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lunedì 18 marzo 2019

Malattie spirituali - Don Elia

Ma come, anche don Elia ad assillarci con questo chiodo fisso? Non bastano le continue rampogne da Oltretevere? Tranquilli: non mi sono convertito al neovangelo. Il fatto è che, se qualcuno abusa di un argomento, questo non è un motivo per non parlarne più; la deformazione della misericordia – esempio a caso – non è una ragione per far sentire il prete davanti al plotone di esecuzione non appena la nomini in un’omelia. Non cediamo alla strategia con cui il nemico tenta di privarci di vitali risorse spirituali rendendocene indigesta anche la sola evocazione. A forza di puntare il dito sugli altri e di lamentarsi della situazione ecclesiale, si rischia di perdere i contatti con la propria interiorità (nella quale ognuno è solo a rendere conto a Dio di se stesso), nonché di soffocare lo spirito di preghiera e di vanificare ogni possibilità di santificarsi. Questo tempo di Quaresima è quanto mai favorevole per una seria e sincera verifica.

Nella tradizione monastica d’Oriente, al centro della vita spirituale c’è la ricerca dell’apátheia (da non confondere con l’apatia, nonostante il termine italiano derivi da quello greco), cioè di quello stato interiore in cui l’anima non è più soggetta ad alcun turbamento, che provenga dal di fuori o dal suo interno. Non si tratta, qui, dell’atarassia stoica né dell’estinzione del desiderio predicata dal buddhismo (che presuppongono entrambe una certa forma di estraniazione), bensì dello stato in cui l’anima è talmente ricolma di Dio e assorbita dalla Sua presenza che nulla riesce più a scuoterla in profondità. Niente a che vedere, dunque, con una tecnica di autopacificazione individuale: qui si tratta di un effetto della pienezza di carità e di unione. Tale risultato richiede nondimeno una lunga e perseverante pratica di purificazione del cuore e una diuturna collaborazione con la grazia, che va costantemente invocata in un dialogo personale con il Signore.

Il punto di partenza è il riconoscimento del fatto che il nostro stato interiore, in ultima analisi, non dipende dalle circostanze esterne e nemmeno dal ricordo delle esperienze fatte. Indubbiamente il nostro funzionamento psichico è condizionato dalle situazioni in cui viviamo e dagli effetti delle sofferenze passate, ma in qualsiasi congiuntura ognuno di noi conserva intatto il potere di scegliere. Se ci fermiamo al livello delle pulsioni, delle emozioni e dei sentimenti, sul quale le dimensioni corporea, ambientale e relazionale hanno un forte impatto, la nostra interiorità sarà inevitabilmente determinata da fuori e soggetta alle oscillazioni di un’affettività preponderante e indisciplinata. Se invece, ricorrendo alle facoltà superiori, poniamo volta per volta la libera scelta se acconsentire o meno a una pulsione, un’emozione o un sentimento, non ne verremo catturati, ma saremo noi, al contrario, a controllarli. Lo stesso vale per le tentazioni, che, riconosciute e stroncate al primissimo sorgere, possono sempre esser vinte.

Ciò che ci caratterizza come persone è l’intelletto e la volontà. Queste due potenze ci consentono di analizzare quel che avviene nelle facoltà inferiori, di deliberare in modo conforme a ragione e di attuare le nostre decisioni in merito. Molte patologie psichiche (come depressioni, nevrosi e paranoie), almeno a un certo livello, possono essere risolte con reiterate scelte di individuazione e rigetto dei pensieri negativi o irragionevoli, prima che arrivino a offuscare la mente e paralizzare la volontà, così da prendere il sopravvento. Per non limitarsi a “tappare i buchi” all’infinito, tuttavia, è utile anche interrogarsi sulla causa del frequente ricorrere di determinati pensieri o stati d’animo. È qui che entra in gioco la memoria, la quale ha un ruolo ambivalente: i ricordi possono essere usati per alimentare una sofferenza con intenti vittimistici oppure come risorse che permettano di elaborare esperienze dolorose, cioè di riconsiderarle con una consapevolezza più matura e alla luce della fede, in modo tale da disinnescare i meccanismi di difesa con cui abbiamo reagito ad esse e continuiamo a proteggerci da circostanze simili per mera associazione.

