della voce di Savio Hon, mandandolo via da Roma ma trattenendolo ancora al guinzaglio, facendone un dipendente della Segreteria di Stato.
Ma quel che mi preoccupa di più è la sua mancanza di rispetto per la verità. Intelligente come è, quei sofismi e mezze verità (citazioni a metà) non possono essere che bugie ad occhi aperti.
Sbarazzatosi di me e di Savio, il Cardinale Parolin ha tutto il campo aperto senza ostacoli. Spinge giù con forza Papa Francesco sul pendio del suo ottimismo. Ma Parolin ha conosciuto benissimo la faccia orribile del comunismo cinese!!! Perché nasconde la verità̀ al Papa?>.
Il Cardinale afferma verso la fine del libro:
<I signori del Vaticano non dicono che lo scopo di aver un accordo è di favorire l’evangelizzazione della grande nazione? Si ricordino che il potere comunista non è eterno! Se oggi vanno dietro il regime, domani la nostra Chiesa non sarà benvenuta per la ricostruzione della nuova Cina. In questo momento tutto il mondo vede un terribile peggioramento per la libertà religiosa in Cina. C’è da sperare qualche guadagno nel venire a patti con questo governo? Quando dico che è quasi come sperare che San Giuseppe possa ottenere qualcosa da un dialogo con Erode, non è una battuta. Allora cosa dobbiamo fare?
Tornare alla lettera di Papa Benedetto, all’inizio della quale egli prega il Signore perché ‘abbiate una piena conoscenza della sua volontà…rafforzandovi con ogni energia secondo la sua gloriosa potenza per poter essere forti e pazienti in tutto’ (Inizio lettera ai Colossesi)>.
Un testo che mostra un grande amore alla Chiesa e ai Papi, ma anche un grande bisogno per la verità. Se si vuole capire cosa succede fra Vaticano e Cina, non si può mancare di leggerlo.

Il Cardinale Joseph Zen (1932), salesiano, ha per molti anni insegnato nei seminari della Cina. Vescovo di Hong Kong dal 2002 al 2009. Nel 2006 Papa Benedetto XVI lo crea Cardinale. Egli è una delle voci più ascoltate e più autorevoli nel denunciare la situazione religiosa nella Cina comunista.

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16 commenti:

Anonimo ha detto...

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Silente ha detto...

Titolo in prima a piena pagina su LaVerità di oggi: Bergoglio secreta l'intesa con la Cina perché in realtà è una resa al regime. Sottotitolo: L'accordo viene definito "storico" ma non viene rivelato. Padre Cervellera: "La nomina dei vescovi resta in mano al governo, dubbi sull'effettivo potere di veto del Papa. Per i cattolici cinesi la Chiesa s'è svenduta". Ottima sintesi di un pessimo accordo.
Silente

Marisa ha detto...

Credo che basti soppesare il fautore di questo accordo, per come viene descritto da quel vero confessore della fede come il card. Zen, per capire la portata di esso e le sue agghiaccianti conseguenze.
• • • • •

https://www.radiospada.org/2018/09/bergoglio-e-lapocalisse-cinese/

Anonimo ha detto...

La nomina dei vescovi in mano al potere secolare era una delle cinque piaghe della Santa Chiesa denunciate dal beato Antonio Rosmini. Ora rifacciamo gli stessi errori!!!

irina ha detto...

Gli errori sono sempre gli stessi, pur avendo i Boeing airplanes, abbiamo difficoltà a capirlo.

Anonimo ha detto...

Stralcio dall’articolo di George Weigel, scrittore, biografo e amico di papa San Giovanni Paolo II:

“Come descritto nei comunicati stampa, questo accordo è una chiara violazione del diritto vigente della Chiesa. Il Canone 377.5 del Codice di Diritto Canonico afferma chiaramente che “Per il futuro non verrà concesso alle autorità civili alcun diritto e privilegio di elezione, nomina, presentazione o designazione dei Vescovi.” – una disposizione inequivocabile che dà forma giuridica all’insegnamento del Concilio Vaticano II nel suo Decreto sull’ufficio pastorale dei vescovi nella Chiesa. Peggio ancora, la responsabilità per gli affari ecclesiali nella Repubblica Popolare Cinese è stata tolta allo Stato cinese e affidata a un ufficio del Partito Comunista Cinese – il che significa che il Vaticano sta proponendo di dare un diritto di “presentazione …. dei vescovi” ai burocrati comunisti, i cui interessi, si può tranquillamente supporre, non sono quelli della Chiesa e della sua missione di evangelizzazione.”