Anche in questo caso il libero arbitrio, guidato dalla ragione, svolge un ruolo essenziale: spetta a ciascuno di noi la decisione di spezzare, con l’aiuto della grazia, gli stereotipi che lo imprigionano in un circolo vizioso, tra vittimismo e ribellione. Molto spesso il demonio ci tenta facendo leva su di essi, risuscitando brutti ricordi, esasperando dei bisogni affettivi, accentuando condotte compulsive fino a renderle ingestibili. In questi casi il grado di responsabilità personale può essere più o meno attenuato, ma questo non è un motivo per arrendersi a un “fato” ineluttabile: la libertà di negare l’assenso non è mai soppressa, né quella di lanciare un grido verso il Cielo, sempre attento ad ogni uomo e pronto a intervenire a suo favore. Molte vittorie del nemico sono dovute semplicemente al fatto che non conosciamo a sufficienza il potere del libero arbitrio né la potenza della grazia, così che, non sapendo giovarcene in modo adeguato, soccombiamo troppo presto e troppo facilmente.

I Padri del deserto lo avevano invece appreso dalla loro dura esperienza, così da potersi fare maestri di quanti ricorrevano a loro per consiglio. Ad ogni tipo di cattivi pensieri, sorgenti dei diversi vizi, essi avevano imparato a contrapporre un versetto della Sacra Scrittura: la verità rivelata, riconosciuta dall’intelletto e applicata dalla volontà, è capace di renderci liberi (cf. Gv 8, 32). Certo, bisogna a questo scopo familiarizzarsi con la Bibbia, specie con i Vangeli e con i Salmi; la loro quotidiana frequentazione, a poco a poco, ci fa assimilare il linguaggio e la sapienza di Dio, che lo Spirito Santo ci richiama poi alla mente quando serve. Nel contemplare gli eventi biblici, un ruolo prezioso può svolgere l’immaginazione, purché la si diriga nel senso voluto. Questa pazzerella, lasciata a se stessa, finisce spesso col crearsi un mondo tutto suo, dove l’ansia psicologica e le suggestioni del demonio la fanno da padrone. Mente vigile, dunque, e piedi saldamente a terra…

Vedete allora perché la preghiera precede l’azione? Il rischio di chi prega poco o male è quello di lasciare che il suo agire sia determinato, a sua insaputa, dalle malattie dell’anima e dagli inganni del diavolo. Più si procede in questa direzione, più si diventa refrattari ad ogni salutare avvertimento e ci si avviluppa caparbiamente nelle reti del nemico, pur essendo convinti di operare per puro zelo dei diritti di Dio. In tal caso, c’è un’ultima spia che può ancora accendersi prima che fonda il motore: la costatazione dei danni inflitti agli altri e – non ultimo – alla causa stessa che si pretende di difendere a testa bassa. A questo punto è bene guardarsi intorno con un po’ di umiltà e frenare opportunamente, prima di perdere il controllo della vettura e di finire contro un muro, dopo aver seminato morti e feriti. La speranza in un rinsavimento, per chi ha fede, non è mai morta.

«Se dovessimo uscire fuori di noi per conquistare la virtù, le difficoltà non mancherebbero; ma poiché essa è in noi, guardiamoci dai cattivi pensieri e custodiamo l’anima che il Signore ci ha dato come in deposito, affinché, rimanendo essa nello stato in cui l’ha foggiata, egli riconosca in noi la sua opera. Il nostro impegno sia quello di non essere schiavi dell’ira, di non essere posseduti dalla concupiscenza. Infatti è scritto: “L’ira dell’uomo non compie ciò che è giusto davanti a Dio” (Gc 1, 20) e “La concupiscenza concepisce e genera il peccato e il peccato, quand’è consumato, produce la morte” (Gc 1, 15). Scelto questo metodo di vita, dobbiamo vivere molto sobriamente; è scritto infatti: “Con ogni cura vigila sul cuore” (Pr 4, 23). Abbiamo dei nemici terribili e astuti, i malvagi demoni […]. Sono invidiosi di noi cristiani e cercano con ogni mezzo di impedire la nostra ascesa verso il cielo, da dove essi sono precipitati. È quindi necessaria la continua preghiera, occorre la pratica ascetica perché chi riceve, mediante lo Spirito Santo, la grazia di distinguere gli spiriti possa conoscere […] come possono essere respinti e cacciati via» (sant’Antonio Abate, in sant’Atanasio d’Alessandria, Vita Antonii, 20-22).

26 commenti:

  1. Chi non affronterà imperterrito una morte preziosa agli occhi di Dio, per piacere allo sguardo di chi dall’alto guarda come lottiamo in suo nome, approva i nostri desideri, ci aiuta nella battaglia, corona i nostri trionfi, di colui che ci remunera e ci ripaga con bontà e amore di padre per tutto ciò che solamente a lui dobbiamo e che egli stesso ha posto in noi?

    - San Cipriano, Ep. 76 c. 4

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  2. http://www.affaritaliani.it/cronache/papa-francesco-contro-mammona-594079.html

    Anche il mondo laico nota l'incoerenza...

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  3. "Ma adesso io come missionario non so più di preciso che cosa sia la Chiesa cattolica. E da quando vedo che il papa, i cardinali, i vescovi gradualmente e inesorabilmente tollerano l’adulterio, approvano la sodomia, benedicono i matrimoni omosessuali, ammettono la parità di salvezza con le altre religioni… a quale conversione devo invitare gli altri?"

    http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2019/03/18/chiesa-cattolica-dove-sei-il-grido-di-un-missionario-di-frontiera/

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  4. Parole sante!
    Il mio ringraziamento a don Elia e a Maria che ha pubblicato questa preziosa guida spirituale.

    Verissimo che
    "... se qualcuno abusa di un argomento, questo non è un motivo per non parlarne più; la deformazione della misericordia – esempio a caso – non è una ragione per far sentire il prete davanti al plotone di esecuzione non appena la nomini in un’omelia"

    E' un po' quello che avviene con la difesa dell'ambiente e l'articolo di Veneziani qui pubblicato dice al riguardo la stessa cosa di don Elia, mutatis mutandis.

    "... A forza di puntare il dito sugli altri e di lamentarsi della situazione ecclesiale, si rischia di perdere i contatti con la propria interiorità (nella quale ognuno è solo a rendere conto a Dio di se stesso), nonché di soffocare lo spirito di preghiera e di vanificare ogni possibilità di santificarsi."

    Di questi tempi il rischio è proprio questo.
    In sostanza, diventare partigiani.
    Parole sentite rarissime volte in Chiesa e mai in questi tempi.
    Siamo pecore senza pastori, quindi mi tengo care queste poche guide, anche on line.

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  5. //cronicasdepapafrancisco.com/2019/03/17/cosa-unisce-la-mafia-san-gallo-al-progetto-del-gesuitismo-modernista/

    "Le “preferenze” rivoluzionarie e panteistiche dei gesuiti Sosa e Bergoglio

    Il 25 febbraio 2019 il generale dei gesuiti, il famoso Arturo Sosa Abascal, ha reso note le Preferenze apostoliche universali della Compagnia di Gesù per il decennio 2019-2029.

    Il sito ufficiale della Compagnia annuncia prima di tutto che sono state approvate, naturalmente, da papa Francesco e «offrono un orizzonte, un punto di riferimento per tutta la Compagnia di Gesù. Stimolano la nostra fantasia e accendono i nostri desideri. Ci rendono uniti nella missione. Le nuove “Preferenze” rappresentano quattro ambiti vitali per il nostro mondo d’oggi».

    Quali sono questi quattro punti?

    1) Mostrare il cammino che porta a Dio attraverso gli Esercizi spirituali e il discernimento; aiutare le persone a incontrare Gesù Cristo e a seguirlo..."

    Segnalo questo invito, in quanto il sacerdote ieri nella predica ha invitato agli Esercizi Ignaziani con questa nuova accezione...

    Da cui ne discende, guardarsi dagli Esercizi Ignaziani. Aggiornati

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  6. Da cui ne discende, guardarsi dagli Esercizi Ignaziani. Aggiornati

    Prendiamo atto dell'avvertimento. L'ennesima storpiatura, che è un tradimento...
    Per fortuna la FSSPX propone periodicamente gli esercizi, quelli autentici (ad Albano e a Montalenghe)!