Anonimo ha detto...

ACCORDO SEGRETO, ACCORDO NULLO
"Da quanto vi abbiamo esposto consegue che nessun'altra autorità, che non sia quella del supremo pastore, può revocare l'istituzione canonica data a un vescovo; nessuna persona o assemblea, sia di sacerdoti sia di laici, può arrogarsi il diritto di nominare vescovi; nessuno può conferire legittimamente la consacrazione episcopale se prima non sia certa l'esistenza dell'apposito mandato apostolico."

Pio XII - Enc. "Ad Apostolorum principis", 29 giugno 1958

Anonimo ha detto...

Una notizia cui si da poco risalto, l'insediamento del vescovo patriottico designato dal PCC, con tanto di moglie-concubina e figli al seguito, è stato contestato da pochi, ma coraggiosissimi fedeli non proni al governo, con tanto di striscioni di protesta, ma la solerte polizia è intervenuta subito, distrutto gli striscioni e prelevati a forza i fedeli che non si sa che fine abbiano fatto. news da freelancer con foto, dopo poco è stata rimossa da internet, peccato non conoscere il cinese...... imperativo : guardare e riflettere a lungo sul film Silence di M.Scorsese, che la dice lunga, anche se qui siamo in Giappone.

Anonimo ha detto...

Il vaticano sbandiera un accordo (provvisorio), raggiunto con il governo cinese sulla nomina dei vescovi, che prevederebbe di dare al Papa l'ultima parola su di essi.

Il fatto è che il Papa avrebbe proprio l'ultima parola, in ordine di importanza, rispetto al governo cinese.

Sembrerebbe infatti che i candidati vescovi vengano selezionati dai rappresentanti cattolici, ma però debbano essere approvati dalle autorità cinesi prima di essere valutati dal vaticano per la nomina definitiva.

Quindi con questo metodo è ovvio che nessun candidato sgradito alla Cina può fare parte della rosa dei vescovi, e il vaticano potrebbe nominare solo vescovi fedeli prima alla Cina e poi a Roma.

Se questo è il metodo di questo accordo, e il Papa a riconoscere la precedenza della Cina nella nomina dei vescovi e non la Cina a riconoscere l'esclusiva del Papa, quindi non vedo cosa ci sia da essene orgogliosi.

Il vaticano quindi, dopo essersi sottomesso all'immigrazione islamica,  si sarebbe sottomesso anche al comunismo cinese.

Questo non deve stupire perché quello che questa chiesa predica, non è più il Vangelo, ma il comunismo, e il vangelo viene da loro strumentalizzato, per le sue parti che giustificano il comunismo, che non è altro che una parte di Vangelo, ma senza morale e senza Dio.

Se la fede senza le opere è lettera morta, lo stesso sono le opere senza la Fede, o con una fede ipocrita e solo di facciata, perché è questo che questa chiesa sta praticando.
Fabio Riparbelli.

mic ha detto...

Bergoglio: "Io sono il responsabile dell'accordo della Chiesa con la Cina". (Asianews).

Veramente nessuno ne dubitava.
Potevamo nutrire qualche dubbio se si fossero fatti gli interessi dei veri cattolici e non dei comunisti e degli eretici-scismatici, onorando anche la memoria delle decine di migliaia di martiri e perseguitati.

Anonimo ha detto...

Mi sembra che venga ignorato il tema centrale dell'accordo Vaticano-Cina che ha riconosciuto una struttura del partito comunista cinese come parte organica della Chiesa cattolica.
Non voltiamoci dall'altra parte: in Cina, il partito si prende la chiesa e i cattolici verranno perseguitati in nome di Pietro/Giuda.
Non bastano i guazzabugli linguistici, le timidezze del "far capire".

AD ES.: al prossimo Sinodo parteciperà il santo card. Zen o un inviato del comitato centrale del partito comunista cinese?
Sarà ancora un sinodo della Chiesa cattolica?
È un salto formale di qualità.
Almeno per i fratelli cinesi occorre ribellarsi.
Paolo Montagnese

viandante ha detto...

Leggendo l'articolo su La Bussola Quotidiana riguardante la solita intervista al papa sull'aereo di ritorno dalla Lituania , vi sono un paio di frasi che mi disturbano:
1) io penso alla Resistenza, ai cattolici che hanno sofferto: loro soffriranno, sempre in un accordo c’è sofferenza, la loro è una grande fede, e loro scrivono, fanno arrivare i messaggi che quello che la Santa Sede che Pietro dice è quello che dice Gesù.
2) Se la fede martiriale di questa gente oggi va avanti, sono dei grandi!