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  7. @ Mic : finalmente un religioso, un consacrato che ragiona ancora con la propria testa, dimostrando che fede e ragione non sono in antitesi; una rara eccezione, nella marea montante del clero papolatra, ipnotizzato ed accecato dal culto della personalità (così non era con Ratzinger, però...), che seguirebbe Bergoglio anche se ordinasse di inginocchiarsi dinanzi alla statua di Luetro, od a quella di satana in persona. La papolatria suicida e la rinuncia ad usare il ben dell'intelletto è spiegata in questo articolo http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/teologia-per-un-nuovo-umanesimo/7375-dov-eravamo

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  8. https://www.lejdd.fr/Societe/66-actes-anti-chretiens-rien-quen-janvier-plongee-dans-la-france-des-eglises-profanees-3871307
    66 actes anti-chrétiens rien qu'en janvier... Plongée dans la France des églises profanées

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  9. @Aloisius
    Esatto. Il trucco è cambiare significato alle parole, mettendone uno che giustamente ci ripugna, per indurci così a rigettare anche il significato autentico...

    È importante la questione dei significati. Molti anni fa, quando istintivamente andavo cercando la pace interiore mediante un distacco (momentaneo e parziale) dalle cose del mondo, io erroneamente chiamavo la cosa "atarassia". Mi ci è voluto un po' di tempo per comprendere che il termine indica una cosa diversa, come ha spiegato Don Elia. Nel mio caso non ci sono state conseguenze: semplicemente ho chiamato con la parola sbagliata il concetto giusto; ma se avessi voluto approfondire avrei corso il rischio di seguire qualche idea bislacca.

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  10. OT Riporto questo comunicato che mi è appena arrivato dalle Piccole Sorelle di Maria in Francia - ricorderete, è una delle tante comunità religiose perseguitate dalla Santa Sede per la propria ortodossia. Ci chiedono di ricordarci e pregare ancora per loro.


    Cari amici,
    Ecco alcune notizie dalle nostre Piccole Sorelle.
    Per favore, continuate a portarli nelle vostre preghiere, specialmente in questa Quaresima.

    Il Comitato di sostegno alle Piccole Sorelle di Maria

    Messaggio delle Piccole Sorelle di Maria

    17 marzo 2019

    ​Cari amici,

    Il nostro ultimo messaggio è stato a novembre, quindi vorremmo darvi qualche notizia.

    Soprattutto, vogliamo esprimerle la nostra profonda gratitudine per il suo sostegno, la sua preghiera e le sue offerte, i suoi messaggi così sinceri, ai quali siamo molto sensibili e che ci aiutano a stare ai piedi della croce.

    Stiamo ancora aspettando le decisioni del Dicastero per i religiosi. Il Comitato di supporto vi informerà al momento opportuno e vi scriveremo di nuovo.

    In questo inizio di Quaresima, possiamo vivere questa tappa dolorosa seguendo Gesù che si muove verso la sua Pasqua, avendo un solo desiderio, di fare la volontà del Padre, per la Redenzione del mondo.

    Che il Signore ci mantenga in pace, con la forza dello Spirito Santo.

    Invitiamo le benedizioni del Signore su di voi e sulle vostre care famiglie nelle nostre preghiere fedeli alle vostre intenzioni, per intercessione di Santa Maria e San Giuseppe.

    -----------------------------------------------------------

    Le Piccole Sorelle di Maria, Madre del Redentore.

    Saint Aignan sur Roë - Castelnau- d'Estretefonds - Lagardelle sur Lèze

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  11. Gentile Fabrizio,
    la situazione è tale che la preghiera è più che mai necessaria.

    In primo luogo perché rivolge il nostro cuore a Dio: chi prega (davvero) guarda a Dio e non al mondo e ascolta Dio prima del mondo.
    In secondo luogo perché Maria Santissima è lei stessa preghiera e chi ama la Beata Vergine stando con lei impara a pregare diventando più umile.
    In terzo luogo la preghiera ci rende recipienti delle grazie che Dio riversa, anche e soprattutto nelle tribolazioni accettate per amor Suo, sapendoci bisognosi che Dio agisca in noi e che da soli potremmo combinare ben poco di buono.
    Infine perché stando con Dio, affacciati sull'eternità e sulla Sua carità, ci facciamo con Gesù vittime di espiazione, pregando per chi sta sulla graticola per il coraggio con il quale rifiuta di infangarsi negli affarismi con cui Gesù è svenduto da alcuni dei "suoi".

    Preghiamo vicendevolmente, chiedendo che il Signore ci conceda umiltà e perseveranza, verità, carità affidandoci a San Giuseppe e alla Madonna per la quotidianità con Gesù, così da vivere con/per Lui la straordinarietà della passione, della croce e della risurrezione.

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  12. Don Elia,
    la carità di Dio è esagerata per il semplice fatto che si è reso disponibile a farsi carne in Gesù e a morire di croce per redimerci dal peccato. La misericordia (l'aver a cuore -il Suo- i miseri -che siamo noi- caso mai ci fossero dei dubbi) ha senso dentro il quadro di un amore disposto al sacrificio per liberare chi è finito nelle grinfie di un assassino.
    Nella misericordia di Dio è insito un giudizio, netto, su satana e gli angeli ribelli e sull'uomo iniquo che si fa loro strumento, propalando il peccato, il caos e il male.
    Gesù dice di non giudicare, ma nel suo messaggio ci lascia dei giudizi ben precisi, che non indicano affatto una confusione (Sua), bensì il rischio di farla noi giudicando a vanvera.

    E' verissimo che a forza di puntare il dito sugli altri e di lamentarsi della situazione ecclesiale si rischia di perdere i contatti con la propria interiorità (nella quale ognuno è solo a rendere conto a Dio di se stesso), nonché di soffocare lo spirito di preghiera e di vanificare ogni possibilità di santificarsi. Il pre-giudizio o la passione che invade ed altera il giudizio tolgono allo spirito la pace che viene da Dio, perché ricolmi di Lui.
    Se diventiamo pieni di sdegno o pieni di noi stessi nel farci giustizia non siamo pieni di grazia: a fare difetto sarebbe innanzitutto l'umiltà e purtroppo per noi anche la verità.

    ...

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  13. ... (segue)

    Come ha ben detto lei, niente a che vedere con una tecnica di autopacificazione individuale: qui si tratta di un effetto della pienezza di carità e di unione, frutto di una lunga e perseverante pratica di purificazione del cuore e una diuturna collaborazione con la grazia, costantemente invocata in un dialogo personale con il Signore.
    In definitiva la nostra vita spirituale non dipende dalle circostanze esterne e nemmeno dal ricordo delle esperienze fatte. Psichicamente siamo condizionato dalle situazioni, ma in conserviamo sempre intatto il potere di scegliere.

    Scegliere viene dal conoscere e l'atto del conoscere è un giudizio.
    Percepiamo un fenomeno, lo giudichiamo, ragioniamo e scegliamo di conseguenza.
    Gesù non dice di rinunciare alla conoscenza o di rinunciare alla scelta: Gesù esprime giudizi precisi sugli ipocriti, sui farisei, sui venditori al tempio, sulle intenzioni di Giuda e persino sulle idee di Pietro, quando lo chiama satana perché ragiona secondo gli uomini e non secondo Dio. Gesù ha forse peccato?

    A caratterizzarci come persone sono l’intelletto e la volontà, che con la memoria dicono biblicamente "il cuore". E' qui il Sacro Cuore di Gesù. Qui è il "Cuore Immacolato di Maria. Qui si è messo in gioco il cuore di San Giuseppe nel prendere le decisioni che agì.
    Un cuore illuminato dalla fede conserva in sé la speranza ed è capace di carità.

    Allora come giudicare senza peccare? Basta osservare con umiltà la realtà.
    Pecchiamo se parleremo a vanvera senza conoscere. Soprattutto senza pregare molto, prima.
    Pecchiamo se saremo frettolosi e incapaci della virtù della prudenza.
    Pecchiamo se siamo preda delle passioni e senza la virtù della temperanza.
    Pecchiamo se faremo preferenze, giudicando per convenienza, senza la virtù della giustizia.
    Pecchiamo nel giudizio temerario, pretendendo non solo di giudicare il peccato, ma anche il cuore del peccatore, nel quale può entrare solo Dio.
    Pecchiamo se manchiamo di carità, sparlando di una persona non con chi potrebbe porre rimedio al male, ma con chi non c'entra e raccoglie solo i nostri sfoghi malevoli.
    Pecchiamo se siamo complici del male e manchiamo alle nostre responsabilità nel fermarlo.
    Quanti modi ci sono di peccare giudicando malamente, senza Dio che abiti in noi!