Io mi chiedo come si possono dire frasi così a gente che veramente soffre per la propria fede, concretamente, non a parole. Gli si dice semplicemente: lo so, dovrai soffrire ancora un po' di più, ma tanto tu hai una grande fede! Un po' pochino come conforto. Senza entrare nel merito della questione...
Sai che hanno una grande fede e si direbbe quasi che qualcuno approfitti di questo. Il tempo in cui Bergoglio si soffermava sul povero che soffre identificandolo con il corpo di Cristo è già passato? Non so, magari sbaglio, ma c'è qualcosa che non torna in questo atteggiamento nei confronti di fedeli che patiscono e soffrono per la loro fede. Potrei capire se devono soffrire ancor di più per la proclamazione della verità, ma non mi sembra questo il caso.

Luca Dal Bon su Fb ha detto...

Sono molto interessanti le parole del cardinale Pietro Parolin sull'accordo (o pre-accordo) tra Vaticano e Cina sulla nomina dei Vescovi: in pratica si concede più autonomia e libertà alla Chiesa Cinese, che sarà sottoposta ovviamente al vaglio del governo (che sappiamo come opera nei confronti delle religioni non "cinesi" "sinicizzate"). Anche questa tappa è un modo di decentralizzare la Chiesa, di farla in qualche modo diventare una confederazione di Chiese locali, con la Santa Sede avente sempre più compiti di supervisione, sempre più formali e meno sostanziali. Tutto questo processo forse si può ricondurre al Concilio Vaticano II, ma in questo pontificato sta accelerando molto.
P.S. Notare che anche in questo caso l'importante è aprire il processo (e non concluderlo)...

Aloisius ha detto...

Scandaloso, gravissimo, schifoso.
Non puo' definirsi in altro modo questo pseudo "accordo segreto", non è altro che un tradimento per due monetine fetenti buttate per terra dagli arroganti comunisti cinesi, una resa incondizionata per pura vigliaccheria e opportunismo, senza nemmeno ottenere vantaggi puramente diplomatici.

Eloquenti e preziose sono le riflessioni del card. Zen, che sosteniamo con le nostre preghiere, uomini di fede che ti fanno sentire un microbo al cospetto.
Tra le tante, quella che con certi nemici non ci può essere dialogo, ma solo lotta e resistenza:
"...... C’è da sperare qualche guadagno nel venire a patti con questo governo? Quando dico che è quasi come sperare che San Giuseppe possa ottenere qualcosa da un dialogo con Erode, non è una battuta....."
Sul punto va evidenziato il viscidume di quel Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione durante il papato di BXVI (chi era?):
"......Egli mi disse: “Cardinal Zen, non dimentichi che anche i comunisti sono nostri fratelli; Nostro Signore morì anche per loro sulla croce”. Ed io: “Ma, Eminenza, pensa che io non creda a quello che Lei dice? Però, i comunisti sono miei fratelli, ma anche i Vescovi che loro mettono in prigione sono miei fratelli; da che parte devo stare?”

Con Begoglio e Parolin la parte e' stata scelta, quella dei comunisti.
Da notare la ripugnante mistificazione di quelli che cercano il compromesso quando seguire il Signore diventa doloroso e difficile.
E come cercano di frenare, salendo pure in cattedra, coloro che hanno la fede vera, la forza di combattere e morire in nome di Gesù Cristo che a loro manca.

Stridente il contrasto con l'elogio della fede eroica che ha fatto Bergoglio nel suo confuso e contraddittorio discorso in Lituania.
Ho sentito una parte in cui accusava le persecuzioni perpetrate dai nazisti e dai... "sovietici"
Ogni termine e' buono per evitare di accusare il comunismo a lui tanto caro.
Come se avesse voluto evidenziare una bontà dell'idea comunista, distinguendola dalla cattiva applicazione ideologica fatta dai sovietici, come si sente dire a sinistra.
Penso che un papa che simpatizza con il comunismo (oltre che col protestantesimo, coerentemente) sia veramente il peggio che possa capitare.
Un castigo meritato, logica conseguenza delle aperture al mondo di una Chiesa al passo con i tempi.

Anonimo ha detto...

Card. Zen. Vero cattolico fedele a Cristo e alla sua Chiesa.