    Ecco perché la preghiera deve precedere l’azione. Anche per giudicare rettamente.
    Il rischio di chi prega poco o male è quello di lasciare che il suo agire sia determinato, a sua insaputa, dalle malattie dell’anima e dagli inganni del diavolo.
    1-La speranza in un rinsavimento, per chi ha fede, non è mai morta. 2-“L’ira dell’uomo non compie ciò che è giusto davanti a Dio” (Gc 1,20). 3-“La concupiscenza concepisce e genera il peccato e il peccato, quand’è consumato, produce la morte” (Gc 1,15). Sono tre giudizi senza peccato, perché il peccato lo hanno riconosciuto e lo detestano.

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  14. Primi stralci dell'ultimo libro del card. Sarah:

    http://www.lafedequotidiana.it/card-sarah-la-chiesa-un-luogo-luce-diventata-un-covo-tenebre/

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  15. Vorrei chiedere a don Elia che ne pensa di quello che scrive Gnocchi qui:

    https://www.riscossacristiana.it/reverendi-sacerdoti-ci-spiegate-perche-la-chiesa-dovrebbero-salvarla-i-laici-trenta-righe-di-alessandro-gnocchi/

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  16. Ultimo libro del card Sarah
    https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/02/il-cardinale-sarah-pubblichera-un-libro.html

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  17. https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13441550/vaticano-papa-francesco-nomine-chi-fa-fuori-fanno-carriera-amici-cardinale-pedofilo.html

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  18. "Spetta a ciascuno di noi la decisione di spezzare, con l'aiuto della grazia, gli stereotipi che l'imprigionano..".

    "Dieu a voulu racheter les hommes, et ouvrir le salut à ceux qui le chercheraient. Mais les hommes s'en rendent si indignes qu'il est juste que Dieu refuse à quelques-uns, à cause de leur endurcissement, ce qu'il accorde aux autres par une miséricorde qui ne leur est pas due.
    S'il eut voulu surmonter l'obstination des plus endurcis, il l'eut pu, en se découvrant si manifestement à eux qu'ils n'eussent pu douter de la vérité de son essence, comme il paraitra au dernier jour [...] Ce n'est pas en cette sorte qu'il a voulu paraitre, dans son avènement de douceur; parce que, tant d'hommes se rendant indignes de sa clémence, il a voulu les laisser dans la privation du bien qu'ils ne veulent pas [...] Il y a assez de lumière pour ceux qui ne désirent que de voir, et assez d'obscurité pour ceux qui ont une disposition contraire" (Pascal, Pensées)

    "Si donc on demande pourquoi les hommes sont sauvés ou damnés, on peut en un sens dire que c'est parce que Dieu le veut et en un sens dire que c'est parce que les hommes le veulent. Mais il est question de savoir laquelle de ces deux volontés, savoir de la volonté de Dieu ou de la volonté de l'homme, est la maitresse, la dominante, la source, le principe et la cause de l'autre" (Pascal, Ecrites sur la Grace, rimasti inediti di sua vita).
    T.

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  19. "Ciao, se state leggendo questo messaggio è segno che non sono più a questo mondo. Beh, non rattristatevi più di tanto, mi sta bene così; non ho rimpianti, sono morto facendo quello che ritenevo più giusto, difendendo i più deboli e rimanendo fedele ai miei ideali di giustizia, eguaglianza e libertà.
    Quindi nonostante questa prematura dipartita, la mia vita resta comunque un successo, e sono quasi certo che me ne sono andato con il sorriso sulle labbra.
    Non avrei potuto chiedere di meglio. Vi auguro tutto il bene possibile, e spero che anche voi un giorno (se non l'avete già fatto) decidiate di dare la vita per il prossimo, perché solo così si cambia il mondo.
    Solo sconfiggendo l’individualismo e l’egoismo in ciascuno di noi si può fare la differenza. Sono tempi difficili lo so, ma non cedete alla rassegnazione, non abbandonate la speranza, mai! Neppure per un attimo.
    Anche quando tutto sembra perduto, e i mali che affliggono l'uomo e la terra sembrano insormontabili, cercate di trovare la forza, e di infonderla nei vostri compagni. È proprio nei momenti più bui che la vostra luce serve. E ricordate sempre che “ogni tempesta comincia con una singola goccia”. Cercate di essere voi quella goccia.
    Vi amo tutti, spero farete tesoro di queste parole.
    Serkeftin!
    Orso,
    Tekoser,
    Lorenzo"

    Lorenzo Orsetti, ucciso oggi in Siria dall’Isis
    era andato a combattere a fianco del popolo curdo contro l’Isis e i turchi. Turchi e Isis: a Utrecht, in Olanda, un turco ha ucciso tre persone e i terroristi islamici hanno assassinato un ragazzo italiano (“un crociato”) e tre olandesi. Ma nessun media di peso parla di terrorismo islamico. Il fascismo è sempre e soltanto quello dell’uomo bianco. Lorenzo è caduto anche per difendere l'Europa dai tagliagole. Una Europa però che per noi non ha più prezzo.

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  20. https://www.aldomariavalli.it/2019/03/19/ecco-perche-anchio-monaca-mi-sento-sradicata/amp/

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  21. Per l'Anonimo del 18 marzo, ore 21

    Quello che penso di ciò che ha scritto Gnocchi apparirà sulla "Scure" sabato prossimo, 23 marzo.

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  22. Mi associo pienamente alle parole dell'amico Alessandro Gnocchi. Solo in una cosa non concordo con lui: nella decisione di ritirarsi dalla battaglia, dalla prima linea, questa, infatti, per chi non lo avesse ancora capito, è l'ultima battaglia del diavolo, e non è pensabile ritirarsi nella propria cameretta, come su fuori ci fosse calma e tranquillità; no, lì ci sono milioni di anime a rischio dannazione eterna,e oggi proprio a causa del clero corrotto e traditore, o pavido e clone di don Abbondio. Caro don Elia, non condanno tutto il clero senza appello (come mi ha rimproverato in una sua risposta su "La Scure"), ma è indubbio che, come afferma Gnocchi, oggi la quasi totalità si divida tra clero in mala fede, colluso, complice e clero pavido e ignavo, insensibile al dramma delle anime ad esso affidate. Il mio sogno rimane quello di svegliare qualche buon pastore, meglio se vescovo o arcivescovo (e non novantenne. per favore) che denunci l'apostasia delle gerarchie vaticane, dalla prima sede in giù, e si ponga alla testa del "piccolo resto". Sursum corda, quindi ! L.J.C.

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  23. "ci sono milioni di anime a rischio dannazione eterna,e oggi proprio a causa del clero corrotto e traditore"

    Questo non lo capisco. Se pregano Dio e si tengono lontano dal clero perché non dovrebbero salvarsi?

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  24. "Se pregano Dio e si tengono lontano dal clero perché non dovrebbero salvarsi?" : ma sì che lo potrebbero, caro amico, ma il bello (o, meglio, il brutto) è che i pastori (specie papi, cardinali e vescovi, oltre che semplici sacerdoti) li imbrogliano, li ingannano, li irretiscono nella falsa obbedienza (il colpo da maestro di Satana, come insegna Mons. Léfèbvre) per depistarli dalla strada stretta e tortuosa che conduce in Paradiso, ed instradarli invece nella superstrada ad otto corsie, dove si corre veloci verso Portae Inferi, e mi creda, non è facile sottrarsi a questi moderni pifferai magici, ne vedo la prova quotidianamente nel mio piccolo, tra parenti, amici e conoscenti (specialmente tra i praticanti parrocchiali).

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  25. Il clero senza fede manda tanti all'inferno

    Se per salvarsi bastasse pregare Iddio, allora perchè Nostro Signore avrebbe creato
    "il clero" ossia i suoi sacerdoti, conferendo loro il potere di "legare e sciogliere"?
    Il pastore infedele e traditore della fede, quello che nel Vangelo di Giovanni, il
    Signore chiama il "mercenario, ladro e assassino" di anime (Gv 10, 1 ss.), contribuisce appunto con la sua infedeltà alla caduta di molte anime, sedotte da quell'infedeltà. I sacedoti che perdono la fede e lo dimostrano, fanno perdere la fede anche a molti fedeli.

    Anche nel Vecchio Testamento, c'è il famoso ammonimento al cattivo pastore: Ezechiele, 3, 16 ss. "...quando dirò all'empio - tu morrai! se tu non lo ammonisci, e non lo avverti di abbandonare la sua via perversa, affinché possa vivere [in eterno], egli morrà nella sua iniquità; ma del suo sangue io chiederò conto a te. Se invece tu avrai ammonito l'empio , ed egli non si sarà convertito dal male e dalla sua via perversa, egli morrà nella sua iniquità, ma tu avrai salvato te stesso".
    T.

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  26. OT Le donne sacerdote?
    https://apostatisidiventa.blogspot.com/2019/03/gretattolica-c.html?m=1

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